Secondo l'associazione ambientalista, infatti, grazie all'energia elettrica prodotta dal vento abbiamo importato e bruciato meno petrolio, carbone e gas. Risparmiando soldi e riducendo le emissioni di CO2 e particolato inquinante.
Un giusto target, quindi, sarebbe quello di coprire con l'eolico almeno il 10% del fabbisogno elettrico italiano. Un obbiettivo, per inciso, del tutto raggiungibile anche se oggi siamo fermi al 5,9%: 8.383 i MW installati in Italia che nel 2012 prodotto 13,2 TWh di elettricità, pari ai consumi di 5,2 famiglie.
E quest'anno andrà ancora meglio, visto che da inizio 2013 l'eolico ha già prodotto 7,8 TWh, il 31,1% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. "Nell’area del centro sud - spiega Legambiente - vi sono momenti nella giornata, secondo i dati di Terna, in cui il contributo del solo eolico supera il 50% dei fabbisogni".
Ma l'associazione lancia l'allarme sul futuro di questa tecnologia, specialmente dell'eolico offshore: oggi ci sono 11 progetti per l'installazione di pale eoliche in mare ma tutti e 11 sono attualmente bloccati dal caos normativo. Non è chiaro, ad esempio, a chi spetti decidere sulle autorizzazioni tra lo Stato e le singole Regioni.
"Un’incertezza - aggiungono gli ambientalisti - che sta generando conflitti tra Governo e Regioni, proteste dei Comuni, allarmi per rischi che potrebbero essere scongiurati semplicemente fissando regole simili a quelle già adottate da altri Paesi, ossia che escludono le aree incompatibili e fissano criteri per la selezione delle proposte. Infatti in mare non sono vigenti neanche le linee guida introdotte nel 2010 per gli impianti a terra".
Per non parlare delle ultime normative introdotte dal ministro Corrado Passera, notoriamente non amante delle rinnovabili: quote annue per l'eolico (i famosi registri e le aste, che hanno fatto pure flop) e ulteriori barriere burocratiche. Infine, da non dimenticare le tasse occulte sulle rinnovabili.
Legambiente, senza peli sulla lingua, afferma che a minacciare lo sviluppo dell'eolico siano le lobby dell'energia fossile: "Un Paese come l’Italia ha tutto da guadagnare nel puntare sull’eolico - dichiara Edoardo Zanchini, vice presidente dell'associazione - Grazie a questa fonte rinnovabile possiamo ridurre le importazioni di carbone e petrolio che sono, oltretutto, la ragione principale degli aumenti in bolletta avvenuti negli ultimi 10 anni in Italia".
Legambiente: grazie all'eolico importiamo meno gas, carbone e petrolio
Peppe Croce