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Cina: il 60% dell’acqua è troppo inquinata, a rischio anche vitamine e integratori

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inquinamento acqua cina

La pessima reputazione della Cina in quanto ad inquinamento è ormai rinomatamente conosciuta e nonostante questo continuano ad affiorare nuove pubblicazioni che testimoniano come la situazione stia raggiungendo picchi davvero drammatici. Un rapporto, opera del Ministero della Terra e delle Risorse naturali di Pechino, ha analizzato la situazione delle falde acquifere cinesi nel corso del 2013 evidenziando come il 60% di esse sia inquinata.

La maggior parte di quest’acqua non è dunque potabile ma lo diventa solo in seguito a trattamenti adeguati (almeno questo sostengono in Cina). La stessa acqua però viene utilizzata per irrigare il suolo che quindi a sua volta sarà inquinato e contaminato, anche da metalli pesanti. Gli esperti locali hanno stimato che circa il 20% del terreno agricolo subisce questo tipo di inquinamento.

Il problema a prima vista sembrerebbe non riguardarci da vicino ma in realtà non è così, dato che molti prodotti come erbe ed integratori alimentari vengono coltivati e prodotti proprio in Cina. Possiamo citare ad esempio materie prime per gli integratori come la Vitamina C (acido ascorbico) o il riso. A tal proposito su un articolo pubblicato su The Epoch Times si legge: “le vitamine prodotte in Cina sono ovunque, e anche chi non consuma vitamine ed integratori difficilmente può sfuggirvi: molte delle vitamine sintetiche aggiunte ai cereali tradizionali e ad altri alimenti provengono appunto dalla Cina”.

I dati riportati dal giornale online fanno riferimento alla situazione americana ma anche in Italia probabilmente non c’è da stare tanto sereni: che provenienza hanno le vitamine e i sali minerali che si trovano comunemente addizionati nei succhi di frutta, cereali e altri alimenti venduti nei nostri supermercati? Non è dato sapere, sulle confezioni infatti non è indicata la provenienza di questi supplementi nutrizionali.

Sembrerebbero a rischio anche alcuni integratori naturali provenienti dalla Cina come ad esempio il Ginko Biloba. A questo proposito il Natural News Forensic Food Lab investigation in una recente inchiesta ha scoperto che alcune marche di Ginkgo Biloba importato dalla Cina contengono alti livelli di piombo (metallo pesante tossico), mentre altri prodotti analizzati provenienti dagli Stati Uniti non avevano lo stesso problema. La presenza del piombo in questa pianta sembrerebbe causata appunto dalla contaminazione industriale dei suoli e delle acque di irrigazione: il Ginko Biloba infatti, come molte altre erbe, assorbe il piombo e i metalli pesanti durante la sua crescita.

Alla luce di tutto ciò capire la provenienza dei prodotti che assumiamo risulta dunque sempre più importante. E' bene ogni volta leggere l'etichetta di quello che compriamo, anche se in questo caso potrebbe non bastare.

Francesca Biagioli

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