Agroalimentare, rifiuti, fauna, ciclo del cemento. Un vero affare per le ecomafie. Un business illegale che nel 2013 ha raggiunto i 15 miliardi di euro con 29.274 infrazioni accertate per i 321 clan censiti. Sono questi i nuovi dati resi noti oggi dal rapporto Ecomafie 2014 di Legambiente.
Calcolatrice alla mano, ogni ora sono 3 i reati commessi, circa 80 al giorno. In testa alla classifica dell'illegalità è finito il settore agroalimentare con 9.540 reati, circa il 25% del totale, più del doppio del 2012 quando i reati erano 4.173. Il 22% delle infrazioni ha colpito la fauna, il 15% i rifiuti e il 14% il ciclo del cemento. Sono 21 le amministrazioni comunali sciolte per condizionamento mafioso negli ultimi 16 mesi.
I reati
Il leggero calo il business dello ecomafie, complice anche la discesa degli investimenti a rischio (nel 2012 era pari a 16,7 miliardi contro i 15 del 2013). Diminuendo la spesa pubblica sono calate anche le sporche occasioni di guadagno. Ma non è cambiato molto il livello di illegalità nel settore dei rifiuti speciali, che nel 2013 ha raggiunto i 3,1 miliardi di euro. Stabile anche il fatturato dell'abusivismo edilizio, a 1,7 miliardi. Un miliardo invece la cifra ottenuta dai rifiuti urbani trattati illegalmente.
Nel ciclo del cemento vi è stato un calo dei reati: 5.511 nel 2013 (-12,7%, erano 6.310 lo scorso anno) ma salgono gli arresti (21). In calo le denunce (7.155) e i sequestri (1.566).
Nel 2013, c'è stato un vero e proprio boom di reati nel settore dell'agroalimentare, passando dai 4.173 del 2012 ai 9.540 del 2013, con il raddoppio delle denunce e 57 persone arrestate.
Salgono anche i reati contro la fauna, con infrazioni per commercio illegale di specie protette, abigeato, bracconaggio, allevamenti illegali, pesca di frodo, maltrattamenti e combattimenti clandestini: 8.504 totali, in aumento del 6,6%, con l’impennata degli arresti che passano da 7 a 67, 7.894 denunce e 2.620 sequestri. La maggior parte dei reati si registrano in Sicilia con 1.344 infrazioni, seguita da Campania (1.075) e Puglia (953).
Dove
In generale, Il 47% dei reati è stato accertato nelle 4 regioni a tradizionale insediamento mafioso: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Qui si registra anche il record delle persone denunciate (4.072), degli arresti (51), e dei sequestri (1.339).
La Campania è in testa con 953 reati, il 17% del totale, seguita da Puglia, Sicilia e Calabria. Tra le provincie, a detenere il triste primato prima è stata Napoli, seguita da Roma, Reggio Calabria, Salerno e Bari.
La regione del centro Italia con più ecocrimini è il Lazio con 2.084 reati, 1.828 denunce, 507 sequestri e 6 arresti, mentre la prima regione del Nord è la Liguria con 1.431 reati. La tabella mostra invece nel dettaglio i numeri relativi alle regioni, con le infrazioni accertate, le denunce, gli arresti e i sequestri:
E il futuro è tutt'altro che roseo, come mostra l'infografica che segue e che mostra come sta cambiando il business delle ecomafie:
“Ecomafia 2014 - ha dichiarato la direttrice nazionale di Legambiente Rossella Muroni – evidenzia un nuovo aspetto delle attività degli ecocriminali che si muovono con strategie sempre più sofisticate camuffate di legalità che si espandono verso nuovi settori. Sul fronte della corruzione è necessaria una risposta urgente perché è proprio l'area grigia dei funzionari pubblici corrotti che arricchisce e rende ancor più potente l'ecomafia. Nelle banche straniere transitano soldi accumulati trafficando rifiuti, prodotti alimentari contraffatti e opere d’arte rubate. Diminuisce leggermente il numero dei reati che diventano però più gravi, invasivi e pericolosi”.
Francesca Mancuso
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