Oggi, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi è chiamato a rispondere sull'incidente in Commissione Ambiente alla Camera all'interrogazione degli onorevoli Realacci e Mariani e su quella analoga a prima firma dell'onorevole De Rosa sottoscritta da altri parlamentari Cinque Stelle.
Lo scorso dicembre, Realacci aveva già presentato un'interrogazione sul caso ai ministri dell'Ambiente e della Salute, "per sapere a che punto sia il monitoraggio dell'area in cui occorse l'incidente e quali siano le iniziative in atto per arrivare al completo recupero dei fusti tossici ed escludere definitivamente qualsiasi rischio per la salute dei cittadini e dell'ambiente e come si intenda assicurare alle autorità competenti le risorse necessarie alle operazioni di recupero".
40 le tonnellate di sostanze tossiche disperse sui fondali del Tirreno, a circa 20 miglia dalla costa di Livorno e nel bel mezzo del Santuario dei cetacei, una delle aree marine protette più importanti d'Europa. Le sostanze sono dei veri e proprio catalizzatori di ossidi di cobalto altamente infiammabili se asciutti ed è per questo che da subito Legambiente Arcipelago Toscano ha chiesto alle istituzioni un impegno forte per la ricerca e il recupero dei fusti. Fusti che, come spiega Realacci "potrebbero essersi inabissati fra l'isola di Gorgona e il banco di Santa Lucia".
L'interrogazione è volta anche a sapere se la compagnia Grimaldi Lines sia stata chiamata a concorrere al recupero dei fusti e a sostenerne i costi, se si intenda accertare l'esatta dinamica dell'incidente e se si intenda determinare il danno ambientale provocato dall'incidente stesso.
Una questione ancora largamente aperta, insomma. E intanto in fondo al mare giacciono delle bombe.
Germana Carillo
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