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Dalla curcuma una potenziale terapia per i tumori causati da HPV

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curcuma hpv

La curcuma, una spezia molto comune nella cucina indiana e asiatica ma sempre più presente anche sulle nostre tavole, può giocare un ruolo terapeutico nei tumori del cavo orale associati al papillomavirus umano, secondo una nuova ricerca.

Uno dei principali ingredienti attivi presenti nella curcuma, cioè un antiossidante chiamato curcumina, sembra avere un effetto di contrasto rispetto al papillomavirus umano (HPV). Il papillomavirus promuove lo sviluppo del cancro della cervice e del cavo orale. Al momento non esisterebbe una cura, ma secondo gli esperti la curcumina può offrire un mezzo di controllo per il futuro.

"La curcumina presenta proprietà antivirali e anticancro" ha affermato il dottor Alok Mishra, esperto della Emory University di Atlanta, negli Stati Uniti – "E secondo le nostre scoperte si può dire che sia benefica anche per preservare la salute del cavo orale".

Lo studio in questione è stato pubblicato sulla rivista scientifica Ecancer Medical Science dell'Istituto Europeo di Oncologia con il titolo di "Curcumin modulates cellular AP-1, NF-kB, and HPV16 E6 proteins in oral cancer".

Già nel 2005 il gruppo di ricercatori del dottor Mishra aveva osservato l'effetto della curcumina sulle cellule HPV e sul cancro alla cervice. La curcumina, con la sua azione antiossidante, rallenta l'espressione del virus HPV. Ciò suggerisce che la curcumina potrebbe controllare il grado di infezione da HPV.

"Dal momento che i casi di cancro del cavo orale correlati all'HPV sono in aumento, abbiamo testato la stessa ipotesi proprio su questo tipo di cancro. I risultati si sono rivelati molto interessanti" – ha spiegato il dottor Mishra.

I nuovi risultati potrebbero suggerire un ulteriore ruolo terapeutico per la curcumina nel controllo del cancro. L'esperto sostiene che l'impiego di curcuma e di altri antiossidanti può essere positivo in generale per la salute e in particolare per quanto riguarda i casi di cancro del cavo orale correlati all'HPV. Grazie alla curcumina i ricercatori metteranno a punto una terapia anticancro?

Marta Albè

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Carta di Milano per Expo 2015: il cibo come diritto per tutti, i 12 impegni fondamentali

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carta di milano diritto al cibo

Expo 2015. E' stata presentata oggi, 28 aprile, la Carta di Milano, un manifesto nato per garantire il diritto al cibo alle popolazioni di tutto il mondo, con una serie di impegni e di proposte per azioni puntuale volte ad arginare il problema della fame e della malnutrizione.

La Carta di Milano è un documento voluto dal Governo italiano come eredità di Expo 2015. Al centro troviamo il tema della sostenibilità alimentare, nella speranza che le iniziative proposte siano davvero realizzabili. Si tratta infatti di un documento molto discusso in partenza, già a partire dal tema centrale di Expo: "Nutrire il Pianeta".

Nelle scorse settimane si sono accesi i dibattiti sulla presenza di multinazionali come McDonald's e Coca Cola tra gli sponsor ufficiali di Expo 2015, manifestazione promossa come sostenibile soprattutto dal punto di vista dell'alimentazione.

Chissà se la Carta di Milano e soprattutto il suo rispetto potrà rappresentare un riscatto per Expo 2015. La Carta di Milano viene presentata come un documento che permetterà ai cittadini, proprio in occasione dell'Expo, di costruire e vincere la sfida del diritto al cibo sano, sicuro e nutriente per tutti. Il cibo viene presentato come diritto umano fondamentale. L'obiettivo è quello di garantire un accesso equo al cibo per tutti.

Ecco i punti e gli impegni fondamentali della Carta di Milano.

1) Diritto al cibo per tutti.
2) Lotta allo spreco e alle perdite alimentari.
3) Difesa del suolo agricolo e della biodiversità.
4) Tutela del reddito di contadini, allevatori e pescatori.
5) Investimento in educazione alimentare e ambientale a partire dall'infanzia.
6) Riconoscimento e valorizzazione del contributo delle donne nella produzione agricola e nella nutrizione.
7) Favorire l'accesso all'energia pulita.
8) Migliorare la gestione delle risorse idriche.
9) Promuovere il riciclo e il riutilizzo.
10) Adottare azioni di salvaguardia dell'ecosistema marino.
11) Proteggere il cibo da contraffazioni e frodi con legislazioni adeguate.
12) Contrastare il lavoro minorile e irregolare.

La Carta di Milano è un documento aperto che potrà essere sottoscritto a partire dal 1° maggio 2015 per sei mesi, in corrispondenza con la durata dell'Expo. Il prossimo ottobre avverrà la consegna ufficiale del testo, quando il segretario generale dell'ONU farà tappa a Milano. Il documento è rivolto sia ai cittadini che alle associazioni e alle imprese. Ecco allora che la Carta di Milano vuole diventare un manifesto collettivo per la sensibilizzazione globale sul ruolo del cibo e della nutrizione per una migliore qualità della vita. Tutti potranno sottoscrivere la carta, se lo vorranno.

A proposito di diritto al cibo, ecco un'infografica che ci fa riflettere sulla pessima distribuzione delle risorse alimentari nel mondo.

1) Morire per fame o per obesità? 805 milioni di persone nel mondo soffrono la fame, mentre 2,1 miliardi di persone sono obese o in sovrappeso.

2) Nutrire persone, animali o auto? Il 47% della produzione mondiale di cereali è destinato all'alimentazione umana, mentre il 40% è destinato all'alimentazione animale e alla produzione di biocarburanti.

3) Sprecare cibo o nutrire chi ha fame? 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sono sprecate ogni anno nel mondo, corrispondenti a 4 volte il fabbisogno di cibo necessario per nutrire gli 805 milioni di persone che soffrono la fame.

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Dunque 1 persona su 10 nel mondo non ha di che nutrirsi, mentre gli sprechi alimentari hanno raggiunto quantitativi esorbitanti. La Coldiretti accoglie con favore la Carta di Milano, nella speranza che possa contribuire a ridurre gli sprechi alimentari.

Secondo i dati comunicati da Coldiretti, le famiglie italiane si stanno già impegnando a ridurre gli sprechi alimentari. In Italia sei cittadini su dieci hanno diminuito o annullato gli sprechi domestici nel 2014, secondo una tendenza favorita dalla crisi, ma molto resta da fare con ogni italiano che ha comunque buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l'anno, secondo l'indagine Coldiretti/Ixe.

Tra chi ha tagliato gli sprechi, il 75% fa la spesa in modo più oculato, il 56% utilizzando gli avanzi nel pasto successivo, il 37% riducendo le quantità acquistate, il 34% guardando con più attenzione la data di scadenza e l'11 per cento donando in beneficenza. Ci aspettiamo una maggiore attenzione per la riduzione degli sprechi sia da parte dei cittadini che da parte delle aziende.

La Carta di Milano sarà efficace o rimarrà una promessa non mantenuta? Il Movimento Cinque Stelle non ha votato a favore della Carta di Milano.

"Expo 2015 è diventata 'la fiera delle meraviglie' solo sulla carta" – hanno spiegato i deputati 5stelle – "Questa esposizione dovrebbe invece avere come principali protagonisti coloro che lavorano la terra, che con le loro azioni difendono il pianeta producono cibi sani, lottano contro gli sprechi e contro il potere delle multinazionali. L'incoerenza sulla quale poggia questa carta dai mirabili intenti è sotto gli occhi di tutti: basta guardare alla struttura Expo, costruita cementificando ettari di terreno agricolo. Un evento dove sono presenti multinazionali quali McDonald's, Monsanto e Nestlé, emblemi di quel modello di agricoltura che crea fame e disuguaglianza nel mondo".

I deputati del Movimento Cinque Stelle hanno dunque votato una mozione in cui hanno chiesto l'impegno del Governo affinché Expo diventi principalmente lo spazio dei piccoli produttori agricoli, della agricoltura biologica, dell'Ogm free e della lotta ai fitofarmaci. Insomma di chi realmente nutre il Pianeta.

Marta Albè

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Dieta del gelato: perdere peso mangiandolo per una settimana

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Gelato

Dimagrire con il gelato si può. Si avvicina la prova costume e avete da smaltire chili di troppo? Bene, oltre a dare un occhio all'alimentazione è anche possibile non rinunciare al gelato. 

A proporlo è il nutrizionista Pietro Migliaccio, presidente della Società italiana dell'Alimentazione, che ha messo a punto una dieta con la quale è possibile scendere di due o tre chili in pochi giorni.

"Il gelato è troppo spesso criminalizzatodice Migliaccio – invece è un alimento dalle tante qualità, che anche psicologicamente aiuta ad affrontare meglio una dieta".

Purché non lo si aggiunga alla fine di un pasto, insomma, il gelato, mangiato nelle giuste quantità, si rivela amico della nostra linea. E il perché è presto detto: il gelato è fatto con latte, uova, zucchero, in aggiunta a ad altri alimenti dotati di un buon valore nutrizionale.

"Mangiando una coppa alla crema, per esempio, introduciamo proteine di alto valore biologico, grassi di qualità, glucidi a rapido assorbimento e a pronta disponibilità energetica come lattosio e saccarosio – spiega Pietro Migliaccio –. Buono è anche l'apporto di vitamine, A e B2, e di sali minerali, come calcio e fosforo. Se poi aggiungiamo un paio di cialde o un biscotto, che sono a base di cereali, la composizione nutrizionale del pasto si arricchisce di amido".

È ovvio che poi si deve prendere in considerazione il quantitativo espresso in calorie, che varia a seconda del gusto scelto da un minimo di 140 ogni 100 grammi di prodotto a un massimo di circa 300 calorie per ogni 100 grammi per gusti come cioccolato e nocciola. E, in ogni caso, seguire la dieta del gelato è possibile per non più di una settimana consecutiva (ma secondo l'esperto è consentito portare avanti questa alimentazione a settimane alternate) ed è sconsigliata a chi soffre di diabete.

Tutto chiaro allora? Per dimagrire è sufficiente farsi una pancia così di gelato per una settimana intera. Chi è diabetico non può farlo, per chi è obeso è del tutto inutile. Se dovete guadagnare giusto una misura e tenervi su il morale, sbizzarritevi pure. Per il resto, ricordatevi che niente è meglio di una regolare attività fisica e di una alimentazione equilibrata senza strafare (nemmeno col gelato).

Germana Carillo

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Sedentarietà, la malattia dei giorni nostri. Italia tra le 20 nazioni più "pigre"

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Pigrizia

Siete pigri? Allora siete malati! Proprio così: indolenza, malavoglia e svogliatezza equivalgono a una patologia coi fiocchi. E indovinate un po' qual è il Paese più sedentario al mondo? Ma certo, l'Italia! Che con 24 milioni di pigroni che non alzano un dito s'è beccata il privilegio di essere inclusa tra le 20 nazioni più pantofolaie del globo. 

E ciò sarebbe di poco conto se non fosse arrivato il monito dall'Oms secondo cui la mancanza di esercizio fisico è una delle cause principali di mortalità e sarebbe da associare anche a una maggior probabilità di malattie cardiovascolari, di diabete e di tumori.

Come fare allora per darci una mossa? Gli esperti ci vanno giù pesante: considerare la pigrizia una vera e propria patologia, tanto che l'Academy of Medical Royal Colleges inglese propone di coniare una nuova malattia, la "sindrome della morte da sedentarietà".

Rimedi? La stessa Organizzazione mondiale della Sanità e molte altre linee guida internazionali sostengono che siano necessarie almeno due ore e mezza di allenamento alla settimana per tenersi sani e in forma. Ma già solo parlare di 150 minuti di attività fisica in 7 giorni scoraggia molte persone, che preferiscono a quel punto non muovere nemmeno un passo.

Arrivano allora a fagiolo alcuni studi che osservano che per molti l'idea di dover arrivare a due ore e mezzo di esercizio in una settimana è scoraggiante: "Forse dovremmo focalizzarci di più su chi è del tutto inattivo per spronarlo a muoversi almeno un po', sottolineando i benefici che apporta una pur piccola "dose" di esercizio fisico — sottolineano gli autori —. Alcune ricerche indicano che anche con un'ora di attività moderata o vigorosa a settimana si ha una minima riduzione della mortalità. Non proponiamo una marcia indietro dalla quantità di moto raccomandata, ma per chi non ci arriva possiamo tentare traguardi intermedi".

Ok, perfetto, non bisogna stramazzare su un tapis roulant se non ce la si fa. Ma perché muoversi faccia davvero bene serve impegnarsi davvero e non soltanto camminare di tanto in tanto per dieci minuti. Quello su cui sono d'accordo gli esperti è che non ci vogliono "sconti" su durata e intensità degli allenamenti, a meno che non si abbiano problemi di salute che impongano di sottoporsi a poca fatica. La conferma arriva da una ricerca australiana appena pubblicata su JAMA Internal Medicine: un'attività fisica vigorosa riduce di molto il rischio di morte.

Qual è allora la giusta dose di esercizio fisico? Semplice, varia da persona a persona, considerandone in primo luogo età ed eventuali patologie. Resta comunque sempre vero che "costanza" è la parola chiave: né troppo né troppo poco ma, soprattutto, dedicarsi all'attività fisica in maniera regolare. Ecco un motivo in più per camminare e fare movimento per almeno una mezz'ora al giorno.

Germana Carillo

Il segreto per vivere a lungo? Non essere pigri e fare attivita' fisica

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Favismo: sintomi, rimedi e alimenti da evitare

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favismo fave

Tra gli ortaggi di stagione in primavera troviamo le fave. Vi avevamo già parlato dei numerosi benefici per la salute delle fave, che purtroppo non valgono per chi soffre di favismo

Il favismo è una malattia grave che richiede a chi ne soffre di evitare di consumare fave e non solo.

Favismo e allergia alle fave

Il favismo e l'allergia alle fave non sono la stessa cosa. Non bisogna confondere il favismo, che è una malattia, con l'allergia alle fave, che è invece un'allergia alimentare, che interessa circa il 3 per cento della popolazione italiana, con particolare riferimento all'età pediatrica. L'allergia alle fave è comunque piuttosto rara.

Cause del favismo

Il favismo è una patologia in cui è presente un difetto congenito in un enzima normalmente contenuto nei globuli rossi. Questo difetto enzimatico si trasmette per via ereditaria tramite il cromosoma X. Il favismo colpisce in forma grave i maschi, mentre le femmine sono portatrici sane e possono trasmettere il deficit genetico ai figli maschi o ammalarsi di forme lievi. Il favismo è una malattia diffusa soprattutto in Sardegna e Grecia, in Asia meridionale e in Africa. L'enzima coinvolto nel favismo è il glucosio-6-fosfato-deidrogenasi.

Nelle persone che soffrono di favismo si riscontra un deficit di questo enzima. I genitori affetti da favismo possono trasmettere la malattia ai figli, nei quali di solito però si presenta in forma più lieve. Il consumo di fave espone i G6PD-carenti al rischio di crisi emolitiche per via della presenza, all'interno dei semi, di sostanze ossidanti come divicina e convicina.

Sintomi del favismo

I sintomi del favismo, e la malattia vera e propria, compaiono dopo 12-24 ore dall'assunzione di fave fresche. Nei casi più gravi circa la metà dei globuli rossi viene distrutta. L'Associazione Italiana Favismo spiega che quando la malattia compare a breve distanza dall'assunzione di fave fresche (o di altri medicinali o alimenti implicati nel favismo) il soggetto colpito assume un colorito giallo intenso su fondo pallido. La cute e le mucose diventano molto pallide. Le urine diventano ipercolorate e possono comparire i segni di un collasso cardiocircolatorio.

I sintomi principali del favismo sono:

1) Improvvisa insorgenza di febbre e di ittero della cute e delle mucose.
2) Urine ipercolorate, giallo-arancione.
3) Pallore, debolezza, compromissione delle condizioni generali.
4) Respiro frequente, difficoltoso.
5) Polso rapido, debole, poco apprezzabile.

Come diagnosticare il favismo

La diagnosi del favismo avviene grazie ad un esame del sangue specifico che serve per determinare la presenza dell'enzima glucosio-6-fosfato-deidrogenasi nei globuli rossi. L'esame viene utilizzato sia per diagnosticare la malattia vera e propria sia per identificare i portatori sani di favismo.

Rimedi e alimenti da evitare

Al momento non esisterebbero rimedi e soluzioni vere e proprie per prevenire i sintomi del favismo, se non l'indicazione di evitare gli alimenti e i farmaci che scatenano la malattia. Chi presenta il deficit dell'enzima legato al favismo deve evitare di ingerire:

1) Fave
2) Piselli
3) Verbena Hybrida
4) Alcuni farmaci (come sulfamidici, salicilici, chinidina, menadione)
5) Lupini
6) Arachidi

Alcuni pazienti preferiscono evitare anche:

1) Tutti i legumi compresa la soia e i suoi derivati
2) Mirtilli
3) Vino rosso
4) Acqua tonica

Questi cibi e farmaci agiscono da fattori scatenanti del favismo inibendo l'attività dell'enzima glucosio-6-fosfato-deidrogenasi eritrocitaria e, purtroppo, impoverendo ulteriormente i globuli rossi che sono già carenti dell'enzima.

Sono da evitare anche Henné nero (Indigofera tinctoria), Henné rosso egiziano (Lawsonia inermis) ed altri coloranti affini, usati in Italia sia per tatuaggi temporanei sia per tingere i capelli.

Qui l'elenco completo dei farmaci da evitare in caso di favismo.

Quando il favismo porta alla crisi emolitica, l'unico rimedio è la trasfusione di sangue che deve essere effettuata al più presto. Il soggetto deve essere trasportato immediatamente in ospedale. Potrebbero essere necessarie più trasfusioni. Le trasfusioni sono fondamentali perché il favismo in fase acuta può provocare un'anemizzazione molto rapida. E' raccomandabile che i parenti del paziente ricoverato si sottopongano al test per identificare il favismo.

Marta Albè

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Lo street artist che segnala le buche ai ciclisti (e non solo) dipingendo...falli! (FOTO)

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C'è chi le segnala con dei tulipani, chi con dei lavori a maglia. Altri lo fanno con micro giardini o mosaici. Lui no. Lui ha trovato un altro modo ancora più provocatorio per combattere la piaga delle pericolose buche dell'asfalto e sensibilizzare le amministrazioni a intervenire. E' un'artista inglese, che ha intrapreso la sua crociata per liberarsi delle strade dissestate dipingendo immagine falliche per renderle evidenti.

L'idea è nata dopo che alcuni dei suoi amici ciclisti sono rimasti gravemente feriti. Il writer anonimo si è dato il nome di "Wanksy", pseudonimo ispirato chiaramente dal famoso street artist Banksy. 

"Volevo attirare l'attenzione sulla buca e renderla memorabile. Nulla sembrava meglio di un gigante e comico fallo - ha detto. Ed è anche veloce, visto che non voglio stare in mezzo a una strada per molto tempo. Ora sembra essere diventata la mia tag. Voglio solo far sorridere e richiamare l'attenzione sul problema".

E il suo programma, portato avanti con vernici non permanenti, ma che anzi si lavano via entro una settimana o due, sta avendo molto successo. Almeno in termini di efficacia: pare le buche segnalate con i suoi disegni fallici vengano rimosse in modo più rapido, spesso anche solo entro 48 ore dalla sua opera.

Wanksy si è guadagnato molti fan con questa sua idea. Il governo locale, tuttavia, non è affatto divertito. Un portavoce del consiglio comunale ha definito le sue azioni stupide, vandaliche, controproducenti e offensive per i residenti locali. Ma si sa, non tutti sono pronti ad apprezzare l'arte...

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E voi che ne pensate? Non sono forse più vandaliche tutte queste pericolose buche che minano la sicurezza di ciclisti, pedoni e centauri, di un pene disegnato sull'asfalto? Per sua fortuna Wanksy si trova in Inghilterra. Se fosse stato in molte città italiane avrebbe finito tutte le bombolette da un bel pezzo...

Roberta Ragni

Photo Credit Wanksy - Road Artist/Facebook

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Lattuga rossa, un potente elisir di giovinezza

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lattuga rossa antiossidanti

La lattuga rossa come elisir di giovinezza per la lotta ai radicali liberi. Secondo gli esperti il colore della lattuga determina la rapidità del suo effetto antiossidante. Dunque, più la lattuga è rossa, più velocemente contrasta l'effetto dei radicali liberi.

Lo studio in questione è stato pubblicato di recente sulla rivista scientifica Journal of Agricultural and Food Chemistry con il titolo di "Phenolic composition and related antioxidant properties in differently coloured lettuces: a study by Electron Paramagnetic Resonance (Epr) kinetics".

La ricerca è stata coordinata dagli esperti dell'Università di Pisa. I radicali liberi sono gli agenti responsabili dell'invecchiamento e del danno cellulare che determina l'insorgere di numerose malattie. Possiamo prevenire l'invecchiamento grazie ad un'alimentazione basata su cibi ricchi di antiossidanti, proprio come la lattuga rossa.

Si tratta di quanto emerge dallo studio condotto dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell'Università di Pisa, svolto in collaborazione con il Dipartimento di Biologia Vegetale e Ecologia dell'Università dei Paesi Baschi e il laboratorio di Spettroscopia EPR-ENDOR NMR del CNR di Pisa.

"La lattuga è ricca di composti che presentano attività antiradicalica come i fenoli, tra i quali troviamo le antocianine, e vitamine come la A e la C" - ha spiegato la professoressa Annamaria Ranieri dell'Ateneo pisano che ha coordinato la ricerca – "tuttavia, come abbiamo dimostrato più la pigmentazione è rossa e più aumenta la presenza di antiossidanti caratterizzati da un'alta velocità di reazione nei confronti dei radicali liberi, con il risultato che l'attività antiossidante totale risulta maggiore nella lattuga a foglia rossa rispetto a quella verde-rossa e verde".

Dunque se siamo alla ricerca di un'alimentazione più ricca di antiossidanti forse dovremmo dare la nostra preferenza alla lattuga a foglia rossa piuttosto che alla lattuga a foglia verde, perché gli effetti anti-invecchiamento della lattuga rossa risultano maggiori.

Lo studio ha analizzato 3 varietà differenti di lattuga:

1) La lattuga "Batavia", dal colore verde.
2) La lattuga "Marvel of Four Seasons", verde-rossa.
3) La lattuga "Oak Leaf", a foglia rossa.

Gli esperti hanno utilizzato tecniche di Electron Spin Resonance (EPR) e per la prima volta hanno dimostrato la relazione fra il comportamento cinetico degli estratti di lattuga, differentemente pigmentata, e la relativa composizione in metaboliti antiossidanti.

lattughe antiossidanti

fonte foto: pubs.acs.org

"Ma attenzione" – ha concluso Annamaria Ranieri – "la diversa velocità nell'azione di contrasto dei radicali liberi non significa che alcuni antiossidanti siano preferibili ad altri e infatti, a seconda della loro solubilità nella matrice organica e alla diversa capacità detossificante, gli antiossidanti veloci, come le cianidine, sono capaci di reagire rapidamente con i radicali proteggendo le cellule dall'ossidazione, mentre quelli ad azione lenta, come i carotenoidi, possono avere un'azione più prolungata nel tempo a livello del nostro organismo".

Dunque per quanto riguarda i cibi dalle proprietà antiossidanti da inserire nella nostra alimentazione non dimentichiamo la varietà. Tra la frutta e gli ortaggi che contengono antiossidanti troviamo peperoni, pomodori, carote, uva, mirtilli, lamponi, fragole e altri frutti di bosco. Qui l'elenco degli antiossidanti e delle loro fonti.

Marta Albè

Fonte foto: bodyenlightenment.me

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Papa Francesco in prima linea contro i cambiamenti climatici per difendere il Creato

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Agire presto per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. A parlarne questa mattina sono stati Papa Francesco e il Segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon. Quest'ultimo ha confermato che l'enciclica sull'ambiente è già pronta e verrà pubblicata a giugno.

Com'è già stato annunciato, l'enciclica sarà dedicata al Creato inteso come dono e alla sua custodia. Un argomento già affrontato dall'attuale Papa in varie occasioni. Il documento è in fase di traduzione in varie lingue.

Il papa e Ban Ki-moon si sono incontrati in occasione del convegno sul cambiamento climatico “Protect the Earth, Dignify Humanity: The Moral Dimensions of Climate Change and Sustainable Development”, convocato dalla Santa Sede alla presenza di leader mondiali, esperti climatici e rappresentanti religiosi.

Durante il loro incontro di questa mattina prima della conferenza, Bergoglio e Ban Ki-moon hanno avuto un ampio dibattito sul tema del cambiamento climatico. Il segretario dell'Onu ha ringraziato il Papa per aver accettato di rivolgersi all'Assemblea delle Nazioni Unite il prossimo 25 settembre, esprimendo l'attesa per il discorso che dovrà rivolgere ai grandi della Terra in quella occasione ma soprattutto per la prossima enciclica.

La risposta che daremo al cambiamento climatico rappresenta la cartina di tornasole della nostra umanità. Sosteniamo con convinzione l’impegno di Papa Francesco per costruire un movimento globale interreligioso per la lotta al cambiamento climatico e la protezione delle persone più vulnerabili. Ci auguriamo che gli accordi presi alla conferenza aiuteranno ad aumentare la pressione sui governi per raggiungere impegni significativi alla COP21 di Parigi quest’anno e contribuire a definire percorsi di sviluppo a bassa emissione di carbonio”, ha detto la direttrice di Oxfam International Winnie Byanima.

Cresce dunque l'attesa per il documento, che arriverà sei mesi prima della Conferenza sul clima di Parigi a dicembre. Un appuntamento atteso, quest'ultimo, durante il quale si dovrà decidere come gestire l'urgenza del problema del riscaldamento globale e come contenere l'aumento globale delle temperature entro i 2° C al 2050.

{youtube}7ShdRANZ5lE{/youtube}

Anche Greenpeace con una lettera aperta si è rivolta a Papa Francesco oggi, ringraziandolo per le iniziative che sta prendendo “a difesa del clima globale, assunte anche in vista dell’annunciata Enciclica”.

Nella lettera, Giuseppe Onufrio, Direttore esecutivo di Greenpeace Italia, ha ricordato che in occasione del Vertice Onu sui cambiamenti climatici lo scorso settembre, il Summit interreligioso ha presentato una dichiarazione comune di responsabilità volta alla riduzione delle emissioni di gas serra.

papafrancescoclima

Allo stesso tempo, i rappresentanti dei gruppi religiosi hanno chiesto ai governi di assicurare l’accesso per tutti alle fonti di energia rinnovabile e l'eliminazione dei combustibili fossili entro il 2050. Si tratta di una visione di lungo termine chiara e condivisa, che rappresenta anche un’importante indicazione – per governi, industrie e finanza – su dove dirigere i propri investimenti. La completa eliminazione dei combustibili fossili entro il 2050, infatti, è un obiettivo realizzabile e imprescindibile se si vuole contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi (meglio ancora 1,5) e impedire le conseguenze più estreme dei cambiamenti climatici”.

Purtroppo, fa notare Greenpeace, “i governi mostrano poca saggezza in questo campo e grandi interessi industriali sono ancora legati a queste fonti di energia, distruttive per l’ambiente, per il clima e oggetto di sanguinosi conflitti.” Da qui la richiesta la Papa da parte dell'associazione: “Rivolgere un appello a tutti i governi e ai leader dell’industria perché s’impegnino concretamente nella direzione del contrasto al riscaldamento globale, per un sistema energetico basato al cento per cento sulle fonti rinnovabili, che sia accessibile a tutte le persone nel Pianeta”.

Un messaggio chiaro, già lanciato dal Papa durante la messa di inaugurazione del suo pontificato, quando rivolgendosi ai potenti, ha chiesto loro di rispettare l'ambiente e l'intero creato.

Per leggere la versione integrale della lettera rivolta a Papa Francesco, clicca qui

Francesca Mancuso

Foto: Twitter

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Una mappa della street art a Roma: le strade diventano un museo (FOTO e VIDEO)

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street artist roma

Non solo chiese e rovine romane. Se cambia prospettiva, anche le strade di Roma sono un nuovo museo. Gratuito, insolito e aperto a tutti. Per visitarlo è nata la prima mappa della street art, una agevole cartolina che verrà distribuita in 50mila copie in tutti i Punti turistici informativi della Capitale.

Il nuovo percorso turistico include ben 13 dei 15 municipi della Capitale e tocca 30 quartieri, da quelli storici e centrali come Testaccio a quelli periferici come San Basilio e Tor Bella Monaca. Sono circa 150 le strade interessate e oltre 330 le opere realizzate negli anni.

Solo nei mesi di gennaio e febbraio sono stati realizzati 40 muri grazie al Bando "Roma Creativa" indetto dall'Assessorato alla Cultura e al Turismo. Nella mappa sono state inserite le opere principali e le indicazioni dei principali quartieri interessati.

 

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Photo Credit Francesca De Matteis

 

Roma, Capitale dell'archeologia dunque, ma anche dell'arte contemporanea e urbana, al pari delle grandi metropoli mondiali come Londra, Parigi, New York, San Paolo del Brasile.

street art

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Sicuramente prima città italiana per numero di opere e afflusso di artisti internazionali come Clemens Behr, Herbert Baglione, MOMO, ma anche italiani e soprattutto romani, come Hitnes, Alice Pasquini, Sten Lex, Agostino Iacurci, Jerico. Alla mappa si affiancheranno vari strumenti di fruizione, come un'App di facile consultazione e un aggiornamento costante delle nuove opere, oltre a una mappatura sul Google Cultural Institute.

street art roma

 

 

"Possiamo dire che davvero questa città è un'opera d'arte completa. È la capitale della Storia, dell'archeologia, ma è sempre di più proiettata nel futuro come capitale dell'arte contemporanea. Oggi, con questa mappa, annunciamo in realtà la nascita del 25imo museo civico di Roma, il nono gratuito"ha dichiarato l'assessore alla Cultura e al Turismo Giovanna Marinelli. "Abbiamo scelto uno slogan significativo: cambia prospettiva, la strada è il tuo nuovo museo. Proprio perché l'obiettivo di questa mappa è quello di mostrare Roma da un altro punto di vista, non archeologico, ma rivolto all'arte contemporanea e urbana".

 

Un nuovo tour per i turisti, che vedranno la capitale da un'altra prospettiva. Ma anche per tanti romani che scopriranno così la bellezza e l'arte nel proprio quartiere.

 

{youtube}8VjsrkIKXAw{/youtube}

Roberta Ragni

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Play metro: le scale della metro di Roma diventano un pianoforte (VIDEO)

10 citta' italiane da visitare per il ponte del primo maggio

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città italiane primo maggio

Si avvicina il ponte del Primo Maggio, con tre giorni da dedicare alla scoperta delle bellezze artistiche e culturali delle città italiane e agli eventi musicali organizzati in diverse località della penisola. 

Il weekend lungo può essere una buona occasione per visitare una città d'arte o il vostro capoluogo di regione, senza dimenticare le bellezze artistiche e naturalistiche e le mostre che potrete trovare nei dintorni. Ecco le città da visitare per il ponte del primo maggio.

1) Roma

Quest'anno il classico concerto del primo maggio in Piazza San Giovanni arriva alla 25esima edizione. Nel cast del concerto del primo maggio 2015 troverete i Bluvertigo, Levante, Noemi, Irene Grandi, Paola Turci, Almamegretta, J-Ax, Enrico Ruggeri e tanti altri nomi della musica italiana. Oltre a dedicarvi al noto appuntamento musicale, potrete approfittare del ponte del primo maggio per scoprire le bellezze artistiche e culturali di Roma. Sarete facilitati dalla nuova Mappa della Street Art della capitale: le strade di Roma diventano un museo.

Leggi anche: Una Mappa della Street Art a Roma: le strade diventano un museo

primo maggio 1 roma

fonte foto: autoservizisalemi.it

2) Milano

A Milano il 1° maggio è la data fatidica di apertura di Expo 2015, la manifestazione dedicata al tema "Nutrire il Pianeta – Energie per la vita" attorno a cui da mesi ruotano numerose polemiche in merito alla sostenibilità, alla cementificazione e alla realizzazione effettiva dei progetti previsti. Milano spera che Expo attiri turisti e visitatori dall'Italia e dal mondo. Potreste visitare Expo per la curiosità di toccare con mano e di vedere con i vostri occhi "come è andata a finire". In ogni caso Milano offre sempre numerosi appuntamenti legati all'arte e alla cultura, tra cui una mostra fotografica che racchiude 60 anni di vita del capoluogo lombardo. La potrete visitare fino al 22 maggio. Si tratta della mostra "Milano 1955 – 2015. Sessant'anni di fotografie" ospitata presso la Cavallerizza di Milano.

primo maggio 2 milano

fonte foto: deviantart.net

3) Taranto

Dopo il successo delle edizioni precedenti, a Taranto torna il "concertine del primo maggio". Un concerto "alternativo" che vedrà tra gli ospiti Caparezza, i Marlene Kuntz e Nina Zilli. Un appuntamento con la musica che si aggiunge al classico concerto del primo maggio romano. Nella città dell'Ilva il concerto del primo maggio è organizzato da associazioni e cittadini che si battono contro l'inquinamento e per un futuro diverso. Ecco il tema di quest'anno: "Legalità, quale giustizia?". Così il ponte del primo maggio diventa un'occasione per scoprire sia la città di Taranto con la sua musica, senza dimenticare i panorami naturali che la circondano.

primo maggio 3 taranto

fonte foto: wikimedia.org

4) Agrigento

Il FAI in occasione della Festa del Primo Maggio, organizza una rivitalizzante scampagnata primaverile nel Giardino della Kolymbethra. Si potrà passeggiare nella Valle dei Templi di Agrigento fino ad arrivare al Giardino dove si potrà gustare un pranzo rustico tra gli antichi aranci. A partire dal Tempio dei Dioscuri, le guide del FAI accompagneranno i visitatori lungo un suggestivo itinerario tra le antiche sorgenti di Akragas (Acquedotti Feaci), fino a raggiungere il vicino e sconosciuto Tempio di Vulcano. Qui tutte le info.

primo maggio 4 agrigento

fonte foto: artslife.com

5) Venezia

Se non siete mai stati a Venezia, il ponte del primo maggio potrebbe essere l'occasione per scoprire le bellezze artistiche e culturali di questa città. Chi ama l'arte e le mostre potrà visitare l'esposizione dedicata alle opere di Henri Rousseau, "Il candore arcaico", che sarò ospitata presso il Palazzo Ducale di Piazza San Marco.

primo maggio 5 venezia

fonte foto: milliwall.com

6) Genova

Approfittate del ponte del primo maggio per visitare il centro storico di Genova e inserite nel vostro itinerario una gita all'abbazia di San Fruttuoso di Camogli, un bene artistico e culturale restaurato dal FAI. Si tratta di un luogo unico, di un gioiello incastonato sul mare, dove l'opera dell'uomo ha trovato la perfetta fusione con l'opera della natura. A Genova potrete visitare le mostre ospitate dal Palazzo Ducale.

primo maggio 6 genova

fonte foto: travelblog.it

7) Bologna

Chi ama la musica troverà un appuntamento con il concerto del primo maggio anche a Bologna. La manifestazione musicale sarà ospitata in Piazza Maggiore. Agli spazi musicali si alterneranno momenti dedicati al tema del lavoro. Non bisogna infatti dimenticare le vittime del lavoro, con particolare riferimento all'amianto, dato che a causa del mesotelioma nella sola Emilia Romagna fino al 2012 si sono contati 2281 decessi accertati.

primo maggio 7 bologna

fonte foto: paradiseintheworld.com

8) Torino

Per il ponte del primo maggio potrete decidere di organizzare una gita a Torino che comprenda anche una tappa in provincia, al Castello di Masino (Caravino). Presso il parco secolare del castello dall'1 al 3 maggio si svolgerà la XXIV edizione della mostra-mercato di fiori e piante insolite, attrezzi e arredi per il giardino. Potrete assistere alla fioritura del "Giardino delle Nuvole" - composto da circa 7000 piante di candide Spireae Van Houttey donate al FAI da Fondazione Zegna e messe a dimora nove anni fa su progetto di Paolo Pejrone - e dalla visita al settecentesco labirinto di carpini, situato alla fine dell'antico viale di accesso. Qui tutte le info e il programma.

primo maggio 8 torino

fonte foto: turismotorino.org

9) Firenze

Musei gratis a Firenze e aperture continuate nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio. A Firenze in occasione della Notte Bianca, aperti anche di sera, e gratis, i musei civici, giovedì 30 aprile. Il museo di Palazzo Vecchio effettuerà l'apertura continuata dalle 9 del 30 aprile alle 6 del primo maggio. L'ingresso è gratuito dalle 18 in tutti i settori, compresa Sala d'Arme. Il Museo Novecento sarà aperto dalle 9 alle 6 del primo maggio e l'ingresso è gratuito dalle 18. Per Santa Maria Novella apertura dalle 19 alle 24 con ingresso gratuito. Resteranno invece chiusi il primo maggio gli Uffizi.

primo maggio 9 firenze

fonte foto: ontheedgeofffocus.com

10) Carrara

Il concertone del primo maggio di Carrara quest'anno si svolgerà in un luogo insolito e suggestivo: la Cava Michelangelo. Carrara sarà il cuore dell'appuntamento toscano della festa dei lavoratori, con la partecipazione degli artisti del Club Tenco, canti anarchici e liberatori. Il concerto del primo maggio di Carrara è a ingresso libero, ma data la location particolare occorre la prenotazione al numero 0585-848311. Dopo la vostra tappa a Carrara potrete approfittare del ponte del primo maggio per visitare altre località tipiche della Toscana.

carrara

fonte foto: marbleweeks.it

Marta Albè

Fonte foto copertina: miriadna.com

Leggi anche:

Primo maggio: pranzo vegano al sacco o menù vegan a tavola?

TTIP: i 12 rischi dell'accordo commerciale UE-USA (petizione)

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ttip trattato transatlantico

TTIP, quali sono i rischi e i pericoli che si nascondono dietro l'accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea? L'Italia e l'Europa negli ultimi mesi si sono mobilitate, grazie ad associaizoni e cittadini, per fermare il trattato transatlantico UE-USA con manifestazioni di piazza e tweet bombing

Ci chiediamo quali saranno le conseguenze dell'accordo per l'agricoltura, l'allevamento e i cittadini. Via libera ad OGM, pesticidi tossici in agricoltura e antibiotici negli allevamenti?

1) Etichettatura OGM

Con la semplificazione degli scambi commerciali tra Unione Europea e Stati Uniti temiamo che la questione etichettatura OGM possa interessare anche noi comuni consumatori del vecchio continente, se dei prodotti Made in Usa dovessero arrivare nei nostri supermercati. Senza indicazioni precise chi potrà tutelarci dalla presenza di ingredienti OGM che non vorremmo portare sulle nostre tavole? Il rischio è che nei nostri supermercati arrivino cibi e prodotti con ingredienti OGM senza alcuna indicazione in etichetta per la tutela dei consumatori.

Leggi anche: Come le multinazionali stanno ostacolando l'introduzione dell'etichettatura OGM

2) 17 nuovi alimenti OGM in Europa

Nel silenzio, secondo quanto riportato da The Guardian, l'Europa starebbe per autorizzare l'introduzione per la vendita sul proprio territorio di 17 nuovi prodotti geneticamente modificati (Greenpeace parla di 19 prodotti Ogm) entro la fine di maggio, con l'obiettivo di accelerare il commercio biotech. Entro il prossimo mese i commissari UE dovrebbero rivedere l'adozione delle nuove regole per le importazioni di prodotti OGM. Attualmente l'Europa importa 58 prodotti geneticamente modificati provenienti dall'estero con particolare riferimento al mais OGM coltivato negli Usa. Tra i 17 nuovi prodotti vi sarebbero sia mangimi che alimenti per il consumo umano. L'Europa starebbe spalancando le porte ai nuovi OGM solo per compiacere le aziende biotech statunitensi, senza tenere conto delle esigenze e dei diritti dei cittadini.

Leggi anche: Ogm e Ttip: l'UE apre la strada a 17 nuovi alimenti geneticamente modificati

3) Biologico

I prodotti certificati in arrivo dagli Usa saranno davvero bio? Ci si chiede a che tipo di prodotti biologici ci troveremo davanti se tutto tenderà ad uniformarsi secondo gli standard statunitensi. In realtà Europa e Stati Uniti hanno stretto un accordo per gli scambi commerciali di prodotti biologici già nel 2012, in cui si afferma che i prodotti biologici certificati nell'Ue o negli Stati Uniti possono essere venduti come prodotti biologici nei rispettivi territori. Il riconoscimento dell'equivalenza tra il Regolamento comunitario n. 834/2007 ed il Regolamento NOP dell'USDA è stato raggiunto nonostante le "leggere differenze" tra i due sistemi di certificazione. Già nel 2012, le due parti sono giunte separatamente alla conclusione che, tranne per il divieto in materia di uso degli antibiotici, i loro programmi sono equivalenti. Il problema riguarderebbe dunque soprattutto i prodotti biologici da allevamento provenienti dagli Usa e alcuni prodotti agricoli d'Oltreocenao. I regolamenti dello US Department of Agriculture (USDA) - secondo quanto comunicato dalla Commissione Europea - per la produzione biologica vietano l'uso di antibiotici, tranne per contrastare infezioni batteriche invasive (come il colpo di fuoco) in meleti e pereti biologici. I regolamenti dell'Unione Europea invece permettono l'uso di antibiotici soltanto per trattare animali infetti.

Leggi anche: Biologico: storico accordo tra USA e UE per la commercializzazione dei prodotti

4) Clonazione animale

Tra i temi in discussione presso la Commissione Europea e la Commissione per l'agricoltura e l'ambiente negli ultimi mesi troviamo la clonazione animale per fini agricoli. I dibattiti riguardano questioni scientifiche, etica e diritti dei consumatori. Il TTIP potrebbe aprire la strada alla clonazione animale per fini agricoli? Quali saranno le conseguenze per il commercio e per i consumatori?

Leggi anche: TTIP: in arrivo la clonazione animale per fini agricoli?

5) Pesticidi tossici

Ci si chiede se l'accordo commerciale transatlantico tra Europa e Stati Uniti possa condurre a una maggior introduzione di pesticidi tossici e dannosi sul nostro territorio. Si teme che gli standard di protezione dai pesticidi tossici possano abbassarsi. L'industria dei pesticidi statunitense ed europea starebbe per utilizzare i negoziati in corso proprio per ridurre gli standard legati ad ambiente e salute al fine di incrementare gli scambi commerciali di pesticidi tossici. Questi prodotti verrebbero usati nei nostri campi per le coltivazioni agricole? E nei supermercati potranno forse arrivare prodotti coltivati negli Usa e trattati con pesticidi non ammessi in Europa?

Leggi anche: TTIP: via libera ai pesticidi tossici con l'accordo commerciale UE-USA?

6) Antibiotici negli allevamenti

Rischi e timori per quanto riguarda il TTIP spaziano soprattutto dall'agricoltura all'allevamento. Si parla da qualche tempo di polli allevati con antibiotici e decontaminati con candeggina che potrebbero arrivare nei supermercati e sulle tavole europee. Ci si chiede soprattutto come affrontare il problema degli antibiotici promotori della crescita regolarmente utilizzati negli allevamenti di polli statunitensi, ma vietati in Europa. Senza contare che l'impiego massiccio di antibiotici negli allevamenti sta portando allo sviluppo di batteri super resistenti in grado di mettere in pericolo la salute umana.

Leggi anche: Batteri resistenti agli antibiotici? Nascono negli allevamenti

7) Fracking

Secondo Aiab, l'Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologia, il fracking, già bandito in Francia per rischi ambientali, potrebbe diventare una pratica tutelata dal diritto. Le compagnie estrattive interessate a operare in questo settore potrebbero chiedere risarcimenti agli Stati che ne impediscono l'utilizzo. In questo modo si violerebbe il principio di precauzione sancito dall'Unione Europea, incentivando iniziative economiche che mettono in pericolo la salute umana, animale e vegetale, nonché la protezione dell'ambiente.

8) Acqua ed energia

Acqua ed energia vengono considerati come settori a rischio di privatizzazione. Addio alle campagne a favore dell'acqua come bene comune? Si teme in particolare che tutti i beni comuni, dall'acqua all'energia fino ai trasporti pubblici, si trasformino da diritti per tutti a business delle grandi imprese, con una forte spinta verso la privatizzazione e un accesso condizionato dalla disponibilità economica dell'utente. Per maggiori informazioni consultate il sito web Stop TTIP Italia

9) Privacy e democrazia

Secondo Aiab, privacy e democrazia sono a rischio. I giganti della rete cercherebbero di indebolire le normative europee di protezione dei dati personali per ridurli al livello quasi inesistente degli Stati Uniti, autorizzando in questo modo un accesso incontrastato alla privacy dei cittadini da parte delle imprese private. Per quanto riguarda la democrazia, il trattato impedirebbe qualsiasi possibilità di scelta autonoma degli Stati in campo economico, sociale, ambientale, provocando la più completa esautorazione di ogni intervento da parte degli enti locali.

10) Investimenti internazionali

Re:Common ha da poco presentato il rapporto "Accordi Internazionali sugli Investimenti al Vaglio – Trattati bilaterali in materia di investimenti, politica dell'UE sugli investimenti e sviluppo internazionale". Il rapporto è stato scritto da Thomas Fritz di PowerShift, Germania. Il rapporto sottolinea che i meccanismi di risoluzione delle dispute tra investitori e Stati sono di fatto una perversa privatizzazione del diritto tramite la legge. Tali corti arbitrali producono un trasferimento di competenza da un sistema giudiziario e legislativo nazionale ad arbitri privati non eletti o nominati in maniera trasparente. Le implicazioni sono enormi poiché il diritto a legiferare e regolamentare degli Stati sovrani viene minato alla base. Gli Stati infatti potranno rendere più stringenti le proprie legislazioni solo se pagheranno gli indennizzi agli investitori. Qui maggiori informazioni.

11) Imitazioni del cibo italiano

Negli Stati Uniti si trovano in vendita vere e proprie imitazioni del cibo italiano. Si tratta di prodotti che non hanno nulla a che vedere con il cibo che prepariamo in casa in Italia o con ciò che troviamo in vendita nei nostro supermercati o nei nostri negozi di alimentari. Le imitazioni dei prodotti Made in Italy arriveranno anche in Italia?

12) Sicurezza dei farmaci

Il Reach (Regulation on Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals, entrato in vigore il 1° giugno 2007 con lo scopo di regolamentare il mercato dei prodotti chimici nella Ue) ha consentito ai cittadini di tutelarsi dall'invasione di prodotti farmaceutici che per le autorità europee sono potenzialmente nocivi per la salute umana e animale. Grazie al Ttip potrebbe nascere la possibilità per le imprese, qualora volessero contestare una regolamentazione statale o comunitaria troppo stringente, di rivolgersi ad un organismo arbitrale terzo dotandosi così di un potente mezzo per il contrasto di politiche e leggi democraticamente adottate ma divergenti dalle loro strategie aziendali.

Firma qui la petizione per dire stop al TTIP.

Marta Albè

Leggi anche:

OGM, antibiotici e falsi cibi: l'agroalimentare Usa invaderà le tavole italiane?

 

Primo maggio 2015: menù vegan per il pranzo al sacco o a tavola con gli amici

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primo-maggio-vegano

La tradizione vuole che il primo maggio - giorno dedicato alla festa dei lavoratori – si festeggi all’aria aperta, nei prati, possibilmente con un pic-nic, approfittando della bella stagione appena iniziata, che ravviva i colori, scalda l’aria e diffonde inebrianti profumi floreali.  Purtroppo non sempre è così. Spesso questa giornata è accompagnata da antipatiche nuvole nere, talvolta addirittura da piogge, che impediscono naturalmente qualsiasi scampagnata fuori porta.

Ma noi di greenMe.it, lungimiranti e previdenti, abbiamo considerato anche questa malaugurata ipotesi! Perciò, abbiamo pensato a due menu alternativi: uno per un pic-nic vegano ecosostenibile, l’altro per un pranzo vegano e biologico, da gustare a casa con tranquillità.

PIC-PIC VEGANO

Per chi decide di fare una bella scampagnata e ha bisogno di preparare un pranzo al sacco, facile da impacchettare e portare con sé, abbiamo pensato ad un menu semplice, gustoso e sicuramente green!

Menù Vegano al sacco:

1) Torta rustica di zucchine, pieselli e asparagi;

2) Tortino di riso e fave

3) Carciofi ripieni di prezzemolo, menta e tofu

4) Torta al limone e zenzero

Torta rustica di zucchine, piselli e asparagi

torta_cotta

Ingredienti:

2 zucchine
200 g di piselli
200 g di asparagi
2 cucchiai di latte di soia
100 di margarina vegetale non idrogenata
150 g di farina 00
sale
spezie ed erbette da aggiungere secondo i gusti
 

Guarda la foto sequenza!

 
1_tritato_di_verdure 2_mettete_olio_in_padella

 

3_tagliare_cipolla versare_cipolla

                                     

aggiungere_verdure_tagliate aggiungere_vino_bianco

                   taglia_100g_margarina aggiungere_latte_soia_e_impastare

 

impastare stendere_la_pasta_su_carta

                                                                                                                                

       .

mattarellomettere_la_pasta_teglia

      
                                                                                                   

frullare_tuttoversare_nella_teglia_ilcomposto

 

distribuire_composto_uniformementeripiegare_bordi

Infine, sfornate, decorate a piacere e mettetela in un contenitore, magari facendo prima le porzioni.


Tortino di riso e fave

tortino_di_riso

Ingredienti

400 g di riso per risotti
200 g di fave
50 g di mandorle bianche tritate
sale
timo
5 cucchiai di maizena
5 cucchiai di besciamella vegana
pan grattato

Preriscaldate il forno a 180 gradi. Nel frattempo fate cuocere il riso per circa quindici-venti minuti e, a parte, fate bollire le fave, in abbondante acqua salata, fino a quando non saranno belle morbide.
  Poi scolatele, mettetele in una terrina e frullatele fino ad ottenere una crema morbida ed omogenea; a questo punto aggiungete del timo, le mandorle bianche polverizzate, cinque cucchiai di maizena setacciata (per non formare grumi), cinque cucchiai di besciamella vegana* e mescolate bene per amalgamare il tutto.

Raggiunta la cottura del riso, assicuratevi che sia ben asciutto e tirato, e versatelo nella terrina contenente la crema di fave. Mescolate bene, poi rivestite una teglia da forno con dell’olio, spolverate con del pangrattato e versateci il composto di riso e fave.
Coprite con un sottile strato di pangrattato, colate un filo d’olio sulla superficie e infornate per circa mezz’ora.  
Il vostro tortino vegano è pronto! Non resta che lasciarlo freddare e infagottarlo per portarlo con voi.

 

*Besciamella vegana: ecco come si prepara
Fate sciogliere 200 g di margarina (raccomandiamo di prendere esclusivamente quella non idrogenata) in un pentolino a fuoco basso; una volta sciolta completamente spegnete e versate a poco a poco – usando un setaccio per evitare la formazione di grumi - sette cucchiai di farina, aggiungete un pizzico di noce moscata, un po' di sale e un po’ di pepe.
Con una frusta, mescolate bene per evitare che si formino grumi e rimettete sul fornello, a fuoco basso, fino a quando la besciamella non avrà ottenuto una discreta densità.


Carciofi ripieni di prezzemolo, menta e tofu

carciofi_riepini_con_tofu

 Lavate e pulite bene i carciofi, avendo cura di togliere le foglie esterne, tagliate i gambi e strofinate ogni carciofo con mezzo limone.
Poi preparate un tritato di aglio, menta e prezzemolo e mettetene un po’ all’interno di ogni carciofo, senza riempirli troppo.

A questo punto fate riscaldare dell’olio extravergine di oliva in una pentola, adagiatevi i carciofi, aggiungete un po’ di sale, un pizzico di paprika e fate sfumare con un po’ di vino bianco.

Quando i carciofi iniziano ad ammorbidirsi aggiungete all’interno dei tocchettini di tofu; una volta terminate la cottura, scolateli delicatamente – senza far cadere il ripieno - metteteli su carta assorbente e serviteli caldi.


Torta al limone e zenzero

torta_al_limone

 

Ingredienti
100 g di sciroppo di riso
1 banana
40 g di olio di semi di girasole
1 pezzetto di zenzero fresco
1 limone
150 g di farina di riso
50 g di farina 00
1 cucchiaino di lievito per dolci

Accendete il forno e impostate la temperatura a 180 gradi. Poi prendete una ciotola e unite lo sciroppo di riso, un banana schiacciata (deve essere ridotta in poltiglia), l’olio di semi di girasole e sbattete tutto con una forchetta.

Poi prendete un pezzo di zenzero (della grandezza di una noce), sbucciatelo, grattatelo e unitelo al composto.

A questo punto lavate il limone, grattugiatene la scorza e poi unitela all’impasto. Incorporate anche a farina di riso e quella 00 con un setaccio e aggiungete un cucchiaino di lievito per dolci.

Poi oliate bene una teglia, spolveratela con della farina (o in alternativa, rivestite la teglia con della carta da forno) e versate il composto.
Lasciate cuocere per mezz’ora circa, o fino a quando il dolce non sarà ben cotto all’interno. Per verificarlo basterà infilare uno stecchino al centro della teglia; se risulterà asciutto, la torta sarà pronta per uscire dal forno. 

 

Buon pic-nic a tutti!

VAI A PAG. 2: PRANZO VEGAN DEL 1° MAGGIO A CASA


Se invece all’orizzonte intravedete nuvoloni neri e minacciosi, forse non è il caso di avventurarsi nei prati. Vi consigliamo di restare a casa e di gustarvi un pranzetto 100% green, nel rispetto dell’ambiente e delle regole vegane.

Menù:

1) Ricotta di tofu al basilico con crostini di sesamo

2) Crêpe vegane ai carciofi

3) Spezzatino di soia alla crema di fave e asparagi

4) Crema di maggio

Ricotta di tofu al basilico con crostini di sesamo

ricotta_alle_erbe

 

Vi serviranno:
- 400 g di tofu in panetto
- 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
- un pizzico di sale
- 10 foglie grandi di basilico
- 4 foglie di menta
- 3 foglie di basilico porpora
- crostini al sesamo da farcire con la ricotta di tofu

Mettete in una ciotolina un panetto di tofu e schiacciatelo con una forchetta. Aggiungete l’olio d’oliva e il sale e fatene una crema omogenea.

Fatto questo, mettete le foglie di menta e basilico verde nel frullatore e tritatele finemente, aggiungetele al composto di tofu, miscelate bene e tenete in frigo fino al momento di servire.
Decorate con foglie di basilico rosso (o con foglie di basilico verde, se non doveste trovarlo) e servite con crostini o paninetti di sesamo.
Ideale da spalmare! vegane ai carciofi

 


Crêpe vegane ai carciofi

crepe_ai_carciofi

Per le gallette:
150 gr di farina integrale bio
150 gr di farina di grano saraceno bio
250 ml acqua
250 ml latte di soia
un pizzico di sale
un pizzico di noce moscata una foglia di porro per decorare

Unite le due farine e aggiungeteci gradualmente poca acqua per volta, avendo cura di girare continuamente con una frusta, per evitare la formazione di grumi, e di versare altra acqua solo quando la precedente non si sarà completamente assorbita.
Aggiungeteci quindi a poco a poco anche il latte, un pizzico di sale e uno di noce moscata. 

Mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo. Fatto questo, fate riscaldare un filo d’olio in una padella e quando diventa ben calda, versateci un po’ di pastella – circa due cucchiai  - aiutandovi con un mestolino. Muovete la padella in modo che la pasta si distribuisca uniformemente sul fondo e fatela cuocere fino a quando la galletta non si sarà ben dorata su entrambi i lati. 

A questo punto, potete adagiarla su carta assorbente e farcirla.
 

Per la farcitura!
3 carciofi grandi
olio
2 spicchi d’aglio
besciamella vegana*
Parmigiano di mandorle alle germe di grano**

Lavate e pulite bene i carciofi, avendo cura di togliere le foglie più rigide; poi fateli cuocere a vapore (o a bagnomaria) per una ventina di minuti. 
Fatto questo, versate dell’olio extravergine di oliva in una padella e quando inizia a soffriggere metteteci i due spicchi d’aglio, fateli dorare e poi adagiatevi i carciofi che avete cotto a vapore. Versate un po’ di vino bianco e fate sfumare, poi coprite bene e lasciate cuocere fino a quando i carciofi non saranno diventati morbidissimi.
 
 
Vi raccomandiamo di controllarli spesso e di aggiungere eventualmente dell’acqua.
A questo punto, non resta che frullarli – aiutandovi con qualche cucchiaio di latte di soia per ammorbidirli ulteriormente – fino ad ottenere una crema omogenea e morbida.
 

Fatto questo, preparate la besciamella vegana* e il parmigiano di mandorle**.

**Parmigiano di mandorle alle germe di grano

Ingredienti:1 tazza di mandorle bianche tritate finemente, 1 cucchiaio di germe di grano

Unite la polvere di mandorle alle germe di grano, aggiungete un pizzico di sale e il vostro parmigiano vegano è pronto!

A questo punto, mettete in una ciotola la crema di carciofi, la besciamella vegana e il parmigiano di mandorle, mescolate bene e farcite le crêpe !
 
Ecco come si fa…
 
Prendete la prima crêpe e stendetela su un piano da lavoro, copritela con uno strato sottile di farcitura; piegatela a metà, in modo da formare una mezzaluna e poi di nuovo a fazzoletto. A questo punto potete avvolgerla con un nastrino ricavato dalla foglia del porro. Ripetete la stessa operazione per tutte le crêpe. Servite in tavola calde, ma non bollenti!

 


  Spezzatino di soia alla crema di fave e asparagi 

spezzatino_soia

 

Ingredienti

600 g di spezzatino di soia (calcolate circa 150 g di spezzatino a persona)
una carota
un gambo di sedano
1 pomodoro
una cipolla
2 spicchi d’aglio
olio
sale
pepe
200 g di asparagi
200 g di fave

Preparate un brodo vegetale con la carota, il sedano, la cipolla, l’aglio e il pomodoro; quando il brodo è ben caldo versateci lo spezzatino di soia disidratato (vedi foto) e lasciate sobbollire per una decina di minuti; poi lasciate scolare per qualche minuto; quindi strizzate ogni bocconcino.

A questo punto mettete lo spezzatino dentro ad una ciotola.

Nel frattempo fate cuocere le fave e gli asparagi a vapore (o se non avete la vaporiera potete cuocerli a bagnomaria) e quando saranno morbidissimi – tali da poterli infilzare facilmente con una forchetta – toglieteli dalla vaporiera e metteteli nel frullatore, aggiungendo due cucchiai di olio e due prese di sale.

Frullate tutto, fino ad ottenere una poltiglia omogenea. Ora potete condire lo spezzatino di soia con la crema di fave e asparagi. Servite ben caldo.

 


Crema di Maggio

crema_con_kiwi

Consigliamo di concludere il pranzo del primo maggio con un dessert gustoso, leggero, a base di frutta, ideale per continuare bene la giornata senza sentirsi troppo appesantiti. 

Per realizzarlo vi occorreranno:
-
1 banana
- 3 kiwi
- 4 cucchiai di crema di mandorle**
- 1 cucchiaio di germe di grano (o di crusca di avena)
- 1 cucchiaio di mandorle sfilettate
- mezzo cucchiaio di succo di limone
- 1 pizzico di cannella

Schiacciate la banana e aggiungeteci il succo di limone, miscelate il tutto e versateci la crema di mandorle**, mescolate ancora e versate in una coppetta.

A questo punto spolverateci le germe di grano (o incorporate la crusca di avena).

Tagliate a pezzettini i kiwi e metteteli sulla crema, distribuite i pezzettini di mandorle filettate e servite in coppette monoporzione!

La crema di mandorle: semplice e buona**!

Mettete nel frullatore 4-5 cucchiai di mandorle bianche, tritatele finemente e poi versatele in una coppetta; aggiungete 4 cucchiai di yoghurt di soia e miscelate fino ad ottenere una crema omogenea!

Ora non resta che gustarvi il pranzetto!

Buon appetito...e buon primo maggio a tutti!

Verdiana Amorosi

www.lacucinadiverdiana.it

 

 

Niente piu' aspartame nella Pepsi Cola

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Coca

Via l'aspartame dalla Pepsi. L'aspartame non è così tossico secondo gli esperti, eppure il pubblico non si fida. Ed è così che alcune multinazionali dell'alimentazione e delle bevande, PepsiCo in primis, hanno deciso di eliminare alcuni componenti chimici, compresi il dolcificante artificiale e coloranti vari. Motivo? Il ritorno di immagine, ovvio. 

Vista, infatti, la tendenza sempre più diffusa di ricercare alimenti il più naturali possibile, Pepsi elimina definitivamente dalla sua Diet Pepsi l'aspartame, percepito dai più come "non sicuro", e decide di intraprendere una strada più salutare.

Al suo posto l'azienda utilizzerà il sucralosio, un dolcificante artificiale comunemente noto come "Splenda". A guidare la decisione è stato il fatto che soprattutto gli americani stanno perdendo il loro gusto delle bevande "dietetiche". I dirigenti della Pepsi, e rivale Coca-Cola, attribuiscono il calo delle vendite proprio alla percezione che il dolcificante non è sicuro.

A spingere in basso le quote di mercato delle bibite dietetiche, infatti, spiega Seth Kaufman, vicepresidente di Pepsi, è proprio la quasi certezza che quel dolcificante non sia sicuro. "L'aspartame – dice Kaufman – è la ragione numero uno per cui i consumatori stanno abbandonando le bibite".

Le prime lattine "aspartame free" saranno in commercio negli Stati Uniti da agosto e intanto anche un altro colosso alimentare, la Kraft, ha deciso di non utilizzare più i coloranti chimici, accusati da alcuni studi ma non confermati dalle agenzie regolatorie, di contribuire alla sindrome da deficit di attenzione nei bambini, nei suoi "Macaroni and cheese" (un piatto molto popolare negli States a base di pasta e formaggio e che qui molto probabilmente nemmeno si trova, per fortuna).

Infine, anche Nestlè ha annunciato il suo addio a coloranti e aromatizzanti artificiali in alcune popolari barrette di cioccolato, mentre la General Mills ha deciso di bandire gli Ogm dai Cheerios, i suoi cereali più famosi, sulla spinta anche di un gruppo Facebook di più di 40mila persone. E come sta messo McDonalds? Bene, ai primi di marzo ha annunciato che eliminerà gli antibiotici dai propri allevamenti di polli.

Tutti folgorati sulla via di Damasco, sembra di capire. Dov'è il tranello?

Germana Carillo

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Foreste addio entro il 2030? Ecco i polmoni verdi più a rischio

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Foreste

Cambiamenti climatici: se la deforestazione non si ferma entro il 2030 perderemo fino a 170 milioni di ettari di foreste. Il WWF ha le idee ben chiare: quello che serve è un'ecoagricoltura che sia integrata nei processi della natura e elimini tutti gli sprechi. E invece la tendenza rimane ancora quella di incrementare le aree agricole distruggendo le foreste. 

Nel suo ultimo report sulle foreste, rilasciato in occasione del meeting internazionale "Tropical Landscapes Summit: A Global Investment Opportunity" a Giacarta, in Indonesia, il WWF sostiene che, se non si interviene rapidamente per fermare questo trend, ci saranno pericolosi cambiamenti climatici e cospicue perdite economiche.

E non solo: entro il 2050 gli ettari persi potrebbero arrivare a 230 milioni mentre bisogna ridurre a zero questa perdita entro il 2020 per sopravvivere. Undici luoghi in tutto il mondo – di cui 10 nei tropici – entro il 2030 rappresenteranno oltre l'80% della perdita di foreste a livello globale.

Ecco i polmoni verdi più a rischio:

- Amazzonia
- Foresta atlantica e Gran Chaco
- Borneo
- Cerrado
- Choco-Darien
- Africa Orientale
- Australia orientale
- Greater Mekong
- Nuova Guinea
- Sumatra
- Bacino del Congo dove si concentrerà la campagna di raccolta fondi del WWF Italia in maggio

"Immaginate un bosco che si estende in tutta la Germania, la Francia, la Spagna e il Portogallo spazzato via in soli 20 anni -dice Isabella Pratesi, Direttore programma di Conservazione Internazionale del WWF Italia -. Stiamo cercando di salvare le comunità e le culture che dipendono dalle foreste, e garantire che queste continuino ad immagazzinare carbonio, filtrare la nostra acqua, fornire legname e l'habitat per milioni di specie".

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Le cause di tutto ciò? L'allevamento commerciale, la produzione di olio di palma e di soia, l'invasione di attività agricole che tagliano e bruciano le foreste, il taglio insostenibile e la raccolta della legna. È per questo che il WWF proprone un'ecoagricoltura che si integri nei processi circolari della natura e che elimini gli sprechi alimentari, lasciando il tempo che trova all'incremento delle aree agricole e pascolive che distruggono di fatto le foreste ancora esistenti.

Germana Carillo

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World Fair Trade Week 2015: tutti gli eventi della settimana Equosolidale di Milano

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Fair trade

Si terrà a Milano dal 23 al 31 maggio la World Fair Trade Week 2015, l'occasione buona per rendere evidente il senso profondo del Commercio Equo e Solidale, grazie soprattutto alla presenza in città di centinaia di agricoltori, produttori e piccole imprese da tutto il mondo in occasione di Expo 2015. 

Tutti saranno lì a testimoniare l'esistenza di imprese e di organizzazioni che basano la propria attività produttiva e commerciale sul raggiungimento di una giustizia economica che rispetti le persone e l'ambiente, contribuendo alla riduzione della povertà, dell'esclusione sociale e del dissesto ambientale.

A promuovere l'evento mondiale sono WFTO, Organizzazione mondiale del Fair Trade, e il suo corrispondente italiano AGICES-Equo Garantito -Assemblea generale del Commercio Equo e Solidale, in collaborazione con il Comune di Milano.

"In Italia sono decine le organizzazioni di Commercio Equo e Solidale, attive da decenni sul territorio con più di 400 punti vendita - spiega Alessandro Franceschini, presidente di Agices-Equo Garantito, Assemblea Italiana del Commercio Equo e Solidale. Tutte si stanno preparando alla World Fair Trade Week 2015 con l'intento di portare a Milano i valori, i saperi e i sapori di un modello commerciale che da sempre ha messo al centro le persone e le organizzazioni nel Sud come nel Nord del mondo".

Qui il calendario degli eventi della World Fair Trade Week a Milano dal 23 al 31 Maggio 2015:

Milano Fair Cuisine - 16/31 Maggio - Settimana in cui i migliori ristoranti della città si confronteranno con menù ispirati agli ingredienti Equosolidali. 

milanofaricuisine

Fair and Ethical Fashion Show - 22/24 Maggio - Tre giorni di esposizione allo Spazio Ex Ansaldo dove il mondo della moda coniugherà tessuti, stili, tendenze con la responsabilità della filiera produttiva. 

Conferenza Biennale WFTO - World Fair Trade Organization - 24/27 Maggio - Oltre 300 i delegati dei produttori e delle organizzazioni di Fair Trade - provenienti da ogni parte del mondo. 

Milano Fair City - 28/31 Maggio - Prima fiera mondiale del Commercio Equo e Solidale. L'evento ospiterà 240 stand di espositori provenienti da tutto il mondo, dal cibo all'artigianato, dai prodotti esotici a quelli del "domestic Fair Trade", dai progetti di cooperazione internazionale all'economia solidale italiana. 

Fair Trade International Symposium - 29/31 Maggio - Al Politecnico di Milano Bovisa si terra il V Symposium mondiale sul Commercio Equo e Solidale dove ricercatori e studiosi da tutto il mondo si confronteranno su come sviluppare in modo critico il movimento del Fair Trade e analizzarlo nei suoi fattori chiave e nei suoi valori.

Assemblea annuale di AGICES-Equo Garantito - 30 Maggio - Incontro dell'organizzazione rappresentante delle realtà del Fair Trade italiano con oltre 250 punti vendita.

Germana Carillo 

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Guida al Commercio Equo & Solidale: tutto ciò che bisogna sapere sul Fair Trade


Antartide: il mistero del ghiacciaio che sanguina svelato da uno studio

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ghiacciaio sanguinante

Il ghiacciaio che sanguina in Antartide. Un fenomeno che da almeno un secolo lascia senza parole e incuriosisce i ricercatori. Un nuovo studio ha svelato le cause di questo mistero affascinante.

La ricerca in questione è stata pubblicata il 28 aprile sulla rivista Nature. Il fenomeno interessa il ghiacciaio Taylor che fa parte delle McMurdo Dry Valleys in Antartide. Si tratta di una delle regioni del Pianeta dove le condizioni climatiche sono più estreme.

Pare che al di sotto di questi ghiacciai si trovino acque molto salate ed estremamente fredde. L'acqua che collega una rete enorme di laghi sotterranei in questa zona sarebbe in grado di ospitare la vita, sotto forma microbica, nonostante le temperature polari.

Basta osservare le immagini del ghiacciaio McMurdo per rendersi conto della presenza di un liquido di colore rosso brillante, simile a sangue, che risalta su una superficie bianca e all'apparenza completamente deserta.

Per qualche tempo gli scienziati hanno ritenuto che a colorare il liquido del ghiacciaio fossero delle alghe rosse. Ora i ricercatori pensano che la presenza di vita batterica sia la reale causa del fenomeno del ghiacciaio sanguinante.

Le acque saline presenti nel sottosuolo creano un habitat particolare in grado di ospitare i batteri che colorano l'acqua di rosso. E' possibile che la presenza del liquido simile a sangue non riguardi soltanto questo ghiacciaio ma anche altre aree circostanti. I batteri responsabili del fenomeno secondo gli esperti potrebbero addirittura interagire con l'oceano.

Ora gli esperti sono curiosi di scoprire se vi siano dei collegamenti tra i laghi di acqua salmastra in Antartide e l'oceano. Le acque sotterranee dell'Antartide ospitano forme di vita batteriche che a parere di alcuni ricercatori potrebbero essere presenti anche su Marte o su altri pianeti dove le condizioni climatiche sono differenti da quelle più comuni sulla Terra.

Le acque salate dell'Antartide dunque brulicano di vita in forma microbica. Forse i ricercatori non se ne sarebbero mai accorti se non fossero stati attirati dal fenomeno del ghiacciaio sanguinante.

Il punto dove scorre il "sangue" è stato definito come un portale verso un mondo sotterraneo da esplorare. I batteri che resistono a temperature così estreme sono in grado di intaccare il ferro presente nelle rocce nascoste dal ghiaccio. Il ferro viene rilasciato nell'acqua salata.

Proprio l'unione tra ferro e acqua salata permessa dai batteri, entrando a contatto con l'ossigeno quando raggiunge la superficie, creerebbe il liquido color ruggine simile a sangue che in passato aveva fatto pensare ad un fenomeno miracoloso.

Non solo i ricercatori hanno svelato il mistero del ghiacciaio sanguinante, ma hanno trovato uno spunto per approfondire la presenza della vita su altri Pianeti. Proprio su Marte, ad esempio, vi sarebbero ambienti simili alle Dry Valleys dell'Antartide. Inoltre, alcune delle lune di Giove potrebbero ospitare acqua allo stato liquido (e forse la vita?) sotto la loro superficie.

Marta Albè

Fonte foto: National Science Foundation

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Antartide: il fenomeno del ghiacciaio che sanguina

Sea World deve chiudere. Jane Goodall al fianco di delfini, orche e balene (VIDEO)

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Sea World deve chiudere. A chiederlo è la primatologa Jane Goodall, 81 anni, che si schiera al fianco di balene, delfini e altri animali in cattività, detenuti dalla società di intrattenimento conosciuta per i suoi tristi spettacoli con le orche.


L'esperta ha sottolineato in un'intervista con l'Huffington Post, che balene e delfini comunicano con onde sonore simili a sonar. Tenerli rinchiusi in vasche significa che quelle onde sonore rimbalzano sui muri di cemento e tornano indietro, creando quello che definisce un "inferno acustico" per gli animali. Anche per questo il parco a tema dovrebbe essere chiuso.

SeaWorld, però, fa sapere che nei suoi parchi gli esperti in "bioacustica" misurano il livello di rumore nei recinti. Ma di certo questo non basta. Goodall non è la sola a pensarla così: il prezzo delle azioni di SeaWorld è precipitato dal luglio 2013, quando la CNN ha pubblicato il documentario "Blackfish." Il film ha esposto la tragedia delle orche addestrate e anche i pericoli per i formatori che lavorano con animali stressati.

orche

Questi mammiferi, che possono crescere fino a 10 tonnellate e 9 metri di lunghezza e che in natura percorrono fino a 100 miglia al giorno, vengono separati dalle loro famiglie e chiusi in piccole gabbie di cemento. Diventeranno frustrati, infelici e persino aggressivi, come è accaduto a Tilikum, l'orsa "assasina" di SeaWorld a Orlando, Florida, che ha ucciso 3 persone. SeaWorld ha confutato molte delle affermazioni del film.

Ma è un dato di fatto che a partire dal dicembre scorso, ha rinchiuso 22 orche nei suoi tre parchi marini degli Stati Uniti, cinque delle quali sono state catturate in natura. Sono 57 le orche tenute in cattività in tutto il mondo. Almeno 160 orche sono morte per la prigionia dal 1961. Goodall si è detta fiduciosa nello sviluppo di una sempre maggiore empatia per gli animali da parte degli uomini, tanto da perdere interesse nel vederli in cattività, mentre eseguono crudeli esercizi per il loro intrattenimento.

 

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Roberta Ragni

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Mr T e Septimus: le tartarughe senza zampe, ma con le ruote (VIDEO)

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Mr T ha messo il turbo e corre veloce, anche senza zampe. Questa bellissima tartaruga di 90 anni è stata munito di un set di ruote, dopo essere stata vittima di un attacco da parte di un ratto mentre era in letargo. Ha perso in questo modo le due zampette anteriori, non riuscendo più a spostarsi da solo.


Il veterinario locale ha combattuto per salvare Mr T, ma temeva che non sarebbe sopravvissuto senza potersi muovere. La proprietaria Jude Ryder si è così rivolta al figlio Dale, un ingegnere meccanico, per chiedere aiuto. Da qui l'idea: incollare le ruote prese da un modellino di aereo sul suo guscio. Ha così progettato le ruote anteriori e ha usato la resina per fissarle alla parte anteriore del guscio.

"E 'stato come montare un turbocompressore e ora cammina al doppio della velocità che di solito aveva prima. Usa le zampe posteriori per spingersi. Sembra abbastanza felice, ma è difficile da dire essendo una tartaruga. Ha iniziato a usarle subito, ma ha dovuto imparare come partire e fermarsi", spiega la donna.

Mrs T è con la famiglia dagli anni '60, quando diventò l'animale domestico di Dale che all'epoca aveva otto anni.

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Essere attaccate dai topi non è raro per le tartarughe. Era accaduto anche a Septimus l'anno scorso. Le sue zampe anteriori erano state rosicchiate sempre durante il letargo nel giardino. E il proprietario ha avuto l'idea di sostuiture i sue arti mancanti sempre con ruote da un modello di aereo.

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Roberta Ragni

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Crostate vegan: 10 ricette senza latte, burro e uova per tutti i gusti

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ricette crostate vegan

Crostate vegan, ecco una raccolta di ricette che vi permetterà di preparare in casa le vostre crostate in versione vegan senza rinunciare alla fragranza e al gusto. Si tratta di ricette senza burro, latte e uova, adatte a chi è allergico o intollerante a questi ingredienti. Tra le ricette proposte troverete anche crostate senza glutine e senza zucchero raffianto.

1) Crostata vegan ai mirtilli

Questa crostata preparata con la farina di grano saraceno e farcita con la confettura di mirtilli è sia vegan che senza glutine. Infatti la farina di grano saraceno non contiene glutine e non serve aggiungere la farina di frumento per preparare l'impasto. Qui la ricetta.

Leggi anche: Crostata vegan con farina di grano saraceno e confettura di mirtilli

 

crostata mirtilli vegan

2) Crostata vegan alle fragole

Una ricetta un po' diversa dal solito per preparare la crostata di fragole. Per la base infatti vi servirà la farina di mandorle. Per farcire la vostra crostata invece utilizzerete sia la confettura di fragole che le fragole fresche. Qui la ricetta completa.

Leggi anche: Crostata di fragole fatta in casa (ricetta vegan)

 

crostata di fragole vegan

3) Crostata di frutta vegan

Potrete preparare in versione vegan anche la classica crostata di frutta. La vostra crostata di frutta sarà sempre diversa dato che potrete variare gli ingredienti per farcire a seconda delle stagioni e dei vostri gusti. Qui la ricetta completa.

Leggi anche: Crostata di frutta vegan

 

crostata di frutta vegan

4) Crostata vegan alla crema di limone

Ecco una ricetta semplice e golosa per preparare la vostra crostata con crema di limone in versione vegan. Soprattutto perché nella preparazione vi servirà grattugiare la scorza di limone, vi consigliamo di scegliere limoni biologici. Qui la ricetta completa.

Leggi anche: Crostata vegan alla crema di limone

 

crostata al limone vegan

5) Crostata vegan con farina di castagne

Con la farina di castagne potrete preparare tante ricette dolci al di là del classico castagnaccio, compresa questa crostata in versione vegan con frolla a base di farina di castagne. Con le prugne secche preparerete in casa anche la crema per farcire. Qui la ricetta completa dal nostro blog Clorofilla.

crostata farina castagne

6) Crostata della nonna vegan

Alla base di questa crostata della nonna c'è una pasta frolla fatta in casa preparata con la farina integrale e la farina di mais fioretto. Per la crema vi serviranno latte vegetale (consigliamo il latte di riso), malto di mais e scorza di limone. Qui la ricetta completa dal nostro blog Naturomania.

crostata della nonna

7) Crostata vegan alla crema di arance

Una crostata vegan alla crema di arance preparata senza zucchero raffinato. Ecco un dolce che potrete realizzare semplicemente in casa seguendo le indicazioni della pasticceria naturale, senza rinunciare al gusto. Qui la ricetta completa dal blog L'Indispensabile Cucina Mobile.

crostata vegan crema di arance

fonte foto: lindispensabilecucinamobile.blogspot.it

8) Crostata di mele vegan

Potrete preparare in casa una variante vegan della classica crostata di mele senza utilizzare nessun ingrediente di derivazione animale. Questa crostata di mele vegan è adatta per la merenda, per colazione e per ogni occasione. Qui la ricetta della crostata di mele vegan proposta da Gustissimo.

crostata di mele vegan

fonte foto: gustissimo.it

9) Crostata vegan ai lamponi

Potrete preparare una buonissima crostata vegan anche con i lamponi. Se avrete occasione di raccogliere dei lamponi freschi, approfittatene per preparare una buonissima crostata. Per preparare la crema vi serviranno anacardi e latte di cocco. Qui la ricetta completa.

crostata vegan ai lamponi

fonte foto: veganblog.it

10) Crostata vegan all'albicocca

Se amate le crostate con la confettura all'albicocca, ecco per voi un'idea per preparare in casa la crostata all'albicocca in versione vegan, senza burro e senza uova. Potrete utilizzare della marmellata di albicocche fatta in casa. Qui la ricetta completa.

 crostata vegan albicocca

fonte foto: verychild60.wordpress.com

Marta Albè

Fonte foto: operazionefrittomisto.blogspot.it

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Basi per torte dolci e salate: pasta sfoglia, pasta frolla e pasta brisée vegan

 

Italiani in bici: 20 citta' ai livelli europei. In testa Bolzano, Pesaro e Ferrara

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bici2015

Italiani amanti della bici. Soprattutto a Bolzano, Pesaro, Ferrara e Treviso, dove almeno un quarto degli abitanti usa tutti i giorni le due ruote a pedali. Ma sono 20 le città del Bel Paese ad aver raggiunto i livelli europei. A rivelarlo è la nuova edizione della ricerca l'A Bi Ci della ciclabilità, realizzata da Legambiente in collaborazione con Rete Mobilità Nuova e presentata oggi alla vigilia di VeloLove, il festival nazionale dei ciclisti urbani. Oggetto di analisi sono le città italiane capoluogo di provincia.

Non è vero dunque che noi italiani siamo un popolo che va solo in auto. Siamo invece pronti a metterci in sella non appena si creano le condizioni per farlo. Nel nostro paese, infatti, 20 comuni capoluogo hanno performance di ciclabilità paragonabili a quelle del resto dell'Europa.

In testa Pesaro, Bolzano, Ferrara e Treviso dove almeno un quarto della popolazione usa la bici per spostarsi. In altre cinque città, il 20% degli spostamenti è soddisfatto dalle bici: Ravenna, Rimini, Piacenza, Sondrio e Venezia. Nelle successive 11 in classifica, da Pordenone a Udine, i ciclisti sono al di sopra del 10%.

Ma in alcune grandi aree urbane, come Bari, Torino e Roma, la bici fa fatica ad affermarsi. In questo caso, il confronto con città europee come Amsterdam, Berlino e Copenaghen ci vede sconfitti. Ma Bolzano, Pesaro e Ferrara sono nella top 20 delle città europee con la maggior percentuale di spostamenti in bici sul totale.

Ecco la classifica europea:

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A Pesaro e Bolzano a salire in sella ogni giorno è quasi il 30% degli abitanti, mentre a Ferrara è il 27% e a Treviso il 25%. Tutt'altro che un caso ma frutto del lavoro delle amministrazioni locali per favorire la mobilità nuova all'interno dei centri abitati. Qui si è assistito al passaggio della bici per uso ricreativo a quello come mezzo per gli spostamenti casa-lavoro e casa-studio. Merito anche della messa in sicurezza degli spostamenti non motorizzati, attuata con alcune misure come la riduzione della velocità dei veicoli a motore a 30 o a 20 kmh.

Ecco la classifica italiana:

BiciItalia2015

Per quanto riguarda i “metri equivalenti” di percorsi ciclabili, è Reggio Emilia ad avere il valore più alto con 39,03 m_eq/100 ab, mentre sei città - Caltanissetta, Enna, Isernia, Potenza, Reggio Calabria, Siracusa - non segnalano nessun tipo di infrastruttura dedicata alla ciclabilità. In generale, la media nazionale e relativa ai soli capoluoghi è di 7,04 m_eq/100 ab di infrastrutture ciclabili. Ancora troppo poca.

Anche l'Istat sostiene che si sono affermate nuove tendenze sul fronte della mobilità. In crescita il bike sharing, attivo in 58 città (10 in più in un biennio) con oltre 1.000 punti di prelievo (+42%) e quasi 10 mila biciclette (+62%). Bene anche il car sharing, attivo nel 2013 in 22 città, con circa 1.000 veicoli (il 23% elettrici) e oltre 25 mila abbonati (+36% in un biennio.

Siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione culturale: alcuni Paesi Europei l’hanno colta diversi anni fa, sta all’Italia, adesso, sfruttare le opportunità che un mezzo come la bicicletta, a zero emissioni e senza costi di carburante, può offrire” ha detto Silvia Velo, sottosegretario all’Ambiente. “Il cambiamento degli stili di mobilità, più che dalla crisi economica, è probabilmente favorito dalla crisi del vecchio modo di muoversi all’interno delle aree urbane – ha aggiunto il responsabile aree urbane di Legambiente Alberto Fiorillo – C’è una forte insofferenza rispetto a una quotidianità fatta spesso di ingorghi, stress, tempo perso, smog e così chi pedala prende sempre più spazio”.

Francesca Mancuso

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