Ebbene, oggi il villaggio di Devecser risorge dal disastro dei fanghi tossici diventando un modello di energia sostenibile. Dopo gli ingenti danni ambientali derivati dalla catastrofe (annunciata) di poco più di tre anni fa, infatti, la cittadina è in prima linea nel campo della trasformazione in energia verde di rifiuti organici (waste-to-energy).
A Devecser, il sindaco Tamás Toldi ha avviato un programma di recupero partendo dai 30 ettari di pioppi che impreziosiscono quelle aree e che forniscono legno per riscaldare le 87 case sorte 8 mesi dopo il disastro. E ne ha fatto un modello da imitare. Ogni estate, da tre anni a questa parte, una dozzina di operai riducono i pioppi per utilizzarli nella pacciamatura e nel foraggio. L'obiettivo è quello di usufruire di fonti di energia localmente disponibili.
"Per me è importante - dichiara Tamás - utilizzare una fonte pulita di energia per il riscaldamento in queste zone. In secondo luogo la mia preoccupazione è quella di utilizzare fonti localmente disponibili di energia. Non dobbiamo usare il gas naturale dal Caucaso, ma i pioppi o la pacciamatura, o – ancora – l'energia geotermica locale (che alimenta il terminal degli autobus)".
Quello della marea rossa di Ajka è il più grave disastro ambientale che abbia mai colpito l'Ungheria, nonché uno dei più gravi al mondo. La zona coinvolta dall'evento è stata di circa 40 chilometri quadrati, e l'ondata di alluminio pesante ha ucciso ogni forma di vita animale o vegetale.
Germana Carillo
Guarda la gallery del disastro due anni dopo:
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