Legionella alla Corte d’Appello di Roma: i dipendenti della sezione di via Romei si trovano costretti a lavorare con le finestre aperte e i termosifoni spenti per scongiurare il pericolo batterio all’indomani – malasorte vuole – anche di un allarme per i topi.
La notizia è stata data dal primo presidente della Corte, Luciano Panzani, in una riunione con i dipendenti degli uffici della città giudiziaria, dalla quale è emerso che pericoli per la salute delle persone che lì lavorano non ci sarebbero ma è meglio andar cauti.
La scoperta della legionella risale al 13 novembre: “La presenza del pericoloso batterio è stata trovata nell’impianto di dolcificazione dell’acqua”, ha spiegato Panzani.
Nel verificare la rete idrica, infatti, i tecnici hanno individuato la contaminazione nell’impianto di dolcificazione che toglie il cloro dall’acqua, mentre l’impianto di condizionamento dell’aria è stato disattivato (le tubature di areazione, infatti, sono l’habitat preferito del batterio).
Si stima che per tornare alla normalità ci vorranno almeno 40 giorni e, intanto, alcuni dipendenti d della palazzina costruita nel 2003 sostengono ci sarebbero già stati almeno cinque casi di broncopolmonite, tutti concentrati nella sezione lavoro al secondo piano.
I sintomi della legionella sono molto simili a quelli della più comune polmonite: tosse secca o grassa, difficoltà a respirare ma anche febbre alta e brividi, ma anche dolori muscolari, perdita di appetito, problemi gastrointestinali come la diarrea, neurologici e cardiaci.
Germana Carillo
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