Neanche i robot hanno vita facile nella centrale di Fukushima Daiichi. La Tepco, il gestore dell'impianto gravemente danneggiato dal terremoto che nel 2011 colpì il Giappone, lo aveva mandato ad ispezionare l'interno del reattore ma il sistema ha smesso di funzionare e non potrà neanche essere recuperato. A dimostrazione che neanche la “vita” robotica resiste ai veleni radioattivi.
La Tokyo Electric Power Company ha fatto sapere anche di aver rinunciato al tentativo di recuperare la sonda robotica che era al lavoro all'interno di uno dei reattori, e che ha smesso di muoversi ed operare dopo circa tre giorni.
Lo scorso venerdì, il robot telecomandato stava rilevando il livello di radioattività all'interno di uno dei reattori danneggiati. Era la prima volta che veniva utilizzato. Il suo obiettivo era quello di raccogliere dati sui livelli di radiazione e indagare sulla diffusione dei detriti.
L'introduzione del robot nell'Unità 1 del reattore era un tentativo senza precedenti, che avrebbe potuto fornire dati importanti sull'interno dell'impianto, altrimenti inaccessibile. Ieri era previsto lo studio di altre porzioni del reattore ma sfortunatamente il robot non potrà più operare. Le sue indagini erano partite il 10 aprile scorso ma si sono concluse ieri, poco prima delle 14, quando si è fermato, come ha spiegato la Tepco in un comunicato.
Un rapporto appena rilasciato dalla società, arricchito dalle riprese effettuate dal robot, mostra che la caduta di un oggetto ne aveva bloccato il percorso, costringendolo ad arenarsi. Così domenica Tepco ha deciso di tagliare il cavo di collegamento al dispositivo , dopo che quest'ultimo aveva già coperto due terzi del percorso inizialmente previsto, riuscendo a raccogliere i dati sui livelli di radiazione di 14 delle 18 aree.
Fonte Foto: www.cnn.com
E i risultati sono tutt'altro che rassicuranti. Oltre quattro anni dopo il sisma e lo tsunami che uccisero migliaia di persone e danneggiarono la centrale nucleare di Fukushima, la conta dei danni non è ancora finita. E neanche quella delle radiazioni: i livelli all'interno dei tre reattori sono ancora estremamente elevati ed è pericoloso anche avvicinarsi.
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Le operazioni di disattivazione completa richiederanno 50 miliardi di dollari, ma saranno necessari anni per spegnere completamente la centrale. Molto di più il tempo per allontanare l'effetto della radioattività sull'ambiente circostante. Ma non basterà neanche questo per convincere il Giappone a dire addio per sempre al nucleare.
Francesca Mancuso
Foto: TheTimes
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