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Sapone nero: proprieta', usi e dove trovarlo

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sapone nero africa

Il sapone nero è conosciuto anche come sapone marocchino o sapone nero africano. Il suo impiego è tipico degli Hammam, dove viene utilizzato in accompagnamento ad uno speciale guanto esfoliante.

In Africa Occidentale la sua preparazione è una vera e propria tradizione e avviene da secoli. Il sapone nero è un sapone di consistenza pastosa ottenuto a partire dall'olio d'oliva. La sua nascita è legata alle tradizioni della cura e della pulizia del corpo tipiche del mondo marocchino.

Proprietà del sapone nero

Il sapone nero ha un aspetto molto diverso dal sapone di Marsiglia o dai saponi in panetto cui siamo abituati. Ha una consistenza più simile a quella di un prodotto esfoliante. Ha colore marrone scuro e un profumo che richiama immediatamente l'olio d'oliva.

La particolare lavorazione del sapone nero lo rende simile ad una crema ed è proprio come un cosmetico cremoso che lo si applicherà e massaggerà sul corpo. Il sapone nero permette di eliminare lo strato superficiale delle cellule morte presenti sulla pelle del corpo con delicatezza e con effetti benefici sulla luminosità della pelle.

Il sapone nero che troviamo in commercio è composto da ingredienti come olio d'oliva, idrossido di potassio e olio essenziale di eucalipto. Il sapone nero pulisce a fondo la pelle, in modo comunque delicato, e nel contempo la nutre e lascia su di essa una nota esotica di profumo. Non unge la pelle e non la irrita.

Usi del sapone nero

Negli Hammam il sapone nero è parte di veri e propri rituali tutti dedicati alla cura del corpo. Ad esempio si può iniziare con un massaggio esfoliante da praticare con il sapone nero e con l'apposito guanto, a cui seguiranno bagno turco e talvolta un nuovo massaggio, con il sapone d'Aleppo.

Il sapone nero viene impiegato soprattutto per favorire l'eliminazione delle cellule morte e per aiutare il corpo a liberarsi dalle tossine, con un trattamento comunque piacevole e da eseguire con gesti delicati. I risultati dell'utilizzo del sapone nero sono evidenti: pelle più morbida e radiosa dall'aspetto più giovane.

Grazie all'utilizzo del guanto esfoliante marocchino, conosciuto con il nome di kassa, potrete ottenere un vero e proprio gommage per il corpo, anche a livello casalingo. E' sufficiente avere a disposizione i prodotti giusti e dedicarsi alcuni momenti di relax, magari prima del bagno o della doccia.

Per il normale utilizzo è sufficiente massaggiare il sapone nero su tutto il corpo e, volendo, completare il trattamento con il guanto kassa, per poi passare alla doccia. Infine, per completare il tutto, potreste profumare il corpo con dell'acqua di rose naturale o massaggiare e nutrire la pelle con olio di argan. I trattamenti per il corpo a base di sapone nero sono adatti a tutti, sia agli uomini che alle donne e sono un vero e proprio toccasana per la pelle.

Abbinato al guanto marocchino, il sapone nero permette di eseguire uno scrub profondo delle parti più ruvide del corpo, con particolare riferimento ai gomiti e ai talloni. Un trattamento così profondo è meno adatto alla pelle delicata del viso. L'applicazione del sapone nero è sconsigliata per il contorno occhi. Per massaggiare e esfoliare il viso si possono usare prodotti più delicati con cui creare delle maschere, come l'argilla bianca o verde e ancora come il ghassoul (o rhassoul), l'argilla marocchina.

Dove trovare il sapone nero

sapone nero

Fonte foto: www.atriahammam.com

Il sapone nero è uno dei prodotti più utilizzati negli Hammam e nei centri termali e per il benessere ispirati all'Hammam, presenti anche in Italia. Lo potrete utilizzare e acquistare in alcuni centri benessere e Spa. Lo potrete inoltre comprare su internet, trovare o ordinare in erboristeria e nei negozi di prodotti biologici, oltre che presso alcuni centri estetici, facendo attenzione alla scelta di un prodotto il più possibile originale e naturale.

Marta Albè

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Mozzarella di bufala shock: i cuccioli maschi trattati come rifiuti (VIDEO)

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bufala crudelta

 

L'altra faccia della Mozzarella di Bufala - Vitelli caricati a calci nella pala di un trattore, colpiti con pesanti mazze, annegati nelle pozze di conferimento dei liquami, lasciati morire di fame e sete nel fango, sotto gli occhi delle loro stesse madri. Sono a dir poco drammatiche le immagini realizzate in Italia dall'associazione Four Paws International durante un'investigazione negli allevamenti di bufala campani durata due anni. È questa la fine dei cuccioli maschi delle bufale da latte.

L'indagine ha riguardato oltre 50 allevamenti di bufale del casertano e del salernitano, è durata circa due anni e si è conclusa da poche settimane (agosto 2014), portando alla luce la terribile fine dei bufalini, considerati un "sottoprodotto indesiderato" della produzione di mozzarella di bufala. Si stima che ogni anno vengano uccisi senza necessità circa 70mila vitelli maschi, la cui carne è ritenuta di scarso interesse economico. Solo una minima parte dei vitelli maschi, infatti, viene lasciata vivere, a scopo riproduttivo o per essere destinata al consumo di carne, insignificante in Italia.

{youtube}JBbigvacADI{/youtube}

Drammatiche anche le condizioni di degrado igienico in cui versano i bufali adulti in molti degli allevamenti visitati. La maggior parte sono estremamente affollati e non offrono accesso ad aree verdi. In molti casi i bufali sono costretti a vivere su uno strato molto spesso dei propri escrementi. Alcuni animali presentano ferite aperte non trattate e molti di loro soffrono di gravi problemi di deambulazione dovuti all'eccessiva crescita di zoccoli mai curati.

L'acqua da bere non è permanentemente a disposizione degli animali ed è quasi sempre molto sporca. Quando alcuni animali muoiono, i superstiti sono spesso costretti a sopportare la loro vista ed il loro odore per giorni e può trascorrere anche una settimana prima che i corpi morti vengano raccolti e portati via. Una prassi di questo tipo è inaccettabile dal punto di vista del benessere degli animali e pericolosa sotto il profilo sanitario.

Le bufale hanno bisogni specifici che nella maggior parte dei casi non vengono rispettati, come il mantenimento di un'adeguata umidità della pelle. Le bufale, infatti, hanno una pelle spessa e una sudorazione ridotta rispetto alle mucche, per questo motivo, hanno assoluta necessità di fare bagni nell'acqua per non incorrere in gravi difficoltà di termoregolazione, con seri rischi per la loro sopravvivenza. I bufali avrebbero bisogno di bagni di fango in pozze esterne o di sistemi interni a spruzzo d'acqua, eppure, la gran parte degli allevamenti visitati non ne dispone.

"Chiediamo ai Ministri della Salute e delle Politiche Agricole un piano straordinario di controlli negli allevamenti e nei caseifici che utilizzano bufale, al fine di perseguire con la massima severità gli illeciti documentati dall'investigazione, ma anche per far emergere tutta la verità circa l'alta crudeltà di un sistema d'allevamento che "usa e getta" i bufali e che ha trasformato le bufale in macchine da latte. Ci chiediamo come sia possibile che dietro un prodotto di presunta eccellenza come la mozzarella di bufala, possano essersi consolidate prassi così discutibili e con profili di illegalità che non vanno lasciati impuniti", scrive la Lav, che rilancia l'investigazione di Four Paws.

L'associazione animalista ha anche già denunciato i responsabili di questi atti criminosi sarà la Magistratura ad accertare le responsabilità individuali di chi ha commesso simili atti sugli animali.

"L'Associazione Nazionale Allevatori Specie Bufalina spieghi invece come sia possibile la notevole differenza di numeri tra le nascite di maschi e femmine di bufala, dichiarata dagli allevatori, che ovviamente non ha conferme etologiche. Non è possibile, infatti, che nascano decine di migliaia di femmine in più dei maschi, anche se per il latte, vero e proprio oro per i produttori, sono necessarie solo le femmine", conclude la Lav.

Roberta Ragni

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Latte di bufala. Sequestrate due aziende a Caserta: reati contro animali, salute e ambiente (video)

Sana 2014: a Bologna si apre il sipario sulla fier biologico e dei prodotti naturali

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sana 2014 al via

Aprono oggi le porte di Sana 2014, la fiera di Bologna dedicata esclusivamente ai prodotti alimentari biologici certificati e ai cosmetici bio e naturali. Tra i temi principali di quest’anno troviamo la biodiversità, che sarà l’argomento della cerimonia di inaugurazione della fiera, prevista per oggi, 6 settembre, alle 10.30, alla presenza del ministro Martina.

Dal 6 al 9 settembre Sana 2014 darà spazio alle novità che riguardano il mondo del biologico, con prodotti alimentari e cosmetici. Quest’anno troverete 3 grandi settori espositivi: alimentazione, benessere e altri prodotti naturali.

Nel settore Alimentazione troverete esclusivamente aziende che espongono prodotti biologici certificati. Il settore Benessere ospiterà produttori di cosmetici bio e naturali, di integratori e di trattamenti e attrezzature per la cura della persona.

Tra gli Altri Prodotti Naturali troverete tessuti e articoli per il tempo libero e gli hobby, oltre a proposte alternative per l’abitazione ecologica. L’esposizione dei prodotti, con possibilità di acquisto in uno speciale shop, sarà accompagnata da un ricco calendario di eventi e di incontri, che includono SanAward Benessere, un premio riservato alle erboristerie. Vi aspettano numerosi appuntamenti dedicati alla sostenibilità, all’alimentazione, alla nutraceutica, oltre che a cosmesi e detergenza.

Il 26esimo Salone del Naturale sarà ospitato da BolognaFiere. Potrete acquistare i biglietti online per evitare la coda alle casse. L’ingresso alla fiera è aperto anche ai visitatori non professionisti. Il costo del biglietto è di 5 euro nelle giornate di sabato e domenica 6 e 7 settembre, e di 20 euro per lunedì e martedì 8 e 9 settembre. L’abbonamento alle 4 giornate è di 20 euro, 15 se acquistato online.

Consulta qui il programma di Sana 2014.

Marta Albè

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Ri-detersivo: il primo detersivo ecologico ricavato dall'olio della frittura (VIDEO)

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ri-detersivo1

Anche quest'anno non potevamo mancare all'edizione 2014 del Sana, salone del biologico e del naturale di Bologna. Come sempre siamo andati alla ricerca dei prodotti più interessanti presenti in fiera e tra questi abbiamo trovato un nuovo eco-detersivo di TeaNatura, azienda che già da molti anni si occupa con successo di detergenza ecologica.

Si tratta del Ri-detersivo, il primo detersivo ecologico ricavato dagli oli esausti ovvero da quegli oli di scarto (soprattutto della frittura) che come ormai sappiamo andrebbero conservati e smaltiti correttamente o meglio ancora, come in questo caso, riutilizzati.

Questo detersivo, ricavato per il 50% da oli esausti, è adatto sia per il bucato a mano che per quello in lavatrice, è concentrato e abbastanza economico, ovviamente per essere un detersivo ecologico (4.5 euro per 22 lavaggi). 

L'olio utilizzato è stato recuperato da famiglie sensibili che hanno accettato la sfida di TeaNatura e hanno quindi sempre conservato i propri oli di scarto. Questi dopo essere stati appositamente filtrati, deodorati, chiarificati e infine saponificati sono stati utilizzati per la realizzazione di questo detersivo arricchito poi con olio essenziale di eucalipto.

ri-detersivo2

 

I vantaggi indubbiamente sono molti, tra questi uno smaltimento intelligente degli oli esausti, un doppio utilizzo di questa materia prima vegetale e la diminuzione di Co2 nell'atmosfera.

Se volete saperne di più su questo prodotto ascoltate l'intervista che abbiamo fatto a Piero Manzotti, di TeaNatura.

 

{youtube}bVfiGEFPm34{/youtube}

Francesca Biagioli

 

 

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Come fare il sapone con l'olio di frittura

Zenzero: 10 straordinari benefici per la salute

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zenzero 10 benefici

Lo zenzero (Zingiber officinale) è una pianta erbacea di origine orientale. In cucina e per i rimedi naturali si utilizza il rizoma di zenzero, fresco oppure essiccato e ridotto in polvere. In erboristeria si impiegano olio essenziale di zenzero e estratti di zenzero per la preparazione di rimedi naturali. Lo zenzero è sempre più al centro dell'attenzione per via delle sue numerose proprietà curative. Ecco dieci tra i principali benefici per la salute dello zenzero.

1) Migliorare la digestione

Le proprietà benefiche dello zenzero aiutano a calmare lo stomaco, a rilassare i muscoli gastrointestinali e a prevenire la formazione di gas e di gonfiori. Tutto ciò grazie alle proprietà carminative dello zenzero. Inoltre, lo zenzero viene raccomandato in caso di diarrea dovuta a batteri. Per digerire meglio, provate a mangiare un pezzetto di zenzero fresco dopo un pasto abbondante.

2) Prevenire il raffreddore

Lo zenzero aiuta il sistema immunitario e per questo motivo viene utilizzato per la prevenzione e il trattamento del raffreddore. Lo zenzero è molto utile sia da consumare fresco che da utilizzare per preparare infusi adatti a prevenire ed alleviare il raffreddore e i classici malanni autunnali e invernali.

Leggi anche: Meraviglioso zenzero: ecco la tisana per prevenire il raffreddore

3) Calmare il mal di gola

Lo zenzero fresco è davvero portentoso in caso di mal di gola. I rimedi della nonna ci insegnano a mangiare un pezzetto di zenzero fresco non appena avvertiamo che la gola inizia a pizzicare. Le proprietà benefiche dello zenzero calmano il mal di gola e se il fastidio è leggero possono contribuire ad alleviarlo del tutto in breve tempo. Lo zenzero è un antidolorifico naturale.

4) Alleviare la nausea

Lo zenzero viene consigliato per alleviare la nausea, soprattutto in caso di lunghi viaggi in nave, auto, autobus o aereo. Chi soffre di chinetosi, infatti, può trovare beneficio dal masticare un pezzetto di zenzero, delle caramelle allo zenzero o nel sorseggiare una tisana a base di questo ingrediente.

Leggi anche: Zenzero: un rimedio da portare in valigia

5) Ridurre i dolori artritici

Uno studio condotto di recente in Danimarca ha evidenziato che uno specifico estratto di zenzero può risultare più efficace dei medicinali nell'alleviare i dolori artritici. Gli esperti si sono occupati di esaminare in vitro la risposta delle cellule, sane o affette da artrite, ad alcuni medicinali antinfiammatori, come ibuprofene e cortisone. Sono stati inoltre osservati su di esse gli effetti dell'estratto di zenzero. I risultati sono stati sorprendenti.

Leggi anche: Artrite: zenzero meglio dei medicinali per alleviare i dolori

6) Combattere il diabete

Uno studio condotto preso l'Università di Sidney ha dimostrato che lo zenzero può aiutare a tenere sotto controllo i livelli di zuccheri nel sangue nei pazienti diabetici. Gli esperti hanno osservato che gli estratti di zenzero riescono ad aumentare la quantità di glucosio assorbita dai muscoli indipendentemente dal tasso di insulina nel sangue. Il merito sarebbe dei gingeroli contenuti nei fiori di zenzero.

Leggi anche: Lo zenzero per combattere il diabete

7) Calmare i dolori mestruali

Lo zenzero ha proprietà anti-infiammatorie ed è un antidolorifico naturale. Le sue caratteristiche permettono di utilizzarlo per alleviare i dolori mestruali. Preparate delle tisane, usate lo zenzero in polvere come condimento o chiedete in erboristeria dei prodotti a base di zenzero adatti per il vostro problema specifico.

8) Alleviare il mal di testa

Lo zenzero potrebbe essere in grado di alleviare il mal di testa, con particolare riferimento all'emicrania, per via della sua capacità di impedire alle prostaglandine di causare dolore ed infiammazione a livello dei vasi sanguigni. In caso di emicrania, il consiglio è di bere una tisana allo zenzero durante gli attacchi, per cercare di alleviare il dolore.

9) Calmare la tosse

Come analgesico e antidolorifico, lo zenzero può essere utilizzato per ridurre la tosse, soprattutto se il sintomo è associato al raffreddore. L'azione riscaldante dello zenzero aiuta ad eliminare il muco dalle vie respiratorie, che potrebbe essere associato alla comparsa della tosse e ad altri fastidi molto comuni, come il raffreddore.

Leggi anche: Miele, limone, zenzero e anice stellato per combattere la tosse

10) Distendere i muscoli

Con lo zenzero potrete preparare un olio da massaggio adatto a distendere i muscoli contratti. Con il succo di zenzero fresco e l'olio di sesamo otterrete un rimedio adatto a massaggiare il corpo, ad esempio dopo gli allenamenti, ma anche utile da applicare in caso di forfora e di caduta dei capelli. Leggete la ricetta sul nostro Forum.

Conoscete altre proprietà benefiche dello zenzero? Come lo utilizzate?

Marta Albè

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Zenzero: 10 ricette per utilizzarlo al meglio
Zenzero: tutte le proprieta' e i trucchi per valorizzarne i benefici
Olio allo zenzero: come prepararlo e utilizzarlo

 

Pasta madre: 10 ricette da preparare in casa con il lievito madre

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pasta madre ricette

Pasta madre: 10 ricette da preparare in casa con il lievito madre

La pasta madre, o lievito madre: ecco l'unico vero lievito naturale che possiamo avere a disposizione per sempre gratis, senza spendere un centesimo. Basta chiedere a qualcuno che la utilizza già di regalarcene un pezzetto al prossimo rinfresco. La pasta madre è perfetta per preparare in casa numerose ricette, dal pane alla pizza, dal pan brioche alla focaccia. Dalle cucine delle nostre case, ecco dieci ricette con la pasta madre tutte da sperimentare.

1) Pretzel

I pretzel, o brezel, sono una varietà di pane tipica dei Paesi di lingua tedesca. Sono popolari in Germania, Austria e Svizzera. L'origine dei pretzel sarebbe però francese o italiana e la loro ideazione è stata attribuita a monaci medievali. La loro preparazione casalinga può avvenire utilizzando la pasta madre per ottenere una lievitazione naturale. Qui la ricetta dei pretzel con pasta madre.

Leggi anche: Pretzel: la ricetta vegan con pasta madre

2) Pane con le noci

Il pane con le noci è un pane molto versatile, che può essere abbinato sia ai piatti salati che a quelli dolci, ideale da mangiare con la marmellata o con le verdure. L'importante è ricordare di usare noci con guscio di buona qualità. Qui la ricetta del pane alle noci preparato con la pasta madre e la farina di farro.

Leggi anche: Pane alle noci fatto in casa con pasta madre

3) Pane integrale

Con la pasta madre potrete utilizzare diversi tipi di farina, anche la farina integrale. In questo modo potrete preparare del pane integrale ricco di fibre, completamente fatto in casa, anche sotto forma di piccole pagnotte da utilizzare per i panini farciti. Qui la ricetta del pane integrale con pasta madre.

Leggi anche: Pane integrale con pasta madre

4) Pizza scrocchiarella

La pizza scrocchiarella è una pizza molto sottile e croccante tipica di Roma. Potrete provare a prepararla in casa con la pasta madre, grazie alla ricetta che vi proponiamo. Otterrete un risultato molto gustoso, soprattutto se sceglierete come condimento olio extravergine, rosmarino e origano. 

Leggi anche: Come fare la pizza scrocchiarella con la pasta madre

5) Pizza bianca romana

Dopo la pizza scrocchiarella, ecco un'altra ricetta tipica della capitale: la pizza bianca romana. A differenza della pizza scrocchiarella, la pizza bianca romana viene farcita all'interno ed è tipica dei forni della capitale. Risulta dorata, ma comunque morbida e facile da tagliare. Potrete provare ad imitare la ricetta originale utilizzando la pasta madre.

Leggi anche: Pizza bianca romana: come prepararla in casa con la pasta madre

6) Taralli

I taralli che troviamo al supermercato contengono lievito di birra. Abbiamo provato ad imitarli preparandoli in casa con la pasta madre. Le versioni più popolari dei taralli sono salate e vengono insaporite con i semi di finocchio o con il peperoncino. Potrete sperimentare la preparazione casalinga dei taralli utilizzando il lievito madre, così da ottenere una lievitazione del tutto naturale. Esistono anche taralli preparati senza lievito, ma questa ricetta dei taralli con la pasta madre è un esperimento davvero ben riuscito.

Leggi anche: Taralli: come prepararli in casa con la pasta madre

7) Focaccia alle olive

La pasta madre è pergetta per preparare un'ottima focaccia alle olive. La focaccia è una delle ricette più semplici da preparare con la pasta madre e andrà benissimo per i vostri primi esperimenti. Fate soltanto attenzione ai tempi di cottura, per evitare che la focaccia si secchi troppo. 

Leggi anche: Focaccia alle olive preparata con la pasta madre

8) Pan brioche

È possibile realizzare in casa una brioche vegan semplice, gustosa e di successo? Assolutamente sì, se seguirete la ricetta del nostro "veg esperimento" con la pasta madre, senza latte, senza uova e senza burro. Ottimo per colazioni e merende gustose e ideale per accompagnare le nostre marmellate senza zucchero autoprodotte.

Leggi anche: Pan brioche: la ricetta vegan con pasta madre

9) Pizza al pesto

Chi di voi, come me, ama la pizza fatta in casa? La pizza verde di cui vi proponiamo la ricetta è stata realizzata a partire da un impasto lievitato naturalmente, grazie alla pasta madre, che può essere utilizzata per sostituire il lievito di birra. Per condire la pizza abbiamo scelto ingredienti di stagione: basilico e rucola per il pesto e zucchine per guarnire. 

Leggi anche: Pizza green al pesto di rucola e basilico con noci, olive e zucchine

10) Pane alle olive

Il pane alle olive è una preparazione tipica della cucina pugliese, particolarmente saporita, che abbiamo realizzato con la pasta madre e la farina di riso. Ottimo anche per il pranzo nelle occasioni di festa, il pane alle olive è un pane morbido, arricchito da olive verdi denocciolate, che siano intere o tagliate a pezzetti.

Leggi anche: Pasta madre: prepariamo il pane alle olive verdi


Marta Albè

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A Lamezia il riciclo fa risparmiare e intasa il supermercato

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supermercato lamezia riciclo

Riciclo intelligente e incentivante al supermercato. A Lamezia Terme la novità ha attirato così tante persone da intasare il punto vendita. Grazie alle speciali macchinette si possono riciclare lattine, bottiglie e altri rifiuti di plastica. Le macchinette erogano denaro (non contante) da spendere all'interno del supermercato per fare la spesa.

In pochi giorni si è sparsa la voce e le macchinette per il riciclo sarebbero state letteralmente prese d'assalto, dopo un primo momento di diffidenza. Iniziative simili sono già presenti in altri punti della regione, ma la speranza è che si diffondano, per incentivare la buona abitudine alla raccolta differenziata.

Le bottiglie e le lattine da buttare grazie alla macchinetta per il riciclo si possono monetizzare. Di certo si tratta di una buona occasione di risparmio, soprattutto in tempi di crisi. Durante la settimana i cittadini raccolgono i rifiuti e poi si recano al supermercato per fare la spesa, fanno la fila alle macchinette e ricevono uno scontrino che possono spendere subito nel punto vendita.

A Lamezia Terme davanti alle macchinette per il riciclo spesso si forma la fila. Magari il riciclo permette di risparmiare 30 o 40 centesimi alla volta, ma anche qualcosa di più, a seconda del quantitativo di rifiuti introdotti nelle macchinette intelligenti, pensate, ad esempio, per separare i tappi dalle bottiglie.

I cittadini si stanno impegnando a raccogliere la plastica e le lattine e a conferirle presso le macchinette in maniera corretta. Può darsi che, dato il successo dell'iniziativa, per loro il compenso aumenti. Sistemi simili nei Paesi nordici, come la Svezia e la Norvegia, sono in vigore da decenni. Negli ultimi tempi la raccolta incentivante si sta diffondendo anche in Italia. Ben venga, se può aiutarci a risparmiare denaro e risorse e a rendere il mondo più pulito.

Marta Albè

Fonte foto: lamezialive.it

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Bambini: niente asma se si ha in casa un animale

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asma pelo bambini

Tra i tanti vantaggi di avere in casa un animale oggi ne annoveriamo uno in più: i bambini rischiano meno di soffrire di asma e allergie. Addirituttura si parla di un -79%!

Ad arrivare a questa conclusione è stato uno studio presentato a Monaco durante il congresso dell'European Respiratory Society. Secondo i ricercatori dell'Helmholtz Zentrum München Research Centre, guidati da Christina Tischer, la benefica protezione dei nostri amici pelosi sarebbe efficace almeno fino ai 10 anni di età.

Lo studio si è svolto seguendo 2441 bambini durante i primi 10 anni di vita e ha notato in particolare che il 55% di essi, che era stato in contatto con animali nei primi tre mesi di vita, aveva un rischio asma più basso di quasi l'80% a 6 anni e del 41% a 10 anni.

A volte proteggiamo troppo i nostri bambini da batteri e microrganismi esterni producendo l'effetto contrario ovvero quello di non far lavorare bene il loro sistema immunitario rendendoli più deboli. Ecco che invece, come sostengono i ricercatori, il pelo degli animali è un vero e proprio serbatoio di microbi che in realtà sarebbero in grado di proteggere appunto dall'asma e dalle allergie.

Può andar bene, a detta degli scienziati, anche una culla di pelliccia come quelle che ora sempre più spesso vengono utilizzate per foderare in inverno lettini e carrozzine. Noi preferiamo però suggerirvi, se già non lo avete, di predere un peloso "tutto intero" che oltre che far bene alla salute del vostro bimbo regalerà gioia e amore a tutta la casa!

Francesca Biagioli

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Cani e gatti: i bambini che vivono con gli animali domestici hanno meno infezioni e sono piu' sani

 

Cani e gatti riducono il rischio di contrarre allergie nei bambini

 

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Effetto serra da record: l’allarme dell’Onu sui cambiamenti climatici

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effetto serra

L'effetto serra ha raggiunto un nuovo record, purtroppo per nulla positivo per l'ambiente e il clima. Il quantitativo di gas a effetto serra nell'atmosfera si è innalzato per via della crescita dei livelli di emissioni di anidride carbonica. Si tratta di quanto emerso dall'annuale Greenhouse Gas Bulletin della World Meteorological Organization.

Sale la preoccupazione per gli effetti dei cambiamenti climatici, che secondo quanto comunicato dall'Onu potrebbero essere potenzialmente devastanti. L'innalzamento dell'effetto serra e dei livelli di anidride carbonica stanno influendo sul riscaldamento globale e accelerando i cambiamenti del clima.

Quali sono le cause dell'effetto serra? L'Onu lo ribadisce con chiarezza: le condizioni climatiche diventano sempre più estreme a causa delle attività dell'uomo, come ad esempio l'impiego di combustibili fossili. In particolar modo, le emissioni di Co2 passate, presenti e future avranno un impatto sul riscaldamento globale e sull'acidificazione degli oceani, dato che le leggi della fisica non sono negoziabili.

Il Greenhouse Gas Bulletin ha mostrato che tra il 1990 e il 2013 si è verificato un incremento del 34% dell'effetto di riscaldamento del clima proprio a causa dei gas serra, come anidride carbonica e metano. Nel 2013 la concentrazione di Co2 nell'atmosfera era del 142% superiore rispetto all'era pre-industriale (1750). Mentre le concentrazioni di metano registrano un dato del 253%.

Gli esperti ricordano che l'anidride carbonica permane in atmosfera per diverse centinaia di anni e negli oceani ancora più a lungo. Le emissioni di Co2 non potranno che avere un impatto deciso sia sul riscaldamento globale che sull'acidificazione degli oceani.

Se il riscaldamento globale non sembra una ragione abbastanza forte per ridurre le emissioni di Co2, secondo gli esperti proprio l'acidificazione degli oceani dovrebbe esserlo, dato che i suoi effetti si stanno già avvertendo e cresceranno nei prossimi decenni.

Consulta qui il WMO Greenhous Gas Bulletin.

Marta Albè

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Brunello di Montalcino: la clamorosa truffa del vino

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Dal 2011 al 2013 è riuscito a commercializzare, spacciandolo come vino Brunello e Rosso di Montalcino, un enorme quantitativo di vino di modesta qualità. E' un consulente tecnico di svariate aziende agricole produttrici di vino della zona di Montalcino, rimaste vittime della frode, che era coadiuvato da collaboratori a vario titolo e con diverse funzioni nell'ambito dell'intera filiera della produzione e messa in vendita di uve e vino, in corso di identificazione.


Il professionista, abusando del rapporto lavorativo e della fiducia che aveva ormai riscosso, anche in virtù di dimostrate elevate capacità professionali, si impossessava di documentazione e di materiale genuino attestante la D.O.C.G. (contrassegni di Stato, documenti di trasporto, fatture etc.), riproducendoli in maniera artefatta.

I documenti contabili gli consentivano di accompagnare partite di uva e di vino comune - acquistate, presumibilmente in nero - che vendeva alle cantine durante la fase della vendemmia e dell'invecchiamento, mentre i contrassegni gli avrebbero permesso, invece, di "vestire" da Brunello - in modo perfetto e impossibile da scoprire - bottiglie di qualunque vino rosso.

Ma grazie ad una segnalazione del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, la Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza senesi hanno scoperto la clamorosa frode a danno dell'immagine di una delle D.O.C.G. nazionali più famose nel mondo. Una parte del vino sequestrato all'esito delle delegate perquisizioni era ancora nella fase dell'invecchiamento in botte: in quei casi l'acquirente avrebbe conservato per anni quel prodotto convinto di ottenere, alla fine del ciclo previsto dal disciplinare, un prodotto eccellente.

Il meccanismo risultava ineffabile grazie alle straordinarie abilità informatiche del soggetto, che è riuscito perfino ad inserire dati falsati nella banca dati A.R.T.E.A. della Regione Toscana (Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura), creando perfetta corrispondenza tra la documentazione amministrativa mendace ed i dati telematici consultabili dagli organi di controllo.

Dalle indagini - delegate dal Sost. Procuratore di Siena dott. Aldo Natalini al dipendente Nucleo di Polizia Tributaria del capoluogo - è emerso in effetti che l'abile truffatore aveva eseguito ripetuti accessi telematici al citato sistema informatico ARTEA, falsificando i dati delle dichiarazioni di produzione delle vendemmie, delle giacenze contabili e delle cessioni di vino sfuso.

Le investigazioni finora svolte hanno consentito di rinvenire, a seguito di plurime perquisizioni, e sottoporre a sequestro probatorio 165.467 litri di vino - pari a circa nr. 220.600 bottiglie del formato da 0,75 cl. - di cui litri 75.620 di Brunello di Montalcino e litri 89.847 di Rosso di Montalcino, per un valore di almeno un milione di euro, ed inoltre di numero 2.350 contrassegni di Stato e copiosa documentazione e materiale contraffatto.


Il consulente è stato denunciato per frode in commercio, accesso abusivo ad un sistema informatico, appropriazione indebita aggravata e continuata e reati di falso. Le indagini sono tuttora in corso per meglio definire il quadro probatorio e la rete di corresponsabilità di eventuali altri soggetti coinvolti e hanno contribuito a tutelare il consumatore al momento dell'acquisto del prodotto ed a garantire, nel contempo, la trasparenza del mercato del vino, settore di primaria importanza per l'economia nazionale e l'immagine del "Made in Italy".

"Abbiamo i mezzi giusti per difendere i nostri prodotti d'eccellenza - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - e l'operazione di oggi della Guardia di Finanza in collaborazione con il nostro Ispettorato repressione frodi ne è la conferma. L'azione di contrasto messa in campo testimonia che i livelli di presidio della qualità ci sono e funzionano. Proprio la sinergia operativa tra gli organismi di controllo e gli enti preposti alla certificazione, infatti, ha consentito di impedire che la frode colpisse ancora i consumatori e di porre fine a un'odiosa concorrenza sleale nei confronti dei produttori onesti. Chi vuole operare fuori dalle regole va messo fuori gioco e per questo ritengo importante l'esempio dato dal Consorzio del Brunello nel denunciare movimenti sospetti".

Roberta Ragni

Tumore al seno: il reggiseno non incrementa il rischio di ammalarsi

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reggiseno tumore al seno

Il reggiseno non aumenta il rischio di tumore al seno. In precedenza si pensava che l'uso del reggiseno influisse sull'incidenza del tumore al seno nei Paesi industrializzati rispetto ai Paesi in via di sviluppo. Ma ad incrementare la diffusione della malattia sono probabilmente altri fattori.

La notizia arriva da un nuovo studio condotto negli Stati Uniti dai ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle. Lo studio mette in dubbio l'ipotesi precedente e rivela che non esiste nessun legame tra il rischio di sviluppare il tumore al seno dopo la menopausa e l'abitudine di indossare il reggiseno.

Lo studio in questione è stato pubblicato sulla rivista Cancer Epidemology, Biomarkers & Prevention. La ricerca ha riguardato i dati relativi all'uso del reggiseno da parte di oltre 2 mila donne di età compresa tra i 55 e i 74 anni.

Tra loro 590 avevano ricevuto una diagnosi di carcinoma lobulare invasivo, mentre ad altre 454 era stato diagnosticato un carcinoma duttale infiltrante. Altre 469 donne non avevano ricevuto alcuna diagnosi di cancro al seno.

Secondo quanto comunicato dai ricercatori, lo studio non ha rivelato alcuna prova secondo cui il reggiseno possa aumentare il rischio di una donna di sviluppare il cancro al seno. Infatti il rischio risultava simile indipendentemente da quante ore al giorno le donne indossassero il reggiseno, dal fatto che utilizzassero un reggiseno con ferretto o dall'età in cui avevano iniziato ad indossarlo.

Nemmeno le dimensioni della coppa del reggiseno sembrano avere un ruolo nell'aumento del rischio di tumore. Tra le possibili cause riconosciute di cancro al seno, troviamo, ad esempio consumo di alcolici e obesità. A parere degli esperti, dal punto di vista della percezione della correlazione tra rischio e azione, è più semplice pensare che una malattia sia dovuta a cause esterne, piuttosto che al nostro stile di vita.

Si tratta di una questione molto difficile da accettare, che nel caso del cancro al seno porta a puntare il dito verso un oggetto esterno come il reggiseno, secondo il dottor Coditz. In ogni caso, l'ipotesi che il reggiseno possa in qualche modo concorrere nella comparsa del cancro al seno non sarebbe ancora crollata. Chi la sostiene ritiene infatti che indossare un reggiseno, soprattutto se stretto, possa mettere in difficoltà il sistema linfatico e ostacolare l'eliminazione delle tossine.

Marta Albè

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Premio Sana Novita' 2014: vince il cioccolato crudo (VIDEO)

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cacao crudo sana2014

Come per le passate edizioni del Salone del biologico e del naturale di Bologna, anche quest'anno sono stati assegnati i premi per i prodotti che partecipavano al "Sana novità". In questa edizione erano oltre 250 e le preferenze come sempre sono state espresse dai visitatori della fiera che hanno potuto votare direttamente nell'"area novità" i prodotti che preferivano.

La premiazione, che si è svolta ieri, ha visto protagonista per il settore alimentazione il cioccolato crudo artigianale gourmet presentato da Cacao Crudo. Un prodotto oltre che buono anche salutare dato che è privo di latte, glutine e zucchero e rispettoso dell'ambiente e degli animali.

Sei le varianti in cui è possibile gustare questo cioccolato: fondente al 90%, fondente all'80%, con bacche di goji e nocciole del piemonte, con bacche di goji e grano saraceno, con granella di nocciola del piemonte e al lampone.  

Il cacao utiiizzato per realizzare il raw cioccolato è il "Criollo", viene dalla Foresta Amazzonica e l'azienda lo ha scelto in quanto è una variante di cacao molto delicata e per questo poco coltivata e a rischio estinzione. Come si legge sul sito di Cacao Crudo: "utilizzarla per produrre cioccolato significa mirare ad un prodotto dalle alte qualità organolettiche, che aggiunge un grande valore con due conseguenze molto importanti: un grande sostegno all’economia dei produttori locali e quindi uno stimolo a non sostituire la sottospecie Criollo con altri ibridi sicuramente più facile da coltivare e produttivi"

Il prodotto è piaciuto molto anche a noi e siamo andati ad intervistare Daniele Dell’Orco, antropologo e ricercatore da cui è nata l'idea di Cacao Crudo.

{youtube}IOJUZbWK84k{/youtube}

Per quanto riguarda le altre categorie in concorso, i premi sono andati per il settore benessere all'Erbolario che ha presentato una linea di prodotti per capelli sfibrati a base di pappa reale, ibisco, miele di castagno e fiori di arancio amaro; e per il settore altri prodotti naturali a Fior di Loto per BioPuro, una linea di prodotti detergenti per la pulizia di casa, bucato e piatti.

Francesca Biagioli

Fumo passivo: gli italiani ignorano che provoca il cancro

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Cancro al polmone. In tutta Europa si registrano ogni anno 391.000 nuovi casi e 342.000 morti, pari al 19,9% di tutti i decessi per tumore. Negli ultimi anni, la percentuale di persone che hanno superato la soglia dei 5 anni senza ricadute è aumentata: negli uomini dal 10 al 14%, nelle donne dal 12 al 18%.

Lo ricorda l'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) presentando oggi a Milano il sondaggio nazionale, concluso nel luglio scorso su oltre 3.000 cittadini, che fa parte della campagna nazionale di sensibilizzazione sulla patologia, promossa dall'AIOM, con il patrocinio della Fondazione "Insieme contro il Cancro" e dell'associazione dei pazienti "WALCE" (Women Against Lung Cancer in Europe).

Ne è emerso un quadro preoccupante: il 25% della popolazione italiana è esposto ai pericoli del fumo passivo e 8 cittadini su 10 non sanno che provoca il cancro del polmone. Il 71% fuma regolarmente in luoghi chiusi, mentre per il 43% smettere con le sigarette non riduce il rischio di sviluppare la malattia. Il livello di conoscenza sui fattori di rischio è scarso, infatti quasi la metà delle persone (48%) pensa che questo tipo di tumore non si possa prevenire. Una diffusa ignoranza che preoccupa, visto che il 49% dichiara di fumare in presenza di bambini e solo il 45% cambierebbe il suo stile di vita per prevenire la neoplasia.

 

"Con circa 38.000 nuove diagnosi ogni anno nel nostro Paese, il tumore del polmone è la terza neoplasia più frequente, dopo quelle al colon retto e al seno - ha detto il prof. Carmine Pinto, presidente eletto AIOM e Direttore Oncologia Medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma -. Ma, a differenza di altre, si caratterizza per un forte stigma sociale. Infatti il 59% degli intervistati ritiene che chi è colpito dalla malattia, soprattutto se si tratta di un fumatore, sia 'colpevole' della sua condizione. Ricordiamo che respirare sigarette, proprie e altrui, determina il 90% del totale dei decessi per tumore del polmone. E il fumo passivo è un importante fattore di rischio, che aumenta fino al 30% le probabilità di sviluppare la malattia. Ma, come risulta dal sondaggio, troppi ignorano le regole fondamentali della prevenzione. Per questo abbiamo deciso di promuovere un progetto nazionale rivolto a cittadini, oncologi e Istituzioni".

Le sigarette, hanno spiegato gli esperti, possono trasformare il salotto di casa o l'abitacolo dell'automobile in vere e proprie camere a gas. Ma dire addio alle sigarette non è una missione impossibile e comporta grandi benefici per la salute. Si può smettere senza ricorrere a prodotti sostitutivi a base di nicotina, che rendono poi più difficile interrompere il vizio. 

Roberta Ragni

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Il fumo di una sigaretta inquina piu' di un auto in corsa

Zaini troppo pesanti: 5 consigli per evitare danni ai bimbi

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Come evitare che il peso eccessivo degli zainetti scolastici possa provocare danni alla schiena degli alunni? I consigli offerti dalla Fondazione Don Gnocchi tornano d'attualità all'inizio di ogni anno scolastico.

Dall'attenzione alle esigenze dei ragazzi e delle loro famiglie è emersa la necessità di dare una risposta concreta al problema del peso degli zainetti scolastici: una questione "tanto piccola" da non essere praticamente mai entrata fino ad oggi nei circuiti della ricerca scientifica, ma "tanto grande" se si pensa ai risvolti sociali per la qualità della vita di tutti.

"Il ruolo degli insegnanti - spiegano i medici e i ricercatori della "Don Gnocchi" - è determinante e insostituibile: è l'insegnante che contribuisce a determinare il peso dello zainetto sia al momento della scelta dei libri di testo che in quello dell'organizzazione del lavoro scolastico. Ed è l'insegnante, soprattutto, che ha un ruolo educativo primario nell'aiutare studenti e famiglie ad apprendere quelle modalità di gestione del peso quotidiano, quando inevitabile, dello zainetto".

Il peso del materiale che i ragazzi portano ogni giorno a scuola è determinato da diversi elementi: sottovalutazione del problema, mancanza di legislazione in merito, assenza di arredi che consentano di depositare i libri a scuola, mancanza di direttive da parte delle autorità scolastiche, scelte dei libri di testo in base solo al contenuto a non al peso, organizzazione della settimana senza tener conto del peso del materiale da portare in classe, mancanza di suddivisione dei testi scolastici in più volumi corrispondenti ai diversi periodi didattici, mancanza sul mercato di zainetti adatti da un punto di vista biomeccanico.

Ecco perché ogni anno i nostri bambini e ragazzi sono costretti a caricarsi sulle spalle carichi troppo pesanti. Alcuni suggerimenti dei medici, però, potrebbero evitare danni seri alla schiena e prevenire possibili rachialgie nell'età evolutiva, se seguiti.

1) Lo zainetto giusto da acquistare non è né troppo grande, né troppo piccolo; senza apertura a soffietto; con schienale rinforzato e bretelle imbottite; con fibbia da allacciare alla pancia e maniglie per il trasporto a mano;

2) riempirlo in altezza, non in larghezza;

3) indossarlo poggiandolo su un ripiano e flettendo le ginocchia;

4) regolare le bretelle perché non la parte inferiore non oltrepassi la linea delle anche;

5) indossarlo sempre su entrambe le spalle; non correre con lo zainetto in spalla).

{youtube}HP2NkoSVTf8{/youtube}

Roberta Ragni

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Vendemmia 2014: la peggiore dal 1950

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vendemmia 2014

La vendemmia più scarsa dal 1950. Nessuna buona notizia arriva da parte di Coldiretti circa la situazione dei vigneti italiani che, addirittura, perderanno il primato mondiale nella produzione di vino a vantaggio della Francia con un taglio di oltre il 15% rispetto alla vendemmia dell'anno scorso, attestandosi tra i più improduttivi degli ultimi 60 anni. 

Sono i dati snocciolati dall'associazione degli agricoltori, secondo i quali a condizionare i risultati sono stati senza dubbio gli effetti del maltempo. I tagli produttivi maggiori si dovrebbero verificare in particolare in Puglia e Sicilia, dove si stimano cali fino al 30%, mentre le regioni del Centro sono le uniche a far registrare un aumento produttivo, stimato attorno al 10%.

La produzione di vino potrebbe quindi scendere fino a 41 milioni di ettolitri, anche se molto dipenderà dalle prossime settimane perché restano ancora da raccogliere le uve nell'80% del vigneto italiano (secondo le previsioni, infatti, la vendemmia quest'anno sarà tardiva e non dovrebbe completarsi prima di novembre).

"Nonostante l'ampia forbice delle previsioni in questa fase, è ormai certo che l'Italia perderà quest'anno il primato mondiale nella produzione di vino a vantaggio della Francia dove - afferma una nota di Coldiretti - le stime per il 2014 danno una produzione di 47 milioni di ettolitri, secondo l'istituto del ministero dell'agricoltura d'oltralpe".

Se non ci saranno sconvolgimenti, la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40% ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30% ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% a vini da tavola.

NON SOLO UVA – Sono 650mila ettari di vigne italiane coinvolte nella vendemmia. Di questi, 480mila sono Docg, Doc e Igt. Inoltre, la raccolta dell'uva riguarda più di 200mila aziende vitivinicole: ciò vuol dire che è abbastanza importante la macchina economica che si mette in moto, con i suoi quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino, realizzato per oltre la metà all'estero. Quanto alla ricaduta occupazionale, poi, secondo Coldiretti per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro, dall'industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.

Germana Carillo


Corrida: stop ai fondi UE per gli allevamenti di tori

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Stop ai fondi UE  per gli allevamenti di tori destinati alle corride. Tra poco potrebbe essere realtà: i membri della commissione Ambiente del Parlamento europeo hanno votato per fermarli. Si tratta dell'emendamento numero 6334 presentato da Bas Eickhout (Verdi / Alleanza libera europea), adottato dopo che i deputati hanno votato in 29 a favore e in 11 contro.

Nello storico provvedimento si legge:

"gli stanziamenti non possono essere utilizzati per sostenere l'allevamento o di allevamento di tori utilizzati per le attività letali di tauromachia".

Il motivo? La convenzione europea per la protezione degli animali da allevamento (Direttiva del Consiglio 98/58/EC) dichiara che gli animali non devono subire alcun dolore, ferita, paura o stress. E' chiaro che queste condizioni sono disattese per quanto concerne i tori destinati alle corride. Pertanto, gli allevamenti di tori non possono essere inseriti tra i destinatari della PAC (politica agricola comune).

La Humane Society International ha accolto con favore il voto e invita tutti i deputati a schierarsi contro questa pratica sanguinosa. Joanna Swabe, direttore di HSI UE ha detto:

"La corrida è crudele, è uno sport sanguinario obsoleto, che provoca immense sofferenze agli animali. Quindi siamo lieti che i membri della commissione ENVI abbiano preso questa decisione compassionevole di votare contro la possibilità che il denaro dei contribuenti europei venga incanalato verso il settore della corrida che trae benefico dalla crudeltà. Ora esortiamo tutti i deputati a prendere posizione contro l'abuso che i tori soffrono in nome del divertimento, e chiedere loro di sostenere questo emendamento quando verrà votato nella prossima sessione plenaria".

Il bilancio della commissione ENVI, infatti, verrà considerato dai membri del Parlamento europeo in occasione della prossima seduta plenaria, che si terrà a Strasburgo durante la settimana del 15 settembre. A dare la notizia in Italia è stata Per Animalia Veritas, che aggiunge:

"noi siamo contrari alla PAC stessa, laddove destinata agli allevamenti, ma ci sembra un'eccellente inizio per interrompere almeno queste pratiche scandalose".

Roberta Ragni

Green Box: il cartone della pizza che aiuta a ridurre gli sprechi alimentari (VIDEO)

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green box pizza cover

Il cartone della pizza diventa una scatola multiuso che ci aiuta a ridurre gli sprechi alimentari. L'idea alla base di Green Box è molto semplice: fare in modo di riutilizzare in modo facile e veloce il cartone della pizza come contenitore delle fette avanzate, così che rimangano intatte fino al momento in cui le consumeremo.

Spesso la pigrizia è cattiva consigliera e induce a gettare, anziché conservare, gli avanzi. Gettare via una prelibatezza come la pizza è un vero peccato, come comunque dovrebbe esserlo per qualsiasi altro alimento. Come fare? Green Box potrebbe essere una soluzione da imitare.

Se avanza qualche fetta di pizza, infatti, in poche mosse è possibile piegare Green Box su se stessa, in modo che si trasformi nel contenitore perfetto per il frigorifero, senza dover ricorrere a soluzioni usa-e-getta e ben poco amiche dell'ambiente, come la pellicola per alimenti e la carta stagnola.

Non finisce qui. Infatti potrete suddividere Green Box in vassoietti comodi per distribuire le fette di pizza da asporto da gustare in compagnia degli amici o della famiglia. Il motto di Green Box è Riduci, Ricicla, Riusa. Ripiegare la scatola permette di conservare la pizza in frigo con il minimo sforzo e a contatto con un materiale adatto per gli alimenti.

green boz pizza 1

green box pizza 2

green box pizza 3

green box pizza 4

Green Box è biodegradabile e riciclabile al 100%. Con il vantaggio del 3 in 1: cartone per trasportare la pizza mantenendola in caldo, vassoio da dividere in più parti e contenitore per la conservazione richiudibile e modellabile. Come funziona Green Box? Scopritelo in questo video.

{youtube}gQBjJjpkjl0{/youtube}

Marta Albè

Fonte foto: greenboxny.com

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Diabete di tipo 2: 10 cibi e consigli per prevenirlo

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prevenire il diabete

Il diabete di tipo 2 è sempre più diffuso nei Paesi industrializzati. La colpa sarebbe soprattutto della sedentarietà e della cattiva alimentazione. Di recente la Asl di Milano ha deciso di inserire la dieta vegan tra le linee guida da indicare ai pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2. Ma come possiamo fare per migliorare la nostra alimentazione e lo stile di vita per prevenire il diabete? Ecco alcuni consigli utili basati sui più recenti studi scientifici.

1) Camminare

Secondo uno studio condotto a Seattle, bastano 2000 passi al giorno per tenere lontano il diabete di tipo 2. Per la prima volta è stata quantificata l'attività fisica necessaria per scongiurare il rischio di sviluppare questa patologia. I partecipanti allo studio che avevano camminato di più vantavano una riduzione del rischio di sviluppare il diabete del 25%.

Leggi anche: Camminare per prevenire il diabete

2) Fare aerobica

Il diabete di tipo 2 si previene in palestra, soprattutto grazie alla pratica di esercizi che richiedano l'utilizzo di pesi e con l'aerobica. Allenarsi con i pesi per 5 giorni alla settimana, con sessioni di 30 minuti per volta, riduce del 34% la possibilità di incorrere nel diabete di tipo alimentare. Lo afferma uno studio pubblicato su Archives of Internal Medicine.

Leggi anche: Diabete: pesi e aerobica per prevenirlo

3) Attenzione al caffè

Il caffè può favorire il diabete nei consumatori abituali e soprattutto in chi soffre di ipertensione. Una delle bevande più amate può essere dunque inserita tra le cause del diabete? Il primo pensiero va ai cucchiaini di zucchero che molti amanti del caffè versano nella tazzina senza pensarci troppo. La conferma da un nuovo studio appena presentato al congresso dell'European Cardiology Society.

Leggi anche: Caffe': attenzione, può favorire il diabete di tipo 2

4) Origano e rosmarino

Origano e rosmarino, due piante aromatiche e officinali molto popolari in cucina, sono ricche di sostanze benefiche. Una nuova ricerca scientifica ha dimostrato che il loro impiego per contrastare il diabete potrebbe risultare efficace tanto quanto i comuni medicinali. Gli estratti commerciali di origano greco, origano messicano e rosmarino sono risultati i migliori per la riduzione del rischio di diabete di tipo 2.

Leggi anche: Diabete di tipo 2: origano e rosmarino per abbassare i livelli di zuccheri nel sangue

5) Cannella

Uno studio pubblicato sulla rivista Diabetes Care ha dimostrato che assumere una dose giornaliera di cannella pari a 6 grammi riduce la glicemia, i trigliceridi e il colesterolo LDL. Gli esperti hanno effettuato dei test su soggetti con diabete di tipo 2.

Leggi anche: Cannella: 10 sorprendenti benefici per la nostra salute

6) Pistacchi

Le ricerche sul legame tra assunzione di pistacchi e prevenzione del diabete dovranno essere approfondite, ma i primi risultati appaiono incoraggianti. Gli scienziati si concentreranno sulla capacità dei pistacchi di ridurre i sintomi della sindrome metabolica e il rischio di diabete di tipo 2, tramite un'assunzione regolare dell'alimento.

Leggi anche: Diabete di tipo 2: i pistacchi aiutano a prevenirlo

7) Cibi ricchi di Omega 3

Uno studio condotto in Finlandia ha evidenziato che una dieta ricca di omega 3 aiuta a ridurre il rischio di diabete di tipo 2. Gli omega 3 non sono presenti soltanto nel pesce, ma anche in alcune fonti vegetali, come le noci, l'olio e i semi di lino e di canapa. Secondo i ricercatori, coloro che presentano concentrazioni minori di acidi grassi essenziali nel sangue corrono un rischio maggiore di ammalarsi di diabete di tipo 2.

Leggi anche: Omega 3: riducono il rischio di diabete di tipo 2

8) Curcuma

La curcuma aiuta a prevenire il diabete di tipo 2. Lo ha rivelato una ricerca condotta in Tailandia e pubblicata sulla rivista Diabetes Care. La curcuma riesce a prevenire, o almeno ritardare, lo sviluppo di diabete mellito di tipo 2 nelle persone a più alto rischio. Il merito sarebbe dei curcuminoidi, sostanze benefiche presenti nella curcuma, in grado di favorire il rilascio di insulina.

Leggi anche: Un tocco di curcuma per prevenire il diabete

9) Verdure a foglia verde

Secondo uno studio pubblicato sul British Medical Journal, mangiare verdure a foglia verde aiuta a prevenire il diabete di tipo 2. La ricerca ha analizzato il rapporto tra il consumo di verdure a foglia verde e il diabete di tipo 2. Ne è emerso che chi ne mangiava una porzione da 150 grammi al giorno, aveva un rischio di ammalarsi di diabete del 14% inferiore rispetto a chi ne assumeva una quantità molto ridotta come 20 grammi al giorno.

Leggi anche: Diabete: ecco come prevenirlo con le verdure a foglia verde

10) Cibi ricchi di antiossidanti

Da flavonoidi e antociani potrebbe giungere un aiuto prezioso per prevenire il diabete. Saranno necessari ulteriori studi per confermare l'utilità delle sostanze benefiche presenti in alcuni alimenti di origine vegetale. Anche vino rosso e cioccolato sono ricchi di antiossidanti, ma gli esperti ci mettono in guardia dal loro consumo eccessivo. Meglio scegliere fragole e frutti rossi.

Leggi anche: Cioccolato, vino rosso e fragole: un nuovo aiuto per prevenire il diabete?

Marta Albè

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Diabete: i 10 sintomi iniziali piu' comuni
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Malles: il paese delle mele che ha deciso di vietare i pesticidi

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mele malles pesticidi

Malles, il paese delle mele della Val Venosta, in Alto Adige, ha deciso di vietare i pesticidi. Una grande conquista che potrebbe incrementare le coltivazioni di mele bio, o comunque non trattate. Alcuni anni fa vi avevamo parlato della situazione non di certo rosea delle mele della Val di Non. La situazione d'ora in poi migliorerà?

La decisione di dire No ai pesticidi è avvenuta grazie a un Referendum a cui ha partecipato il 69% dei cittadini. Il 75% di coloro che hanno votato, si è dichiarato contrario all'uso di pesticidi. Il Referendum è stato promosso dallo stesso Comune di Malles.

Il risultato è stato probabilmente inaspettato, visti gli interessi economici che ruotano attorno alla coltivazione di mele in Val Venosta. Resta da comprendere se ora tutti gli agricoltori diranno addio alle vecchie abitudini in nome di un maggior rispetto dell'ambiente e della salute.

L'opinione pubblica in ogni caso ha giocato un ruolo importante. Ormai i rischi legati ai pesticidi sono ben noti. Perché coltivare e mettere in vendita mele trattate con sostanze potenzialmente tossiche se esistono metodi altrettanto validi basati sull'agricoltura naturale? Si tratta di un aspetto che potrebbe valorizzare ancora di più sia le mele che altri prodotti agroalimentari locali.

Del resto pare che ormai da qualche tempo il territorio di Malles stia esprimendo in maniera sempre più decisa la propria vocazione al biologico. Inoltre, a disposizione di cittadini e visitatori si trovano piste ciclabili, sentieri segnalati per il trekking e possibilità di visite turistiche guidate per ammirare le zone più caratteristiche di questi luoghi.

Non dimentichiamo che vietare i pesticidi potrebbe essere d'aiuto per arginare la moria delle api: "Sto lavorando in quella zona e conosco bene la situazione: gli apicoltori sono disperati per le morie che hanno falcidiato le arnie e che sono legate a un uso molto intenso dei pesticidi. E poi quelle sono valli strette, con i frutteti che si alternano a scuole, impianti sportivi, boschi. Per poter convivere bisogna ridurre progressivamente l'uso di fitofarmaci"ha dichiarato Claudio Porrini, entomologo dell'Università di Bologna, intervistato da Repubblica.

"Le colture biologiche sono il traguardo, ma bisogna arrivarci gradualmente: non è solo un problema tecnico, bisogna educare i consumatori, far apprezzare il fatto che il palato è più importante della vista, che le mele non escono dalle fabbriche e non dovrebbero essere prive di imperfezioni" - ha aggiunto Porrini.

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Fonte Foto: Punto Ponte

I promotori del Referendum per vietare i pesticidi si sono dichiarati comunque pronti a dialogare con gli avversari. Ma la speranza è che si tratti realmente di una svolta per Malles, e non solo. Altri Comuni dell'Alto Adige potrebbero seguire lo stesso esempio e decidere di puntare sulla produzione di mele bio.

Marta Albè

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Una scomoda verità sulle mele della Val di Non
Pesticidi: negli Usa mele trattate con il DPA dopo il raccolto. E in Europa?

 

Disboscamento illegale: indigeni dell'Amazzonia si scagliano contro i taglialegna (FOTO)

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Il disboscamento illegale sta minacciando sempre più l'Amazzonia. Una pratica che mette in pericolo l'ambiente e le popolazioni locali. Ma gli indigeni non stanno a guardare. In Brasile la tribù dei Ka'apor ha iniziato una dura lotta contro i taglialegna illegali che minacciano la loro patria.

La disperazione li ha portati ad armarsi e ad intervenire  contro coloro che più di una volta hanno agito con violenza per allontanarli dalle aree da disboscare. A mali estremi, estremi rimedi. Lunae Parracho, fotografo della Reuters, ha avuto l'occasione di documentare una di queste scene.

La tribù dei Ka'apor avrebbe inviato i propri guerrieri migliori per fermare l'opera di approvvigionamento illegale di legname. Dalle parole del fotografo scopriamo che: "I guerrieri hanno spogliato, legato e picchiato coloro che hanno opposto resistenza". Ecco come gli indigeni hanno deciso di prendere in mano la situazione dopo aver constatato una totale mancanza di assistenza da parte dello Stato per fermare l'abbattimento illegale degli alberi.

In Amazzonia il disboscamento illegale è una piaga sempre più diffusa, soprattutto nella parte settentrionale del Paese, dove sono state scattate queste fotografie, ambientate nella foresta pluviale. L'ultimo rapporto di Greenpeace ha rivelato che più della metà del disboscamento dei due maggiori Stati produttori di legname in Brasile è avvenuto illegalmente da agosto 2011 a luglio 2012.

La violenza non dovrebbe mai essere la risposta definitiva ai soprusi. Ma gli indigeni dell'Amazzonia non ricevono nessun aiuto concreto e ogni giorno vedono scomparire una parte della loro patria a causa del desiderio di profitto e di azioni illegali che non vengono fermate dalle autorità. Le immagini sono state scattate il 7 agosto 2014 nel nord-est dello Stato di Maranhao, all'interno del bacino amazzonico.

I Ka'apor hanno raccontato al fotografo che i taglialegna hanno invaso il villaggio di Gurupi lo scorso novembre, hanno malmenato con violenza gli anziani, sparato agli animali e spaventato i bambini. A febbraio i taglialegna hanno attaccato tre guerrieri indigeni durante una delle loro operazione e hanno ferito un membro della tribù quasi a morte. Le autorità federali hanno preso nota della situazione di conflitto, ma non hanno agito.

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Ecco dunque che gli indigeni hanno deciso di  farsi giustizia da soli. E inviano questo messaggio ai bianchi: "Molti pensano che la foresta non abbia alcuna utilità. E' perché non riescono a comprendere che si tratta di una giungla vivente indispensabile per tutto il mondo in quanto aiuta la Terra a respirare".

Marta Albè

Fonte foto: reuters.com

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