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Cani in ospedale: a Firenze possono far visita ai bambini, a patto che...

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"E' un lavoro impegnativo, dobbiamo stabilire regole soprattutto igieniche e comportamentali precise, ma è una sfida da vivere al massimo insieme ai medici, agli infermieri, al personale e alla direzione del Meyer che dimostrano – come sempre – una grande professionalità e attenzione alle necessità del bambino e delle famiglie", scrive Antropozoa, che con il Meyer collabora in maniera continuativa e costante da 12 anni con progetti e interventi che prevedono l'ausilio degli animali.

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I REQUISITI – Come anticipa Repubblica, il cane di famiglia deve avere alcuni requisiti fondamentali per poter entrare: non deve essere di indole nervosa o aggressiva, non deve abbaiare molto, deve avere più di 8 mesi, deve possedere un certificato che attesi le buone condizioni di salute e indichi il numero di microchip e le vaccinazioni fatte. Almeno 24 ore prima della visita, deve essere lavato con uno shampoo anti micotico. Subito prima di entrare va spazzolato per ridurre il rischio che possa perdere peli sul pavimento del reparto.

COME FUNZIONA – Non solo. Secondo le regole elaborate dal Comitato di controllo delle infezioni ospedaliere dall'azienda. Bisogna chiedere il permesso ad un medico individuato dall'azienda, un tutor, il quale deve valutare caso per caso se la visita può essere d'aiuto al paziente. La prima cosa che dovrà accertare è che la presenza dell'animale non infastidisca e non rechi alcun danno all'altro paziente ricoverato nella stessa stanza.

L'orario e il giorno della visita vengono concordati con il reparto, anche per evitare che il cane entri quando è in corso la pet therapy o che ci siano comunque attività durante le quali non si possono fare visite. Se, alla fine, arriva il via libera all'ingresso in ospedale, bisogna utilizzare un guinzaglio corto e avere a disposizione una museruola.

Con tutta probabilità, bisognerà anche seguire percorsi speciali e alternativi all'esterno della struttura. Solo una volta superato questo lungo iter, pieno di ostacoli e a prima vista difficilmente praticabile, il cane potrà entrare. Viene da chiedersi, lecitamente e senza alcun intento polemico, se le stesse feree regole igienico-comportamentali vengano applicate anche ai visitatori "umani".

Roberta Ragni

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