Presentato in occasione della tredicesima edizione della Conferenza nazionale sul mobility management e la mobilità sostenibile, in cui, tra i tanti eventi, è stato anche consegnato al cantautore bolognese Luca Carboni il premio "Pensieri&Pedali" per aver promosso l'uso della bicicletta, lo studio ha coinvolto oltre 5.500 studenti di 8 città e ha indagato sul loro modo di spostarsi, su i tempi impiegati, sulle distanze percorse e sull'inquinamento prodotto.
Per farlo è stato utilizzato il software MobilityManager, un'applicazione web creata e messa a disposizione da SISTeMA, spin–off dell'Università La Sapienza di Roma, che ha consentito agli studenti di compilare un questionario on-line per calcolare tutta una serie di indicatori, tra i quali anche le emissioni di inquinanti emessi in atmosfera.
Risultato? Dall'indagine emerge che a 15 e 16 anni (per gli studenti del primo e secondo anno) l'uso di veicoli privati a motore si attesta al 30% circa, anche se i 16enni rispetto ai 15enni usano di più lo scooter, passando dallo 0.9% per i 15enni al 3.5% per i 16enni. Al crescere dell'età aumenta l'uso di veicoli privati a motore fino a raggiungere la percentuale di quasi il 40% a 19 anni e di addirittura il 50% circa a 20 anni. Carrara e Roma sono, ahinoi, le regine dei motori: raggiungono percentuali addirittura intorno ad 80%, con una tendenza legata alla maggiore età ovviamente confermata anche nelle città col minor uso di veicoli a motore, come Venezia.
Eppure, la scelta di un mezzo più sostenibile per andare a scuola incide, ovviamente, sulle emissioni inquinanti: a Catania le emissioni annuali di PM10 a studente sono le più elevate (133 grammi/anno), mentre con 39 e 37 grammi/anno, Venezia e Ravenna, invece, sono le città meno inquinate. E non a caso l'impatto ambientale maggiore del PM10 si ha a Roma, con 29 milligrammi emessi ogni chilometro percorso, mentre a Torino e Venezia si misura l'impatto minore (rispettivamente 12 e 10 mg/km). Stesso discorso per le emissioni di anidride carbonica (CO2), che sono limitate a 128 kg/anno complessive a studente a Venezia e a 145 kg/anno a Ravenna ma raggiungono i 511 kg/anno a Catania.
"L'esperienza di questo progetto - ha spiegato Lorenzo Bertuccio, direttore scientifico di Euromobility - dimostra che la raggiunta autonomia dei ragazzi che frequentano le scuole superiori fa sì che i mezzi pubblici e la bicicletta siano il modo più usato per andare e tornare da scuola". Ma il progetto dimostra anche che tra i ragazzi più prossimi alla maturità cresce l'uso dello scooter e dell'automobile. Per questo c'è ancora molto da fare per la mobilità sostenibile dei giovani italiani: "progetti di questo tipo provano quindi quanto sia importante formare in maniera attiva e concreta i ragazzi prossimi alla patente per favorire una cultura della mobilità che aiuti a mantenere contenuta la tendenza tutta italiana ad un uso smodato dell'automobile", conclude Bertuccio. Come non essere d'accordo?
Anche perché, basta guardare all'estero per scoprire iniziative come ad esempio il BiciBus in Olanda per scoprire che non è poi così difficile...
Per saperne di più clicca qui
Roberta Ragni
LEGGI anche:
- Tutti in sella per andare a scuola: dall'Olanda ecco il Bici-bus
- Andare a scuola in bicicletta si può?
- Una mamma, sei figli e un bakfiets, un po' bici, un po' autobus