Le emissioni di gas serra che derivano dal crescente utilizzo di terreni agricoli per la produzione di biocarburanti sono oggetto di studi sul "cambiamento indiretto della destinazione dei terreni" (ILUC). Dati scientifici, spiega il Parlamento, hanno dimostrato che l'aumento delle emissioni può cancellare alcuni dei benefici dei biocarburanti, quando è considerato l'intero ciclo di vita del prodotto, dalla produzione al consumo.
Per questo la relazione "modifica la direttiva 98/70/CE relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel e la direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili". Il testo, inoltre, se approvato in via definitiva, obbligherebbe gli Stati membri a garantire che entro il 2020 il settore dei trasporti dovrà utilizzare energia derivante per il 10% da fonti rinnovabili.
Per i deputati, i biocarburanti di prima generazione (da colture alimentari) non devono superare il 6% del consumo finale di energia nel settore dei trasporti entro il 2020, in contrasto con l'attuale obiettivo del 10% della legislazione vigente. "E 'stato un dibattito molto difficile, perché gli interessi economici hanno pesato molto. Il testo è molto tecnico, ma comporta importanti implicazioni economiche ed etiche", ha dichiarato la relatrice Corinne Lepage (ALDE, FR), dopo che il progetto di legge è stato approvato con 356 voti in favorevoli, 327 contrari e 14 astenuti.
Ma, soprattutto, l'Europa vuole imprimere una spinta per biocarburanti avanzati e moderni, provenienti da alghe o alcuni tipi di rifiuti, che dovrebbero rappresentare almeno il 2,5% del consumo di energia nel settore dei trasporti entro il 2020. Spetta ora agli Stati membri adottare una posizione comune. Se questa sarà diversa dalla posizione del Parlamento, si andrà in seconda lettura.
Roberta Ragni