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Ogm: accordo politico raggiunto, gli Stati UE saranno presto liberi di vietarli

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ogm divieto

I ministri dell'Ambiente UE hanno raggiunto un accordo per lasciare ogni Stato membro libero di vietare gli Ogm o di coltivarli sul proprio territorio. Non siamo però ancora giunti al provvedimento definitivo, che potrà essere perfezionato durante il semestre italiano di presidenza europea. Il testo proposto dalla Commissione Europea dovrà ritornare al Parlamento Europeo per una nuova valutazione.

Se tutto verrà confermato, i Paesi europei potranno vietare la coltivazione degli Ogm sulla base del modello di sviluppo economico che hanno deciso di seguire. Le ragioni economiche saranno sufficienti per mettere al bando gli Ogm? Gli organismi geneticamente modificati portano con sé anche dei rischi legati alla salute e all'ambiente che l'Europa non avrebbe ancora preso in considerazione a sufficienza.

Come ha spiegato il commissario europeo Tonio Borg, gli Stati europei potranno vietare gli Ogm sul proprio territorio per motivi diversi da quelli ambientali o sanitari "ad esempio per ragioni di pianificazione urbanistica, obiettivi di politica agricola, destinazione del suolo o ancora ragioni di politica pubblica".

Sarà la Commissione Europea a fare da intermediario tra i Paesi UE e le richieste di introduzione di Ogm da parte delle multinazionali biotech, ma l'ultima parola sulla decisione di permettere o vietare la coltivazione spetterà sempre ai singoli Stati membri.

"L'accordo raggiunto oggi é un buon compromesso in quanto" - ha dichiarato il ministro dell'ambiente Galletti - "molti Paesi Ue volevano una soluzione meno stringente, altri invece chiedevano una soluzione più stringente, ad esempio l'Italia. Credo però che il senso di responsabilità e la voglia di venire fuori da una situazione confusa ci abbia indotto tutti a trovare una sintesi con il documento di oggi".

Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, accoglie l'accordo come una svolta profonda nel quadro normativo europeo, soprattutto dal punto di vista di scelte economiche che non siano incentrate sull'omologazione: "Il divieto di coltivazione da misura provvisoria e legata al principio di precauzione per motivi ambientali e sanitari diventa giustamente" – ha precisato Moncalvo - "una decisione permanente assunta sulla base del modello di sviluppo che ogni singolo Paese intende sostenere".

Secondo la Coldiretti gli Ogm non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico del Made in Italy.

A parere di Legambiente, l'accordo va nella giusta direzione, poiché permette agli Stati membri di vietare la coltivazione di Ogm sul proprio territorio sia per ragioni socioeconomiche sia per l'attuazione di obiettivi di politica agricola e ambientale.

Non mancano però, alcuni punti critici. Sarà infatti necessario, secondo Legambiente, apportare alcuni miglioramenti alla proposta prima che arrivi al Parlamento Europeo per la seconda lettura, con un successivo nuovo accordo da raggiungere entro il prossimo dicembre. Si dovrà prendere in considerazione la necessità di valutare in modo approfondito i rischi per l'ambiente e per la salute legati agli Ogm, con un metodo che non si basi più solo sui dati scientifici forniti dall'azienda che ne richiede l'autorizzazione alla coltivazione o commercializzazione.

Nelle giornate precedenti all'accordo, sono giunte diverse critiche relative alla proposta della Commissione Europea per la messa al bando degli Ogm. L'Associazione NoOgm temeva in particolar modo che la nuova proposta di legge potesse annullare la clausola di salvaguardia, che permette ai singoli Stati di vietare gli Ogm in via cautelativa, per proteggere il territorio e la popolazione dai rischi per l'ambiente e per la salute.

Secondo Greenpeace e Slow Food, il testo appena passato al vaglio dei ministri darebbe alle aziende biotech un ruolo formale nel processa di messa al bando della coltivazione di Ogm: "Questo testo impedisce agli Stati membri di utilizzare le motivazioni legate ai rischi per la salute e l'ambiente derivanti da colture OGM per limitarne la coltivazione a livello nazionale".

Greenpeace e Slow Food chiedono al Parlamento Europeo di intervenire per garantire reale solidità giuridica alle iniziative di quegli Stati membri che intendono vietare la coltivazione di Ogm sul proprio territorio. Il semestre della Presidenza italiana del Consiglio UE, che inizierà a luglio, deve essere l'occasione per affermare un ruolo da protagonista del nostro Paese per salvaguardare agricoltura, ambiente ed economia italiana dai pericoli degli Ogm. Sarà la strada giusta per la messa al bando definitiva in Italia? La presidenza italiana si occuperà di trovare l'accordo finale sugli Ogm con il nuovo Parlamento Europeo entro la fine del 2014.

Marta Albè

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Plastica: come dimezzare le isole di rifiuti nell'oceano grazie all'invenzione di un 19enne

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ocean cleanup cover

Ricordate Boyan Slat, il 19enne che aveva ideato Ocean Array Cleanup, un sistema per ripulire gli oceani dalla plastica? Lo studio di fattibilità ha dimostrato che la sua tecnica funziona e potrebbe eliminare metà della plastica del Great Pacific Garbage Patch.

Diventata ormai il doppio degli Stati Uniti, l'isola di plastica potrebbe essere dimezzata in un decennio se il progetto di Boyan venisse realizzato. Le prove su campo gli hanno già dato ragione.

Ocean-Cleanup-Array-Boyan-Slat1

Come si evince dal reporttra aprile 2013 e maggio 2014, sono state esaminate la fattibilità tecnica e finanziaria del concept. Con i costi coperti da una campagna di crowdfunding, un team di oltre 100 persone, formato da rappresentati di aziende e istituti di ricerca, ha collaborato per produrre un'indagine approfondita. Lo studio di fattibilità ha dunque esaminato le proprietà fisiche dell'inquinamento generato dalla plastica e la fattibilità tecnica in termini di fluido-dinamica.

Ocean-Cleanup-Array-Boyan-Slat3

È stato inoltre effettuato un test alle Isole Azzorre per valutare eventuali effetti negativi sull'ambiente. Durante gli esperimenti, le panne hanno catturato numerosi rifiuti in plastica e ridotte quantità di zooplancton. Inoltre, secondo Slat, la plastica recuperata può essere riciclata e riutilizzata.

ocean cleanup

Come funziona l'Ocean Array Cleanup? Formato da due lunghe braccia a pelo d'acqua, il dispositivo è profondo circa 3 metri, una misura tutt'altro che casuale visto che la profondità alla quale si trova la maggior parte della plastica in mare è quella. I rifiuti vengono così catturati dalle lunghe panne che non si muovono dalla loro posizione ma agiscono come un imbuto gigante. L'angolo dei bracci infatti spinge la plastica a galleggiare nella direzione della piattaforma di raccolta. Qui viene poi filtrata, separata dal plancton e conservata per il riciclo.

Ocean-Cleanup-Array-Boyan-Slat

Ecco il video che mostra i test alle Azzorre:

{youtube}6IjaZ2g-21E{/youtube}

Com'è possibile vedere nel filmato, l'Ocean Array Cleanup non usa combustibili di alcun tipo per attirare la plastica ma sfrutta le correnti oceaniche naturali e il vento. Le barriere galleggianti sono state progettate inoltre per impedire ai pesci e alle altre creature marine di rimanere impigliati. Il passo successivo sarà la realizzazione concreta del progetto. Occorrono ancora 2 milioni di dollari per raggiungere la fase successiva, per la quale è stata lanciata una nuova campagna di crowdfunding.

Francesca Mancuso

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Shale gas: arriva l'era del fracking anche in Italia?

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E' arrivato il momento che "anche l'Europa viva la rivoluzione dello Shale Gas che è all'origine dell'abbassamento dei costi degli Stati Uniti". Lo diceva lo scorso 6 novembre 2013 l'ex Amministratore delegato di ENI Paolo Scaroni ai microfoni di Radio 1. 

Per questo il Governo italiano deve dire se, quando e dove, è stato autorizzato ed eseguito il fracking in Italia. Lo chiede il Movimento 5 Stelle dopo le pubbliche lodi fatte da ENI nei confronti dello shale gas. E si torna a parlare di estrazioni e terremoti.

"Desta perplessità che l’Eni, società di fatto controllata dallo Stato, abbia preso pubblicamente posizione a favore dello shale gas, tecnica che suscita molti dubbi nella comunità scientifica ed economica e che non è contemplata nella Sen, la Strategia energetica nazionale", con queste parole i deputati pentastellati che siedono in Commissione Attività produttive lanciano l'ennesimo allarme sul fracking per la ricerca dello shale gas anche in Italia. Allarme che, tra le altre cose, ha portato i 5 stelle a presentare una interrogazione parlamentare ai due ministri interessati dalla questione: Ambiente e Sviluppo economico.

Va detto, però, che fino a oggi tutti i ministri di tutti i Governi italiani hanno spapientemente evitato di rispondere nel dettaglio a domande sul fracking e argomenti vicini. I deputati a 5 stelle citano uno studio della Commissione UE sui rischi di contaminazione delle acque superficiali e profonde legati alla frantumazione del sottosuolo con gli agenti chimici, cioè al fracking, "Senza dimenticare un eccessivo consumo del suolo e disturbo alla biodiversità".

Ma la ciccia dell'interrogazione parlamentare è un'altra: il rapporto tra fracking (ed estrazioni petrolifere e gasifere in generale) e i terremoti: "Circa due mesi fa la rivista americana ‘Science’ ha scritto in riferimento ai due terremoti del maggio 2012 in Romagna e ha adombrato una causa legata all’attività umana, rifacendosi alle conclusioni di una Commissione internazionale di studio formata ad hoc".

Ma, alla fine della fiera, in Italia il fracking si fa oppure no? Secondo i 5 stelle è assai probabile: "sembra che la stessa Eni, secondo uno studio pubblicato nel 2013 da alcuni ricercatori del Cane a sei zampe, abbia ‘rivitalizzato’ il giacimento di Roseto-Montestillo a Lucera, nel foggiano, tramite fratturazione idraulica. E ciò malgrado nei documenti presenti sul sito del Ministero dello sviluppo economico riferiti a tale concessione (‘Tertiveri’) non vi siano riferimenti a tale operazione, condotta peraltro in una zona ad alto rischio sismico".

Il problema è quel "sembra": in Italia, come nel resto d'Europa e in USA, non è per nulla facile sapere quali tecniche utilizzino le compagnie petrolifere nelle singole aree perforate. Per questo i 5 stelle chiedono "se vi sia l'obbligo da parte delle società concessionarie dei diritti di perforazione di indicare la volontà da parte delle stesse di praticare o meno sui pozzi di loro competenza il fracking". A questa domanda ci permettiamo di rispondere noi: no, non c'è alcun obbligo in Italia, in Europa e men che meno in America. 

E, a dirla tutta, invece di fare interrogazioni su cosa facciano le compagnie mentre trivellano (alle quali non si può rispondere nel dettaglio senza violare il segreto commerciale, tutelato dalla attuale legge italiana ed europea sulle trivellazioni petrolifere), sarebbe anche il caso di concentrarsi proprio sulle leggi che regolano la comunicazione tra società petrolifere e cittadinanza: ora i 5 stelle hanno anche una discreta pattuglia di eurodeputati, possono iniziare a preparare le carte se veramente vogliono cambiare le cose...

Peppe Croce

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Caccia: la camera non salva gli uccelli. Si' all'uso di richiami vivi

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L'emendamento che proponeva l'abolizione della cattura e dell'utilizzo degli uccelli selvatici come richiami vivi è stato respinto per poche decine di voti, ieri mattina alla Camera dei Deputati, in seno alla legge Europea 2013 bis.


A favore dell'emendamento si sono espressi il Movimento 5 stelle, Sel, Scelta civica, buona parte di Forza Italia e del Gruppo misto. Contro l'emendamento hanno invece votato la Lega, Fratelli d'Italia e il Pd, sostenuti dal parere del Governo.

Maggioranza e Governo, sordi all'appello delle associazioni ambientaliste e animaliste, hanno perso l'ennesima occasione per impedire l'odiosa pratica di utilizzare i richiami vivi, una delle attività più violente ancora in atto contro gli uccelli selvatici: piccoli uccelli migratori vengono catturati e costretti ad una vita in gabbia, in condizioni indegne, per fungere da richiamo per la caccia.

Un'attività vietata dalla normativa comunitaria (la cattura degli uccelli selvatici con le reti è categoricamente proibita), ma che l'Italia ha continuato a svolgere per anni e su cui l'Europa ha aperto una pesante procedura d'infrazione, chiedendo lo stop all'utilizzo dei richiami vivi, considerato - scrive la Commissione - che la quasi totalità dei cacciatori, italiani ed europei, caccia senza il loro ausilio.

Lo afferma la deputata di Sel Serena Pellegrino, compontente della commissione Ambiente di Monteciorio e firmatario dell'emendamento bocciato per soli 40 voti, ribadendo come l'articolo 15, predisposto dal governo, non risolva assolutamente la situazione di contenzioso determinatasi, anche perché la Commissione europea dopo essere stata informata di questo articolo, lo ha analizzato e per tutta risposta ha trasformato la procedura Pilot in procedura di infrazione.

"Il voto contro questo emendamento è stato un voto contro la natura, la civiltà e le regole europee e chi lo ha fatto se ne deve assumere la responsabilità e spiegare agli italiani che saremo condannati dall'UE perché qualcuno ha pensato di difendere l'indifendibile. Il retaggio di un passato che, come per ogni tradizione violenta, doveva essere cancellato. Non è questa l'Italia che vogliamo, l'Italia di cui abbiamo bisogno", conclude la deputata di Sel Pellegrino.

I deputati del Movimento 5 Stelle in Commissione Agricoltura le fanno eco:

"Hanno votato insieme, Pd e Lega, per mantenere l'aberrante e illecita tradizione dei richiami vivi, a scapito della vita, della dignità di migliaia di uccelli migratori che ogni anno vengono catturati per fare da esca nella caccia, e, non in ultimo, a discapito delle tasche degli italiani".

Mantenere intatto l'uso dei richiami vivi, semplicemente rimettendolo in deroga, vale come anticamera per la condanna comunitaria, spiegano Animalisti italiani, Enpa, Cabs, Lac, Lav, Leida, Lipu-BirdLife Italia, Vas, Wwf Italia, aggiungendo:

"L'articolo proposto dal Governo non solo non risolverà la procedura ma aggraverà la gestione della materia, aumentando il peso delle deroghe, da cui l'Italia è sommerso. Siamo ormai di fronte ad un Paese in deroga, che in tema ambientale, pur carico di procedure e condanne, continua a chiudere le porte e aprire le finestre, con danno enorme per il patrimonio naturale, il senso del diritto e il più elementare rispetto della vita degli animali".

Nel nostro Paese, quindi, gli uccelli a fini di richiamo vivo saranno ancora costretti in piccole gabbie, al buio, così da far perdere loro la percezione del tempo. Possono subire conseguenze gravissime, dalla morte quasi immediata allo sviluppo di malattie causate dall'immunosoppressione da stress; ma possono subire anche traumi fisici e alterazioni causate dall'essere sottoposti a trattamenti farmacologici a base di testosterone, per obbligarli a cantare anche fuori dal periodo riproduttivo.

"Quello che si nasconde dietro l'apparente innocenza del nome "richiamo vivo" è in realtà un vero e proprio maltrattamento dell'animale, che come tale andrebbe vietato, ostacolato e punito", ricorda la parlamentare 5stelle Chiara Gagnarli. 

Roberta Ragni

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Bioplastica dagli scarti del pomodoro per produrre auto

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pomodori coltivare

Bucce di pomodoro per ridurre l'impatto ambientale delle auto. Niente di più semplice se si riesce a ricavare bioplastiche dalle fibre del pomodoro per produrre materiali sostenibili da mettere a bordo dei veicoli.

È l'intuizione di Ford Motor Company e H.J. Heinz Company, che hanno siglato un'intesa per ricavare dagli scarti di lavorazione dei pomodori alcuni materiali sostenibili, come possono essere le staffe di supporto dei cavi dell'impianto elettrico o i vani portaoggetti. Lo scopo è ridurre la quantità di materiali petrolchimici necessari alla produzione delle auto e ridurne di conseguenza l'impatto sull'ambiente.

fordheinz

"Stiamo portando avanti la ricerca per stabilire quanto i sottoprodotti dei procedimenti industriali per il trattamento del cibo possano trovare applicazione nel mondo dell'auto – ha spiegato Ellen Lee, specialista tecnico di ricerca per le materie plastiche, di Ford. Il nostro obiettivo è sviluppare un materiale resistente ma leggero, che abbia un impatto ambientale ridotto e rispetti i nostri standard di produzione".

Nello specifico, le bucce, i gambi e i semi delle 2 milioni di tonnellate di pomodori processate ogni anno per la produzione del ketchup, saranno essiccate e recuperate per ottenere plastiche vegetali al 100% sostenibili e poi elementi costruttivi "minori" di un'auto.

Ford non è nuova a questo genere di iniziative. Il suo impegno nel riciclare, ridurre e riutilizzare materiali è un elemento che guida la casa automobilistica già da anni. Ford ha, per esempio, incrementato l'utilizzo a bordo dei propri veicoli di materiali riciclati o ricavati da fonti sostenibili e oggi fa uso di materiali di origine vegetale come le fibre di cellulosa, usate come rinforzo per le console degli abitacoli, il riso grezzo, utilizzato per la creazione di staffe in plastica, e le fibre di cocco, cotone e soia, con le quali si creano i tessuti.

Insomma, le auto elettriche a emissioni zero ben vengano, se poi ci mettiamo dentro anche un "mondo di sostenibilità" l'ambiente non finirà di ringraziarci!

Germana Carillo

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Pic-nic, mare, campeggio o ufficio: 2 ricettari utili per cucinare e mangiare fuori casa

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Finalmente è arrivata la bella stagione, che porta con sé tante occasioni per un pic-nic al parco o sulla spiaggia, per trascorrere del tempo all'aria aperta, al mare o in montagna, magari scegliendo il campeggio. Vi presentiamo "Il Re del fornelletto" e "Il Re della schiscetta", due ricettari utili per cucinare e mangiare all'aria aperta e per il pranzo al sacco fuori casa.

Il Re del fornelletto

"Il Re del fornelletto" è pensato per chi non vuole rinunciare alla buona cucina e a preparare piatti gustosi quando si trova in campeggio, durante le vacanze low cost per antonomasia. Al suo interno troverete 55 ricette ideate dallo chef Lorenzo Buonomini e da Jacopo Manni, un esperto campeggiatore.

Imparerete a preparare tanti piatti sfiziosi e variegati adatti alla cottura sul fornelletto e agli utensili spartani tipici della cucina da campeggio. Le ricette da preparare all'aria aperta non superano la mezz'ora di preparazione e saranno facili da variare a seconda dei vostri gusti e degli alimenti a disposizione.

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Il re del fornelletto. 55 gustose ricette da campeggio alla portata di tutti  (Terre di Mezzo Editore)

Il Re della schiscetta

Ecco un libro molto utile per preparare piatti gustosi e veloci da gustare fuori casa, durante un pic-nic o una gita all'aria aperta, ma anche in ufficio e sul lavoro, nella vita di tutti i giorni. Gli autori di "Il Re della schiscetta" sono, ancora una volta, Jacopo Manni e Lorenzo Buonomini, che dirige il ristorante "Il Torchio" di Frascati. Insieme vi stupiranno con i loro trucchi e segreti ispirati anche alla cucina in barattolo.

LEGGI anche: Insalate in barattolo: 10 ricette per prepararle in casa

Questo ricettario vi insegnerà a preparare 66 schiscette sempre diverse, che potrete arricchire con ciambelline al vino, chips di polenta, crema rosa di finocchio o muffin alla zucca. Troverete anche tre menù completi e alcune ricette energizzanti, come l'elisir rinforzante al limone, sedano, cetriolo e zenzero.

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Il re della schiscetta. 66 ricette per un pranzo in ufficio economico e sfizioso (Terre di Mezzo Editore)

Marta Albè

 

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Can Janè: in Spagna il primo resort per cani con piscina (VIDEO e FOTO)

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Per il cane che vuole mantenersi fresco pur mantenendo la propria classe, da oggi c'è un Hotel di lusso apposito, con tanto di acqua park canino. È il primo della Spagna, si chiama Can Janè e si trova a Roca del Valles, a mezz'ora a da Barcellona.

Qui ogni cane, cucciolo o adulto, può godersi il miglior soggiorno del mondo, in un ambiente idilliaco circondato dalla natura e con mille attività da svolgere. "La nostra missione è fare in modo che gli animali godano di un ambiente naturale e tranquillo per rendere il soggiorno confortevole e sereno. La nostra attività principale è il capitale umano. Un gruppo di professionisti che gestiscono l'animale domestico come se fosse a casa", spiegano i responsabili della struttura.

I proprietari di cani spagnoli, insomma, non devono più costringere i loro pet a nuotare in torrenti sporchi o in minuscole piscine gonfiabili nel cortile di casa. Ma potranno portarli in una lussuosa piscina con scivoli e fontane, tutti progettati appositamente per i pelosi, che, almeno a giudicare dalle foto, sembrano gradire tantissimo.

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Questo resort è stata fondato da Federico Cano, esperto cinofilo che ha voluto portare in Spagna quello che aveva visto in Paesi come Francia, Belgio, Olanda o Germania, luoghi dove la cultura sul mondo del cane è molto più radicata e avanzata.

 

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Il suo sogno è diventato realtà con la creazione del primo Resort per cani, in cui è possibile trovare un hotel 5 stelle, una piscina, una palestra per la riabilitazione, parchi, giardini e una scuola. Ecco un assaggio di quello che ha realizzato (magari qualuno potrà ispirarsi per realizzarlo anche in Italia...):

{youtube}8inwu5_W-TI{/youtube}

Can Janè è anche su Facebook

Roberta Ragni

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Vita da cani... di lusso. In Brasile è boom di SPA, manicure, boutique e asili nido per animali

Viaggi: le 10 migliori destinazioni per vegetariani e vegani

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kuala lumput

Vegetariani e vegani giramondo, questo articolo è tutto dedicato a voi. Quali sono le destinazioni migliori per viaggi e vacanze, dove non sia un problema mangiare veg? Alcune delle località veg-friendly presenti nel mondo propongono offerte prelibate per quanto riguarda i piatti vegetariani e vegani, che talvolta sono parte della tradizione locale. 

Ecco le 10 destinazioni migliori per vegetariani e vegani secondo la classifica stilata dalla CNN.

1) Portland, Oregon

A Portland si trova l'unico centro commerciale 100% vegan del mondo e ci sono Bed&Breakfast veg-friendly, perfetti per vegetariani e vegani. Dove mangiare? Al Natural Selection, un ristorante che serve piatti che richiamano la cucina italiana, francese e spagnola, dove troverete bietole, funghi, gnocchi, cavolfiore caramellato con polenta e tante altre delizie preparate con frutta e verdura locale e di stagione.

2) New York, Stati Uniti 

La possibilità di incappare per caso in un ristorante veg a New York è più alta che in qualsiasi altra città degli Stati Uniti. Tra i ristoranti adatti vengono indicati Candle Cafe, Dirt Candy e Pure Food & Wine. A Dirt Candy la cucina è molto creativa, ma ci sono solo nove tavoli, quindi sarà opportuno prenotare.

3) Chennai, India

L'India del Sud è in gran parte vegetariana. In Andhra Pradesh, Karnataka, Kerala e Tamil Nadu troverete piatti e curry a base di riso, conditi con spezie piccanti. Tra gli ingredienti comuni troviamo il garam masala e il tamarindo. I piatti speziati a base di riso e verdure costano meno di un cappuccino. A Chennai troverete il ristorante Madras, presso il Raintree Hotel, che offre piatti della cucina casalinga tipica dell'India del Sud.

4) Chiang Mai, Thailandia

Grazie alla presenza di una folta popolazione Buddhista, Chang Mai è ricca di ristoranti vegetariani. Ne troverete più di 80. Anche i ristoranti non veg offrono normalmente zuppe, insalate e piatti a base di verdure e di latte di cocco, con varie pietanze senza carne. Viene consigliato il ristorante Pun Pun, che in città ha ben due sedi, una vicino al tempio di Wat Suan Dok e l'altra nella zona della Chiang Mai University. Il ristorante coltiva ortaggi bio da utilizzare nella propria cucina.

5) Glasgow, Scozia

Secondo la Peta, Glasgow è la migliore città del Regno Unito per i vegani. Il numero di ristoranti vegan è in crescita. Si tratta di un vero e proprio impegno per migliorare la salute dei cittadini. Da visitare è il Mono Cafe Bar, che offre piatti veg, come i burritos ai fagioli, accompagnati da birra artigianale.

6) Londra, Inghilterra

A Londra ci sono più di 130 ristoranti vegetariani e veg-friendly. Inoltre, molti pub offrono alternative vegetariani e vegane ai classici hamburger. Troverete anche locali dedicati al raw food. Arguably è il ristorante vegetariano più famoso di Londra. A Covent Garden c'è Food For Thought, che serve piatti della cucina messicana e indiana, scones e quiche.

7) Seoul, Corea del Sud

I piatti vegetariani sono molto comuni nei menù coreani. Troverete, ad esempio, vari contorni di verdure, pancake e kimichi, un piatto tradizionale a base di ortaggi fermentati e spezie. Hangwachae è un ristorante tradizionale vegetariano di Seoul, che abbina ai propri piatti dei condimenti fatti in casa a base di peperoncino o soia. Il riso viene condito con 20 differenti erbe orientali.

8) Vancouver, British Columbia

Negli ultimi anni a Vancouver sono nati tanti nuovi ristoranti vegetariani, come Heirloom, The Parker e The Acorn. Proprio quest'ultimo è il primo ristorante ad aver ricevuto il riconoscimento di Best New Restaurant su En Route Magazine. Hen of the Woods saprà accontentare chi mangia vegetariano, vegano, senza glutine e raw, grazie a piatti a base di frutta e ortaggi.

9) Amman, Giordania

Secondo la classifica della CNN, è facile trovare ristorante vegetariani in Giordania, grazie a piatti tradizionali come tabouleh, hummus, falafel e le varietà di pane arabo. Tra i locali migliori troviamo Beit Sitti, Petra's Kitchen e Feynan, nel cuore della Dana Biosphere Reserve, dove troverete tanti piatti tipici veg accompagnati da succhi di frutta e tisane all'ibisco.

10) Kuala Lumpur, Malesia

A Kuala Lumpur si trovano almeno 86 ristoranti vegetariani. In Malesia avviene una vera e propria fusione tra le cucine orientali, come quella indiana e cinese. Il Gopala Vegetarian Restaurant di Kuala Lumpur propone vari piatti della cucina malese, tailandese e indiana.

Marta Albè

Fonte foto: bugbog.com

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Mondiali Brasile: gli effetti della Coppa del mondo sui bambini (VIDEO)

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mondiali brasile

Qual è l'impatto sociale sui bambini della Coppa del mondo Fifa? Sabato prossimo milioni di Italiani saranno incollati ai loro teleschermi per seguire la prima partita degli Azzurri, ma stasera sarà la volta della cerimonia d'inaugurazione e della partita Brasile-Croazia.

Ma mentre il mondo attende il calcio d'inizio, Terre des Hommes con la sua campagna "Children WIN!" punta i riflettori sull'impatto sociale dei Grandi Eventi Sportivi sui bambini e lancia un appello per far sentire la voce dei bambini brasiliani delle fasce di popolazione più svantaggiate, escluse dai benefici della grande festa.

Per la campagna, come spiega anche greenMe Brasile, è stato realizzato uno studio sullo sfruttamento sessuale in Brasile, che secondo le stime tocca mezzo milione di minori.

"I notiziari segnalano sempre di più gli scandali attorno alla coppa del Mondo FIFA, dimostrazioni di violente repressioni nelle favelas e nelle strade del Brasile presenza quotidiana nei titoli della stampa internazionale. Ma l'impatto sociale del Mundial brasiliano sui bambini non ha molta attenzione da parte dei media né è stato correttamente documentato e riportato", dichiara Ignacio Packer, Segretario Generale di Terre des Hommes International Federation (TDHIF).

Questo va oltre il fenomeno della prostituzione minorile e del turismo sessuale. Violenza, sfratti sforzati, lavoro minorile, diversi tipi di marginalizzazione delle comunità più svantaggiate e numerose forme di sfruttamento possono essere viste come dirette o indirette conseguenze dei Grandi Eventi Sportivi come la Coppa del Mondo FIFA. D'altra parte, ricorda il segretario, i Grandi Eventi Sportivi portano anche evidenti aspetti positivi per i bambini: "è quello che mostreremo con Children Win!, una campagna pubblica mirata a cambiare le regole del gioco dei Grandi Eventi Sportivi in favore dei bambini".

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In un teaser e una serie di cortometraggi in sviluppo sulla coppa del Mondo FIFA in Sud Africa e Brasile, i bambini parlano degli effetti di questi eventi su di loro. I bambini chiedono di essere ascoltati quando condividono la loro visione sugli impatti negativi degli sfratti sforzati e degli spostamenti esercitati su di loro e le loro famiglie, la violenza della polizia nei loro confronti, lo sfruttamento sessuale, le molestie e la tratta dei bambini o la distrazione di fondi pubblici. "Ci ascolterete?" è l'appello lanciato dai bambini vittime di quello che avrebbe dovuto essere un evento felice per tutti, nessuno escluso.

{youtube}5a0hrgtt0T0{/youtube}

Terre des Hommes sprona, quindi, i giornalisti, film-makers e fotografi – che siano professionali oppure amatoriali – ad impegnarsi con i bambini che pagano gli effetti dalla Coppa del Mondo per dare loro una voce. Questo lavoro deve essere fatto ad ogni costo in modo sicuro: "Una guida specifica per la Coppa del Mondo in Brasile è stata elaborata da Keeping Children Safe network e da Terre des Hommes per dare un supporto e richiamare fortemente l'attenzione sulle norme di sicurezza relative alle testimonianze e opinioni riportate dai bambini", ha dichiarato Corinne Davey, Direttrice di Keeping Children Safe Network.

Assolutamente da vedere, infine, anche le vignette di Renato Moll, un disegnatore brasiliano di ANCOP (Articulação Nacional dos Comites Populares da Copa), che ha realizzato per Tschuttiheftli, un album da collezione artistico (una versione in arte dei famosi album Panini), figurine "speciali" sul lato oscuro della Coppa del Mondo.

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Per leggere la guida per giornalisti che indica le pratiche più corrette per realizzare reportage in cui siano coinvolti i bambini clicca qui

Roberta Ragni

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Te' freddo: 10 ricette per prepararlo in casa

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te freddo fatto in casa ricette

Rinfrescate la vostra estate con il tè freddo fatto in casa. Sarà una bevanda dissetante senza conservanti e coloranti e potrete decidere se e quanto dolcificarlo. 

Il tè freddo preparato in casa si conserva in frigorifero, all'interno di una bottiglia di vetro, per circa 3 giorni. Ecco tante ricette utili per preparare in casa il tè freddo in dieci varianti diverse.

1) Te' freddo al limone

Per preparare un tè freddo al limone che non diventi amaro e che potrete conservare in frigorifero per almeno tre giorni vi serviranno 1 litro d'acqua, il succo di 1 limone appena spremuto (o la dose che preferite) e 3 cucchiai di zucchero di canna integrale (o altro dolcificante naturale piacere). Qui la ricetta completa.

te freddo al limone

2) Te' freddo alla pesca

Per preparare il tè freddo alla pesca, seguite la ricetta del tè freddo al limone, con questa modifica. Dopo aver versato il succo di limone, tagliate a pezzi una pesca grande e matura, lasciatela in infusione per circa mezz'ora; poi togliete la frutta e versate il the nella bottiglia. Conservate il tè freddo alla pesca in frigo per un paio d'ore prima di servire.

te freddo pesca

fonte foto: fhproduction.com

3) Te' verde freddo alla menta

Dal blog La Cucina Della Gatta Nera, ecco qualche suggerimento per preparare in casa il tè freddo alla menta. Vi serviranno 2 cucchiai di tè verde Gunpowder, 1 mazzetto di menta, zucchero di canna e 1 litro d'acqua circa. Il tè freddo alla menta è una bevanda dissetante e rinfrescante. Qui la ricetta completa.

te freddo alla menta

fonte foto: lacucinadellagattanera.com

4) Te' freddo al rooibos

Il rooibos è ottimo da gustare anche freddo, sotto forma di bevanda rinfrescante. Per 1 litro d'acqua vi serviranno 3 bustine di rooibos, il succo di mezzo limone appena spremuto e dello zucchero di canna, se desiderate dolcificare. Lasciate raffreddare il rooibos a temperatura ambiente prima di versarlo in una bottiglia con l'aiuto di un imbuto. Il tè freddo al rooibos conserva in frigorifero fino a 3 giorni.

Leggi anche: Rooibos: storia, proprieta' e tutti i benefici del te' rosso

te freddo rooibos

fonte foto: www.healthylifestyletea.com

5) Te' verde freddo al gelsomino

Se vi piacerebbe assaggiare un tè freddo dal gusto esotico, ecco la ricetta che fa per voi. Vi serviranno 4 bustine di tè verde e 4 bustine di tè al gelsomino per circa 2 litri d'acqua. Unite anche foglioline di menta fresca e succo di limone. Dolcificate a piacere a seconda dei vostri gusti. Qui la ricetta completa per preparare il tè verde freddo al gelsomino.

te verde freddo gelsomino

fonte foto: fromluluskitchen.blogspot.it

6) Te' freddo allo zenzero

Per preparare un delizioso tè freddo allo zenzero vi serviranno: 1 litro d'acqua, 4 cucchiai colmi di tè verde, succo e fettine di limone, 1 pezzetto di radice di zenzero da sbucciare e affettare sottilmente. Unite il succo di limone alla preparazione soltanto quando il tè sarà freddo. Qui la ricetta completa.

te freddo zenzero

fonte foto: ricettablog.it

7) Te' freddo al limone e menta

Ecco il tè freddo al limone e menta, con il suo gusto classico che piacerà a tutti. Per prepararlo vi serviranno: 3 bustine di tè nero non aromatizzato, 1 litro e mezzo d'acqua, il succo fresco di 1 limone e qualche fogliolina di menta. Potrete dolcificare con zucchero di canna, miele, sciroppo d'agave o altro in base alle vostre preferenze. Qui la ricetta completa.

te freddo menta limone

fonte foto: delightdishes.com

8) Tè freddo agli agrumi

Il blog Antipasti Veloci propone una ricetta molto interessante per preparare un tè freddo agli agrumi multivitaminico. Infatti, al vostro tè unirete anche del succo d'arancia. Vi serviranno 1,2 litri d'acqua, 2 arance, 2 limoni, 4 bustine di tè nero, zucchero di canna e foglioline di menta. Qui la ricetta completa.

te freddo agrumi

fonte foto: antipastiveloci.it

9) Te' freddo speziato all'ananas

Questa ricetta per preparare il tè freddo speziato all'ananas è adatta a chi ama i sapori esotici. Per preparare il tè freddo speziato all'ananas, oltre alle classiche bustine di tè nero, vi serviranno succo d'ananas, chiodi di garofano, succo di limone, acqua, cubetti di ghiaccio e una stecca di cannella. Qui la ricetta completa.

te freddo ananas

10) Te' freddo alla mela e cannella

Per preparare il tè freddo alla mela e cannella vi serviranno: 1 litro d'acqua, 3 bustine di tè (ancora meglio se aromatizzato alla mela o alla cannella), 4 spicchi di mela, 2 stecche di cannella, 1 pizzico di cannella in polvere, il succo di mezzo limone e 3 cucchiai di zucchero di canna o altro dolcificante a piacere. Lasciate in infusione nell'acqua bollente le bustine di tè, gli spicchi di mela e la cannella fino a quando si sarà raffreddato. Poi dolcificate e unite il succo di limone. Qui una ricetta utile.

te freddo mela e cannella

fonte foto: aggieskitchen.com

Marta Albè

Fonte foto: sheknows.com

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Emozioni: a rivelarle il battito del cuore

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sintomi infarto

La sede delle emozioni è il cervello, lo dice la scienza. Ma quest'affermazione non è del tutto vera. È nel cuore che è possibile leggere i sentimenti. E un team di scienziati è riuscito a farlo mettendo a punto un algoritmo in grado di capire cosa proviamo.

Attraverso tale sistema matematico, gli scienziati dell'Università di Pisa in collaborazione i colleghi dell'Università dell'Essex, dell'Harvard Medical School e del MIT, hano dimostrato che il cuore è un vero e proprio portale che rivela le nostre emozioni attraverso il suo linguaggio, costituito dai battiti.

L'anonimo (per noi!) tum tum ha dunque un significato ben preciso che può essere compreso. L'algoritmo è stato sviluppato nell'ambito del progetto europeo PSYCHE, partito da Pisa 5 anni fa.

Il progetto aveva lo scopo di studiare macchine per il riconoscimento affettivo e ha già sviluppato e sperimentato una maglietta intelligente, integrata con sensori ed elettrodi che oggi è già in grado di e monitorare in tempo reale le emozioni dei pazienti psichiatrici.

Come fa l'algoritmo a leggere le emozioni nel cuore? Secondo i suoi ideatori, basta un semplice elettrocardiogramma per conoscerle, ma è l'algoritmo a valutare se la frequenza dei battiti è associata ad una determinata emozione. In ambito medico, l'algoritmo e la tecnica basata su di esso daranno vita ad un approccio nuovo alla cura delle malattie mentali.

Con il nostro studio abbiamo sviluppato un algoritmo matematico in grado di fornire attraverso la sola analisi dell'elettrocardiogramma una valutazione continua degli stati emozionalispiega Gaetano Valenza, ricercatore post-doc presso il Centro di ricerca E. Piaggio e del dipartimento di Ingegneria dell'informazione dell'Università di Pisa - In pratica, data una certa dinamica cardiaca, siamo in grado di predire il battito successivo e comprendere quale emozione è stata provata dal soggetto sotto osservazione”.

Francesca Mancuso

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Mappate le emozioni sul nostro corpo

 

Aria più pulita in Pianura Padana: si riducono le polveri sottili

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risaie vercelli

Ecco qui una buona notizia: le polveri sottili in Pianura Padana si sono ridotte. Qui, nella piana padano-veneta-romagnola, regione alluvionale per eccellenza, in base alle aree e alle città si sono registrati dei cali significativi delle concentrazioni di polveri sottili, le Pm10, dall'1 al 4%, con le riduzioni più consistenti negli ultimi 14 anni a Forlì e a Modena

Sono i dati che emergono da uno studio portato avanti da Alessandro Bigi del Dipartimento di Ingegneria "Enzo Ferrari" e dalla professoressa Grazia Ghermandi dell'Università di Modena e Reggio Emilia, pubblicato su Atmospheric Chemistry and Physics.

Lo studio ha riguardato un territorio piuttosto vasto, che si estende dalla provincia di Torino alla provincia di Padova e poi dalla provincia di Asti a Rimini. In tutto sono stati analizzati i dati raccolti da 41 stazioni di misurazione dell'Arpa presenti sul territorio (nelle regioni dell'Emilia Romagna, della Lombardia, del Piemonte e del Veneto), includendo in gran parte siti di fondo, urbani, suburbani e rurali, o stazioni poste in aree residenziali o nei limiti di parchi cittadini, e alcune stazioni presso incroci molto trafficati.
La densità delle stazioni studiate varia da 1 a 6 per provincia e il loro numero dipende in gran parte dalla densità abitativa e dalle concentrazioni di inquinanti e, in misura minore, dalla longevità della stazione. Per esempio, solo la stazione di Modena presso il quartiere Torrenova ha rilevato il PM10 dal 1998 e per i 14 anni esaminati.

"I limiti delle concentrazioni atmosferiche di pm10 stabiliti dalla Ue e recepiti dalla normativa italiana rappresentano una sfida per le municipalità della Pianura Padana, perché questa regione, densamente popolata, ha notoriamente condizioni meteoclimatiche e orografiche sfavorevoli per la qualità dell'aria: infatti i superamenti di tali limiti sono ricorrenti anche nella città di Modena", dichiara Grazia Ghermandi.

I risultati dicono che, anche se permane una variabilità settimanale del Pm10 legata alle emissioni di origine antropica, si siano registrate diminuzioni significative delle concentrazioni di PM10 su tutto il bacino Padano, variabili dall'1% al 4% ogni anno. Inoltre, è stato dimostrato come queste riduzioni siano state in parte dovute anche ai miglioramenti tecnologici delle sorgenti emissive (ad esempio rinnovo della flotta veicolare, con motori più efficienti e migliori sistemi di controllo delle emissioni), mentre saranno necessari ulteriori studi per comprendere meglio il ruolo di quella parte di particolato che si forma in atmosfera e come si possa intervenire sulle emissioni gas che ne causano la formazione.

"L'attenzione sulle polveri sottili è aumentata tantissimo negli ultimi anni, nonostante ci sia stata una notevole diminuzione (anche del 40% in dieci anni) delle concentrazioni di questo inquinante. Questo calo è dovuto soprattutto a miglioramenti tecnologici stimolati da vincoli legislativi più stringenti, ma talvolta non sono percepiti positivamente dall'opinione pubblica, che spesso lamenta la presenza di limitazioni di vario tipo anche se mirate a contenere le emissioni", ha concluso Alessandro Bigi.

Una novità, dunque, quella delle riduzioni delle Pm10 in Padania che non può che essere confortante se si considera che solo tre anni fa campeggiava la notizia che nella stessa Pianura Padana la speranza di vita si era ridotta di 3 anni proprio per colpa delle polveri sottili.

Germana Carillo

Foto: wikipedia

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Cellulari e tumori: ecco la App per misurare le radiazioni nocive

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Cellulari e rischio di tumore. I campi elettromagnetici sono pericolosi per la salute? Il dibattito nel mondo scientifico è aperto. Per tutelare la sicurezza di tutti i cittadini italiani, Arpa Piemonte ha messo a punto una App che segnala quando le radiazioni raggiungono livelli troppo elevati.

I campi elettromagnetici sono considerati potenzialmente cancerogeni. Ma l'uso di auricolari permette di diminuire il 90% dell'esposizione per chi utilizza il cellulare. In alternativa, per non avvicinare troppo il telefono al viso e all'orecchio, un punto molto sensibile, possiamo usare il vivavoce.

L'App ha quantificato le emissioni elettromagnetiche dei telefonini. Meglio effettuare una chiamata in 3G piuttosto che in 2G, poiché il 3G dà luogo ad esposizioni fino a 100 volte più basse rispetto al 2G. I pericoli sono più bassi nei luoghi dove la ricezione è migliore, cioè dove troviamo il pieno campo.

Con il pieno campo le esposizioni ai campi elettromagnetici potenzialmente cancerogeni possono ridursi da decine a centinaia di volte. Come comunicato da Arpa Piemonte, nel 2011 l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza tra gli agenti "possibilmente cancerogeni (gruppo 2B)" sulla base di una limitata evidenza di incrementi di rischio di glioma (tumore del sistema nervoso che prende origine dal tessuto gliale) e di neuroma del nervo acustico tra gli utilizzatori di telefoni cellulari.

"L'esposizione umana ai campi elettromagnetici a radiofrequenza è determinata da una molteplicità di sorgenti e il telefono cellulare ne rappresenta una tra le più significative" - sottolinea il Direttore Generale dell'Agenzia Angelo Robotto - "Per valutare l'esposizione alle radiazioni emesse dai telefonini, Arpa Piemonte ha messo a punto un sistema di misura ad hoc per rilevare la potenza in trasmissione. Tale approccio sperimentale risulta unico nel panorama scientifico internazionale, in quanto nelle altre poche indagini pubblicate la potenza trasmessa era determinata per mezzo di specifici software".

Come spiega Arpa Piemonte, alla luce dei margini di incertezza ancora presenti su questi argomenti, con un dibattito molto acceso all'interno della comunità scientifica, sono comunque da ritenersi utili e da attuare strategie per ridurre le esposizioni alle radiofrequenze emesse da telefoni cellulari.

Gli approfondimenti sull'argomento hanno permesso di realizzare una App per smartphone con sistema operativo Android. L'App è disponibile anche in una versione che permette di trasmettere i dati ad un server ftp per analisi su un campione di utilizzatori finalizzabili anche a studi di tipo epidemiologico. Il progetto è rilasciato in Open Source con licenza GNU GPL V3.

Scarica qui (navigando con smartphone) la App per misurare i campi elettromagnetici del tuo cellulare.

Marta Albè

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Guida blu 2014: le spiagge piu' belle d'Italia, a 5 vele

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mare 2014

Il mare più bello d'Italia è quello di Castiglione della Pescaia, in provincia di Grosseto. Oggi Legambiente ha reso note le 21 località, 14 marine e 7 lacustri, dove quest'estate sventoleranno le 5 vele, il prestigioso riconoscimento che premia per la qualità del turismo, per la gestione sostenibile del territorio, per la salvaguardia del paesaggio e per i servizi offerti nel pieno rispetto dell'ambiente, strizzando l'occhio alla buona tavola. 

Tra le località, lacustri in testa si è piazzata Molveno, in Trentino.

Le località premiate con le 5 vele da Legambiente rappresentano l’eccellenza dei distretti del nostro territorio costiero – ha detto Angelo Gentili, Responsabile Turismo Legambiente durante la presentazione - La qualità che fa la differenza e che traccia le linee guida di ciò che dovrebbe rappresentare il futuro del nostro comparto turistico, capace di garantire occupazione e rilancio dell’economia. Uno scenario positivo, che riesce a coniugare l’autenticità e l’identità dei luoghi, con la bellezza del mare, delle isole e della costa, puntando a valorizzare la qualità dei servizi e la sostenibilità ambientale”.

Ed ecco quali sono le spiagge e le città che hanno conquistato le 5 vele.

Località marine

In totale sono 14. Il primato spetta, come abbiamo detto, a Castiglione della Pescaia (Gr), seguitio da Pollica-Acciaroli-Pioppi (Sa) e da Posada (Nu), sul podio nella classifica delle località peninsulari e delle isole maggiori. A seguire, in ordine, Ostuni (Br), San Vito Lo Capo (Tp), Vernazza (Sp), Otranto (Le), Melendugno (Le), Baunei (Og), Bosa (Or), Maratea (Pz). New entry 2014 sono Domus De Maria (Ca) e Roccella Jonica (Rc).

1. Castiglione della Pescaia (Gr). Un vero e proprio salto di qualità, che l'ha portata in un solo anno dal quarto al primo posto. Merito della tutela, della valorizzazione dell'ecosistema costiero e della conservazione e la conoscenza dell'habitat dunale e della Pineta litoranea, coinvolgendo scuole, cittadini e turisti. Quest'anno Castiglione è stato riconosciuto Comune Europeo dello Sport 2014 e ha intensificato le attività di vela, ciclismo, trekking, escursionismo.

Castiglione della Pescaia

2. Pollica-Acciaroli-Pioppi (Sa). Ormai una certezza. Merito dell'impegno politico del sindaco Vassallo, ucciso dalla camorra, e di chi sta portando avanti il suo pensiero. Il Comune di Pollica è impegnato da sempre per la riduzione del consumo idrico grazie a un sistema di trattamento delle acque di depurazione. È impegnato.

3. Posada (Nu). Ha perso il primato dello scorso anno ma è la cittadina è comunque impegnata nella tutela e valorizzazione dell'ambiente, come dimostra il progetto di salvaguardia ambientale del sistema costiero, che ha permesso la rinaturalizzazione delle dune su un fronte di 8 km ed il rifacimento del ponte di accesso alla spiaggia di “Su Tiriarzu”.

4. Ostuni (Br). Il paese ha avviato un sistema di gestione ambientale certificato ISO 14001. Ha dato il via, nel Parco Regionale delle Dune Costiere e nell'area naturale di Torre Pozzella, ad una razionalizzazione degli accessi al mare, realizzando un sistema integrato bus+bici e allestendo aree di sosta e parcheggi distanti dalla linea di costa. Ha infine realizzato un Albergabici a servizio del cicloturismo dotato di 20 posti letto, ciclofficina e parcheggio di scambio. Bene anche la differenziata, ormai saldamente sul 65%.

5. San Vito Lo Capo (Tp). Il comune siciliano è impegnato in attività di valorizzazione del patrimonio ambientale per recuperare aree naturalistiche e preservarle. Alcune aree urbane sono state chiuse al traffico mentre le zone a traffico limitato sono sempre più ampie. Il fiore all'occhiello è l'adozione del PUDM: San Vito è l'unico Comune in Sicilia ad averlo adottato-

6. Vernazza (Sp). La Natura qui ha dato il meglio di se e l'uomo sta imparando a valorizzarne e tutelarne la bellezza. Dopo l'alluvione del 2011, il borgo è stato completamente recuperato. Nel 2013, Legambiente e ANCI hanno assegnato il Premio Angelo Vassallo al Comune di Vernazza per improntato la ricostruzione sulla legalità, trasparenza e la tutela del territorio.

7. Otranto (Le). Il Comune ha realizzato un progetto di ciclovie, esteso anche ai comuni limitrofi, per incentivare la mobilità “dolce” e far conoscere alcuni interessanti siti naturalistici. Attenzione anche ai consumi idrici ed energetici.

8. Melendugno (Le). Ancora il leccese. Tutelato da diversi SIC, il litorale pugliese è quello dove con maggior frequenza nidifica la specie di tartaruga “Caretta Caretta". Negli ultimi 15 anni l’amministrazione ha messo in campo politiche per la tutela delle pinete litorali, in particolare della Baia dell'Orsetta e del Fondo Crigni.

9. Baunei (Og). Nell'altopiano di Golgo si apre Su Sterru, la voragine carsica più profonda d'Europa, nei cui pressi si trovano le antiche pozze denominate "As Piscinas". Baunei è riuscita a mantenere incontaminati quasi 40km di costa e un entroterra originale: tra zone dipinte di blu e di verde, è uno dei tratti più belli, aspri e selvaggi del litorale italiano.

10. Bosa (Or). Da anni ha avviato una politica di salvaguardia del territorio costiero con l'inserimento di vaste estensioni nei SIC e ZPS che consegnano così un litorale integro di decine di chilometri tra Bosa e Alghero. Nella costa è stata adottata una politica per la salvaguardia dell’unica specie autoctona di grifone in Italia.

11. Maratea (Pz). Riconferma le 5 vele grazie all'impegno dimostrato per istituire l'area marina protetta Costa di Maratea e alle politiche di sostenibilità ambientale e per la tutela del paesaggio costiero. Al lavoro sull'obiettivo “Perla del Mediterraneo”, un disegno di tutela della biodiversità e di sviluppo sostenibile per i suoi 32 km di costa incontaminata posti al centro del Golfo di Policastro nel Tirreno meridionale.

12. Domus De Maria (Ca). È una new entry del 2014. Il Comune ha in corso la redazione del PUC al PPR e sta lavorando al risanamento e alla riqualificazione del sistema dunale dune di Chia.

13. Roccella Jonica (Rc). Altra new entry 2014. Il comune calabrese ha messo in campo progetti per la tutela e conservazione del territorio, l'abbattimento delle barriere architettoniche per migliorare l’accessibilità negli edifici di proprietà comunale. Ha potenziato la mobilità sostenibile con 8 km di pista ciclabile, con un servizio di bike sharing, numerose aree pedonali e si è dotato di vetture ibride e a gpl per ridurre le emissioni. Nel 2013 ha ottenuto il 75,84% di raccolta differenziata aggiudicandosi il Premio “Start Up”.

Isole minori

Santa Marina Salina (Me) è, invece, la prima classificata tra le isole minori e l'unica isola a raggiungere il traguardo delle 5 vele. S. Marina Salina ha dato un nuovo impulso alla raccolta differenziata, che ha registrato una percentuale di raccolta fra le più alte della Sicilia (30%), e alla riduzione del conferimento in discarica, aderendo al progetto N.O.WA.S.T.E. Il Comune si è fatto inoltre promotore della creazione dell’A.R.O. Salina, un sottosistema di gestione dei rifiuti.

Santa Maria Salina

 

Ecco la classifica completa:

Posizione

Classifica delle isole minori

PR

Vele 2014

1)

Santa Marina Salina

ME

5

2)

Carloforte

CI

4

3)

Isola del Giglio

GR

4

4)

Ponza

LT

4

5)

Favignana

TP

4

6)

Isola di Capraia

LI

4

7)

Anacapri

NA

4

8)

Lampedusa e Linosa

AG

4

9)

Leni

ME

4

Località lacustri

Dominio assoluto del Trentino Alto Adige con Molveno (Tn), Appiano sulla strada del vino (Bz) e Fie’ allo Sciliar (Bz) che hanno conquistato l'intero podio delle località lacustri. A seguire Avigliana (To), sul lago di Avigliana Grande, in Piemonte, Tuoro del Trasimeno (Pg) sull’omonimo lago, Massa Marittima (Gr) in Toscana sul lago dell’Accesa, Bellagio (Co) sul lago di Como.

Molveno

Infine il primo posto al miglior comprensorio turistico va al Golfo di Orosei, Ogliastra e Baronia lungo la costa orientale della Sardegna.

Golfo di Orosei

In particolare la Sardegna domina la classifica dei comprensori con ben cinque distretti nella top ten.

Ed ecco la classifica dei comprensori turistici:

Posizione

Classifica dei comprensori turistici

Collocazione geografica

1)

Golfo di Orosei, Ogliastra e Baronia

Sardegna

2)

Maremma Toscana e Laziale

Toscana e Lazio

3)

Sinis e Arburese

Sardegna

4)

Golfo degli angeli

Sardegna

5)

Sulcis Iglesiente

Sardegna

6)

Costa Nord Occidentale e Parco dell’Asinara

Sardegna

7)

Costa del Parco agrario degli Ulivi secolari

Puglia

8)

Cinque Terre e Golfo dei Poeti

Liguria

9)

Isole Egadi

Sicilia

10)

Isole Pelagie

Sicilia

Le molte località del nostro vademecum, capaci di coniugare l'offerta turistica con scelte innovative in tema di tutela, conservazione e gestione del territorio, di rifiuti, energia e qualità della ricettività, con le loro esperienze di successo dimostrano tutta la competitività, la forza e la bellezza di un turismo sostenibile che non conosce crisi e che può diventare un elemento chiave dell’impresa turistica. Tra le novità di questa edizione oltre a un importante restyling grafico, ci piace, infine, sottolineare il contributo dei testimonial del territorio, che con i loro ricordi, impreziosiscono la guida e fanno scoprire i tanti luoghi, simbolo della grande bellezza del Paese, in maniera autentica e più intima,” ha detto Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente.

C'è solo l'imbarazzo della scelta, iniziate a fare le valigie.

Francesca Mancuso

Foto: Legambiente

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Guida Blu 2012: tutte le località premiate con le 5 vele (foto)

Guida Blu 2011: tutte le spiagge con 5 vele

 

Allerta alimentare: ritirate le Gallette Soffiette di Mais biologiche in Valle D'Aosta

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gallette soffiette mais la finestra sul cielo

Ritirate dai supermercati della Valle d'Aosta le Gallette Soffiette di Mais Bio (TMC 16/12/14, 17/02/15, 27/01/15) distribuite dal grossista La Finestra sul Cielo e prodotte in Belgio dalla ditta Granco. L'allarme arriva dalla regione Valle d'Aosta, dove è stato effettuato il ritiro. L'allerta diffusa dalla Regione Valle d'Aosta riguarda la presenza di una micotossina individuata in tre lotti.

Le gallette di mais sono state ritirate in due punti vendita della Valle d'Aosta: la Cooperativa Lo Pan Ner di Aosta e Biocanavese di Quart. L'intervento riguarda la presenza nei prodotti di una micotossina chiamata deossinivalenolo (DON). E' un fungo che attacca cereali proprio come il mais, ma anche grano e orzo.

La micotossina in questione è prodotta dai funghi Fusarium graminearum e F. culmorum. La soglia di micotossine rinvenuta sui prodotti è risultata preoccupante, soprattutto per la salute di bambini e aolescenti. In particolare, sono a rischio i bambini da 1 a 3 anni, per via del loro basso peso corporeo.

La dose giornaliera di deossinivalenolo tollerabile per l'uomo è di 1 μg per Kg. L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro l'ha inserita tra le sostanze non cancerogene per l'uomo (Classe 3). Ma uno studio condotto in Cina ha ipotizzato che il deossinivalenolo, combinato con altre micotossine, potrebbe avere un ruolo nello sviluppo del carcinoma epatico primario.

gallette soffiette mais finestra sul cielo

Il consiglio principale rivolto ai consumatori - con raccomandazioni da parte di Giovanni d'Agata, presidente dello Sportello dei Diritti - è di non consumare le gallette di mais di La Finestra sul Cielo eventualmente acquistate e di contattare i Nas o la Asl. Chi le avesse consumate e dovesse presentare sintomi di intossicazione, consulterà subito il proprio medico.

allerta gallette

Il ritiro delle gallette di mais potrebbe essere avvenuto anche in altre regioni d'Italia, ma al momento non vi sono conferme in proposito da parte del Ministero della Salute. La Finestra sul Cielo era già stata al centro della nostra attenzione per quanto riguardava le radiazioni e i dubbi sui cibi macrobiotici importati dal Giappone dopo Fukushima. L'alternativa ai prodotti confezionati? Preparare le gallette di mais e di riso in casa.

Marta Albè

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Treehouse: Solling, la casa sull'albero che si eleva sullo stagno come una palafitta

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casa albero cover

Chi non ha mai sognato di vivere in una casa sull'albero? In Germania il sogno è diventato realtà grazie ad alcune opere di ristrutturazione. A seguito del restauro della casa di un vecchio guardaboschi, nei pressi della città di Ulsar, gli architetti di Baumraum hanno elevato la casa sull'albero Solling su un laghetto.

Ora servirà come zona notte e verrà utilizzata come punto di osservazione privilegiato per ammirare l'ambiente boschivo. La si può raggiungere da terra grazie ad una scala che passa attraverso un boschetto di abete rosso. Vi è poi l'accesso a un ponte situato a 4,2 metri sopra la superficie dell'acqua.

L'abitazione a due piani è sostenuta da 12 pali in acciaio inclinati, mentre il ponte è sospeso dai cavi legati indietro ai grandi alberi. Alla proprietà si accede con una strada privata che costeggia un piccolo torrente. Per completare il restauro della casa, il paesaggio circostante è stato progettato in modo molto accurato.

Gli interventi hanno incluso la realizzazione di due laghetti. La casa ora è un rifugio perfetto per ammirare l'ambiente naturale e il paesaggio idilliaco che la circonda. La nuova Treehouse è abitata dalla famiglia del guardaboschi.

casa albero 1

casa albero 2

casa albero 3

Ora i figli del guardaboschi e i loro amici possono godere delle bellezze della natura in piena tranquillità. Un lucernario permette di guardare le stelle durante la notte direttamente dai letti, che sono in legno e risultano molto simili a della cassapanche.

casa albero 4

casa albero 5

casa albero 6

Guarda qui tutte le creazioni di Baumraum.

Marta Albè

Fonte foto: baumraum.de

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Come cambiare e pulire il filtro del condizionatore

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condizionatore cambiare filtro

Pulire e cambiare periodicamente il filtro del condizionatore è fondamentale per respirare aria pulita e per evitare che l'apparecchio si danneggi. Come fare per una corretta pulizia e eventuale sostituzione del filtro? Sul mercato troviamo condizionatori d'aria di vario tipo, ma di norma sono sempre dotati di appositi filtri.

Periodicamente li dovrete smontare e pulire, oppure sostituire. Dovrete effettuare tutte le operazioni con molta cura e attenzione. Il periodo migliore è il cambio di stagione soprattutto se utilizzate il climatizzatore anche come riscaldamento in inverno. Se lo usate esclusivamente per rinfrescare l'aria di casa durante l'estate, il consiglio è di occuparvi di estrarre e pulire o sostituire il filtro a fine stagione o comunque con l'inizio dell'autunno.

In ogni caso, meglio sostituire o pulire il filtro in anticipo, prima di iniziare a riavviare il condizionatore e, soprattutto, prima dell'arrivo del grande caldo. Se il filtro del vostro condizionatore sarà sempre pulito, eviterete l'accumulo di sporcizia e polvere all'interno del dispositivo, prolungandone la durata. Non solo: il condizionatore funzionerà meglio.

Il maggiore vantaggio di un filtro ben pulito riguarda la sua capacità di impedire agli allergeni di conaminare l'aria di casa. I filtri dei condizionatori possono essere di tipo diverso, ad esempio in PVC, ai carboni attivi, agli ioni, oppure elettrostatici. Consultate il manuale di istruzioni per saperne di più.

Ecco come procedere.

1) Prima di tutto dovrete individuare la posizione del filtro, che può cambiare a seconda che il condizionatore sia da parete, incassato al soffitto o da pavimento. Il filtro potrebbe trovarsi immediatamente dopo la griglia che permette la fuoriuscita dell'aria, oppure verso il fondo. Di norma, troverete uno sportello da aprire per raggiungere il filtro. In altri casi dovrete rimuovere la griglia, magari con l'aiuto del cacciavite.

2) Estraete sempre il filtro dal condizionatore prima di iniziare la sua pulizia. Nel filtro possono annidarsi polvere, acari, allergeni e batteri. Fate attenzione durante la pulizia o la sostituzione se soffrite di allergie o di problemi respiratori. Sfilate sempre il filtro con delicatezza per non rovinarlo.

3) Per i filtri più classici, che sono in PVC, basta una pulizia accurata con sapone e acqua tiepida. I filtri a carboni o a ioni attivi potrebbero richiedere una manutenzione particolare, per cui è bene controllare il manuale di istruzioni. Dovrete strofinare i filtri in PVC con una spugna che avrete immerso in acqua e sapone e strizzato molto bene.

4) Risciacquate con cura i filtri con acqua tiepida e asciugate bene con un telo pulito di cotone o con un asciugamano, senza fare troppa pressione, per non rischiare di rovinare il filtro. Controllate di aver rimosso bene tutti i residui di polvere e sporcizia.

5) A questo punto potrete reinserire nel condizionatore il filtro pulito e asciutto e rimontare l'eventuale coperchio o mascherina di plastica, oppure semplicemente chiudere lo sportello del condizionatore. Se il vecchio filtro vi è parso molto rovinato, lo potrete sostituire con uno nuovo. Cercate il filtro più adatto nei negozi o su internet facendo riferimento al modello o al marchio del vostro condizionatore. Riavviate il condizionatore. Se funzionerà senza problemi, vorrà dire che avrete pulito o sostituito e reinserito il filtro dell'aria con successo.

Un ulteriore consiglio utile. Se sarete in dubbio la prima volta che dovrete sostituire o pulire il filtro del condizionatore, o se temete che vi siano problemi di funzionamento, chiamate un tecnico e osservate tutte le sue mosse, in modo da procedere da soli senza problemi le prossime volte.

Ricordate anche che il condizionatore, periodicamente, va controllato e ricaricato con l'apposito gas che permette la refrigerazione. Se i livelli dovessero scendere troppo, il condizionatore potrebbe non funzionare correttamente. In questo caso, dovrete rivolgervi all'assistenza tecnica, che si occuperà della manutenzione necessaria al buon funzionamento del condizionatore.

Marta Albè

 

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Luna piena: effetti sull'uomo, le piante e gli animali

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Siamo in attesa della luna piena più colorata del 2014. Non possiamo negare gli effetti della luna sulla Terra, a partire dalle maree e dalla tradizione di rispettare il calendario lunare in agricoltura. La scienza ha comprovato gli effetti della luna piena sugli animali, ma vi sono ancora forti dubbi per quanto riguarda l'uomo. Secondo la tradizione popolare le fasi lunari influiscono sul ciclo mestruale e in particolare la luna piena risulta legata al parto. Ecco alcune curiosità sugli effetti della luna piena sull'uomo, le piante e gli animali.

Effetti della luna piena sull'uomo

1) Difficoltà a dormire

Gli effetti della luna piena sull'uomo sono soltanto un mito? Forse qualcosa di vero c'è. La luna piena sarebbe in grado di influire sul nostro ritmo circadiano (ritmo sonno-veglia). A confermarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology, secondo cui le credenze popolari sarebbero corrette. Il tutto risalirebbe all'evoluzione dell'uomo, che sarebbe avvenuta seguendo i cicli della luna, come per gli animali. La luna piena, in conclusione, almeno per quanto riguarda il sonno sarebbe in grado di agire sul nostro orologio biologico.

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2) Luna piena e parto

Talvolta abbiamo sentito dire che per determinare quando avverrà un parto, non dovremmo tenere conto della data di termine indicata, ma dell'arrivo della luna piena più vicina. E' facile associare alle fasi lunari il ciclo mestruale e probabilmente anche per quanto riguarda le tradizioni legate al parto, esiste un fondo di verità, anche se le statistiche non ne avrebbero al momento dato conferma.

3) Follia

Il lunatico è il folle, il pazzo, lo sregolato, il "fool". La follia e la pazzia sono da sempre collegate alla luna piena. La scienza è andata alla ricerca di dati statistici riguardanti l'aumento di incidenti, suicidi e omicidi durante la luna piena, ma non ha trovato conferme, almeno per quanto riguarda gli anni recenti. Il legame tra follia e luna piena è solo leggendario? C'è chi pensa, con ironia, che i comportamenti strani di alcune persone durante la luna piena siano dovuti alla mancanza di sonno di cui sopra.

4) Licantropia

Il cinema e la letteratura hanno tessuto trame avvincenti sul mito della licantropia. La tradizione parla di uomo lupo o di lupo mannaro. Anche la medicina in passato avrebbe descritto il fenomeno, come una sorta di "trasformazione" durante la luna piena. Vi sarebbero state forme isteriche e comportamenti inusuali che richiamavano il mondo animale. Ma ora, come spiega lo psichiatra Massimo Lai, del delirio di trasformazione nella letteratura psichiatrica non vi sarebbe quasi più traccia.

5) Epilessia

In passato si pensava che l'epilessia fosse scatenata proprio dalla luna piena. La scienza ha indagato sul fenomeno e avrebbe individuato un effetto diretto della luminosità, e non della luna, sulla possibilità che si scatenino delle crisi epilettiche. Secondo alcuni la luna piena non avrebbe alcun effetto sulle crisi epilettiche, secondo altri invece lo potrebbe avere indirettamente.

Effetti della luna piena sulle piante

1) Umidità del terreno

Secondo l'agricoltura biodinamica, dopo la luna piena inizia a crearsi una situazione di maggiore umidità nel terreno. Proviamo dunque a controllare bene il nostro orto e le nostre piante in vaso, per capire se la luna piena abbia davvero avuto effetto. Subito dopo la luna piena, l'energia delle piante inizia a scendere, con uno spostamento verso le radici.

2) Bulbi e tuberi

Con la luna piena e nella fase successiva, che porterà alla luna calante, sarà il momento di piantare i tuberi e gli ortaggi che crescono sottoterra: patate, carote, topinambur, cipolle, aglio, barbabietole, ravanelli. E' anche il momento di piantare i bulbi floreali. Secondo l'agricoltura biodinamica, la luna piena favorisce lo sviluppo di bulbi e tuberi.

3) Erbe medicinali

Secondo la tradizione contadina e della medicina naturale, le erbe medicinali durante la fase della luna piena contengono i massimi livelli dei loro principi attivi e gli steli delle piante tendono a dirigere verso l'alto. Dunque i giorni di luna piena sarebbero i più indicati per la raccolta delle piante officinali e curative.

4) Raccolta dei fiori curativi

La tradizione agricola consiglia di raccogliere i fiori curativi e commestibili durante la fase di luna piena, poiché proprio in questo momento, soprattutto per quanto riguarda le piante aromatiche, i fiori si troverebbero nel momento di massima energia, che poi inizierà a scendere con la fase di luna calante.

5) Trapianti

Aspettate la luna piena e soprattutto la successiva fase di luna calante per dedicarvi a qualsiasi tipo di trapianto. La linfa delle piante tende infatti a dirigersi verso in basso e ciò favorirà una maggiore radicazione. A partire dalla fase di luna calante, dunque subito dopo la luna piena, potrete seminare basilico, cavoli, cicoria, lattuga, finocchi sedano e tutto ciò che monta a seme.

Effetti della luna piena sugli animali

1) Coralli

A quanto pare, durante la luna piena di dicembre, i coralli delle coste australiane concentrano tutte le loro energie riproduttive e portano alla massima deposizione di uova sulla Terra. Ad incentivare il fenomeno sarebbero temperatura, salinità dell'acqua, disponibilità di cibo e proprio gli effetti della luna piena.

2) Cani e gatti

Pare che proprio durante la luna piena cani e gatti corrano i maggiori rischi di incorrere in incidenti. Uno studio ha investigato questa correlazione e ha evidenziato un incremento delle visite al pronto soccorso durante la luna piena del 23% per i gatti e del 28% per i cani. I ricercatori, però, non sarebbero ancora riusciti a determinare il motivo del fenomeno.

3) Insetti

Insetto come la formicaleone (doodlebug) durante la luna piena scaverebbero buchi più grandi e profondi nel terreno. Si tratta di trappole a forma di imbuto che vengono preparate nell'attesa che le prede vi cadano accidentalmente. Il ciclo lunare avrebbe dunque un influsso importante su questi insetti, che sarebbe però ancora da determinare.

4) Leoni

I leoni vanno a caccia di preda soprattutto la notte, ma a volte cacciano meglio durante il giorno, soprattutto dopo la luna piena. Una ricerca ha dimostrato che i leoni nelle notti di luna piena consumano meno cibo, forse perché nel frattempo le loro prede sono meno attive. Dopo una notte più luminosa del solido, ma scarsa di prede, i leoni andrebbero a caccia durante il giorno per sfamarsi.

5) Scorpioni

I raggi UV del chiaro di luna reagiscono con una proteina presente negli scorpioni che li farebbe brillare di blu nel buio. Tendono ad essere più attivi durante la luna nuova mentre cercano riparo e riposo nel resto del ciclo lunare. E' possibile che durante le notti più buie, le prede siano più disponibili.

Marta Albè

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L'influenza della luna sulla natura e su di noi tra credenze popolari 

Le fasi lunari in agricoltura

 

 

#Velolove 2014, i ciclisti urbani invadono Roma. Tutti gli eventi

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24 ore di eventi tutti da pedalare e una manifestazione per chiedere città a 30kmh orari. È #VeloLove 2014, la prima festa nazionale dei ciclismi urbani, che dalle 9.30 di sabato 14 alla mattina di domenica 15 si svolgerà a Roma. Volendo, passando di evento in evento, si potrebbe salire in bici la mattina di sabato e scendere di sella il giorno dopo.

Molto più facilmente si può scegliere, però, una delle tante iniziative lente, divertenti e alla portata di tutti. Si comincia la mattina a Villa Borghese con il Tweed Ride Picnic - bici vintage e abbigliamento stile belle époque - e si finisce la sera, sempre negli storici giardini romani, con la Urbe Criterium Race, una sfida underground internazionale per scattofisso senza freni riservata a esperti bike messenger e atleti che hanno familiarità con le bici da pista.

Nel corso di #VeloLove, inoltre, si potrà ballare silenziosamente e fare uno spuntino con la Magnalonga by Night, ciclodegustazione di prodotti tipici, scattare con il Brompton Italian Championship (ironica corsa con bici pieghevoli tra pendolari intermodali), assistere a un torneo-esibizione di Cycle Polo, la variante sull’erba del Bike Polo, sport metropolitano che si pratica con cavalli meccanici a pedali.

L’appuntamento clou di #VeloLove è la manifestazione nazionale 30 e lode. Dopo il successo degli appuntamenti del 2012 ai Fori Imperiali e del 2013 a Milano, #Salvaiciclisti e Rete Mobilità Nuova tornano a promuovere un corteo in bici per sollecitare un nuovo limite di velocità all’interno dei centri abitati del nostro Paese, così come richiesto dalla proposta di legge sulla mobilità nuova attualmente in discussione alla Camera.

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Il corteo nazionale 30 e lode sarà preceduto la mattina da 30 piazze per 30 all'ora. Un gruppo di ciclisti partirà da Piazza San Silvestro (Bike Square) e percorrerà un itinerario che toccherà 30 piazze del centro storico indossando maglie col simbolo del limite di velocità a 30kmh.

Eventi VeloLove ci sono prima e dopo il 14 giugno. Nel pomeriggio del 13, nel V municipio, si terrà Festambiente 30 e lode: cittadini ciclisti e non ciclisti, insieme al circolo Città Futura di Legambiente chiederanno il rispetto e il rafforzamento delle Zone 30 esistenti e l’individuazione di nuove area da mettere in sicurezza in particolare nei pressi delle scuole e dei parchi. Sempre il 13, la sera, si svolgerà la Pedalata di Luna Piena una passeggiata in bicicletta tra amici per godere della Capitale approfittando delle piacevoli nottate che solo Roma sa offrire.

Domenica 15, invece, dopo un sabato di orgoglio ciclistico, la bici torna a essere solo un accessorio di un ciclotour turistico riservato ai non romani tra mausolei e siti archeologici che sfuggono agli occhi del turista che s’accontenta della foto ricordo col Colosseo.

#VeloLove si svolge in tandem con Ciclomundi. La festa nazionale dei ciclisti urbani di Roma è gemellata con il festival del viaggio in bicicletta, nato da un’idea di Ediciclo che si svolge a Portogruaro (Ve) il 13, il 14 e il 15 giugno. La settimana successiva, il 21, il Palco a Pedali dei Tetes de Bois, ultimo degli appuntamenti VeloLove di giugno, sbarca al Parco Regionale dell'Appia Antica per festeggiare insieme anche quest'anno tra musica e racconti il solstizio d'estate in bicicletta.

Roberta Ragni

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Per #Velolove un album dedicato ai Ciclisti Urbani

Penalty: palloni da calcio recuperati sulle spiagge diventano il simbolo dell'inquinamento degli oceani

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La fotografa ambientale Mandy Barker è riuscita a raccogliere ben 769 palloni da calcio andati persi nel mondo, in particolar modo sulle spiagge, grazie alla collaborazione dei cittadini. I palloni le sono stati inviati da 41 differenti Paesi e isole e da 144 spiagge. Si tratta di un buon numero di palloni ritrovati, che può risultare utile per sensibilizzare al tema dei rifiuti.

Barker è interessata ad enfatizzare l'impatto ambientale della plastica e dei rifiuti che si accumulano negli oceani. E' nata così la collezione Penalty, con lo scopo di sensibilizzare al problema dell'inquinamento di mari, oceani e spiagge. Il pallone diventa l'oggetto emblematico del problema, non a caso proprio durante i mondiali di calcio.

I palloni raccolti provenivano da 43 differenti marchi, con particolare riferimento a Adidas, Sondico e Bellco. Quasi tutti sono stati fotografati sul luogo in cui sono stati recuperati e così com'erano, cioè non lavati. Alcuni contenevano acqua di mare, mentre altri non erano del tutto gonfi.

Altri palloni si erano trasformati in rifugi per gli animali di mari e spiagge, come formiche e granchi. Altri probabilmente erano stati morsi da tartarughe e pesci. Sono 32 le squadre qualificate ai mondiali di calcio. Prendendo questo numero come simbolo, Barker ha realizzato le foto di 32 palloni da tutto il mondo.

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Alcuni palloni, dopo essere finiti in mari e oceani, girano il mondo. Un pallone del Manchester United è stato ritrovato sulla costa Ovest dell'Australia, mentre un altro pallone della African World Cup 2010 è stato recuperato in Brasile. Analizzando le scritte e le date presenti sui palloni, si può ricostruire una linea cronologica.

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Nella collezione c'è un pallone targato Frido, che è uno dei primi palloni da calcio realizzati con materie plastiche tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Tutti i palloni recuperati sono entrati a fare parte di una serie composta da 4 immagini, ognuna delle quali mostra palloni raccolti in diverse aree. La fotografa ha inoltre dato vita alla serie Soup, i cui scatti comprendono tutti i rifiuti raccolti nel Nord dell'Oceano Pacifico.

Marta Albè

Fonte foto: mandy-barker.com

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