Quantcast
Channel: greenMe.it
Viewing all 14412 articles
Browse latest View live

Cosa accadrebbe sulle strade se le bici occupassero lo stesso spazio delle auto?

$
0
0

bici auto cover

Le automobili occupano molto più spazio rispetto alle bici. Sembra un'ovvietà, ma forse non tutti riescono a rendersi conto della differenza, soprattutto dal punto di vista del parcheggio e del traffico. Cosa accadrebbe sulle strade se le bici occupassero lo stesso spazio delle auto?

Un gruppo di attivisti del ciclismo ha deciso di creare una dimostrazione pratica che potesse concretizzare almeno in parte l'ipotesi di un ingombro maggiore per le biciclette, sia nei parcheggi che lungo le strade di città. L'iniziativa ha avuto luogo in Lettonia lo scorso 22 settembre in occasione dell'ultimo Car Free Day.

Si tratta di una manifestazione internazionale che invita i cittadini a rinunciare il più possibile agli spostamenti in automobile a favore della mobilità sostenibile, mettendo al primo posto la buona abitudine di muoversi in bici, oltre che con i mezzi pubblici. Vivere senza auto non è una scelta adatta a tutti, ma ognuno di noi può provare ad optare per delle alternative appena possibile.

LEGGI anche: 13 buoni motivi per utilizzare la bicicletta

Per la dimostrazione gli attivisti hanno creato delle strutture in bambù attorno alle loro bici, per fare in modo che le due ruote più ecologiche ingombrassero proprio come una normale automobile. Dunque sono scesi in strada e hanno pedalato, di fronte allo stupore dei presenti, per diffondere una maggiore sensibilità su traffico e mobilità.

Il gruppo di attivisti si è spostato in bici lungo le strade di Riga per parecchie ore, in modo da attirare l'attenzione degli automobilisti. L'obiettivo principale? Mostrare quanto sia illogico usare mezzi di trasporto così grandi il più delle volte per gli spostamenti di una sola persona. Gli attivisti del ciclismo di Riga, noti come Divertenis, ritengono che la loro azione abbia aiutato a fare riflettere molti sull'importanza di preferire la bici all'auto.

bici auto 1

bici auto 2

E se tutti iniziassero a condividere proprio questo punto di vista, non solo le strade sarebbero più libere e sicure per chi si sposta in bici, ma inizierebbero a nascere più piste ciclabili dove pedalare agevolmente senza dover schivare il traffico delle auto.

Marta Albè

Fonte foto: vk.com

Leggi anche:

 


Breeze, il dolce puledro orfano che dorme con l'orsacchiotto-mamma (FOTO)

$
0
0

breeze

Abbandonato dalla madre appena dopo la sua nascita, un puledro di soli 10 giorni ha ora un nuovo inseparabile amico che gli fa dormire sonni tranquilli: è un orsacchiotto gigante di pezza di nome Button. È la sua nuova mamma surrogato, che lo fa sentire protetto quando si sente minacciato o ha bisogno di conforto.


Breeze è stato scoperto da alcuni agricoltori di Dartmoore Hill in Inghilterra. Vagava in cerca della mamma, tentando di farsi allattare da altre cavalle, era in stato di shock e soffriva di grave malnutrizione e disidratazione. Così lo hanno trovato i soccorritori del santuario per cavalli Mare e Foal Sanctuary, con sede a Devon.

Nei giorni successivi al salvataggio è stato subito rimesso in forze, ma è stato chiaro fin da subito che comunque gli sarebbe sempre mancata cosa fondamentale: una mamma da coccolare. Il personale conosceva la risposta: un grande orsacchiotto per tenergli compagnia nei periodi in cui erano assenti. Così si sono rivolti alla comunità locale per farselo donare. E la mamma di pezza è presto arrivata.

breeze4n-1-web

breeze4n-2-web

breeze2

"Anche se i suoi accompagnatori qui al santuario lavorano tutto il giorno per lui, non è proprio la stessa cosa. Diamo sempre ai nostri puledri orfani un peluche gigante come compagno. Lo vivono proprio come i neonati umani, fornisce loro comfort", spiega il direttore esecutivo Syra Bowden.

 {youtube}IjWc43FCYlg{/youtube}

Roberta Ragni

Photo Credit

Leggi anche:

Rarissimo puledro albino nato ad Assisi star del web

Alluvione in Sardegna: il puledro Giorgio salvato e trasportato a spalla

Le 10 citta' piu' vegan friendly del mondo

$
0
0

veganzcity

Quali sono le città vegan-friendly del mondo? Secondo il sito Happy Cow, la guida per vegani che viaggiano a mo' di "Tripadvisor", ma cruelty free, al primo posto c'è Berlino. A incornare la capitale tedesca come città più amica dei vegani sono stati gli utenti stessi con i loro voti e le loro recensioni. E, indovinate un po', nella top five della classifica non c'è neanche un'italiana.


A seguire, infatti, si piazzano rispettivamente New York, Portland, Londra e San Francisco. Tre città degli Stati Uniti, quindi, e solo due europee. Chiudono la classifica alcune città orientali, come Chiang Mai, Singapore e Taipei, oltre all'americana Los Angeles e alla canadese Toronto.

1) Berlino, Germania

Con oltre 28 ristoranti 100% vegan e centinaia di annunci su HappyCow, Berlino sta rapidamente diventando la Mecca vegan del mondo. La maggior parte dei ristoranti elencati sono vicini l'uno dall'altro e di facile accesso sia in metro che in bicicletta. Inoltre, quasi tutti i ristoranti e le caffetterie della città presentano alcune opzioni adatte ai vegani nel loro menu.

Leggi: Vegilicious Veggie Shop: in Germania il primo supermercato vegan d'Europa

2) New York, NY, Usa

La città che non dorme mai offre un interessante mix internazionale di cucina veg - caffè, bistrot, trattorie, ristoranti gourmet e panetterie – locali tanto diversi quanto vari sono i suoi abitanti. NYC ha 63 ristoranti completamente vegan registrati.

3) Portland, Oregon, Usa

Riconosciuta come una delle città più vivibili al mondo, Portland è un vero paradiso per vegani e vegetariani. E' anche adatta a bambini e pedoni ed è estremamente amica dell'ambiente nelle sue politiche pubbliche. Con oltre 20 posti veggie dove trovare qualcosa da mangiare senza derivati animali, i turisti vegan possono facilmente esplorarla senza morire di fame.

4) San Francisco, California, Usa

San Francisco vanta decine di caffetterie accoglienti, alla moda e veg, oltre a negozi di prodotti bio, naturali e crudisti. Mangiare qui è davvero facile, così come è semplice andare in giro con mezzi pubblici, bicicletta o a piedi.

5) Londra, Inghilterra

Dallo scoppio del morbo della mucca pazza nei primi anni 2000, sempre più persone nel Regno Unito stanno abbracciando uno stile di vita veg. Inutile dirlo: nuovi ristoranti cruelty free sono spuntati in tutta la città.

Vegani: nel Regno Unito saranno il 55% della popolazione nel 2020?

6) Los Angeles, California, Usa

LA ha più opzioni vegane rispetto a qualsiasi altra città (ben 474 annunci) e vanta esclusivi ristoranti come "Crossroads" di Tal Ronnen e Shojin, con 2 locali di cucina gourmet vegan giapponese.

7) Chiang Mai, Thailandia

Chiang Mai è la città più vegan-friendly di tutta la Thailandia. Il cibo è prevalentemente in stile tailandese con un sacco di prodotti locali, freschi e pieni di fascino esotico.

8) Singapore, Repubblica di Singapore

Qui HappyCow elenca oltre 100 ristoranti vegetariani e vegani, che servono una grande varietà di piatti tipici della cucina vegetariana asiatica e cinese.

9) Toronto, Canada

Toronto offre a prezzi accessibili cucina vegan cinese o indiana, così come alimenti naturali internazionali provenienti dai mercati biologici.

10) Taipei, Taiwan

A Taipei di certo non si soffre la fame: sono tantissimi i buffet economici vegetariani e vegani. Alcuni di loro, spiega HappyCow, servono fino a 100 diverse opzioni. Famosa anche la sua offerta di finta carne e cucina casalinga.

Leggi: Il primo supermercato 100% vegan di Taiwan (FOTO)

Roberta Ragni

Fonte

Leggi anche:

Viaggi: le 10 migliori destinazioni per vegetariani e vegani

E se il fast-food fosse vegetariano?

25 cose che un vegano si e' sentito dire almeno una volta nella vita

Giornata mondiale dell'alimentazione 2014: agricoltura familiare per nutrire il Pianeta

$
0
0

giornata mondiale alimentazione 2014

Giornata mondiale dell'alimentazione 2014: agricoltura familiare per nutrire il Pianeta

Nutrire il mondo e preservare il Pianeta grazie all'agricoltura familiare. Ecco il tema centrale della Giornata Mondiale dell'Alimentazione 2014, che come ogni anno si celebra il 16 ottobre. La ricorrenza è promossa dalla FAO e punta a riflettere sul problema persistente della fame nel mondo.

Il tema è stato scelto per valorizzare l'agricoltura familiare e i piccoli agricoltori. L'attenzione è tutta sul ruolo determinante dell'agricoltura familiare per debellare fame e povertà, offrire sicurezza alimentare e nutrizione, migliorare i mezzi di sussistenza e gestire le risorse naturali.

Si punta allo sviluppo sostenibile nelle aree rurali. Il 2014 è l'anno internazionale dell'agricoltura familiare, per decisione dell'ONU, che ha voluto dare un segnale forte per riconoscere il contributo dell'agricoltura familiare alla sicurezza alimentare mondiale.

La Giornata Mondiale dell'Alimentazione ha avuto luogo per la prima volta il 16 ottobre 1981. Presso la Sede centrale della FAO in Italia oggi si svolgerà un incontro celebrativo a partire dalle 10 del mattino, con la partecipazione del ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina (qui il programma).

Questa giornata si inserisce nel calendario degli eventi previsto per la Settimana Mondiale dell'Alimentazione 2014. Oggi, in concomitanza con le celebrazioni ufficiali, si svolgerà una riunione del Comitato sulla sicurezza alimentare mondiale dal titolo "Innovazione nell'agricoltura familiare: garantire nutrizione e sicurezza alimentare".

Per domenica 19 ottobre a Roma è previsto un nuovo appuntamento della corsa Hunger Run, mentre martedì 21 ottobre sarà possibile visitare la mostra del concorso internazionale dei manifesti per la Giornata Mondiale dell'Alimentazione, organizzata dall'Associazione delle donne delle Nazioni Unite.

L'agricoltura familiare, tema centrale di questa giornata, come ricorda la FAO è legata in modo indissolubile alla sicurezza alimentare nazionale e mondiale. Infatti, in tutti i Paesi del mondo l'agricoltura familiare è la forma predominante dell'agricoltura nel settore della produzione alimentare. Comprende tutte le attività legate alla famiglia ed è legata a diverse realtà dello sviluppo rurale.

Il Ministero dell'Istruzione ha diramato una circolare per invitare le scuole italiane a partecipare alla Giornata Mondiale dell'Alimentazione. Dunque gli insegnanti potranno dedicare le lezioni del 16 ottobre alla discussione di temi che riguardano l'alimentazione, la fame nel mondo e l'agricoltura familiare.

infografica agricoltura familiare fao

 

Cosa possiamo fare noi? Scegliamo cibo coltivato nel nostro orto oppure il più possibile di provenienza locale, con la preferenza ai piccoli produttori, alle realtà del biologico e del commercio equo e solidale. Andiamo alla ricerca dei mercati contadini della nostra zona e dei Gruppi di Acquisto Solidale. Sono le nostre buone abitudini a fare la differenza innanzitutto. 

Marta Albè

Leggi anche:

La dieta mediterranea aiuta contro la sindrome metabolica

$
0
0

Dieta med

Dieta mediterranea contro la sindrome metabolica, ovvero come ti combatto tutta quella serie di fattori metabolici che mettono un soggetto a serio rischio cardiovascolare semplicemente con il regime alimentare per eccellenza. 

Cereali (meglio se integrali) e legumi, frutta e verdura e olio d'oliva, dunque: i benefici della dieta mediterranea sono innumerevoli ed è già stato evidenziato come essa sia utile non solo a prevenire gli infarti e allontanare l'Alzheimer e la demenza senile, ma anche ad abbassare l'infiammazione cronica e dunque a proteggerci da tutte quelle malattie che si sviluppano proprio su base infiammatoria. Una dieta benefica a 360°, quindi, che vale la pena adottare.

Secondo uno studio spagnolo pubblicato online sul Canadian Medical Association Journal (CMAJ), insomma, la dieta mediterranea aiuta cuore e arterie e la sua azione è efficace contro la cosiddetta sindrome metabolica, una serie di squilibri metabolici da catalogarsi come fattori di rischio cardiovascolare, di diabete e di morte precoce.
La sindrome in genere viene diagnosticata quando sono presenti tre o più di cinque fattori di rischio: girovita di grandi dimensioni, pressione alta, bassi livelli di colesterolo buono (o HDL), trigliceridi e glicemia alti.

LO STUDIO - Il dottor Jordi Salas-Salvado, professore di nutrizione presso l'Universitat Rovira I Virgili e l'Hospital Universitari de Sant Joan de Reus in Spagna, ha confrontato - in un'indagine che ha coinvolto 6mila uomini e donne a rischio per le malattie cardiache - una dieta a basso contenuto di grassi con una dieta mediterranea ricca di cereali integrali, verdura, frutta, legumi, noci, pesce e olio extravergine di d'oliva e ha verificato che la dieta mediterranea ha fatto aumentare le possibilità di "invertire letteralmente la sindrome metabolica", come spiega lo stesso Salvado.

I risultati hanno in effetti dimostrato che coloro che avevano seguito la dieta mediterranea con olio extravergine di oliva avevano il 35% in più di probabilità di invertire la condizione rispetto a quelli che seguivano un regime alimentare povero di grassi. E la dieta mediterranea integrata con noci dava il 28% più probabilità di invertire la sindrome metabolica.

Gli effetti benefici sulla salute deriverebbero da alcune sostanze presenti negli ingredienti della dieta mediterranea e, tra questi, gli acidi grassi monoinsaturi (che si trovano nell'olio d'oliva), possono sostituire gli acidi grassi saturi. Questo, da solo, aiuta a migliorare il profilo del colesterolo e la sensibilità all'insulina, fattore di rischio per il diabete di tipo 2.

Ancora un tassello, quindi, a favore della dieta regina del nostro Paese, che non si smentisce mai come il miglior modo per mantenere e migliorare la nostra salute!

Germana Carillo

LEGGI anche:

Dieta mediterranea: il segreto per vivere a lungo 

Colazione, ecco cosa mangiano i bimbi nel mondo (FOTO)

$
0
0

bimbi colazione mondo

Cosa mangiano a colazione i bambini nel mondo? Occhi ancora socchiusi, poca voglia di alzarsi dal letto ma se qualcosa di appetitoso li aspetta in cucina, il sonno passa e lo stomaco si prepara ad ospitare le leccornie preparate dalle mamme. Che sia giapponese, turca, parigina o del Malawi, ogni colazione tipica di ciascun paese offre una grande varietà di pietanze, che i piccoli sembrano gradire.

Ad osservare da vicino i piccoli all'opera al mattino è stata la fotografa americana Hannah Whitaker, che ha recentemente visitato le famiglie di sette paesi, per fotografare i bambini intenti a fare colazione.

La colazione per un bambino del Burkina Faso, per esempio, potrebbe benissimo includere polenta di miglio mentre in Giappone non potrebbe mancare il natto, fatto di riso e soia. In Giamaica è tipico un piatto fatto con platani, arachidi o farina di mais. In Nuova Zelanda, a dominare è il pane tostato ricoperto di Vegemite, una pasta salata fatta di lievito di birra; e in Cina ad attendere i piccoli è il jook, una pappa di riso condita con tofu marinato, carne secca o uova. A Cuba, in Brasile e in altri paesi dell'America Latina, non è raro trovare bambini molto piccoli a sorseggiare il caffè con il latte.

LEGGI anche: 10 colazioni alternative a cornetto e cappuccino

Saki Suzuki, 2 anni e mezzo, Tokyo

Si comincia dal Giappone. La prima volta che Saki ha mangiato un piatto di fagioli di soia fermentati chiamato natto, aveva 7 mesi. Esperienza tutt'altro che positiva ma la madre non ha desistito. Col tempo il piatto è diventato uno dei preferiti di Saki, d'obbligo per la sua colazione insieme a riso bianco, zuppa di miso, zucca kabocha cotta in salsa di soia, sakè dolce, cetrioli, frittata di uova e salmone alla griglia.

Saki Suzuki Giappone

Doga Gunce Gursoy, 8 anni, Istanbul

Soprattutto il sabato la piccola Gunce si concede una colazione ricca che comprende un piatto di miele e panna rappresa, chiamato kaymak, sul pane tostato; olive verdi e nere; uova fritte con salsiccia piccante chiamata sucuk; burro; uova sode; sciroppo denso d'uva (pekmez) con tahini sulla parte superiore; un assortimento di formaggi ovini, caprini e di mucca; marmellate di mele cotogna e di more; pomodori, cetrioli, ravanelli bianchi e altri ortaggi freschi; latte e succo d'arancia.

Doga Gunce Gursoy turchia

Nathanaël Witschi Picard, 6 anni, Parigi

Ogni volta che Nathanaël rimane a casa di suo padre, ecco la sua dei giorni feriali: un kiwi, tartine, una baguette con burro e confettura di more fatta dai nonni, cereali con latte freddo e spremuta d'arancia. Nei fine settimana, Nathanaël mangia croissant e i dolci fatti con le sue manine, una passione ereditata dal nonno pasticcere.

Nathanaël parigi

Emily Kathumba, 7 anni, Chitedze, Malawi

Emily vive con la nonna Ethel alla periferia di Lilongwe, la capitale del Malawi. La nonna lavora in casa di un'altra famiglia, facendo pulizia, cucinare e curandone i figli. Qui, Emily mangia una particolare polenta chiamata phala con farina di soia e arachidi, frittelle di farina di mais, cipolle, aglio e peperoncini, insieme a patate dolci bollite e zucca; e un succo rosso scuro a base di fiori di ibisco essiccati e zucchero. Ogni tanto beve tè nero dolce, una bevanda comune per i bambini del Malawi.

Emily malawi

Birta Gudrun Brynjarsdóttir, 3 anni e mezzo, Reykjavik, Islanda

Il porridge di farina d'avena di Birta si chiama hafragrautur ed è una colazione coi fiocchi in Islanda. La farina d'avena è cotta in acqua o latte e spesso servita con zucchero di canna, sciroppo d'acero, burro, frutta o surmjolk (latte acido). Birta beve anche un sorso di lizza o di olio di fegato di merluzzo che aiuta a sviluppare la vitamina D in mancanza di luce solare.

Birta Islanda

Viv Bourdrez, 5 anni, Amsterdam

Per Viv, la colazione è un bicchiere di latte con pane, burro non salato e - più importante – con la granella in molteplici gusti (cioccolato, vaniglia, frutta). Ogni giorno gli olandesi mangiano almeno 750.000 fette di pane condite con i granelli di cioccolato chiamato hagelslag (grandinata).

Viv Amsterdam

Aricia Domenica Ferreira, 4 anni, e Hakim Jorge Ferreira Gomes, 2 anni, San Paulo, Brasile

Cioccolato al latte per lei, caffè per lui. Per molti genitori brasiliani, il caffè per i bambini è una tradizione culturale, il sapore evoca loro i primi ricordi. Molti credono anche che il caffè fornisca vitamine e antiossidanti che aiuteranno i propri figli a concentrarsi a scuola. Hakim '' diventa più agitato dopo che beve, '' suo padre, Reginaldo Aguiar Gomes, ammette. In aggiunta anche prosciutto e formaggio, pane e burro.

Aricia akim San Paolo

I gemelli Phillip e Shelleen Kamtengo, 4 anni, Kamtengo, 4 anni, Chitedze, Malawi

Phillip e la sua gemella, Shelleen, iniziano la loro giornata con un dolce, una torta di pane di mais chiamato detto chikondamoyo, che la nonna, Dorothy Madise, cuoce in una pentola di alluminio sul fuoco. La colazione per i gemelli Kamtengo e i loro fratelli più grandi comprende anche patate lesse e tè nero con un cucchiaio o due di zucchero.

gemelli malawi

Koki Hayashi, 4 anni, Tokyo

Se Koki e suo fratello maggiore potessero scegliere, preferirebbero una colazione in stile americano. Di tanto in tanto, la loro madre, Fumi, concede loro cereali freddi e ciambelle, ma la donna vuole che i figli crescano sapendo che cosa significa mangiare giapponese. Qui, Koki mangia peperoni verdi saltati in padella con pesciolini secchi, salsa di soia e semi di sesamo; uovo crudo mescolato con salsa di soia e riso caldo versato sopra; kinpira, un piatto di loto, sauté di carote con olio di semi di sesamo, uva, pere e latte.

koki tokyo

Oyku Ozarslan, 9 anni, Istanbul

Alla base della colazione di Oyku, c'è il pane nero da accompagnare con olive verdi e nere, Nutella, fette di pomodoro, uova sode, marmellata di fragole, burro imbevuto di miele e un assortimento di formaggi turchi.

Oyku instanbul

Tiago Bueno, 3 anni, Sãn Paulo, Brasile

A Tiago piace il cioccolato al latte e spesso si sveglia chiedendolo. Ad attenderlo però ci sono cereali freddi, il suo cibo preferito, cornflakes, torta di banana e bisnaguinha, un dolce di pane bianco amato dai bambini brasiliani e servito con una crema di formaggio dolce chiamata requeijào.

tiago brasile

Uno studio non del tutto nuovo. Peter Menzel e la moglie Faith D'Aluisio hanno già realizzato due libri accompagnati da una raccolta di foto per descrivere le abitudini alimentari delle famiglie del mondo nel primo caso, mentre nel secondo i due fotografi sono andati ad indagare le abitudini di alcune categorie particolari di persone: sono Hungry Planet: What the World Eats e What I Eat: Around The World In 80 Diets. Frutto di un viaggio alla scoperta delle culture culinarie e delle abitudini a tavola.

Francesca Mancuso

Foto: NYT

LEGGI anche:

Cosa si mangia nel mondo in un giorno? Culture e tradizioni nel nuovo libro di Menzel

Cosa mangia il mondo: le foto e il libro di Peter Menzel

Come mangia il mondo. L'indice dell'alimentazione sana. Italia solo ottava

Il magnifico vetro lavorato a maglia di Carol Milne

$
0
0

vetro cover

Siete appassionati di lavoro a maglia? Allora dovreste sapere che si tratta di un'arte che non ha confini, a partire dai materiali da utilizzare per il knitting. Carol Milne è un'artista canadese che vive e lavora a Seattle. E' una pioniera nel campo del vetro lavorato a maglia.

Con pazienza e caparbietà è riuscita a superare i limiti di questo materiale grazie a numerosi esperimenti. Ha unito la passione per il knitting a quella per l'arte di creare sculture di vetro. Il suo lavoro dal punto di vista tecnico è molto complicato e differente da qualsiasi altra opera di lavorazione del vetro realizzata fino ad oggi.

Carol ha imparato a lavorare a maglia quando aveva dieci anni e l'idea di poter utilizzare il vetro è arrivata nel 2002. Mentre si trovava all'opera su una delle proprie creazioni ha pensato che il vetro non sarebbe stato affatto male come nuovo materiale con cui sperimentare la creazione di oggetti originali.

L'artista utilizza un'antica tecnica di fusione utilizzata dai lavoratori delle fonderie, dai gioiellieri e dagli scultori. Prima si occupa di creare uno stampo utilizzando cera e gesso. La cera viene fatta scogliere per lasciare uno spazio vuoto che serva da modello.

vetro 1

vetro 2

vetro 3

vetro 4

vetro 5

vetro 6

Dunque i pezzi di vetro vengono inseriti nello stampo. Quando il vetro si raffredda, è il momento di rimuovere il gesso e di rivelare il nuovo oggetto di vetro appena creato con grande pazienza e maestria, che appare come se fosse stato lavorato a maglia. Così nascono una serie di decorazioni variopinte tutte da ammirare.

Marta Albè

Fonte foto: carolmilne.com

Leggi anche:


-

Funghi velenosi sequestrati al mercato di Padova

$
0
0

amanita funghi velenosi padova

E' scattata un'inchiesta per il commercio nocivo di funghi velenosi a Padova. I funghi che si trovavano in vendita al mercato sarebbero stati sequestrati appena in tempo. Ora la Asl ha presentato un esposto in Procura. Si tratta forse di un caso eccezionale, che però ci aiuta a riflettere sull'attenzione sempre alta da porre verso ciò che acquistiamo, soprattutto se si tratta di funghi.

Durante un controllo di routine al mercato ortofrutticolo sono stati trovati due ovuli di Amanita phalloides, uno dei funghi più velenosi che non a caso è conosciuto anche come Ovolo bastardo e Angelo della morte. Bisogna sempre fare attenzione perché è presente anche nei boschi italiani. E' simile all'Amanita caesarea, i cui ovuli sono commestibili.

Sono intervenuti i magistrati, che hanno aperto un'inchiesta per commercio di sostanze alimentari nocive. Il sequestro dei funghi è avvenuto con la massima urgenza. Verrà indagato il titolare della ditta trevigiana Paganini, che rischia una condanna alla reclusione da sei mesi a tre anni se il reato fosse confermato.

La Asl 16 di Padova ha reso noto che lo scorso anno nei cestini degli appassionati della raccolta dei funghi sono state individuate varietà velenose in 27 casi su 271 controlli. Può succedere che chi raccoglie in funghi cada in errore, magari per inesperienza. Per questo è fondamentale rivolgersi sempre alle Asl per un controllo, soprattutto per non mettere a rischio la propria salute e quella della famiglia.

Diverso il caso in cui si rischia di acquistare funghi velenosi al mercato, un luogo in cui tra commerciante e clientela dovrebbe intercorrere completa fiducia. Saranno le indagini a chiarire l'accaduto. Per i raccoglitori di funghi è bene ricordare che non tutte le varietà sono commestibili, alcune sono velenose e possono causare intossicazioni e certi funghi sono mortali. Dunque deve vigere sempre la massima attenzione.

L'ultimo caso di intossicazione da funghi riguarda una famiglia di Reggio Calabria, composta da tre persone che sono finite all'ospedale dopo aver mangiato dei funghi velenosi. Tra i sintomi delle intossicazioni da funghi troviamo nausea, vomito, diarrea e coliche addominali che possono comparire anche diverse ore dopo l'ingerimento (da 7 a 36 ore). Dunque se raccogliamo dei funghi non dimentichiamo di seguire le linee guida principali per evitare le intossicazioni.

Marta Albè

Leggi anche:


Api per monitorare biologicamente l'inquinamento nella Terra dei Fuochi

$
0
0

api biomonitoraggio terra dei fuochi

Terra dei Fuochi, 10 milioni di api ogni giorno indagano il territorio e passano al setaccio terra, aria, acqua e vegetazione. Si cibano di nettare e acqua che sgorga dalle falde, catturano le polveri sottili, in particolare il noto pm10, ogni giorno trasmettono le informazioni raccolte al loro alveare. E, come si sa, le api non mentono.

Nella Terra dei Fuochi le api raccontano ogni giorno qual è il grado di inquinamento dell'acqua di cui si abbeverano. Si tratta del progetto Biomonitoraggio, nato per tenere sotto controllo l'inquinamento ambientale attraverso le api. L'iniziativa è capitanata dall'Università di Napoli e dall'Università degli Studi del Molise.

Salvatore Sorbo, un giovane apicoltore che ha aderito al consorzio Conaproa, ha messo le sue arnie a disposizione del progetto, che ora è tra i finalisti del concorso Oscar Green, organizzato da Coldiretti per premiare l'innovazione sostenibile in agricoltura e le idee dei giovani a favore dell'ambiente.

Saranno le api a dirci la verità sulla Terra dei Fuochi? Ogni giorno gli insettìi entrano a contatto con l'acqua, la terra e la vegetazione di questi luoghi e ovviamente anche con le particelle inquinanti presenti nell'aria. I loro alveari sono diventati centraline di monitoraggio, anzi di biomonitoraggio.

Ognuno di essi controlla 7 chilometri quadrati di territorio. Ogni giorno i ricercatori che si occupano dell'iniziativa prelevano le informazioni dagli alveari per rendere noto a che punto si trova l'inquinamento nella Terra dei Fuochi.

biomonitoraggio api 1

 

biomonitoraggio api 2

biomonitoraggio api 3

biomonitoraggio api 4

Questo progetto contribuirà al riconoscimento del ruolo fondamentale delle api per la salvaguardia del Pianeta e a maggiori interventi di protezione nei loro confronti? Con la speranza che il biomonitoraggio avvenga nel massimo rispetto di tutte le api presenti.

Marta Albè

Fonte foto: oscargreen.it

Leggi anche:

La micro-casa off grid con tutti i comfort ricavata da un container

$
0
0

container house cover

Mutuo, bollette, tasse sulla casa. Una soluzione ecologica per dire addio a tutto questo esiste già ed è anche economica. Si chiama Living Big in a Tiny House. A guardarla da fuori sembra un container, e in effetti in origine lo era, ma è stato abilmente trasformato in una casa off grid, sostenibile, comoda e a zero spese.

Il nuovo esempio di tiny house off grid viene dalla Nuova Zelanda, esattamente da Auckland dove la designer di micro-case Brenda Kelly ha ideato questa speciale abitazione, utilizzando solo 4 dei 6 metri del container. Ciò le ha permesso di rimanere al di sotto dei 10 metri quadrati e non avrà bisogno di permessi e consensi da parte del Comune, secondo le leggi australiane.

Chi progetta e costruisce tiny-houses sa che le dimensioni contano e che la casa deve essere abbastanza piccola da non richiedere permessi di costruzione, garantendo anche ai proprietari di risparmiare sui materiali e sulla manutenzione, senza rinunciare a un'abitazione completamente funzionale.

Nella casa-container non manca nulla. L'interno è ben illuminato grazie anche alla luce che proviene dall'esterno e ben arredata con stile moderno in cucina e in bagno. A sovrastare queste camere dei teli di copertura trasparenti che garantiscono l'illuminazione diurna naturale.

container-house3

La novità della casa, rispetto alle sue simili, riguarda la posizione del salotto e della camera da letto. Nella maggior parte delle micro-case la camera da letto è soppalcata ma qui, Brenda ha privilegiato il soggiorno, che si trova al di sopra la zona notte. Tuttavia, c'è spazio anche per sedersi sul letto a leggere, mentre sotto le scale è stato ricavato un armadio per l'abbigliamento.

container-house5

La cucina è uno degli spazi più suggestivi di questa casa. Un bruciatore portatile a gas da estrarre all'occorrenza ha permesso a Brenda di avere più spazio e di non aver bisogno di fare un contratto per l'erogazione del gas.

container-house-outside

E per i pasti più abbondanti, c'è il barbecue appena fuori dalla porta, in una zona coperta e riparata dall'eventuale pioggia.

{youtube}2l58L3QEVnc{/youtube}

Il costo? Circa 30.000 dollari australiani (20mila euro) senza spese legate ai consumi.

Francesca Mancuso

Foto: Living Big in a Tiny House

LEGGI anche:

Bollette e mutuo addio! La micro-casa off-grid costruita in 4 mesi con 33mila dollari

Hyperbody, la micro-casa che trasforma le stanze con un pulsante (FOTO E VIDEO)

Il micro-appartamento di Seattle con 8 ambienti in 17 metri quadri

Tiny House: come ottenere 8 stanze in pochi metri quadrati

Micro-case: le 10 case più piccole del mondo

Off-grid Academy: ecco come produrre in casa acqua, gas ed elettricita'

Air Umbrella: l’ombrello invisibile che ripara con dei getti d’aria

$
0
0

air umbrella

Dimenticatevi di quegli scomodi ombrelli che se non sono di buona qualità alla prima folata di vento si rigirano e smettono di assolvere alla loro funzione. E’ nato l’ombrello invisibile che si basa su una nuova concezione per riparare dalla pioggia: utilizza dei getti d’aria che formano una sorta di cappello invisibile.

Si chiama Air Umbrella ed è nato da un team di ingegneri spaziali dell’Università di Nanjing e Pechino in Cina. All’apparenza sembra un banale tubo di plastica ma, una volta spinto l’interruttore sulla base, ecco che il dispositivo inizia a emettere dei getti d’aria orizzontali rispetto alla pioggia in grado di fermarla e dirigerla altrove. Se la pioggia non è troppo forte l’ombrello può riparare molte persone contemporaneamente se invece c’è tanta acqua da deviare va bene solo per due persone. 

air umbrella2

Si tratta di un progetto per il momento sperimentale che va migliorato in alcuni punti, primo tra tutti il problema della batteria al litio che alimenta il motore posizionato in alto. Attualmente, infatti, la batteria dura solo 15 minuti (o 30 nel caso di altri due modelli dell'originale ombrello), affinchè il dispositivo possa essere davvero funzionale, deve quindi essere assolutamente potenziata. A questo scopo l’ideatore Wang Chuan e i suoi soci hanno lanciato una raccolta fondi sul sito Kickstarter.com e sono a caccia di investitori esteri che possano permettergli di perfezionare la loro invezione.

Gli ombrelli avranno un prezzo che oscillerà tra i 100 e i 130 dollari circa, un po’ troppo visto che, inizialmente, quando saranno lanciati sul mercato nel 2015, potranno essere utilizzati solo per spostamenti molto brevi prima di dover essere nuovamente caricati. Per il momento quindi sembra proprio che dovremmo rimanere fedeli ai nostri ombrelli di vecchia generazione!

{youtube}K6eyND08tu0{/youtube}

Francesca Biagioli

Leggi anche:

Idee per riciclare creativamente il vecchio ombrello rotto

Tutti pazzi per gli animali senza casa: cani e gatti non si comprano, si adottano

$
0
0

Adottare gli animali domestici è la cosa migliore che potete fare. Molti di voi questo già lo sanno, ma ora la conferma arriva da un nuovo rapporto della PetSmart Charities. La relazione rileva che il 66 per cento delle persone che pensa di prendere un nuovo animale domestico in casa lo adotterebbe in un rifugio, invece di rivolgersi a un allevatore o a un negozio.

Una percentuale ben più alta rispetto al 58 per cento del 2011. Anche sterilizzazione e castrazione sono in aumento, per fortuna: ben l'86% degli animali domestici sono sterilizzati o castrati, 6 punti percentuali in più rispetto al 2009.

A leggere queste cifre viene facile dedurre che ci sia una maggiore responsabilizzazione dei proprietari di animali domestici. Ma è davvero così? In effetti ci sono ancora molte cose da migliorare. Ad esempio, il 28 per cento dei proprietari di cani ha detto di aver comprato, invece di aver adottato, la loro più recente new entry pelosa.

Il motivo più comune è la convinzione che gli animali di razza non siano disponibili per l'adozione, cosa che dimostra una mancanza di consapevolezza su gruppi specifici proprio per far adottare cani da razza, così come siti di molti rifugi che consentono ai potenziali adottanti di effettuare ricerche proprio per razza.

non comprare animali colore

Photo Credit

Gli intervistati hanno inoltre riferito di trovare il processo di adozione "troppo difficile". Questa percezione potrebbe cambiare con le cosiddette " adozioni aperte ", concentrandosi più sulla corrispondenza tra famiglie e animali domestici, piuttosto che su barriere e processi rigidi.

E' meno chiaro, infine, come superare la polarizzazione evidente che esiste tra cani e gatti. Il 27% degli intervistati, infatti, ha detto che non pensa di portare a casa un gatto. Ma anche i mici hanno bisogno di amorevoli faniglie e di un riparo sicuro.

In ogni caso, non dimenticate mai che gli animali non si comprano, non sono cose. Gli animali si adottano.

Per leggere il report clicca qui

Roberta Ragni

Leggi anche:

Ecco perche' adottare un cane fa bene. Lo spot che fa commuovere il web (VIDEO)

9 buoni motivi per non comprare mai un cucciolo in un negozio

Carne di coniglio in Europa: tutto l'orrore che non vogliono farvi vedere (VIDEO)

$
0
0

rabbit meat

Da dove vengono i conigli serviti tutti i giorni sulle tavole delle nostre case e nei ristoranti? Se in molti si rifiutano di mangiare questo animale per via della sua dolcezza, la carne di coniglio in realtà è molto apprezzata, soprattutto nel nostro Paese, che, insieme a Francia e Spagna, è il più grande produttori di carne di coniglio in Europa.

Si stima che solo in Italia ci siano circa 2mila allevatori medio-grandi. Ma la realtà della breve vita di questi poveri animali che mettiamo nel piatto potrebbe essere difficile da digerire, soprattutto se si ha il coraggio di guardare i video delle investigazioni sulle condizioni terribili in cui i conigli vengono tenuti.

A mettere a nudo tutta la verità che non vogliono farvi vedere è stata una nuova indagine di Compassion in World Farming. Durante l'estate, gli attivisti sotto copertura si sono infiltrati nelle aziende agricole in tutta l'UE e hanno scoperto una serie di abusi scioccanti. L'allevamento dei conigli da carne è simile a quello delle galline ovaiole, con gli animali tenuti sempre in gabbie e uccisi al raggiungimento dei 2-3 kg.

Negli allevamenti i conigli femmine, utilizzate per sfornare una cucciolata dopo l'altra, sono tenute in isolamento per due anni, rimosse dalla loro gabbia solo per l'inseminazione artificiale e macellate appena la loro produttività diminuisce. Un investigatore che ha visitato le aziende agricole in Italia, il più grande produttore di conigli d'allevamento in Europa, racconta:

"Le gabbie erano al mio lato, sia a destra che a sinistra, e si estendevano in lontananza. La passerella tra le due fila loro sembrava fatta di neve fresca peccato fosse pelliccia di coniglio - un tappeto bianco di conigli in decomposizione, con un esercito di mosche in marcia su di loro. Molte delle fattorie erano sporche, con mobili e arredi rivestiti ovunque di polvere, sporcizia e pelliccia. I cuccioli di coniglio morti venivano lasciati a marcire in cima alla loro gabbia".

In un allevamento gli escrementi sotto le gabbie erano così tanti che gli investigatori hanno dovuto frugare nella sporcizia per controllare i conigli. Moltissimi animali soffrivano di infezioni oculari e della pelle. Anche le epidemie di massa sono comuni. In tali condizioni atroci, la malattia è endemica. Come risultato l'uso di antibiotici è di routine. Nessuna di queste gravi condizioni di salute veniva considerati abbastanza significativa non solo a curare l'animale, ma anche a impedire che le carni fossero servite su un piatto.

conigli carne

Quando arriva il momento della macellazione, i poveri animali vengono accatastati sui camion con pile alte fino a dieci casse. Gli animali che finiscono nei livelli inferiori si ritrovano intrisi fino alle ossa di urina e feci dei conigli ammassati nelle gabbie sovrastanti. Ecco cosa si nasconde dietro alla maggior parte della carne di coniglio in vendita in Europa.

{youtube}we1xeip5P6I{/youtube}

Anche Animal Equality aveva denunciato oltre 70 allevamenti di conigli in Spagna per maltrattamento verso gli animali. Si trattava del frutto di un lavoro di documentazione durato due anni, realizzato dagli investigatori infiltrati negli allevamenti, alcuni dei quali premiati addirittura per la qualità, e in 4 macelli, in 14 regioni diverse del paese iberico.

Le prove raccolte evidenziano gravi irregolarità in materia di benessere animale e igiene: lavoratori che sbattono violentemente gli animali malati contro il suolo, animali gravemente malati lasciati nelle gabbie senza alcuna cura veterinaria, aziende che vendono conigli ai ristoranti senza ricevere alcun controllo sanitario, un veterinario che sbatte un coniglio per terra e, non sapendo di essere ripreso, conferma che quello che sta facendo è una procedura considerata maltrattamento sugli animali.

{youtube}S8mMhApOREc{/youtube}

La domanda è d'obbligo. Siete sicuri di voler contribuire a questo orrore?

Roberta Ragni

Leggi anche:

Angora: la terribile verità sulla lana dei conigli (VIDEO)

"Fabbriche di uova", la piu' grande investigazione sulle galline italiane, presenta il bluff delle gabbie arricchite e dell'allevamento biologico

Foie gras: l'orrore della "delizia" francese

Maiali: video choc negli allevamenti "certificati"

Mozzarella di bufala shock: i cuccioli maschi trattati come rifiuti

3 motivi per cui non mangio piu' il formaggio (video)

Olfatto dei moscerini: puo’ riconoscere non solo frutta ma droga, esplosivi e vino

$
0
0

moscherini frutta olfatto

Sembra che l’olfatto dei moscerini sia talmente raffinato da saper riconoscere non solo l’odore della frutta fermentata ma anche quello di droghe ed esplosivi ed essere quindi di grande aiuto per poter creare dei nasi elettronici addetti all’anti-terrorismo ma non solo...

Ad arrivare a questa conclusione è uno studio dell’università di Sussex pubblicato su Bioinspiration & biomimetics che ha analizzato l’olfatto dei moscerini scoprendo che questi piccoli insetti sono in grado di riconoscere l’odore di bombe e di droghe proprio in quanto simile a quello dell’alimento che loro amano di più: la frutta!

Tutto ciò grazie alla presenza nel loro “naso” di 20 diversi recettori che possono captare tantissime sostanze chimiche tra cui anche quelle presenti nel vino (i moscerini si rivelano dunque anche dei piccoli sommelier!) Il team di scienziati, guidati da Thomas Nowotny, attraverso una simulazione ha poi capito con quale zona del cervello gli insetti sono in grado di codificare e quindi riconoscere i vari odori.

Il valore di questo studio l’ha spiegato lo stesso Nowotny: ''L'obiettivo a lungo termine di questa ricerca è realizzare un naso elettronico ispirato all'olfatto dei moscerini per rivelare esplosivi, armi chimiche e droghe''. Ma le potenzialità vanno al di là di questo: ''un dispositivo di questo tipo potrebbe essere usato nel controllo della qualità alimentare, nel monitoraggio delle esalazioni dei vulcani e nel rilevamento dei parassiti in agricoltura''.

Da oggi sembra quindi che dovremmo guardare con maggior rispetto ai moscherini della frutta che invece consideriamo di solito semplici ospiti indesiderati nelle nostre case.

Francesca Biagioli

Leggi anche:

Come tenere lontani dalla frutta insetti e moscerini

Birra: il suo aroma inconfondibile è merito dei moscerini

10 prodotti ecologici saccheggiati da multinazionali e biopirateria

$
0
0

multinazionali bioterrorismo

Domenica 12 ottobre è entrato in vigore il Protocollo di Nagoya, ratificato da 51 Paesi per fermare la biopirateria. Ma molti piccoli produttori agricoli lottano già da anni per difendere la biodiversità e l'autenticità degli alimenti coltivati secondo la tradizione. 

Ecco perché scegliere le filiere corte, locali, sostenibili e del commercio equo acquista un'importanza vitale per difendere la biodiveristà e il lavoro degli agricoltori onesti. 

Si tratta di prodotti tipici ed ecologici "sfruttati" o contraffatti dalle grandi aziende, in alcuni casi al punto da renderli completamente insostenibili.

1) Il te' Lipton ai pesticidi

Pesticidi nel tè Lipton venduto in Cina. Il marchio appartiene alla multinazionale Unilever. Greenpeace aveva rivelato la scomoda verità qualche tempo fa. In alcuni campioni era stata individuata la presenza di pesticidi banditi dall'Unione Europea. Una delle sostanze ritrovate, chiamata Bifenthrin, secondo gli esperti potrebbe interferire nella produzione degli ormoni maschili. Greenpeace ha richiesto a Lipton l'immediata riduzione delle sostanze dannose impiegate nella produzione di tè e l'introduzione di maggiori controlli sulla qualità.

Leggi anche: Te' Lipton al gusto di 29 pesticidi in Cina

2) Il grano khorasan di Kamut®

Il termine Kamut® non indica un cereale ma un marchio registrato che l'omonima società ha imposto al grano khorasan coltivato in Canada. In questo modo ne ha, in buona sostanza, l'esclusiva. Ognuno è libero di scegliere se acquistare questo cereale, che probabilmente non risale all'antico Egitto come vorrebbero farci credere. Ma è bene sapere che alcuni grani antichi vengono coltivati anche in Italia. Una varietà di grano khorasan non registrata dal marchio Kamut si trova ad esempio in regioni come Abruzzo, Basilicata e Campania, dove troviamo il grano Saragolla. Altra varietà di grano antico italiano è il Senatore Cappelli. Riscopriamo anche il farro, la segale e l'orzo di coltivazione nostrana. Cerchiamo sempre di dare la preferenza a piccole realtà locali e dell'agricoltura biologica.

Leggi anche: Kamut: benefici, usi e miti da sfatare

3) La quinoa insostenibile

La coltivazione della quinoa sta diventando insostenibile? Dal 2006 ad oggi il prezzo della quinoa è triplicato. I consumatori sono disposti a pagare di più per un alimento benefico ed "esotico", ma quanto guadagnano realmente i contadini che si occupano della sua coltivazione? Stiamo forse sfruttando il lavoro degli agricoltori locali e i loro terreni? La soluzione è scegliere quinoa bio e solidale, che non venga coltivata sfruttando l'ambiente e i lavoratori. Qui, ad esempio, trovate le informazioni messe a disposizione da Altromercato sulla quinoa del commercio equo e solidale coltivata secondo l'agricoltura bioologica.

Leggi anche: Quinoa: il suo successo ha reso la coltivazione insostenibile?

4) Il falso olio extravergine bio

I prodotti biologici sono purtroppo sempre più al centro di truffe e frodi. Lo scorso settembre i NAC hanno sequestrato 250 litri di olio extravergine d'oliva falso. Veniva etichettato come biologico ma non era nemmeno adatto all'alimentazione. Si trattava di olio lampante, cioè di un olio di qualità molto scarsa, che in passato sarebbe stato utilizzato per le lampade ad olio, non di certo in cucina. L'individuazione delle frodi nel biologico è comunque il segno che gli organismi di controllo e gli enti di certificazioni sono sempre operativi per difendere le aziende e i consumatori e per contrastare la criminalità.

Leggi anche: Falso olio extravergine bio: era olio da lampade

5) La stevia

Le multinazionali non hanno perso tempo nell'allungare i propri tentacoli verso un dolcificante naturale come la stevia. L'esempio più evidente è la bibita Coca Cola Life o i dolcificanti a base di stevia di Dietor e Misura. Il suo contenuto di stevia non basta di certo a renderla green e naturale. Possiamo coltivare la nostra piantina di stevia sul balcone, così come possiamo acquistare il dolcificante naturale presso piccoli produttori italiani. In Argentina, ad esempio, proprio per contrastare le multinazionali è nato un progetto per coltivare la stevia in modo sostenibile.

Leggi anche:

Stenia: contro le multinazionali un progetto per coltivarla in Argentina in modo sostenibile e etico
Coca Cola Life: basta aggiungere la stevia per diventare green e naturale?

6) Il vino francese ai pesticidi

Il problema dei pesticidi proibiti ha raggiunto anche il vino francese, sia convenzionale che biologico. Di recente gli esperti hanno identificato pesticidi multipli, comprese sostanze proibite. I vini da agricoltura biologica avrebbero dovuto esserne del tutto privi, dato che l'impiego di pesticidi nei vigneti bio è vietato. E' possibile che una contaminazione delle uve da vino si verifichi per via della vicinanza tra vigneti coltivati secondo l'agricoltura biologica e vigneti convenzionali? L'importante è che i controlli siano sempre regolari per tutelare i consumatori e di certo il biologico è molto più monitorato rispetto alla produzione convenzionale.

Leggi anche: Vino biologico: pesticidi proibiti ritrovati nelle bottiglie di francesi

7) Il rooibos di Nestle'

Conosciamo il rooibos soprattutto come infuso, ma i suoi impieghi raggiungono anche la cura della pelle e dei capelli. Un'inchiesta condotta dalla Dichiarazione di Berna e da Natural Justice ha rivelato che cinque domande di brevetto sul Rooibos depositate da Nestlé nel 2010 per quanto riguarda l'impiego del rooibos in prodotti cosmetici e nutraceutiici contravvenivano alla legislazione sudafricana e alla Convenzione sulla Biodiversità.

8) Il riso basmati di RiceTec

La bipirateria ha colpito anche il riso basmati. Già nel 2000 Action Aid aveva lanciato una campagna per arginare il fenomeno. RiceTec ha depositato un brevetto per una particolare tipologia di riso basmati ottenuta dalla combinazione con una varietà di riso americana. Era il 1997 e RiceTec si difendeva dalle accuse sostendendo che questo brevetto su una sola varietà non avrebbe leso la grane produzione di riso basmati. Una difesa debole. Grazie al boicottaggio e alle proteste dei contadini, infatti, in seguito il brevetto sarebbe stato revocato.

9) Le melanzane di Monsanto

Monsanto avrebbe cercato di creare nuove sementi a partire da una varietà di melanzane coltivata in India da generazioni e ottenuta dopo numerosi incroci curati dagli agricoltori localo nel corso del tempo per ottenere alimenti migliori e ortaggi più resistenti. In India la multinazionale americana è stata accusata di bipirateria, un caso più unico che raro per Monsanto, che pare abbia portato alla vittoria degli oppositori indiani agli Ogm. Qui l'approfondimento di Le Monde.

10) La soia bio ai pesticidi

A giungo del 2013 nel nostro Paese è scattato un maxi sequestro che ha avuto come oggetto la soia contaminata da pesticidi altamente tossici. Non solo non avrebbe potuto essere venduta come soia bio, ma nemmeno come prodotto alimentare convenzionale. E' importante ricordare che la necessità di incrementare la coltivazione di soia – che potrebbe portare anche all'impiego di sostanze tossiche o illegali – è strettamente legata alla produzione di mangimi destinati agli animali da allevamento. Scegliamo sempre soia e prodotti a base di soia italiani e garantiti senza Ogm, con materie prime provenienti da filiera corta italiana.

Leggi anche: Falso Bio: soia contaminata da pesticidi tossici sequestrata dalla GdF

Marta Albè

Leggi anche:

10 falsi cibi salutari

11 cose che pensavi fossero green, e invece…


10 "superfood" da coltivare nell'orto, in vaso o in giardino

$
0
0

coltivare supefood

Superfood, cioè alimenti supernutrienti ricchi di proprietà benefiche che ci aiutano a seguire una dieta sana. Sapevate che potete coltivare alcuni supercibi direttamente nel vostro orto, in giardino o addirittura in vaso? 

Forse state già coltivando dei superfood senza saperlo. Ma se volete iniziare ad autoprodurre il vostro cibo salutare, ecco quali saranno gli alleati migliori che potrete raccogliere direttamente nel vostro orto.

1) Bacche di Goji

Le bacche di Goji crescono spontaneamente in Tibet. Sono note per il loro contenuto di antiossidanti e sono considerate un vero e proprio frutto della longevità. Potrete acquistare facilmente le piantine di bacche di Goji nei vivai, oppure provare a piantare in vaso i semi che estrarrete dalle bacche stesse. Non è detto che le bacche di Goji coltivate in Italia abbiano le stesse proprietà dei frutti tibetani, ma tentar non nuove.

Leggi anche: Bacche di Goji: benefici e come coltivarle

2) Aglio

Da sempre l'aglio è considerato non soltanto un alimento ma un vero e proprio medicinale naturale. E' un toccasana contro ipertensioni, parassiti, influenza e raffreddore. Ha proprietà antiossidanti e antitumorali. Ed è soprattutto facile da coltivare sia nell'orto che in vaso. Basta piantare un bulbo o uno spicchio d'aglio con il vantaggio di difendere le piante coltivate nelle vicinanze dai parassiti in modo naturale.

Leggi anche: Come coltivare l'aglio sul balcone in 6 mosse

3) Curcuma

Cercate la curcuma da coltivare nei vivai – dove spesso viene venduta come pianta ornamentale, oppure orientatevi sulle radici fresche da piantare in vaso, come fareste per lo zenzero germogliato. La curcuma è nota per le sue innumerevoli proprietà benefiche, in particolare per la sua capacità di contrastare i processi infiammatori in atto nel nostro organismo.

Leggi anche:

Come coltivare la curcuma
Curcuma: le straordinarie proprietà curativa

4) Zenzero

Potete coltivare lo zenzero sul balcone o in casa, utilizzando un normale vaso, un bidone o un sacco. Si tratta di una pianta erbacea originaria dell'estremo Oriente. La sua importazione avviene per lo più dalla Cina. Se volete avere a disposizione dello zenzero a chilometri zero, non vi resta che iniziare la sua coltivazione casalinga. Il modo più semplice per iniziare a coltivare lo zenzero è scegliere una radice fresca che abbia già iniziato a germogliare, cosa che accade normalmente se non conservate lo zenzero al riparo dalla luce.

Leggi anche: Zenzero: Come coltivarlo sul balcone

5) Zafferano

Nel mondo lo zafferano viene coltivato soprattutto in India e Iran. Non mancano però alcune coltivazioni di zafferano in Italia, che interessano soprattutto le regioni dell'Abruzzo, della Sardegna, delle Marche, dell'Umbria e della Toscana. In alcuni casi avviene nel nostro Paese la produzione di zafferano DOP. Potrete provare a coltivare lo zafferano anche semplicemente in vaso e ammirare i suoi meravigliosi fiori. E' considerato l'antiossidante più potente che esiste in natura.

Leggi anche:

Come coltivare lo zafferano in vaso e nell'orto

6) Graviola

La graviola è un frutto esotico che viene coltivato anche in Italia, per la precisione in Calabria, dove ha acquisito la denominazione di origina locale di Annona di Reggio. Dunque, se abitate in Calabria o in una regione dal clima caldo potete provare a coltivare la graviola dal seme. Conservatelo nel caso in cui abbiate l'occasione di assaggiare questo frutto ricco di proprietà benefiche-

Leggi anche:

Come coltivare la graviola dal seme
Come coltivare l'avocado sul balcone

7) Avocado

L'avocado è apprezzato soprattutto per il suo contenuto di grassi benefici per l'organismo. E' un frutto esotico coltivato anche in Italia, in particolare in Sicilia. Se vi capita di acquistare un frutto di avocado italiano, provate a conservare il seme e a piantarlo in vaso. Se nel luogo in cui vivete le condizioni climatiche sono adatte, potrete assistere alla crescita della vostra nuova pianta di avocado.

Leggi anche: Come coltivare l'avocado sul balcone

8) Topinambur

I topinambur sono molto semplici da coltivare in vaso seguendo gli stessi metodi che utilizzereste per le patate o per lo zenzero. Hanno bisogno di molto sole e di poca acqua. Potrete semplicemente acquistare questi tuberi dal fruttivendolo e interrarli in vaso da gennaio a marzo. Sono ricchi di ferro potassio e vitamina. A differenza delle patate i topinambur si mangiano anche crudi.

Leggi anche: Come coltivare sul balcone il topinambur

9) Daikon

Nella cucina occidentale il daikon è considerato un ortaggio minore, mentre è tra gli ingredienti più amati della cucina orientale. Lo possiamo coltivare senza problemi anche in Italia. E' diuretico e drenante, aiuta a contrastare la ritenzione idrica. Il suo consumo è utile in caso di lievi malattie respiratorie ed è benefico per il fegato. Potrete seminare il daikon da marzo a ottobre oppure coltivarne i germogli.

Leggi anche: Cavolo rosso: coltivazione e benefici per la salute

10) Cavolo rosso

Il cavolo rosso, o cavolo cappuccio rosso, è ricco di sali minerali, vitamina C e betacarotene. Per coltivarlo scegliete un luogo soleggiato del vostro orto o del giardino. Evitate terreni che si asciugano rapidamente, ma anche che tendono a trattenere troppa acqua. Di solito la semina del cavolo rosso avviene tra febbraio ed aprile, per permettere il trapianto degli ortaggi tra aprile e luglio. Il periodo del raccolto va da agosto a settembre.

Leggi anche: Cavolo rosso: coltivazione e benefici per la salute

Marta Albè

Leggi anche:

8 alimenti supernutrienti che probabilmente non state mangiando

Alimentazione sana: la spesa giusta? Ti aiuta un'app!

$
0
0

nuna cover

UN APP PER MANGIARE SANO - Compresa l'importanza della dieta mediterranea e religiosamente votate al sacro vincolo della sana alimentazione, decidiamo che, sì, è arrivato il momento di mettere nel carrello della spesa solo roba genuina, pena – in primis – la nostra salute (oltre che la nostra forma fisica, che comincia anche a risentire del peso gravitazionale degli anni che passano). 

Da dove partire, allora, se finora al supermercato brancolavamo nel buio in preda solo alla nostra fame piuttosto che trasportate dal giusto desiderio di mangiare corretto? Semplice: visto che siamo sempre col nostro pollicione puntato sullo smartphone, ecco che si sono inventati una nuova app, interamente dedicata proprio a chi ha bisogno di aiuto nello scegliere i cibi salutari e tipici della dieta mediterranea.

Nasce così Nuna, l'App "Navigatore Nutrizionale" disponibile gratuitamente su Apple Store e su Google Play Store per dispositivi mobili iOS e Android, con lo scopo di accompagnare il consumatore dall'acquisto dei prodotti alimentari alla stessa preparazione dei cibi, in base ai principi della dieta mediterranea.

Il progetto è nato, dopo un quinquennio di ricerche, da un'idea di Alessandro Casini, professore associato di Gastroenterologia e nutrizione umana al Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica dell'Università di Firenze e Alessandro Tozzi, dirigente medico in Gastroenterologia dell'Asl 11 di Empoli, e fondatori di Nunacode s.r.l., spin-off accademico dell'Università di Firenze.

nana2

COME FUNZIONA – Scaricata sul cellulare e una volta selezionato il prodotto (con una foto scattata al codice a barre oppure scegliendolo tramite l'apposita funzione di ricerca), l'applicazione fornirà un giudizio basato sui valori nutrizionali e che viene espresso con delle etichette con scala "a semaforo": con il verde via libera all'acquisto, con il giallo si potrà acquistare con qualche cautela e con il rosso il prodotto sarà sconsigliato.

Nuna varia il suo giudizio anche in relazione a parametri come la composizione del prodotto o la frequenza di acquisto, che potrete impostare manualmente.

"Una corretta spesa alimentare - spiega Casini - modifica la composizione della dispensa in casa, incrementa la competenza nutrizionale e permette di apportare correttivi alla propria dieta. Nuna rivoluziona l'approccio alla dieta perché il semaforo, dinamico e intelligente, non tiene conto solo della composizione dell'alimento, ma anche delle necessità nutrizionali del consumatore e della dieta nel suo complesso. Inserendo i vari alimenti nella App si potrà ottenere una vera e propria lista della spesa che si potrà sincronizzare e condividere in tempo reale con altri utenti. In questo modo – concludono - è possibile programmare una spesa sana anche prima di essere al negozio".

Oltre al semaforo, il navigatore nutrizionale si serve anche della "piramide alimentare" che indica quanto sia sana la spesa sulla base di alcuni indicatori: l'aderenza ai principi della stessa piramide, il bilanciamento fra i più importanti macronutrienti (la percentuale delle proteine, dei grassi e dei carboidrati) e la presenza di adeguate quantità di tutti i nutrienti (come il calcio o il ferro).

L'applicazione verrà presentata ufficialmente il 20 e 21 ottobre a Roma durante il congresso della Società Italiana di Nutrizione Umana. Potete intanto scaricare qui la versione android e qui quella iOs da Apple Store.

Germana Carillo

LEGGI anche:

Dieta mediterranea: il giusto mix di alimenti per essere più felice 

Dieta mediterranea: sana e.. afrodisiaca!

Crisi: gli italiani spendono meno, mangiano meglio e scelgono l'autoproduzione

$
0
0

autoproduzione coldiretti

La crisi economica purtroppo ha messo in difficoltà molte famiglie. Ma gli italiani non si arrendono e trovano il modo di arrivare a fine mese nonostante tutto. Certo, il budget per la spesa al supermercato ha subito un taglio netto, ma forse questo significa che molti cittadini hanno imparato a mangiare meglio e hanno scelto l'autoproduzione.

Tanti di voi sicuramente in questo periodo avranno riscoperto il piacere di fare la spesa al mercato del contadino o direttamente nelle aziende agricole, di comprare la farina e altre materie prime per preparare il pane e altri cibi in casa, o di scegliere canali alternativi per gli acquisti, come il Gruppo d'Acquisto Solidale.

A rivelare i dati sulle nuove abitudini anti crisi degli italiani arriva la Coldiretti, con una certa preoccupazione, a dire il vero. Gli italiani che non riescono a portare in tavola i cibi necessari per garantirsi una buona salute sarebbero più che raddoppiati rispetto all'inizio della crisi nel 2008. Circa 11 milioni di persone, pur volendo, non riescono a consumare un pasto proteico adeguato almeno ogni due giorni, perché non possono permetterselo.

In generale, 6 italiani su 10 spendono molto meno rispetto al passato per l'alimentazione e hanno riscoperto la cucina povera. Sembra un salto indietro nel tempo che può sembrare un regresso dal punto di vista della crescita economica, ma probabilmente mangiare in modo più leggero rispetto agli eccessi degli ultimi decenni sta giovando alla dieta di molti.

I fattori che sempre più determinano la dieta degli italiani, secondo quanto comunicato dalla Coldiretti, sono la ricerca della qualità e della genuinità, i prezzi, il desiderio di alimenti salutari e naturalmente i propri gusti. I nostri concittadini hanno riscoperto il riutilizzo degli avanzi per ridurre gli sprechi e i rimedi naturali.

Ciò permette di risparmiare, di dedicarsi ad un'alimentazione più sana e di vivere con gioia i momenti conviviali, preparando i pasti insieme agli amici e alla famiglia. E' in corso una vera e propria valorizzazione dello stare insieme a tavola, con una cultura del buon cibo e dell'autosufficienza che dice addio ai fast food e a tanti prodotti confezionati.

Ormai più di 10 milioni di famiglie ogni giorno della settimana fanno almeno un pasto insieme a tavola, a colazione, a pranzo o a cena. Sono i più giovani, tra i 18 e i 34 anni, che si dedicano maggiormente alla cucina e all'autoproduzione. Amano stare ai fornelli e preparare nuovi ricette. Come riassumere questi dati? Semplicemente gli italiani hanno imparato a spendere meno e a mangiare meglio. E' vero, forse non ci si può più concedere il lusso di una ricca cena al ristorante, ma con materie prime di qualità e che costano meno dei prodotti confezionati si può preparare comunque un pasto da re.

Marta Albè

Leggi anche:

 

I veleni che respiriamo: il 'black carbon invade le citta' italiane

$
0
0

black

Veleni su veleni. Il carbonio elementare, noto anche come black carbon, è presente ovunque nella nostra aria. E, neanche a dirlo, è estremamente dannoso per la salute. Come se ce ne fosse ancora bisogno, la conferma arriva da un nuovo studio condotto dal Centro Nazionale delle Ricerche (Cnr), il primo in Italia in quest'ambito.

Secondo gli scienziati, l'Italia è ricoperta da una polvere nera, che aumenta soprattutto nelle città. Nello studio, i ricercatori hanno misurato le concentrazioni di carbonio elementare scoprendo che le zone dove c'è molto trafficato presentano livelli più di 50 volte maggiori rispetto ai siti di alta montagna, dove le auto e le moto non arrivano.

Mettendo a confronto due siti, il Cnr ha mostrato che a Milano in viale Sarca la media nel periodo invernale sfiorava i 6 microgrammi per metro cubo mentre sul Monte Cimone, nell'Appennino Tosco-Emiliano, è di appena 0.1 mgm-3.

Una delle regioni più a rischio è la Pianura Padana. Qui le concentrazioni di carbonio organico ed elementare differiscono tra l'inverno e l'estate. Durante in mesi invernali, esse sono da 3 a 4 volte più elevate di quelle estive.

Questo a causa dell'intensità di alcune sorgenti quali il riscaldamento domestico durante la stagione fredda e delle frequenti condizioni di stabilità atmosferica, con scarso ricambio delle masse d'aria, che favoriscono l’accumulo degli inquinanti” ha spiegato Sandro Fuzzi dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima di Bologna (Isac-Cnr). “In atmosfera il carbonio elementare e il carbonio organico si trovano sempre associati, poiché originati dalle stesse sorgenti: la combustione incompleta di una qualsiasi sostanza organica, sia combustibili fossili, sia biomasse (legna e residui agricoli), per autotrazione, riscaldamento e produzione di energia”.

Livelli diversi anche da Nord a Sud. Sempre considerando i mesi invernali, le maggiori concentrazioni di black carbon sono in media il doppio nelle città del Nord rispetto a quelle del sud.

Un problema non da poco, a cui anche la Commissione Europea si sta interessando, raccomandando ai singoli stati il monitoraggio. Secondo l'Oms, uno dei nemici Numero Uno dell'uomo, visti gli effetti dannosi per il sistemi respiratorio e cardiovascolare e l'aumento del rischio di cancro.

Francesca Mancuso

LEGGI anche:

Smog: una class action contro i danni da inquinamento dell'aria

Salute, l'inquinamento causa bronchite e malattie respiratorie anche in Himalaya

Land grabbing: gli agricoltori cinesi spargono mais sui terreni espropriati ricoperti d'asfalto (FOTO)

$
0
0

mais cina cover

Gli agricoltori cinesi hanno dato inizio ad una forte azione di protesta contro il land grabbing. Per la necessità di costruire nuove strade i loro terreni sono stati espropriati ed ora al posto dei campi troviamo l'asfalto. Insieme hanno dunque deciso di ricoprire le strade spargendo dei chicchi di mais.

Il loro intervento ha messo in difficoltà il traffico della zona. Gli agricoltori hanno pensato di unire la protesta a qualcosa di utile per la loro attività. Il calore dell'asfalto li aiuta infatti nell'asciugatura e nell'essiccazione dei chicchi di mais.

Le immagini sono state scattate lungo la Kexue Main Road, vicino a Zhengzhou City. Dall'alto e da lontano le strade sembrano ricoperte d'oro. Ma uno sguardo più ravvicinato rivela ciò che sta succedendo. Gli agricoltori stanno cercando di ricoprire di mais almeno due terzi di un tratto di strada della lunghezza di 5 chilometri.

La loro speranza è per lo meno di portare a termine l'essiccazione dei chicchi di mais rapidamente, dato che sanno che i terreni sottratti non potranno essere restituiti. E per proteggere i preziosi chicchi dorati dal traffico hanno creato delle barriere con ciò che avevano a disposizione, come bottiglie di birra, sacchi e coni stradali.

I mezzi di trasporto che si trovano lungo la strada sono costretti a rallentare e ad impegnarsi per evitare degli ostacoli inaspettati. Purtroppo, gli agricoltori rischiano comunque che una parte del raccolto vada perduta o rovinata, per via delle distrazioni degli automobilisti. Inoltre, temono ritorsioni e interventi da parte delle autorità locali.

Gli agricoltori sono stati interpellati sulle motivazioni della loro scelta e hanno spiegato che il mais steso sull'asfalto asciuga facilmente in un paio di giorni. Così può essere confezionato e preparato per la vendita in tempi brevi. Le loro ragioni comunque non sono soltanto economiche:

"Questa una volta era la nostra terra e chi doveva costruire strade e fabbriche semplicemente è venuto qui e ce l'ha portata via, che l'ha rubata. Stiamo soltanto facendo asciugare il mais sulla nostra terra".

mais cina 1

mais cina 2

mais cina 3

mais cina 4

mais cina 5

Ecco una delle conseguenze dell'avanzata sconsiderata del cemento e delle espropriazioni di terreni: gli agricoltori non hanno abbastanza spazio per occuparsi come si deve di quanto raccolto. Una riprova che chi progetta di ingrandire le aree urbane non sempre prende in considerazione le esigenze dell'agricoltura.

Marta Albè

Fonte foto: news.163.com

Leggi anche:

Viewing all 14412 articles
Browse latest View live


<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>