Per centinaia di anni il conflitto nelle Falkland ha minacciato la popolazione locale, sia umana che animale. Una specie però è riuscita a trarre vantaggio da questi terribili avvenimenti: grazie alle zone inaccessibili delimitate dalle mine rimaste inesplose, migliaia di pinguini sono riusciti a ricavarne il loro habitat ideale.
I primi europei che arrivarono in questi territorio furono i francesi che le cedettero presto alla Spagna. Con l’indipendenza argentina, nel 1816, le Falkland divennero approdo di pescatori e pastori della Patagonia. Ma a partire dal 1832 gli inglesi occuparono le isole, rivendicandone la sovranità ed espellendo la guarnigione militare argentina.
Da lì cominciò una disputa che il 2 aprile del 1982 fece scoppiare una guerra breve e sanguinosa, nella quale morirono oltre 1000 persone. Gli scontri, navali ed aerei, infuriarono in molte zone dell’isola Orientale, a partire dall’area di San Carlos, base per i soldati inglesi.
La guerra ha lasciato a queste isole molti regali non richiesti. Durante il conflitto i militari posizionarono migliaia di mine lungo le spiagge e pascoli. Fortunatamente, finora, queste mine non hanno ucciso nessuno, ma i segnali che ne delimitano la zona di pericolo hanno creato un habitat perfetto per i simpatici uccelli in smoking. I pinguini, infatti, non essendo abbastanza pesanti per far esplodere le mine, hanno occupato questi campi per vivere in pace e serenità.
Fonte foto: http://mentalfloss.com
Oggi, ci sono ancora circa 20.000 mine inesplose sulle isole Falkland. Nel corso degli anni si sono rilevate un ottimo deterrente che ha protetto oltre un milione di pinguini, tenendo lontani i pascoli ma anche i turisti troppo invadenti.
Dopo tutto, un segnale di avvertimento "Stare lontano dai pinguini" non sarà mai efficace come uno che recita: "Stare lontano dai pinguini: pericolo di morte!"
Arturo Carlino
Fonte foto copertina: http://blogs.reuters.com
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