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Smog pericoloso anche sotto i limiti Ue: aumenta il rischio infarto del 12%

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Lo studio, del Dipartimento di Epidemiologia del Lazio e della Città della Salute di Torino, ha preso a campione oltre 100mila persone residenti in 7 città di 5 diversi paesi dell’Ue. Per l’Italia sono state monitorate 14mila persone tra Roma e Torino, seguite per circa 12 anni.

Secondo l’analisi dei ricercatori ad un aumento di esposizione alle polveri sottili medio annuo di 10 µg/m3 (microgrammi per metro cubo) corrisponde un aumento del rischio d’infarto del 12%. Come sottolinea Giulia Cesaroni, una delle autrici della ricerca: “il nostro studio suggerisce un’associazione tra esposizione cronica al particolato e l’incidenza di eventi coronarici acuti, perfino a concentrazioni al di sotto dei limiti attuali europei”.

Quello che preoccupa è proprio il fatto che il rischio infarto aumenta anche se non vengono superati i limiti massimi consentiti di queste sostanze nell'atmosfera, tra l’altro chi vive abitualmente nelle città sa quanto spesso invece vengono addirittura superati.

La conclusione che una certa dose di inquinamento possa aumentare il rischio infarto è stata confermata anche tenendo conto di altre possibili influenze dovute a fattori esterni che potessero aumentare il rischio di attacchi cardiaci: fumo, attività fisica, corporatura, ecc.

Lo studio è stato pubblicato sul British Medical Journal

Francesca Biagioli

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