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Carbone, il killer silenzioso che causa 2 morti all'ora

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Una ricerca che associa fumi tossici emessi dalle centrali a carbone e rischio di morte prematura è stata condotta da parte dell'Università di Stoccarda. I dati raccolti evidenziano l'impatto sanitario dell'inquinamento prodotto dalla combustione del carbone nei Paesi UE, equivalente alla perdita di 240 mila ore di vita.

In Italia, nel 2010, il carbone ha causato 521 morti premature, equivalenti a 5.560 anni di vita persi. Greenpeace ricorda il ruolo di Enel nella produzione di emissioni nocive derivanti dalla combustione di carbone. La multinazionale italiana è la quinta peggiore compagnia a livello europeo in termini di impatto sulla salute.

Alla sola produzione energetica derivante dal carbone di Enel è riferibile la stima europea relativa alla perdita di 11.600 anni di vita nel 2010. Non si teme solo per il presente, ma soprattutto per il futuro. Le centrali in progetto o in via di realizzazione non potranno infatti che incrementare gli attuali impatti sanitari provocati dalle emissioni nocive.

Sono 52 i progetti per nuove centrali ora in fase di realizzazione o in attesa di autorizzazione. Se entrassero in funzione, provocherebbero la perdita di ulteriori 32 mila anni di vita, secondo le stime dell'università tedesca. Calcolando che la normale fase operativa di ogni centrale è di 40 anni, in questo lasso di tempo andrebbero in fumo 1,3 milioni di anni di vita.

Il carbone pulito? Non esiste.

"Lo studio realizzato dall'Università di Stoccarda è l'ennesima prova, qualora ve ne fosse bisogno, che il 'carbone pulito' sbandierato dalle compagnie energetiche non esiste" afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. "I dati di molte istituzioni e organismi sovranazionali confermano che l'aria che respiriamo può essere uno dei maggiori agenti patogeni per la nostra salute. In Europa, il carbone è una delle principali cause di avvelenamento dell'aria. Per salvare i nostri polmoni, e salvare il clima dalle emissioni di gas serra, dobbiamo mettere fine all'era del carbone e avviare una radicale rivoluzione energetica".

Le 300 centrali a carbone d'Europa producono quasi un quarto delle emissioni europee di Co2, circa la metà di tutte le emissioni industriali di mercurio ed un terzo di quelle di arsenico. Emettono inoltre il 70% degli ossidi di zolfo e più del 40% degli ossidi di azoto provenienti dal settore elettrico.

silent killers

Come ci ammaliamo di carbone? La combustione del carbone nelle centrali produce particelle tossiche e metalli pesanti. Il particolato fine (PM 2.5) è la minaccia maggiore, generata da ossidi di zolfo e di azoto, fuliggine e polveri sottili. Le particelle tossiche, quando respiriamo, giungono nei polmoni e nel sangue. Il loro accumulo provoca infarto, ictus e cancro.

La soluzione? Impedire la costruzione e l'attivazione di nuove centrali a carbone, rivoluzionando la politica energetica europea a favore delle rinnovabili. Greenpeace chiede all'Unione Europea di fissare nuovi obiettivi per lo sviluppo dell'energia verde, per l'efficienza energetica e per l'abbattimento dei gas serra. Costruire nuove centrali a carbone non serve. E' invece necessario chiudere gli impianti più vecchi ed inquinanti, da sostituire con strutture dedicate alle rinnovabili.

Guarda l'infografica "Come ci ammaliamo di carbone".

Scarica il rapporto di Greenpeace "Silent Killers".

Marta Albè

Fonte foto: Greenpeace Italia


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Come proteggere i polmoni dall'inquinamento dell'aria: 10 rimedi e consigli


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