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Scala dei Turchi: oggi le ruspe demoliranno l'eco-mostro di Realmonte

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Candidato a diventare patrimonio dell'Unesco, il sito sarà preso libero dalla costruzione fatiscente e l'area formata dalla caratteristica roccia chiara potrà tornare ad essere quell’angolo di paradiso che secondo antiche credenza pare accogliesse le navi dei pirati.

Frutto della speculazione edilizia e delle concessioni facili degli anni ’80 (autorizzazione per la realizzazione di un complesso turistico alberghiero in località Punta Grande data a Luigi Fretto, amministratore unico della Scatur s.r.l. con sede in Porto Empedocle, in esecuzione al piano di lottizzazione approvato con delibera consigliare n. 78 del 23.02.1983), l'edificio fu costruito nel 1989.

Una vicenda complicata quella della costruzione, dalla denuncia di Legambiente alla Magistratura del 1990 che ottenne due anni dopo il blocco dei cantieri e il sequestro. Ma da allora, un primo lotto di circa 2.000 metri cubi era già stato realizzato. Nel marzo 2011 la giustizia amministrativa ha dato definitivamente torto ai proprietari riconoscendo come inammissibile la loro proposta di sanatoria (art. 13 della legge 47/85). A ottobre 2012 infine la magistratura ne ha disposto l'abbattimento. Un vero e proprio scempio edilizio quello di Realmonte, denunciato anche dal FAI nel 2008.

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(Ruspe in azione questa mattina per demolire l'ecomostro della Scala dei Turchi - Foto LiveSicilia)

Ma la storia della spiaggia di Realmonte finalmente potrà avere il lieto fine che merita. "L'Italia fa un piccolo passo dal grande valore simbolico verso la riconquista della bellezza – ha detto in un comunicato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. Siamo un paese dalle grandi e insostenibili contraddizioni, siamo il paese con il più alto tasso di abusivismo in Europa, ma facciamo una grande fatica a vedere abusi abbattuti. Qui ci sono voluti 24 anni!".

legambiente scala turchi

"La demolizione di Scala dei Turchi è molto importante perché è rappresentativa di un cambiamento culturale in corso in Sicilia – ha aggiunto il presidente di Legambiente Sicilia Mimmo Fontana -. Non si arriva a questa demolizione semplicemente perché si è concluso un contenzioso amministrativo, ma soprattutto perché è cambiato l’atteggiamento della Procura e del Comune. Alcune Procure hanno cominciato a diffidare i Comuni che non demoliscono e sempre più sindaci puntano a valorizzare il proprio territorio recuperandone o salvaguardandone la bellezza. Una vittoria che premia la lunga battaglia iniziata da Legambiente nei primi anni ’90, per riuscire a bloccare questo ecomostro”.

La Scala dei Turchi torna ai siciliani.

Francesca Mancuso

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