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FAO: dimezzare la fame nel mondo entro il 2015. Dieta vegan per accelerare l'obiettivo

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Dimezzare la fame nel mondo entro il 2015? Sì, forse possiamo crederci. E' quanto riporta il Rapporto sullo Stato dell'insicurezza Alimentare nel mondo (Sofi) presentato ieri dalla Fao, con Ifad e Pam, dal quale emergono le attuali stime di denutrizione e i progressi raggiunti dai Paesi in Via di Sviluppo. 

Purtroppo, sostiene il Rapporto, la fame nel mondo è ancora un fenomeno presente e preoccupante poiché ad oggi sono 805 milioni di persone a soffrirne di cui 791 milioni solo nei Paesi in Via di Sviluppo. Allo stesso tempo, però, gli affamati sono ben 209 milioni in meno rispetto al 1990/92 e 100 milioni in meno se confrontati con 10 anni fa. Dati incoraggianti, soprattutto perché potrebbero dimostrare che l'Obiettivo di Sviluppo del Millennio di dimezzare la percentuale di persone sottonutrite nei paesi in via di sviluppo è a portata di mano già nel 2015.

Obiettivo ambizioso quello dell'eradicazione della fame, ma a quanto pare non impossibile. Ecco perché è necessario un impegno politico al più alto livello con la sicurezza alimentare e la nutrizione come priorità nell'agenda politica, che punti ad uno sviluppo economico, ad una coordinazione di stati e di organizzazioni internazionali e ad una maggiore attenzione all'ambiente.

Ma come accelerare il processo? 

Sulla questione è intervenuta la LAV che in una nota sottolinea come il modo migliore e più efficace per raggiungere l'obiettivo sarebbe la sostituzione delle proteine animali con le proteine vegetali. Anche la FAO aveva più volte dimostrato una certa inclinazione a questo modello alimentare alternativo alle proteine animali che lei stessa, dopotutto, ritiene fallimentare in quanto sempre più insostenibile a livello ambientale.

fao rapporto sofi

 

Le risorse investite per l'alimentazione vegetariana (o vegana) sarebbero sostanzialmente minori di quelle consumate per garantire l'alimentazione a base di proteine animali per tutti gli abitanti del pianeta e si avrebbe a disposizione 10 volte più cibo, senza contare che ne i vantaggi sulla salute umana e per il pianeta stesso.

L'ipotesi vegetariana (e vegana) potrebbe essere una delle tante soluzioni (insieme con azioni politiche mirate) per sconfiggere la fame nel mondo?

Cristiana Priore

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10 idee regalo fai-da-te (più una) per i bebe' in arrivo

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REGALI FAI-DA-TE PER I BEBE' IN ARRIVO - Siete pronti a dare sfogo a tutta la vostra creatività? Se un bebè è in arrivo, non limitatevi al solito regalo che potreste acquistare in qualsiasi negozio, ma provate a creare qualcosa di originale con le vostre mani.

 Con il fai-da-te infatti potrete realizzare pupazzetti, copertine, bavaglini, scarpine e cappellini per i più piccoli.

Ecco tante idee regalo fai-da-te per i bebè in arrivo.

 1) Scarpine

Ecco un'idea molto carina per realizzare un regalino per i bebè in arrivo. Si tratta di scarpine lavorate all'uncinetto. I lacci sono stati creati con dei nastrini. Potrete scegliere a piacere dei colori a contrasto per creare l'effetto decorativo che preferite. Qui le immagini da seguire.

regali bebe 1 scarpine

fonte foto: usefuldiy.com

2) Orsacchiotto

Con un po' di abilità nel lavoro a maglia potrete realizzare un bellissimo orsacchiotto da regalare al bebè in arrivo. Potrete creare anche dei vestitini, ad esempio una giacca con tanto di bottoncini decorativi e curare tutto il lavoro nei minimi dettagli per dare vita a un regalo unico e personalizzato, al di là dei classici peluche. Qui il tutorial da scaricare.

regali bebe 2 orsacchiotto

fonte foto: allaboutyou.com

3) Nuvoletta

Ecco una proposta completamente fatta a mano per dare vita ad una versione alternativa dei giochi e delle decorazioni da appendere sopra la culla o il lettino dei bambini. Potrete ritagliare la nuvola dal feltro bianco e le gocce di pioggia ancora dal feltro o dalla stoffa colorata. Qui il tutorial.

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fonte foto: blackandwhiteandlovedallover.com

4) Bavaglini

I bavaglini sono un grande classico dei regali per i bebè. Di solito le mamme e le nonne acquistano della tela aida per realizzare dei bavaglini da ricamare a punto croce. Ma potrete creare i vostri bavaglini anche con del tessuto di spunga o con della stoffa colorata. E' utile seguire il profilo di un bavaglino già pronto da tenere come modello. Qui il tutorial.

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fonte foto: canadianfamily.ca

5) Copertina

Questa copertina patchwork è comoda da portare con sé per il cambio del pannolino del bimbo fuori casa o da stendere sul divano o sul prato durante i momenti di gioco, in modo che il piccolo rimanga comodo, sdraiato o seduto quando sarà più grande. Potrete riunire tanti scampoli di stoffa con fantasia. Qui il tutorial.

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fonte foto: fashionedbymeg.com

6) Porta giochi

A partire dalla stoffa con fantasie multicolori potrete creare un porta giochi per i bambini, adatto sia in casa, che in viaggio, che per una giornata all'aria aperta. Al vostro regalo homemade potrete abbinare anche dei piccoli giocattoli, come pupazzetti e sonaglini. Qui il tutorial.

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fonte foto: merrimentdesign.com

7) Cappellino

Un cappellino per bambini che nasce dal riciclo creativo di vecchi indumenti – anche se non si direbbe davvero – oppure che potrete realizzare a maglia o all'uncinetto. E' uno dei regali più popolari per i bebè, ma potrete personalizzarlo in base alla vostra creatività. Qui il tutorial.

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fonte foto: femour.com

8) Pupazzetti

Con della stoffa colorata potrete creare tanti pupazzetti imbottiti per i più piccoli. L'alternativa all'acquisto del tessuto è il riciclo creativo. Potrete infatti trasformare facilmente dei calzini a vostra disposizione in pupazzetti a forma di gatto, orsacchiotto, coniglietto, gufo e tanti altri animali. Qui i tutorial.

Leggi anche: 10 modi per trasformare un calzino in un simpatico pupazzo

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fonte foto: lilsugar.com

9) Salviettine

Si tratta di un'idea che può sembrare insolita, ma all'estero è piuttosto popolare. Con del tessuto di spugna o di flanella potrete realizzare delle salviettine lavabili e riutilizzabili che sostituiranno le alternative usa-e-getta. Sono adatte sia per il momento della pappa che per il cambio del pannolino. Qui il tutorial.

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fonte foto: onecraftyhome.com

10) Stivaletti

Un'idea molto carina per i mesi autunnali e invernali, quando arriverà il freddo. L'alternativa alle classiche scarpine fatte a mano per i bambini sono dei veri e propri stivaletti con tanto di piccoli bottoni decorativi. Vi divertirete a crearli e saranno un regalo molto gradito. Qui il tutorial.

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fonte foto: craftsy.com

11) L'idea in più

Ecco l'dea in più: un suggerimento creativo per confezionare al meglio i regali. Sarà una vera sorpresa per le mamme e i papà. Potrete infatti ripiegare ad arte i vestitini, le calzine e i bavaglini da regalare ai bambini in modo da creare – anche se solo per l'aspetto – una scatola di dolcetti e pasticcini. Seguite le immagini.

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fonte foto: lovethispic.com

Marta Albè

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#Taiji, la Baia e' rossa: sterminate 2 famiglie di delfini (FOTO)

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Per 15 giorni la baia di Taiji è stata blu. Ieri e oggi la pace è finita nella Baia della Morte e le acqua si sono tinte di rosso sangue. Due famiglie sono state sterminate, mentre i piccoli sono stati abbandonati a un crudele destino, dopo essere stati rilasciati in mare senza la protezione del loro pod.

17 SETTEMBRE - Oggi una famiglia di delfini Risso Risso, più comunemente chiamati grampi, è stata guidata nella Baia della Morte dove 4 di essi, gli adulti, sono stati brutalmente massacrati e 4 di loro, cuccioli, sono stati riportati in mare aperto, perché non pesano abbastanza per rientrare nella quota di cattura concessa.

"I delfini senza genitori vanno incontro a morte quasi sicura poiché vivono con loro fino a 3/6 anni. Quindi il lutto è doppio, per le vittime di oggi e quelle di domani", spiega Marina Kodros, attivista animalista e gestore della pagina Facebook 'L'altro con Sé',che in Italia aveva lanciato la campagna di protesta contro la caccia ai delfini giapponese, aperta il 01 Settembre come ogni anno, nonostante le contestazioni arrivate da tutto il mondo.

Gli addestratori sono accorsi nella baia per vedere se ci fosse qualche esemplare "carino" da catturare e vendere a delfinari o parchi acquatici. Non c'era, quindi le prede sono state tutte uccise. Buffo che questi stessi individui sostengano di "amare i delfini". Taiji è una città dove l'ipocrisia continua a regnare per nascondere quello che c'è davvero dietro questo inutile e crudele spargimento di sangue: lo squallido business della vendita dei migliori individui a delfinari e parchi acquatici di tutto il mondo.

delfini uccisi 2014

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16 SETTEMBRE - Un delfino addestrato vale fino a 250.000 dollari, di certo non paragonabili certo ai 500 dollari che si ricavano dalla vendita delle carni di un individuo. Anche ieri, 16 Settembre, dopo ore di furiosa battaglia i pescatori sono riusciti a guidare una famiglia di 8,9 delfini, incluso un cucciolo, verso quello che è diventato il luogo di sterminio.

Le immagini di questa nefandezza vengono catturate dagli instancabili eco-pirati di Sea Shepherd, i guardiani della Baia, che quest'anno non hanno accesso alla rupe, dalla quale si poteva vedere l'interno della Baia. E' stato chiuso. Per sicurezza dicono. Perché non vogliono farsi vedere, dicono gli attivisti.

"Ma il mondo li sta guardando lo stesso. Migliaia di tweets e immagini hanno già fatto il giro del mondo e rapporti dettagliati sono arrivati in tempo reale sulle scrivanie di tutte le testate giornalistiche internazionali. La mobilitazione internazionale si fa sempre più importante e, ci preme dirlo, soprattutto quella giapponese che è fondamentale per far acquistare forza alla campagna", aggiunge la Kodros.

Cosa possiamo fare? Noi possiamo fermare tutto questo. Possiamo informare i nostri parenti, amici, bambini di quanto accade a Taiji. Possiamo partecipare alle manifestazioni e firmare le petizioni contro il massacro. Possiamo condividere le notizie in rete. Possiamo, e dobbiamo, non comprare il biglietto per delfinari, parchi acquatici e acquari.

Roberta Ragni

Fonte e foto: Sea Shepherd Cove Guardians Page (official)

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Taiji, torna il massacro. 15 cose che non sai su delfini e delfinari (VIDEO)

Car-sharing: è boom in Italia. Ma 'ndo' parcheggi?

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car sharing roma

E' boom del car sharing in Italia. I numeri presentati oggi nel corso della Giornata europea del car sharing organizzata a Roma in occasione della Settimana della mobilità sostenibile 2014 parlano chiaro: l'auto condivisa piace agli italiani e sono più di 220.000 quelli che la utilizzano.

Il successo in larga scala è arrivato soprattutto nell'ultimo anno con l'ingresso degli operatori privati - come car2go ed Enjoy di Eni - che hanno occupato le principali città italiane, Roma e Milano in primis. Previsto per la prima volta nel 1998 nel pacchetto anti-smog lanciato dal ministero dell'ambiente, il car-sharing si è a affacciato ufficialmente in Italia nel 2001, ma, come un diesel, ci ha messo un po' ad arrivare nel cuore degli italiani, ancora troppo legati all'auto di proprietà e scoraggiati dalle macchinose e poco convenienti modalità di fruizione degli albori. 

E' con le nuove formule, messe a punto grazie anche all'integrazione  con le nuove tecnologie e con le app degli smartphone, che finalmente questa iniziativa di share economy ha fatto breccia nel grande pubblico delle città anche del Belpaese. La chiave per il successo è stata proprio quella di non vincolare l'utilizzo a postazioni predeterminate: il cosiddetto car sharing "a flusso libero" permette, infatti, di prelevare e riconsegnare la vettura in qualsiasi luogo, senza stazioni dedicate, in un'area predeterminata all'interno della città. Per trovare l'auto più vicina basta collegarsi ad una app. Inoltre l'integrazione del servizio con più città, anche a livello europeo, ha incentivato l'uso anche dei clienti più business che hanno trovato in questa opportunità una valida alternativa al taxi.

E' così che si è ridotto il gap con il resto d'Europa che già utilizzava il servizio da diversi anni: ad oggi sono nel vecchio continente sono oltre 500.000 gli iscritti al car sharing e 13.000 vetture a disposizione con la Francia che la fa da padrona.

Ma si sà, noi siamo in Italia e anche le cose belle e le iniziative migliori vengono recepite a "modo nostro". Così se è vero che ormai  solo a Roma sono 100.000 gli utenti registrati con circa 35.000 noleggi settimanali, solo a Roma possiamo assistere a scene di parcheggio selvaggio delle vetture prese in affitto. Sì perché la libertà di "parcheggiare" ovunque viene preso alla lettera dagli italiani!

Basta girare un po' per la città o sul web per imbattersi in emblematiche "chicche" di auto dedicate al car sharing lasciate nei posti più impensabili. E così nel car sharing Day ne abbiamo raccolta qualcuna per riflettere un po' su come la proverbiale "arte di arrangiarsi" del popolo italico debba, più nel male che nel bene, uscire fuori anche nelle iniziative più virtuose.

Ma 'ndo parcheggi!

E così, parafrasando una delle frasi che compaiono sulle smart del servizio di Car2go approdato nella capitale a marzo di quest'anno ecco alcune foto più emblematiche:

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Auto parcheggiata in mezzo alla piazza e bloccata con le ganasce

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Auto parcheggiata sul marciapiede nella corsia per ciechi

parcheggio car sharing

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car2go parcheggi vaffanculo

Auto parcheggiate nel bel mezzo degli incroci

 

car2go parcheggio mercato

Car sharing al mercato...

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"Mi trovi ovunque", mai slogan è stato più azzeccato!

Simona Falasca

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Riciclo creativo e ciclo-officina mobile nel cuore di Roma per la Mobility Week 2014

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mobility 

Una ciclofficina mobile all'interno di un autobus Undi linea per portare il riciclo creativo nel cuore di Roma. È solo uno degli appuntamenti previsti per l'European Mobility Week  in programma fino a domenica 21 settembre.

Con lo slogan "Our street, our choise" (La nostra strada, la nostra scelta), la Settimana europea della mobilità ha un unico scopo: quello di spingere i cittadini a riconquistare i propri spazi nella città, perché solo così possono davvero creare spazi urbani ideali, in cui far crescere le generazioni future.

"Vogliamo parlare di città smart e sostenibili, a misura di cittadino, più verdi, in sintonia con l'ambiente e con gli stili di vita virtuosi. Vogliamo incoraggiare l'autoproduzione e l'autoriparazione, l'uso dei mezzi pubblici e delle biciclette" spiega Marlene Scalise, presidente di RIscARTI, contenitore multidisciplinare di esperienze sull'up-cycling, che aveva già allestito tre autobus Atac prossimi alla rottamazione durante la II edizione del Festival internazionale del riciclo creativo a Roma. "Molti preziosi scarti ai quali l'Atac ci ha dato accesso – aggiunge - ci sono serviti per costruire tavoli, armadietti e nuove sedute, in sintonia con una nuova sensibilità crescente, anche nello stile, di beni durevoli e non standardizzati".

E una ciclo-officina proprio su un autobus Atac è la chicca di questa tredicesima edizione della settimana della sostenibilità, che fa sfoggio di sé in via dei Fori Imperiali - recentemente pedonalizzati grazie a Legambiente - insieme con una mostra mercato di opere di riciclo creativo sotto il cappello di RIscARTI e di Atac.

totem riscarti

Circa il 24% dei rifiuti speciali prodotti da Atac SpA sono imballaggi di legno, vetri, pneumatici. Il che significa si tratta di materiali che possono essere benissimo sottratti dalla filiera dei rifiuti, in quanto materie prime, e quindi diventare materiale utilizzabile dai creativi del riuso.

L-ATRA-FACCIA-DELLA-SPAZZATURA

Per tutta la settimana, inoltre, Cicló, la bottega artigiana per ciclisti ispirati, e 16bici della coop. In più, nel Grande Carro offriranno un servizio di riparazioni, ciclo-restauri e usato-garantito. Sull'autobus viaggeranno, insieme ai passeggeri, anche opere d'arte realizzate con materiali di scarto degli Artisti Green di RIscARTI: Cristiano Muti autore di due "Totem" o "Menhir" in ferro come un manifesto spirituale contro lo spreco; Dorotea Prehn con l'istallazione "L'altra faccia della spazzatura" visibile solo se si pedala su una vecchia cyclette; il vestito fatto con le cinture di sicurezza di Anamarija Pirc; la Super-Atac di Alessandro Ciafardini un connubio di funzionalità e creatività.

E siccome la città eterna è capace ancora di ispirarsi alla magia del mito, domenica 21 alle 11.30 l'Acciaieria e RIscARTI presenteranno la ciclo-biga, costruita con scarti provenienti dai depositi Atac: un mezzo di origine sacra, che guarda al futuro di una città capace ancora di meravigliare.
Tutto il programma lo trovate qui http://www.agenziamobilita.roma.it/servizi/settimana-della-mobilita-sostenibile

Germana Carillo 

 

TITOLO: European Mobility Week a Roma: l’autobus di RIscARTI a via dei Fori Imperiali

 

Surprize: la nuova mela con la polpa rosa

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susprize pink apple mela rosa

Tra gli scaffali dei supermercati Tesco, in Gran Bretagna, è arrivata una nuova varietà di mele che sembra pensata appositamente per stupire i consumatori. Si chiama Surprize, ha la polpa rosa e viene descritta come tanto bella quanto buona.

La particolarità della mela Surprize sarebbe soprattutto nel colore della polpa, in modo che il sapore possa rimanere il più possibile fedele al frutto che noi tutti conosciamo e amiamo. Si tratta probabilmente soltanto di un nuovo stratagemma per attirare l'attenzione di chi fa la spesa al supermercato in tempi di crisi.

La curiosità di assaggiare la nuova mela dalla polpa rosa potrebbe spingere alcuni ad aprire il portafogli. Secondo la stampa locale, la mela rosa Surprize rimarrà nei supermercati solo per qualche settimana, come era già successo in precedenza con la fragola ananas di colore bianco e dal gusto esotico, soprannominata Pine Berry.

Insomma, questo nuovo frutto eccentrico forse rimarrà in vendita soltanto per il tempo necessario ad attirare l'attenzione della stampa e dei consumatori più curiosi sulla novità. Di recente, sempre in Gran Bretagna, nei supermercati Waitrose era arrivata Cotton Candy, la nuova uva senza semi al gusto di zucchero filato di cui vi avevamo parlato un anno fa.

La nuova mela rosa si chiama Surprize proprio per la reazione di sorpresa di chi la vede per la prima volta al banco della frutta. A prima vista è più simile a un pompelmo. E' stata sviluppata dall'agricoltore William Barnette, nell'Herefordshire, ed ora è in fase di sperimentazione da Tesco per comprendere se solleciterà le papille gustative della clientela.

Nella sua proprietà di Tillington, l'agricoltore ha dato vita anche alla mela Rosette Raspberry Ripple, dalla polpa bianca e rosa scuro. E' stata lanciata nel 2012 e si trova ancora in vendita da Tesco. Sareste curiosi di assaggiare la nuova mela dalla polpa rosa? Pensate che la sua creazione sia soltanto una perdita di tempo o ritenete che poter assaggiare nuove mele stravaganti possa aiutarci a mangiare più frutta?

Marta Albè

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Clownterapia: “la magia di un sorriso” per portare allegria ai bimbi in ospedale

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clownterapia

C’è qualcosa di più triste che vedere dei bambini malati e costretti a letto in ospedale? Eppure anche in quella situazione può arrivare un po’ di allegria e di risate spensierate grazie alla clownterapia che si sta diffondendo sempre più anche nel nostro paese. Per rendere questo servizio più stabile, almeno in alcuni ospedali, è partita la campagna “La magia di un sorriso”.

Fino al 27 settembre è possibile sostenere l’iniziativa inviando un sms al 45595 e facendo così una donazione di 2 euro oppure chiamando lo stesso numero da rete fissa (5 euro). Grazie ai soldi raccolti la fondazione Dottor Sorriso Onlus potrà garantire la presenza una volta a settimana di 2 clown nelle corsie di 8 reparti pediatrici e 2 istituti di riabilitazione per bambini disabili.

Sono 18 anni che la fondazione porta i clown nei reparti pediatrici italiani grazie alla professionalità e la competenza di numerose persone che, dopo aver frequentato corsi appositi, sono pronti ad offrire le loro allegre prestazioni ai bambini ricoverati in ospedale e ai loro genitori contribuendo ad alleviare le loro sofferenze e riuscendo ad allontanarli almeno per un attimo dai problemi che devono affrontare.

Ma non è solo questo. E’ stato provato che la clownterapia agendo positivamente, attraverso le risate e il buon umore, sul sistema psicologico del bambino è in grado anche di migliorare la capacità dei più piccoli di reagire alla malattia e quindi aiutare nel percorso di guarigione insieme alle più tradizionali terapie.

Gli ospedali coinvolti nell’iniziativa sono: il Policlinico di Modena, il Policlinico Federico II di Napoli, la Clinica pediatrica “De Marchi”, l’Ospedale “Ca’ Granda” di Milano, l’Ospedale “Casa di sollievo della sofferenza” di San Giovanni Rotondo (FG) e l’AO “Città della salute e della scienza” di Torino oltre che gli istituti di riabilitazione “Sacra Famiglia” di Cesano Boscone (MI) e “La nostra famiglia” di Bosisio Parini (LC).

Sarebbe bello vedere più spesso dei nasi rossi nei nostri ospedali e ci auguriamo che, almeno in futuro, ovunque ci sarà un bambino malato ci sia anche la possibilità di far nascere un sorriso!

Francesca Biagioli

Foto: dottorsorriso.it

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Spazzolino elettrico: come proteggersi dai batteri

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spazzolino elettrico batteri

Gli spazzolini elettrici aiutano a difenderci meglio dalla placca, ma sono davvero più igienici? Come difendersi dai batteri che vi si accumulano? Va detto prima di tutto che il rischio varia anche a seconda de tipo di spazzolino elettrico utilizzato come fanno notare in un nuovo studio i ricercatori del The University of Texas Health Science Cener presso la Texas School of Dentistry.

E in tale ottica, ad esempio, li spazzolini elettrici a testina solida (solid-head) trattengono meno batteri rispetto agli spazzolini elettrici a testina cava (hollow-head).

Secondo i ricercatori scegliere lo spazzolino elettrico giusto può contribuire a proteggerci dalle contaminazioni batteriche. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul numero di agosto del Journal of Dental Hygiene. Donna Warren Morris, autore principale della ricerca, ha sottolineato che la conta dei batteri è risultata minore negli spazzolini elettrici a testina compatta.

"Gli spazzolini da denti possono trasmettere microrganismi che causano malattie e infezioni. Il design delle testine degli spazzolini elettrici dovrebbe dare la preferenza a testine compatte, dalle setole morbide e realizzate in nylon"ha spiegato la Morris.

"Per disinfettare gli spazzolini è inoltre importante fare in modo che la testina possa asciugare tra un utilizzo e l'altro e disinfettarla. Ora alcuni spazzolini elettrici includono un sistema a raggi ultravioletti. Oppure si può immergere la testina nel collutorio per 20 minuti" – ha aggiunto.

Lo studio è stato condotto nel corso di due settimane in cui i partecipanti si sono lavati i denti con spazzolini elettrici dalle testine differenti. Una volta su tre gli spazzolini venivano assegnati in modo casuale. I partecipanti hanno utilizzato un dentifricio non antibatterico e hanno proseguito la loro routine nell'utilizzo del filo interdentale, ma non hanno mai ricorso al collutorio.

Gli esperti spiegano che di solito sulle confezioni degli spazzolini elettrici non sono indicate le caratteristiche delle testine. Raccomandano dunque di scegliere gli spazzolini dalla struttura solida e compatta dal manico fino alle setole.

Durante lo studio le testine sono state esposte a cinque tipologie di microrganismi orali, tra cui lieviti, muffe, streptococchi e batteri gengivali. Alcuni dei microrganismi individuati sulle testine degli spazzolini sarebbero stati associati a malattie sistemiche. Secondo la Morris, ci sarebbe un'associazione tra malattie gengivali e disturbi cardiovascolari.

Inoltre alcuni studi hanno collegato il Fusobacterium al cancro del colon retto. Il consiglio più importante? Attenzione all'igiene orale e anche quella dello spazzolino. Ma soprattutto, cercate di prendervi cura del vostro sistema immunitario, così che il vostro organismo sia protetto da batteri e infezioni.

Marta Albè

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L'auto alimentata con l'acqua di mare presto in Europa?

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Un'auto elettrica che va ad acque del mare? Utopia? Non proprio. Al Salone di Ginevra aveva raccolto pochi consensi ed era stata accolta con scetticismo ma la Quant e-Sportlimousine di Nanoflowcell ha appena ricevuto l'ok per la sperimentazione in Europa e in particolare in Germania. Un'auto elettrica con una caratteristica molto speciale: è la prima ad essere alimentata con acqua salata.

Niente benzina, né GPL o metano. Questo veicolo dal design futuristico, che ricorda un gabbiano con le ali spiegate, presto potrà percorrere le strade pubbliche della Germania. Secondo Nanoflowcell, la Quant e-Sportlimousine può accelerare da 0-100 kmh in appena 2,8 secondi raggiungendo una velocità di 350 chilometri all'ora con un'autonomia di guida che arriva fino a 600 chilometri.

Il recente via libera dell'Europa alla guida sulle strade pubbliche, è la prova del rinnovato interesse per il veicolo ad acqua salata.

Ma come funziona? Alla base una reazione elettrochimica, che ha luogo combinando due liquidi con sali metallici che agiscono come elettroliti. Queste soluzioni vengono poi inviate ad una cella a combustibile per la creazione di energia elettrica, immagazzinata nei supercondensatori e inviata ai quattro motori elettrici di Quant e-Sportlimousine.

In Germania, le specifiche ufficiali potranno essere basate sulle norme di omologazione dei veicoli e sulle disposizioni di licenza per la circolazione stradale. In linea di massima i controlli riguarderanno componenti come i freni, i sedili, le cinture di sicurezza, il sistema di illuminazione e il getto per i tergicristalli.

QUANT-e-Sportlimousine

L'approvazione per l'uso dell'automobile in Germania e in Europa nel suo complesso è un traguardo importante per noi. Da allora abbiamo avuto una serie di interessanti, discussioni di alto livello con investitori, banche e case automobilistiche. C'è un enorme interesse per la tecnologia innovativa che caratterizza la nanoFLOWCEL e naturalmente Quant e-Sportlimousine,” ha detto il CTO Nunzio La Vecchia.

{youtube}RqLpqR0SPnQ{/youtube}

Solo quando il processo di omologazione sarà completato, la QUANT e-Sportlimousine potrà puntare al prossimo obiettivo: la produzione in serie.

Francesca Mancuso

Foto: Nanoflowcell

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Come pulire tutti i tipi di pavimenti senza sostanze tossiche

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come pulire pavimenti cotto marmo paequet legno piastrelle

Pulire i pavimenti di tutti i tipi è possibile senza per forza utilizzare prodotti chimici e sostanze dannose. 

La pulizia è più semplice per i pavimenti in piastrelle (fughe a parte) mentre richiede più attenzione per i pavimenti in legno, per il parquet, per i pavimenti in cotto e per la moquette. Ecco alcuni consigli utili per pulire ogni tipo di pavimento nel modo migliore.

Come pulire i pavimenti in legno e il parquet

I pavimenti in legno e il parquet sono tra i più delicati per quanto riguarda le pulizie. Non utilizzate detersivi aggressivi. Il modo migliore per pulire i pavimenti in legno e rimuovere la polvere facilmente è usare un panno in microfibra da passare con lo spazzolone. Imbevetelo in acqua tiepida e strizzatelo. Passatelo e poi asciugate il pavimento con un panno asciutto oppure lasciate le finestre aperte in una giornata di sole. Se serve rimuovere qualche macchia, soltanto nei punti specifici provate a strofinare qualche goccia di detersivo per i piatti ecologico o di sapone di Marsiglia liquido.

Per lucidare il parquet potete ricorrere a piccole quantità di olio di lino o di olio extravergine, se volete aggiungendo anche qualche goccia di succo di limone. Se si sono formati dei graffi più chiari rispetto al pavimento, ripassateli con un pennarello dello stesso colore. Per proteggere il parquet e i pavimenti in legno posizionate dei feltrini sotto sedie e mobili.

Leggi anche: Come pulire pavimenti in legno e parquet

Come pulire i pavimenti in cotto

Per rimuovere la polvere dai pavimenti in cotto potete utilizzare facilmente una scopa o l'aspirapolvere. Anche per i pavimenti in cotto vale la strategia del panno in microfibra utilizzato per i pavimenti in legno. I pavimenti in cotto sono altrettanto delicati. Evitate sostanze aggressive come acido citrico o aceto. Per la pulizia dei pavimenti in cotto potrete aggiungere al classico secchio d'acqua piccole quantità di sapone di Marsiglia liquido o in scaglie se occorre una detergenza più profonda.

Asciugate i pavimenti in cotto se volete evitare la formazione di aloni. Se sul pavimento in cotto si sono formate delle macchie di natura acida, tamponatele con acqua e bicarbonato oppure cospargetele con del bicarbonato, lasciate agire e completate la pulizia con una spugnetta morbida. Se avete rovesciato accidentalmente dell'olio sul pavimento in cotto, intervenite subito versando farina, segatura o amido di mais.

Come pulire i pavimenti in piastrelle, le fughe e il linoleum

I pavimenti piastrellati sono forse i più semplici da pulire. Potrete affidarvi alla classica saponata. Basterà versare qualche goccia di sapone liquido o di detersivo per i piatti ecologico direttamente nel secchio o sul panno che utilizzerete per le pulizie, dopo averlo inumidito. Se dovete solamente eliminare della polvere, inumidite e strizzate un panno in microfibra e passatelo sui punti critici. Questi semplici rimedi sono validi anche per i pavimenti in linoleum.

La nota dolente è data invece dalla pulizia delle fughe delle piastrelle. La soluzione principale è l'olio di gomito, dunque strofinare armati di pazienza e di un vecchio spazzolino da denti, ma con l'aiuto di prodotti ecologici utili, come il bicarbonato di sodio, il per carbonato di sodio e l'acqua ossigenata (al 3%, che corrisponde a 10 volumi). Potrete decidere di iniziare a strofinare le fughe, lasciare agire e poi strofinare ancora. Infine risciacquare e asciugare. Qui tutte le info utili nei dettagli.

Leggi anche: Come pulire le fughe delle piastrelle

Come pulire la moquette

La pulizia della moquette di norma va effettuata con l'aspirapolvere o con il vaporetto. Per rimuovere i cattivi odori dalla moquette cospargete i punti critici con del bicarbonato di sodio e lasciate agire a lungo prima di passare l'aspirapolvere. Per assorbire le macchie di unto – ad esempio di olio – che si sono appena formate sulla moquette, intervenite subito tamponando con un panno assorbente o con un pochino di amido di mais, che poi aspirerete prontamente con l'aspirapolvere.

Leggi anche: Come pulire la moquette e i tappeti in modo naturale

Come pulire i pavimenti in marmo

Regola fondamentale: non utilizzate mai aceto, acido citrico o altre sostanze acide sui pavimenti in marmo o su altre superfici in marmo. Provochereste danni irrimediabili. Per pulire i pavimenti in marmo potrete utilizzare un panno morbido da immergere in acqua e sapone o in acqua e bicarbonato. Se inavvertitamente delle sostanze acide cadono sul pavimento in marmo, provate a tamponare subito con il bicarbonato. Se volete lucidare il marmo ma non avete una lucidatrice, i rimedi della nonna suggeriscono di usare un panno di lana o un vecchio maglione.

Leggi anche: Come pulire e lucidare il marmo in modo naturale

Per ulteriori consigli su come pulire casa senza detergenti chimici vi consigliamo il nostro libro "La mia casa ecopulita - Detersivi fai da te ecologici ed economici" (Gribaudo 2014). Lo trovate in tutte le librerie Feltrinelli al prezzo di 14,99 Euro. Potete approfittare dello sconto di lancio del 15% acquistando il libro online:

- sul sito di Feltrinelli 

- Su Amazon

Marta Albè

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10 consigli per rafforzare le difese immunitarie dei bambini

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bambini sistema immunitario

COME AUMENTARE LE DIFESE IMMUNITARIE DEI BAMBINI - Siamo vicini al cambio di stagione. Con l'autunno e l'inverno rischiano di arrivare anche il classico raffreddore e l'influenza. Ad essere colpiti soprattutto i bambini che a scuola o all'asilo entrano più facilmente in contatto con la diffusione dei virus. 

Possiamo però intervenire fin da subito per rafforzare le difese immunitarie dei bambini, così da ridurre il rischio di malanni stagionali. Un bambino che segue una dieta sana, che gioca all'aria aperta e che ha il tempo di rilassarsi è di certo un bambino sano.

Ecco alcuni consigli utili.

1) Alimentazione sana

Il sistema immunitario dei bambini può trovarsi in difficoltà quando la dieta è ricca di additivi, zuccheri e conservanti o se i piccoli soffrono di un'allergia alimentare non diagnosticata. Si tratta di circostanze che possono affaticare la digestione e causare infiammazione. Per l'organismo diventa più difficile contrastare germi e batteri. Una dieta sana è ricca di legumi, frutta, verdura, cereali integrali, frutta secca e semi oleaginosi. Dovreste insegnare ai bimbi a mangiare quattro o cinque porzioni di frutta e verdura al giorno.

2) Movimento all'aria aperta

Fare movimento e sport, soprattutto se all'aria aperta, aiuta i bambini a vivere meglio a diversi livelli. Li aiuta a dormire più sereni a nutrirsi in modo più sano e a mantenere in allenamento sia la mente che il corpo. Con queste buone abitudini l'organismo si mantiene in salute ed è pronto ad affrontare i virus e i batteri che possono minacciarlo.

3) Probiotici

I probiotici sono batteri benefici presenti naturalmente nell'intestino. Aiutano a proteggere l'apparato digerente e ad eliminare le tossine, oltre che ad assimilare il cibo e a rafforzare il sistema immunitario. Potreste provare ad arricchire la diete dei più piccoli con cibi ricchi di probiotici, come lo yogurt, anche vegetale, preparato con fermenti vivi, e il kefir. i probiotici si trovano anche nella pasta madre, nel miso, nel tempeh, nei crauti e nel kombucha.

Leggi anche: Cibi probiotici e prebiotici: cosa sono, benefici e dove trovarli

4) Echinacea

L'echinacea è uno dei rimedi naturali più noti per stimolare il sistema immunitario. Per quanto riguarda i bambini, è necessaria però un po' d'attenzione. Meglio chiedere consiglio al pediatra e all'erborista. Secondo S. Buslau e C. Hembd, autori di "Echinacea, la straordinaria pianta che cura le infezioni", i bambini al di sotto di un anno non dovrebbero essere curati con l'echinacea, mentre per i bambini al di sotto dei tre anni bisognerebbe utilizzare dosi molto piccole.

Leggi anche: Raffreddore e influenza? La risposta naturale e' Echinacea

5) Frutti di bosco

Tutta la frutta è utile per mantenere il sistema immunitario in salute, ma i frutti di bosco sono particolarmente utili. In estate raccoglieteli, se ne avete l'occasione, e offriteli ai bambini per colazione, per merenda o come dessert. Li aiuteranno a stimolare le difese immunitarie in preparazione all'arrivo dell'inverno.

6) Vitamina C

La vitamina C è un potente antiossidante che stimola le difese immunitarie e migliora il potere di guarigione del nostro corpo. Tra le fonti di vitamina C non troviamo soltanto le arance, i limoni e gli agrumi, ma anche i kiwi, i pomodori, le fragole, l'anguria, gli spinaci, i broccoli, da scegliere in base alla stagionalità per preparare contorni, macedonie, succhi freschi e frullati a seconda degli ingredienti disponibili e preferiti.

Leggi anche: Vitamina C: tutte le proprieta' e i cibi che ne contengono di piu'

7) Zinco

Lo zinco è un minerale molto importante, in particolare per i bambini, ma troppo spesso sottovalutato. Lo zinco rafforza il sistema immunitario e aiuta i bambini nella crescita e nello sviluppo. L'assunzione di zinco attraverso l'alimentazione può aiutare i bambini ad ammalarsi di meno e nella concentrazione. Tra le fonti vegetali di zinco troviamo, ad esempio, i semi di zucca e i semi di sesamo.

Leggi anche: Semi di zucca: 10 proprieta' benefiche

8) Buon sonno

A seconda dell'età, i bambini hanno bisogno di un numero di ore di sonno maggiore rispetto agli adulti, ma molti bambini non riposano abbastanza a lungo. La carenza di sonno può indebolire il sistema immunitario e rendere i bambini più esposti a germi e batteri. Fate in modo che i bambini vadano a letto presto in modo che possano dormire abbastanza anche durante la settimana di scuola.

9) Ridurre lo stress

Purtroppo anche i bambini di oggi, proprio come gli adulti, soffrono a causa dello stress. Quando gli ormoni dello stress aumentano, il sistema immunitario può indebolirsi. Per rilassarsi e alleviare le tensioni, i bambini dovrebbero avere a disposizione più tempo libero da dedicare al gioco, ad attività creative, allo sport sano e al riposo. Aiutate il loro relax con della musica di sottofondo durante i momenti di tranquillità, coccolateli e raccontate loro delle belle storie della buonanotte.

10) Ridurre gli zuccheri raffinati

Consumare alimenti ricchi di zuccheri raffinati può indebolire il sistema immunitario. Fate dunque attenzione ai dolciumi, alle bibite gassate, alle caramelle e ai prodotti confezionati in generale, compresi i succhi di frutta industriali. Per i bambini scegliete sempre le alternative naturali migliori, abituateli a mangiare frutta e verdura, preparate in casa degli spuntini salutari per la merenda, anche da portare a scuola.

Marta Albè

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Cannabis terapeutica: Sì alla produzione in Italia, No all'autocoltivazione

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Sì alla produzione di cannabis terapeutica in Italia. Ma un secco No all'autocoltivazione. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in occasione della presentazione del protocollo per l'avvio della produzione di cannabis a fini terapeutici nel nostro Paese. Un'apertura che molti attendevano da anni.

Il Governo ha detto sì alla marijuana di Stato. Sarà l'esercito a produrla. La coltivazione della cannabis e la produzione del principio attivo sono state inserite nell'ambito del Ministero della Difesa. Il principio attivo sarà distribuito nelle farmacie e sarà tracciabile dalla produzione fino alla distribuzione al paziente.

La stessa cosa avviene già per le sostanze derivate dagli oppiacei. Al via dunque il progetto pilota per la coltivazione e la produzione della cannabis terapeutica. Verrà prodotta presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Una volta ottenute le autorizzazioni necessarie, la produzione avrà inizio.

LEGGI anche: Marijuana: via libera alla coltivazione "di Stato". La produrrà l'esercito

I primi prodotti a base di cannabis terapeutica verranno venduti in Italia entro il 2015. Sarà possibile acquistare i prodotti a base di cannabis nelle farmacie locali e ospedaliere con la presentazione obbligatoria della ricetta medica. Le Regioni dovranno definire un protocollo di distribuzione per il nuovo prodotto.

Per l'Italia la produzione nazionale di cannabis avrà anche un vantaggio economico. Infatti al momento si spendono 15 euro per ogni grammo di cannabis importato dall'estero. Grazie all'autoproduzione della cannabis, l'Italia abbatterà i costi e risparmierà fino a 400-500 euro per paziente al mese.

"A Firenze abbiano una eccellenza che è quella dello stabilimento chimico militare"ha spiegato il Ministro, aggiungendo che da questa esperienza potranno nascere nuovi progetti: "questo della produzione di sostanze a base di cannabis per uso farmacologico deve essere solo l'inizio".

La spesa mensile per paziente ora è infatti di 900 euro e l'obiettivo è di dimezzarla. Nello stesso stablimento, per decisione del ministro della Salute, si produrranno anche farmaci destinati alle malattie rare. I militari avranno il compito di produrre il THC, mentre i medicinali a base del principio attivo verranno messi a punto nelle farmacie. Al momento in Italia è disponibile un solo farmaco a base di cannabis, destinato al trattamento dei pazienti affetti da sclerosi multipla.

Marta Albè

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I delfini sono piu’ intelligenti dei cani?

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delfini cani

Per decenni, i delfini e i cani hanno gareggiato per il titolo di animale più intelligente del mondo. Ma chi tra i due è in realtà più intelligente? E queste due specie così diverse possono davvero essere paragonate? Due domande difficili a cui tenta di rispondere Justin Gregg, un ricercatore del Dolphin Communication Project e co-redattore della rivista accademica Aquatic Mammals.


I delfini, con la loro socievolezza, la loro capacità di comunicazione e la loro giocosità, sono ampiamente considerati come la seconda specie più intelligente tra tutti gli animali dopo gli esseri umani. Tuttavia, gli ultimi anni hanno visto un crescente interesse verso la cognizione canina. I ricercatori in alcuni test hanno dimostrato che i cani sanno superare in astuzia sia le grandi scimmie che delfini. Quindi, cosa dice la scienza più recente? Potrebbero i cani essere i rivali intellettuali dei delfini?

"Ci sono molte prove sulla maggiore abilità dei cani nel decifrare intenzioni comunicative di una persona rispetto ai primati ", dice Laurie R. Santos, psicologo presso la Yale University a New Haven, Connecticut, Stati Uniti, che studia i primati e i cani per far luce sulla mente umana.

Questa capacità, rare nel regno animale, li rende una delle poche specie in grado di capire le persone. A differenza di cani, però, i delfini sono risolutori di problemi acuti e complessi, sanno riconoscersi allo specchio, quindi hanno un'altissima consapevolezza di sé.

Chi vince, quindi? Semplicemente non ha senso fare paragoni. Perché ci stiamo basando sulle nostre capacità per valutare l'intelligenza delle altre specie, mentre ognuno, di intelligenza, ha la sua, solo che è diversa dalla nostra. Anche i test di intelligenza sono afflitti da pregiudizi culturali. Ogni animale pensa diversamente, ma questo non vuol dire che lo faccia in maniera meno intelligente. La risposta alla domanda iniziale, quindi, è: dipende dal punto di vista.

Roberta Ragni

Fonte foto

Orso marsicano: esemplare ucciso con un colpo di fucile

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orso marsicano morto

Mentre ancora imperversa la polemica per la morte dell'orsa Daniza e il destino dei suoi due cuccioli è appeso a un filo, arriva una notizia disarmante su un altro orso. Questa volta siamo in Abruzzo, altra terra dove da tempo si è inasprito il conflitto tra uomini e fauna selvatica. Qui un altro esemplare è stato ritrovato morto lo scorso 12 settembre nel comune di Pettorano sul Gizio (AQ) .

Ora il Corpro Forestale di Stato fa sapere che è stato ucciso con un colpo di fucile. Queste le prime certezze arrivate dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZSLT) di Grosseto dove la carcassa è stata trasferita nella giornata di martedì. L'orso è stato trafitto da un colpo sparato con una munizione spezzata. Uno dei pallettoni ha raggiunto l'intestino ed ha provocato un'infezione: la peritonite è risultata fatale.

Sulla base delle risultanze dell'IZSLT di Grosseto il Corpo forestale dello Stato, coordinato dalla Procura della Repubblica di Sulmona, sta procedendo ad effettuare tutte le operazioni di ricerca delle fonti di prova per rintracciare i colpevoli dell'uccisione del plantigrado, nonché a ricostruire gli spostamenti dell'orso nelle ore antecedenti il decesso.

"Si smentisce la voce circolata su alcuni organi di informazione circa l'attività, da parte del Corpo forestale dello Stato, di ricerca e cattura dei due orsi che si aggirano nella zona di Pettorano sul Gizio. Continua, inoltre, senza sosta l'attività di monitoraggio da parte della Forestale nelle aree frequentate dagli orsi per allontanarli dalle zone abitate", si legge in una nota ufficiale.

Si tratta solo dell'ultima vittima. Da maggio a settembre 2014, infatti, sono già 4 gli orsi marsicani ritrovati morti nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e nelle aree esterne all'area protetta. Quasi il 10% della popolazione di orso bruno marsicano presente nell'appennino centrale è stata sterminata per mano dell'uomo (tubercolosi, avvelenamento o bracconaggio) senza che, ad oggi, nessuno dei responsabili sia stato assicurato alla giustizia.

Legambiente non ci sta. "Dobbiamo prendere atto che da parte delle istituzioni preposte, Ministero e Regioni in particolare, non ci sono azioni ancora sufficienti per invertire l'attuale tendenza di una popolazione di orso bruno marsicano seriamente minacciata di estinzione, occorre passare dalle parole ai fatti concreti, individuare la tutela dell'orso come una priorità per il Paese, rafforzare le aree protette e assegnare risorse adeguate alla tutela del plantigrado specie simbolo della biodiversità italiana".

E' questo l'appello che il Cigno Verde, per bocca dei presidenti dei Comitati regionali di Abruzzo, Lazio e Molise, Giuseppe Di Marco, Roberto Scacchi e Mariassunta Libertucci, diffonde alla vigilia della riunione del Tavolo Tecnico del Patom (Piano d'azione nazionale per la tutela dell'orso bruno marsicano) che si è riunito a Roma oggi presso il Ministero dell'Ambiente, convinti che, nonostante le oggettive difficoltà, si possono compiere ulteriori sforzi per mettere in sicurezza la popolazione di orso bruno marsicano.

"Dobbiamo dire con franchezza – continuano Di Marco, Scacchi e Libertucci – che quanto messo in atto fino a oggi dalle Regioni Abruzzo, Lazio e Molise per la tutela dell'orso bruno marsicano non risponde a quanto hanno sottoscritto attraverso il PATOM, ne' sono state attivate adeguatamente le strutture regionali per evitare che l'orso venisse messo a rischio da una carente gestione sanitaria delle attività zootecniche presenti dentro e fuori dal Parco. Perdere esemplari di orsi marsicani a causa di patologie sanitarie trasmesse da allevamenti bovini infatti è di una gravità estrema e ci aspettiamo che le responsabilità dei servizi veterinari delle ASL locali vengano accertati ed eventualmente sanzionati. Segnaliamo che i calendari venatori regionali di Abruzzo e Molise non sono adeguati alle esigenze di tutela dell'orso e nelle aree di perimetrazione esterna al parco si consente una presenza venatoria impattante sulla specie da tutelare".

Roberta Ragni

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Drenaggio linfatico manuale: cos’è e come funziona

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linfodrenaggio vodder

Ogni giorno entriamo in contatto con tantissime sostanze tossiche che respiriamo con l’aria, assumiamo con il cibo, o che riescono ad entrare nel nostro corpo attraverso i pori della pelle. Il nostro organismo è naturalmente in grado di disintossicarsi e proteggere così i suoi organi dagli effetti dannosi di queste tossine. Se però l’esposizione, come ai nostri giorni, è molto elevata possono essere utili delle disintossicazioni mirate, anche di tipo manuale, come ad esempio il drenaggio linfatico manuale.

Il sistema linfatico è fondamentale, oltre che per il buon funzionamento del sistema immunitario, anche per il processo di disintossicazione del nostro corpo dato che questo liquido, che scorre parallelamente al sangue, contribuisce alla rimozione dei “rifiuti” che si trovano all’interno dell’organismo (anche quelli prodotti dal normale metabolismo) raccogliendo liquidi e materiali di scarto per poi farli arrivare nei principali organi emuntori addetti allo smaltimento: fegato, reni, polmoni, ecc.

Si può capire bene quindi come un corretto funzionamento del sistema linfatico sia essenziale per godere di buona salute mentre una linfa congestionata da troppe sostanze da smaltire possa invece crearci dei problemi. Fu negli anni ’20 che il dottor Emil Vodder decise di ideare una tecnica corporea che potesse sostenere la linfa nelle sue funzioni, nacque così il drenaggio linfatico manuale (DLM).

Questa tecnica lavora in maniera molto ritmica e delicata favorendo il flusso della linfa in tutti i tessuti del corpo, contribuendo quindi a purificare,decongestionare e, in caso di edema (ovvero un accumulo di liquidi) ridurre dolore e gonfiore. Attraverso il drenaggio linfatico i tessuti possono liberarsi di acqua in eccesso, batteri e virus, tossine, scorie metaboliche,ecc.

Non si tratta di una tecnica dolorosa ma anzi molto piacevole e rilassante che non provoca sulla pelle alcun tipo di arrossamento e che si effettua senza utilizzare alcun tipo di olio o crema.

 

VANTAGGI:

- Rafforza il sistema immunitario

- Allevia pesantezza e gonfiore dovuti a congestione di liquidi

- Utile contro la ritenzione idrica in gravidanza e nel periodo mestruale

- Efficace contro la cellulite

- Favorisce il rilassamento alleviando lo stress

- Riduce rigonfiamenti ed ematomi dovuti ad interventi chirurgici

- Può aiutare in caso di sinusite cronica e mal di testa

- Aiuta a smaltire i residui di farmaci assunti per lungo periodo

- Aiuta chi soffre di malattie autoimmuni

Il drenaggio linfatico manuale è una tecnica ormai molto apprezzata e utilizzata in tutta Europa, spesso consigliata anche dai medici per risolvere alcune patologie minori. Qualcuno di voi l’ha provata?

Francesca Biagioli

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Rocky e Querry, ex cani poliziotto cercano casa. Come adottarli

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Rocky e Querry sono due bellissimi pastore tedesco maschi che hanno svolto il loro servizio nella Squadra cinofili della Polizia di Stato di Reggio Calabria e adesso, in pensione, cercano una famiglia che li accolga amorevolmente.

Anche per i cani della polizia, infatti, a un certo punto arriva l'ora della pensione e dopo anni di lavoro sono rimossi dal loro incarico. Generalmente vengono affidati al conduttore con il quale ha condiviso anni di esperienze, ma non sempre il poliziotto ha la possibilità di vivere in compagnia del suo ex compagno a quattro zampe. Così è nata l'idea dell'adozione.

Quando ci sono cani disponibili, gli ex poliziotti a quattrozampe possono essere adottati sia da privati cittadini che da associazioni ma è necessario, in ogni caso, che siano persone che abbiano esperienza con cani da guardia o da difesa. Nelle schede sono descritti anche i profili psicologici dei cani in adozione per consentire a chi vuole prenderli con sé una valutazione appropriata dell'impegno che intende assumere.

ROCKY E QUERRY, CONOSCIAMOLI - Querry ha un manto grigio ed è nato nel 2006 ed è stato riformato per problemi sanitari (vedi scheda). È stato addestrato all'ordine pubblico e quindi per lui è consigliabile un padrone capace di trattare con cani dal carattere dominante. Per Querry cerchiamo una famiglia senza bambini.

Rocky a differenza di Querry è un cane docile e affettuoso ma un po' diffidente con gli estranei, ha il manto nero ed è nato nel 2004. Va in pensione per limiti di età (vedi scheda). È stato addestrato per scovare la droga e nella sua lunga carriera vanta più di un ritrovamento. Anche per Rocky è consigliabile una famiglia senza figli piccoli.

COME FARE PER ADOTTARLI? Chiunque fosse interessato ad accogliere Rocky e Querry nella propria famiglia può consultare la pagina del sito dedicata alle adozioni e seguire la procedura indicata.

Roberta Ragni

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Il senso della vita spiegato da una bimba di 6 anni ( video)

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Qual è il vero senso della vita? Domanda impossibile. Chiunque di noi inizierebbe a cercare risposte altrettanto complesse nella propria mente, tentando di spiegare come spendere la propria esistenza nel migliore dei modi. 

Ma a risolvere il dilemma è stato un gruppo di bambini di 6 e 9 anni che ha trovato il vero significato della vita. Un video di cinque minuti in stop motion animation che ha letteralmente sfidato il pensiero comune partendo dalla semplice riflessione posta dalla più piccola.

Realizzato dalla società Prince Ea, che si occupa di inclusione sociale e di promuovere l'istruzione, il filmato fa davvero riflettere.

Vivere cercando di seguire la propria strada, senza lasciarsi dietro dei rimpianti. Più semplice di così? Solo la mente di un bambino poteva spiegarlo in un modo così chiaro: “Quanto sarebbe triste arrivare alla fine della propria vita e accorgersi di non aver mai veramente vissuto?”, si chiede la più piccola?

E se da vecchi, seduti nella nostra sedia a dondolo, riflettendo sulla vita trascorsa, capissimo che sono state troppe le idee non realizzate, tante le parole mai pronunciate e tanti i libri non letti?

Tornare indietro sarebbe impossibile, per questo occorre decidere e porsi degli obiettivi ascoltando il proprio cuore, coltivandoli come se fossero dei semi e aspettare fino a vederli germogliare. Perle di saggezza allo stato puro, nate ad un'età dove ancora ci si ascolta e si sogna il futuro.

senso-vita

Non è detto che sia facile, assicura con lucidità la piccola nel video: “Se la grandezza fosse facile, si vedrebbero in giro un sacco di persone di successo, di astronauti, di atleti professionisti e di supereroi”.

{youtube}3Y6YVLXprII{/youtube}

E non bisogna perdere tempo, dice la bambina: “Non devi essere grande per iniziare, ma devi iniziare ad essere grande”.

Francesca Mancuso

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Il semaforo danzante: a Lisbona un'esperimento urbano che rende gli incroci più sicuri

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A nessuno piace attendere soprattuto al semaforo, così, molto spesso, pedoni impazienti preferiscono attraversare con il rosso, rischiando la vita, pur di non perdere qualche secondo. 

Ma se si potesse rendere l'attesa più piacevole, magari ballando insieme ad altri passanti anziché restare immobili, probabilmente si potrebbe evitare il pericoloso attraversamento selvaggio. Ed è così che nasce il primo "Dancing Traffic Light", il semaforo danzante inventato da quelli della Smart e installato ad un incrocio di Lisbona.

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A dirigere la coreografia è proprio l'omino rosso del semaforo che, improvvisamente, inizia a muoversi invitando chi lo guarda a compiere i più disparati passi di danza. A pochi metri di distanza hanno installato una piccola sala da ballo in cui i passanti sono invitati ad entrare per ballare. Sono proprio i loro movimenti che, ripresi dalle telecamere, vengono poi riproposti dai semafori nelle vicinanze.

semaforo-danzante-smart-lisbona-02

Ecco la sorpresa e l'entusiasmo dei passanti:

{youtube}SB_0vRnkeOk{/youtube}

Tanto divertimento, dunque, ma anche maggiore sicurezza: oltre l'80% delle persone che sono passate al semaforo si sono fermate con il rosso!

Arturo Carlino

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Nel 2100 saremo in 11 miliardi di persone

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Alla fine del secolo la Terra sarà popolata da 11 miliardi di persone. E' questo lo spaventoso scenario demografico prospettato per il 2100 da  uno studio appena pubblicato condotto dal team del Prof. Adrian Raftery, presso l'Università di Washington. Una cifra spaventosa: quasi il 70% di persone in più.

Le precedenti ricerche inizialmente stimavano una crescita demografica compresa tra 7 e 16 miliardi nel 2100, ma è sembrata così elevata che è stata considerata poco significativa. Il nuovo lavoro intrapreso invece registra dati più convincenti di impennata demografica tra 9,6 e 12,3 miliardi di persone nel 2100, dimostrando quindi che il picco di popolazione sarà in media di 11 miliardi di persone entro gli inizi del 22° secolo.

Se le ricerche precedenti stimavano il picco demografico nel 2050, con questa nuova previsione la situazione appare decisamente più lontana, ma allo stesso tempo più importante e gravosa tanto che a livello politico internazionale meriterebbe una considerevole attenzione. Infatti, il numero degli abitanti del Pianeta è alla base di tutta una serie di problematiche e questioni mondiali. La rapida crescita demografica, infatti, può rendere vani gli sforzi nei confronti di lotta alla fame, all'inquinamento, alla criminalità e alla convivenza tra popoli, costretti a contendersi risorse sempre più limitate.

Basti pensare solo che la crescita più rapida a livello globale la si riscontra nell'Africa Sub-sahariana, per la quale si prevede un incremento nel 2100 da 1 miliardo a 3,5/5 miliardi di persone. Un'enormità!

Un esempio specifico? In Nigeria si stima che i suoi abitanti passeranno dai 200 milioni ai 900 milioni nel 2100. C'è da considerare anche che in questo paese la media è di circa 6 figli per donna. Se nel 1980 si è registrato un calo dei tassi di fertilità in molti paesi africani, supponendo che potesse perpetuarsi nel tempo, ora invece si riscontrano tassi di natalità elevati.

Ma quali sono i fattori che si oppongono ad un controllo nella crescita demografica? Secondo il prof . Raftery, in queste aree del mondo la contraccezione non è sentita come una necessità e vi è una costante preferenza ad avere famiglie numerose. Anche il basso livello di istruzione, soprattutto a livello femminile è alla base di una scarsa attenzione alla contraccezione. 

Come fa notare Wolfgang Lutz, direttore dell'Istituto di Demografia di Vienna, infatti, l'istruzione è fondamentale per ridurre i tassi di natalità e per portare prosperità nello stesso tempo. L'istruzione femminile, in particolare, renderebbe le donne più libere di scegliere e di decidere il loro futuro. E' per questo che per attuare buone politiche demografiche occorre tenere conto oltre che del numero delle persone, anche del loro livello di istruzione e della loro salute.

Le epidemie di HIV/AIDS che 20 anni fa erano devastanti per la popolazione, ora non riescono a contenerla in quanto i farmaci antivirali sono molto più accessibili e di conseguenza lo stesso rischio di contagio fa molta meno paura.

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Di contro, nei Paesi cosiddetti a tassi di natalità zero come Stati Uniti, Europa e Giappone, si assiste sempre più prepotentemente al problema del numero crescente di persone anziane da mantenere. Un problema che tra qualche decennio diventerà sentito anche dai Paesi emergenti come Brasile, Cina e India, nonostante oggi sia ancora alto il numero di persone giovani in età lavorativa per anziano.

Non sappiamo se questa stima si materializzerà o meno nel 2100. La cosa certa è che oggi siamo già oltre 7 milioni di abitanti e la Terra è già al collasso: sfruttiamo nel complesso più risorse di quante ne avremmo a disposizione e sono miliardi le persone che soffrono fame e sete. Ci vorrebbero già da adesso più di due Pianeti per soddisfare i bisogni di tutti. Ma di Terra ne abbiamo una sola e dobbiamo correre ai ripari per permettere di godere delle sue bellezze anche alle prossime generazioni.

Cristiana Priore

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Fate la spesa in bici? Ecco il cargo-cartone che si monta in pochi secondi

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cargo cartone cover

Un po' di cartone e potremmo gridare alla vera rivoluzione del ciclismo urbano. Niente più scuse se dovrete andare a fare la spesa e, per semplice "comodità" e per districarvi coi pacchi, prediligete la macchina. 

Al supermercato potrete andare anche in bicicletta e anche se la vostra lista della spesa prevede, che so, più di 10 alimenti, senza il timore di barcollare con le buste appese qua e là sul manubrio e senza spendere tutti quei soldini per delle borse laterali che proprio non vi vanno a genio.

Sì, ma cosa c'entra il cartone? Semplice: due giovani studenti di architettura di Vienna si sono inventati una valida alternativa, ecologica ed economica, ai classici cesti e cestelli. Un paio di robusti contenitori di cartone da piegare insieme e utilizzare per trasportare un carico pieno di generi alimentari fino a casa.

"La bici sarebbe il mezzo ideale per muoversi attraverso le città, se non fosse per il problema della spesa e del trasporto di cose", dicono i designer Matthias Lechner e Philipp Moherndl. "Al negozio spesso ci siamo chiesti se la nostra borsa è abbastanza grande per trasportare tutte le merci in modo sicuro a casa. Come una bottiglia di acqua, che potrebbe essere troppo pesante".

cargo cartone

La risposta dei due studenti sta in quello che hanno chiamato  Packtasche, ovvero una "borsa per sella" – di cartone – che potrebbe farvi perdere definitivamente la testa – ed era ora – per la vostra bicicletta. Il Packtasche altro non è che una coppia di cartoni che si ripiega insieme in circa 30 secondi ed è abbastanza forte per portare le cose che potrebbero sfondare un sacchetto ordinario. Da portare anche all'interno del negozio per utilizzarlo al posto del classico carrello, il nuovo amico fedele dei ciclisti urbani è progettato per essere utilizzato anche più volte e anche quando piove, prima di poter essere riciclato.

"Abbiamo voluto rendere il più agevole possibile il passaggio dall'essere un pedone a salire su una bicicletta", dice Lechner (e non scendere più, ndr).

cargo cartone 1

Per ora i progettisti prevedono di vendere i "cargo-cartone" nei negozi di alimentari accanto ad altre borse, ma per il momento sono alla ricerca di finanziamenti da parte delle aziende che vogliano usare i pacchetti come pubblicità.

{youtube}FizkknhUpsk{/youtube}

Insomma, se è vero che la bicicletta è davvero destinata – si spera – a diventare il mezzo di trasporto per le generazioni future, deve riuscire anche ed essere di uso agevole in tutte le attività quotidiane. Un cargo-cartone così io lo vedo comodo, e voi?

Germana Carillo

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