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Tempesta solare devastante: attesa per i prossimi anni

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supertempesta solare

Le tempeste solari sono una minaccia per la Terra. Ma l'uomo non è ancora del tutto preparato ad affrontarle. Spaventati? Aspettate e sentite il resto. Ashley Dale, membro di una task force internazionale chiamata SolarMAX, non ha dubbi. È solo una questione di tempo prima che una violenta tempesta solare raggiunga la Terra.

Un evento del tutto naturale per la nostra stella, che attraversa cicli che durano 11 anni e che vanno da un minimo ad un massimo solare. Anche se recenti studi hanno rassicurato sul fatto che l'ultimo ciclo sia stato lieve, non è escluso che in un futuro non troppo lontano gli effetti delle eruzioni solari possano raggiungere la Terra.

Istituito per individuare i rischi di una tempesta solare e come ridurne l'impatto al minimo per salvaguardare la vita sul nostro pianeta, il SolarMAX ha guardato in faccia la realtà, non nascondendosi dietro false sicurezze. Nessuna teoria catastrofista sulla fine del mondo, ma la presa di coscienza che il Sole ha una forza che l'uomo oggi non è in grado di gestire. Forse, al limite, di prevedere con qualche giorno di anticipo.

La più grande super-tempesta solare mai registrata ha avuto luogo nel 1859 ed è nota come l'evento Carrington, dal nome dell'astronomo inglese che individuò l'eruzione solare che la produsse.

Ashley Dale, che sta studiando per un dottorato di ricerca in Ingegneria Aerospaziale, non ha dubbi: questi eventi sono inevitabili. Gli scienziati della Nasa hanno previsto che la Terra è soggetta ad un “evento Carrington” in media ogni 150 anni. Ciò significa che abbiamo un ritardo di cinque anni e che la probabilità che una tempesta solare di questa portata si verifichi nel prossimo decennio è pari al 12%

Ma come sono le tempeste solari? Esse sono delle vere e proprie esplosioni, causate da violente eruzioni sulla superficie del Sole, accompagnate da espulsioni di massa coronale (CME) ovvero del materiale della corona solare. Si tratta degli eventi più “energetici” del nostro sistema solare e coinvolgono enormi bolle di plasma e campi magnetici che vengono scaraventati via dalla superficie del Sole verso lo spazio circostante. E quando la Terra si trova sulla traiettoria sono guai.

Finora, nella peggiore delle situazioni, è stato registrato qualche blackout ma nulla di serio, anche se di recente la Nasa ha rivelato che il 23 luglio 2012 la Terra sia stata messa in pericolo da un'espulsione di massa coronale proveniente dalla tempesta solare più potente in oltre 150 anni. Pericolo scampato, almeno in quell'occasione. Le eruzioni sono responsabili anche delle splendide aurore polari.

Oggi gli scienziati sanno che le espulsioni di plasma sono spesso precedute da un flare solare, un massiccio rilascio di energia dal Sole sotto forma di raggi gamma, raggi X, protoni ed elettroni.

espulsione solare

Spiega Dale: “Senza l'energia, la gente lotterebbe per rifornire l'auto presso le stazioni di servizio, prelevare il denaro dal bancomat o pagare online. I sistemi idrici e fognari sarebbero gravemente colpiti, il che significa che le epidemie sanitarie nelle aree urbanizzate si diffonderebbero rapidamente, con il ritorno di malattie che pensavamo di esserci lasciati alle spalle secoli fa”.

Secondo gli scienziati, ancora una volta la soluzione migliore è la prevenzione, da attuare ad esempio con i CubeSats, un sistema formato da 16 satelliti al lavoro in orbita intorno al sole e in grado di avvisare i ricercatori a Terra della presenza di una tempesta solare con una settimana di preavviso. In questo modo, avremmo la possibilità di prepararci predisponendo lo spegnimento delle linee elettriche vulnerabili, riorientando i satelliti e fermando tutti i voli onde evitare che disturbi ai radar possano provocare catastrofi.

Come specie, non siamo mai stati più vulnerabili agli umori volatili della nostra stella più vicina, ma rientra nelle nostra capacità, abilità e competenze proteggere noi stessi,” dice Dale.

Che sia il gran finale dell'ultimo ciclo solare?

Francesca Mancuso

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Cotone biologico: Neil Young chiede di boicottare il cotone coltivato con pesticidi

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Neil Young contro il cotone che non viene coltivato secondo metodi biologici e rispettosi dell'ambiente. La star ha inviato un messaggio ai propri fan, ricordando di non acquistare capi di cotone, a meno che non si tratti di cotone biologico. La scelta passa prima di tutto dal merchandise presente ai suoi concerti.

Ha preso la ferma decisione di rimuovere le t-shirt ed altri capi in cotone non bio sia dal proprio negozio online che dalle bancarelle per la vendita durante i concerti. Neil Young ha pubblicato un messaggio sul proprio sito web, in cui prega i fan di contribuire a proteggere la Terra in modi diversi, ad esempio acquistando soltanto t-shirt in cotone biologico.

Il cantautore elenca numerose ragioni per preferire i capi in cotone 100% bio. Ad esempio, ricorda che l'industria del cotone convenzionale è il secondo consumatore di pesticidi del mondo. Per coltivare il cotone necessario per una sola t-shirt occorrono ben 2700 litri d'acqua.

Neil Young si trova da anni in prima fila nelle causa sociali e ambientali. Ad esempio, con i concerti "Honoor the Treaties" ha raccolto fondi per aiutare gli aborigeni a preservare le loro terre in Canada. In particolare, a proposito del cotone Neil Young ricorda che la sua coltvazione occupa al momento il 5% dei terreni destinati all'agricoltura.

La coltivazione del cotone è al secondo posto nel mondo per impiego di pesticidi e utilizza il 25% di questi prodotti, oltre che di erbicidi e fungicidi, nel mondo. L'Environmental Protecton Agenzy considera ben 7 dei 15 pesticidi più utilizzati per il cotone come note, probabili o possibili sostanze cancerogene.

Le sostanze utilizzate per la coltivazione del cotone in modo convenzionale, inoltre, vengono assorbite dal suolo e possono inquinare i terreni vicini, i corsi d'acqua e le falde acquifere. Senza dimenticare i costi economici e ambientali di manifattura, produzione e trasporto.

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fonte foto: rollingstone.com

Secondo Neil Young, scegliere il cotone biologico significa rispettare la salute e l'ambiente. Inoltre ricorda che la canapa sarebbe ancora meglio, dato che richiede un consumo di acqua minore, ma purtroppo al momento risulta molto meno disponibile. Infine, il cantautore ricorda le buone regole per prendersi cura dei capi in cotone in modo che durino più a lungo, per evitare gli sprechi: lavare in lavatrice a pieno carico, fare lavaggi ecologici e con acqua fredda, utilizzare detersivi atossici e biodegradabili che non danneggino il Pianeta.

Marta Albè

Fonte foto: petaldew.com.au

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Gafsa Beach: il misterioso lago apparso in Tunisia

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Un misterioso lago è apparso dal nulla nel deserto a sud della Tunisia, ma a frenare la gioia dei residenti ci sono gli avvisi delle autorità locali secondo cui l'acqua potrebbe essere cancerogena.

Non è un miraggio, ma un vero e proprio lago formatasi misteriosamente a circa 25 chilometri dalla città di Gafsa , in una zona afflitta dalla siccità. La notizia si è diffusa in un batter d'occhio e centinaia di persone hanno iniziato a recarsi in quella che è stata subito battezzata di Gafsa beach, alla ricerca di un po' di refrigerio dal cocente deserto africano.

L'enorme massa d’acqua, inizialmente limpida e di colore blu, con il passare dei giorni ha iniziato ad assumere una colorazione tendente al verde a causa delle alghe che si stanno formando, segno che non ci sarebbe un ricircolo idrico ma solo acqua stagnante.

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La probabilità che queste acque siano pericolose è molto alta: l'area contiene depositi di fosfati che rilasciano residui radioattivi cancerogeni, inoltre la sua profondità di circa 15 metri non è ancora solida e si corre il rischio che sprofondi ancora di più.

Al momento non sono ancora chiare le cause di questo fenomeno, qualcuno ha ipotizzato che una possibile attività sismica sotterranea abbia potuto causare la risalita delle acque, ma ancora non c'è una versione ufficiale.

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Intanto le autorità locali ne hanno vietato la balneazione, avvisando della pericolosità delle acque. Ma le persone del posto non sembrano preoccuparsene più di tanto, anzi molte di loro lo considerano un vero e proprio miracolo e continuano a godersi la propria spiaggia nel deserto.

{youtube}Xqq5oipCH6M{/youtube}

                     Arturo Carlino

Fonte foto: Twitter e www.investir-en-tunisie.net

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Chiquita: quelle banane al sapore di guerra, terrorismo e impunità?

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chiquita terrorismo

Il gruppo Chiquita è stato accusato di finanziare guerre e terrorismo. Ma le famiglie colombiane i cui parenti sono stati massacrati dai paramilitari non possono citare in giudizio l'azienda. Lo ha stabilito l'11esima Corte d'Appello degli Stati Uniti. I parenti delle vittime sostengono che Chiquita sia responsabile delle morti poiché ha finanziato un gruppo paramilitare di destra coinvolgo negli scontri. 

Secondo i giudici Usa, non avrebbero alcun potere di fronte al tribunale, nonostante Chiquita si sia dichiarata colpevole di accuse penali negli Stati Uniti nel 2007. Si tratterebbe di una "grande vittoria" dal punto di vista dell'azienda e per i diritti delle multinazionali a finanziare il terrorismo internazionale

L'azienda ha così dichiarato: "Chiquita ha sostenuto a lungo che questi casi non rientrano nei tribunali degli Stati Uniti e che le rivendicazioni devono essere respinte. Siamo soddisfatti che la Corte d'Appello degli Stati Uniti abbua concordato con noi".

Chiquita ha espresso cordoglio per le famiglie i cui cari sono stati assasinati, ma sostiene che la responsabilità per i crimini commessi in Colombia appartiene agli autori degli stessi e non all'azienda o ad altre persone innocenti. 

Gli autori degli omicidi in questo caso sarebbero le United Auto Defense Forces of Columbia (AUC), uno dei gruppi armati più feroci attivi in Colombia negli ultimi 50 anni. Chiquita avrebbe sostenuto economicamente AUC con bem 100 pagamenti, per un totale di 1,7 milioni di dollari, dal 1997 al 2004.

Nel decennio precedente la stessa azienda avrebbe mantenuto la medesima routine con il Revolutionary Armed Forces of Colombia (FARC). Pare che Chiquita fosse consapevole che i pagamenti potessero infrangere la legge. La società rischiava di esporsi a responsabilità penale. L'azienda avrebbe dunque fatto di tutto per mascherare i pagamenti, falsificando i propri documenti contabuli con diciture speciali. 

Nel 2007 il Dipartimento della Giustizia aveva richiesto a Chiquita di versare  per aver finanziato il terrorismo. Ma nessuno dei funzionari che aveva approvato i finanziamenti ai gruppi armati sarebbe mai stato perseguito da allora e nessun risarcimento è mai stato versato alle famiglie delle vittime, che invano, come testimonia quest'ultimo episodio, hanno tentato di fare causa all'azienda.

Chiquita si è salvata ancora una volta, poiché quanto avvenuto ha avuto luogo al di fuori degli Usa. Dunque chi risarcirà le famiglie delle vittime?

 

Marta Albè

Fonte e foto: thinkprogress.org

 

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WWOOF: 10 motivi per trasferirsi all'estero in cambio di vitto e alloggio

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Lavorare come volontari all'interno di progetti rurali per contribuire alla crescita sostenibile delle piccole aziende agricole. Ecco l'opportunità che il WWOOF (World-Wide Opportunities on Organic Farmsoffre in tutto il mondo a coloro che vogliono fare volontariato a diretto contatto con la terra e la natura, in cambio di vitto e alloggio.

Il WWOOF si basa su uno scambio di fiducia e si svolge senza scopo di lucro. Nel nostro Paese è nata l'associazione WWOOF Italia, che permette di mettere in contatto i viaggiatori (WWOOFers) e le aziende (Hosts) e di fornire loro una tessera associativa che rende possibile la presenza di lavoro volontario nelle fattorie e offre ai volontari la copertura assicurativa per gli infortuni e la responsabilità civile.

La lista WWOOF italiana include piccole aziende agricole biologiche e bidonamiche del nostro Paese (consultala qui) e ad essa si affianca una lista internazionale (WWOOF International) che consente di entrare in contatto con le realtà di tutto il mondo e di partire per svolgere la propria esperienza di volontariato all'estero. Ecco tanti motivi per non lasciarsi sfuggire questa occasione.

1) Imparare una nuova lingua

Trasferirsi all'estero per un periodo grazie al WWOOF vi consentirà di imparare una nuova lingua. Dunque potreste scegliere la vostra destinazione anche in base alla lingua che vorreste apprendere o approfondire. In questo modo la imparerete direttamente sul posto e con meno difficoltà rispetto ai classici corsi che seguireste in Italia. Non sottovalutate questa importante opportunità.

2) Fare un'esperienza di vita

Per prendere parte al WWOOF di solito non serve avere alle spalle particolari esperienze o capacità. Perché la vera esperienza nasce sul campo, mai come in questo caso nel vero senso della parola. Potreste credere di non essere ancora pronti a dare una svolta alla vostra vita. In realtà, proprio questo potrebbe essere il momento migliore per partire, soprattutto se vi trovate in una fase di attesa o di stallo. Di certo la vostra vita cambierà. E per i più giovani il WWOOF rappresenterà un'occasione importante per conquistare la propria autonomia.

3) Entrare a contatto con altre culture

L'esperienza all'estero vi consentirà anche di entrare in contatto con culture diverse dalla vostra. Ogni viaggio apre nuovi orizzonti e soltanto essere testimoni diretti e poi protagonisti delle culture di popoli diversi dal proprio permette di superare i confini e i pregiudizi che a volte rendono difficoltose le relazioni tra le diverse nazioni o che conducono alla creazione di luoghi comuni decisamente da accantonare.

4) Acquisire nuove abilità

E' probabile che se fino a questo momento siete stati impegnati con lo studio e con il classico lavoro da ufficio non abbiate avuto grandi occasioni per entrare a contatto in maniera diretta con il mondo dell'agricoltura biologica e con la gestione di un'azienda agricola, anche se di piccole o medie dimensioni e a conduzione familiare. Il WWOOF può essere la vostra grande occasione e al ritorno a casa potrebbe rappresentare una molla per dare inizio a qualcosa di nuovo in Italia, dopo aver imparato come produrre cibo rispettando l'ambiente.

5) Superare la disoccupazione

Il WWOOF può diventare una vera e propria scelta coraggiosa e una svolta della propria vita, soprattutto se ad esempio qui in Italia ci si trova senza lavoro e senza possibilità apparenti di costruire un futuro. E allora forse è davvero arrivato il momento di partire. Il vostro Curriculum di sicuro ne trarrà beneficio, dato che le esperienze all'estero sono sempre ben viste.

6) Imparare a coltivare l'orto

Finalmente grazie al WWOOF avrete l'occasione di imparare a coltivare davvero la terra e l'orto in maniera professionale, imparando tutti i trucchi del mestiere da chi, più esperto, potrà farvi da guida. E così, una volta rientrati al Paese d'origine, potrete forse aver appreso le basi per avviare una nuova attività o semplicemente per creare un orto per la vostra famiglia.

7) Ritrovare il contatto con la natura

Il WWOOF permette di trascorrere intere giornate a diretto contatto con la natura, ben lontani dalle scrivanie, dagli uffici e dal ritmo frenetico delle città. E' vero, dovrete lavorare, ma sarete immersi in un ambiente completamente diverso rispetto alle vostre abitudini, sarete circondati dal verde e toccherete con mano la terra e i suoi frutti.

8) Imparare l'autosufficienza

Alcune delle aziende agricole che ospitano i WWOOFers vivono delle proprie coltivazioni e mettono in vendita i loro prodotti, mentre altre desiderano semplicemente essere autosufficienti. Ciò significa che la cura della terra permette loro di avere a disposizione tutto ciò di cui hanno bisogno. E una volta ritornati a casa potreste scoprire di non voler abbandonare questo stile di vita e proporvi di portarlo avanti prendendo esempio dalle realtà a cui avete collaborato.

9) Contribuire alla sostenibilità

Vorreste fare qualcosa per rendere il mondo più vivibile, per proteggere l'ambiente e per diffondere stili di vita più sostenibili? Tra gli obiettivi del WWOOF troviamo proprio la creazione di una comunità globale sostenibile, alla quale voi potrete dare un contributo da veri protagonisti. Darete una mano alla crescita di piccole fattorie e aziende agricole sostenibili che svolgono il proprio lavoro nel pieno rispetto dell'ambiente e della natura.

10) Non smettere mai di viaggiare

Il WWOOF può trasformarsi in una vera e propria scelta di vita. Idealmente infatti si può essere WWOOFers di continuo e spostarsi da una parte all'altra del mondo per conoscere realtà sempre diverse e per proseguire il proprio lavoro da volontari con il sostegno di vitto e alloggio gratuiti. Sareste pronti per un anno intero di WWOOF in giro per il mondo, dalla Danimarca agli Stati Uniti, passando per il Giappone?


Marta Albè

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Alluvione a Refrontolo: una tragedia annunciata (FOTO E VIDEO)

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È bastata una bomba d'acqua per dare il via ad una serie di eventi distruttivi. A Refrontolo, nel Trevigiano, si fa ancora la conta dei danni e si piangono le 4 vittime provocate dalla valanga di fango, che lo scorso sabato ha sorpreso i partecipanti a una festa di paese, sotto un tendone.

Le immagini che la TV ci ha mostrato hanno dell'incredibile. In quest'estate che estate non è, dove le nuvole hanno rubato la scena al sole, quattro piccoli centri della provincia di Treviso hanno dovuto fare i conti con la furia della natura. Il violento acquazzone ha fatto esondare il torrente Lierza a Molinetto della Croda nel comune di Refrontolo.

Ma non è tutta colpa della pioggia. Secondo le ricostruzioni del Corpo forestale, che sta perlustrando la zona sia da terra che in elicottero, l'esondazione potrebbe essere stata provocata dallo scivolamento di materiali nel letto del torrente per via sì delle abbondanti precipitazioni ma anche perché il Lierza era ostruito da numerose balle di fieno che hanno creato una sorta di “tappo”. Ma si tratta ancora di ipotesi. Una volta raggiunta una quantità d'acqua non più sostenibile, ha avuto luogo lo sversamento oltre gli argini, che ha scaraventato sugli abitanti fango e detriti.

Ma per la zona, famosa per la produzione del Prosecco, potrebbe non essere ancora finita. Spiega il Corpo Forestale che durante il sorvolo in elicottero è emersa “una situazione di effettiva franosità nei territori circostanti il comune di Refrontolo e i sindaci dei comuni interessati stanno valutando l'opportunità di intervenire per bonificare e tamponare alcune zone dove, se continuasse questa allerta meteo, potrebbero verificarsi fenomeni franosi”.

Una zona tutt'altro che immune al dissesto idrogeologico che da Nord a Sud divora l'Italia, e con cui ci si trova a fare i conti solo dopo eventi di questo tipo.

refrontolo2

Intanto il Codacons si prepara alla battaglia parlando di disastro già annunciato e annunciando di inviare un esposto alla magistratura locale per chiedere di indagare per concorso in strage. “In base alle dichiarazioni dei cittadini della zona, infatti, la disgrazia potrebbe essere stata provocata dalla mancata pulizia del torrente, che lo scorso novembre fu parzialmente ostruito da una frana. Le segnalazioni dei residenti e le loro richieste di disostruzione del Lienza, tuttavia, non sarebbero state accolte. Vogliamo sapere se vi siano state eventuali omissioni che abbiano contribuito a determinare l’esondazione e chiediamo alla Procura di accertate le responsabilità in capo a soggetti pubblici e privati, alla luce del possibile concorso in strage,ha detto il Presidente Carlo Rienzi.

Sei mesi fa, infatti, le piogge avevano generato altre tre frane a Refrontolo mentre il Lierza, ostruito dal cedimento della collina, era esondato sia a monte che a valle.

{youtube}B18jVIJ32F4{/youtube}

Dissesto idrogeologico: è giunto il momento di dire le cose sino in fondo, di segnalare l'immutata mancata attenzione per il territorio e l’incapacità persino di comprendere il concetto di prevenzione. Dai 100 eventi meteo all’anno con danni ingenti registrati fino al 2006 siamo passati al picco di 351 del 2013 e ad oltre 100 nei soli primi 20 giorni del 2014. Da ottobre 2013 all’inizio di aprile 2014 sono stati richiesti dalle Regioni 20 Stati di emergenza con fabbisogni totali per 3,7 miliardi di euro,” ha denunciato Gian Vito Graziano, Presidente dell'Ordine dei geologi.

Una tragedia annunciata?

Francesca Mancuso

Foto: Meteoweb

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Tatuaggi: occhio all'esposizione al sole

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Attenzione ai tatuaggi durante l'esposizione al sole. Sarebbe meglio evitare. In Italia le persone tatuate sono in crescita, soprattutto tra i giovani e gli adolescenti. Gli esperti, con l'arrivo dell'estate, hanno deciso di mettere in guardia chi sfoggia tatuaggi sulla pelle, perché l'esposizione al sole potrebbe procurare problemi.
 
 
A preoccupare gli esperti è soprattutto la tossicità dei pigmenti. Lo ha affermato il professor Marcello Monti, responsabile dell'unità operativa di Dermatologia dell'Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.  "Solo il 20/30% della quantità inoculata si fissa nei macrofagi, le cellule del derma, formando poi il disegno. Il resto, è quasi tutto riassorbito dalla circolazione linfatica, rimanendo imprigionato per sempre nell’organismo" - ha spiegato il dermatologo
 
L'attenzione andrebbe rivolta ad ogni tipo di tatuaggio, sia nero che a colori. Infatti, secondo quanto dichiarato da Marcello Monti, il nero di china, i rossi intensi e i blu sono alcune delle tinte che attirano di più i raggi caloriici, gli infrarossi che surriscaldano la cute, che inizia a soffrire. 
 
Dunque ricorda che è fondamentale stare all'ombra ed evitare di esporsi al sole nelle ore centrali della giornata, cioè dalle 11 alle 16.  L'esperto spiega inoltre che alcuni pigmenti sono fotosensibilizzanti. Cioè possono portare al manifestarsi di bruciori, vescicole e eczemi cutanei. A suo parere, dunque, i tatuaggi andrebbero tenuti ben coperti.
 
Consiglia di coprire il tatuaggio con una benda o un braccialetto se è piccolo, oppure con gli abiti anti UV se è grande. Attenzione: nemmeno le creme solari ad alta protezione riparano da eventuali danni. Il tatuaggio si sbiadirà e potrebbero esserci conseguenze negative per la pelle.
 
Il rischio maggiore? Il pericolo più grande è il melanoma. Il melanoma, infatti, si presenta pigmentato di nero o di marrone scuro e dunque può essere confuso facilmente con il tatuaggio, che purtroppo svolge un'azione mascherante. E se la diagnosi è tardiva - come ricorda l'esperto - le speranze sono poche. Se il vostro tatuaggio cresce o cambia forma, rivolgetevi subito al dermatologo.
 
Marta Albè
 
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Contro i cambiamenti climatici, in aiuto le formiche

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L'uomo distrugge il pianeta e ne altera il clima. E le formiche, eterne lavoratrici, ci mettono una pezza, cercando di riparare i danni umani. Piccole ma efficaci, in grado addirittura di ridurre l'effetto dei cambiamenti climatici sul pianeta.

Sembra incredibile ma è quanto ha scoperto un nuovo studio portato avanti da Ronald Dorn dell'Arizona State University. Insieme ai suoi studenti, Dorn ha studiato il modo in cui le formiche, le termiti, le radici degli alberi e le rocce influenzano gli agenti atmosferici.

Le rocce come il plagioclasio e l'olivina che contengono calcio e magnesio assorbono naturalmente l'anidride carbonica. Più le rocce sono esposte, più CO2 viene intrappolata. Ma è merito anche delle formiche, che hanno la capacità di accelerare notevolmente questo processo.

Nei sei siti di studi scelti da Dorn in Arizona e Texas, è stato scoperto che ben otto diversi tipi di formiche contribuiscono ad accelerare l'assorbimento di CO2 atmosferica di ben 335 volte rispetto alle zone prive di formiche. Ma non è ancora chiaro come ci riescano. È possibile che tale attività di pulizia potrebbe essere dovuta ai microbi del loro corpo. “Non sappiamo se sia direttamente merito loro o se si tratti di batteri presenti nel loro intestino o dei funghi che crescono nelle colonie”, ha detto Dorn a LiveScience.

I risultati non rivelano quanta anidride carbonica potrebbe essere tolta complessivamente dall'atmosfera grazie alle formiche ma è certo che i luoghi dove esse sono presenti, hanno un grado di assorbimento della Co2 decisamente più elevato rispetto a quelli dove non vi è alcuna colonia di formiche.

Quasi sentissero che il mondo ha bisogno del loro importante lavoro di pulizia, le formiche hanno ampliato il loro numero di partenza rispetto a quello di 65 milioni anni fa. E nel frattempo si sono date da fare rimuovendo quantità significative di anidride carbonica dall'atmosfera.

E il lavoro, purtroppo per loro, non sembra destinato a diminuire.

Francesca Mancuso

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Intossicazioni alimentari: 8 regole per evitarle in estate

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intossicazioni alimentari estate

Estate, attenzione al rischio di intossicazioni alimentari. Con il caldo, infatti, crescono i pericoli di indisposizione, come vomito, diarrea e febbre, dovuti all'ingestione di cibi non ben conservati, come ricordano gli esperti dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino.
 
 
In questi giorni, in collaborazione con Novacoop di Torino, verrò distribuita ai cittadini una cartolina con le "Otto regole per difendersi quando fa caldo". “Noi ci occupiamo quotidianamente di sicurezza alimentare lungo tutta la filiera produttiva"  – ha spiegato Maria Caramelli, Direttore Generale dello Zooprofilattico – "ma anche il consumatore deve essere il protagonista della propria sicurezza, adottando delle precauzioni a cominciare dal momento in cui fa la spesa”
 
Ecco le 8 regole per evitare le intossicazioni alimentari in estate secondo l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino.

1) Quando fare la spesa

Molto spesso si fa la spesa, magari per problemi organizzativi, molto tempo prima di tornare a casa. Fatti gli acquisti, gli alimenti restano nell’auto. Se in inverno, a meno che non vi siano dei surgelati, il rischio di deterioramento dell’alimento è minore, in estate la musica cambia. Il caldo facilita infatti lo sviluppo di colonie di batteri che possono essere pericolosi per la salute. Ecco quindi la regola degli esperti, quella di fare la spesa solo come ultimo atto della giornata, e quindi prima di andare a casa, in modo da riporre immediatamente gli alimenti in frigorifero.
 

2) Surgelati

Se si va a fare la spesa con l’intenzione di acquistare anche dei surgelati, è bene munirci di una borsa termica in modo da ridurre al minimo lo scongelamento che si verifica tra l’acquisto e il momento in cui il prodotto viene nuovamente inserito nel congelatore casalingo.
 

3) Frigorifero e freezer

In merito al frigorifero e al freezer, cerchiamo di non tenerli troppo aperti ma limitiamoci al tempo necessario per prendere o inserire gli alimenti.
 

4) Conservazione

Sempre in merito al frigo o al freezer, un’altra regola è quella di non riempirli troppo, infatti la temperatura interna può alzarsi.
 

5) Pranzo al sacco

Se non siamo in ferie ma lavoriamo ed abbiamo l’abitudine di portarci il pranzo da casa, allora sarà meglio utilizzare una borsa termica.
 

6) Mangiare all'aperto

Se facciamo scampagnate e decidiamo di mangiare all’aperto, magari in un prato o in una piazzola di sosta, scegliamo alimenti già preparati. Meglio non cucinare se mancano piani di appoggio con una superficie di lavoro pulita.

7) Avanzi

Gli alimenti preparati non vanno lasciati troppo a lungo in tavola prima del pasto, così come per gli avanzi.

8) Frutta e verdura

La frutta o la verdura che mangiamo deve essere sempre fresca, se pensiamo di non consumarla subito è meglio congelarla.
 
Marta Albè
 
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Le foto di Jonathan, la tartaruga più anziana al mondo, dal 1899 ad oggi

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Volendo fargli una torta di compleanno non basterebbero 180 candeline. È Jonathan, l'animale vivente più anziano al mondo, il nonno di tutti noi! 

 

Probabilmente non è più veloce come una volta, ma i suoi quasi duecento anni se li porta bene. Certo, qualche acciacco ce l'ha anche lui, purtroppo ha perso la vista ad un occhio a causa di una cataratta, ma in compenso conserva ancora un buon udito e una grande vitalità: nonostante l'età, raccontano i locali, Jonathan si accoppia ancora regolarmente con le 3 femmine che popolano l'isola. 

È una tartaruga gigante che vive sull'isola di Sant'Elena, una colonia britannica, nella “Plantation House”, la residenza del governatore dell’isola.

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Recentemente è stato ritrovato un vecchio album fotografico che raccoglieva foto scattate tra il 1899 e il 1902. L’album apparteneva ad un fotografo che viveva sull’isola e tra le immagini ci sono tre tartarughe giganti, una delle quali è Jonathan che all'epoca aveva circa 50 anni, portate dalle Seychelles sull’isola come animali ornamentali.

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La lunga vita di Jonathan ha coinciso con cambiamenti epocali della nostra società, da Napoleone a Barak Obama, dalle macchine a vapore a quelle che si guidano da sole. Tutti vorrebbero il segreto della sua longevità, ma lui ha deciso di non rivelarlo e continua lentamente, con la sua casetta sulle spalle, a percorrere la lunga strada della sua esistenza.

Arturo Carlino

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Le ceneri di cani e gatti defunti si potranno inviare nello spazio

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Dire addio ai nostri amici a quattro zampe è un'esperienza davvero dolorosa. Per onorarne la memoria e offrire loro un ultimo viaggio speciale, la società texana Celestis pensa allo spazio. Se si è scelto di cremarli, è possibile infatti inviare una parte delle ceneri in orbita attorno alla Terra, sulla superficie lunare e perfino nello spazio profondo.

Una scelta bizzarra per alcuni ma romantica per altri. E Celestis non è di certo una novellina del settore. La società dal 1995 si occupa dell'invio di carichi nello spazio con i resti cremati di esseri umani, utilizzando una varietà di fornitori di lancio.

Non si tratta di oscuri esperimenti ma di espresse richieste arrivate da parte dei parenti dei defunti. Ed è così che la romantica immagine di gettare le ceneri al vento o in mare che più volte abbiamo visto nei film, si sposta al di fuori dei confini della Terra. Non solo per l'uomo ma anche per i suoi amici a quatto zampe.

Col nuovo servizio Celestis Pets, la società lancerà nello spazio i resti del primo animale domestico defunto il 7 ottobre 2014. Il pioniere sarà un pastore australiano dal nome evocativo, Apollo.

Ammesso di essere d'accordo alla cremazione del nostro amico peloso, sorge un problema forse non da poco: il costo. Il sogno di regalargli un ultimo viaggio tra le stelle richiede somme variabili e non sempre sostenibili. Per portarlo non in orbita ma in assenza di gravità, occorre sborsare 740 euro, scegliendo la soluzione Earth Rise. Le sue ceneri fluttueranno a bordo di un volo commerciale e verranno poi restituite al ritorno.

Occorrono invece 3700 euro circa per il servizio Earth Orbit, che porta le ceneri in orbita. Il satellite poi al rientro in atmosfera disperderà i resti del nostro povero amico intorno alla Terra.

animali spazio2

Si può scegliere anche di inviare le ceneri sulla Luna per circa 9.300 euro, mentre se si vuole pensare in grande si può optare per il Voyager Service che per la stessa cifra spingerà le ceneri verso lo spazio profondo, anche se per quest'ultima opzione si dovrà aspettare il 2017.

Un viaggio verso il cielo molto speciale.

Francesca Mancuso

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Da Roma al Polo Nord per studiare l'orologio biologico degli animali polari

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dirigibile italia

Come funziona l'orologio biologico degli animali che vivono ai Poli? Come affrontano la diversa alternanza buio-luce presenti alle alte latitudini? A rispondere a questa domanda sarà un team di ricercatori dell'Università La Sapienza di Roma.

Essi voleranno alle isole Svalbard, un arcipelago del mare Glaciale Artico che costituisce la parte più settentrionale della Norvegia. Dal 7 al 28 agosto osserveranno da vicino il bioritmo degli animali artici ed in particolare quello del Lepidurus arcticus (Branchiopora, Notostraca), una specie mai analizzata prima.

Gli scienziati si sistemeranno presso la base “Dirigibile Italia” di Ny-Alesund e da qui osserveranno il comportamento di questa specie simile ai crostace, che potrebbe racchiudere nei suoi geni il modo con cui affronta la lunga alternanza luce-buio tipica delle regioni polari.

Precedenti ricerche, condotte alla University of Tromso da Karl-Arne Stokkan, avevano già ipotizzato che l'orologio biologico degli animali polari si sia dovuto adattare alle diverse condizioni di luce e di buio che si alternano durante l'anno. Ai poli, come sappiamo, durante l'inverno il Sole non sale mai sopra l'orizzonte e quindi è notte per tutto l'arco della giornata a causa dell'inclinazione dell'asse terrestre.

Lepidurus arcticus

Questi animali si sono dunque organizzati in un modo molto particolare. Durante i periodi di normale alternanza tra giorno e notte, il loro orologio biologico funziona come quello di tutti gli altri animali ma durante i mesi di luce o buio, esso esercita un debole controllo sulle funzioni sia comportamentali che fisiologiche. Merito di una sorta di interruttore, in grado di spegnersi e accendersi all'occorrenza.

Il progetto oltre a provare le ipotesi avanzate dal team di ricercatori norvegesi, fornirà nuovi dati sull'espressione genica e i ritmi biologici degli animali polari, aprendo nuovi scenari sulle possibilità e i limiti dell'adattamento umano ai diversi fotoperiodi e al lavoro a turni” ha detto Vittorio Pasquali, ricercatore della Sezione di Neuroscienze del Dipartimento di Psicologia e a capo della ricerca alle isole Svalbard.

Dagli animali c'è sempre da imparare.

Francesca Mancuso

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Cemento Cost-to-cost: come abbiamo divorato le nostre coste in 25 anni

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cemento costawwf

Ricoperte di cemento. Le coste italiane negli ultimi 25 anni sono state letteralmente invase da costruzioni abusive e non. Villaggi, residence, centri commerciali, porti e autostrade, ma anche dighe e barriere che ne hanno alterato lo skyline e il paesaggio. Ben 312 le attività umane che dal 1988 a oggi hanno privato l'Italia e gli italiani delle coste. È quanto emerge dal nuovo dossier del WWF “Cemento coast-to coast: 25 anni di natura cancellata dalle più pregiate coste italiane”, che ha mostrato lo scempio degli ultimi decenni.

Quasi il 10% dei circa 8.000 chilometri di coste italiane è artificiale e alterato dalla presenza di infrastrutture pesanti come porti, strutture edilizie e commerciali. Qui si concentra il 30% della popolazione.

Danni che non hanno mancato di gravare su biodiversità e patrimonio naturale, lasciando divorare dal cemento un pezzo importante della nostra economia a scapito di un'offerta turistica balneare che coinvolge migliaia di aziende. Qualche esempio? La cava del 2003 della Baia di Sistiana in Friuli è stata occupata da un mega villaggio turistico, o ancora la Darsena di Castellamare di Stabia in Campania, l'urbanizzazione selvaggia della foce del Sangro in Abruzzo e l'ampliamento del porto turistico sulla foce del Basento in Basilicata.

Ma le regioni più colpite dalla cementificazione delle coste sono state la Sicilia e la Sardegna, seguite poi dalla costa adriatica che da sola, rappresenta il 17% delle coste italiane ma qui meno del 30% del waterfront è libero da urbanizzazioni.

Non sono state risparmiate neanche le aree costiere protette che almeno fino a qualche tempo fa erano riuscite almeno in parte a contenere questa pressione: su 78 SIC o ZPS difesi dalla Rete Natura 2000, il WWF ha censito 120 interventi “antropici” tra cui darsene, villaggi e simili.

wwf impatti rilevati

Secondo il dossier, tutte le regioni dal nord al sud ne sono soggette, ma le ferite peggiori riguardano le due isole maggiori, Sardegna e Sicilia, rispettivamente con 95 e 91 casi di nuove aree costiere invase da cemento. In Sardegna, dopo un Piano paesistico volto a contrastare la cementificazione selvaggia delle coste, nel 2009 sono stati annullati i vincoli lasciando campo libero a nuove edificazioni all'interno dei 300 metri dal mare e ampliamenti di cubatura. Il caso studio è quello di Cardedu, con due villaggi turistici e un'urbanizzazione a schiera realizzati in barba al vincolo paesaggistico. Le immagini che seguono mettono a confronto alcune zone osservate via satellite, nel 2003 e nel 2013, a dieci anni di distanza.

Sardegna Primadopo

Tocca poi alla Sicilia dove le poche aree che si salvano sono quelle ‘protette’. Tanti i nuovi insediamenti spuntati in questi 25 anni ma il caso studio riguarda Campofelice di Roccella, nel palermitano, dove sorge una vasta area edificata in area vincolata.

sicilia Primadopo

Un vero e proprio scempio quello cui è soggetta la costa adriatica, la più urbanizzata dell'intero bacino del Mediterraneo. Dal Friuli Venezia Giulia alla Puglia i quasi 1.500 km di costa sono invasi per il 70% dal cemento. Un dato che fa riflettere se messo a confronto con quello degli anni '50, quando quasi 1000 km sui totali 1472 erano privi di costruzioni. Se si escludono le Marche (con solamente il 21% di costa libera), il Friuli era quasi alla metà, mentre Veneto, Emilia e Abruzzo sfioravano il 70%. Per Molise e Puglia la costa era per oltre l’80% totalmente libera da urbanizzazione.

I dati elaborati per quest'area mostrano come fino al periodo successivo alla seconda guerra mondiale erano presenti oltre 134.000 edifici ad uso abitativo. Nel 2001, tale cifra era quadruplicata, passando a 420.000 costruzioni. Ed ecco le altre immagini, che mostrano come sono cambiate le regiioni:

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In un quarto di secolo abbiamo cancellato e imprigionato, coprendole di cemento, l'incomparabile bellezza delle nostre dune sabbiose, compromesso irrimediabilmente la macchia mediterranea, i boschi costieri e le aree di riposo e ristoro, come stagni costieri e foci di fiumi, per migratori – ha dichiarato Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia - Non solo bellezza che scompare o natura cancellata, ma una ricchezza economica che sperperiamo e che solo una visione miope e scellerata può consentire”.

Per leggere il rapporto completo, clicca qui

Francesca Mancuso

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Gli agricoltori USA riscoprono l'urina come fertilizzante naturale

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urina fertilizzante
 
Urina come fertilizzante naturale da utilizzare in agricoltura in sostituzione dei prodotti di sintesi. Nel Vermont ha preso il via un programma pilota per l'impiego dell'urina umana come fertilizzante. La nostra urina contiene almeno 3097 sostanze, alcune delle quali sono prodotte proprio dal nostro corpo, mentre altre derivano da ciò che introduciamo con l'alimentazione. Il progetto è a favore dell'agricoltura sostenibile e di fiumi più puliti.
 
 
In Vermont 170 volontari hanno deciso di donare la propria urina per rivoluzionare l'agricoltura. Nell'urina di solito si trovano azoto e fosforo, due sostanze molto utili per fertilizzare le piante. Dunque sembra davvero che riciclare l'urina per fertilizzare le piante possa avere senso. 
 
Il Reach Earth Institute ha deciso di trasformare il riciclo dell'urina in un progetto che sta coivnolgendo la popolazione locale. Ogni giorno l'urina dei volontari viene raccolta e donata ad un agricoltore che la utilizza per fertilizzare i campi di fieno in sostituzione dei prodotti convenzionali.
 
L'iniziativa del Reach Earth Institute al momento rappresenta l'unico progetto autorizzzato dal punto di vista legale e documentato pubblicamente in atto negli Usa. In questo modo gli agricoltori hanno a disposizione un fertilizzante naturale, locale e gratuito.
 
Secondo gli esperti che si occupano del progetto, l'urina è sicura. L'urina raccolta direttamente dal corpo umano è sterile, ma può essere contaminata successivamente se non viene preservata a dovere. Dunque l'istituto sta valutando le possibilità di raccolta più sicure. 
 
Fino ad ora i risultati del progetto pilota sarebbero risultati incoraggianti. I campi di fieno coltivati nel 2013 con l'urina come fertilizzante hanno dimostrato un vero e proprio incremento dei raccolti. E ora altri agricoltori della zona sono in lista per poter usufruire della novità. Per il 2014 Rich Earth è alla ricerca di nuovi volontari per incrementare la raccolta dell'urina, tra gli abitanti di Brattleboro, in Vermont.
 
Marta Albè
 
Fonte foto: shutterstock.com
 
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Divieto di balneazione a Viareggio, acque troppo inquinate

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viareggio divieto balneazione
 
Le acque del lungomare di Viareggio non sono adatte alla balneazione. Lo ha stabilito l'Arpat, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana. Cittadini e turisti non potranno fare il bagno nel tratto che parte da Marina di Ponente, neo pressi del molo, fino al Fosso dell'Abate.
 
 
Il confine settentrionale dell'area delimitata segna lo spartiacque tra Viareggio e Lido di Camaiore. Sono stati effettuati dei rilievi per verificare la presenza e la quantità di colibatteri. Già dopo 24 ore, rispetto alle 48 ore previste dalla procedura, i colibatteri si sono mostrati superiori ai livelli consentiti.
 
L'esito dei controlli è stato comunicato al sindaco di Viareggio direttamente dall'Arpat. Così sono scattati i divieti di balneazione per le zone interessate. Il divieto di balneazione si estende anche ad un'area di mare a nord di Fosso dell'Abate, appena prima dell'inizio del territorio del Lido di Camaiore. 
 
A Viareggio si salverebbero soltanto gli stablimenti della zona della Darsena. E, naturalmente, salgono le preoccupazioni per la stagione estiva, già ostacolata dal maltempo. Il danno colpisce sia gli stablimenti balneari che i turisti che avevano pensato di trascorrere le vacanze in questi luoghi. Il divieto dovrebbe comunque risultare temporaneo.
 
“E’ evidente che il divieto di balneazione su larga parte della passeggiata, ancorché temporaneo, danneggia profondamente la nostra economia turistica, già traballante per la crisi economica e una stagione estiva estremamente incerta, e colpisce duramente l’immagine della nostra città" - così ha dichiarato l'assessore all'Ambiente di Viareggio Giovanni Giannerini.
 
L'Arpat ha comunque sottolineato che di solito sitratta di fenomeni temporanei di inquinamento microbiologico, che normalmente si risolvono in un arco di tempo ridotto. L'inquinamento in questo caso sarebbe dovuto ai cambiamenti climatici in corso e alla particolarità di questa stagione estiva. Il clima inusuale contribuirebbe ad aumentare le correnti superficiali che spingono le acque reflue verso Sud, anziché vdrso Nord come avviene normalmente.
 
L'Arpat nei prossimi giorni si occuperà di effetuare nuovi controlli e a Viareggio la speranza è che il divieto di balneazione duri solo pochi giorni. Gli organi competenti dovranno occuparsi innanzitutto di risolvere il problema dell'inquinamento dei canali. E sarebbe in via di approvazione un programma ad hoc tra la Regione Toscana e le Province di Lucca e Mssa Carrara.  Presto dunque ci si dovrà muovere per la manutenzione della rete fognaria e dei depuratori. Non resta che attendere le prossime analisi dell'Arpat per conoscere gli sviluppi della situazione.
Intanto potete vedere QUI la lista delle spiagge in cui vige il divieto di balneazione nel 2014
 
Marta Albè
 
 
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Cina: la piscina più affollata (e inquinata) del mondo

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Come ogni estate, torna a far parlare di se la piscina più affollata del mondo. Non è la prima volta infatti che il grande parco acquatico cinese, il Dead Sea Resort, si trasforma in un enorme scatola di sardine umane!

Un'enorme piscina coperta, situata a Taiyuan la più grande città della provincia di Shanxi nella Cina settentrionale, che può contenere fino a 10.000 persone ma che con l'arrivo delle bollenti temperature estive diventano anche il doppio. 

Cina-Piscina-Affollata-04

Date un'occhiata a questo video, è di qualche anno fa ma la situazione è rimasta la stessa. Davvero impressionante!

{youtube}LNGvDQafrlQ{/youtube}

Quando le temperature superano i 40 gradi, migliaia di persone cercano refrigerio nelle pochissime strutture pubbliche disponibili. Come racconta , il responsabile di questa piscina:  "Sappiamo che, non appena l'Osservatorio Meteorologico emette un avviso di temperature alte, nel giro di un'ora migliaia di persone verranno qui, per utilizzare la nostra piscina".

Cina-Piscina-Affollata-03

E se vi fa impressione a guardare questo scenario, provate solo ad immaginare le condizioni igieniche che l'ammasso di così tante persone può provocare. Lo scorso anno, il Governo Cinese ha effettuato una ricerca su oltre 5.000 piscine pubbliche, i risultati sono da pelle d'oca: oltre il 10% delle strutture, tra cui questa, supera i livelli di sicurezza realtivi all'ureaplasma

I ricercatori hanno stabilito che la percentuale totale di batteri, in una piscina così affollata può arrivare anche al 97 per cento, con conseguenze fatali. Nel 2008 un uomo è morto e oltre 3.000 persone sono state criticamente avvelenate dopo aver ingerito l'acqua di una piscina Comunale di Pechino.

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Ed è così che gonfiabili e salvagenti non vengono più usati per rimanere a galla, quanto piuttosto per delimitare il proprio spazio, non essere travolti dalla calca umana, cercando di bere meno acqua possibile!

Arturo Carlino

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AntiCafé: a Roma arriva il primo bar del tempo dove non si pagano le consumazioni

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A Roma arriva il primo esempio italiano di bar del tempo. Ricordate lo Ziferblat di Londra e lo Slow Time Cafe in Germania, dove il caffè non si paga e solo il tempo è denaro? Finalmente l'idea è stata importata nella capitale. AntiCafé ha aperto il 20 giugno 2014 in zona Piazza San Giovanni.

AntiCafé è nato per promuovere un modo nuovo di concepire la condivisione di uno spazio dove studiare, lavorare o incontrare persone nuove. Gli ideatori del progetto vogliono cambiare il concetto stesso di caffetteria, in modo che diventi un luogo aperto a freelance, imprenditori, sognatori e a tutti coloro che vogliano essere i protagonisti di un cambiamento.

 
Il tutto ha preso forma grazie all'omonima strat up francese nata a Parigi ad aprile 2013. Lo sviluppo del progetto ha portato all'apertura del primo AntiCafé a Roma. AntiCafè è aperto tutti i giorni e tutto il giorno, anche il sabato e la domenica. Da qui si potrà lavorare o consultare liberamente il web grazie al WiFi illimitato.
 
Infatti, per pochi euro all'ora, AntiCafé offre senza limite caffè e tè, spuntini dolci e salati, frutta di stagione, WiFi veloce, accesso a proiettori stampanti e scanner. Inoltre c'è la libertà di portare con sé da fuori cibo e bevande senza problemi. 
 
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Questo spazio di condivisione è pensato sia per il lavoro che per il divertimento. AntiCafé si propone infatti come il luogo ideale per lavorare ad un nuovo progetto, portare avanti una start up, trovare nuovi collaboratori, studiare per preparare gli esami o semplicemente chiacchierare con gli amici e giocare con i giochi da tavolo. Qui troverete uno spazio dedicato ad ognuna di queste attività. AntiCafé, più che un bar, è dunque un vero e proprio coworking di nuova generazione. Siete pronti a provarlo?
 
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Per maggiori informazioni: www.anticafe.it
 
Marta Albè
 
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Zoomafie 2014: ogni ora un reato contro gli animali

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Ogni ora, in Italia, la Procura apre un nuovo fascicolo per reati contro gli animali. Dal traffico di cuccioli alle corse clandestine di cavalli, è una criminale abitudine che non accenna diminuire quella portata avanti dalle zoomafie. Le illegalità che colpiscono gli animali sono diverse, ma un dato emerge su tutti: la ripresa dei combattimenti tra cani.

È quanto emerso dal Rapporto Zoomafia 2014, redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV. Giunta alla sua 15esima edizione, lo studio si è incentrato su “illegalità, malaffare e crimini contro gli animali” usando i dati delle procure italiane.

Rimane saldo il numero di reati della cosiddetta “cupola del bestiame”, quello della macellazione clandestina e le sofisticazioni alimentari, ma è allerta anche per la pesca illegale e la diffusione web dei traffici di animali.

I reati

Ogni settimana, in Italia, vengono importati circa 2000 cani. Non a caso, il traffico clandestino di cuccioli ha una vasta diffusione ed è considerato la prima emergenza zoomafiosa. Sempre più spesso, nei Paesi di origine. i cuccioli vengono comprati per pochi euro, spesso arrivano ammalati e accompagnati da falsi pedigree e da documentazione contraffatta, per poi essere venduti a cifre molto più alte. Un giro d'affari gestito da gruppi organizzati che smerciano i piccoli grazie all'aiuto di venditori compiacenti. Sono 670 circa i cuccioli sequestrati (dal valore complessivo di circa 530mila euro) e 77 le persone denunciate nel 2013. Oltre agli italiani, vi sono anche slovacchi, rumeni, spagnoli, marocchini, serbi.

A seguire le corse clandestine di cavalli, che finiscono spezzo con la loro morte, l'abbandono o òla macellazione abusiva. Attorno a questa malsana pratica ruotano doping, scommesse illegali e furti. Ma lo scorso anno, vi è stata una pericolosa diminuzione delle attività di polizia giudiziaria volte alla repressione delle corse clandestine di cavalli. È stata bloccata solo una corsa clandestina e una gara di forza, mentre sono state 23 le persone denunciate e 25 i cavalli sequestrati. Ma la verità non è questa, ma quella veicolata dal numero sempre crescente di video che circola sul web. In sedici anni, dal primo Rapporto Zoomafia a oggi, ovvero dal 1998 al 2013, sono state denunciate 3321 persone, 1228 cavalli sequestrati e 107 corse e gare clandestine bloccate.

Inutile illudersi. Non poteva mancare il lucroso reato dei combattimenti tra cani, un fenomeno mai sconfitto, ma che per un periodo è sicuramente diminuito. Nel 2013 sono stati sequestrati 16 cani per attività inerenti i combattimenti, è stato interrotto un combattimento in corso e sono state denunciate 12 persone di cui un minorenne.

Vi è poi il traffico internazionale di animali o parti di essi, che in Italia trova terreno fertile sia come via di transito che come meta finale. Secondo i dati del 2013, c'è stato un aumento del 10% del commercio e della detenzione illegale delle specie protette e tutelate dalla CITES rispetto all’anno precedente. Avorio, serpenti, scorpioni, macachi, pappagalli, tartarughe, ma anche caviale, prodotti in pelle di animali protetti sono il cuore del business internazionale di fauna esotica protetta per un giro d'affari milionario. Il bracconaggio con i reati relativi all’uso e detenzione di armi e munizioni conferma la sua pericolosità.

Anche il randagismo non accenna a diminuire. Solo nel 2013 sono state sequestrate almeno 11 strutture per un totale di 1700 cani in pessime condizioni igieniche e di salute, tenuti in strutture fatiscenti.

Per non parlare del mare. La cosiddetta filiera del pesce è uno dei comparti più a rischio illegalità. Vi è una sorta di abitudine diffusa al malaffare che va dalla pesca al commercio al dettaglio, favorita dalla debole risposta delle istituzioni, dalle sanzioni irrisorie, dalle deroghe e dai permessi speciali.

Si passa poi alla cosiddetta Cupola del bestiame, un sistema illegale legato alla gestione di allevamenti, alle truffe, al traffico di medicinali e sostanze dopanti, al furto di animali da allevamento, alla falsificazione di documenti sanitari con infiltrazioni della criminalità organizzata.

E per chiudere in bellezza, vi èl'uso di animali a scopo intimidatorio, per droga e la diffusione di foto e video sul web che mostrano violenze contro gli animali. Una ricerca condotta negli Emirati Arabi dall’IFAW ha permesso di scoprire in quattro settimane 11 siti specializzati nella vendita di animali e un totale di 796 annunci.

Dove

Secondo il rapporto, tenendo presente i dati forniti dalle Procure, lo scorso anno sono stati aperti 759 procedimenti penali, di cui 506 a carico di noti e 253 a carico di ignoti. La Procura con meno procedimenti per reati contro gli animali è quella di Nola (NA) con solo 9 procedimenti (5 noti e 4 ignoti). Seguono La Spezia con 11 procedimenti (2 noti e 9 ignoti); Camerino (MC) con 12 (2 noti e 10 ignoti), Ivrea (TO) con 12 (7 noti e 5 ignoti); Sciacca (AG) sempre con 12 fascicoli tutti a carico di ignoti. Ancora: Aosta con 14 (13 noti e 1 ignoti); Spoleto (PG) con 15 (4 noti e 11 ignoti); Sanremo (IM) con 16 (4 noti e 12 ignoti); Gela (CL) con 17 (9 noti e 8 ignoti); Pescara con 18 (5 noti e 13 ignoti) e Caltagirone (CT) con 20 (6 noti e 14 ignoti). Vi è poi la Procura di Brescia, che si è confermata quella con il maggior numero di procedimenti sopravvenuti.

Una piccola, piccolissima buona notizia. Nessuna Procura nel 2013 ha presentato procedimenti per tutti i 7 reati analizzati, al massimo si arriva a 6 su 7 a Civitavecchia, Lucera, Modena, Palermo, Reggio Calabria, Torre annunziata.

Francesca Mancuso

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Il cane anziano che ha commosso il web ha trovato una nuova famiglia

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Finalmente un po' di gioia per Ma Kettle, la retreiver che ha percorso più di 50 chilometri per ritornare dalla sua famiglia che l'abbandonata perché troppo anziana. La sua storia ha fatto il giro del mondo, ha commosso il web e per fortuna è riuscita ad avere un lieto fine. 

Come ricorderete i suoi proprietari l'avevano portata in un canile, lei era scappata, percorrendo 50 Km per per ritornare nel posto che aveva sempre considerato la sua casa. Ma qui i suoi genitori le avevano voltato definitivamente le spalle, riportandola al canile e lasciandola in balia del suo destino.

Ora, prorpio grazie al web la dolce e coraggiosa cagnolina ha finalmente trovato una nuova mamma che ha deciso di adottarla, per farle vivere in amore e serenità il resto dei suoi giorni.

L'angelo che se ne prenderà cura è Helen Rich, una donna della Florida, che, dopo aver letto la sfortunata storia di questo cane anziano, ha deciso di offrirle una casa in cui farle vivere gli ultimi anni della sua vita.

Ha scritto sulla sua pagina Facebook: "Non dovete più preoccuparvi. Questa ragazza così preziosa è venuta a vivere con me.. Non soffrirà più e non resterà mai più da sola!"

 

Per il suo ultimo viaggio le hanno prenotato un volo privato. Chet Ragsdale, l'assistente di Helen, si è offerto di portarla tra le braccia della sua nuova mamma che ora giura di non lascerà ma più da sola.

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Ed è così che Ma Kettle - che nel frattempo ha cambiato nome ed è diventata Lady - ha trovato una nuova casa ed una nuova famiglia: il posto dove è giusto che stia.

Una bella conclusione a dimostrazione che nel mondo ci sono ancora persone in grado di ridare fiducia al genere umano.

Arturo Carlino

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14 cibi che favoriscono l'invecchiamento

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cibi invecchiamento aging
 
Ciò che mangiamo influenza il nostro aspetto esteriore, a partire dalla pelle. Lo afferma Ariel Ostad, membro dell'American Academy of Dermatology. Un'alimentazione inadeguata mantenuta a livello abituale può contribuire a favorire e ad accelerare i processi di invecchiamento della pelle e dei denti nel corso del tempo.  
 
Ecco 14 cibi da consumare con moderazione per apparire sempre giovani, secondo la lista riportata da Health Magazine.

1) Dolci

Dolci e dolciumi sono dannosi sia per i denti che per la pelle. L'assunzione di zuccheri in eccesso - oltre i livelli che le nostre cellule possono metabolizzare - porta alla formazione di AGES, delle sostanze che ostacolano la formazione del collagene, la proteina che aiuta a mantenere la pelle soda e giovane. Dopo aver mangiato qualcosa di dolce, gli esperti consigliano di risciacquare la bocca con dell'acqua per proteggere i denti e rimuovere i residui. 
 

2) Alcolici

Quando il fegato funziona bene, le tossine che possono disturbare la pelle vengono espulse naturalmente dal corpo. Ma se il fegato accumula tossine e non riesce a liberarsene, ecco che iniziano a svilupparsi vari problemi, come acne e rughe. Gli alcolici ostacolano il lavoro del fegato, contribuiscono alla disidratazione  e possono impedirci di riposare bene, altro aspetto vitale per mantenersi giovani. Per avere una pelle sana è importante che il fegato sia in salute.
 

3) Vino bianco

Il vino bianco viene assegnato ad una categoria a parte per la sua capacità di danneggiare lo smalto dei denti. Il vino bianco può rendere i denti più vulnerabili alle macchie. Il consiglio in questo caso è di aspettare almeno un'ora prima di lavarsi i denti dopo aver bevuto del vino bianco, per evitare di rovinare lo smalto. I denti hanno bisogno di tempo per rimineralizzarsi dopo il contatto con un liquido acido proprio come il vino bianco. 
 

4) Carne bruciacchiata

La carne bruciacchiata può contenere sostanze che promuovono l'infiammazione. Ciò rappresenta un problema poiché l'infiammazione può danneggiare il collagene. Dunque evitate di mangiare carne bruciacchiata e ricordate di pulire bene la griglia tra una cottura e l'altra. 
 

5) Cibi salati

Molti cibi presentano un contenuto inaspettato di sodio. Ad esempio i cibi in scatola. L'eccessiva assunzione di sodio attraverso l'alimentazione può contribuire alla ritenzione idrica e causare gonfiore. Il nostro aspetto di certo non ne gioverà. Dunque attenzione ai cibi confezionati e a non esagerare con l'aggiunta di sale a tavola.

 

6) Carni lavorate

Il riferimento in questo caso è alle carni lavorate, come salsicce e bacon, in particolare nelle versioni che contengono sulfiti e conservanti. Queste sostanze possono causare infiammazione a livello della pelle secondo Ariel Ostad. Tendono inoltre ad avere un contenuto elevato di sale. Il suggerimento degli esperti è di diminuire il consumo di carni lavorate e di aumentare quello di verdure.
 

7) Cibi troppo speziati

I cibi troppo speziati aggravano le condizioni della pelle soggetta all'acne rosacea. Meglio consumarli con moderazione. Il riferimento è soprattutto ai piatti che si ordinano fuori casa, quando non posiamo calcolare il contenuto di spezie piccanti. Chi ha problemi di acne rosacea, dovrebbe provare a limitarne il consumo.
 

8) Carne rossa

La carne rossa, più grassa della carne bianca, genera radicali liberi secondo quanto affermato da Ostad. I radicali liberi danneggiano le cellule sane e impediscono alla pelle di proteggersi producendo collagene. Gli esperti consigliano di consumare cibi ricchi di antiossidanti per contrastare l'invecchiamento. 

9) Energy drink

Gli energy drink espongono i denti a danni causati a livello dello smalto e risultano più acidi rispetto agli sport dink. L'acidità rende i denti più vulnerabili alle macchie. Quando si consumano energy drink o altre bevande acide, gli esperti consigliano di bere dalla cannuccia per proteggere i denti. 
 

10) Limonata

Il problema della limonata riguarda ancora una volta i denti, l'acidità e i danni allo smalto. Secondo gli esperti, il succo di limone crea più danni ai denti rispetto al succo d'arancia e di pompelmo. Inoltre, aggiungere dello zucchero alla limonata aumenta i problemi, poiché favorisce la carie. Meglio bere la limonata con la cannuccia. 
 

11) Bevande alla caffeina

Il riferimento è alle note bibite che contengono caffeina. La caffeina ha azione diuretica. Porta il corpo ad eliminare i fluidi e promuove la disidratazione della pelle. La pelle disidratata rischia di apparire più vecchia. A chi assume bevande alla caffeina abitualmente, gli esperti consigliano di applicare sulla pelle una crema idratante all'acido ialuronico. 
 

12) Grassi trans e idrogenati

No agli alimenti che contengono grassi trans. I grassi trans promuovono l'infiammazione, ostacolano la produzione di collagene e rendono la pelle più vulnerabile ai raggi UV e all'invecchiamento. Il consiglio è di evitare tutti i prodotti che contengano grassi trans e grassi idrogenati. Controllate bene lee tichette. 
 

13) Caffè

La caffeina del punto precedente non è l'unica ragione che rende il caffè una bevanda capace di incoraggiare l'invecchiamento. Il riferimento è ancora una volta all'acidità delle bevande, caffè incluso. L'acidità può creare dei pori sulla superficie dei denti e rovinare lo smalto
 

14) Te' nero

Il tè nero è ricco di antiossidanti ma può macchiare i denti. L'effetto negativo sui denti viene enfatizzato dall'aggiunta di succo di limone, che secondo gli esperti rende la bevanda acida. Chi ha problemi di comparsa di macchie sui denti dunque non dovrebbe esagerare con il tè nero.
 
Marta Albè
 
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