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Attenzione all'uso prolungato di integratori di vitamina B6 e B12. Una ricerca mette in guardia

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Published in: Integratori

Vitamine B

Un nuovo studio dell’Università dell’Ohio, infatti, trova una relazione tra dosi elevate di alcune vitamine B e un aumento del rischio di cancro ai polmoni soprattutto nei fumatori maschi.

Secondo le ultime statistiche, il cancro al polmone è il cancro più comunemente diagnosticato su base globale (1,61 milioni di diagnosi nel 2008), e la causa più comune di morte correlata al cancro (con 1,38 milioni nello stesso anno).

Il corpo ha bisogno delle vitamine B6 e B12 per aiutare a garantire che i globuli rossi siano sani e per elaborare proteine, grassi e carboidrati. Sono naturalmente presenti in carne, pesce, formaggio, uova, latte e alcuni cereali per la colazione, ma milioni di persone le integrano anche con specifici prodotti.

Le pillole della vitamina B6 e B12 vengono spesso commercializzate come prodotti che stimolano l'energia o il metabolismo e la dose raccomandata dall’NHS (National Health Sevice inglese) per la vitamina B6 è di circa 1,4 milligrammi al giorno per gli uomini e 1,2 mg al giorno per le donne, mentre per B12 è 1,5 microgrammi al giorno per gli adulti.

I risultati dello studio hanno mostrato che i fumatori maschi che assumono più di 20 mg di vitamina B6 hanno tre volte probabilità maggiori di sviluppare il cancro del polmone, mentre quelli che assumono 55 microgrammi di vitamina B12 al giorno circa quattro volte più probabilità di sviluppare la malattia.

"I nostri dati dimostrano che l'assunzione di dosi elevate di B6 e B12 per un periodo di tempo molto lungo potrebbe contribuire al tasso di incidenza del cancro ai polmoni nei fumatori maschi", ha dichiarato Theodore Brasky dell'Università di Stato dell'Ohio

Si tratta di dosi, dicono gli studiosi, che tuttavia si riferiscono a misure che sono ben al di sopra di quelle dei normali multivitaminici assunti ogni giorno per 10 anni. E ora ulteriori studi esamineranno se lo stesso effetto si vedrà nelle donne post-menopausa o se riguarda solo gli uomini.

Sulle vitamine del gruppo B puoi leggere anche:

Quel che questa ricerca deve ricordare è che gli integratori vanno presi sempre con le giuste precauzioni e magari con il parere di un esperto. È bene tenere a mente che i loro effetti non riescono a sostituire del tutto quelli di un’alimentazione sana ed equilibrata e di uno stile di vita bilanciato e che la loro assunzione dovrebbe essere circoscritta in un determinato periodo di tempo e per esigenze particolari.

Germana Carillo

 


Trump Forest: 10 mld di alberi per compensare l'ignoranza sui cambiamenti climatici

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Published in: Ambiente

trump forest

Il riferimento (non autorizzato) a Donald Trump

Daniel Price, Adrien Taylor e Jeff Willis non hanno mai celato la propria posizione e hanno dichiarato che la loro idea si è concretizzata dopo che Trump ha firmato l’ordine esecutivo, a marzo 2017, con il quale rilancia le fossili, basandosi sul presupposto che non alimenterebbero affatto gli effetti dei cambiamenti climatici.

Volevamo offrire alle persone un'azione tangibile da compiere che potesse avere un impatto rispetto a quelle intraprese dal governo Usa”, ha spiegato recentemente Price all’Huffington Post.

Trump Forest: gli obiettivi. Servono 10 mld di alberi

Trump nega I cambiamenti climatici come prodotto dell’attività umana e rilancia il carbone, “per questo pianteremo una foresta perché assorba i gas serra che Trump ha intenzione di riversare nell’atmosfera e abbiamo bisogno del vostro aiuto”.

Questo il messaggio chiaro e sintetico lanciato sulla pagina Facebook del progetto, che resta comunque un progetto di riforestazione significativo indipendentemente dalle spiccate posizioni anti-Trump degli artefici. Per compensare le emissioni di CO2 derivanti dall’abolizione del Clean Power Plan di Obama, serve una Trump Forest grande circa 100 mila km quadrati, vale a dire quanto lo stato del Kentucky. In totale servono 10 mld di alberi.

"Where ignorance grows trees"

Sotto questo slogan è stata inaugurata la Trump Forest, che ha visto come primo traguardo mille alberi piantati in Nuova Zelanda grazie al contributo di Offcut. Oggi si contano quasi 370 mila alberi piantati in tutto il mondo, oltre 1200 sostenitori e donazioni che hanno ormai superato i 50 mila dollari. Una grande opera di crowdfunding, che si appoggia sulla collaborazione del partner Eden Reforestation Projects.

I fondatori non guadagnano nulla, ma d’altra parte lo spirito è quello di convincere le persone a “pagare perché il proprio albero venga piantato in un posto qualsiasi del mondo”. In nome di Donald Trump, ma soprattutto in nome della lotta contro i cambiamenti climatici, una lotta destinata a non avere colori politici.

Per contribuire e sostenere la campagna di crowdfunding: https://trumpforest.com/

Anna Tita Gallo

Il minivan trasformato in biblioteca itinerante per i rifugiati della Grecia (FOTO)

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Published in: Arte e Cultura

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Il minivan colorato che da mesi circola ad Atene ha un nome ben preciso e tutt'altro che casuale: Echo Refugee Library. Al suo interno si trovano mensole cariche di libri: ce ne sono circa 1.000. Il veicolo ogni settimana si sposta tra i vari campi profughi nella zona più grande di Atene, ma va anche nei quartieri più poveri della capitale dove molti rifugiati vivono in appartamenti messi a disposizione dalle Nazioni Unite.

L'obiettivo dell'iniziativa è quello di rendere la cultura accessibile a tutti, a detta degli ideatori, tra cui Esther Ten Zijthoff, 25 anni, coordinatruce del progetto.

All'interno della biblioteca itinerante vi sono libri in inglese, greco, arabo, francese, curdo e farsi, regalati da vari benefattori tra Grecia, Belgio, Gran Bretagna e Libano o acquistati con le offerte ottenute via web.

Com'è nata Echo Refugee Library?

A raccontarlo, sul sito ufficiale, sono gli stessi ideatori. Dopo la chiusura del confine tra la Grecia e la FYROM, la Repubblica di Macedonia, nel marzo 2016, oltre 50000 richiedenti asilo sono rimasti nel paese.

Loro malgrado, non tutti avevano la possibilità di lasciare la Grecia e di essere trasferiti in Europa ma spesso erano costretti ad attendere, sperando che il loro status fosse riconosciuto.

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In questo limbo fatto di incertezza e attesa, si inserisce l'iniziativa della biblioteca:

Il nostro progetto della Biblioteca dei rifugiati esiste per offrire loro opportunità di dotarsi di competenze e conoscenze per il futuro che sta al di là di questa lunga attesa. Queste persone sono affamate di volontà, di lavoro, di istruzione, la maggior parte sono ex studenti, operai specializzati e professionisti la cui vita è stata violentemente sradicata. Ci auguriamo di fornire loro il know-how necessario per portare la loro esperienza e conoscenza nella fase successiva dei loro viaggi” spiegano gli ideatori.

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L'idea nasce nell'agosto 2016, quando venne istituita la prima biblioteca nel campo Vasilika nella Grecia settentrionale. A novembre, invece si pensò di trasformarla in una sorta di libreria mobile in grado di servire più campi nella zona di Salonicco. Grazie agli sforzi di Keoma Zec, il gruppo di volontari è riuscito a trovare un minivan in Gran Bretagna, trasformandolo in una libreria mobile.

Dal maggio 2017, visto che molti rifugiati erano stati trasferiti ad Atene, la biblioteca è stata spostata nella capitale greca.

“Il nostro obiettivo nella creazione di queste biblioteche è quello di alimentare uno spazio di apprendimento e di creatività, un luogo dove coltivare la mente, una parte di noi che non può mai essere tenuta prigioniera. È un luogo in cui gli obiettivi e l'ambizione possono essere coltivati, indipendentemente dalla realtà triste del presente”,

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Non solo lettura. La Echo Refugee Library organizza anche lezioni e corsi, permettendo ai rifugiati di studiare e di acquisire nuove competenze.

LEGGI anche:

Quando la cultura è l'unica speranza...

Francesca Mancuso

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Panzerotti al forno ripieni di melanzane (ricetta senza lievito)

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Published in: Ricette

calzoncini zenza livito con melanzane cover

I panzerotti sono un cosiddetto "street food" della tradizione, soprattutto del Sud Italia. Chiamate in alcune zone calzoni, i più tipici prevedono l'utilizzo della pasta della pizza ripiena con mozzarella e pomodoro, ma esistono poi numerose varianti - anche dolci - sia nel ripieno che nell'impasto, ma anche nella cottura (fritti o al forno).

I panzerotti al forno ripieni di melanzane possono essere tranquillamente preparati in anticipo, e se serviti a temperatura ambiente si presentano fragranti e saporiti come se fossero appena sfornati. La mancanza di lievito nell'impasto rende questa ricetta adatta anche a chi è intollerante ai lieviti ed è perfetta, inoltre, per soddisfare eventuali ospiti improvvisi.  I panzerotti al forno ripieni di melanzane sono quindi un perfetto salva cena, ma sono adatti anche per essere consumati fuori casa.

Ingredienti per 9 panzerotti circa

  • 750 gr di melanzane viola
  • 120 gr di cipolla dorata
  • olio evo q.b.
  • 2 foglie di basilico
  • 2 bicchieri d'acqua
  • sale q.b.
  • 500 gr di farina di semola rimacinata
  • 220 ml di acqua
  • 100 gr di olio evo
  • 10 gr di sale
  • Tempo Preparazione:
    40 minuti circa
  • Tempo Cottura:
    35 minuti circa
  • Tempo Riposo:
    -
  • Dosi:
    per 4 persone
  • Difficoltà:
    bassa

 

Come preparare i panzerotti al forno ripieni di melanzane: procedimento

  • Lavare il basilico e le melanzane, recidere il picciolo delle melanzane e tagliarle a pezzettini, sbucciare la cipolla e tagliare anch'essa,
    quindi unire la cipolla e le melanzane in una padella con un filo d'olio, aggiungere il basilico spezzettato, regolare di sale e far soffriggere,
  • aggiungere i due bicchieri d'acqua e far cuocere fino a consumarla avendo cura di mescolare ogni tanto, a cottura ultimata far raffreddare.
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  • Nel frattempo mettere in una ciotola capiente la farina e il sale, incorporare prima l'acqua e a seguire l'olio, ed impastare amalgamando il tutto,
  • spianare su un foglio di carta forno l'impasto ottenendo una sfoglia spessa circa 2/3 mm,
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  • con una tagliapasta o anche una tazza ricavare dei cerchi, e adagiarli ordinatamente in una teglia rivestita con carta forno;
  • farcire ogni disco di pasta con un po' di melanzane,
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  • inumidire con acqua il bordo dei dischi quindi chiuderli su se stessi facendo un po' di pressione in modo da sigillare per bene i bordi,
  • spennellare i calzoncini appena sfornati con olio, bucarli in superficie e cuocerli in forno caldo a 200° per circa trentacinque minuti o comunque fino a doratura,
  • a cottura ultimata sfornare e far raffreddare.
  • I panzerotti al forno ripieni di melanzane potranno essere serviti tiepidi o anche a temperatura ambiente.
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Come conservare i panzerotti al forno ripieni di melanzane:

 Se coperti da pellicola alimentare, i panzerotti al forno ripieni di melanzane possono essere conservati per un paio di giorni.

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Potrebbero interessarti altre ricette con le melanzane o altre ricette di street food della tradizione

Ilaria Zizza

Slayer, il pitbull che ha salvato due bambini da un serpente velenoso (VIDEO)

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Published in: Cani, Gatti & co.

pitbull salva bambini

È accaduto in Florida, dove Melissa Butt era in giardino coi i nipotini. Il pitbull Slayer si trovava con i due piccoli, Zayden di 4 e Mallory di un anno, e l'altro cane della famiglia, Paco.

Ad un certo punto, la donna ha sentito abbaiare Slayer e si è precipitata a vedere cosa stesse accadendo. I due cani non sembravano calmarsi, così Melissa ha portato dentro casa i bambini ed è tornata a controllare. Il pitbull aveva scorto nell'erba un serpente velenoso, proprio vicino all'area in cui giocavano i piccoli.

I due cani stavano schiacciando il serpente che a sua volta li mordeva. Slayer ha rimediato un morso sul muso mentre Paco è stato sfiorato su una zampa.

“È stato allora che Slayer ha afferrato il serpente in bocca e l'ha ucciso”, ha raccontato la donna.

Subito dopo, Melissa ha portato i cani dal proprio veterinario visto che il veleno era ormai in circolo. La situazione di entrambi appariva abbastanza grave. Slayer aveva il volto gonfiò e respirava a fatica.

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Paco è riuscito a tornare a casa dopo una sola notte in ospedale ma per il pitbull è stato necessario il ricovero. L'animale infatti ha rischiato la vita nonostante il trattamento anti-veleno.

“Vederlo soffrire è stato devastante”, racconta Butt.

Varie dosi di antiveleno e altre cure hanno permesso a Slayer di sopravvivere. Anche se il suo volto non è ancora tornato completamente alla normalità, il pitbull nel complesso sta bene e lo scorso mercoledì è tornato dalla sua famiglia.

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ANGEL, IL FEROCE PIT-BULL CHE UCCIDE I BAMBINI... DI BACI

Ad attenderlo, oltre a Melissa e al marito White, c'erano anche i due piccoli, salvati da Slayer.

Francesca Mancuso

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Street art: le originali ombre sui marciapiedi che vi faranno sorridere (FOTO)

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Published in: Arte e Cultura

ombre street art

Camminando per le vie della città, sui marciapiedi è possibile imbattersi in strane figure, realizzate ad hoc per attirare l'attenzione dei passanti e per distrarli dal quotidiano.

Ed è così che una cassetta postale proietta l'ombra di un mostro che sghignazza, o ancora il parchimetro diventa una colonna sormontata da una scimmietta che si gratta la testa.

Merito della fantasia dell'artista e della vernice di colore grigio scuro, con la quale Damon crea l'illusione di una strana ombra attaccata agli oggetti quotidiani.

“Ciò mi ha permesso di tirare fuori un lato più capriccioso della mia arte e di giocare con le ombre”, ha detto Belanger.

In realtà si tratta di un'iniziativa ben studiata. La Redwood City Improvement Association ha donato 30.000 dollari alla città e ha collaborato con varie associazioni e fondazioni per portare più creatività nella città.

Un modo per distrarre le persone, che troppo prese dalla routine quotidiana, spesso non si accorgono di ciò che le circonda, non osservando più le città in cui vivono. In questo modo invece la loro attenzione viene catturata da queste originali creazioni, magari strappando anche un sorriso.

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“Ci sono tanti artisti a Redwood City, ma non hanno sempre i finanziamenti per fare le cose che hanno in mente”, ha dichiarato Eric Lochtefeld, presidente della RCIA. “Vorremmo essere una fonte costante di finanziamenti per la comunità di artisti nel centro di Redwood City”.

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Chris Beth, direttore dei Redwood City Parks e Stephanie Kolkka, titolare di Brick Monkey, sono stati i leader di questo progetto e hanno scelto l'artista. Tra i tanti progetti inviati, quello di Belanger è stato considerato il più adatto. L'idea dell'ombra realizzata ad arte sui marciapiedi avrebbe creato un'atmosfera maliziosa e giocosa durante le passeggiate quotidiana nel centro cittadino.

“Le ombre danno agli oggetti normali mondani un vivo spirito in modo che le persone possano divertirsi nella vita quotidiana” ha spiegato l'artista.

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Non si tratta dell'unico progetto di Belanger in città. Sono in corso altri piani per creare dei murales interattivi in cui le persone possono scattare foto e diventarne parte.

Francesca Mancuso

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Miele contro batteri: quello di manuka sconfigge i super batteri farmaco resistenti

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Published in: Salute & Benessere

Miele

Uno studio dell’University of Technology di Sydney, guidato dalla microbiologa Nural Cokcetin, infatti, con alcuni test condotti su vari tipi di miele ha individuato il fattore protettivo della sostanza in grado di bloccare proprio la farmaco-resistenza.

Partendo dalla tesi secondo cui sono ancora molti i microorganismi pericolosi che non sarebbero ancora riusciti a sviluppare una resistenza contro le proprietà medicinali del miele, sostanza dalle mille caratteristiche e benefici, gli studiosi hanno analizzato diverse varietà di miele con antibiotici e batteri.

Quel che è emerso è che in presenza della sostanza e in condizioni in cui si sarebbe sviluppata rapidamente la cosiddetta “antibiotico-resistenza”, questa, di contro, non si è verificata.

"Il miele è stato utilizzato terapeuticamente da molte culture per millenni e si è rivelato utile come trattamento per le infezioni delle ferite e della pelle, soprattutto grazie alla sua attività antimicrobica", hanno detto gli autori dello studio.

In particolare è il miele prodotto da Leptospermum scoparium (più noto come manuka) che presenta un'attività antimicrobica ad ampio spettro contro una vasta gamma di patogeni batterici e di lievito ed è altrettanto efficace contro i batteri resistenti a più farmaci.

"L'Australia ha più di 80 specie di Leptospermum e la ricerca limitata fino ad oggi ha trovato almeno alcuni prodotti di miele con un'elevata attività antibatterica non perossida (NPA) simile al Manuka della Nuova Zelanda", spiegano i ricercatori. "E l'attività del miele di manuka è in gran parte dovuta alla presenza di metilglyoxal, prodotto non enzimatico da dihydroxyacetone presente nel nettare di manuka".

L’obiettivo dello studio è stato allora quello di quantificare chimicamente i composti che contribuiscono all'attività antibatterica in una raccolta di miele australiano Leptospermum, per valutare la relazione tra metilglyoxal e NPA in questi campioni e per determinare se la NPA cambia durante lo stoccaggio di miele. Gli scienziati hanno esaminato 80 campioni di miele provenienti da alberi di manuka fioriti del New South Wales e Queensland e hanno scoperto che il methylglyoxal è presente nelle varietà australiane.

"Lo studio fornisce la prova di ciò che abbiamo da tempo presupposto e cioè che il metilglyoxal è a livelli elevati nei mieli australiani di manuka", ha dichiarato l'autore principale dello studio Dr Nural Cokcetin, dell'Università di Tecnologia di Sydney . "Abbiamo anche dimostrato che l'attività dei mieli australiani manuka è rimasta invariata nel corso di sette anni dalla raccolta, che ha enormi implicazioni per estendere la durata di vita dei prodotti medicinali di miele".

Sul miele di manuka può interessarti anche:

Quel che rende particolarmente speciale il miele di manuka, insomma, è il livello eccezionalmente elevato di attività antibatterica stabile che nasce da un composto naturalmente presente nel nettare dei fiori manuka. In più, il miele non solo uccide i batteri in contatto, secondo questo studio, i batteri non diventano resistenti al miele.

Germana Carillo

Finopril: cos'è, come è finito nelle uova e quali conseguenze per la salute

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Published in: Salute & Benessere

Uova allerta

Lo scandalo si allarga ogni giorno di più e nonostante il ministero avesse tranquillizzato i consumatori per quanto riguarda le uova italiane, i sequestri degli allevamenti nostrani di questi giorni sta gettando nel panico e facendo perdere fiducia nelle istituzione che dovrebbero tutelarci. A questo punto ci si chiede sempre di più: quali sono i rischi di ingerire uova contaminate?

I rischi da ingestione di Fipronil, inoltre, sono direttamente proporzionati alla quantità di sostanza ingerita. Sinora, la maggiore dose di Fipronil che è stata riscontrata nelle uova contaminate è di 1,2 mg per chilo, mentre la dose giornaliera accettabile è di 0,01 mg per ogni chilo corporeo. Per cui una persona che pesa 70 chili potrebbe ingerire massimo 0,7 mg di Fipronil in 24 ore per non avere problemi di salute.

Cos’è il Fipronil

Si tratta di un insetticida usato in veterinaria contro i parassiti degli animali domestici e il cui impiego è vietato negli allevamenti di animali della catena alimentare in tutta l’Unione europea.

Fipronil è il nome commerciale del fluocianobenpirazolo, una sostanza chimica termostabile (non viene cioè alterata dalla temperatura di cottura) usata in genere per abbattere pulci, pidocchi, zecche e acari degli animali domestici come principio attivo in prodotti commerciali a una concentrazione di circa 9.8%.

La sua caratteristica è che consiste in un insetticida ad ampio spettro e a lenta efficacia (l’insetto avvelenato non muore all’istante) che ostacola le attività del sistema nervoso centrale degli insetti impedendo il passaggio degli ioni cloruro tramite il recettore del GABA e il recettore del Glut-Cl. Questo processo provoca un’ipereccitazione dei nervi e dei muscoli degli insetti contaminati che si trasformano poi "untori" per tutta la loro colonia.

Gli effetti del Fipronil

È un insetticida blando e secondo l’Organizzazione mondiale della sanitàmoderatamente tossico” e, se assunto in piccole quantità, i suoi effetti possono essere dolori addominali, nausea e vomito. In quantità maggiori, può provocare danni ai reni, al fegato e alla tiroide. Si tratta comunque di sintomi che nelle forme meno gravi sono reversibili una volta terminata l’esposizione alla sostanza.

La reale intossicazione, insomma, avverrebbe solo con l’assunzione di quantità elevate. In questo caso, il medico consiglierà di usare una lavanda gastrica, un purgante salino o carbone attivo.

Come mai il Finopril si trova nelle uova

Se si usa come insetticida che ci fa nelle uova il Fipronil? Ebbene, pare che sia finito nelle uova in maniera accidentale durante la disinfestazione di alcuni locali.  Un metodo legale? Assolutamente no, se si considera che l’uso del principio attivo è vietato in tutte le forme (compreso come disinfettante per le pulizie) negli stabilimenti dove si allevano animali destinati alla catena alimentare. E il controllo di ciò spetta in Europa proprio alle aziende produttrici, mentre le autorità sanitarie pubbliche devono svolgere regolarmente adeguati ispezioni a campione. Se ci sono anomalie, i dati devono essere comunicati al sistema di allerta comunitario che provvederà al ritiro dei prodotti che risultano irregolari.

Nelle ultime ore però si sta facendo strada un'altra versione, ancora più inquietante. In un intervista sul numero 29 dell’Informatore Agrario’Informatore Agrario Alain Masure, direttore del Centro studi della Federazione dell’agricoltura della Vallonia spiega come il Fipronil sia arrivato agli ignari allevatori aggiunto al Dega 16, un antipulci invece autorizzato anche negli allevamenti biologici che hanno creduto a una soluzione spacciata dai truffatori come ideale per assicurare risparmio economico ma anche taglio del numero dei trattamenti chimici e meno stress per gli animali.

Quel che sconcerta è che, come rivela il quotidiano belga Le Soir, un rapporto del Consiglio Superiore della Sanità già mise in guardia sulla tossicità del Fipronil nel giugno 2016, ma l’Asca, l’Agenzia per la sicurezza alimentare belga, non si allertò e non fece scattare i controlli.

Fatto sta, ahimè, e lo sappiamo bene, che in ogni caso le ovaiole sono trattate con insetticidi, antiparassitari e antibiotici. Va da sé, quindi, che una parte di queste sostanze siano assorbite dal corpo e finiscano poi nelle uova. Il problema sta nei limiti: se le quantità di insetticidi e antibiotici superano quelli previsti per legge potrebbero risultare dannosi per la salute dell’uomo.

Germana Carillo


Etichette: come leggere il codice delle uova

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Published in: Sai cosa compri?

codice etichetta uova
 

Prima cifra - tipologia di allevamento delle galline

  • “0”: indica allevamento di tipo biologico, che utilizza mangimi e foraggi provenienti da agricoltura biologica e in cui gli animali razzolano liberamente all’aperto
  • “1”: indica allevamento all’aperto. In questo caso le galline possono girare libere per una parte della giornata e deporre le uova nei pagliericci oppure sul terreno in un ambiente esterno loro destinato
  • “2”: indica allevamento a terra. Gli animali si muovono liberamente in un ambiente chiuso e depongono le uova per terra, sulla lettiera o nei nidi
  • “3”: indica allevamento a batteria, o in gabbia. Qui non si ha alcuna libertà di movimento e le uova vengono deposto sul fondo della gabbia stessa

A seconda del tipo di allevamento, sulla confezione deve essere riportata per intero la dicitura “Uova da agricoltura biologica”, “Uova da allevamento all’aperto”, “Uova da allevamento a terra” oppure “Uova da allevamento in gabbia”.

Cifre e lettere

La seconda combinazione del codice riporta due lettere che indicano il Paese d’origine delle uova. “IT”, nel nostro caso, corrisponde all’Italia. La terza parte corrisponde al codice Istat del comune dove si trova l’allevamento, seguito dalla sigla della provincia (in questo caso BS sta per Brescia).

codice uovo ger

L’ultima serie di cifre è il numero identificativo dell’allevamento da cui provengono le uova: è un codice univoco che permette di risalire subito all’azienda agricola di allevamento. Questo è di fondamentale importanza nel malaugurato caso in cui si verificassero problemi di tipo sanitario.

Scadenze

Riportate anche sulla confezione esterna, ci sono la data di scadenza, la denominazione dell’azienda di origine e/o di imballaggio e la categoria di qualità e di peso delle uova. Esistono infatti diverse categorie di uova:

  • “A”: sono uova fresche, che possono essere consumate anche senza lavarle. La camera d’aria delle uova della categoria A non deve superare i 6 millimetri di altezza e di 4 millimetri per quelle “extra”
  • “B”: non sono destinate alla grande distribuzione, ma alle industrie di trasformazione (produttori di maionese e prodotti dolciari, pastifici, dove verranno utilizzate previa pastorizzazione) o a quelle non alimentari. Non c’è obbligo di etichettatura per questa categoria di uova, ma i lotti devono essere ben distinguibili con etichette o fasce di colore rosso
confezione uova

Le uova si possono considerare “extra fresche” entro un periodo di nove giorni dalla deposizione e di sette giorni dal confezionamento.

Categorie di peso

Si distinguono quattro dimensioni e altrettanti codici di identificazione:

  • “S”: uova piccole, di meno di 53 grammi
  • “M”: uova medie, che pesano tra i 53 e i 63 grammi
  • “L”: uova grandi, di 63-73 grammi
  • “XL”: uova grandissime, di più di 73 grammi

Scegliamo comunque sempre e in ogni caso quelle che provengono da allevamenti italiani, meglio ancora se bio.

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Germana Carillo

I pinguini sono salvi! Il Cile dice no all'estrazione del ferro

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Published in: Animali

pinguini di humboldt

Buone notizie arrivano dal Sud America. Lo scorso lunedì, il governo cileno ha respinto un controverso progetto da 2,5 miliardi di dollari, proposto da Andes Iron per la lavorazione del rame e del ferro. A regime, il progetto, chiamato Dominga, avrebbe prodotto 12 milioni di tonnellate di ferro ogni anno e 150.000 tonnellate di rame.

“(Esistono) carenze nelle informazioni di base e insufficienti misure di mitigazione, di compensazione e di riparazione, riteniamo che gli eventuali impatti non siano stati correttamente curati”, ha detto il Ministro cileno dell'ambiente Marcelo Mena.

Il progetto avrebbe avuto un impatto significativo sui pinguini di Humboldt che vivono nella Cile Humboldt Penguin Reserve.

Dominga è diventato un simbolo delle difficoltà che i grandi progetti stanno incontrando in Cile, soprattutto quando gli interessi economici si scontrano con la sensibilità per l'ambiente. Un risvegliato amore per la Natura sta spingendo i cileni e i loro leader politici a contrastare le iniziative che mettono a rischio l'ambiente e gli animali.

Dominga sarebbe stato situato a circa 65 km dalla città di La Serena. A marzo, una commissione ambientale aveva già respinto il progetto, trasmettendolo ai Ministri per la decisione definitiva, che è arrivata proprio nei giorni scorsi.

Il ministro dell'ambiente ha dichiarato: “Credo fermamente nello sviluppo, ma non può essere conseguito al costo del nostro patrimonio ambientale e non può causare rischi per la salute né danneggiare zone uniche al mondo”.

Andes Iron, può presentare appello, ma non ha ancora fatto sapere quali saranno le sue intenzioni.

Qui vive infatti l'80% dei pinguini di Humboldt del mondo e altre specie a rischio tra cui le balene blu e le lontre marine.

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Una notizia storica, speriamo la prima di una lunga serie.

Francesca Mancuso

Tortino di quinoa light (ricetta vegan senza grassi aggiunti)

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Published in: Ricette

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La quinoa, ingrediente vegetale spesso impiegato nella preparazione di ricette salate, può essere utilizzata anche nella preparazioni di dolci. Nella nostra ricetta abbiamo deciso di aromatizzarla utilizzando dell'anice stellato, e l'abbiamo poi accostata a della farina di tipo 1 e a dello zucchero di canna integrale.

Il delicato aroma dell'anice stellato, che ricorda vagamente il sapore della liquirizia, si sposa alla perfezione con la sapidità dello zucchero di canna integrale che, come sempre, conferisce ai dolci un sapore davvero molto particolare. Il tortino di quinoa all'anice stellato è perfetto per l'inzuppo a prima colazione, ma ben si presta anche per essere consumato come snack a metà giornata.

Ingredienti

  • 100 gr di quinoa
  • 1 anice stellato
  • 350 gr di farina 1
  • 80 gr di zucchero di canna integrale
  • 10 gr di lievito per dolci
  • acqua q.b.
  • Tempo Preparazione:
    40 minuti
  • Tempo Cottura:
    20 minuti
  • Tempo Riposo:
    -
  • Dosi:
    per 6 persone
  • Difficoltà:
    bassa

 

Come preparare il tortino di quinoa light: procedimento

  • Porre l'anice stellato in un bricchetto pieno d 'acqua, portare a bollore, quindi spegnere e far raffreddare.
  • Nel frattempo mettere in ammollo la quinoa per qualche minuto in una ciotola piena d'acqua e a seguire sciacquarla abbondantemente sotto il getto dell'acqua corrente per eliminare così la saponina che le conferirebbe un sapore amarognolo,
  • metterla quindi in una pentola capiente, versare al suo interno l'acqua con l'anice stellato ed aggiungere eventualmente altra acqua fino a coprire,
  • cuocere quindi la quinoa per quindici minuti,
tortino quinoa 1
  • a cottura spegnere il fuoco e lasciarla raffreddare ed assorbire così l'acqua di cottura.
  • Quando la quinoa avrà assorbito l'acqua aromatizzata, eliminare l'anice stellato, e porla in una ciotola capiente,
  • mescolarla quindi con la farina e lo zucchero ed infine incorporare il lievito per dolci.
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  • Trasferire il composto su una teglia rivestita con carta forno e livellarlo il più possibile,
  • cuocere in forno caldo a 180° per circa venti minuti,
  • per verificare la cottura effettuare la prova stecchino, se questo estraendolo sarà asciutto il tortino sarà cotto, in caso contrario lo si dovrà cuocere ancora per qualche minuto e ripetere poi la verifica.
  • A cottura ultimata sfornare e far raffreddare il tortino di quinoa all'anice stellato su una gratella.
  • Una volta freddo, il tortino di quinoa all'anice stellato potrà essere servito.
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Come conservare il tortino di quinoa all'anice stellato:

Se conservato in appositi contenitori ermetici, il tortino di quinoa all'anice stellato manterrà la sua fragranza almeno per un paio di giorni.

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Ilaria Zizza

Amatrice rende omaggio a Camilla, il cane che ha salvato decine di vite dalle macerie

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Published in: Cani, Gatti & co.

statua Camilla Amatrice

Ieri, la statua a lei dedicata è stata scoperta, alla vigilia del primo anniversario del terremoto che colpì Amatrice, radendola al suolo. Tra le macerie del comune reatino, il border collie salvò molte vite umane.

Camilla faceva parte dell'unità cinofila dei Vigili del fuoco e quel giorno, insieme al suo conduttore Nicola Ronga, aiutò a scovare tanti dispersi tra le macerie.

Non era solo un cane, era l'incarnazione della generosità, della solidarietà, dell'amore, della forza di volontà: il meglio del nostro Paese” ha detto Rinaldo Sidoli del Movimento animalista a margine dell’inaugurazione del monumento.

“Camilla hai lottato, hai scavato, Amatrice non ti ha dimenticato. Grazie per tutto” sono state le parole del sindaco Sergio Pirozzi:

Non solo Amatrice

Camilla dal 2009 operava insieme al suo conduttore nelle ricerche in superficie e nella rimozione delle macerie, nei luoghi colpiti da terremoti e disastri naturali.

“Trovò e contribuì a strappare dalle macerie decine e decine di uomini, donne e bambini. Di lei rimangono memorabili le imprese nelle alluvioni di Genova e a Molo Giano, nella ricerca delle vittime della Torre Piloti. Le è stata fatale la caduta da una roccia mentre cercava una persona scomparsa nelle campagne del comune di Bergeggi. Camilla è e resterà un esempio per tutti. Anche se molti esseri umani non li rispettano come meriterebbero, i cani da soccorso sono sempre lì, pronti a salvare vite umane” continua Sidoli.

Proprio durante uno dei suoi tanti salvataggi, Camilla ha riportato le gravi ferite che il 1° giugno 2017 l'hanno portata alla morte. Il border collie cadde da una roccia durante un intervento di ricerca nelle campagne di Bergeggi, in provincia di Savona.

LEGGI anche:

Camilla non è stata l'unica a buttarsi nella mischia per salvare vite umane, in occasione del terremoto di Amatrice del 24 agosto scorso. Anche la cagnolina Laga scavò tra le macerie per salvare la sua famiglia.

Francesca Mancuso

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Uova al Fipronil, vogliamo i nomi delle aziende coinvolte. Codacons chiede dimissioni Lorenzin

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Published in: Allerte alimentari

uova finopril

A poco sono servite le rassicurazioni sul fatto che le uova italiane fossero sicure e che gli allevamenti italiani non fossero coinvolti nel caso Fipronil. I timori si erano concentrati all'inizio sulle uova importante visto che l'allarme era partito dall'Olanda per poi allargarsi ad altri paesi europei.

Con un comunicato di ieri, il Ministero della Salute ha fatto sapere che sono state 8 le positività rilevate a seguito dei controlli, di cui 5 in uova presso dei centri di imballaggio, 2 relative ad ovoprodotti e 1 relativa a prodotti di trasformazione. E' scattata la segnalazione alle Regioni e Asl competenti territorialmente per ulteriori accertamenti sulla provenienza nazionale o estera delle uova.. 

Di fatto, anche in alcuni allevamenti italiani è presente il Fipronil. Per questo i Nas da giorni stanno passando al setaccio non solo i prodotti esteri a base di uova indicati come contaminati ma anche quelli nazionali.

“I NAS hanno eseguito, congiuntamente alle ASL ed anche in autonomia, 253 accessi ispettivi presso allevamenti, centri di distribuzione e lavorazione delle uova, industrie e laboratori di produzione di prodotti dolciari, salse e paste all'uovo, sequestrando cautelativamente oltre 91.000 kg di uova e ovoprodotti (di cui 106 Kg penalmente), in attesa dei responsi analitici dei 107 campioni conoscitivi inviati ai laboratori degli Istituti Zooprofilattici di Teramo e Roma, di cui si è in attesa degli esiti” si legge sul comunicato ufficiale dei Carabinieri.

In Campania nei giorni scorsi sono stati individuati altri due casi di uova contaminate secondo quanto riferito dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno.

Dopo l'accertato coinvolgimento degli allevamenti italiani, il Codacons chiede le immediate dimissioni del Ministro Lorenzin:

"Anziché correre ai ripari e segnalare la situazione di pericolo, come sarebbe stato doveroso per ragioni di precauzione e semplice buon senso, la ministra ha infatti pensato bene di non intervenire. In questo modo, ha lasciato che i consumatori continuassero ad acquistare uova e prodotti composti con uova, esponendoli a un rischio diretto. Adesso, proprio per questo motivo, tutti coloro che dovessero aver mangiato o comprato uova contaminate potranno denunciare direttamente la ministra per concorso nei reati di immissione in commercio di prodotti tossici."

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Per Agostino Macrì, responsabile dell'Area sicurezza alimentare dell'Unione Nazionale Consumatori, la contaminazione delle uova “potrebbe essere anche dipesa dalla presenza nell'ambiente del disinfettante e non da trattamenti intenzionali delle galline. E' importante, però, anche per rassicurare il consumatore, che le cause siano al più presto rese pubbliche, considerato che il problema di residui di Fipronil si sta allargando e potrebbe interessare anche le produzioni nazionali”.

“Quella delle uova al Fipronil è una truffa che ha colpito tutti, anche le piccole aziende e quelle del biologico” denuncia all’Informatore Agrario Alain Masure, direttore del Centro studi della Federazione dell’agricoltura della Vallonia. Lo scandalo dunque vede coinvolta anche l'Italia.

Dietro infatti ci sarebbe una inquietante ipotesi: il Fipronil sarebbe arrivato agli ignari allevatori aggiunto al Dega 16, antipulci invece autorizzato anche negli allevamenti biologici.

Uova allerta

Abbiamo anche sentito dire che con il bio certe cose non succedono – ha aggiunto Masure - ma il Dega-16 è autorizzato anche per gli allevamenti biologici. La polemica sulla tipologia di allevamento poi è totalmente fuori dal mondo, perché ha riguardato tutte le categorie di produzione, a terra come in gabbia”.

Altro che autosufficienza nazionale per le uova. Secondo i dati Eurostat ogni anno il nostro paese importa oltre 50 milioni di tonnellate di uova e ovoprodotti.

Fuori i nomi, è l'invito della LAV: “A tutela del consumatore e per dovere di trasparenza, la LAV chiede al Ministero della Salute di rendere pubblici i nomi delle aziende e dei prodotti con uova risultati positivi al Fipronil, inclusa l’informazione sulla distribuzione di questi prodotti per la vendita. L'Associazione invita i consumatori a considerare con attenzione queste notizie in quanto le uova sono un prodotto ampiamente utilizzato nella catena alimentare, e fare scelte alimentari più consapevoli”.

In questo momento, anche leggere le etichette col codice delle uova non sembra essere la soluzione più sicura visto che neanche quelle provenienti da allevamenti biologici sono al riparo dal rischio Fipronil.

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Che fare?

“Gli allevatori hanno l’obbligo di garantire la salubrità dei loro prodotti e la salute dei consumatori affidandosi esclusivamente a prodotti autorizzati per legge e regolarmente prescritti con ricetta dai propri veterinari. L’infestazione da acaro rosso è assolutamente deleteria per la produzione di uova ma non autorizza ad utilizzare prodotti come il fipronil, che hanno conseguenze negative per la salute dell'uomo e che sono, pertanto, vietati per gli animali destinati alla catena alimentare” sostiene Antonio Camarda, docente presso l'Università di Bari ed esperto di patologie aviarie.

Una situazione ancora molto incerta e in continuo aggiornamento.

 

Francesca Mancuso

Crumble al gelato

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Published in: vivi verde coop

crumble al gelato cover

Ingredienti

  • 600 gr di gelato alla panna vivi verde Coop
  • 150 gr di farina integrale vivi verde Coop
  • 1 uovo medio
  • 50 gr di zucchero di canna
  • 50 gr di burro ammorbidito
  • 1 pizzico di sale
  • Tempo Preparazione:
    40 minuti
  • Tempo Cottura:
    20 minuti
  • Tempo Riposo:
    -
  • Dosi:
    per 4 persone
  • Difficoltà:
    bassa

Procedimento per il crumble al gelato:

  • In una ciotola unire la farina, lo zucchero, il burro, il sale e l'uovo ed amalgamare il tutto fino ad ottenere un composto molto granuloso.
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  • Foderare ora una teglia con carta forno e trasferire il composto appena preparato nella teglia.
  • Senza compattare l'impasto, cuocerlo in forno caldo a 180° per circa venti minuti o comunque fino a doratura.
  • A cottura ultimata sfornare e far raffreddare.
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  • Una volta freddo potrete utilizzare il crumble in pezzettini oppure potrete anche sbriciolarlo ulteriormente.
  • Porre sul fondo di una coppa per gelati, o anche di un bel bicchiere, il crumble e stratificarlo con il gelato, servire subito.
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Come conservare il crumble:

Se dovesse avanzare del crumble, lo si potrà conservare per circa tre giorni in contenitori ermetici.

crumble al gelato 1

 

Depressione: su Google il test per riconoscerne i segnali

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Published in: Mente & emozioni

depressione

Cercando “clinical depression” su Google da smartphone apparirà uno strumento per capire se si è depressi. Non fraintendiamo. Un medico avrà certamente strumenti migliori per aiutare le persone che ne sono affette e in nessun caso il web può sostituirsi a un dottore.

Va detto però che lo strumento offerto da Google (al momento per gli Usa) non aspira a curare ma aiuta a riconoscere se sì è o meno depressi tramite un questionario di screening in grado di verificare il livello probabile di depressione.

Poco interesse o piacere nel fare le cose, problemi di concentrazione su azioni come la lettura del giornale o la televisione?, sono aspetti su cui il questionario invita a riflettere. Quest'ultimo non è affatto banale ma è stato realizzato con la collaborazione della National Alliance on Mental Illness americana.

Le statistiche Usa mostrano che spesso chi presenta i sintomi della depressione impiega da 6 a 8 anni prima di iniziare un trattamento, perdendo del tempo prezioso.

“Crediamo che la consapevolezza della depressione possa contribuire a potenziare ed educare tutti consentendo un accesso più rapido al trattamento. E questo strumento può aiutare” spiega Google, precisando che non pretende di fare diagnosi ma di sensibilizzare sulla depressione.

Quest'ultima è una condizione molto comune. Rivela Google che solo negli Usa appena il 50 per cento delle persone che ne sono affette si sottopone a un trattamento.

googledepressione

“Per contribuire a sensibilizzare sulla consapevolezza di questa condizione, abbiamo collaborato con Google per fornire un accesso più diretto agli strumenti e alle informazioni alle persone che potrebbero soffrirne” dichiara la National Alliance on Mental Illness.

LEGGI anche:

Ci sono dei sintomi da non sottovalutare, anche se spesso bisogna anche riflettere sulle cause alla base della depressione. L'importante è non ignorare i segnali che il nostro corpo ci invia e non avere timore o paura di confrontarsi con un medico.

Francesca Mancuso


Come creare batterie low cost dai vecchi pc: spopolano i tutorial sul web

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Published in: Energie rinnovabili

batterie tesla home made

Il lato più interessante della questione è sicuramente che il risultato è all’altezza delle soluzioni di storage più celebri. Ma c’è anche altro che suscita interesse: la fabbricazione casalinga di batterie sta diventando una vera mania, un fenomeno virale sul Web. E anche in questo caso si trovano online tutorial e “maestri” che insegnano questa “arte di arrangiarsi” per avere a prezzo economico (o addirittura a costo zero) un sistema efficiente che consente di immagazzinare rapidamente l'energia generata da pannelli solari o dispositivi di produzione di energia pulita.

I risultati degli esperimenti

Facebook, YouTube, forum: le persone possono imparare da sole come creare in maniera sicura la propria batteria. Su un forum francese, Glubux dichiara di aver realizzato una batteria che può contenere fino a 28 kWh di energia, con cui in pratica alimenta tutta la propria abitazione e ottiene anche un surplus di energia. Peter Matthews, youtuber australiano, parla di una batteria gigante da 40 kWh, alimentata da 40 pannelli solari installati sul tetto, che fornisce energia a tutto tranne che ai suoi condizionatori e al sistema di riscaldamento dell’acqua.

Lo stesso Matthews è anche uno degli amministratori del gruppo DIY Powerwalls su Facebook, su cui vengono postati esperimenti e riflessioni sull’utilizzo alternativo delle batterie per riprodurre quelle di Tesla.

homemade battery

 

I consigli degli “esperti”

La maggior parte di questi pionieri della realizzazione di batterie home made consiglia batterie al litio 18650. Di solito si trovano racchiuse in case colorati all’interno dei dispositivi elettronici come i computer. Ma esistono in commercio vendute anche singolarmente a prezzi abbordabili, all’incirca 5 dollari.

Naturalmente, utilizzando quelle di seconda mano si risparmiano anche centinaia di dollari o euro. In questo caso il problema principale è capire come e dove procurarle. Il nostro consiglio invece è quello, se intendete cimentarvi nella costruzione di una batteria, di seguire le istruzioni in maniera scrupolosa per non imbattervi in rischi inutili.

Le celebri e innovative soluzioni di Tesla:

Solo esperimenti o vera innovazione?

E’ vero, stiamo parlando di esperimenti casalinghi, ma hanno moltissimi aspetti positivi. Da un lato, come abbiamo detto, la possibilità di accesso a soluzioni di storage da parte di più persone. Dall’altro, anche la riduzione dei rifiuti. Citiamo soltanto un dato: secondo Call2Recycle, circa il 95% delle batterie vendute negli Usa non vengono affatto riciclate ma semplicemente gettate via nell’immondizia.

Anna Tita Gallo

La bellissima silos Art che sta colorando le campagne australiane

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Published in: Arte e Cultura

Silos art

Tutto è cominciato a dicembre del 2015 quando l'artista di Brisbane realizzò il suo primo murale sui silos, nel comune di Brim, incuriosendo gli abitanti e ispirando nuovi progetti, questa volta nella zona nord-occidentale della regione, firmati da altri artisti.

Ne è nato un vero e proprio percorso, noto come Silo Art Trail, costellato di opere ricche di colore.

Il percorso inizia a Rupanyup, centro rurale in cui l'artista russa Julia Volchkova ha dipinto un murale monocromatico che raffigura due sportivi locali, Ebony Baker e il calciatore Jordan Weidemann.

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La fermata successiva è Sheep Hills, dove un enorme dipinto colorato mostra quattro volti indigeni e occupa sei silos di grano. I ritratti imponenti hanno un significato simbolico per la gente locale.

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Continuando verso nord sulla Silo Art Trail si arriva a Brim, dove si trova il famoso quartetto di contadini di Guido Van Helten. La scena raffigura quattro residenti di Brim rappresentanti della comunità agricola colpita dalla siccità. Il murale divenne un punto di riferimento regionale e fornì l'ispirazione per il progetto Silo Art Trail.

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La destinazione successiva è Lascelles. Qui, lo street artist di Melbourne Rone ha dipinto ritratti intimi di due coltivatori di grano locali, Geoff e Merrilyn Horman, che si affacciano sul panorama rurale. La famiglia Horman vive lì e coltiva quella terra da quattro generazioni.

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Il Silo Art Trail termina nella città di Patchewollock, dove l'artista di strada di Brisbane, Fintan Magee, ha dipinto una gigantesca opera raffigurante il pastore Nick 'Noodle' Hulland. Nick è stato scelto per il suo look classico del contadino e la sua forte connessione con la comunità agricola.

LEGGI anche:

Opere suggestive, che ispirandosi alla tradizione del luogo, hanno portato una ventata di novità e di colore.

Francesca Mancuso

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Come lo yoga ti cambia il cervello. Il nuovo studio

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Published in: Yoga

Yoga cervello

A darne conferma è una ricerca pubblicata sulla rivista Frontiers in Immunology che racchiude più esiti scientifici secondo cui gli asana – ossia le diverse posizioni – hanno la capacità di far abbassare l’ormone cortisolo che, inducendo lo stress, implica una serie di effetti infiammatori per l’organismo. Da qui, dalle infiammazioni croniche, scaturisce poi una successione più o meno infinita di patologie.

In effetti, già ben noti sono i benefici di una pratica millenaria come lo yoga: dà luogo a più materia grigia nell’area della memoria, riduce l’attività della zona “rettile” del cervello, l’amigdala, che fa scattare le paure, e aumenta quella del sistema parasimpatico, che fa dona rilassamento, fa riposare e favorisce la digestione.
Secondo il ricercatore dell’Harvard Medical school, Greenberg, varie analisi hanno osservato cambiamenti nelle strutture cerebrali di volontari prima e dopo classi yoga e meditazione mindfulness: quelle che sono le strutture collegate all’attenzione, al pensiero, alla consapevolezza sono aumentate di volume.

Dopo 8 settimane di trainingspiegail cervello dei partecipanti ha evidenziato un incremento nella materia grigia dell'ippocampo, coinvolto nell'apprendimento e nella memoria”. E non solo: chi si dedica a meditazione e yoga avrebbe anche una “insula” più grande, ossia avrebbe una più ampia zona del cervello deputata alla consapevolezza del proprio corpo. Ne consegue, quindi, che lo yoga è qualcosa di utile anche per prendere coscienza del proprio fisico e modellarlo nel migliore dei modi.

Infine, una ricerca pubblicata nel 2017 su International Psychogeriatric, ha preso in esame un gruppo di anziani con problemi cognitivi di media entità che hanno seguito in maniera alternata 12 settimane di classe di yoga kundalini o terapie verbali per il recupero della memoria. Se le capacità mnemoniche sono aumentate in tutti e due i gruppi, gli anziani yogi hanno piuttosto avuto un miglioramento delle funzioni verbali, visive e delle capacità di prendere decisioni e pianificare progetti.

Sui benefici di yoga e meditazione puoi leggere anche:

Studi su studi, insomma, provano che lo yoga è buono per il corpo e la mente. Può essere usato nel trattamento delle condizioni di ansia, depressione, insonnia, disturbi alimentari o sessuali, tiene a bada l'ipertensione, allevia i dolori ed è semplicemente una buona abitudine che riguarda la cura di sé. Ecco, ora sapete come un semplice saluto al sole possa cambiare il vostro cervello e il vostro stile di vita. 

Germana Carillo

Insalata di farro alla greca

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Published in: Ricette

insalata farro alla greca

Per eseguire questa ricetta si dovrà cuocere solo il farro e nel frattempo si dovranno lavare accuratamente il basilico, i pomodori e i peperoni ed unirli poi in un'unica terrina insieme al resto degli ingredienti. Vi esortiamo come sempre a scegliere ortaggi biologici o comunque di certa provenienza per evitare così di assumere sostanze nocive per l'organismo.
L'insalata di farro alla greca è ricca di ingredienti di stagione ma, se volete, potete personalizzarla omettendo qualcosa oppure aggiungendo un alimento di vostro gradimento.
L'insalata di farro alla greca è un piatto ricco di vitamine, sali minerali e fibre, se la preparerete non ne gioveranno quindi sole le vostre pupille gustative.

Ingredienti per l'insalata di farro alla greca

  • 200 gr di farro
  • 200 gr di feta
  • 150 gr di olive nere denocciolate
  • 250 gr di pomodorini
  • 1 cipollotto
  • 4 foglie di basilico
  • 1/2 peperone rosso
  • 1/2 peperone giallo
  • olio evo q.b.
  • sale q.b.
  • Tempo Preparazione:
    20 minuti
  • Tempo Cottura:
    15 minuti
  • Tempo Riposo:
    -
  • Dosi:
    per 4 persone
  • Difficoltà:
    bassa

 

Come preparare l'insalata di farro alla greca:

  • Sciacquare il farro sotto il getto d'acqua corrente, porlo in una pentola piena di acqua fredda e cuocere per il tempo indicato sulla confezione.
  • Nel frattempo lavare accuratamente il basilico, i pomodori e i peperoni, mettendoli a bagno in acqua e bicarbonato, quindi risciacquare abbondantemente.
  • Pulire il cipollotto, tritarlo finemente e tagliare a spicchi i pomodori,
  • unire tutto in ciotola capiente insieme alle olive e alla feta sbriciolata,
  • pulire ora i peperoni recidendo il picciolo e pulendoli internamente dai filamenti bianchi e dai semi.
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  • Tagliare a pezzettini solo una metà di ogni peperone ed aggiungerla nella ciotola insieme al basilico spezzettato,
  • quando il farro sarà cotto scolarlo e raffreddarlo del tutto con acqua corrente ed aggiungerlo al resto ingredienti,
  • condire con olio evo e sale e mescolare.
  • L'insalata di farro alla greca potrà essere servita dopo qualche minuto di riposo, in modo così che gli aromi si mescolino, oppure potrà essere messa a raffreddare in frigorifero.
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Come conservare l'insalata di farro alla greca:

L'insalata di farro alla greca potrà essere conservata in frigorifero per un paio di giorni purché riposta in appositi contenitori ermetici.

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Ilaria Zizza

Brucia il Monte Morrone: in fiamme più di 900 ettari di uno dei simboli del Parco della Majella (VIDEO)

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Published in: Ambiente

incendio monte Morrone

Forse, in questa rovente estate, costellata di incendi, ci si è un po' assuefatti a notizie di questo tipo ma quello che da quasi una settimana flagella il Morrone è davvero molto grave. Siamo in piena emergenza.

I roghi hanno interessato soprattutto i territori dei comuni di Sulmona e Pacentro progressivamente hanno avvolto il sovrastante versante del Monte Morrone.

Si tratta di un vero e proprio attacco a una delle montagne simbolo del Parco Nazionale della Majella, che ha danneggiato vaste zone di riserva. L’Ente Parco, in contatto con la sala operativa della Protezione civile, è presente sul posto con mezzi e uomini per gli interventi di bonifica e controllo dei focolai rimasti nei settori più bassi dell’incendio. Gli interventi nei settori alti della montagna invece possono essere effettuati solo con i mezzi aerei.

Sono stati impiegati 20 vigili del fuoco e 30 volontari, con l’ausilio di due Canadair, insieme ai ‘super alpini’ dall’Aquila, un reparto speciale che fa parte del 9/o reggimento che ha già preso parte al soccorso a Rigopiano.

“Un grave danno alla biodiversità del Parco, in uno dei settori più belli e di pregio. Un vero e proprio attacco alla politiche di conservazione del Parco e i quali danni saranno visibili per anni” ha detto il Direttore dl Parco Oremo Di Nino.

Diversi i focolai attivi fin sulle sommità del Morrone, nonostante i numerosi tentativi di arginarli. Si parla di 900 ettari di boschi andati in fumo. Una situazione drammatica.

Ieri si è svolto un vertice condotto dal Presidente della Regione, Luciano D'Alfosno, nei locali del Centro Operativo Comunale di Sulmona. La riunione operativa è stata convocata per definire le strategie da adottare per fronteggiare i focolai. All'incontro tecnico hanno partecipato il Prefetto dell'Aquila, Giuseppe Linardi, il capo dipartimento nazionale dei Vigili del Fuoco, Bruno Frattasi, il capo della Procura di Sulmona, Giuseppe Bellelli, l'assessore regionale Andrea Gerosolimo, i sindaci di Sulmona, Annamaria Casini, di Pacentro, Guido Angelilli e di Sant'Eufemia a Maiella, Francesco Crivelli, i presidenti delle Province di Pescara, Antonio Di Marco e de ll'Aquila, Angelo Caruso, il direttore regionale dei Vigili del Fuoco.

Nei giorni scorsi inoltre l'Arta Abruzzo ha avviato il monitoraggio della qualità dell'aria con laboratorio mobile nella zona di Sulmona. Dai primi dati, riguardanti i giorni 22 e 23 agosto, è emerso che 

"è stato registrato un innalzamento di concentrazione per tutti gli inquinanti monitorati (Monossido di carbonio (CO), Benzene, Toluene, Polveri PM10, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) totali). I valori di maggiore concentrazione si sono verificati nelle ore notturne, mentre durante le prime ore del mattino i valori sono diminuiti con il mutare della direzione del vento. Nella notte tra il 22 e il 23 agosto, che al momento è ancora l’unico riferimento analitico a disposizione dell’Agenzia, tutti gli inquinanti hanno dunque raggiunto concentrazioni medie orarie significative certamente non caratteristiche della zona in esame. Alla luce di questi primi risultati, si è ritenuto opportuno proseguire il monitoraggio fino a data da stabilirsi".

LEGGI anche:

La Procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta per trovare “elementi utili a ricostruire le cause di questo incendio, si tratta di reati gravi, come incendio boschivo doloso e forse anche di disastro ambientale, questo lo valuteremo. Di certo faremo di tutto per assicurare alla giustizia i responsabili” ha detto il procuratore capo Giuseppe Bellelli.

Francesca Mancuso

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