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Goletta dei Laghi 2014: ecco i laghi più inquinati d'Italia

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legambiente 2014 goletta verde
 
La Goletta dei Laghi ha concluso la propria missione e Legambiente presenta il bilancio 2014. Su un totale di 202 campionamenti in 12 bacini italiani, i valori batteriologici sono risultati fuori legge nel 60% dei casi
 

La nona edizione della Goletta dei Laghi si è conclusa dopo un viaggio di un mese. L'obiettivo è la salvaguardia dei bacini lacustri italiani, patrimonio della biodiversità e fonte di sviluppo sostenibile. Molti problemi minacciano i bacini lacustri e le acque limitrofe.

Tra i maggiori esempi di cementificazione delle coste troviamo il lago di Iseo e il lago di Garda, a causa di progetti guidati da una visione insostenibile del turismo. In Sicilia la mancata applicazione per oltre 13 anni delle norme di tutela delle acque interne ha portato all'assegnazione della Bandiera Nera proprio a questa regione.
 
Non mancano però veri e propri presidi ecologici, come i Pantani di Lentini e Gelsari in Sicilia, il lago di Vico nel Lazio, il lago di Porta in Toscana, i bacini della Sila in Calabria. L'esito del monitoraggio scientifico resta comunque complessivamente negativo.
 
Su 101 punti campionati complessivamente ben 62 hanno mostrato una concentrazione di batteri fecali superiori alla norma, 39 in misura tale da risultare fortemente inquinati. Tra i più critici i bacini della Lombardia, con 38 punti su 58 oltre i limiti di legge. Per far fronte alla situazione urgono investimenti in infrastrutture fognarie e depurative, per questo Legambiente ha presentato il dossier #salvaacque che raccoglie alcune delle opere più urgenti per migliorare la qualità dei corpi idrici nella regione lombarda. 
 
Imputati principali delle situazioni di inquinamento si confermano le foci dei corsi d'acqua che raccolgono reflui nell'entroterra, oltre agli scarichi diretti a lago, in un quadro generale afflitto troppo spesso dall'inadeguatezza dei sistemi fognari e depurativi.
 
“La carenza del sistema depurativo riguarda ancora un'estesa area del nostro Paese – spiega Giorgio Zampetti, responsabile scientifico nazionale di Legambiente – dato che coinvolge un quarto della popolazione. Le conseguenze, oltre al grave impatto sull'ambiente, sono anche economiche: rischiamo di dover  pagare pesanti sanzioni per le procedure d’infrazione dovute al mancato rispetto delle direttive europee".
 
La Goletta dei Laghi continuerà a tenere alta l'attenzione anche nei prossimi mesi. Il tempo infatti sta per scadere: interventi mirati alla tutela delle acque e degli ecosistemi lacustri sono urgenti per rispettare la scadenza europea per il raggiungimento del buono stato ecologico dei laghi previsto dalla direttiva 2000/60 per il 2015. Un traguardo raggiunto da meno della metà dei laghi.
 
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legambiente mappa goletta
 
Guarda qui la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi.
 
 
Marta Albè
 
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DrinkPure: il filtro che purifica l'acqua in un istante

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Un semplice filtro potrebbe aiutare a risolvere il problema del mancato accesso all'acqua potabile nei Paesi in via di sviluppo. Basta applicarlo ad una qualsiasi bottiglia e in pochi istanti si ottiene acqua pulita e purificata. Si tratta di DrinkPure, un progetto che è stato lanciato di recente su Indiegogo, la nota piattaforma di crowdfunding.
 
 
Bere acqua non potabile nell'Africa Sub-Sahariana significa esporsi ad un elevato rischio di malattie, che giungono ad uccidere da 6 a 8 milioni di persone ogni anno. A differenza di altri dispositivi per purificare l'acqua, che richiedono fino a 45 minuti per dare risultati, o del metodo tradizionale di bollitura dell'acqua, DrinkPure mette a disposizione acqua pronta da bere e sicura immediatamente.
 
Sarebbe anche più veloce di altri tipi di filtro. In un minuto infatti è in gradi di purificare un litro d'acqua. La novità è stata sviluppata presso l'ETH di Zurigo. Per utilizzarlo non servono istruzioni particolari poiché si tratta di un sistema intuitivo. Ciò permette alle organizzazioni nonprofit di risparmiare denaro per quanto riguarda la diffusione di materiali informativi.
 
Basta applicare il filtro sulla bottiglia e DrinkPure potrà rimanere al proprio posto ed essere utilizzato per un anno. Quando il filtro inizierà a rallentare, sarà arrivato il momento di sostituirlo. DrinkPure funziona in tre fasi. Il pre-filtro cattura le particelle più grandi (ad esempio scarti vegetali e detriti, immaginando di raccogliere acqua da un fiume), poi un filtro al carbone attivo blocca le sostanze chimiche indesiderate, odori e metalli pesanti. Infine, una membrana polimerica rimuove i batteri.
 
DrinkPure è stato progettato come soluzione low cost al problema della mancanza di acqua potabile. Gli ideatori hanno deciso di renderlo compatibile per le bottiglie di plastica con l'obiettivo di rcontenere i costi e di ridurre le necessità di trasporto, dato che le bottiglie di plastica possono essere recuperate in tutto il mondo. 
 
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Il filtro proteggerà l'acqua anche da eventuali sostanze indesiderate rilasciate dalle bottiglie di plastica stesse. In alternativa, si potrebbe provare ad applicare DrinkPure alle bottiglie di vetro. I ricercatori stanno raccogliendo fondi su Indiegogo con il programma di produrre i filtri e di distribuirli in cinque villaggi il prossimo anno. Clicca qui per supportare l'iniziativa.
 
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Marta Albè
 
Fonte foto: indiegogo.com
 
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Fotovoltaico: realizzate celle solari spray piu' economiche ed efficienti

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Le celle fotovoltaiche potranno essere più economiche. I lunghi processi di produzione attuali e i dispositivi di maggiori dimensioni potranno essere resi meno costosi e più veloci con la nuova tecnica a spruzzo, messa a punto da un team di scienziati dell'Università di Sheffield. Ma il segreto è la perovskite.

Gli esperti del Dipartimento di Fisica insieme a quelli del Dipartimento di Ingegneria Chimica e Biologica dell'Università hanno già usato il metodo a spruzzo per la produzione di celle fotovoltaiche con semiconduttori organici, ma questa volta hanno utilizzato la perovskite, che ha permesso loro di fare un importante passo avanti.

Già nota fin dal 2012 e applicata al settore dell'energia, essa è considerata oggi un materiale molto promettente per le celle fotovoltaiche, visto che unisce l'alta efficienza ai bassi costi dei materiali.

Ciò che gli scienziati hanno creato è una cella con strutture simili a quelle organiche. “Quello che abbiamo fatto è stato sostituire lo strato che assorbe la luce - lo strato organico - con uno ricoperto da una vernice spray in perovskite”.

Secondo gli scienziati, la massima efficienza del dispositivo è correlata alla creazione di film densi aventi una copertura di superficie superiore a 85%. I risultati ottenuti hanno dimostrato che il rivestimento a spruzzo può essere utilizzato nelle grandi superfici, garantendo un notevole abbattimento dei costi di produzioni.

La maggior parte delle celle solari è realizzata infatti con materiali ad alta intensità energetica come il silicio. Ma quelli a base di perovskiti richiedono molta meno energia per essere prodotti. A maggior ragione se tale materiale viene applicato a spruzzo. “Le celle in perovskite oggi hanno rendimenti fino al 19 per cento. Questa cifra non è poi così lontana da quella del silicio a 25 per cento, il materiale che domina il mercato solare mondiale”, ha detto il prof. David Lidzey.

 

solarmedium

Occorre però lavorare ancora per migliorarle e renderle competitive, visto che le celle create con la perovskite a spruzzo dal team di Sheffield raggiungono finora l'11% di efficienza.

Un passo avanti significativo verso celle fotovoltaiche efficienti e a basso costo: “Credo che le nuove tecnologie basate sul fotovoltaico a film sottile stiano per avere un ruolo importante nel campo dell'energia solare, ma le celle con la perovskite stanno emergendo come probabili rivali di quelle a film sottile”.

Una dura lotta che non potrà che apportare vantaggi al settore delle energie pulite.

Francesca Mancuso

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Jonah Cameron, il ragazzino di 10 anni che lotta contro l'olio di palma per salvare gli orango del Borneo

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Jonah Cameron è un ragazzino di soli dieci anni, ma è già impegnato in una causa ambientale molto importante: salvare gli oranghi del Borneo dall'estinzione. Gli oranghi sono in pericolo soprattutto a causa della deforestazione. Molti bambini amano gli animali, ma non tutti riescono a trasformare la loro passione in azione.
 
 
Forse perché tanti non sanno che alcuni dei loro animali preferiti, che magari conoscono solo sotto forma di peluche, sono in pericolo. Spiegare ai più piccoli la realtà delle cose potrebbe davvero fare la differenza, come nel caso di Jonah. Il ragazzino ha appreso che gli oranghi del Borneo sono a rischio a causa della deforestazione provocata dall'industria dell'olio di palma e ha deciso di mettersi in gioco in prima persona per attirare l'attenzione sull'argomento.
 
Jonah ha scoperto l'esistenza degli oranghi guardando un programma televisivo sugli animali della foresta, quando aveva otto anni. Il ragazzino probabilmente aveva già una sensibilità molto spiccata. Il motivo è molto semplice. Vive con la sua famiglia presso lo Storybook Farm-Sacred Animal Garden, in Australia,  un rifugio per animali in difficoltà e che richiedono attenzioni particolari.
 
 
Quando ha scoperto che la produzione di olio di palma stava mettendo in pericolo gli oranghi, ha preso una decisione e ha pensato di impegnarsi per la loro protezione. Con l'aiuto della madre, ha lanciato la pagina Facebook  "Jonah's Forest Friends" per diffondere una maggiore consapevolezza sulla situazione degli oranghi e per raccogliere fondi che permetteranno a questi animali di vivere ancora nella foresta. Gli oranghi del Borneo vivono tra gli alberi e i loro arti non sono particolarmente adatti agli spostamenti sul terreno.
 
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Il progetto vede la collaborazione di Borneo Orangutan Survival. Dopo la frustrazione per la sorte degli oranghi, Jonah ha saputo trasformare le emozioni negative in azioni positive. Jonah ha anche organizzato una bancarella per le vendite di beneficenza, con peluche, giocattoli, candele, detersivi e altri prodotti privi di olio di palma. La Jonah's Forest Friends Campaign raccoglie donazioni online attraverso MyCause.
Ma Jonah, infine, ha una sola richiesta davvero importante per noi: smettere di comprare prodotti che contengono olio di palma
 
Marta Albè
 
Fonte foto: facebook.com
 
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Meat Free Monday: partecipa al video di Paul McCartney per ridurre il consumo di carne

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meat free monday

Qualche anno fa Paul McCartney ha lanciato l'iniziativa Meat Free Monday, i lunedì senza carne, nati per contribuire a ridurre il consumo di alimenti di origine animale, per il bene del Pianeta e della salute. Ve ne avevamo parlato nel 2009 e nel corso del tempo l'iniziativa è cresciuta.

Se coltivate il sogno di collaborare con Paul McCartney da una vita, questa è l'occasione per voi. Inoltre, supporterete una buona causa. L'ex Beatle chiede ai fan di inviare delle fotografie che entreranno a fare parte del video della sua prossima canzone: Meat Free Monday.

Il brano è stato registrato per celebrare i cinque anni dalla nascita dell'iniziativa e per raccomandare a tutti di provare a non mangiare carne almeno una volta alla settimana, scegliendo il lunedì come giorno simbolico. 

Ecco come partecipare. Dovrete scegliere uno dei versi della canzone, scriverlo su un foglio e scattare una fotografia che vi ritrae. Potrete anche essere molto più creativi e scrivere una frase della canzone sulla sabbia, ad esempio, oppure renderla protagonista di un disegno o di un dipinto. 

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Poi vi basterà postare la foto su Instagram o Twitter con l'hashtag #MeatFreeMonday entro la mezzanotte del 22 agosto. Ecco il testo di "Meat Free Monday". Siete pronti a partecipare? Basta un piccolo gesto per cambiare il mondo.

MEAT FREE MONDAY LYRICS

Meat Free Monday
It’s a fun day
And it’s happening all around the world

Meat Free Monday
It’s a fun day
And it’s happening all around the world

Think about the future
How the world will be
If we don’t do something
We face calamity

Think of greenhouse gases
Melting polar ice
Ocean levels rising
Better not think twice

Meat Free Monday
It’s a fun day
And it’s happening all around the world

Meat Free Monday
It’s a fun day
And it’s happening all around the world

Think of too much livestock
Warming up the land
Gotta think of answers
Gotta have a plan

Think about the future
How the world will be
If we don’t do something
We face calamity

Meat Free Monday
It’s a fun day
And it’s happening all around the world

After Sunday
Meat Free Monday
And it’s happening all around the world

Meat Free Monday
It’s a fun day
And it’s happening all around the world

Meat Free Monday
It’s a fun day
And it’s happening all around the world

Meat Free Monday
It’s a fun day
And it’s happening all around the world

(Paul McCartney)

Marta Albè

Fonte foto: paulmccartney.com

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Festambiente 2014: tutto pronto per l'eco-festival di Legambiente. Le date dei concerti

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festambiente2014

Un ricco carnet di eventi, 10 giorni di festa per celebrare la bellezza del nostro paese. Torna l'appuntamento con Festambiente, il consueto appuntamento annuale di Legambiente che aprirà i battenti domani nella suggestiva location del Parco della Maremma, a Ripescia. Dall'8 agosto fino al 17 ci sarà spazio per la musica, il cinema e l'enogastronomia all'insegna del Made in Italy.

"È bello vivere in Italia" è il tema di questa edizione, che spinge a riflettere sì sulla crisi economica ma mostrando gli esempi positivi che hanno trovato impulso nella bellezza, nell'ecologia e nel risparmio energetico. La cittadella stessa mostrerà le buone pratiche, il rispetto per l’ambiente con cinema all'aperto, mostre mercato, incontri, Città dei bambini e ristorazione tradizionale, biologica e vegetariana.

L'evento ridurrà al minimo il proprio impatto ambientale arrivando al 90% della raccolta differenziata, con pannelli fotovoltaici per l'elettricità e quelli solari per l'acqua, utilizzando stoviglie biodegradabili nei punti di ristoro.

Ma ecco un po' di numeri legati a questa edizione: oltre 120 saranno gli stand espositivi, 250 tra volontari e collaboratori coinvolti, 150 i relatori partecipanti agli incontri, più di 100 gli artisti che si esibiranno, 70 le rassegne degustazioni, 20 i laboratori ecologici proposti ogni giorno nella Città dei Bambini, 20 le ricette servite ogni giorno al ristorante vegetariano più grande d'Italia e oltre 50 le pellicole proiettate.

Ad inaugurare Festambiente domani sarà il Ministro dell'ambiente Galletti, ma ad aprire le danza sarà il concerto di Elio e le Storie tese.

festambiente 2014 cantanti

Ecco gli artisti che si avvicenderanno sul palco del festival fino al 17 agosto.

Elio e le Storie Tese - 8 agosto

Piero Pelù – 9 agosto

Cristiano De Andrè – 10 agosto

Dario Fo – 11 agosto

Orchestra di Piazza Vittorio e Ginevra Di Marco e Francesco Magnelli – 12 agosto

Bandabardò – 13 agosto

Stefano Bollani -14 agosto

Roy Paci Aretuska All star – 15 agosto

Modena City Ramblers -16 agosto

Stadio – 17 agosto

Spazio anche allo sporto, con il nuovo EcoCampo, una piattaforma polivalente di 200mq dedicata all'attività fisica, attiva ogni giorno dalle ore 18 alle 20, realizzata grazie al riciclaggio degli pneumatici. Qui i professionisti del calcio, del basket e del football americano accompagneranno i bambini dai 5 ai 10 anni in giochi e attività sportive. Presenti anche una pista da cross per la bici e un'area realx per le famiglie.

Previste anche due notti bianche, il 15 e il 17 agosto, per prolungare la festa fino a tarda notte con musica, spettacoli e iniziative culturali.

Il costo d’ingresso alla manifestazione è di 8 euro prima delle 20 e 12 euro dopo le 20. Gratuito l'ingresso per i bambini fino a 12 anni.

Francesca Mancuso

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Finding Rover: l'app per ritrovare i cani smarriti

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Ogni persona che abbia trascorso intere giornate a pubblicare manifesti e foto su internet e a fare telefonate per ritrovare il proprio cane scoprirà che ora esiste un metodo molto più preciso per ottenere i risultati sperati. Si tratta di Finding Rover, l'app che aiuta a ritrovare i cani smarriti.
 
 
Grazie all'app e al sito web Finding Rover, a San Diego sta diventando più semplice riunire i cani e i loro proprietari. Il sistema per ritrovare i cani smarriti è stato ideato dagli esperti dell'University of Utah. Hanno creato un database che permette di raccogliere le foto dei cani nei canili e di inserire un'immagine del proprio cane per cercare delle corrispondenze.
 
Il tutto si basa su un sistema sofisticato di riconoscimento facciale. L'accuratezza e le possibilità di successo, nel caso in cui il cane sia stato ritrovato e portato presso un canile o un rifugio che abbia adottato questo sistema, sono del 98%. Occhi e naso nei nostri amici a quattro zampe sono sempre in posizioni un po' diverse. Difficile confondersi o trovare due cani identici. 
 
Il programma può funzionare in due modi. Se qualcuno trova un cane abbandonato, può scattargli una fotografia e inviarla al database. Se sarà presente un'immagine corrispondente, il proprietario verrà subito avvisato. Il proprietario dunque può entrare in contatto con il "buon samaritano" e accordarsi direttamente con lui per un incontro così da ritrovare il cane.
 
finding rover 1
 
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Altrimenti, si potrà fotografare ogni cane appena arrivato in un canile o in un rifugio, avviare la comparazione col database e avvisare i proprietari nel caso in cui vi sia una corrispondenza. Il sistema funziona e ha superato le aspettative. Lo si potrà adottare anche in Italia? La registrazione è gratuita ed è disponibile per Android, iPhone e sul web dal Pc. Per maggiori informazioni: www.findingrover.com.
 
Marta Albè
 
Fonte foto: findingrover.com
 
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Cambiamenti climatici: 4 scenari possibili dell'aumento delle temperature (infografica)

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L'IPCC ci h avvertiti. Il Panel intergovernativo di esperti che si occupa dello studio dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale la scorsa primavera ha affermato con certezza che le attività umane stanno generando mutamenti senza precedenti nel clima della Terra, fornendo le prove scientifiche. Ma cosa accadrà in futuro se l'uomo non cambierà il proprio modo di agire?

Basandosi sui dati del rapporto dell'IPCC, il World Resources Institute ha creato un'infografica che mostra ciò che il futuro potrebbe riservarci in termini di aumento della temperatura, di mutamenti delle precipitazioni e di danni all'ecosistema. Gli scenari sono quattro: Low Emission Pathway, Medium Emission Pathway, High Emission Pathway, Highest Emission Pathway.

1. Low Emission Pathway

Con un amento globale delle temperature fino a 2°, il primo scenario ipotizza che la produzione di anidride carbonica entro il 2020 raggiungerà il picco e poi scenderà fino al 66 per cento al di sotto rispetto ai livelli del 2010. In questo caso, il mondo si ritroverà comunque ad affrontare alcune conseguenze. Ad esempio, circa il 24 per cento in più della popolazione mondiale avrà a disposizione ridotte risorse idriche entro il 2080 rispetto ai livelli del 1980. Inoltre, nel 2080 circa quattro volte il numero di persone saranno esposte a inondazioni rispetto al 1980. Circa un terzo delle barriere coralline sperimenterà una degradazione a lungo termine nel corso dei prossimi decenni.

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2. Medium Emission Pathway

Questo scenario presuppone un aumento globale delle temperature fino a 2,9°C, con il picco di emissioni di anidride carbonica nel 2040, ma destinato ancora ad aumentare del 19 per cento al di sopra dei livelli del 2010. Ciò significa che circa i due terzi delle barriere coralline del mondo sperimenteranno danni a lungo termine nel corso dei prossimi decenni. In questo scenario, il bilancio del carbonio del mondo sarà esaurito nel 2056. La popolazione con ridotto accesso alle risorse idriche sarà il 26% nel 2080, mentre entro quella data aumenterà di sei volte rispetto ai livelli del 1980 il numero di persone esposte a inondazioni. L'aumento delle temperature avrà un impatto negativo anche sui lavoratori, riducendone la produttività del 20% nel 2100.

medium emission 2

3. High Emission Pathway

Questo scenario prevede invece un aumento delle temperature fino a 3,7°C. Le persone con scarso accesso all'acqua potabile saranno il 32%, quelle soggette a inondazioni saranno sette volte di più rispetto ai livelli del 1980 e sarà a rischio anche la sicurezza alimentare, con un impatto così diffuso che gli esseri umani non saranno in grado di adattarsi. In questo caso, le riserve di carbonio si esauriranno nel 2057. La maggiore parte delle specie vegetali e animali dell mondo diminuirà di oltre il 50 per cento entro il 2080 con l'aumento delle temperature di 3,5°C.

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4. Highest Emission Pathway

Lo scenario peggiore suggerisce che le emissioni annue di anidride carbonica continueranno a salire fino al 2100, in aumento del 108% rispetto ai livelli del 2010 entro il 2050. Secondo il WRI, il bilancio del carbonio si esaurirà entro il 2045. Il 38% della popolazione non avrà accesso all'acqua mentre le persone soggette a inondazioni saranno dodici volte di più rispetto ai livelli del 1980. Un aumento delle temperature al di sopra di 4° C provocherà una diminuzione della produzione agricola, la perdita critica di funzioni dell'ecosistema e l'estinzione di molte specie animali e vegetali.

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Secondo l'IPCC, conflitti violenti, scarsità di cibo e gravi danni alle infrastrutture influenzeranno il mondo se il riscaldamento globale continuerà al ritmo attuale. L'aumento delle temperature aggraverà ancora di più la povertà.

Essa sostiene, inoltre, che il mondo è in “un'epoca di cambiamenti climatici di origine antropica” e ha già assistito all'impatto del riscaldamento globale in ogni continente e in tutto gli oceani.

Francesca Mancuso

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Mal d'auto e mal di mare: 10 rimedi naturali per alleviare la nausea

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Il mal d'auto, noto anche come chinetosi o cinetosi, e il mal di mare rappresentano fastidi abbastanza comuni in chi viaggia, sia negli adulti che nei bambini.

Il mal di viaggio in generale interessa i centri dell'equilibrio, con particolare riferimento a occhio e orecchio, e gli impulsi nervosi che essi inviano al cervello. Possono comparire vertigini, nausea e vomito. Ecco alcuni rimedi naturali utili a cui fare riferimento prima e durante la partenza.

1) Zenzero

Lo zenzero è uno dei rimedi naturali più noti per prevenire e alleviare la nausea. Provate a bere una tisana allo zenzero prima di partire o a portare con voi dei pezzetti di zenzero o delle caramelle allo zenzero da assumere durante il viaggio. In alternativa potete versare due o tre gocce di olio essenziale di zenzero su un fazzolettino e respirarne l'aroma al momento del bisogno.

Leggi anche: Zenzero: un rimedio da portare in valigia

2) Braccialetti antinausea

In farmacia potrete acquistare dei braccialetti antinausea adatti sia per gli adulti che per i bambini per prevenire il mal d'auto e il mal di mare. I braccialetti antinausea sfruttano il principio dell'agopressione. Esercitano una pressione specifica su un punto (denominato P6) presente tra i tendini del polso e agiscono in modo da placare la nausea.

3) Olio essenziale di menta piperita

La farmacista esperta di oli essenziali Danièle Festy nella guida "La mia Bibbia degli oli essenziali" suggerisce di mettere una goccia di olio essenziale di menta piperita (per gli adulti) o di olio essenziale di zenzero (per i bambini) su mezza zolletta di zucchero da lasciare sciogliere in bocca quando necessario. Il rimedio è consigliato per il mal d'auto e per altri mezzi di trasporto.

4) Fiori di Bach

La floriterapia consiglia il fiore di Bach n. 28 Scleranthus come rimedio naturale per il mal d'auto. Viene ritenuto utile per placare le vertigini associate al viaggio sui mezzi di trasporto. Questo fiore di Bach facilita l'adattamento a nuove situazioni, regala un buon equilibrio e aiuta a muoversi con sicurezza. Viene consigliato tra i rimedi naturali da mettere in valigia prima di partire per le vacanze.

5) Alimentazione

La medicina naturale suggerisce a chi soffre di mal d'auto o di mal di mare di alimentarsi in modo leggero prima di partire. In particolare bisognerebbe evitare i cibi che causano fermentazioni, come formaggi, cibi grassi, cibi troppo zuccherati. Potrebbe essere utile fare colazione con del pane tostato o dei crackers, adatti da portare con voi anche durante il viaggio. Meglio eliminare le bevande gassate e scegliere piatti poco conditi.

6) Omeopatia

Il rimedio naturale consigliato dall'omeopatia per il mal di mare e per il mal di viaggio è il Cocculus. La dose è di 5 granuli un'ora prima di partire e poi ancora appena prima della partenza. Poi lo si può assumere ancora ogni mezz'ora o ogni ora a seconda delle nausee presenti durante il viaggio. Altri rimedi omeopatici per il mal d'auto sono Petroleum e Nux Vomica. Qui maggiori informazioni.

7) Tisane

Per calmare la nausea mentre siete in viaggio, se ne avete l'occasione fermatevi per una sosta e bevete una tisana calda che possa risultare benefica per lo stomaco, ad esempio una camomilla. Potreste anche pensare di portare con voi una tisana in un thermos. Cercate di evitare le bibite gassate, le bevande con ghiaccio e i bicchieri d'acqua troppo fredda. Bevete acqua a temperatura ambiente.

8) Succo di mela

Prima di partire non saltate la colazione. Fate una colazione leggera a cui potrete abbinare un bicchiere di succo di mela, che vi aiuterà per il suo apporto di zuccheri naturali e per l'idratazione durante il viaggio. Portate con voi un po' di succo di mela da bere non appena sentite l'avvicinarsi dei sintomi. Meglio evitare il succo d'arancia, che può infastidire uno stomaco già disturbato.

9) Mentine

Se non avete a disposizione dell'olio essenziale di menta piperita adatto da aggiungere a mezza zolletta di zucchero come spiegato sopra, il professor David J. Hufford della Penn State University suggerisce di portare con voi delle mentine durante il viaggio, a cui potrete ricorrere, anche per i bambini, non appena sentirete sopraggiungere i sintomi del malore.

10) Zafferano

La medicina naturale, con riferimento all'Ayurveda, suggerisce lo zafferano come rimedio naturale per il mal d'auto. Potrete provare a preparare una tisana da bere prima della partenza o da portare con voi in un thermos. Basta sciogliere un pizzico di zafferano in una tazza d'acqua bollente, mescolare e dolcificare a piacere. I principi attivi dello zafferano sono antiemetici, cioè adatti in caso di vomito, e sono considerati utili in caso di mal d'auto. Qui maggiori informazioni.

Marta Albè

Leggi anche:

Nausea: 10 rimedi naturali

 

Isole Falkland : Quando la guerra salva i pinguini

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pinguini-salvati-guerra

Per centinaia di anni il conflitto nelle Falkland ha minacciato la popolazione locale, sia umana che animale. Una specie però è riuscita a trarre vantaggio da questi terribili avvenimenti: grazie alle zone inaccessibili delimitate dalle mine rimaste inesplose, migliaia di pinguini sono riusciti a ricavarne il loro habitat ideale

 

I primi europei che arrivarono in questi territorio furono i francesi che le cedettero presto alla Spagna. Con l’indipendenza argentina, nel 1816, le Falkland divennero approdo di pescatori e pastori della Patagonia. Ma a partire dal 1832 gli inglesi occuparono le isole, rivendicandone la sovranità ed espellendo la guarnigione militare argentina.

Da lì cominciò una disputa che il 2 aprile del 1982 fece scoppiare una guerra breve e sanguinosa, nella quale morirono oltre 1000 persone. Gli scontri, navali ed aerei, infuriarono in molte zone dell’isola Orientale, a partire dall’area di San Carlos, base per i soldati inglesi.

La guerra ha lasciato a queste isole molti regali non richiesti. Durante il conflitto i militari posizionarono migliaia di mine lungo le spiagge e pascoli. Fortunatamente, finora, queste mine non hanno ucciso nessuno, ma i segnali che ne delimitano la zona di pericolo hanno creato un habitat perfetto per i simpatici uccelli in smoking. I pinguini, infatti, non essendo abbastanza pesanti per far esplodere le mine, hanno occupato questi campi per vivere in pace e serenità.

guerra pinguini

Fonte foto: http://mentalfloss.com

Oggi, ci sono ancora circa 20.000 mine inesplose sulle isole Falkland. Nel corso degli anni si sono rilevate un ottimo deterrente che ha protetto oltre un milione di pinguini, tenendo lontani i pascoli ma anche i turisti troppo invadenti.

Dopo tutto, un segnale di avvertimento "Stare lontano dai pinguini" non sarà mai efficace come uno che recita: "Stare lontano dai pinguini: pericolo di morte!"

                         Arturo Carlino

Fonte foto copertina: http://blogs.reuters.com 

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Pinguini salvati dall'estinzione grazie ai cani pastore maremmani

Maglioncini cercansi per salvare i pinguini dal petrolio

 

Makaon: l'artista giapponese che trasforma le lattine nei personaggi deii cartoon

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Anziché gettarle nella spazzatura, una volta tra le sue mani, le lattine diventano incredibili sculture. Si chiama Makaon, viene dal giappone ed ha fatto del riciclo creativo e del riuso la sua arte. 

 

Combinando un'abilità manuale fuori dal comune e il suo amore per le icone della cultura manga e pop, riesce a realizzare piccole ma bellissime sculture usando unicamente lattine in alluminio usate.

Niente è lasciato al caso, nemmeno il colore delle lattine utilizzate, vengono tutte classificate scrupolosamente per dare vita a creature e mondi incredibili.

Tra le sue opere, quotate ed apprezzate in tutto il mondo, riconoscerete senza dubbio molti personaggi di fumetti, cartoni animati e videogiochi nati in Giappone.

Abbiamo preparato una piccola carrellata con alcune delle sue creazioni davvero eccezionali, ma se volete avere una panoramica più ampia delle sue opere, potete fare un giro sul suo sito ufficiale.

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Dal riciclo dei mozziconi di sigaretta le batterie del futuro

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I mozziconi di sigaretta, piccoli ma dannosi per l'ambiente. Nonostante le campagne informative, sono ancora molto numerosi. E se fosse possibile riutilizzarli come materia prima per produrre oggetti di uso quotidiano o addirittura immagazzinare energia? In questo modo uno dei rifiuti più molesti potrebbe tornare a nuova vita, una vita migliore. Un team di ricerca della della Corea del Sud ha convertito le cicche in un materiale ad alte prestazioni che può essere integrato in computer, dispositivi portatili, veicoli elettrici e turbine eoliche per lo stoccaggio dell'energia.

Un miracolo? No, il frutto di alcuni studi basati sulla possibilità di trasformare i rifiuti in materia prima. Secondo gli scienziati della Seoul National University, che hanno portato avanti la ricerca, il materiale ricavato potrà essere utilizzato per rivestire gli elettrodi dei supercondensatori elettrochimici, componenti che possono immagazzinare grandi quantità di energia elettrica, offrendo anche una soluzione al crescente problema ambientale causato dai mozziconi abbandonati.

Si stima che ben 5600 miliardi di mozziconi di sigaretta (pari a 766.571 tonnellate), si disperdano ogni anno nell'ambiente in tutto il mondo.

Nel corso del loro studio, i ricercatori coreani hanno però dimostrato che le fibre di acetato di cellulosa di cui sono prevalentemente fatti i filtri delle sigarette potrebbero essere trasformate in un materiale a base di carbonio utilizzando una tecnica semplice chiamata pirolisi. Come risultato di questo processo di combustione, il materiale a base di carbonio risultante avrà una serie di minuscoli pori, aumentando le prestazioni.

Una combinazione di pori di differenti dimensioni assicura che il materiale abbia una densità di potenza elevata, una proprietà fondamentale di un supercondensatore per la carica rapida,” ha spiegato il co-autore dello studio, il prof. Jongheop Yi.

Una volta realizzato, il materiale a base di carbonio è stato collegato a un elettrodo e testato in un sistema a tre elettrodi per vedere in che modo poteva assorbire ioni elettroliti e poi rilasciarli. Il materiale riusciva a conservare una maggiore quantità di energia elettrica garantendo anche un maggiore stoccaggio rispetto al grafene e ai nanotubi di carbonio.

Attualmente il carbonio è il materiale più utilizzato nei supercondensatori, grazie al basso costo, all'elevata conducibilità elettrica e alla stabilità a lungo termine. Gli scienziati di tutto il mondo stanno lavorando per migliorare le caratteristiche dei supercondensatori, come densità di energia, densità di potenza e stabilità, cercando di ridurre anche i costi di produzione.

Il nostro studio ha dimostrato che i filtri di sigarette possono essere trasformati in un materiale a base di carbonio ad alte prestazioni utilizzando un 'processo one-step' semplice, che offre allo stesso tempo un soluzione verde per soddisfare le richieste energetiche della società. Tanti paesi stanno sviluppando norme rigorose per evitare le migliaia di miliardi di cicche di sigarette tossiche e non biodegradabili che finiscono nell'ambiente ogni anno. Il nostro metodo è un modo per contribuire a farlo,” ha detto Yi.

La ricerca è stata pubblicata su Nanotechnology.

Francesca Mancuso

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Monkey selfie: l'autoscatto della discordia in barba al copyright

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Sul web è ormai una star. Un vero precursore il macaco, che in tempi non sospetti, quando ancora la moda deii #selfie non era ancora lo sport più praticato dai possessori di smartphone, realizzò uno degli autoscatti più amati e condivisi di sempre sui social, conosciuto anche come il "monkey-selfie" che, almeno inizialmente, ha letteralmente fatto la fortuna del suo autore. O meglio del proprietario della macchina fotografica con cui il macaco nel 2011 si era autommortalato. Ma oggi è in mezzo a una controversia sul copyrigh visto che la foto è stata pubblicata su Wikipedia e dunque in licenza creative commons.

Nel 2011 il fotografo naturalista David Slater durante un viaggio in Indonesia si stava preparando a fotografare questa femmina di macaco, ma mentre sistemava tutta l'attrezzatura, la scimmia, quasi prendendosi gioco di lui, gli ha sottratto la fotocamera, ha fatto un bel sorriso e clic. Non uno, ma tanti selfie, alcuni dei quali sfuocati e altri venuti bene. Uno di questi memorabile. 

La foto della discorida, il famigerato monkey selfie, caricata su Wikimedia Commons da un utente, è effettivamente davvero buffa e mostra il bel faccione della creatura del genere “Macaca Nigra”. Ma non è andata di certo a genio al suo proprietario David Slater che ha chiesto l'immediata rimozione. Richiesta non accolta in quanto, come spiegano da Wikipedia, secondo le leggi del copyright in vigore negli Usa gli animali non possono essere possessori di copyright  ed essendo la scimmia il vero fotografo hanno rigettato la rivendicazione di paternità di Slater.

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Ho guadagnato 2.000 sterline nei primi anni dopo che è stata scattata. Dopo che è finita su Wikipedia tutti gli interessi nel comprarlo sono spariti. È difficile immaginare quanto abbia perduto, ma ipotizzo di aver perso £10,000 o più. Sta uccidendo il mio business,” ha raccontato alla BBC.

Ora la vicenda anrà in tribunale, ma intanto il macaco se la ride, felice anche lui di essere entrato nel mondo dei selfie.

Francesca Mancuso

Foto: Wikimedia Commons

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I cavalli comunicano tra loro muovendo le orecchie

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cavalli orecchie

I cavalli comunicano tra loro con gli occhi e muovendo le orecchie. Lo ha evidenziato uno studio condotto dall'Università del Sussex, in Gran Bretagna. I ricercatori hanno approfondito le abilità socio-cognitive dei cavalli e la loro capacità di relazionarsi con gli altri animali e con il mondo che li circonda. 

Lo studio in questione è stato da poco pubblicato sulla rivista Current Biology, con il titolo di "The eyes and ears are visual indicator of attention in domestic horses". Come spiegano gli esperti, le ricerche precedenti si erano focalizzate sui movimenti della testa e degli occhi, senza tenere conto che anche le orecchie potessero avere un ruolo nella comunicazione per i cavalli.

Inoltre, sulla base delle osservazioni condotte dagli esperti, proprio a partire dal principio per cui i cavalli comunicano grazie ai movimenti di testa, occhi e orecchie, la possibilità di esprimersi e di entrare in contatto con i propri simili sarebbe pressoché negata ai cavalli che indossano paraocchi

"Siamo un mondo antropocentrico" – ha spiegato la professoressa Wathan, che si è occupata dello studio - "e non abbiamo mai pensato che queste orecchie così mobili avessero un ruolo fondamentale nella comunicazione animale”. Forse alcuni proprietari di cavalli si erano già resi conto dell'importanza dei movimenti delle orecchie, della testa e degli occhi per la comunicazione. Ora la scienza lo ha confermato andando al di là dell'intuito. 

Secondo le conclusioni dei ricercatori britannici, i cavalli comunicano grazie ad una combinazione di orientamento della testa ed espressioni facciali che coinvolgono sia gli occhi che le orecchie. A loro parere, queste nuove scoperte confermano che nello studio dei comportamenti e della comunicazione tra gli animali non umani è essenziale considerare una varietà più ampia di fattori rispetto a quanto avvenuto fino ad ora. 

Quella dei cavalli è dunque una comunicazione soprattutto silenziosa e basata su piccoli movimenti a noi quasi impercettibili - a differenza di animali domestici come i cani e i gatti. Secondo gli esperti i cavalli, grazie ai movimenti di occhi e orecchie, alimentano la propria vita sociale. E ora, conoscendoli più a fondo potremo anche aiutarli meglio

Marta Albè

 Fonte foto: wallpaperstop.com

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La superluna oscura le stelle cadenti a San Lorenzo. Ma lo spettacolo è assicurato

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superluna agosto 2014

Domenica 10 agosto appuntamento con la Superluna. Non una qualunque, ma la luna più grande del 2014, che toglierà lo scettro da regina alle meteore di San Lorenzo. Il nostro satellite naturale ancora una volta è pronto a concedersi in tutta la sua bellezza.

La luna piena del 10 agosto avrà dunque anche la particolarità di trovarsi al perigeo, ossia nel punto più vicino alla Terra della sua orbita ellittica. Per questo, quella che ammireremo domenica sarà una superluna. Il nostro satellite si troverà infatti a 356.896 km dal nostro pianeta, contro i 384mila che di solito ci separano da essa.

Se le nuvole ci lasceranno intravedere uno spiraglio di cielo, vedremo una luna apparentemente più grande, ma è chiaro che sarà solo una questione di prospettiva. Il nostro satellite non muterà le sue dimensioni ma essendo più vicino, ai nostri occhi sembrerà più maestoso.

Ma quella di domenica non sarà ancora l'ultima superluna del 2014. Dopo quella di luglio, anche a settembre, precisamente l'8, la luna si troverà a una distanza ridotta dalla Terra rispetto alla media. Allora, si troverà a 364.824 km dalla Terra,10 mila chilometri più distante rispetto alla superluna di agosto. Meglio non lasciarsi sfuggire l'occasione, visto che per la prossima luna oversize bisognerà attendere il 28 settembre 2015, quando essa si troverà a una distanza di 356.876 km.

Un evento che però guasterà un po' la festa alle Perseidi, le stelle cadenti della notte di San Lorenzo, considerate in assoluto le più belle meteore dell'anno. La luce della luna infatti renderà il cielo meno buio, nascondendo le meteore alla nostra vista.

Questa pioggia di stelle si manifesta ogni anno dalla fine di luglio fino al 20 agosto ed è originata dai resti della cometa Swift-Tuttle, che periodicamente incontrano la nostra atmosfera. Luna permettendo, il momento migliore per osservarle è la notte del 12 agosto, quando con un po' di fortuna sarà possibile ammirare fino a 100 meteore ogni ora.

Francesca Mancuso

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Dal frigo 10 rimedi per i piccoli inconvenienti della vacanza

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Scottature solari, eritema, punture di insetti, mal d'auto, nausea e stitichezza. Ecco alcuni dei piccoli problemi che possiamo incontrare durante i nostri viaggi. 
 
 
Dal frigo e dalla dispensa arrivano in nostro aiuto 10 rimedi per risolvere i piccoli inconvenienti che possono capitare mentre siamo in vacanza.
 

1) Mal di testa: prova con la patata

Alleviare il mal di testa e la pesantezza agli occhi con la patata. Come fare? Sbucciate e tagliate la patata a fette di circa mezzo centimetro. Sdraiatevi e appoggiate le fette di patata sulla fronte, sulle tempie e  sugli occhi. Sentirete gli occhi più leggeri e progressivamente il mal di testa scomparirà. Qui tutte le istruzioni.
 
 

2) Scottature solari: impacco alla lattuga

Se la vostra pelle si è scottata sotto il sole, provate a preparare un impacco alla lattuga. Fate bollire nell’acqua alcune foglie di lattuga per qualche minuto. Scolatele raccogliendo l’acqua in una ciotola e lasciate riposare il liquido così ottenuto finché non si sarà raffreddato. Oppure versatelo in un vaporizzatore e spruzzate. Utilizzatelo per realizzare delle compresse da applicare sulle scottature con l’aiuto di ovatta o teli in cotone. Altri rimedi da applicare sulla pelle, perché rinfrescanti, sono il gel d'aloe vera, le bucce o le fette di patata, le fettine di cetriolo e gli spicchi di pomodoro. 
 
 

3) Punture di insetti: basta una cipolla

Se ad infastitdirvi sono le punture di insetti, affidatevi ad un antico rimedio popolare. Affettate una cipolla e prelevatene un pezzetto. Applicatelo sulla zona che causa fastidi e applicate un cerotto o una picola benda. Lasciate agire per un paio d'ore. Altri rimedi utili alternativi alla cipolla sono uno spicchio d'aglio e un pezzetto di porro.
 

4) Nausea: la soluzione è lo zenzero

Lo zenzero è sempre una buona soluzione per prevenire e alleviare la nausea. La nausea può comparire soprattutto durante il viaggio, negli spostamenti in macchina, in autobus o in nave. Provate a masticare un pezzetto di zenzero fresco prima della partenza o durante il viaggio per attenuare il problema. Lo stesso rimedio è valido se sentite un mal di gola in arrivo. 
 
 

5) Eritema: scegli l'aloe vera

 
Se avete la possibilità di prelevare il gel d'aloe vera direttamente dalle foglie della piantina, frullatelo per ottenere un composto ben spalmabile, conservatelo in un barattolino di vetro e per un paio di giorni sarà pronto all'uso, fresco ed emolliente. Il consiglio è di conservare in frigo anche il gel d'aloe vera confezionato, così sarà sempre a vostra disposizione in caso di eritema solare e scottature. 
 
 

6) Stitichezza: via libera a fichi d'India e prugne

Oltre al classico yogurt (anche vegetale, l'importante è che sia ricco di fermenti probiotici) cosa possiamo mangiare in vacanza per prevenire la stitichezza? L'estate è la stagione dei fichi d'India e delle prugne, due alimenti molto consigliati per risolvere il problema. Potrete consumare entrambi sia freschi che secchi.
 
 

7) Pancia gonfia: mangia una mela

Una mela al giorno leva il medico di torno, come sostiene un antico detto popolare, ormai considerato veritiero anche da parte della scienza. Arricchire la propria alimentazione con frutti ricchi di fibre come le mele permette di favorire il traffico intestinale, di migliorare la digestione e di prevenire e alleviare gonfiori addominali. Un vero e proprio toccasana per la salute. Cho soffre di gonfiori addominali e fermentazioni dovrebbe consumare la frutta fresca lontano dai pasti.
 
 

8) Digestione difficile: bevi acqua e limone

Al mattino spremete il succo fresco di mezzo limone, diluitelo in un bicchiere d'acqua a temperatura ambiente e bevete a stomaco vuoto. Bere acqua e limone è un rimedio naturale universale per la digestione difficile. Contribuisce a diminuire bruciore di stomaco e gonfiore.

 
 

9) Alito cattivo: rinfrescalo con il prezzemolo 

 
La cattiva digestione e i pasti irregolari in vacanza possono portare alla comparsa dell'alito cattivo. Come rinfrescare la bocca in breve tempo, per evitare che all'alito cattivo si associ una sensazione di nausea? Basta masticare qualche fogliolina di prezzemolo fresco presa direttamente dal frigo.
 
 

10) Contusioni: metti il ghiaccio

In vacanza possono capitare dei piccoli incidenti, soprattutto durante il trekking o una gita in bicicletta. Appena arrivati a casa, applicate il più classico dei rimedi naturali da utilizzare in caso di lividi e contusioni, cioè del ghiaccio, che aiuterà ad alleviare arrossamenti, gonfiori e dolori. 
 
Marta Albè
 
Fonte foto: yimg.com
 
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AirProbe e WideNoise: le eco-app dell'Ue che misurano smog e rumore

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smog app

Misurare le sostanze inquinanti presenti nell'atmosfera e anche l'inquinamento acustico tramite aqpp. Il progetto europeo Everyaware dà i primi frutti. Guidato dalla Fondazione Isi di Torino, un team di ricerca internazionale composto da italiani, belgi, tedeschi e britannici, ha dato vita ad AirProbe, l'app in grado di monitorare l'esposizione umana all’inquinamento atmosferico, e a WideNoise, col compito invece di misurare i livelli di rumore.

Già testata in quattro città (Torino, Londra, Anversa e Kassel) lo scorso autunno da oltre 300 volontari chiamati i Guardiani dell'Aria, l'app AirProbe è stata messa a loro disposizione, per realizzare una mappa collettiva dei livelli di inquinamento della propria zona.

Come funziona AirProbe? L'app è collegata a una scatola di sensori a batteria facilmente trasportabile anche in uno zainetto, in borsa o nel cestino della bici. Il Sensor Box comunica con lo smartphone tramite Bluetooth. Il piccolo dispositivo rileva la presenza di ozono, di nero di carbonio di biossido di azoto, monossido di carbonio e di altre sostanze inquinanti dall'aria e le comunica ad un server centrale, che a sua volte trasmette i dati e comunica allo smartphone quali sono le aree più inquinate della città e quali sono le ore in cui le sostanze inquinanti sono maggiormente presenti.

Sono dunque gli stessi cittadini a rendere note le informazioni sulla qualità dell'aria, in una sorta di monitoraggio partecipativo che permette di avere la percezione diretta e locale di un problema ambientale che “corroborata da dati quantitativi, si evolve in opinioni socialmente condivise e alla fine guida a cambiamenti comportamentali,spiega il team.

Dopo Monica, il naso elettronico che fiuta lo smog, arriva anche Widenoise. Ddisponibile sia per Android che per iOS, l'app è già stata utilizzata da oltre 10.000 persone ed è stata sperimentata nei pressi dell'aeroporto di Heathrow. I dati raccolti sono a disposizione di tutti, cittadini, autorità e ricercatori su questa mappa dove sono stati registrati i livelli di rumore.

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Sul progetto Everyaware sono stati investiti finora 2 milioni di euro forniti dall'Europa, ma sono necessari ulteriori investimenti per far sì che il SensorBox sia utilizzato da tutti. “Per il momento immagino una scatola di sensori molto più piccola, possibilmente indossabile, integrata negli abiti e negli oggetti quotidiani”, ha dichiarato il professor Vittorio Loreto, leader di ricerca presso la fondazione ISI di Torino e professore di fisica presso la Sapienza Università di Roma. “Ovviamente è anche prevista l'integrazione negli smartphone, anche se a più lungo termine. Tutto dipenderà da quali imprese saranno interessate a produrre la scatola di sensori e da quanto i produttori di smartphone saranno disposti a investire”.

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Grazie alle nuove tecnologie siamo entrati risolutamente nell'era della scienza dei cittadini, grazie alla quale tutti potranno creare, raccogliere e condividere dati per il bene comune: i dati sull'ambiente, ma anche, ad esempio, sulla salute e sulla cultura. Le possibilità di essere meglio informati e collegati non sono mai state così numerose: dobbiamo coglierle,” ha aggiunto Neelie Kroes, Vicepresidente e Commissaria responsabile dell'Agenda digitale.

Francesca Mancuso

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Tartarughe costrette a portare iPad sulla corazza in nome dell'arte (petizione)

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Tre tartarughe saranno costrette a portare sulla propria corazza un carico indesiderato. In occasione dell'inaugurazione dell'Aspen Art Museum, ognuna di loro avrà sul proprio carapace due iPad che mostreranno alcune immagini della mostra. 

L'idea è dell'artista cinese Cai Guo-Qiang che ha pensato di presentare in questo modo i propri lavori, ma l'idea non è piaciuta affatto alla comunità locale che, attraverso una petizione, ne richiede l'immediata rimozione.

Come dimostrano numerosi studi scientifici, le tartarughe potrebbero subire gravi danni a causa del peso eccessivo, data l'estrema sensibilità del loro dorso. Un carico del genere, infatti, può comprometterne il sistema articolare, obbligandole ad uno sforzo che non sono in grado di sopportare.

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I curatori della mostra si difendono sostenendo che le tartarughe sono seguite da un gruppo di veterinari e biologi che le visita una volta a settimana per controllarne lo stato di salute. Per quanto riguarda il peso eccessivo, sono convinti che si tratti di un carico inferiore rispetto a quello che normalmente viene loro posto quando vengono studiate dai ricercatori e comunque inferiore a quello sopportato, per esempio, durante l’accoppiamento.

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Ma ovviamente queste dichiarazioni non hanno rassicurato nessuno: la petizione Take the iPads off the turtles (togliete gli iPad dalle tartarughe) è andata avanti raccogliendo quasi quattromila adesioni in pochi giorni.

 

Ciononostante i dirigenti del museo non hanno alcuna intenzione di annullare questa esibizione, ma anzi stanno sfruttando il caso come veicolo pubblicitario: «La libera espressione può assumere varie forme, e non è nelle abitudini del museo censurare gli artisti», è la dichiarazione ufficiale di Sara Fitzmaurice, portavoce del museo.

Ma è davvero così? Siamo realmente liberi di fare qualsiasi cosa in nome di una presunta "libertà di espressione"? E poi, quale sarebbe questa tanto sbandierata libertà di espressione, l'idea secondo cui possiamo prendere un essere vivente e molestarlo in nome dell'arte? Se è arte, le uniche emozione che ci suscita sono quelle del disprezzo e del disgusto verso l'idiozia del genere umano.

Firmiamo la petizione, facciamo vedere che non tutti gli essere umani sono degli idioti:
http://www.change.org/petitions/aspen-art-museum-take-the-ipads-off-the-tortoises

Arturo Carlino

Fonte foto: Denver Post

Doggy Bag: 10 motivi per non vergognarsi di chiederla al ristorante o in hotel

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Una busta di carta o un contenitore per portare a casa gli avanzi, ecco la definizione più semplice di doggy bag. Ma quanti ristoranti sono davvero pronti a metterla a disposizione ad ogni richiesta dei propri ospiti? E soprattutto, quanti si vergognano ancora di farlo? 
 

Richiedere la doggy bag è un nostro diritto, è un segno di civiltà, ci permette di ridurre gli sprechi alimentari e di dare agli altri un esempio positivo. Ecco perché non dovrete più "vergognarvi" di chiedere la doggy bag al ristorante o in hotel. 

1) Ridurre gli sprechi

Ridurre gli sprechi alimentari, ecco il motivo principale per richiedere la doggy bag al ristorante e in albergo. E' certo che dopo che vi sarete alzati da tavola per lasciare il ristorante gli avanzi rimasti nei vostri piatti verranno buttati, anche se sono ancora del tutto commestibili. Dunque potrete portarli a casa per voi o per gli animali domestici. Pensate alle classiche fette di pizza, che di sicuro saranno ottime anche il giorno dopo. 
 

2) Dare il buon esempio

Pare che dopo un certo slancio avvenuto alcuni anni fa, con l'inizio della crisi, in Paesi come l'Italia, la Francia e la Gran Bretagna l'abitudine di chiedere la doggy bag al ristorante sia in drastico calo. Come risolvere il problema? Se davvero non riusciamo a terminare il nostro pasto, diamo per primi il buon esempio e chiediamo di poter portare a casa gli avanzi. Pian piano anche gli altri ci seguiranno
 

3) Diffondere la cultura della sostenibilità

Non tutti i ristoranti sono preparati ad accogliere la richiesta della doggy bag. Alcuni ristoratori potrebbero rispondervi che portare a casa gli avanzi non è permesso, anche quando non è così. Richiedere la doggy bag al ristorante ad ogni occasione buona significa sensibilizzare sempre più ristoratori e commensali al tema della sostenibilità.

4) E' un vostro diritto

Alberghi e ristoranti non possono negare la doggy bag. Richiedere la doggy bag è un vostro diritto. Lo sapevate? La Cassazione lo scorso luglio ha ammesso il diritto per chi frequenta alberghi e ristoranti di portare a casa il cibo avanzato e di riempire la borraccia con l'acqua rimasta nella bottiglia. Un turista, ospite di un hotel in Trentino Alto Adige, aveva esercitato il proprio diritto di critica nei confronti dell'albergatore. La cassazione ha dato ragione all'uomo per aver protestato a causa dei disservizi subiti. Qui tutta la storia. 
 

5) E' un segno di civiltà

Insieme possiamo contribuire a diffondere la buona abitudine di richiedere la doggy bag al ristorante. Dare una mano per contrastare gli sprechi alimentari è un segno di civiltà. Anni di opulenza ci hanno abituati a non dare troppo peso agli avanzi al ristorante. Con l'arrivo della crisi le cose stanno cambiando solo in parte, perché sembra sempre molto difficile superare le vecchie abitudini. Ma possiamo metterci in prima linea come agenti del cambiamento. Negli Stati Uniti chiedere la doggy bag è un'abitudine. Lo fanno persino le star. Ed ora che è diventato un nostro diritto, cosa ce lo impedisce esattamente?
 

6) Nutrire l'autostima

Chiedere la doggy bag alla fine di un pasto al ristorante può essere una vera e propria sfida. A volte si tratta di superare la timidezza, altre volte invece si teme di non essere compresi dai camerieri, di essere presi in giro o di dover affrontare i giudizi negativi degli altri commensali. Chiedendo la doggy bag non si passa per "poveracci", ma per persone educate e consapevoli che riconoscono il valore del cibo.
 

7) Recuperare il cibo invenduto

Avete richiesto la doggy bag ma il ristorante in cui vi trovate non è pronto a soddisfare la vostra richiesta? Esistono delle alternative che permettono ai punti vendita della ristorazione di decidere di donare i pasti avanzati ai senzatetto. Potreste spiegare ai ristoratori la possibilità di aderire ad alcune iniziative interessanti, come Il Pasto Buono.
 
 

8) Migliorare le mense scolastiche e aziendali

Il problema degli sprechi alimentari non riguarda soltanto i ristoranti e gli hotel, ma anche le mense scolastiche e aziendali. Se siete insegnanti, genitori di bambini che frequentano la scuola, impiegati o operai, informatevi sulla possibilità di poter portare a casa il cibo avanzato, oppure stimolate queste realtà ad aderire a progetti di donazione dei pasti avanzati ai senzatetto e ai rifugi per animali. 
 

9) Educare i bambini

Non tutti i bambini sono delle buone forchette e può capitare che al ristorante facciano solo qualche assaggio. Richiedere la doggy bag in queste occasioni può risultare educativo. I bambini impareranno che nulla va mai sprecato, soprattutto se si tratta di cibo. Quindi siate voi genitori a mettere in atto per primi i comportamenti corretti che i vostri figli potranno imitare da grandi.
 

10) Aiutare le famiglie in difficoltà

Ci sono sempre più famiglie in difficoltà, che purtroppo riescono a garantirsi soltanto un pasto completo al giorno. A Milano qualcosa ha iniziato a muoversi negli ultimi tempi, con il proposito di permettere ai bambini di portare a casa con sé gli avanzi del pranzo a scuola. Ma le iniziative per aiutare le famiglie in difficoltà potrebbero coinvolgere anche i ristoranti. Non parliamo solo dei senzatetto, ma anche di famiglie "normali" che in questo periodo difficile faticano ad arrivare a fine mese.
 
Marta Albè
 
Fonte foto: tuscantraveler.com
 
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Marine Litter: nei mari italiani galleggia 1 rifiuto di plastica ogni 10 minuti

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goletta verde 2014

I mari italiani sono sempre più inquinati. Il 90% dei rifiuti marini è rappresentato da plastica. Nell'Adriatico si contano ben 27 rifiuti galleggianti ogni chilometro quadrato, con un'alta concentrazione di plastica, che arriva soprattutto dalla pesca. Sono i dati comunicati da Legambiente attraverso il viaggio della Goletta Verde 2014 e l'indagine Marine Litter.

Nell'estate 2014 Goletta Verde e Accademia del Leviatano hanno monitorato 1700 chilometri di mare. I rifiuti rilevati sui tratti costieri presi in considerazione sono quasi 700. Il team di osservatori a bordo di Goletta Verde ha incontrato in mare 1 rifiuto di plastica ogni 10 minuti.

Il mare più inquinato dai rifiuti è l'Adriatico. Segue il Tirreno con una densità di rifiuti pari a 26 per chilometro quadrato, ma con la più alta percentuale di rifiuti di plastica, che hanno toccato il 91%. Il 34% è rappresentano da bottiglie di plastica e da flaconi di detergenti. Le buste di plastica sono il 29%.

Lo Ionio invece si trova in condizioni migliori, con "solo" 7 rifiuti ogni chilometro quadrato di mare. Le tratte più dense di rifiuti sono la costa di Castellamare di Stabia, dove si contano più di 150 rifiuti per chilometro quadrato. Sono più di 100 per chilometro quadrato i rifiuti davanti alla costa abruzzese di Giulianova e più di 30 tra Manfredonia e Termoli L'Italia non raggiunge i livelli dell'enorme isola di plastica del Pacifico, ma la situazione è comunque preoccupante.

“Negli ultimi 30 anni – ha sottolineato Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente - la produzione mondiale di plastica è cresciuta del 500% e questi manufatti non biodegradabili hanno contribuito enormemente all’inquinamento ambientale e a quello dei mari. L’Italia negli ultimi anni grazie al bando dei sacchetti di plastica non compostabile ha segnato una discontinuità unica tra i paesi industrializzati, promuovendo innovative politiche industriali di chimica verde e cambiando anche gli stili di vita degli italiani che facevano un uso esagerato di questi manufatti. È arrivato il momento che l’Europa adotti in via definitiva la proposta di direttiva già ampiamente discussa e votata in prima lettura nel precedente Parlamento Europeo per estendere la buona pratica italiana anche al resto del vecchio continente che deve risolvere anche il problema dell’inquinamento da plastica del mar Mediterraneo”.   

marine litter

Immagine 1

Si tratta di un problema mondiale che va affrontato in modo sistematico. Per questo motivo Legambiente ha deciso di inviare un appello al'Unione Europea in modo che il Mediterraneo diventi la regione pioniera nell'adozione di misure vincolanti dal punto di vista giuridico  sui rifiuti marini. Gran parte delle misure in progetto dovrà essere attuata entro il 2020. La situazione dei mari italiani migliorerà?

Guarda qui la mappa interattiva di Goletta Verde 2014.

Marta Albè

Fonte foto copertina: telegraph.co.uk

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