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Testecalde: il ristorante dove pizza e spaghetti danno lavoro ai ragazzi disabili

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Pochi – ma buoni – ingredienti e una giusta ricetta hanno dato vita alle testecalde, dieci ragazzi diversamente abili inseriti del mondo del lavoro. Hanno aperto da appena un paio di giorni ma stanno già facendo impazzire i social e il web.

Il merito è della loro nuova pizzeria-spaghetteria- ristorante, che si chiama, appunto, 'Testecalde'. Si trova a Rutigliano, nel Barese, ed è frutto della collaborazione tra la cooperativa 'Dis-Abilità e Lavoro', la Comunità di Sant'Egidio e le aziende del settore gastronomico Birra Peroni e Divella.

Il locale consente a 10 persone disabili, aiutati da volontari e professionisti del settore, di acquisire una preparazione completa e di livello. L'accompagnamento formativo permette loro di entrare nel mondo del lavoro gradualmente, per farne dei veri professionisti.

testecalde

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L'iniziativa è gemellata con la storica "Trattoria de Gli Amici" di Trastevere a Roma, una iniziativa promossa dalla Comunità di Sant'Egidio e attiva da oltre 10 anni, e mira ad accrescere le capacità, le conoscenze e le abilità professionali dei ragazzi e delle ragazze disabili e a favorirne l'inserimento lavorativo nel settore della ristorazione, in forma stabile o attraverso tirocini formativi.

"Dal servizio ai tavoli alla spillatura delle birre al bancone al 'Testecalde' i giovani impareranno il mestiere nella ristorazione - un settore molto vivo nonostante la crisi – con cui crescere e diventare autonomi" sostiene Michele Tatone Direttore Vendite sud Italia di Birra Peroni.

Il progetto nasce dal cuore di chi, da anni, è al fianco di bambini e ragazzi con disabilità attraverso tre centri diurni presenti sul territorio impegnati in attività ludiche e terapeutiche e supportato da chi spera che con il proprio aiuto si possa contribuire a migliorare il cammino riabilitativo e di integrazione sociale di molti giovani diversamente abili e delle loro famiglie, con la speranza di creare anche occupazione.

"Siamo molto contenti di collaborare in qualche modo alla nascita di "Testecalde" a Rutigliano - ha dichiarato Stefano Carmenati, Amministratore della Comunità di Sant'Egidio, l'esperienza e il successo della nostra "Trattoria de Gli Amici" a Roma, mostrano come l'inserimento al lavoro di persone con disabilità nel mondo della ristorazione non sia un peso o un problema, ma un valore aggiunto e una grande opportunità per tutti. Possiamo dire che è stata una sfida vinta. Siamo davvero contenti che altri amici inizino con noi questa avventura e auguriamo loro un grande successo".

Contro la discriminazione e l'esclusione sociale, uno slogan tutto gastronomico: "5 cose che una pizza non farà mai: lasciarti, chiamarti stupido, rifiutarti, maltrattarti, insultarti". Pronti per andare a trovarli? In fondo... siamo tutti Testecalde!

Roberta Ragni

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Le 10 isole piu' belle d'Italia? Le ex colonie penali

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isola capraia

Quali sono le isole più belle d'Italia? La CNN le identifica nelle sedi delle ex colonie penali dove venivano inviati nemici politici e altri personaggi ritenuti pericolosi e destinati al carcere. 

E sottolinea che le ex isole carcerarie ora rappresentano alcune delle mete turistiche più apprezzate in Italia. Siete d'accordo? Da Pantelleria a Ponza, fino all'Asinara: ecco la classifica della CNN.

1) Montecristo - Toscana

E' l'isola che ha ispirato Alexander Dumas nella stesura di "Il conte di Montecristo". L'isola di Montecristo è un gioiello dell'arcipelago toscano. E' diventata una colonia penale nel 19esimo secolo. E' selvaggia e incontaminata, tanto da rappresentare una riserva della biodiversità per l'Unione Europea. Solo 1000 visitatori all'anno ottengono il permesso di visitarla e c'è una lunga lista d'attesa.

isola di montecristo

2) Pantelleria - Sicilia

L'isola di Pantelleria è nota anche come la Perla Nera del Mediterraneo. Si tratta di un'isola vulcanica che risulta più vicina alle coste della Tunisia rispetto all'Italia. Ha rappresentato un punto strategico nel Mediterraneo per i Romani. Fu occupata dagli spagnoli, che la trasformarono in colonia penale. Il Passito è considerato l'oro di Pantelleria. La si può raggiungere in aereo o via mare.

isola pantelleria

3) Capraia - Toscana

L'isola di Capraia risulta più vicina alla Corsica che alle coste italiane. E' un'isola vulcanica che fino al 1986 fu sede di una colonia penale. Tra le attrazioni troviamo il forte di San Giorgio, che permetteva alle popolazioni di difendersi dai pirati. Fa parte di un parco marino protetto. La si può esplorare grazie ai sentieri adatti per il trekking e in barca. La si può raggiungere in traghetto da Livorno.

isola di capraia 2

4) Santo Stefano - Lazio

Sull'isola di Santo Stefano si trova una prigione abbandonata che fu costruita dai Borboni nel Settecento. Nelle giornate in cui il cielo è limpido da qui si avvista il Vesuvio, cosa che non era permessa ai prigionieri, dato che nessuna delle finestre delle celle si affacciava sul mare. L'isola di Santo Stefano è disabitata. La si può visitare solo grazie ai tour organizzati che partono dalla vicina isola di Ventotene.

isola santo stefano

5) Gorgona - Toscana

L'isola di Gorgona si trova di fronte a Livorno ed è la più piccola dell'Arcipelago Toscano. E' l'unica tra le isole citate dalla CNN in cui si trova un carcere ancora attivo. Fa parte del Santuario dei Cetacei, un'area da tutelare dove è possibile incontrare delfini e balene. La si può visitare partendo ogni giorno da Livorno e grazie a gite incentrate sul trekking. Di recente il carcere di Gorgona è stato definito "virtuoso" dal quotidiano tedesco Die Welt.

isola di gorgona

6) Ventotene - Lazio

L'isola di Ventotene ("dove soffia il vento") si trova a metà strada tra Roma e Napoli. Fa parte dell'arcipelago delle isole Ponziane. Nel suo antico carcere l'imperatore Nerone imprigionò la moglie Claudia Ottavia dopo averla accusata ingiustamente di adulterio. Il vecchio porto è ancora in attività, mentre il carcere è stato trasformato in case per le vacanze. E' uno dei luoghi d'Italia più adatti per le immersioni. Tra le attrazioni migliori troviamo la spiaggia di Calaneve. La si raggiunge via mare da Formia.

isola ventotene

7) Asinara - Sardegna

In passato era una colonia penale ed ora l'Asinara è un parco protetto popolato da oltre 650 specie animali, che includono l'asinello bianco. E' possibile raggiungere l'Asinara via mare da Stintino. Sull'isola ci si può spostare quasi solo in bicicletta, al di là dei tour organizzati in 4x4. La caratterizzano coste frastagliate, spiagge e cale, tra cui cala Arena e cala Sant'Andrea.

isola asinara

8) Ponza - Lazio

Ponza è una delle isole più belle del Mediterraneo. Proprio qui fu imprigionato Mussolini dal 27 agosto al 7 luglio 1943. E' un'isola quasi completamente collinare. Tra le destinazioni preferite dai turisti troviamo la celebre spiaggia di Chiaia di Luna, che è circondata da un'alta scogliere a picco sul mare. Potrete raggiungere Ponza via mare da Anzio e da Terracina.

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9) Pianosa - Toscana

L'isola di Pianosa è stata sede di un carcere di massima sicurezza fino al 1998 ed ha rappresentato una colonia penale fin dai tempi più antichi. Agrippa, nipote dell'imperatore Augusto, fu incarcerato e condannato a morte proprio qui. Potrete visitare l'isola di Pianosa grazie a tour guidati a piedi o in mountain-bike. La potrete raggiungere partendo dall'Isola d'Elba o da Piombino.

isola di pianosa

10) Favignana - Sicilia

Favignana è la più grande delle isole Egadi. Centinaia di prigionieri furono portati qui quando l'Italia invase la Libia nel 1911. Potrete raggiungere Favignana da Trapani o da Marsala. Nell'antichità era ricca di vegetazione, mentre ore le aree verdi si sono impoverite a causa del disboscamento. Qui potrete visitare la spiaggia sabbiosa di Lido Burrone e la Cala Azzurr, una piccola spiaggia con scogli.

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Marta Albè

Fonte foto: cnn.com

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Un ciliegio nato su un gelso: il raro Bialbero di Casorzo

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Un ciliegio nato su un gelso. Due anime che vivono in un corpo solo, regali che sono la Natura può dare. Non occorre volare dall'altra parte del mondo per ammirare questo spettacolo. Basta andare in Piemonte e precisamente a Casorzo, in provincia di Asti, per ritrovarsi a tu per tu con il Bialbero.

Una creatura dall'aspetto unico che ha attirato su di se gli occhi di migliaia di turisti. Il doppio albero di Casorzo o Bialbero, come viene spesso chiamato, è ormai una star e si trova sulla strada che unisce Casorzo e Grana. Generosamente il gelso ha ospitato il ciliegio, i cui rami e la chioma adesso superano vistosamente il coinquilino di circa 5 metri.

Nessuno sa esattamente come i due alberi si siano uniti in uno solo. Probabilmente qualche uccello ha lasciato cadere un seme in cima al gelso su cui poi sono nate le radici, che piano piano si sono fatte spazio nel tronco cavo del gelso fino a raggiungere il suolo e a svettare verso il cielo.

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In realtà, gli alberi che crescono da “parassiti” su altri albero non costituiscono un fatto insolito, ma normalmente non raggiungono le dimensioni e la durata della vita del Bialbero di Casorzo. In quesi casi si parla di epifite, ovvero di specie che vivono su piante altre, di solito usate come sostegno e non per procurarsi il nutrimento.

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Fonte foto: Agfathefrgo su Flickr 

Queste ultime normalmente raggiungere piccole dimensioni e hanno una vita breve perché non hanno sufficiente humus e spazio a disposizione per crescere.

casorzio2

Foto

Bialbero casorzo

Fonte foto: Wikimedia

Per questo il Bialbero di Casorzo è una vera e propria rarità nostrana, insieme al Castagno dei cento cavalli, il più antico albero d'Europa, che sorge in provincia di Catania.

Ma non è di certo l'unico al mondo. Un altro esemplare di bialbero si trova nel Parco nazionale dei laghi di Plitvice in Croazia ed è costituito da un pesco e da un abete.

Nessuna guerra per il territorio, solo una pacifica coesistenza. Miracoli che accadono ormai solo in Natura.

Francesca Mancuso

Fonte foto: 

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Tumori: dalle piante tre sostanze naturali per proteggere la pelle dalla radioterapia

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La radioterapia contro il cancro consiste nell'esporre il paziente direttamente alle radiazioni ionizzanti, come i raggi gamma o i raggi-X. I danni alle cellule tumorali sono immediati. Purtroppo, però, lo sono anche quelli al tessuto sano, specialmente per la pelle che si trova in corrispondenza della massa tumorale.

Così, si perdono i capelli, si arriva a problemi dermatologici e persino al cancro della pelle. Eppure, una soluzione potrebbe esserci, ed è stata da sempre ricercata dagli scienziati. O almeno è quello che sostengono nell'International Journal of Low Radiation, Faruck Lukmanul Hakkim dell'Università di Nizwa, Oman e Nagasaki, in Giappone, e colleghi: tre prodotti naturali derivati dalle piante sarebbero in grado di proteggere la pelle contro le radiazioni gamma durante la radioterapia.

Hakkim e colleghi discutono i benefici di 3 composti antiossidanti:

  • l'acido caffeico, chiamato così perché originariamente trovato negli estratti di caffè ma successivamente riscontrato ampiamente in natura (nell'angelica, nell'arnica, nella bardana, nella fumaria, nella melissa ed in elevate percentuali nel propoli, ma anche in cicoria, carciofo, piselli e fragole);
  • l'acido rosmarinico, presente in rosmarino, salvia, origano, timo, menta piperita e melissa;
  • l'acido cinnamico, che si trova nell'olio essenziale di cannella, in balsami come lo storax (o olio di storace, estratto da piante del genere Liquidambar) e nel burro di karité.

Questi 3 acidi organici avrebbero un effetto protettivo. Il team, infatti, sostiene che trattando le cellule epiteliali umane con essi, si possono proteggere le cellule del 40%, del 20% e del 15%, a seconda della tossicità del raggio gamma. Ma serviranno ulteriori studi, attualmente in corso, per studiare il potenziale clinico delle miscele dei tre prodotti naturali.

Roberta Ragni

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Torta salata di zucchine e patate al pesto

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Preparare una torta salata con ingredienti di stagione è semplicissimo. Durante l'estate avrete facilmente a disposizioni ingredienti freschi come il basilico e le zucchine, con cui preparare un ottimo pesto fatto in casa.

 Con la farina di farro e la farina di grano integrale sarà molto semplice creare anche la base della vostra torta salata di patate e zucchine.

Ecco tutti gli ingredienti e come procedere.

Per l'impasto:

200 gr di farina di farro
100 gr di farina integrale
170 ml d'acqua
2 cucchiai di olio extravergine
1 pizzico di sale fino integrale
1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
1 cucchiaino di aceto

Per il pesto:

1 zucchina
1 manciata di basilico fresco
! cucchiaio di mandorle o pinoli
Olio extravergine
Sale e pepe

Per farcire:

1 zucchina
3 patate novelle
2 cucchiaio di olio extravergine
1 pizzico di sale fino integrale
Origano e prezzemolo tritati

Preparare l'impasto. In una ciotola capiente versate le farine, l'acqua e l'olio extravergine. Unite anche un pizzico di sale, l'aceto e il bicarbonato, che permetteranno una leggera lievitazione dell'impasto, così che si mantenga morbido durante la cottura. Impastate con energia come per preparare il pane. Lasciate riposare l'impasto a temperatura ambiente, coperto con un telo, per 30 minuti.

Preparare il pesto. Lavate la zucchina e tagliatela a cubetti. Versatele crude nel mixer da cucina insieme al basilico e a due o tre cucchiai di olio extravergine. Iniziate a frullare e unite anche le mandorle o i pinoli. Se occorre rendere il condimento un po' più liquido, aggiungete acqua fresca a filo. Regolate di sale e di pepe e continuate a frullare fino ad ottenere un composto omogeneo e cremoso.

Base e farcitura. Affettate la zucchina in dischi rotondi e sottili. Sbucciate le patate e fate lo stesso. Mettete da parte le fettine di zucchina crude e cuocete le patate in padella con olio extravergine per qualche minuto, fino a quando inizieranno a dorarsi. Rivestite una teglia da pizza con carta da forno dopo aver inumidito il fondo con qualche goccia d'acqua. Stendete l'impasto con il mattarello e poi con le mani formando bene i bordi e bucherellatelo con una forchetta. Quindi farcite con il pesto. Distribuite il condimento in modo omogeneo e aggiungete le patate e le zucchine.

Cottura. Cuocete la torta salata di zucchine in forno ventilato a 180°C per circa 30 minuti. Lasciate intiepidire prima di servire. Guarnite con del basilico fresco oppure con origano e prezzemolo, freschi o essiccati. Questa torta salata sarà ottima come antipasto, come secondo piatto, per l'aperitivo oppure come spuntino in spiaggia o per il pic-nic.

Marta Albè
(Testi e foto)

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La Concordia arriva a Genova, ma i danni al Giglio restano (VIDEO)

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Si è concluso con successo l'ultimo viaggio in mare della Costa Concordia. In lieve anticipo rispetto alla tabella di marcia, grazie al meteo favorevole e all'ottima tenuta del progetto ingegneristico che ha rimosso il relitto dal Giglio, si conclude oggi una vicenda che è costata la vita a 33 persone e ha inflitto una ferita all'ambiente del Giglio e dell'Arcipelago Toscano e all'immagine del nostro Paese.

"Con la vicenda Concordia "l'Italia ha dimostrato di essere un grande Paese. Se facciamo gioco di squadra siamo capaci di grandi imprese. Abbiamo dimostrato che ambiente, lavoro e sviluppo possono camminare insieme. Quella di oggi però non e' una giornata di festa. Il pensiero va alle vittime e al Giglio", scrive sul suo profilo Twitter Gian Luca Galletti, ministro dell'Ambiente, che posta anche le foto dell'arrivo della nave nel porto di Genova.

 "I nostri monitoraggi non hanno fatto emergere alcun sversamento di idrocarburi o sostanze inquinanti. Adesso però dobbiamo rivitalizzare il Santuario dei cetacei, rendere efficace il "Decreto anti-inchini" e inaugurare una nuova stagione dello smantellamento delle navi europee nel vecchio continente".

Così commentano, invece, Alessandro Gianni e Stefano Ciafani, rispettivamente Direttore delle Campagne di Greenpeace e Vice Presidente di Legambiente a conclusione del viaggio a bordo della Maria Teresa, l'imbarcazione della Fondazione Exodus di Don Mazzi che ha seguito ininterrottamente la Concordia dal Giglio a Genova Voltri.

{youtube}j5BYDLKejjs{/youtube}

Ma non basta per cantare vittoria. Il felice esito della rimozione del relitto dovrebbe ora fungere da trampolino per rivitalizzare il Santuario dei cetacei (è incredibile ad esempio che di questa vicenda, sul sito web del Santuario non si trovi traccia, sottolinea Legambiente). La tempestiva adozione di politiche di gestione e tutela del mare, e in particolare del Santuario dei cetacei, avrebbe potuto prevenire questa tragedia.

Questa vicenda ha fatto emergere anche altre contraddizioni del nostro Paese su questo fronte: dopo il naufragio, con fin troppe resistenze, è stato varato un "Decreto anti-inchini" che è stato però già annacquato dalle pressioni delle lobby dei trasporti marittimi. Ci sono infatti i "passaggi ravvicinati" davanti a Venezia, Capri e Portofino, con la speranza che non si ripresenti l'ennesima emergenza annunciata.

E l'operazione "Costa ti tengo d'occhio" di Greenpeace e Legambiente non si conclude con l'arrivo della Concordia a Genova: sarà monitorato anche lo smaltimento. Per questo le associazioni ambientaliste chiedono di essere presenti come osservatori per vigilare su questo delicato processo. Parallelamente, verranno seguite anche le operazioni di bonifica e ripristino dei fondali del Giglio deturpati dal naufragio e dal cantiere.

Intanto sui social continuano a far discutere le vacanze a Ischia di Francesco Schettino...

schettino 

 
Roberta Ragni
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Hyams Beach, la spiaggia piu' bianca del mondo

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Estate fa rima con sole, mare e spiagge. Sapete qual è la spiaggia più bianca del mondo? Si chiama Hyams Beach e si trova in Australia. Si tratta di una spiaggia davvero paradisiaca situata nella località di Jervis Bay, nel New South Wales.

Hyames Bay ha vinto il Guinness World Record per il candore della sabbia che la caratterizza. Nelle sue vicinanze sorgono antiche foreste e alture da attraversare grazie al trekking. Le acque sono trasparenti, pulite e cristalline. Una vera e propria attrazione per chi ama le immersioni, il nuoto e il surf.

Da qui è possibile visitare il Jervis Bay Marine Park e il Booderee National Park. Inoltre, nelle vicinanze di Hyams Beach si trovano alcune delle spiagge più belle d'Australia, come Murrays Beach e Greenpatch. In questa zona è inoltre possibile avvistare balene e delfini.

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Attraversare i sentieri della White Sands Walk permette di unire le nuotate alle passeggiate, con una vista panoramica sulla baia. Questi luoghi sono perfetti per chi è alla ricerca di spiagge isolate e di ospitalità in piccoli villaggi. Altre spiagge nei dintorni presentano la stessa sabbia bianca, ma Hyams Beach detiene il record ufficiale.

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La baia è almeno quattro volte più ampia di Sydney Harbour per quanto riguarda la sua superficie. La regione di Jrvis Bay si estende da Culburra a Sussex Inlet, fino a Pacific Highway. Rappresenta una meta da non sottovalutare per chi compie un viaggio in Australia alla ricerca dei luoghi più belli. Infine, chi ama l'avventura non potrà mancare di visitare Currambene Creek, tra mangrovie e aree umide.

Marta Albè

Fonte foto: visitmsw.com - huffingtonpost.com

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Giostra dell'Orso: abbattuti 2 cavalli al palio di Pistoia. Il Mailbombing per dire basta (VIDEO - immagini forti)

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Erano redditizie cavalle "da corsa", con un unico destino: correre e vincere per il profitto e per il divertimento dell'uomo. Così sono morte. Mentre facevano cio' per cui erano state duramente allenate. Si chiamavano rispettivamente Oracle Force, nata nel 2009, 50 corse in carriera e vincite per 23.579,78 euro, e Golden Storming, nata nel 2008, 39 corse in carriera e vincite per 34.918,00. Sono state abbattute alla Giostra dell'Orso di Pistoia, dopo aver riportato gravi lesioni durante la "manifestazione".

La pioggia, i dubbi se annullare la manifestazione per le condizioni della pista, non hanno fermato il carosello in piazza del Duomo, e così, di nuovo, Pistoia ha aggiunto altre due vittime al suo elenco di cavalli morti.

Al primo cavallo infortunato, Oracle force del Rione del Grifone, il veterinario della commissione Fitetrec- Ante ha constatato la frattura esposta della prima falange, trauma che lo ha indotto ad effettuare al cavallo un'anestesia generale e ad eseguirne la soppressione per motivi compassionevoli.

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Il secondo cavallo, Golden Storming del Rione del Drago (nella foto sopra), ha presentato una frattura epifisaria esposta del radio. La commissione veterinaria, che ha potuto curarsi dell'animale solamente dopo aver terminato le operazioni sul primo cavallo infortunato a causa del mancato arresto della competizione da parte della giuria, ha effettuato anche su questo la soppressione in anestesia generale. Entrambi i corpi dei cavalli sono stati sequestrati e si trovano attualmente conservati in una cella frigorifera a disposizione del magistrato, che potrà disporne l'autopsia.

La LAV annuncia azioni legali, per dare giustizia a queste nuove vittime di una delle tante manifestazioni che ancora si insiste a voler collegare al concetto di cultura, storia e tradizione, ma che invece spesso sono teatro di morte.

"Sporgeremo denuncia e valuteremo tutte le azioni legali possibili affinché vengano accertate le eventuali responsabilità in capo all'organizzazione della Giostra e alle autorizzazioni concesse. Sono troppi i cavalli mandati a morire in questi 'spettacoli' che invece dovrebbero essere aboliti su tutto il territorio nazionale, in quanto retaggio del passato, senza alcuna logica attuale, totalmente anacronistici e in contrasto con il sempre più diffuso sentimento di rispetto degli animali - dichiara Nadia Zurlo, responsabile del settore Equidi LAV – Società civile e istituzioni devono impegnarsi a bandire per sempre queste manifestazioni insanguinate".

{youtube}D5hbqqHzeCU{/youtube}

Intanto il sindaco Samuele Bertinelli ha richiesto tutte le relazioni tecniche sulla pista, sulle visite ai cavalli e sui trattamenti veterinari eseguiti a seguito dei due infortuni, che ha consegnato all'autorità giudiziaria. E chiede all'intero consiglio comunale e a tutta la sua città di riflettere seriamente sull'accaduto, indicando la necessità di non svolgere nel frattempo l'edizione del prossimo anno.

La Giostra dell'Orso è una manifestazione organizzata dal Comitato cittadino Giostra dell'Orso secondo il disciplinare che ne regola i rapporti con l'Amministrazione. È nata nel 1947, ripresa nel 1975, dopo molti anni di interruzione, e da allora sviluppatasi fino ad oggi, con solo due pause nel 1986 e nel 1991. Quella di quest'anno era la quarantesima edizione.

Ma i gravissimi infortuni occorsi ai due cavalli, si legge in una nota, "hanno mostrato – purtroppo – come le molte, importanti, nuove garanzie introdotte per regolamentare la manifestazione per una maggiore tutela di cavalli e fantini non siano state sufficienti a garantire la sicurezza dei cavalli. Poiché questa Amministrazione ha sempre ribadito che l'elemento prioritario ed imprescindibile per la prosecuzione della Giostra non potesse che essere quello della sicurezza di uomini e animali, il sindaco ritine che non possa mai più essere corsa una Giostra dell'Orso con le modalità finora utilizzate. La manifestazione serale del giorno di San Jacopo dovrà essere radicalmente ripensata e l'Amministrazione si dedicherà subito a questo lavoro, al quale dovrà essere dedicato tutto il tempo necessario".

Cosa possiamo fare ni nel frattempo? Dire no a queste manifestazioni anacronistiche. L'unico modo per tutelare i cavalli è abolire queste barbarie, non siamo più nel medioevo. Anche perché, come spiega Nadia Zurlo, le alternative esistono, come dimostra la divertentissima ed etica "Cursa dei cavai" di Lodi, in cui i cavalli sono giocattoli su ruote.

"Qui i cittadini partecipano attivamente alla festa, e c'è anche la parte per i bambini. E qui, nessuno tornerebbe a casa piangendo perché è morto qualcuno... Sindaci e consiglieri comunali: voi potete fare delle scelte di cui essere fieri, e ne avrete anche dei vantaggi perché eliminerete dai vostri cittadini tutti gli esaltati e gli annessi e connessi tipici delle lotte di contrada", commenta la responsabile Lav.

{youtube}0OGzj0zCd4g{/youtube}

L'invito, allora, è quello di scrivere al sindaco e ai consiglieri di Pistoia, facendo sentire la voce delle persone civili, che ripugnano questi orribili spettacoli di morte! (Per l'evento su Facebook clicca qui)

Ecco gli indirizzi:

info@comune.pistoia.it; sindaco@comune.pistoia.it; l.gherardeschi@comune.pistoia.it; s.ferretti@comune.pistoia.it; d.belliti@comune.pistoia.it; m.tuci@comune.pistoia.it; e.becheri@comune.pistoia.it; t.nuti@comune.pistoia.it; f.bontempi@comune.pistoia.it; b.carradori@comune.pistoia.it; r.gabbani@comune.pistoia.it; r.picciolli@comune.pistoia.it; c.remoli@comune.pistoia.it;

Roberta Ragni

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Il delfinario delle isole Bahamas dovrà chiudere e liberare gli 8 delfini

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Un enorme passo in avanti nella lotta ai delfinari, in favore della libertà dei cetacei. È appena accaduta nelle isole Bahamas, dove, grazie agli attivisti ambientalisti e animalisti e a una petizione che ha guadagnato oltre 65.000 firme, il giudice Stephen Isaacs ha ordinato al delfinario in possesso di otto delfini in cattività di chiudere e rilasciare i suoi animali.

Notizia ancor migliore, sono stati sollevati interrogativi sulla legalità dell'importazione di delfini alle Bahamas per scopi diversi dalla ricerca – un dibattito davvero innovativo per un Paese che si basa sul turismo per alimentare la sua economia.

"Vogliamo mettere fine allo sfruttamento di questa specie. La nostra obiezione si basa sulla premessa che le strutture di cattività per i mammiferi marini sono obsolete, disumane e anti ambientaliste. La costruzione di due nuovi impianti per mammiferi marini è stata approvata in via preliminare in Bahamas. Nessuno di questi progetti è stato reso pubblico. Questo è sbagliato per le Bahamas, e sbagliato per la salute internazionale delle popolazioni di delfini in tutto il mondo", si leggeva nel testo della petizione lanciata dall'associazione reEarth.

La struttura sarebbe stata aperta a Blackbeard's Cay, a Nassau, e sarebbe diventata la quarta attrazione turistica con delfini in cattività dell'arcipelago. Ha ricevuto i suoi otto delfini dall'Honduras all'inizio di quest'anno, ma, come ha stabilito anche il Tribunale, gli animali sono stati introdotti nel paese illegalmente.

"Sono entusiasta", ha festeggiato Sam Duncombe, presidente della reEarth. "Abbiamo combattuto questo problema per 24 anni e finalmente siamo stati in grado di portare uno dei responsabili della cattività dei delfini in tribunale per l'elusione della legge sulla protezione dei mammiferi marini."

Oltre a stabilire la liberazione dei delfini dalla prigionia, il giudice ha anche ordinato che l'area venga ripristinata al suo stato originale. La società ha il diritto di impugnare la decisione entro le prossime settimane, ma, almeno per ora, gli animali in cattività possono festeggiare una vittoria storica. Sempre che non si riesca a trovare il cavillo giuridico che consenta di perpetuare tale crudeltà come successo per il delfinario di Rimini.

Roberta Ragni

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The Unseen: la giacca che rileva l'inquinamento dell'aria

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E' attorno a noi in ogni momento e la respiriamo ma non possiamo conoscerne la qualità e le caratteristiche senza avere a disposizione strumenti speciali. L'aria, per i comuni mortali che vivono al di fuori dei laboratori, è qualcosa di invisibile, ma è comunque fondamentale. E l'inquinamento la minaccia sempre di più.

Come misurare l'inquinamento dell'aria in modo che tutti possano rendersi conto della situazione reale? La questione ambientale sta attirando l'attenzione del mondo della moda. Un artista inglese ha l'obiettivo di cambiare il modo in cui consideriamo l'aria grazie a The Unseen, un inchiostro che reagisce a contatto con l'aria e con il vento è che è diventato protagonista di una giacca d'alta moda.

Tutti noi possiamo discutere della temperatura e dell'umidità dell'aria e della velocità del vento, ma è difficile rendersi conto della qualità di ciò che respiriamo e dei livelli di inquinamento. I colori dell'inchiostro utilizzato per la colorazione della giacca cambiano a seconda delle variazioni dell'aria attorno a chi la indossa.

L'inchiostro è sensibile a stimoli differenti, inclusi il calore, i raggi UV, la presenza di agenti inquinanti, l'idratazione, le sostanze chimiche e i suoni. La giacca rivela a chi la indossa se l'aria che lo circonda è davvero pulita. L'inquinamento modifica il colore dell'inchiostro dal nero al giallo, mentre altri fattori fanno emergere tinte di tonalità blu e verde. 

La speciale giacca fa parte di una nuova collezione Swarovski. L'aspetto di questo inusuale capo d'abbigliamento ricorda le piume iridescenti di alcuni uccelli o le squame dei pesci tropicali. Certo, dal punto di vista estetico c'è ancora molto da lavorare, ma ciò che conta in questo momento è il messaggio legato a questo progetto.
 
I cittadini non sono consapevoli a sufficienza della qualità dell'aria che respirano e nessuno di noi può sapere davvero se in città ci sono aree migliori di altre in cui trascorrere del tempo per godere di una qualità dell'aria migliore.
 
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Ad esempio, quali saranno le reali differenze tra un parco pubblico e una strada trafficata? Non è la prima volta che la moda e la scienza si incontrano. Ci attendiamo maggiori sviluppi e magari dei sistemi semplici per determinare la qualità dell'aria che risultino alla portata di tutti.
 
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Marta Albè
 
 
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Flederhaus: a Vienna ecco la casa delle amache dove il relax è gratis

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Immaginate il dondolio di un'amaca e la brezza fresca che vi accarezza il viso. Non avete spazio per un'amaca in giardino? A Vienna il relax sull'amaca è gratis grazie a Flederhaus. Si tratta di un grande edificio dove troverete ben 28 amache pronte ad accogliervi.

Flederhaus, "la casa delle amache", mette a disposizione dei visitatori uno spazio tranquillo, immerso nel verde, dove recuperare le energie è più semplice. Flederhaus si trova di fronte al Museum Quarter. La struttura ha l'obietivo di evidenziare i continui cambiamenti che interessano l'ambiente urbano.

Oltre allo spazio relax, la struttura offre una panoramica sul centro di Vienna e dà ai visitatori la possibilità di rendersi conto delle trasformazioni che hanno interessato la città negli ultimi anni. La posizione di Flederhaus è stata prescelta per rivitalizzare una delle aree meno frequentate vicino al Museum Quarter.

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Alla base di Flederhaus troviamo una struttura di legno che può essere facilmente spostata altrove. Si tratta dunque di una vera e propria casa mobile, ma allo stesso tempo sicura e molto robusta. Le scelte di costruzione hanno permesso di classificarla come opera d'arte e non come progetto architettonico.

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Gli ideatori di Flederhaus non hanno ancora deciso le destinazioni future della casa mobile con le amache, ma quando avranno stabilito la prossima tappa, lavoreranno insieme agli esperti di Griffner Hause AG per trasferire altrove questo magico paradiso del relax, sempre a costo zero per i visitatori.

Marta Albè

Fonte foto: heriundsalli.com

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Creata al MIT la spugna di grafite che produce vapore grazie alla luce del sole

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MIT spugna vapore

È grande circa 10 cm ma può convertire l'85 per cento dell'energia fornita dal sole in vapore. È la nuova spugna progettata dai ricercatori del MIT usando la grafite. Una nuova soluzione altamente efficiente per convertire la luce in vapore, utile soprattutto per la desalinizzazione dell'acqua e la produzione di energia solare termica.

Creata usando la schiuma di carbonio avvolta da uno strato di scaglie di grafite, la spugna è porosa e galleggia sull'acqua. Quando la luce solare colpisce la superficie della struttura, crea una sorta di hotspot, accumulando l'acqua attraverso i pori del materiale, dove poi si trasforma in vapore.

L'approccio è relativamente semplice. Poiché il vapore è generato sulla superficie di un liquido, i ricercatori hanno cercato un materiale efficiente sia ad assorbire la luce solare che a generare vapore se posto sulla superficie di un liquido.  

I ricercatori hanno lavorato sulla grafite usando un sorta di forno a microonde per ottenere il prodotto finale, facendo "aprire" il material proprio come farebbero i pop corn. Il sistema è stato testato poi in una camera d'acqua ed esponendolo a un simulatore solare, una sorgente luminosa che simula varie intensità di radiazione solare. Essi hanno così scoperto che era in grado di convertire l'85 per cento dell'energia in vapore con una intensità solare 10 volte quella di una tipica giornata soleggiata.

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Oggi, la produzione di vapore dall'energia solare attraverso il fotovoltaico a concentrazione coinvolge vasti spazi e tecnologie complesse e ingombranti come le “lenti” che concentrano la luce solare in entrata, col riscaldamento di grandi volumi di liquido a temperature sufficientemente elevate per produrre vapore. Tuttavia, questi sistemi complessi hanno il neo di provocare significative perdite di calore.

Recentemente, gli scienziati hanno esplorato i modi per migliorare l'efficienza del solare termico attraverso lo sviluppo di nuovi “ricevitori” solari e lavorando con i nanofluidi. In quest'ultimo caso, si punta alla miscelazione di acqua con nanoparticelle che si riscaldano rapidamente quando sono esposte alla luce del sole, facendo vaporizzare le molecole d'acqua. Ma avviare questa reazione richiede molta energia solare, circa 1000 volte quella di una giornata media di sole.

Secondo gli scienziati del Mit, il nuovo materiale, essendo in grado di convertire l'85 per cento dell'energia solare in arrivo in vapore, apporta un significativo miglioramento rispetto ai precedenti approcci per la generazione di vapore da energia solare. Inoltre, il sistema perde pochissimo calore nel processo, e può produrre vapore anche senza grandi quantità di luce solare.

Ciò significa che, se scalata, la spugna probabilmente non richiederebbe sistemi costosi per concentrare la luce. Merito anche del colore scuro della grafite che attira al massimo l'energia dal sole.

Hadi Ghasemi, a capo della ricerca ha spiegato che la struttura spugnosa può essere prodotta con materiali relativamente poco costosi e potrebbe avere un ruolo importante: “La spugna è importante per la desalinizzazione, per i sistemi di igiene e sterilizzazione. Soprattutto in aree remote dove il sole è l'unica fonte di energia, generare vapore con l'energia solare sarebbe molto utile.”

Francesca Mancuso

Foto: MIT

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Il bimbo che abbraccia per la prima volta la mamma grazie a una protesi stampata in 3D (video)

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Alex Pring è un bambino di 6 anni nato senza un braccio. Ora, grazie all'aiuto degli studenti della University of Central Florida, ha avuto modo di fare qualcosa che non aveva mai prima: dare un abbraccio con tutte e due le mani alla sua mamma.

Il bambino è abituato alla sua condizione ed è sempre riuscito a fare tutto. Ma crescendo e diventando più attivo, il bisogno di avere una protesi ha iniziato a farsi sempre più forte. Così lo studente di ingegneria aerospaziale Albert Manero gli ha dotato di un nuovo braccio 'bionico', compreso di una mano in grado di chiudersi e aprirsi.

L'arto artificiale può muoversi utilizzando l'energia muscolare della parte superiore del braccio. "Cerco ancora di fare le cose come gli altri bambini, utilizzando ciò che ho. Ma è sempre più difficile, man mano che cresco", ha spiegato il bambino all'Orlando Sentinel.

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Ora sarà più facile fare tutto. Ma non è stata una passeggiata. Le protesi per i bambini, infatti, sono più difficili da fare rispetto a quelle per adulti, spiega Manero. Inoltre, la maggior parte delle compagnie di assicurazione non le paga, perché vanno sostituite quando il bambino cresce.

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Alyson Pring, la mamma del ragazzino, ha trovato Manero attraverso la rete on-line E-nibile, un gruppo internazionale di ingegneri volontari, esperti dii 3-D, terapisti occupazionali, studenti, inventori e professori. Uno dei loro obiettivi è proprio quello di aiutare i bambini senza mani. Manero si era unito al gruppo, perché quando era più giovane aveva un amico a cui mancavano le dita. Ha deciso, quindi, che avrebbe aiutato chi soffriva per via di una simile menomazione.

 

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Così il piccolo Alex Pring ora ha ufficialmente un nuovo braccio destro, il tutto per un totale di appena $ 350. Ovviamente, la prima cosa che ha fatto quando ha indossato la sua protesi è stato dare a sua madre un bellissimo abbraccio. Il fotografo KT Crabb era lì per catturare la scena. "Quando mi ha abbracciato con due mani, non mi lasciava più andare", ha detto la mamma.

Roberta Ragni

Fonte e foto

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B-and-Bee: la tenda ad alveare per andare ai festival o in campeggio con gli amici

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L'alveare è un avanzato esempio di architettura naturale e di organizzazione sociale, perché non prenderlo come esempio e provare a riprodurlo anche per gli umani?

Deve essere stata questa la domanda che, molto probabilmente, si sono fatti i designers che hanno progettato b-and-bee, una meravigliosa struttura da campeggio che impila uno sopra l’altro piccole capsule, come fossero celle di un alveare, occupando meno spazio di una tenda normale ma garantendo maggiore comodità.

L'idea nasce per essere allestita in occasione di grandi festival e raduni musicali, ma può essere anche immaginata come soluzione in caso di emergenza, come rifugio per i senzatetto e molto altro.

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Realizzata con materiali a basso impatto, questa struttura offre non solo relax e comfort in tutta sicurezza, ma riesce a creare anche spazi di interazione sociale in grado di favorire il senso di comunità.

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Un vero e proprio esempio di progettazione culturalmente ed ecologicamente responsabile e integrativa.

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Arturo Carlino

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Allergia al nichel, ecco il vaccino in capsule

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Arriva il vaccino per l'allerga al nichel. La novità e tutta italiana. Gli esperti dell'Università Cattolica di Roma, del Policlinico Gemelli e dell'Università di Chieti hanno dimostrato che assumere un apposito vaccino in capsule guarisce dall'allergia al nichel.

 
Il riferimento è in particolare all'allergia al nichel sistemica, cioè quella provocata dalla presenza di nichel negli alimenti, che si manifesta sia con la comparsa di sintomi gastrointestinali che a livello della pelle con eczema e orticaria. Resta invece ancora da approfondire il problema dell'allergia al nichel da contatto, sempre più diffusa anche perché questa sostanza viene rilasciata da dispositivi di uso comune come smartphone e tablet.
 
I ricercatori hanno condotto uno studio clinico randomizzato in doppio cieco per valutare la terapia orale di iposensibilizzazione al nichel. Ad un gruppo di pazienti è stato somministrato il vaccino in capsule, mentre altri hanno assunto un placebo. I pazienti presentavano sindrome allergica sistemica al nichel (Snas) con reazioni sistemiche cutanee e gastrointestinali dopo l'ingestione di cibi contenenti nichel e caratterizzati da dermatite allergica da contatto.
 
I risultati ottenuti sono stati pubblicati sulla rivista internazionale Annals of Medicine in uno studio che porta il titolo di "Nickel oral hyposensitization in patients with systemic nickel allergy syndrome". L'allergia al nichel è in crescita e riguarda fino al 30% della popolazione. Il 20% presenterebbe proprio una forma sistemica di allergia al nichel, che coinvolge anche l'alimentazione. L'allergia al nichel viene diagnosticata con appositi test. I pazienti coinvolti nello studio hanno assunto le capsule del vaccino, che contenevano dosi crescenti di nichel, in modo da abituare l'organismo a tollerare questa sostanza.
 
Il vaccino si è rivelato efficace per ridurre i sintomi gastrointestinali e cutanei sistemici (orticaria e eczema) ma meno risolutivo per quanto riguarda la dermatite da contatto, come hanno spiegato gli esperti. I ricercatori ricordano che il nichel è molto importante per l'assorbimento del ferro nell'organismo e che a lungo andare una dieta povera di nichel può causare anemia. Ecco perché questo tipo di vaccino potrebbe essere importante, soprattutto per le donne, che tendono ad essere più colpite sia da allergia al nichel che da anemia. Il vaccino servirà a desensibilizzare il paziente dal nichel, in modo che possa ricominciare a seguire una dieta normale. 
 
Marta Albè
 
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Coltivatori di cacao assaggiano il cioccolato per la prima volta (VIDEO)

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Siamo ormai così abituati a gustare il cioccolato e ad averne a disposizione quando vogliamo che non ci domandiamo mai da dove provenga davvero e come venga prodotto. I coltivatori e i raccoglitori di cacao, che dedicano la loro intera vita al lavoro nelle piantagioni, per un salario non sempre equo, non hanno nemmeno l'occasione di assaggiare la delizia che verrà realizzata dai preziosi chicchi.

 

Un video testimonia le reazioni dei coltivatori che assaggiano il cioccolato per la prima volta. A quanto pare, prima di questo momento non ne conoscevano nemmeno l'esistenza. Pensiamo che il cioccolato sia qualcosa di universale, che lo si trovi ovunque e che ognuno possa gustarlo quando vuole. Ma non è così. C'è ancora una disparità incolmabile tra chi coltiva il cacao e chi può permettersi di acquistare e di avere a disposizione il cioccolato.

Ci sono persone nel mondo che non lo hanno mai assaggiato, nemmeno coloro che coltivano il cacao e che lo raccolgono per pochi centesimi in Costa d'Avorio ogni giorno. Sono proprio loro i protagonisti di questo video che non può che farci riflettere su ciò che diamo per scontato dal punto di vista della nostra alimentazione. Certo, possiamo decidere di acquistare cacao e cioccolato del commercio equo e solidale. Ma è davvero una soluzione? Da qualche parte nel mondo purtroppo continueranno ad esistere coltivatori e raccoglitori di cacao sfruttati e senza diritti.

La Costa d'Avorio è tra i maggiori produttori mondiali di cacao, con 1,600 milioni di tonnellate all'anno. Il cacao alimenta un'industria multi-miliardaria pronta a vendere cioccolato ai fortunati che hanno la possibilità di acquistarlo senza problemi in ogni momento. Il protagonista del video è Alfonse. Coltiva e raccoglie il cacao in Costa d'Avorio, ma non ha la possibilità di utilizzarlo per produrre cioccolato. In realtà, non fino a questo momento non lo aveva mai né visto né assaggiato. Non sapeva che il cacao potesse essere così buono. 

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In Costa d'Avorio il cioccolato è raro e costoso. Una barretta di cioccolato costa 2 euro e Alfonse guadagna 7 euro al giorno con cui deve mantenere una famiglia di 15 persone e 4 raccoglitori di cacao che lo aiutano nelle piantagioni.

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I coltivatori non sanno come verrà utilizzato e a cosa servirà. Per loro assaggiarlo è un privilegio, una vera festa, e le loro reazioni sono ricche di stupore e di entusiasmo. Qualcosa che purtroppo molti di noi hanno del tutto dimenticato.  

LEGGI anche: Il cioccolato amaro al sapore di schiavitù e di sfruttamento minorile

 
Guardate il video
 
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Marta Albè
 
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Bandiere verdi e nere 2014: le località più green e i pirati delle Alpi

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I pirati delle Alpi tornano a fare razzie nelle nostre montagne. Questo paradiso che ospita una ricca biodiversità è sempre più minacciato dai nemici della montagna, molto spesso identificati nelle amministrazioni locali. E come ogni anno, Legambiente ha selezionato le migliori località e i peggiori enti locali, associazioni e società private che hanno inflitto dei danni inflitti all'ambiente alpino.

Con la Carovana delle Alpi 2014, la società è tornata a controllare stato di salute dell'ambiente alpino assegnando le tradizionali bandiere verdi e nere. Quest’anno sono otto le cattive pratiche premiate, si fa per dire, con le bandiere nere. Di esse, 3 sono state assegnate in Lombardia e una rispettivamente in Piemonte, Trentino, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Valle D’Aosta.

Qui la montagna è stata vista come semplice oggetto di speculazione, su cui lucrare senza badare all'equilibrio del luogo. Ed ecco chi sono le Bandiere Nere 2014:

1. Segreterie dei partiti PD (Partito Democratico) e SVP (Südtiroler Volkspartei). Entrambe hanno portato avanti, secondo l'associazione, lo smembramento del Parco dello Stelvio (i cui 131.000 ettari ricadono per il 45% in Lombardia, per il 41% in Alto Adige e per il 14% in Trentino). Con grandi responsabilità del Paese e della Provincia Autonoma di Bolzano,"l'uno per colposo disinteresse alla conservazione della natura, l’altro per scelta deliberata”. Entrambi sono stati accusati di aver dimenticato l'importanza del più grande Parco Nazionale delle Alpi.

2. Comune di Schilpario. L'Amministrazione ha ricevuto il poco lodevole riconoscimento per non avere attuato in maniera efficace la regolamentazione dell'utilizzo di motoslitte, non riuscendo a preservare il turismo dolce e di qualità.

3. Provincia di Lecco. Nella recente revisione del Piano Territoriale di Coordinamento, la Provincia ha previsto il potenziamento del polo sciistico Artavaggio-Bobbio con un progetto invasivo di tunnel che dovrebbe collegare le due località. Una scelta dall'impatto tutt'altro che salutare per l'ambiente montano.

4. Comune di Valtournenche (Valle d'Aosta). Anche qui, lo studio di fattibilità per i nuovi collegamenti sciistici tra la Valtournenche e la Val d'Ayas, è stato realizzato guardando unicamente alla speculazione edilizia. Se realizzati tali collegamenti distruggerebbero l'ultimo lembo non compromesso del versante sud del Monte Rosa.

5. Comunità di Valle delle Giudicarie (Trentino Alto Adige). La Carovana delle Alpi non ha apprezzato l'Accordo quadro di programma che prevede un altro ampliamento delle aree sciabili in zone ancora intonse e di grande pregio ambientale e paesaggistico.

6. Comune di Exilles (TO). Qui si cerca di trasformare in zona edificabile un terreno geomorfologicamente instabile e a forte rischio di alluvioni, senza considerare le pesanti conseguenze ambientali e di sicurezza.

7. Commissione Tecnica Provinciale per Attività di Cava di Verona. Essa ha espresso tre pareri favorevoli per l'ampliamento di attività estrattive in sotterraneo in aree ad elevato rischio ambientale, già fortemente compromesse da precedenti frane.

8. Carnia Welcome (Friuli Venezia Giulia). Premiato con la bandiera nera il presidente della società per le proprie affermazioni a favore delle manifestazioni motoristiche in alta quota.

Ma ci sono anche le buone notizie. Se da una parte i nemici della montagna non mancano, a tutti i livelli, dall'altra c'è anche chi pensa che salvaguardare l'ambiente montano sia una priorità. Alle buone pratiche Legambiente ha assegnato le bandiere verde. In totale 10 distribuite in 6 regioni italiane: 3 in Lombardia, 2 in Piemonte, 2 in Friuli Venezia Giulia, 1 in Liguria, Valle d'Aosta e Trentino.

1. Comune di Cerveno (Lombardia). L'amministrazione ha avuto il merito di aver adottato una politica volta all valorizzazione delle risorse del proprio territorio.

2. Comitati di Premana “Salviamo i nostri torrenti” e di Pagnona “Per la difesa del torrente Varroncello”. I due comitati si sono impegnati nella difesa dei torrenti della Valvarrone dall'assalto delle captazioni per le minicentrali.

3. Associazione Mercato&Cittadinanza. Premiata per l'impegno nell'individuazione di buone pratiche produttive, nel rispetto dei lavoratori, dell’ambiente e nella ricerca della qualità del cibo e per la loro valorizzazione attraverso un mercato mensile associato ad iniziative culturali.

4. Associazione Sassi Vivaci (Piemonte). per aver saputo promuovere pratiche di turismo sostenibile sul Monviso attraverso il progetto “Altramontagna”.

5. Progetto “Baci da Cantamerlo” (Piemonte). Promosso dalle associazioni Esalp ed Etinomia, il progetto è stato insignito della Bandiera verde per l'approccio partecipato e per la riduzione del consumo di suolo, la riqualificazione e la maggior inclusione sociale.

6. Comuni della Valle del But (Friuli Venezia Giulia). Hanno avuto il merito di aver avviato un piano di azione orientato all'autosufficienza energetica.

7. Damiano Nonis di Mountain Wilderness (Friuli Venezia Giulia). Lodevole iniziativa che ha portato alla pulizia dell'Alta Valle dell’Arzino.

8. Comune di Mendatica (Liguria). Merito delle buone pratiche avviate sul territorio del Comune e del parco regionale.

9. Associazione NaturaValp (Valle d’Aosta). Ha ottenuto la Bandiera verde per la promozione del turismo responsabile e la creazione di una rete di operatori economici, allevatori, agricoltori, artigiani e semplici cittadini, orientati alla valorizzazione in chiave sostenibile della Valpelline.

10. Associazione Baldensis (Trentino Alto Adige). Qui l'’associazione di giovani produttori hA optato per metodi rispettosi dell'ambiente e della tradizione locale.

“Per il rispetto degli equilibri ecologici e sociali dell'intero territorio è ormai urgente abbracciare un diverso modello, dove le smart city possono intrecciarsi e sostenersi vicendevolmente con le smart mountain,” ha commentato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente.

Francesca Mancuso

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Pet-umbrella: l'ombrello per tenere asciutti i cani sotto la pioggia

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Stanchi della pioggia? E soprattutto stanchi di camminare insieme al vostro amico peloso sotto l'acqua? In questo periodo in cui in teoria dovremmo preoccuparci di come proteggere i nostri cani dal caldo, ci ritroviamo invece a calcolare i tempi per farli uscire tra un acquazzone e l'altro, in questa pazza estate che sembra non voler arrivare più.

Anche perché alla maggior parte dei cani non piace camminare sotto la pioggia e a noi non piace farli tornare a casa bagnati fradici. 

In questi casi le apposite pettorine o gli impermiabili "a quattro zampe" (magari fai-da-te) possono essere una soluzione, soprattutto per cani di piccola taglia, ma per chi proprio non le sopporta, stanno facendo il loro ingresso anche in Italia gli ombrelli per cani che funzionano anche come guinzaglio. Un accessorio forse più pratico che si blocca al collare e protegge il nostro amico dalla pioggia senza compromettere la sua sicurezza.

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Se pensate che possa fare al caso vostro, al momento l'ombrello per cani è venduto online su Amazon ad un prezzo però ancora poco competitivo rispetto agli USA dove è acquistabile per circa 10 dollari (Qui da noi va dai 16 ai 30 euro) Per maggiori info clicca qui

{youtube}rY7pXtfVlHU{/youtube}

Simona Falasca

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Idee per riciclare creativamente il vecchio ombrello rotto

I Know Where Your Cat Lives: la mappa mondiale dei felini (e degli umani distratti)

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I Know Where Your Cat Lives

Gatti di tutto il mondo riuniti in un'unica mappa. Avete postato una foto del vostro micio sul web? Allora, forse, anche il vostro gatto è presente, insieme al vostro indirizzo di casa.

Che i gatti siano tra le star più popolari del web non è certo una sorpresa: i loro video su youtube diventano virali e le loro foto su facebook riescono ad ottenere più "mi piace" di quelle degli attori hollywoodiani.

Così teneri e buffi che diventa difficile resistere alla tentazione di mostrare a tutti i nostri amici l'ultima foto scattata al nostro simpatico peloso. Ed eccoli i nostri amici felini che diventano inconsapevoli protagonisti di un bizzarro progetto chiamato I Know Where Your Cat Lives (So dove vive il tuo gatto). In pratica, sono state raccolte oltre 15 milioni di foto feline e sono state piazzate su google map in corrispondenza degli indirizzi. Apparentemente si tratta di una mega mappa interattiva con i mici di tutto il modo in cui se non è già presente possiamo anche aggiungere la foto del nostro micio. Ma il fine non è il censimento universale felino, bensì dimostrare come senza nemmeno rendercene conto, stiamo comunicando a tutto il mondo i nostri dati personali. Infatti le foto scattate con gli smartphone contengono metadati tra cui, molto spesso, le coordinate geografiche del luogo in cui la foto è stata scattata. Questo significa che se il nostro GPS è attivato, e noi scattiamo una foto del nostro peloso sul divano, stiamo automaticamente scattando una foto di casa nostra, pronta per essere diffusa sui social network.

{vimeo}99867948{/vimeo}

L'autore del sito non è un hacker e non ha fatto nulla di illegale, le foto provengono da Flickr e Instagram e sono tutte pubbliche, così come sono pubblici i dati ad esse collegati, solo che spesso non ne siamo consapevoli.

Il sito non nasce per esporre i proprietari di gatti ai malintenzionati, bensì per avvisarli dei pericoli per la loro privacy derivanti da un utilizzo troppo spesso superficiale delle nuove tecnologie. In qualsiasi momento si può richiedere la rimozione delle foto dal sito ed ottenere consigli per una condivisione più sicura.

E' lo stesso autore del sito a precisarlo: "Il progetto esplora due usi di Internet: il sociale e gioviale apprezzamento dei felini domestici e lo status quo dell’utilizzo dei dati personali da parte delle startup e dalle grandi corporation internazionali, che solcano l’onda di una minore privacy per tutti".

Insomma, un monito per tutti coloro che con troppa leggerezza tendono a "condividere"  ogni aspetto della propria vita privata. E se proprio non resistete, la prossima volta almeno cambiate le impostazioni del GPS!

Nel frattempo però potete già controllare se il vostro gatto è presente sulla mappa cliccando qui: http://iknowwhereyourcatlives.com/

Arturo Carlino

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Gatti fotografi: i mici vanitosi potranno fotografarsi da se’ grazie alle app

L'estate piovosa provoca depressione e stress da cattivo tempo. Come prevenirli

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Scordiamoci l'estate così come l'abbiamo conosciuta e prepariamoci a soffrire di ansia e depressione. La pioggia che sta colpendo il nostro Paese, infatti, altera i ritmi circadiani ormonali connessi all'umidità, l'esposizione alla luce e i raggi solari, alla pioggia, al caldo, lasciandoci lo "stress da cattivo tempo".

A dirlo è lo psichiatra Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro medico Santagostino di Milano. L'esperto spiega al Tgcom:

"Non è solo un atteggiamento culturale quello che ci fa dire "con questo tempo non ho voglia di fare nulla" davanti ai weekend piovosi di luglio. E' una vera e propria inclinazione biologica. In generale possiamo dire che gli sbalzi di temperatura generano ansia, il grigio delle giornate piovose estive e primaverili, il buio dell'inverno sono depressogeni, così come gli abbassamenti di pressione".

L'antidoto però esiste ed è mantenersi attivi, facendo sport.

"Buttarsi sul divano o rigirarsi nel letto avrebbe un effetto peggiorativo. Inoltre, bere molta acqua e tenersi idratati aiuta a mitigare i cambiamenti repentini e gli effetti sul nostro corpo e sul sistema emotivo", continua l'esperto.

Ma di chi è la colpa? Non ci sono dubbi, checché ne dicano i negazionisti: è del cambiamento climatico. Il riscaldamento globale, infatti, ha modificato la posizione dei grandi centri di azione climatica. Imputato numero uno, l'Anticiclone delle Azzorre che, spostandosi a nord, non ci fa più da muro come in passato per le perturbazioni provenienti dall'Atlantico.

L'Anticiclone adesso è all'ovest dell'Inghilterra, dove imperversa un'estate mediterranea, calda e soleggiata. E a noi restano le piogge e l'aria fresca. Lo spiega all'Agi Giampiero Maracchi, climatologo dell'Universita' di Firenze e direttore dell'Istituto di biometeorologia del Cnr. In compenso, però, sta per arrivare l'anticiclone della Libia, che porterà il caldo afoso. Come a dire, di male in peggio.

Roberta Ragni

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