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Sale in eccesso: ogni anno uccide 1,63 milioni di persone nel mondo

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sale causa morte

Ve lo ricordiamo spesso: non bisogna eccedere con il sale. La dose giornaliera da non superare, secondo gli esperti, sarebbe di 2-3 grammi. Purtroppo però in molti paesi del mondo se ne consuma molto di più e spesso senza saperlo, il sale è infatti nascosto nei più comuni alimenti. Questa situazione porta, ogni anno, a conseguenze molto serie per la salute delle persone.

Secondo un recente studio effettuato su 187 paesi nel mondo, l’eccesso di sale sarebbe la causa di circa 1,63 milioni di decessi dovuti a malattie cardiovascolari. La ricerca epidemiologica, guidata da Dariush Mozaffarian e pubblicata sul New England Journal of Medicine, è arrivata a questo risultato servendosi di questionari nutrizionali e test delle urine realizzati da 205 precedenti studi che volevano valutare il consumo di sodio tra la popolazione.

La situazione più drammatica, a detta degli studiosi, si verifica in Asia Centrale dove il consumo medio di sale è di 5 grammi al giorno ma non c'è alcun paese al mondo dove si utilizzi meno sale di quello consigliato. Questa abitudine scorretta ha come conseguenza il fatto di far salire la pressione con un maggior rischio quindi di incorrere in problemi cardiovascolari.

A detta degli studiosi che si sono occupati di questa ricerca, le stime già catastrofiche da loro calcolate potrebbero addirittura peggiorare se si considera anche che un quotidiano eccesso di sale nella dieta può portare alla comparsa di malattie renali e tumori allo stomaco.

Cosa fare per arginare questa situazione? Secondo Mozaffarian e il suo team è necessario realizzare programmi di educazione in tutto il mondo volti a ridurre l’apporto giornaliero di sodio. Questi sarebbero “una misura concreta e costo-efficace per ridurre le morti premature nella popolazione adulta in tutto il mondo”.

Francesca Biagioli

Leggi anche:

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10 zainetti fatti a maglia o all'uncinetto

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zainetti maglia uncinetto

Siete abili nel lavoro a maglia o all'uncinetto? Allora è arrivato il momento di dare vita a qualcosa di nuovo e di provare a realizzare degli zainetti fatti a mano per voi, per le amiche, per i vostri bambini o da regalare. 

Saranno perfetti sia per le vacanze, che per il tempo libero o per la scuola materna. Ecco tante idee a cui potrete ispirarvi. 

 

1) Zainetto melange 

Qursto zainetto è stato realizzato all'uncinetto con cotone in due tonalità: melange per la parte principale e bianco per i detagli a contrasto. Anche le bretelle sono state create all'uncinetto, con aggiunta di chiusura sulla parte anteriore. Qui il tutorial.
 
zainetti 1
 

2) Zainetto patchwork

Il blog Uncinetto d'Oro propone uno zainetto da realizzare all'uncinetto e in stile patchwork. Si parte dalla preparazione di esagoni bicolore, che poi dovrete unire tra loro per dare vita ad uno zaino con chiusura a cordoncino dall'alto. Qui lo schema.
 
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3) Zainetto losanghe

Ecco uno zainetto da realizzare a maglia con decorazione a losanghe. Lo potrete creare in due colori e in due misure diverse, ad esempio azzurro e color sabbia, per le mamme e per i bambini. Sarebbe un fantastico regalo. Qui il tutorial completo.
 
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4) Zainetto crochet

Un altro zainetto da creare all'uncinetto con froma a sacchetto e bretelle fatte a mano. E' adatto per la spiaggia e per il tempo libero e anche per i più piccoli. Scegliete due colori a contrasto e create una striscia al centro con la tonalità più scura. Qui il tutorial.
 
zainetti 4
 

5) Zainetto coccinella

Ecco uno zainetto perfetto per i bambini, che potrebbe essere adatto sia per i momenti di gioco che per la scuola materna. Lo potrete realizzare lavorando a maglia. Per dare vita alla coccinella basta del filato di due colori: rosso e nero. Poi potrete applicare dei bottoni per creare gli occhi. Qui tutte le istruzioni.
 
 zainetti 5
 
 

6) Zainetto a righe

Questo zainetto a righe è stato realizzato all'uncinetto seguendo misure da bambino. E' adatto per i più piccoli, dai 2 ai 4 anni, ma potrete anche adattare le misure agli adulti. Create righe di colori diversi e vivaci. Qui il tutorial.
 
zainetti 6
 

7) Zainetto con fiore

Uno zainetto all'uncinetto molto femminile. Anche la decorazione floreale è stata realizzata a mano con colori a contrasto rispetto alla parte principale dello zaino. Al fiore potrete unire un bottone per la chiusura. Qui troverete lo schema disponibile per il download.
 
zainetti 7
 
 

8) Zainetto gufo

Un bellissimo zainetto a forma di gufo perfetto per i bambini. Lo potrete creare come regalo di compleanno e per le feste, lavorando al'uncinetto. Così sono stati ottenuti tutti i dettagli, compresi gli occhi e il becco. Qui tutte le istruzioni in inglese e in francese.
 
 zainetto gufo
 

9) Zainetto tartaruga

Uno zainetto molto originale, a forma di tartaruga e realizzato all'uncinetto. Il modello è stato pensato sia per applicare una chiusura a zip che per la chiusura con i bottoni. Lw dimensioni sono adatte ai bambini. Qui il tutorial.
 
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10) Zainetto multicolor

Infine, ecco uno zainetto multicolor perfetto per l'estate. Scegliete filati di colori vivaci e alternateli strato dopo strato. Otterrete un effetto che ricorda tanti petali e corolle di fiori sovrapposte. Qui il tutorial da scaricare.
 
zainetti 10 
Marta Albè
 
Fonte foto: craftsy.com
 
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Olio essenziale di origano: 10 utilizzi per prendersi cura di se'

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olio essenziale di origano

L'olio essenziale di origano è un rimedio naturale davvero prezioso per prendersi cura della propria salute. Ha numerose proprietà benefiche che lo vedono impiegato soprattutto per la cura dei disturbi respiratori, a partire dal comune raffreddore.

Una delle sostanze benefiche contenute nell'olio essenziale di origano è il carvacrolo, che sarebbe utile per contrastare la diffusione di diversi virus e batteri. In caso di particolari problemi di salute o di assunzione di farmaci, o per qualsiasi dubbio sull'utilizzo dell'olio essenziale di origano, chiedete maggiori informazioni al vostro erborista di fiducia. Ecco alcuni dei possibili usi dell'olio essenziale di origano.

1) Suffumigi

Uno degli utilizzi più popolari dell'olio essenziale di origano riguarda la preparazione di suffumigi per alleviare i sintomi del raffreddore e per decongestionare il naso e le vie respiratorie. Vi basterà versare due o tre gocce di olio essenziale d'origano in una pentola d'acqua bollente e respirare per alcuni minuti i vapori che si sprigioneranno. Potete unire alla preparazione anche un cucchiaino di bicarbonato di sodio, che aiuta ad ammorbidire le mucose nasali.

2) Dentifricio

Chi è solito preparare dei dentifrici fatti in casa in polvere, con il bicarbonato di sodio o l'argilla bianca, oppure in crema, a partire dal gel d'aloe vera o dalla glicerina, può aggiungere una goccia di olio essenziale di origano alla preparazione, sia per l'aroma che rinfresca l'alito che per le proprietà antibatteriche dell'origano.

Leggi anche: Dentifricio fai-da-te: 10 ricette in crema o in polvere

3) Aromaterapia

L'olio essenziale di origano è tra i più utilizzati, insieme all'olio essenziale di timo, di eucalipto o di pino, per purificare la casa, anche e soprattutto in caso di influenza e malattie respiratorie. Calcolate di utilizzare nel bruciaessenze una sola goccia di olio essenziale di origano per ogni metro quadrato di grandezza della stanza in cui lo posizionerete.

4) Asma e bronchite

In caso di asma e bronchite, ma anche di allergie e di congestione delle vie respiratorie, può essere utile diluire 2 o 3 gocce di olio essenziale di origano in 30 ml di olio vegetale di base e massaggiare con il composto ottenuto il petto e la gola, come se si trattasse di un vero e proprio unguento curativo.

5) Artrite

Per disturbi dolorosi che possono comprendere l'artrite, la sindrome del tunnel carpale, l'indolenzimento muscolare e i reumatismi, diluite due o tre gocce di olio essenziale di origano in una piccola quantità di olio vegetale di base e massaggiate di tanto in tanto l'area interessata dal problema.

6) Dolori mestruali

Per alleviare i dolori mestruali o i sintomi della sindrome premestruale, versate da 8 a 10 gocce di olio essenziale di origano nell'acqua della vasca da bagno. Oppure versatene due o tre gocce in un olio vegetale di base, ad esempio olio di mandorle dolci o olio extravergine d'oliva, e massaggiatelo sull'addome e sulla parte bassa della schiena.

7) Difese immunitarie

Per migliorare le difese immunitarie dopo una malattia o durante la convalescenza, potrete utilizzare qualche goccia di olio esenziale (ne bastano due o tre gocce) in un diffusore a candela con contenitore, in cui verserete sia l'acqua che il prodotto stesso in gocce. In questo modo il vostro organismo beneficerà degli effetti dell'aromaterapia.

8) Indigestione

L'olio essenziale di origano ha proprietà digestive. Per questo motivo il suo impiego, sempre per uso esterno, può essere utile per alleviare i disturbi provocati da un'indigestione. Il consiglio è di diluire una piccola quantità - sempre due o tre gocce - di olio essenziale di origano in un olio vegetale e di massaggiare con questo composto il petto e l'addome.

9) Antibiotico naturale

Alcuni studi condotti di recente hanno evidenziato l'attività dell'olio essenziale di origano contro 5 differenti tipi di batteri. L'attività più elevata è stata osservata nei confronti dell' E.coli. Ciò suggerisce che l'olio essenziale di origano potrebbe essere usato regolarmente per preservare la salute dell'intestino e contro le infezioni. L'olio essenziale di origano si utilizza soprattutto come diffusore per l'aromaterapia e per i massaggi.

10) Circolazione linfatica e cellulite

Infine, i massaggi con olio essenziale di origano diluito in olio vegetale sono considerati utili, se eseguiti con costanza, per stimolare la circolazione linfatica e per contrastare e prevenire la cellulite. E' in grado di stimolare la pelle, talvolta provocando una leggera irritazione, per contribuire ad eliminare questo inestetismo.

Controindicazioni

L'olio essenziale di origano è molto efficace ma non privo di controindicazioni. L'impiego di olio essenziale di origano è controindicato nei bambini, nelle donne in gravidanza e durante l'allattamento. Non applicate mai l'olio essenziale di origano puro sulla pelle. Diluitelo in olio vegetale e utilizzatelo in piccole quantità. Calcolate di diluire 2 o 3 gocce di olio essenziale di origano in almeno 30 millilitri di olio vegetale a scelta (ad esempio olio di mandorle, oliva o cocco). Chi è allergico al timo, alla menta, al basilico o alla salvia potrebbe essere sensibile anche all'origano, poiché a parte della stessa famiglia di piante. Se usato puro sulla pelle può causare irritazioni. Per questo si consigliano ancora una volta diluizione e quantità molto modeste.

Marta Albè

Fonte foto: aromaticscience.com

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Orto sul balcone: l'origano

 

La flora batterica intestinale influenza i nostri gusti

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flora intestinale

Abbiamo sempre pensato che i nostri gusti e il nostro desiderio di mangiare alcuni alimenti piuttosto che altri siano fatti naturali da imputare se mai alla nostra genetica o alle abitudini che risalgono all’infanzia. Una nuova ricerca ora mette in luce come i batteri che fanno parte della flora intestinale siano in grado di influenzare gusti alimentari e quantità di cibo di cui sentiamo il bisogno.

Ad arrivare a questa conclusione è stato lo studio pubblicato sulla rivista Bioessays, condotto da un team di esperti dell’Arizona State University, dell’Università della California e di quella del New Mexico. 

Nell’articolo gli esperti spiegano come non sia il cervello a dirigere le nostre predilezioni in fatto di alimenti ma piuttosto quello che ormai a buon diritto viene considerato il “secondo cervello”, ovvero l’intestino. In particolare, come spiegano i ricercatori, è la flora batterica intestinale a farla da padrone: “I batteri presenti all'interno dell'intestino sono manipolativi . Hanno la capacità di guidare il comportamento e l'umore delle persone alterando i segnali neurali del nervo vago, cambiando i recettori del gusto, producendo tossine per farci sentire male e rilasciando ricompense chimiche per farci sentire bene" ha dichiarato Athena Aktipis, coordinatrice dello studio.

La flora intestinale è composta da diverse tipologie di batteri, un vero e proprio ecosistema, in cui alcuni di essi prediligono zuccheri, altri proteine, altri ancora grassi. A volte la spinta è troppo forte e netta verso grassi e zuccheri e ciò secondo gli studiosi potrebbe spiegare, almeno in parte, la comparsa di sovrappeso e obesità.

I ricercatori sono convinti che agendo appunto su questi batteri con dei probiotici specifici per le diverse situazioni si possa in qualche modo riuscire anche a modificare la dieta delle persone e quindi prevenire le più comuni problematiche.

Francesca Biagioli

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La bambina cinese che innaffia l'aiuola di Tor Pignattara

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sofia aiuola

Alle 19 arriva puntualissima, saltellando e accompagnata dal padre, all'aiuola della Marranella, nel quartiere romano di Tor Pignattara. Quel piccolo triangolo di verde ormai è il suo regno, di cui prendersi cura amorevolmente. Lei si chiama Sofia ed è una bimba italocinese di appena 5 anni.

A raccontare la sua storia è il Comitato di Quartiere Torpignattara, composto da volontari che conoscono, amano e vivono un quartiere che ha tanti limiti, ma anche tante ricchezze. Con la frangetta sempre in ordine e la spilletta I LOVE TORPIGNA sul petto, ogni sera Sofia si occupa del pero, delle rose, dell'ulivo e, infine, dell'erba. Chiede la pompa dell'acqua e, aiutata da Renato, un volontario del Comitato di quartiere, inizia ad innaffiare. Qualche volta l'aiuta il suo amichetto bengalese Karim.

"Si è autoproclamata "responsabile" dell'aiuola, per gioco s'intende, ma fra un sorriso e un saltello prende sul serio il suo compito. E va via solo quando Renato gli dice che può farlo.Lo esplora ogni giorno palmo palmo. Va a trovare le formiche che hanno fatto lì la loro casetta sotterranea. Guarda se i frutti del piccolo ulivo sono cresciute. Contempla le rose. Controlla il pero", spiega il CDQ.

Questo piccolo miracolo si compie ogni giorno, sotto gli occhi di bangladesi, senegalesi, italiani, peruviani che la sera si incontrano intorno all'aiuola riconquistata dai cittadini per vedere Sofia all'opera, fin quando non saluta con la manina e ritorna con il papà verso il loro piccolo negozio di casalinghi su Via dell'Acqua Bullicante.

sofia aiuola2

"Assistere a questo momento è qualcosa di indescrivibile. C'è la sintesi di tutto quello che noi stiamo cercando faticosamente di costruire in questo quartiere: la riscoperta della bellezza quotidiana celata dalla polvere e dal degrado, la riconquista degli spazi marginalizzati dalla comunità, la promozione del dialogo interculturale, la ricerca ostinata di un centro di gravità permanente nel caos di questo popoloso quartiere", continua il Comitato.

Sofia rappresenta la nuova generazione del quartiere, quella che non conosce la parola "razzismo" e che ama prendersi cura del bene comune.

Roberta Ragni

Fonte e Photo Credit

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Obesita’ tra i 30 e i 40 anni comporta maggiori rischi di demenza senile

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obesita 30-anni

Essere obesi quando si è giovani, in particolare nella fascia d’età che va dai 30 ai 40 anni, può rivelarsi molto pericoloso per il futuro. A dirlo uno studio che ha messo in correlazione obesità e comparsa di malattie come demenza senile e Alzheimer.

La ricerca, condotta da un team dell’Università di Oxford e pubblicata sul Postgraduate Medical Journal, è giunta a questa conclusione analizzando i dati in possesso degli ospedali inglesi relativi a 450mila pazienti obesi che vi erano transitati tra il 1999 e il 2011.

Dividendo il campione individuato a seconda dell’età e confrontando le varie cartelle mediche con particolare attenzione alle diverse situazioni cliniche dei pazienti, gli scienziati hanno notato che un’obesità comparsa in giovane età (30-40 anni) corrispondeva ad un maggiore rischio di declino cognitivo. Successivamente invece, nei decenni a venire, scendeva di circa il 20% ogni 10 anni.

La spiegazione è semplice: una situazione di obesità prolungata nel tempo porta a degli scompensi fisici molto rilevanti come ipertensione, aterosclerosi e possibile comparsa di diabete. Una volta che le arterie si sono indurite non ossigenano bene il cervello e più facilmente possono comparire demenza e Alzheimer.

La situazione, a detta degli studiosi, si capovolge invece in età avanzata quando, soprattutto nella fascia 70-80 anni, un po’ di grasso in più aiuterebbe invece a tenere lontana la demenza senile, riducendo il rischio del 22%.

Francesca Biagioli

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Pittori Anonimi del Trullo: rivoluzione a colori nella periferia di Roma (FOTO)

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A Roma nel quartiere Trullo la rivoluzione è a colori. Da qualche mese il gruppo dei Pittori Anonimi del Trullo, un’organizzazione non-profit della capitale,è entrato i in azione per cambiare il volto della periferia romana a colpi di colori e pennelli. “Un tocco di colore, un colpo di ramazza, al Trullo. Non cambiamo quartiere, cambiamo il quartiere per chi ci vive, per chi ci passa, per me, per te, per loro, per tutt*”.

Ecco il motto con cui i Pittori Anonimi del Trullo hanno inaugurato la loro Pagina Facebook. Insieme, dallo scorso 23 maggio, continuano ad entrare in gioco in prima persona per ravvivare l’aspetto del loro quartiere. Non soltanto colori vivaci, ma anche piante che spuntano tra abitazioni e marciapiedi. Perché una pianta da sola, appesa ad un palo, diventa “poesia rampicante”.

Si tratta di una scommessa importante per la rinascita delle periferie e per stimolare i cittadini a dare vita ad iniziative di cambiamento che nascano dal basso e dalla collettività. Perché volere è potere e insieme, uniti, si possono raggiungere i risultati sperati. I nuovi colori del Trullo servono a far comprendere che le periferie non devono essere lasciate da parte perché hanno bisogno d’aiuto.

Quella dei Pittori Anonimi del Trullo è una forma di protesta pacifica che serve a riaccendere i riflettori sulle criticità che interessano un quartiere dove, purtroppo, il Dipartimento delle Politiche Abitative non riesce più a garantire determinati servizi, ad esempio la sostituzione delle lampadine o la pulizia dei giardinetti, come ha spiegato Valerio Garipoli, consigliere del Municipio XI.

Nelle opere di street art del progetto si uniscono arte e poesia, da quando i Pittori Anonimi hanno incontrato i Poeti Anonimi. Ed ecco allora che i coloratissimi murales si arricchiscono di rime in romanesco. Gli abitanti del quartiere possono supportare con una piccola offerta le attività per renderlo più gradevole.

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I Pittori Anonimi sono disoccupati e non potrebbero sopravvivere senza aiuti. Per l’acquisto di vernici e pennelli potrete dare il vostro contributo grazie ad un salvadanaio posizionato presso il bar del mercato rionale. Oltre ai Pittori Anonimi, che dipingono di notte perché le loro azioni sono illegali, anche i bambini si sono messi all’opera e hanno abbellito il muretto della loro scuola.

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Così la rivoluzione del Trullo è entrata in breve tempo a diretto contatto con i cittadini. Anche i più piccoli hanno dato un contributo alla rinascita del quartiere. Ora la speranza è che il lavoro dei Pittori Anonimi venga riconosciuto e che la loro azione di protesta pacifica porti a cambiamenti sempre più utili e concreti.

Marta Albè

Fonte foto: facebook.com

 

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Tonno in scatola: da evitare in gravidanza perche’ troppo ricco di mercurio

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tonno gravidanza

La maggior parte dei nutrizionisti raccomanda di mangiare pesce un paio di volte alla settimana e anche in gravidanza si consiglia di consumare questo alimento soprattutto per l’apporto che offre di Omega 3. Da una nota rivista per i consumatori americani arriva però il consiglio di evitare il tonno in scatola quando si è in dolce attesa.

Perché? La risposta è semplice: nel tonno ci sono livelli troppo alti di mercurio! E se è vero che da un lato gli Omega 3 fanno bene a mamma e bambino, dall’altro il mercurio è un metallo altamente tossico che può compromettere lo sviluppo del feto soprattutto a livello neurologico.

A rilanciare la notizia è stata recentemente la rivista Consumer Reports che ha sottolineato come non solo il tonno ma anche pesce spada e sgombro siano pericolosamente a rischio mercurio e dunque da evitare in gravidanza. Il magazine, con queste dichiarazioni, si è mostrato contrario al parere della FDA (Food and Drug Administration) che invece considera il tonno un alimento sicuro per tutti, donne incinte e bambini compresi. 

Anche nel nostro paese se ne parla e in alcuni casi la raccomandazione è quella di prestare attenzione al pesce, ad esempio ne “Il grande libro italiano della gravidanza” dove si legge: “non consumare spesso pesci predatori (spada, squalo, tonno) per l’alto contenuto di mercurio” e si consiglia di non mangiare pesce (di qualunque specie) più di 2 volte alla settimana.

Se proprio non si riesce a rinunciare del tutto al pesce meglio optare, secondo Consumer Reports, per quelli che contengono più bassi livelli di mercurio come salmone, trota e sogliola.

Per quanto riguarda l’apporto di Omega 3 però sappiamo che non c’è affatto bisogno di mangiare pesce dato che semi, noci e olio di lino possono essere validi sostituti per chi segue una dieta vegetariana o vegana.

Francesca Biagioli

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Caramello nocivo per la salute?

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caramello nocivo belgio

Il caramello conterrebbe almeno quattro sostanze nocive per la salute. Lo evidenzia un nuovo studio condotto in Belgio che mette in guardia sia gli adulti che i bambini. Il caramello viene utilizzato per dolcificare i prodotti alimentari e per donare loro il caratteristico colore ambrato, ma non sarebbe per nulla salutare.

Lo affermano i ricercatori dell’Istituto Scientifico di Sanità Pubblica del Belgio (ISP). Attenzione ai numerosi utilizzi del caramello, come dolcificante e colorante, a livello industriale. Non lo troviamo soltanto in dolci e dolciumi, ma anche in bibite gassate, salse, dado, aceto, alcune birre e altri prodotti.

Al caramello ottenuto con zucchero e acqua (E150a) vengono aggiunte altre sostanze, come ammoniaca (E150b) e solfiti (E150c). Dalla fusione dello zucchero con l’acqua deriverebbero alcune sostanze potenzialmente tossiche. Gli esperti ne hanno individuate quattro:

- THI: sostanza che impedisce alle reazioni immunitarie dell’organismo di funzionare correttamente.

- 5–HMF: sostanza che presenta un alto potenziale tossicologico.

- 2–MEI e 4–MEI: si tratta di due agenti chimici considerati potenzialmente cancerogeni.

Il nuovo studio dovrebbe richiamare l’attenzione dell’Efsa, che al momento non effettuerebbe controlli mirati per via della carenza di dati relativi alle concentrazioni effettive delle sostanze potenzialmente pericolose nel prodotto alimentare finale. La preoccupazione è forte soprattutto per i bambini, che sono i maggiori consumatori di cibi confezionati e bevande che contengono caramello.

Bibite gassate, gelati, prodotti da forno e dessert possono contenere anche fino a 5 grammi di caramello per chilo. Una cifra che sale a 300 grammi per chilo nelle caramelle. Gli esperti ricordano dunque che basta poco per superare la dose giornaliera raccomandata, basata sul peso corporeo, che nei bambini è inferiore rispetto agli adulti.

Ad esempio, un bambino di 3 anni che pesa 15 chili non dovrebbe ingerire più di 4,5 grammi di caramello al giorno. L’uso regolare di alimenti che contengono caramello, secondo i ricercatori, potrebbe comportare rischi per la salute. Dunque, per evitare eventuali pericoli, sarebbe opportuno leggere bene le etichette e limitare ad un consumo saltuario i prodotti che contengono caramello, con particolare riferimento ai bambini.

Guarda qui il video.

Marta Albè

Fonte foto: cucinaredolci.it

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10 alternative salutari (e vegetali) per i piu' comuni ingredienti alimentari

Cambiamenti climatici: l'uomo che vivra' su un iceberg fino a quando non si sciogliera' (VIDEO)

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alex bellini 2

Dalla primavera 2015 Alex Bellini vivrà su un iceberg. Si tratta della prima impresa di questo calibro nella storia dell'uomo. Alex Bellini si troverà sulla punta di un iceberg staccatosi dalla Groenlandia Nord-Occidentale per circa un anno.

L'impresa ha lo scopo di testimoniare le ultime fasi della vita di un iceberg, fino alla sua completa trasformazione da ghiaccio in acqua. Nel corso dei mesi l'iceberg ridurrà progressivamente le proprie dimensioni e l'uomo dovrà adattarsi agli avvenimenti naturali per sopravvivere.

Si tratta di un'occasione importante per spingere tutti noi a riflettere sugli effetti dei cambiamenti climatici e sullo stato dell'ecosistema. Clima, ambiente e sostenibilità saranno i principali argomenti di discussione legati a questa avventura. Alex Bellini è un esploratore italiano, noto soprattutto per le sue traversate oceaniche in barca a remi, in solitaria e in completa autonomia.

La durata della sua nuova impresa è stimata tra gli otto e i dodici mesi. Li trascorrerà all'interno di una capsula di sopravvivenza, una sorta di galleggiante simile alle scialuppe di salvataggio che vengono utilizzate sulle piattaforme petrolifere. Porterà con sé fino a 300 chili di cibo disidratato e apparecchiature elettroniche.

Il suo obiettivo consiste nell'indagare con rigore scientifico l'intera vita di un iceberg. Vuole dimostrare che la fusione del ghiaccio ha subito una forte accelerazione negli ultimi decenni. Alex ha lasciato il proprio lavoro sicuro alcuni anni fa per una vita di incertezze e di avventure. Ha percorso oltre 23 mila chilometri, ha partecipato a maratone e remato tra Mediterraneo, Oceano Atlantico e Oceano Indiano.

Il suo nuovo progetto però è molto più rischioso e ambizioso rispetto a quanto affrontato fino ad ora. Sull'iceberg sarà da solo per la maggior parte del tempo, ma sono previsti alcuni incontri con scrittori, blogger e ambientalisti. Il progetto iceberg sarà anche l'opportunità per sperimentare nuove tecnologie. Ad esempio, l'attrezzatura tecnica sarà alimentata da un vogatore che permette di convertire l'energia muscolare in elettricità.

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alex bellini 1

Sull'iceberg ci saranno forse periodi di noia e di solitudine, ma Alex è pronto a tutto. Sarà una sfida soprattutto psicologica, dato che questa avventura non richiede particolari sforzi fisici. Internet sarà il suo contatto principale con il mondo esterno e con la famiglia. Infine, Alex ci ricorda che la vita è come un pendolo: più elevati saranno il nostro impegno e le nostre ambizioni, maggiori risulteranno le ricompense.

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Marta Albè

Fonte foto: alexbellini.it

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Sfruttamento dei ghiacci: gli iceberg per soddisfare il fabbisogno di acqua potabile?

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Mark Bustos, il parrucchiere che taglia i capelli gratis ai senzatetto di New York (FOTO)

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mark bustos

Mark Bustos è un parrucchiere di New York dal cuore d'oro. Passa le sue domeniche impegnato a tagliare i capelli e fare la barba gratis ai senzatetto. Il suo unico giorno libero è dedicato interamente ai meno fortunati.

Ogni domenica Mark attraversa le vie della Grande Mela alla ricerca di senzatetto che potrebbero avere bisogno di un taglio di capelli o di una rasatura. Allora si avvicina con una frase molto semplice: "Voglio fare una cosa carina per te oggi".

Quindi procede con il taglio dei capelli e della barba, occupandosi di circa sei persone diverse ogni volta. Mark, che ha 30 anni, prosegue con le proprie buone azioni ogni fine settimana da maggio 2012, a seguito di un viaggio nelle Filippine durante il quale aveva fatto visita alla propria famiglia.

Proprio durante questo viaggio, aveva preso in prestito una sedua da barbiere e aveva iniziato a tagliare i capelli gratis ai bambini poveri del quartiere. "La sensazione era davvero gratificante" - ha raccontato - "Ho deciso di portare la nuova energia positiva a New York". Mark ha inoltre viaggiato in Giamaica, Costa Rica e Los Angeles per portare avanti la propria missione.

Mark ha tagliato i capelli a centinaia di persone fino ad ora nella maggior parte dei casi da solo, ma talvolta è accompagnato dalla sua ragazza, che lo supporta. Mark taglia i capelli ai meno fortunati in spazi aperti e frequentati, come gli angoli delle strade e i marciapiedi, per insegnare a tutti ad essere più gentili con i senzatetto.

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Quella di Mark, per fortuna, non è l'unica storia di questo tipo. Vi avevamo già parlato di Anthony Cymerys, il barbiere che da 25 anni taglia i capelli ai senzatetto del Connecticut in cambio di un semplice abbraccio. Vicende simili ci aiutano a ritrovare fiducia nel genere umano e nel cambiamento in nome di un mondo migliore.

Marta Albè

Fonte foto: instagram.com/markbustos

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Come trasformare un autobus in una palestra mobile (VIDEO)

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Se volete rimanere in forma, ma non avete tempo per andare in palestra, Mobile Gym è la soluzione che stavate cercando. Dopo l'autobus con docce per i senzatetto e quello trasformato in una vera casa, ecco il bus che ospita una intera palestra mobile, completo di attrezzature per il fitness, pavimenti in legno e aria condizionata.

L'idea è di Adam Zickerman, fondatore di InForm Fitnes, una popolare catena di palestre degli Stati Uniti. Tutto nasce quando i suoi clienti gli chiedono un posto per allenarsi negli Hamptons e si rende conto che la costruzione di una nuova palestra laggiù non era fattibile. Ecco, quindi, l'ispirazione; una palestra trasportabile, su ruote.

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Zickerman ha quindi poi investito 60.000 dollari per cambiare gli interni di un autobus e inserire a bordo 6 macchine. Non aveva davvero bisogno di un budget pubblicitario, come il bus praticamente si pubblicizza - dopo tutto, non capita tutti i giorni di vedere una palestra mobile su strada, in modo che quando la gente si individuano nel traffico, sono immediatamente affascinato dall'idea.

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Da allora la palestra mobile ha continuato a mietere successi e. Il bus parte una volta a settimana, offrendo sessioni da 20 minuti a due clienti ogni volta, il numero massimo di ospiti che possono essere ospitati contemporaneamente sul mezzo. "Ci sono tanti vantaggi ad avere una palestra mobile che viene da voi", conclude Zickerman.

Roberta Ragni

Foto Inform Fitness

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Olio di cocco: 10 straordinari usi alternativi

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olio di cocco usi alternativi

L'olio di cocco è un ingrediente multiuso irrinunciabile per prendersi cura della propria salue e bellezza, che vi potrà essere utile anche per le faccende domestiche. In molti Paesi del mondo l'olio di cocco viene impiegato normalmente per cucinare e condire. Per uso interno dovrete scegliere l'olio di cocco alimentare che potrete trovare in molti supermercati, erboristerie, negozi di prodotti bio e su internet. Andate in ogni caso alla ricerca di olio di cocco puro, ancora meglio se bio. Ecco alcuni usi alternativi dell'olio di cocco tutti da scoprire.

1) Rimuovere le macchie

Mescolate bicarbonato di sodio e olio di cocco per ottenere un rimedio che vi aiuterà a rimuovere facilmente le macchie dalle superfici resistenti della casa, come sanitari e piastrelle. Unite, ad esempio, un cucchiaio di olio di cocco liquido e un cucchiaio di bicarbonato per ottebere una crema leggernebte abrasiva e profumata.

2) Lucidare i mobili

Per far risplendere i vostri mobiili in legno potete unire un cucchiaino di olio di cocco liquido e un cucchiaino di succo di limone, o comunque parti uguali di entrambi gli ingredienti. Mescolate vigorosamente con una forcheta e usate il composto per lucidare i mobili in piccolissime quantità, servendovi di un panno morbido. Se non lo avete a disposizione, sostituite l'olio di cocco con l'olio d'oliva.

3) Antizanzare naturale

Per ottenere un antizanzare naturale, diluite da 5 a 10 gocce di olio essenziale di eucalipto o di geranio in 50 ml di olio di cocco. Potete applicare sulla pelle questo rimedio antizanzare per evitare che vi pungano, dato che l'aroma degli oli essenziali le allontanerà. Non utilizzate mai oli essenziali puri sulla pelle dei bambini, ma con i più piccoli cercate di evitarli del tutto, anche se diluiti.

4) Antibiotico contro la carie

L'olio di cocco, trattato con un particolare enzima, riesce a contrastare l'insorgere della carie. La nuova scoperta è stata illustrata di recente dalla Society of General Microbiology dell'Università di Warwick. Gli esperti hanno valutato gli effetti sia dell'olio di cocco al naturale sia del suo abbinamento ad un particolare enzima, in un processo che simula la digestione.

Leggi anche: Dall'olio di cocco un antibiotico naturale contro la carie

5) Oil pulling

Probabilmente proprio per via dei suoi possibili benefici per la salute dei denti, l'olio di cocco, insieme all'olio di sesamo, è tra i più utilizzati per l'oil pulling, una tecnica per l'igiene orale e l'eliminazione delle tossine suggerita dalla medicina ayurvedica.Per l'oil pulling si consiglia di utilizzare oli naturali e biologici da conservare al riparo dalla luce. Lìoil pulling aiuta l'organismo a eliminare le sostanze di scarto e i batteri che durante la notte vanno a depositarsi su lingua e denti.

Leggi anche: Oil pulling: disintossicarsi ogni mattina partendo dalla bocca

6) Facilitare la rasatura

Per facilitare la rasatura potete applicare sulla pelle delle piccole quantità di olio di cocco, in modo da rendere più semplice lo scorrimento della lama. L'olio di cocco inoltre è indicato per favorire la cicatrizzazione, dunque lo potrete utilizzare dopo la rasatura per alleviare eventuali taglietti e rossori. Per lenire la pelle, abbinate olio di cocco e gel d'aloe vera.

7) Rimuovere il chewing-gum

Può capitare, soprattutto tra i bambini, che inavvertitamente il chewing-gum rimanga attaccato ai capelli. Niente panico: non sarà necessario ricorrere alle forbici, con il rischio i rovinare la chioma. Basterà ungere bene il chewing-gum con dell'olio di coccco, da applicare anche sui capelli nella zona interessata, quindi si dovrà procedere con la massima delicatezza alla rimozione manuale.

8) Crema per il corpo

Soprattutto se la vostra pelle risulta piuttosto secca e arida, potete provare a sostituire le comuni creme per il corpo con dell'olio di cocco, che potrete applicare in forma liquida o solida (a seconda della temperatura dell'ambiente e delle stagioni) dopo la doccia e al momento del bisogno. Così avrete una pelle sempre morbida, vellutata e profumata. L'olio di cocco è un ingrediente multiuso davvero fenomenale per la cura della pelle.

9) Cura dei piedi

L'olio di cocco viene consigliato come un rimedio naturale davvero efficace per la cura dei piedi. Può essere utile massaggiare le dita dei piedi con dell'olio di cocco, magari in abbinamento a olio essenziale di lavanda o a Tea Tree Oil per prevenire le infezioni da funghi. Ma l'olio di cocco è formidabile soprattutto per ammorbidire la pelle inspessita dei talloni. Potrete fare degli impacchi notturni all'olio di cocco indossando dei calzini protettivi nebtre dormite.

10) Proteggere le labbra

Per proteggere le labbra dalle screpolature, potete conservare un barattolino di vetro in cui avrete versato dell'olio di cocco in frigorifero. L'olio di cocco in frigorifero tenderà a solidificarsi per via delle basse temperatyre e ad assumere una consistenza simile a quella del burro di karitè. In questo modo potrete utilizzare l'olio di cocco puro come se si trattase3 di un normale balsamo per le labbra.

 

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Marta Albè

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Lavapiatti mobile per feste e sagre a impatto zero

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lavapiatti mobile legambiente

Addio alle stoviglie usa e getta. D'ora in poi sagre e feste di paese diventeranno a impatto minimo dal punto di vista dei rifiuti. Grazie a Legambiente arriva la prima lavapiatti mobile che potrà spostarsi da una città all'altra grazie a un furgone con rimorchio. Il progetto ha preso il via in Basilicata ma la speranza è che possa estendersi a tutta Italia.

La prima lavapiatti mobile d'Italia è stata realizzata da Legambiente Basilicata in collaboraziine con il Parco dell'Appennino Lucano Val d'Agri Lagonegresi nellìambito del progetto Centro per la Sostenibilità, promosso dall'associazione ambientalista e sostenuto dalla Fondazione con il Sud grazie al bando Verso Rifiuti Zero.

La lavapiatti mobile mette a disposizione stoviglie in materiali resistenti e perfettamente lavabili e sanificabili in lavastoviglie, oltre a tutte le attrezzature necessarie per un lavaggio efficiente sul posto. La prima lavapiatti mobile del nostro Paese ha esordito in occasione della Festa del Ferricello, a Viggiano, proprio in Basilicata.

Diventerà uno degli strumenti principali del progetto Ecofesta Basilicata, grazie a cui si organizzeranno eventi e manifestazioni pubbliche a basso impatto ambientale. Durante sagre, feste, manifestazioni sportive e eventi culturali sarà più semplice rinunciare a piatti, posate e bicchieri di plastica e in altri materiali non riutilizzabili. Marco De Biasi, presidente di Legambiente Basilicata, ha spiegato che:

"Gli eventi enogastronomici che durante la stagione estiva ed autunnale si susseguono in Basilicata nella maggior parte dei casi sono caratterizzati dalla produzione di una grande quantità di rifiuti indifferenziati che incide notevolmente sui costi di smaltimento oltre che arrecare danni all'ambiente. Con questa iniziativa vogliamo incoraggiare una gestione sostenibile dei rifiuti e contribuire così alla promozione di una cultura ambientale che orienti sempre più le comunità interessate verso comportamenti quotidiani consapevoli e virtuosi".

Domenico Todaro, presidente del Parco Appennino Lucano Val d'Agri Lagonegrese ha aggiunto che "Contribuire alla creazione di una cultura della sostenibilità ambientale, anche nelle iniziative di valorizzazione del territorio, è una delle missioni principali di un Ente Parco. E' questa la convinzione che ci ha spinti a sostenere il progetto Centro della Sostenibilità che prevede, tra le azioni, lo speciale modulo furgonato della Lavapiatti Mobile. Il territorio del nostro Parco è ricco di produzioni enogastronomiche di pregio che è giusto valorizzare con feste e sagre, ma non dobbiamo mai dimenticare che quel territorio che ci dà tanta ricchezza va rispettato e preservato con stili di vita virtuosi e sani, che cominciano dalle abitudini che riguardano la produzione dei rifiuti. Il modulo ideato da Legambiente va nella direzione dei Rifiuti Zero, che è la via maestra che deve contraddistinguere una società che sappia coniugare lo sviluppo e la valorizzazione delle proprie risorse con il rispetto dell'ambiente".

Le attrezzature proposte per la lavapiatti mobile tengono conto delle migliori prassi per risparmiare acqua, detergenti e corrente elettrica. Inoltre, alla fine del loro ciclo di vita, saranno completamente riciclabuli. In questo modo i momenti di festa e di ritrovo per i cittadini si trasformano in occasioni per non dimenticare il rispetto dell'ambiente e per ridurre il quantitativo di rifiuti prodotti. Il cambiamento, allora, è davvero possibile.

Marta Albè

Fonte foto: basilicata24news.it

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Le cattive abitudini si trasmettono geneticamente ai figli

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cattive abitudini trasmesse bambini

Prima si riteneva che al momento del concepimento venissero trasmessi al bambino esclusivamente colore degli occhi, dei capelli e altri tratti fisici e caratteriali dei genitori. Oggi la moderna genetica è sempre più convinta che anche il periodo precedente al concepimento e le abitudini più o meno sane di mamma e papà siano di fondamentale importanza per la salute del nascituro.

A confermarlo arriva ora una nuova ricerca dell’Università di Adelaide in Australia che, dopo aver analizzato numerosi studi sull’argomento, sostiene che abitudini sbagliate dei genitori anche negli anni precedenti al concepimento possono trasmettersi ai figli. Tra queste ovviamente ci sono fumo, cattiva alimentazione e abuso di alcool.

Secondo gli studiosi australiani, coordinati dalla ricercatrice Sarah Robertson: "Vi sono prove inconfutabili che spermatozoi e ovuli oltre ai geni, trasmettano le memorie genetiche delle cattive abitudini, come bere, fumare, mangiare male o in maniera sregolata, anche se queste risalgono a diverso tempo prima".

I fattori ambientali e le cattive abitudini, quindi, sarebbero in grado di influenzare le caratteristiche di un nuovo essere vivente, passando in eredità secondo un processo definito dalla scienza durante questi anni di studi epigenetica. Come sottolinea la Robertson: “un figlio non comincia dal nulla: porta già con se' il retaggio dello stile di vita dei genitori che può modellare lo sviluppo del feto e del neonato”.

La salute dei nuovi nati, dunque, dipende anche dalle scelte che facciamo (e abbiamo fatto) ogni giorno pensando che riguardino solo noi stessi. La responsabilità della nostra salute e del nostro benessere, vista in questa nuova ottica, assume un’importanza ancora maggiore!

Francesca Biagioli

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Organic London Skyscraper, il grattacielo di rifiuti

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Un grattacielo realizzato con scarti, rifiuti e materiali di recupero. Sembra incredibile ma il progetto presto prenderà vita nella città di Londra. L'Organic London Skyscraper è stato ideato dall'architetto Thomas Corbasson e da VSA, che insieme hanno proposto un progetto concettuale per un grattacelo che incorporerà gli scarti e i rifiuti prodotti dai suoi futuri  inquilini.

Gran parte del vetro e della plastica che serviranno per la sua costruzione arriveranno direttamente da coloro che lo abiteranno. Si è stimato che il materiale necessario per realizzare la facciata potrebbe essere ottenuto entro un anno. Organic London Skyscraper ha appena ricevuto una menzione speciale nel corso della recente Skyscraper and SuperSkyscraper Competition.

La costruzione avrà inizio da una struttura prefabbricata in cui verranno inseriti i materiali di recupero che saranno raccolti via via nel corso del tempo. La stessa struttura servirà anche a supportare i generatori che forniranno corrente elettrica alle diverse parti dell'edificio.

Al piano terra verrà predisposta un'area per la raccolta dei materiali di scarto da utilizzare durante la costruzione e probabilmente vi sarà un collegamento diretto con gli impianti di riciclo e con i piani da raggiungere, grazie ad un ascensore. Faranno parte di questo speciale grattacielo anche degli spazi comuni, come ristoranti, palestre e sale conferenza a disposizione dei residenti.

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Il grattacielo nascerà sicuramente in una zona ben servita dai mezzi pubblici londinesi, in particolare dalla metropolitana. Siamo dunque dinnanzi ad una nuova frontiera dell'edilizia sostenibile, dove il processo di riciclo e trasformazione dei rifiuti avverrà direttamente all'interno del palazzo stesso, con la creazione dei pannelli costruttivi necessari. La struttura portante sarà ispirata alle canne di bambù e al corallo. Sarà una soluzione valida per il riutilizzo dei rifiuti prodotti in città?

Marta Albè

Fonte foto: archdaily.com

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Ice Bucket Challenge: finanzia la sperimentazione animale (e spreca acqua). Pamela Anderson dice no

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pamela anderson

Pamela Anderson dice no alla Ice Bucket Challange. Perché? La Ice Bucket Challenge sta conquistando il web. La sfida del secchio d'acqua gelata sta coinvolgendo sempre più personaggi noti all'estero e in Italia. Le sfide hanno avuto inizio per supportare la ricerca sulla SLA, la sclerosi laterale amiotrofica, una grave malattia degenerativa le cui cause sono tuttora ignote.

Personaggi più o meno noti si trovino impegnati nel caricare video sui social network, che li ritraggono prima, dopo e durante la doccia gelata, nella speranza che a questo gesto simbolico segua davvero una donazione e che non si tratti soltanto della ricerca del classico momento di gloria. Biosgna sottolineare, però, che non tutti i metodi di ricerca sono uguali. Esistono sia la sperimentazione animale che metodi alternativi che evitano l'impiego di cavie da laboratorio. Proprio quest'ultima tipologia di ricerca risulta scarsamente finanziata, pur essendo in grado di raggiungere risultati importanti. Inoltre, è senza crudeltà, per chi ha a cuore la causa animalista e la lotta alla vivisezione, ma allo stesso tempo non vuole fermare il progresso scientifico.

Di certo la Ice Bucket Challange sta attirando l'attenzione su una malattia grave, invalidante e mortale di cui fino a questo momento non si è parlato abbastanza. Nello stesso tempo, torna alla ribalta il tema legato alla strada che la ricerca scientifica dovrebbe intraprendere non soltanto per individuare delle cure, ma anche per giungere finalmente alle cause della SLA e di tutte le altre malattie.

Tra i Vip che hanno deciso di rifiutare la Ice Bucket Challenge spicca il nome di Pamela Anderson, che pochi giorni fa ha pubblicato su Facebook un post in cui spiega le motivazioni del proprio 'No'. La star ha dichiarato di aver approfondito la questione e di aver scoperto che le donazioni destinate alla ALS Association finanziano la ricerca scientifica basata sulla sperimentazione animale. I topi verrebbero costretti a correre fino al collasso, mentre alle scimmie sarebbero praticate iniezioni di sostanze chimiche dirette al cervello che le porteranno alla morte.

La sperimentazione sugli animali per quanto riguarda la SLA serve davvero? Secondo quanto riportato dalla Anderson, solo una piccolissima parte degli esperimenti condotti sugli animali per studiare la SLA ha avuto successo e ha poi condotto a test clinici sugli esseri umani. Tutti i trattamenti testati prima sugli animali e poi sull'uomo hanno fallito, tranne uno, che sarebbe in grado purtroppo di dare benefici solo marginali ai pazineti affetti da SLA.

L'elevato tasso di fallimento degli esperimenti sugli animali, come sottolineato dalla Anderson, si spiega in modo molto semplice: gli animali provano sofferenza e dolore in modo molto simile al nostro, ma il loro organismo spesso reagisce in modo molto diverso alle malattie e ai medicinali, rispetto a quanto accade a noi. Ecco un dato molto importante: secondo l'FDA, 92 su 100 farmaci che superano i test sugli animali falliscono nella fase clinica di test sugli esseri umani.

Le alternative alla sperimentazione e ai test sugli animali esistono e se ne dovrebbe parlare di più. Si tratta in particolar modo di mostrarsi a favore di un progresso scientifico che potrebbe seguire una via più efficace (e meno crudele) grazie alle nuove tecnologie a disposizione: sofisticati test in vitro, tecniche computerizzate, coinvolgimento di volontari. Si tratta di un insieme di strategie che avrebbero già dato buoni risultati per quanto riguarda l'HIV. Coloro che rifiutano la Ice Bucket Challange stanno dalla parte di una ricerca che punti davvero sull'individuazione di cure per le malattie più gravi, senza passare attraverso i test sugli animali, ma grazie a tecniche alternative.

Nel frattempo, in Italia stanno nascendo delle iniziative alternative, come "Io non spreco l'acqua e non finanzio la vivisezione". Sul web circolano dei contro-hashtag: #StopIceBucketChallenge e #NoAcquaSprecataNoVivisezione con l'invito a sostenere la ricerca e le associazioni che si battono realmente per trovare delle cure e che sanno di non avere bisogno della sperimentazione animale per raggiungere i propri obiettivi.

Come fare per destinare una donazione ad un centro di ricerca o a un'associazione che non si occupino di sperimentazione animale? Ad esempio, potete provare a contattare il Centro Internazionale per le Alternative nella Ricerca e nella Didattica (I-CARE), Compassionate Care Als, e Humane Seal PCRM's Humane Charity, che ha dedicato alla SLA e alla ricerca alternativa un articolo molto interessante, che potete leggere qui per approfondire.

Come suggerisce la LAV, se ricevete un invito alla Ice Bucket Challenge, potete anche decidere di rispondere con un secchio vuoto e una donazione diversa, più vicina alla vostra cultura e sensibilità. Potrete scegliere, ad esempio, di fare una donazione senza finanziare la ricerca sugli animali e a favore di coloro che ogni giorno assistono i malati di SLA (#puoiscegliere).

sla ale giorgini

(Illustrazione di Ale Giorgini)

Marta Albè

Fonte foto: facebook.com/pamelaanderson

 

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secchio d'acqua gelata sta coinvolgendo sempre più personaggi noti all'estero e in Italia. Le sfide hanno avuto

inizio per supportare la ricerca sulla SLA, la sclerosi laterale amiotrofica, una malattia che

Personaggi più o meno noti si trovino impegnati nel caricare video sui social network, che li ritraggono prima,

dopo e durante la doccia gelata, nella speranza che a questo gesto simbolico segua davvero una donazione e che non

si tratti soltanto della ricerca del classico momento di gloria. Biosgna sottolineare, però, che non tuti i metodi

di ricerca sono uguali. Esistono, come tutti dovrebbero sapere, sia la sperimentazione animale che metodi

alternativi che evitano l'impiego di cavie da laboratorio. PrInteoprio quest'ultima tipologia di ricerca risulta

scarsamente finanziata, pur essendo in grado di raggiungere risultati importanti. E senza crudeltà, per chi ha a

cuore la questione animalista e la lotta alla vivisezione.

Di certo la Ice Bucket Challange sta attirando l'attenzione su una malattia grave, invalidante e mortale di cui

fino a questo momento non si è parlato abbastanza. Nello stesso tempo, torna alla ribalta il tema legato alla

strada che la ricerca scientifica dovrebbe intraprendere non soltanto per individuare delle cure, ma anche per

giungere finalmente alle cause della SLA e di tutte le altre malattie.

Tra i Vip che hanno deciso di rifiutare la Ice Bucket Challenge spicca il nome di Pamela Anderson, che pochi giorni

fa ha pubblicato su Facebook un post in cui spiega le motivazioni del proprio 'No'. La star ha dichiarato di aver

approfondito la questione e di aver scoperto che le donazioni destinate alla ALS Association finanziano una ricerca

scientifica basata sulla sperimentazione animale. I topi verrebbero costretti a correre fino al collasso, mentre

alle scimmie verrebbero praticate iniezioni di sostanze chimiche dirette al cervello per poi incontrare vivisezione

e morte.

https://www.facebook.com/pamelaanderson/photos/a.10150608594982072.410767.64704837071/10152629905767072/?

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La sperimentazione sugli animali per quanto riguarda la SLA serve davvero? Secondo quanto riportato dalla Anderson,

solo una piccolissima parte degli esperimenti condotti sugli animali per studiare la SLA hanno poi condotto a trial

sugli esseri umani, dopo essersi dimostrati efficaci sugli animali. Tutti i trattamenti testati prima sugli animali

e poi sull'uomo hanno fallito, tranne uno, che sarebbe in grado di dare benefici solo marginali ai pazineti affetti

da SLA.

L'elevato tasso di fallimento degli esperimenti sugli animali, come sottolineato dalla Anderson, si spiega in modo

molto semplice: gli animali provano sofferenza e dolore in modo molto simile al nostro, ma il loro organismo spesso

reagisce in modo molto diverso alle malattie e ai medicinali, rispetto a quanto accade a noi. Ecco un dato molto

importante: secondo l'FDA, 92 su 100 farmaci che superano i test sugli animali falliscono nella fase clinica di

test sugli esseri umani.

Le alternative alla sperimentazione e ai test sugli animali esistono e se ne dovrebbe parlare di più. Si tratta in

particolar modo di mostrarsi a favore di un progresso scientifico che potrebbe seguire una via più efficace (e meno

crudele) grazie alle nuove tecnologie a disposizione: sofisticati test in vitro, tecniche computerizzate,

coinvolgimento di volontari. Si tratta di un insieme di strategie che avrebbero già dato buoni risultati per quanto

riguarda l'HIV. Pamela Anderson e coloro che rifiutano la Ice Bucket Challange stanno dalla parte di una ricerca

che punti davvero sull'individuazione di cure per le malattie più gravi, senza passare attraverso i test sugli

animali, ma grazie a tecniche alternative.

Nel frattempo, in Italia stanno nascendo delle iniziative alternative, come "Io non spreco l'acqua e non finanzio

la vivisezione". Sul web circola un contro-hashtag: #StopIceBucketChallenge e #NoAcquaSprecataNoVivisezione con

l'invito a sostenere la ricerca e le associazioni che si battono realmente per trovare delle cure e che sanno di

non avere bisogno della sperimentazione animale per raggiungere i propri obiettivi (vedi Progetto Penco).

https://www.facebook.com/hashtag/stopicebucketchallenge

https://www.facebook.com/events/582428605201225/?ref_newsfeed_story_type=regular

https://www.facebook.com/photo.php?

fbid=10204742331386026&set=a.10203458380008044.1073741905.1469388745&type=1&fref=nf

http://www.progettopenco.org/


Come fare per destinare una donazione ad un centro di ricerca o a un'associazione che non si occupino di

sperimentazione animale? Ad esempio, potete provare a contattare il Centro Internazionale per le Alternative nella

Ricerca e  nella Didattica (I-CARE), Compassionate Care Als, e Humane Seal PCRM's Humane Charity, che ha dedicato

alla SLA e alla ricerca alternativa ha appena dedicato un articolo molto interessante, che potete leggere qui per

approfondire.



http://humaneseal.org/

http://www.ccals.org/home.php

http://www.italia-senza-vivisezione.org/index.php/i-care


Marta Albè

Fonte foto: facebook.com/pamelaanderson

https://www.facebook.com/pamelaanderson/photos/a.10150608594982072.410767.64704837071/10152629905767072/?

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Il turista che salva 2 tartarughe dal mercato nero in Nicaragua (VIDEO)

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Sarebbero finite illegalmente sulle tavole di ristoranti e case come piatto tipico. Ma sono state salvate. Due grandi tartarughe caretta caretta, con le pinne legate, disidratate e in soffocamento, sono state liberate da un turista britannico in vacanza in Nicaragua.


Si chiama Chris Skone-Roberts, ha 44 anni, e non si è potuto tirare indietro davanti allo spettacolo terrificante dei due esemplari in via di estinzione che lottavano disperatamente per respirare nel giardino di un bar sa Little Corn Island, al largo della costa orientale del paese centroamericano.

Mr Skone-Roberts ha cercato di gettare acqua sui mammiferi per fermare la loro disidratazione, ma una donna lo ha aggredito con rabbia, gridando che erano di sua proprietà. Si pensa che si stesse preparando per venderle al mercato nero, una volta morte.

Ecco il video del salvataggio:

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<script language="javascript" type="text/javascript">
    // You can place JavaScript like this
    
</script>
<?php
    // You can place PHP like this
    
?>
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Il turista ha denunciato alle autorità l'attività illecita, che purtroppo sta diventando sempre più comune in Nicaragua. Mentre aspettava la polizia, ha arruolato un folto gruppo di turisti e subacquei per salvare gli animali morenti. Così, anche grazie all'aiuto della Sea Shepherd Conservation Society, le due tartarughe sono tornate sane e salve nella loro casa, il mare.

tartarughe

"A volte ci si trova di fronte a situazioni così orribili che non hai altra scelta se non intervenire – spiega l'uomo-. Queste povere creature sono in pericolo, non potevamo lasciarle morire così, era disumano e quindi abbiamo dovuto agire".

In Nicaragua si stima che oltre 35.000 tartarughe marine vengano uccise ogni anno per essere vendute a prezzi notevolmente elevati per la loro carne e per le loro uova in tutto il mondo.

Roberta Ragni

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Sigarette elettroniche: i rischi secondo l'Oms

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I governi dovrebbero vietare la vendita delle sigarette elettroniche ai minori. E' questa una delle indicazioni fornite dall''Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui le e-cig rappresentano una "minaccia grave" per i feti e per i più giovani.

L'Oms ha inoltre raccomandato che i dispositivi elettrici a forma di sigaretta vengano banditi dagli spazi pubblici "fino a quando verrà dimostrato che il vapore esalato non è nocivo per gli astanti. L'evidenza attuale mostra che non si tratta di 'solo vapore', come viene spesso affermato nella commercializzazione di questi prodotti".

Allo stesso tempo, però, l'Organizzazione riconosce che le e-cigarette sono meno tossiche per il fumatore delle sigarette tradizionali. Ma sottolinea anche che le ricerche condotte fino a ora per dimostrare la sicurezza dei dispositivi o per confermare le affermazioni dei produttori sulla loro capacità di aiutare i fumatori a smettere di fumare le sigarette tradizionali sono ancora troppo scarse.

Ci sarebbero, invece, prove sufficienti per "mettere in guardia i bambini e gli adolescenti, le donne in gravidanza e le donne in età riproduttiva" dall'uso del dispositivo, per via delle possibili conseguenze a lungo termine sullo sviluppo del cervello. 

Almeno è quello che sostiene questo lungo report dell'Agenzia delle Nazioni Unite, realizzato in vista della sesta sessione della Conferenza dei paesi membri della Convenzione per la lotta contro il tabagismo, che avrà luogo a Mosca dal 13 al 18 ottobre prossimi, dove probabilmente saranno concordate nuove linee guida globali.

Roberta Ragni

 

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Daniza, eroica mamma orsa in fuga con i cuccioli (#iostocondaniza)

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Daniza

Corri Daniza, scappa via! Porta i tuoi cuccioli lontano dalla crudeltà degli esseri umani, dall'ignoranza di questa specie che ha corrotto il tuo mondo credendo di essere l'unica ad avere il diritto di abitarlo. 

Mamma Daniza è un’orsa trasferita nel 2000 dalla Slovenia nei boschi del Trentino, all'interno del progetto Life Ursus, che ora rischia di essere catturata e rinchiusa in un recinto.

A ferragosto, mentre passeggiava nei boschi alpini con i suoi cuccioli, si è improvvisamente trovata davanti un cercatore di funghi, la sua reazione è stata quella che avrebbe avuto qualunque mamma: difendere i suoi piccoli. Ha cercato così di spaventare ed allontare l'intruso, ferendolo lievemente. Ma quello che è stato un gesto naturale, fatto per difendere i suoi cuccioli da una potenziale minaccia, è stato ritenuto dalla Provincia autonoma di Trento un episodio talmente grave da emettere un’ordinanza di cattura e il suo trasloco presso la struttura di San Romedio.

Le reazioni successive sono state le più varie: in molti hanno proposto di sospendere il progetto di reintroduzione della specie sulle montagne trentine, alcuni addirittura chiedevano l'orso venisse abbattuto. Ma quello di Daniza non è stato affatto un comportamento anomalo: la persona è entrata nello spazio vitale di una madre con i suoi piccoli, i quali si sono sentiti minacciati.

Mamma orsa non voleva produrre seri danni (infatti le ferite riportate sono davvero esigue) ma solo spaventare l'uomo e allontanarlo dal suo territorio. Se avesse davvero voluto ucciderlo, non avrebbe avuto certo problemi.

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Illustrazione di Ale Giorgini: http://alegiorgini.com/

Come spiega il famoso etologo Roberto Marchesini in una relazione consegnata al Ministero dell'Ambiente «per considerare “deviante” un comportamento animale deve esserci una aggressione non motivata che avviene al di fuori dell’habitat naturale - si legge nel rapporto - mentre nel caso dell’orsa queste condizioni non si sono verificate. Cercare funghi è ovviamente un’attività che porta l’essere umano a frequentare luoghi silvestri dove è possibile entrare in rapporto con gli animali che vi dimorano sulla base di precise esigenze ecologiche».

Che senso ha pretendere che un animale predatore, tra l'altro reintrodotto per libera scelta dall'uomo, non difenda i suoi cuccioli? Più che rinchiuderla in un recinto, non sarebbe più utile dare informazioni sui comportamenti corretti da tenere quando ci si inoltra nei boschi? Prestando più attenzione nel fare escursionismo, così da evitare che si verifichino situazioni come quelle che hanno portato all’incontro con Daniza.

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«È certo che l’incontro debba aver avuto quel margine di sorpresa che si presta a essere equivocato da una mamma che sente come primo obbligo naturale e istintuale di difendere i propri cuccioli. Un comportamento umano siffatto sarebbe salutato come il più grande gesto di autentica generosità e non si capisce perché lo stesso comportamento debba tradursi nella stigmatizzazione di pericolosità dell’animale in questione». Conclude Roberto Marchesini: «C’è di più: se consideriamo la forza che può mettere un orso in un comportamento di aggressione, e se paragoniamo l’esiguità delle ferite riportate dall’aggredito, non possiamo non dedurre che l’orsa non voleva affatto produrre seri danni ma solo spaventare e allontanare. Ciò depone per un grande equilibrio comportamentale».

In molti però pensano che dietro questa storia ci siano interessi che vanno ben al di là del comportamento dell'orsa. Interessi economici legati all'ampliamento degli impianti sciistici e ricettivi, che vorrebbero la riduzione dell'area del Parco e quindi la riduzione del numero di orsi che lo popolano, trasformando Daniza da simbolo del parco a mostro da abbattere.

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Nelle ultime ore sui social network migliaia di persone hanno iniziato a condividere questo video, usando l’hashtag #iostocondaniza, ponendo la domanda: e se fosse andata in questo modo? È una scena meravigliosa, commovente, tratta dal film “L’orso” di Jean-Jacques Annaud. Guardatela fino in fondo e ne capirete il motivo.

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In trentino si susseguono iniziative a sostegno di Daniza: si sono mobilitate non solo associazioni animaliste ed ambientaliste, ma anche cittadini che chiedono la revoca dell'ordinanza di cattura. Le manifestazioni, però, si sono concluse con spintoni, insulti e qualche querela. Intanto, mentre gli esseri umani urlano e si insultano tra loro, mamma orsa, in silenzio, resta a fianco dei suoi cuccioli, lontana dalle trappole e dall'ignoranza degli esseri umani.

Arturo Carlino

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