I vuoti di memoria nelle persone più istruite non depongono bene. Pare infatti che la perdita momentanea della facoltà di ricordare sia segnale di un possibile ictus, specie nelle persone con un alto livello di istruzione.
Lo dice uno studio olandese condotto da Arfan Ikram dell'Università Erasmus di Rotterdam e pubblicato sulla rivista Stroke.
"Gli studi hanno dimostrato come l'ictus provochi gravi carenze di memoria", afferma Arfan Ikram. "Data la patologia vascolare sottostante, ci siamo posti la domanda inversa: denunciare insufficienza mnemonica indica un aumento del rischio di ictus?".
L'ESPERIMENTO - Allo studio hanno partecipato 9.152 volontari dai 55 anni in su. Ogni partecipante ha dovuto compilare un questionario relativo alle proprie personali esperienze mnemoniche. Nel corso dell'esperimento, avviato nel 2012, si sono verificati 1.134 ictus, di cui 663 erano ischemici, 99 emorragici e 372 non specificati.
I casi in cui si sono avuti vuoti di memoria sono stati associati a un rischio maggiore di incorrere in un evento ischemico e in uguale misura sia per gli uomini che per le donne. Inoltre, quanti hanno presentato questo problema hanno anche evidenziato un 39% di rischio più alto se dimostravano un più alto livello di istruzione. La scoperta è paragonabile all'associazione tra l'insufficienza di memoria soggettiva e la malattia di Alzheimer nelle persone molto istruite.
"Dato il ruolo dell'istruzione nel rivelare insufficienza mnemonica, abbiamo studiato la stessa associazione, ma in tre gruppi distinti: basso livello di istruzione, istruzione media ed alta formazione", ha spiegato Ikram. "Abbiamo scoperto che l'associazione con l'ictus era più forte tra le persone con i più alti livelli di istruzione. In caso di future ricerche, possiamo confermarne l'esito. Quindi vorrei valutare se le persone che si lamentano dei cambiamenti della propria memoria debbano essere considerate obiettivi primari per un'ulteriore valutazione del rischio e della prevenzione di ictus".
Secondo quanto sostiene Ikram, con oltre il 95% dei partecipanti allo studio di origine caucasica ma residenti a Rotterdam, gli studi futuri dovrebbero includere gruppi di provenienza razziale diversa.
Germana Carillo
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