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Salviamo i fiumi alpini: l'allarme del WWF

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tagliamento fiume

I fiumi alpini europei non godono di buona salute: solo uno su dieci, infatti, è in grado di fornire acqua e far fronte ai cambiamenti climatici. Soltanto l'11% dei fiumi alpini, in buona sostanza, è ancora ecologicamente intatto e si tratta per lo più di piccoli corsi d'acqua. È quanto decretato dal rapporto WWF "Save the Alpine Rivers!", il primo studio globale sui sistemi fluviali dell'intero Arco Alpino. 

Condotta in coordinamento con l'Università per le Risorse Naturali e le Scienze della Vita di Vienna, l'indagine è frutto del progetto panalpino del WWF STAR Save The Alpine Rivers, presentato in questi giorni in vari stati alpini, ed è stata messa a punto su un database completo che identifica, da un lato, i tratti fluviali che ancora scorrono liberamente senza pressioni da parte dell'uomo ed evidenzia, dall'altro, i tratti vitali che dovrebbero essere la priorità per i futuri progetti di ripristino.

Quello che più viene a galla è che pochissimi fiumi dell'Arco Alpino sono ancora incontaminati. "Per i grandi corsi d'acqua la situazione è particolarmente grave" spiega Christoph Litschauer, a capo del Programma Acque del WWF European Alpine Programme. "In tutto ci sono solo 340 chilometri tra i grandi fiumi delle Alpi che mantengono uno stato ecologico elevato, in contrasto con i 2.300 chilometri che sono stati classificati come artificiali o che sono stati profondamente modificati dall'uomo".

I piccoli corsi d'acqua, inoltre, ancora pressoché intatti, sono però per la maggior parte minacciati dallo sviluppo di piccoli impianti idroelettrici. Roba non da poco se si considera che in tutta Europa sono 14 milioni le persone che utilizzano le acque alpine per usi domestici e per produrre energia.

"Quello che serve è costruire un dibattito qualificato, a livello panalpino, che chiarisca quali habitat vogliamo preservare in futuro. Questo significa che dobbiamo stabilire quali fiumi proteggere prima che gli effetti cumulativi dello sfruttamento idroelettrico e dei cambiamenti climatici creino impatti tali da essere disastrosi" conclude Litschauer.

LE CAUSE - Oltre alla costruzione di dighe e alla regolazione delle acque, molti argini vengono convertiti in aree urbane o agricole, riducendo la loro naturale capacità di far fronte alle inondazioni. In più, anche i cambiamenti climatici sono stati identificati come una minaccia per i fiumi alpini, senza considerare che uno studio condotto per il governo austriaco ha trovato che l'aumento della temperatura nelle Alpi è molto più alta che in altre regioni del mondo.

E IN ITALIA CHE SI FA? Niente. L'esigenza di proteggere e rafforzare la capacità di fiumi e zone umide è costantemente lesa da una autentica aggressione al territorio, caratterizzata da un consumo di suolo di ben 93 ettari al giorno, dalla canalizzazione dei corsi d'acqua e da un'estrema loro artificializzazione anche a causa dell'aumento delle concessioni di derivazione a scopo idroelettrico che spesso insistono in Parchi o in aree di Rete Natura 2000.

Come se non bastasse, in Italia non si applicano correttamente le Direttive europee "Acque" (2000/60/CEE) e "Alluvioni" (2007/60/CE), tanto che ad oggi non sono ancora istituite le Autorità di distretto, organismi che servirebbero a riorganizzare un adeguato governo delle acque sul territorio.

Insomma, nel Belpaese si continua a intervenire solo a seguito di un'emergenza, senza pensare che sarebbe mille volte meglio prevenire, curare il territorio e attuare politiche di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici. Sarebbe troppo semplice?

Germana Carillo

Foto: Fiume Tagliamento, WWF


Una casa dove si fuma e’ inquinata come Pechino

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fumare casa

Che il tabacco faccia male è risaputo, nonostante questo c’è chi sprezzante della propria salute e di quella dei propri familiari, fuma in casa impregnando in questo modo di fumo passivo tutti gli ambienti. Ora una nuova ricerca svela che le case dove avviene questo sono inquinate tanto quanto una grande città come Pechino.

Lo studio scozzese dell’Università di Aberdeen, pubblicato su Tobacco Control, ha voluto valutare l’impatto delle particelle sottili che si trovano in casa, cercando di capire quanto queste incidano all’interno degli ambienti chiusi e che tipo di impatto possano avere sulla salute di chi li abita.

I ricercatori hanno raccolto e analizzato i dati di 4 studi condotti sempre in Scozia (2009-2013) nel corso dei quali erano stati misurati i livelli di particolato fine (PM2.5) all’interno delle case di fumatori (93) e non fumatori (17) per un minimo di 24 ore e un massimo di 6-7 giorni.

Risultato? Le case dei fumatori avevano concentrazioni di PM2.5 10 volte superiori a quelle dei non fumatori. Il fumo passivo è un rischio per la salute tanto quanto (e forse di più) di quello diretto e secondo gli esperti tra i tanti effetti collaterali che può dare ci sono quello di esporre a malattie respiratorie e cardiovascolari. In una casa dove si fuma regolarmente, i livelli di sostanze dannose (polveri sottili) arrivano ad essere decisamente troppo alti rispetto a quelli considerati sicuri dall'Organizzazione Mondiale della Sanità tanto da poter essere paragonati alle concentrazioni che si riscontrano nelle città più inquinate al mondo.

Queste misurazioni mostrano che il fumo di seconda mano può produrre livelli molto elevati di particelle tossiche in casa: molto più alti di qualsiasi altra cosa al di fuori sperimentata nella maggior parte delle città del Regno Unito. Rendere senza fumo la vostra casa è il modo più efficace per ridurre seriamente la quantità inalata di particelle sottili dannose”, ha dichiarato il dottor Sean Semple, autore principale dello studio.

Se proprio dobbiamo fumare, dunque, evitiamo almeno di farlo in casa!

Francesca Biagioli

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Sigarette: il "fumo di terza mano" in casa e in ufficio è dannoso quanto quello passivo

Cucito: come rendere la casa e il guardaroba piu' green con ago e filo

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cucito greenme

Cucire è un'attività da riscoprire. Il cucito e il rammendo eseguito ad arte ci aiutano a risparmiare, a riparare abiti e tessuti e a realizzare a mano ciò che occorre per decorare la casa, oltre che per l'abbigliamento, a seconda delle nostre abilità. Imparare a cucire significa prendersi cura del Pianeta.

Forse le vostre nonne sono delle brave sarte. E' il momento di imparare da loro tutti i segreti del cucito e del rammendo. Si avvicinano le festività di fine anno e grazie a piccoli lavori di cucito potrete preparare decorazioni per la casa e regali per la famiglia e per gli amici. Quanti di noi sono in grado di eseguire lavori di rammendo e cucito a regola d'arte? Se non abbiamo mai provato a cucire, proviamo a partire dalle basi e poi esploriamo le possibilità e i vantaggi di questa arte che dovrebbe essere intramontabile.

Le 3 R del cucito

Saper cucire risponde alla perfezione alle "3 R" di uno stile di vita più sostenbile: ridurre, riparare, riutilizzare. Saper cucire e rammendare permette di ridurre le quantità di capi nuovi da acquistare, dato che si possono rimettere a nuovo gli abiti già in possesso se si tratta semplicemente di fare delle piccole riparazioni. Riparare è fondamentale sia per risparmiare che per ridurre i rifiuti e garantisce il riutilizzo di tutto ciò che fino a questo momento avevamo abbandonato in un angolo.

Piccoli lavori di rammendo

I piccoli lavori di rammendo sono la base per prolungare la durata degli abiti, dei tessuti e delle decorazioni in stoffa presenti nella nostra casa. Saper riattaccare un bottone ad una giacca, rammendare dei calzini o una t-shirt, cucire l'orlo di una tenda o di un paio di pantaloni e sostituire una cerniera sono tutte operazioni che ci consentono di prenderci cura fino in fondo della casa e di ciò che possediamo, all'insegna del risparmio di denaro e di tempo dedicati alla ricerca di qualcosa di nuovo da acquistare.

Rinnovare gratis il guardaroba

Chi sa cucire – ma anche lavorare a maglia o all'uncinetto – può praticamente rinnovare gratis il guardaroba reinventando ciò che già possiede, ma che considera ormai un po' datato. Ecco che allora si può partire da un paio di vecchi jeans per trasformarli in una borsetta, da una vecchia t-shirt o felpa che si trasforma in un abitino per bambini. Saper cucire permette di recuperare e dare nuova vita a vecchi jeans, maglioni, camicie e t-shirt per rinnovare in poche mosse sia il guardaroba che le decorazioni della casa. Cucire permette di riadattare facilmente gli abiti quando la taglia non è perfetta, pensiamo ad esempio ad una gonna da stringere o a dei pantaloni sportivi a cui aggiungere un elastico.

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Tessuti ecocompatibili

Se per voi il cucito e il rammendo non rappresentano soltanto degli interventi di emergenza, poiché siete in effetti delle sarte molto brave e appassionate, potete andare alla ricerca di tessuti ecocompatibili per i vostri prossimi progetti. Ad esempio ecco il cotone biologico, i tessuti di lino e di canapa tinti in modo naturale, le stoffe prive di pigmenti potenzialmente dannosi per l'ambiente. Potreste anche sperimentare alcuni metodi per tingere i tessuti in modo naturale e rendere sempre più rispettosa del Pianeta la vostra attività.

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cucito 1

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Riutilizzare scampoli di stoffa

Se al momento dell'acquisto potrete orientarvi sui tessuti ecocompatibili, non dimenticate di esercitare la vostra creatività con il cucito a partire dalle stoffe che avete già in casa, anche se si tratta solo di scampoli. Proprio dagli scampoli si possono ricavare i migliori accessori per l'abbigliamento, decorazioni per la casa e pupazzetti per bambini. Andate alla ricerca di vecchi tessuti, lenzuola e tende in cantina o in soffitta. Se per vari motivi non sono più utilizzabili così come sono, è giunto il momento di trasformarli in qualcosa di nuovo. Se invece ritrovate dei vecchi abiti che non indosserete più, ricavate comunque del materiale per i vostri progetti. I bottoni di una vecchia giacca potrebbero trasformarsi in decorazioni speciali per un altro abito.

Non sprecare

Nel cucito valgono le stesse regole che vigono per la nostra dispensa: non sprecare mai nulla e cercare di conservare e di riutilizzare tutto ciò che può servire. Se recuperate dei semplici scampoli di stoffa, potrete riutilizzarli per creare pupazzetti di stoffa, copertine per i libri, bavaglini per bambini, puntaspilli, decorazioni per le borse, accessori come braccialetti e collane, confezioni per le bottiglie di vino da regalare, addobbi per le feste di compleanno e tanto altro ancora. Date spazio alle riparazioni, al recupero, al riuso e soprattutto alla fantasia.

Marta Albè

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Q.rad: il radiatore smart che utilizza il calore di scarto emesso dai data center (VIDEO)

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Radiateur

Avete mai notato che il vostro computer-netbook-notebook emette un vero e proprio getto di calore? Provate ad immaginare la quantità che viene invece prodotta dai server. E se si potesse recuperare tale calore per riutilizzarlo? L'idea è del prof. Paul Benoit, che ha messo a punto un sistema di riscaldamento che fornisce riscaldamento gratuito ed efficiente per le case e le attività commerciali.

Usando la stessa logica, Benoit ha ideato un radiatore elettrico chiamato Q.Rad, collegato a processori ad alte prestazioni. Questi ultimi sono equiparabili a dei PC senza schermo, connessi a internet tramite fibra ottica.

L'idea era quella di sostituire le resistenze del riscaldamento autonomo con i processori per computer, connessi a Internet, in grado di generare calore senza produrre alcun rumore. E senza costi aggiuntivi.

Per gli utenti, il principio è molto semplice: un termostato, regolabile anche a distanza tramite smartphone, consente di selezionare la temperatura desiderata prelevando il calore desiderato. Una stanza più riscaldata richiede più capacità di calcolo dei processori. Ed è ciò su cui si è basato Benoit.

Questi radiatori digitali sono stati progettati per lavorare sfruttando i data center, dove delle macchine enormi processano dati, permettendoci, più o meno consapevolmente, di aprire tante finestre su Internet contemporaneamente, o inviare un tweet. Tutto ciò richiede ogni volta l'utilizzo di calcoli informatici molto complessi. Proprio per questo i data center emettono una grande quantità di calore. Solo per fare un esempio: i “calcoli” necessari per la realizzazione di un film in 3D possono riscaldare diverse migliaia di persone per un anno.

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radiatore smart

Il loro calore può essere così recuperato e rimesso in circolo gratuitamente attraverso l'apposito sistema di regolazione termica gestito via Internet. L'invenzione di Benoit oggi riscalda 100 alloggi sociali a Parigi, ma altri 350 radiatori intelligenti sono in procinto di iniziare il loro secondo inverno.

Un'alternativa ai data center così come li conosciamo. Per evitare il surriscaldamento, l'idea è quella di “allocare la capacità di calcolo della città e quindi riscaldare gli appartamenti attraverso il calore generato dagli speciali processori”. Ciò consentirebbe a Q.rad, secondo le stime di Paul Benoit, di avere un impatto ambientale quattro volte inferiore a quella dei data center attuali. Senza contare che si tratta di una soluzione ecologica ed economica, visto che il calore è gratuito per gli utenti in possesso di Q.rad.

{youtube}hm2VSd0UZvc{/youtube}

Un anno dopo la sua introduzione, Qarnot Computing, la start-up fondata da Benoit, ha iniziato a guardare anche all'estero. L'azienda, sostenuta dal programma Horizon 2020 dell'Unione europea, sta cercando di trovare altre soluzioni che vadano oltre il riscaldamento, con funzionalità integrate di automazione domestica come, ad esempio, i sensori per la misurazione della qualità dell'aria.

Purtroppo, Q.rad non è disponibile per la vendita ai privati. Almeno, non ancora.

Francesca Mancuso

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Il cloud computing è green?

Rinoceronti bianchi quasi estinti: ce ne sono solo 6 in tutto il mondo

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Triste conto alla rovescia per l'estinzione dei rinoceronti bianchi. Ne sono rimasti solo 6 su tutto il Pianeta Terra. Per questo Suni, il rinoceronte bianco settentrionale trovato senza vita nella riserva di Ol Pejeta Conservancy, in Kenya, era molto più che unico e raro: era di vitale importanza per la sopravvivenza della sua specie, essendo uno degli unici due maschi riproduttori rimasti.


L'animale di 34 anni è stato trovato morto il 17 ottobre, probabilmente per cause naturali. Si esclude un intervento dei cacciatori di frodo, in quanto era stato monitorato per tutto il giorno. Ora si attendono i risultati dell'autopsia, che verrà eseguita presso il Kenya Wildlife Service.

La morte della creatura rara significa che si tutto il Pianeta sono ormai rimasti solo sei rinoceronti bianchi del Nord, di cui uno solo è maschio. Tramonta così il sogno che aveva ispirato Suni. Nato alla Králové Zoo Dvůr nella Repubblica Ceca, Suni era stato un emblema di speranza: era uno dei pochissimi rinoceronti settentrionali inviati nel 2009 in Africa, come parte di un estremo tentativo di salvare la specie dalla critica minaccia di estinzione.

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Purtroppo non ha funzionato. Dai leoni agli elefanti africani, molte delle specie del continente stanno crollando a causa del bracconaggio e di altre cause umane. Significa anche che stiamo perdendo le importanti funzioni che rivestono all'interno dell'ecosistema della savana. I rinoceronti, ad esempio, sono fondamentali per mantenere in buona salute le praterie. E ora, con un solo maschio, le prospettive per la sottospecie sono sempre più nere. Stuart Pimm, un ecologo della Duke University di Durham, North Carolina, considera l'animale già praticamente estinto.

Roberta Ragni

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Ucciso l'ultimo rinoceronte del Mozambico

Sesso e PVC: gli ftalati nella plastica fanno calare la libido femminile?

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sesso ftalati plastica donne

La voglia di fare sesso è in calo? Potrebbe essere colpa della plastica, in particolare degli ftalati utilizzati per ammorbidire il PVC. Gli ftalati sono presenti in oggetti di uso comune, come le confezioni dei cibi industriali e le tendine della doccia. Uno studio li ha messi in relazione con il calo della libido femminile.

Gli ftalati si accumulano nel nostro organismo e le donne che presentano livelli elevati di queste sostanze nelle urine pare possano attraversare un vero e proprio calo della libido. La causa sarebbe tutta nella capacità degli ftalati di interferire con il sistema ormonale femminile.

Lo ha affermato uno studio condotto prresso la University of Rochester School of Medicine e appena presentato alla conferenza annuale dell'American Society for Reproductive Medicine. I ricercatori si sono occupati di misurare i livelli di ftalati nelle urine di 360 donne in gravidanza di età compresa tra i 20 e i 30 anni.

Le donne con le maggiori quantità di ftalati nell'organismo avevano probabilità superiori di due volte e mezzo di perdere interesse nei confronti del sesso rispetto a coloro che presentavano livelli più bassi di tali sostanze. Secondo l'Oms gli ftalati presentano implicazioni serie per la salute.

Gli ftalati sono sostanze chimiche di produzione industriale. Si tratta di composti artificiali che da studi precedenti sono già stati correlati all'accelerazione della menopausa, al rischio di diabete e di accumulo di peso corporeo. Si ritiene che l'esposizione agli ftalati durante la gravidanza possa causare gravi problemi al bebè.

Insomma, per varie ragioni, dagli ftalati sarebbe meglio stare alla larga. Ma come possiamo fare? Possiamo provare a ridurre il consumo di cibi industriali confezionati e l'utilizzo di contenitori per alimenti in plastica che temiamo possano contenere ftalati. Massima attenzione al PVC.

Emily Barrett, l'esperta che si è occupata dello studio, sospetta che gli ftalati interferiscano con la produzione degli ormoni sessuali femminili. Tutti noi siamo esposti quotidianamente agli ftalati e, secondo le parole della ricercatrice, tutte le persone sottoposte ad analisi hanno mostrato livelli di ftalati misurabili.

Secondo Emily Barrett, il cibo è una delle maggiori fonti di ftalati a cui siamo esposti, in particolare quando è lavorato industrialmente e confezionato. La sua raccomandazione è di ridurre i cibi industriali e di comprare alimenti freschi e non confezionati.

La Chemical Industries Association sarebbe subito insorta per difendere i produttori di materie plastiche e per sottolineare che al momento non esisterebbero test accettati a livello globale che possano accertare gli effetti sulla libido dell'esposizione a determinate sostanze. Ma date le numerosi ipotesi sui rischi per la salute legati agli ftalati, meglio tutelarsi il più possibile, preferire alimenti naturali e ridurre l'uso di plastica a contatto con i cibi.

Marta Albè

Fonte foto:

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I gladiatori dell'antica Roma erano vegetariani

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gladiatori

Chi l'ha detto che per essere forti e muscolosi bisogna mangiare per forza proteine animali? Se ai giorni nostri lo dimostrano le decine di atleti che hanno scelto un'alimentazione a base vegetale, in realtà lo sapevano già, secoli e secoli fa, i gladiatori romani, che seguivano una dieta prevalentemente vegetariana.

Lo dimostrano alcune recenti indagini antropologiche effettuate sulle ossa di guerrieri rinvenute durante gli scavi nella antica città di Efeso, oggi in Turchia. In uno studio del Dipartimento di Medicina Legale della Università di medicina di Vienna, sono state esaminate le ossa provenienti da un cimitero di gladiatori scoperto nel 1993, che risale al 2° o 3° secolo aC.

Il risultato mostra che i gladiatori seguivano una dieta vegetariana. Non vi era infatti praticamente alcuna differenza in termini di nutrizione rispetto alle "popolazione normale" locale. Quindi i pasti degli atleti consistevano principalmente in grano e verdure, ma senza carne.

Una differenza tra gladiatori e la popolazione normale, però, c'è: si tratta della quantità di stronzio misurata nelle loro ossa, risultata altamente significativa. Questo porta alla conclusione che i gladiatori assumevano una fonte ricca di questa sostanza. La bevanda alla cenere, citata spesso nella letteratura antica, probabilmente è esistita davvero.

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gladiatore

"Ceneri vegetali sono stati evidentemente consumati per fortificare il corpo dopo lo sforzo fisico e per promuovere una migliore guarigione ossea", spiega Fabian Kanz, a capo dello studio. "Le cose erano simili quindi a quello che facciamo oggi -. Prendiamo magnesio e calcio (in forma di compresse effervescenti, per esempio) dopo lo sforzo fisico".

Roberta Ragni

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Leoni, colibri' e scorpioni: i vincitori del Wildlife Photographer of the Year 2014

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1. Leoni

Un branco di leoni a riposo in Tanzania. Uno scatto in bianco e nero ha conquistato il titolo di “Wildlife Photographer of The Year 2014”. Ieri a Londra è stata la duchessa di Cambridge Kate Middleton a premiare i vincitori del concorso annuale di fotografia naturalistica organizzato dal Museo di Storia Naturale di Londra e dalla BBC.

La 50esima edizione ha riconosciuto il primato di Michael 'Nick' Nichols che ha seguito un branco di leoni nel Parco Nazionale del Serengeti per quasi sei mesi. Il suo scatto mostra cinque femmine a riposo con i loro cuccioli, poco dopo aver guidato fuori uno dei maschi del gruppo.

La foto ha battuto più di 42.000 altre candidate provenienti da 96 paesi. Ma ecco quali sono le immagini vincitrici delle altre categorie.

A soli 9 anni, lo spagnolo Carlos Perez Naval ha conquistato il premio dedicato ai giovani al di sotto dei 10 anni, con il suo scorpione al sole.

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2. Scorpione

Il cileno Francisco Negroni ha vinto il premio per la categoria Earth's Environments con questa foto che ritrae lo spettacolo dei fulmini intorno ad un eruzione del vulcano Puyehue.

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3. Fulmini

Lo svedese Anton Lilja è stato il vincitore della categoria da 15 a 17 anni con la foto che ritrae l'accoppiamento di due rane.

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4. Accoppiamento rane

L'americano Alex Badyaev è stato premiato per la categoria Mammiferi per aver immortalato un cervo topo in piedi su un fungo nel Montana occidentale.

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5. Topo di notte

Bruno D'Amicis ha primeggiato nella categoria World in Our Hands. La sua immagine raffigura un adolescente in Tunisia con una volpe Fennec tra le gambe, pronta alla vendita. Una pratica illegale ma molto diffusa nel paese.

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6. Volpe del deserto

Vincitore per la categoria dagli 11 ai 14 anni, Will Jenkins si stava rilassando in vacanza in Costa Rica, quando l'iguana verde è saltata giù dal tetto. È rimasta ferma per 20 minuti, tutto il tempo per farsi fotografare.

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7. Iguana Costarica

Edwin Sahlin ha scoperto questa ghiandaia siberiana durante una vacanza con la famiglia nel nord della Svezia.

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8. ghiandaie siberiane

In Ecuador, Jan van der Greef ha fotografato l'unico uccello al mondo col becco più lungo del suo corpo (esclusa la coda): il colibrì dal becco a spada.

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9. Colibri spada

Fabien Michenet, durante un'immersione notturna in acque profonde al largo della costa di Tahiti, è rimasto affascinato da questo giovane calamaro. Lungo appena tre centimetri, galleggiava immobile circa 20 metri al di sotto della superficie. I suoi occhi erano organi bioluminescenti. La sua foto è stata premiata per la categoria Underwater Species.

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10. Plancton

Francesca Mancuso

Foto: BBC e NHM

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Ricette senza lievito: come preparare gli impasti per pane azzimo, pizza, focaccia e cracker

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pane senza lievito

Preparare pane, pizze e focacce senza lievito vi sembra una missione impossibile? Chi è intollerante o allergico al lievito deve sempre fare molta attenzione alla lettura degli ingredienti dei prodotti che acquista. L'alternativa sempre valida è l'autoproduzione. Esistono tante ricette per preparare impasti senza lievito che vi permetteranno di non rinunciare ai vostri piatti preferiti. Ecco alcuni consigli utili per preparare il pane senza lievito e altre ricette.

1) Pane azzimo

Il pane senza lievito tradizionale è detto propriamente pane azzimo. Per preparare il pane azzimo vi basterà avere a disposizione farina, acqua tiepida, olio extravergine e sale. Pochi ingredienti per una preparazione semplice e leggera adatta a chi non può consumare il comune pane preparato con il lievito. Qui una ricetta interessante per preparare il pane azzimo in forno o in padella.

2) Pane degli Esseni

Il pane degli Esseni viene cotto al sole e giunge a noi da una tradizione molto antica. Si tratta di una tipologia di pane senza lievito che oltre a questo ingrediente evita anche la classica cottura al forno. Potrete preparare il pane esseno a partire dalla farina integrale o dai chicchi di cereali. Qui la ricetta.

Leggi anche: Pane degli Esseni: come preparare il pane cotto al sole

3) Pizza senza lievito

Potrete preparare l'impasto della pizza anche senza lievito e ottenere così una pizza più leggera del solito. Il classico lievito di birra viene sostituito con il bicarbonato di sodio. Sarà diverso dall'impasto per la pizza tradizionale ma può rappresentare una buona soluzione per chi è allergico o intollerante al lievito. Qui una ricetta utile per preparare l'impasto della pizza senza lievito.

4) Focaccia senza lievito

Potrete preparare al forno delle ottime focacce al rosmarino senza lievito, rapide da realizzare e leggere rispetto agli impasti tradizionali. Il risultato vi sorprenderà e potrete gustare la vostra amata focaccia anche senza lievito e soprattutto fatta in casa con le vostre mani. Qui una ricetta utile per preparare l'impasto della focaccia senza lievito.

5) Cracker senza lievito

I cracker che troviamo in vendita al supermercato di solito contengono lievito, ma in casa possiamo preparare in modo rapido dei cracker senza lievito, ad esempio seguendo la nostra ricetta dei cracker alla curcuma, che potrete modificare a piacere variando gli ingredienti a seconda dei vostri gusti. I cracker alla curcuma che vi proponiamo sono vegan e senza lievito.

Leggi anche: Cracker alla curcuma vegan

6) Grissini senza lievito

Preparare dei grissini senza lievito è molto semplice. A 200 grammi di farina integrale abbinate 100 grammi di farina di ceci. Aggiungete 2 cucchiai di olio extravergine, un pizzico di sale, semi e erbe aromatiche a piacere e acqua quanto basta fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo, da impastare con le mani come fareste per il pane. Lasciate riposare l'impasto per 30 minuti a temperatura ambiente e date forma ai vostri grissini. Infornate a 180° C per 20 minuti circa, fino a doratura.

Leggi anche: Farina di ceci: 10 gustose ricette

7) Biscotti senza lievito

Potrete preparare i vostri biscotti senza lievito sostituendo questo ingrediente con un pizzico di bicarbonato di sodio e lasciare riposare l'impasto a temperatura ambiente prima di ricavare la classiche formine. Il trucco per riuscire a preparare dei biscotti senza lievito è sperimentare con la consistenza dell'impasto. Qui una ricetta da cui potrete prendere spunto per preparare dei biscotti senza lievito, con le opportune modifiche anche in versione vegan.

8) Tortillas e piadine senza lievito

Per preparare in casa le tortillas il lievito non serve, vi basterà un pochino di bicarbonato di sodio. La ricetta è molto semplice e potrete utilizzare le tortillas anche per sostituire le piadine in modo da evitare il lievito anche in questo caso. Potrete utilizzare farina di frumento o farina di mais, ma sperimentare anche la farina di farro. Qui la ricetta.

Leggi anche:

Tortillas e tacos fatti in casa
Piadina con falafel di ceci fatta in casa

9) Panini di zucca senza lievito

Con la zucca cotta e la farina integrale potrete preparare degli ottimi panini da arricchire con l'uva sultanina e con lo zenzero in polvere. Anche questa ricetta è senza lievito. Per preparare questi panini senza lievito viene utilizzata la birra, ma se questo ingrediente vi dà problemi, per facilitare la lievitazione senza il comune lievito potete usare in sostituzione dell'acqua frizzante. Qui la ricetta completa.

10) Torta al cioccolato senza lievito

Per sostituire il lievito industriale nella preparazione delle vostre torte potrete utilizzare piccole quantità di bicarbonato e di aceto (suggeriamo l'aceto di mele). La loro combinazione permette all'impasto di lievitare in modo naturale durante la cottura in forno. Con questo trucco potrete preparare la torta al cioccolato e caffè, vegetale e senza lievito suggerita dal blog Clorofilla.

Leggi anche: Torta al cioccolato e caffe' vegetale senza lievito

Marta Albè

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Tipi di lievito: quale utilizzare?

Bibite zuccherate e gassate: fanno invecchiare come il fumo

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bibite gassate invecchiamen

Vi avevamo già dato 10 ottimi motivi per evitare di bere le bibite gassate, piene di zucchero e ormai riconosciute un po’ da tutti come dannose per la salute. Oggi ne aggiungiamo uno in più: secondo una nuova ricerca queste bevande possono accellerare il processo d’invecchiamento proprio come fa il fumo.

Il team di ricerca dell’University of California di San Francisco, che ha visto pubblicare la propria ricerca sull'American Journal of Public Health, ha puntato il dito sulle bevande zuccherate sostenendo che i danni che provocano non si limitano al semplice aumento di peso con rischio obesità ma, ancora più grave, il loro consumo va ad incidere sui processi di invecchiamento delle nostre cellule accellerandoli ed esponendoci quindi maggiormente alla dannosa azione dei radicali liberi.

Per arrivare ad affermare questo i ricercatori hanno analizzato campioni di Dna di oltre 5mila persone tra i 20 e i 65 anni. Quello che è subito balzato agli occhi è che coloro che bevevano circa 2 lattine di bibite gassate al giorno mostravano variazioni nel Dna che corrispondevano a un invecchiamento cellulare di 4,6 anni. Una sola bibita al giorno equivaleva invece ad un invecchiamento di quasi 2 anni.

In particolare ciò che si voleva vedere in laboratorio era la situazione dei telomeri, parte finale dei cromosomi che agisce da protezione. Se più corti del normale, questi possono esporre il Dna ad eventuali danni. I ricercatori quindi intendevano valutare se chi beve regolarmente bibite gassate va incontro all’accorciamento dei telomeri e la risposta ovviamente è stata affermativa: chi consuma queste bevande ha i telomeri molto più corti del normale.

Già lo sapevamo ma è sempre meglio ribadire: lasciate queste bevande sugli scaffali dei supermercati!

Francesca Biagioli

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Bibite gassate: 10 motivi per smettere di berle

The Walking Dead: gli attori diventano vegetariani

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walkin dead

Si cambia menù sul set di The Walking Dead. A forza di vedere carne umana (anche se finta) mangiata dagli zombi, i protagonisti della serie TV più splatter dei nostri giorni stanno optando per una dieta vegetariana.

Le sanguinose cene di scena, a base di carne e sangue umani, erano così disgustose che alcuni membri del team hanno riferito di aver deciso di diventare vegetariani, secondo quanto riporta il Daily Star.

Sul set, quindi, i piatti di carne sono stati sostituiti da spinaci, insalata di avocado, risotto ai funghi e fagioli neri. Dopo aver girato le realistiche e stomachevoli scene della serie per tutto il giorno, infatti, l'ultima cosa che gli attori vogliono è mangiare animali morti. Così, l'80% del cibo servito sarà senza carne.

"Dopo aver visto i 'Walkers' realisticamente consumare carne umana sanguinante, teste tagliate e altre parti del corpo tirate fuori e fatte a fette, nessuno toccava la carne rossa o il pollo che venivano serviti", spiega Norman Reedus, 45 anni, che interpreta l'amatissimo Daryl Dixon, affascinante superstite dell'apocalisse armato di balestra.

E stiamo parlando di centinaia di persone, tra comparse, operatori e truccatori. Intanto la serie, sviluppata da Frank Darabont e basata sui fumetti omonimi creati da Robert Kirkman, Tony Moore e Charlie Adlard, è tornata con la quinta stagione e continua la sua messa in onda su Sky (in particolare, su FOX) e su AM.

{youtube}eUHeQ8OKTTw{/youtube}

Chi sarà, quindi, il prossimo a essere mangiato? Nessuno, almeno nella vita reale. Perché con la cucina veg "sopravvivono" tutti. Ma attenti agli azzannatori...

Roberta Ragni

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Vegan zombie: dalla webserie un libro a fumetti per cucinare veg con i morti viventi (video)

 

Attacchi di panico: come affrontarli. Consigli e rimedi naturali

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attacchi di panico

ATTACCHI DI PANICO, COME AFFRONTARLI - Tante persone nella propria vita sperimentano almeno una volta un attacco di panico, quel momento bruttissimo in cui per pochi secondi o per qualche minuto si ha quasi la sensazione di morire. I sintomi possono essere diversi: tremore, senso di soffocamento, tachicardia, paura di impazzire o svenire, vampate di sudore, brividi o altro.

Si può trattare di un episodio sporadico nella nostra vita o invece capitare in maniera ricorrente soprattutto in periodi in cui siamo particolarmente sotto stress, stiamo reprimendo le nostre emozioni più profonde o semplicemente ci sentiamo più deboli e insicuri. L’esperienza è spesso inaspettata e molte persone, proprio perché non capiscono bene cosa sta accadendo e cosa devono affrontare, si recano preoccupate al pronto soccorso dove dal personale medico viene accertato che non si tratta di sintomatologia dovuta a patologie cliniche ma “semplicemente” al sistema nervoso e vengono somministrati dei calmanti e ansiolitici.

Quando compaiono questi sintomi bisogna sempre chiedersi il perché e se si vuole scongiurare la ricomparsa andare a fondo nel problema. Un metodo che si è dimostrato senz’altro ottimo è quello di intraprendere un breve percorso psicologico evitando se possibile i medicinali e aiutandosi magari con alcuni rimedi naturali. Vediamo quali sono le opzioni che si possono prendere in considerazione:

TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE

Se il fenomeno degli attacchi di panico e dell’ansia è ricorrente è bene rivolgersi all’aiuto di uno specialista. Negli ultimi anni si è visto che ottimi risultati si possono ottenere per questo genere di problemi con la terapia cognitivo comportamentale, di solito di durata molto breve e a cadenza settimanale. Durante le sedute lo psicoterapeuta guida il paziente in un percorso che gli permetterà di spezzare quei meccanismi del pensiero e circoli viziosi che sono alla base del problema e gli proporrà degli esercizi da fare a casa per esercitarsi a “cavalcare la propria tigre”.

YOGA E TECNICHE DI RESPIRAZIONE

A volte, per scacciare le nostre paure, potrebbe essere sufficiente entrare dentro noi stessi e respirare profondamente per alcuni minuti riconnettendoci con quella forza che ognuno ha dentro di sè. Per imparare a fare questo si possono apprendere le tecniche di respirazione o iscriversi ad un corso di yoga. Queste discipline, se praticate regolarmente, aiutano il sistema nervoso ad essere rilassato e forte, in questo modo è più facile affrontare tutte le sfide della vita con il giusto grado di energia e senza paure.

MAGNESIO

Non tutti sanno che a volte gli attacchi di panico possono essere generati da una carenza di magnesio, minerale fondamentale per il buon equilibrio del sistema nervoso. Spesso, soprattutto se non seguiamo una dieta bilanciata e sana, non riusciamo con il cibo ad ottenere tutto quanto il magnesio di cui avremmo bisogno soprattutto se stiamo vivendo un periodo di forte ansia e stress. Ecco allora che potrebbe essere utile prendere un integratore di magnesio per far fronte a questa situazione ed evitare l’insorgenza degli attacchi di panico. Generalmente, se l’ansia è alimentata anche da carenza di magnesio, 2 o 3 settimane sono sufficienti per avvertire già un netto miglioramento.

LEGGI anche: Magnesio: le 10 migliori fonti vegetali

FIORI DI BACH

Tante persone trovano giovamento nell’utilizzo di alcuni fiori di Bach specifici per episodi di ansia e attacchi di panico. In pole position c’è il Rescue Remedy, una miscela di diversi fiori, pensata dal dottor Bach proprio per i casi di emergenza, tra cui quelli in cui si perde improvvisamente il controllo di se stessi. Questo però non è un rimedio pensato per essere utilizzato per lunghi periodi, ma solo per episodi sporadici di ansia e attacchi di panico. Altri fiori di Bach che si possono prendere in considerazione in questi casi sono Rock Rose, adatto per le situazioni in cui il terrore prende il sopravvento, Aspen, per chi ha “paura di avere paura” e in generale per tutti i casi in cui si teme qualcosa di indefinito o Cherry Plum se c'è paura di perdere la ragione e il controllo di se stessi.

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PRODOTTI FITOTERAPICI

Sia in farmacia che in erboristeria esistono diversi prodotti a base di piante ed erbe con proprietà calmanti e rilassanti. Questi possono essere assunti preventivamente nei periodi in cui si vive una particolare ansia e forti stress oppure, soprattutto i fitoterapici in gocce, possono essere utilizzati al momento del bisogno e dunque andrebbero portati sempre con sè quando si ritiene che sia possibile sopraggiunga un attacco di panico (ad esempio in autobus, al cinema, in generale nei luoghi chiusi, troppo affollati o al contrario all’aperto). Le preparazioni solitamente contengono passiflora, melissa, valeriana, camomilla, tiglio, biancospino, ecc. Fatevi consigliare dal vostro erborista di fiducia la soluzione più pratica per voi.

{youtube}N2xCiGJm7Q4{/youtube}

OLIO ESSENZIALE DI LAVANDA O CAMOMILLA

Proprio nel momento dell’attacco di panico ma anche preventivamente possono essere utilizzati degli oli essenziali con effetto calmante come possono essere quello di lavanda o quello di camomilla. Si utilizzano versando poche gocce su un fazzoletto e respirando profondamente, oppure nei casi in cui servono più rapidamente annusando il profumo direttamente dalla boccetta. Se invece siete a casa e vi sentite agitati e in preda alla tachicardia versatene 5/6 gocce in un diffusore all’interno di una stanza, sedetevi o sdratiatevi e respirate profondamente.

 

ALTRI CONSIGLI

Evitate il caffè, il thè nero e tutte le bevande energizzanti a base di caffeina, limitate anche la cioccolata, soprattutto se fondente dato che stimola comunque il sistema nervoso. Privilegiate invece una dieta a base di frutta, verdura, legumi e cereali integrali per fare in modo che il corpo sia ben mineralizzato.

Chiudo dicendovi che se pure in state soffrendo di attacchi di panico, sappiate e tenete bene a mente che da questa situazione se ne esce, anche se ci può volere più o meno tempo. Dovete solamente trovare la strada giusta! Per quanto riguarda i rimedi, invece, se ne ne avete sperimentato qualcuno, fateci sapere come vi siete trovati.

Francesca Biagioli

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- Ansia: 10 rimedi naturali per alleviare il panico
- Ansia: non solo rimedi naturali ma anche la giusta alimentazione

Smart city: le 10 idee per citta' piu' verdi e a misura d'uomo

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smartcitybologna

Le città in cui vivremo, grazie al loro essere smart, avranno soluzioni in grado di ridurre l'inquinamento e di cambiare le nostre abitudini in chiave sostenibile. Alcune di queste tecnologie esistono già e sono state premiate in occasione della Smart City Exhibition, la manifestazione in corso a Bologna in questi giorni.

Qui sono stati premiati i 10 migliori prototipi per le smart city, dall'hard disk che illumina la strada al sistema di bike sharing intelligente, con numerose soluzioni pensate anche per la vita domestica e per le persone che soffrono di malattie invalidanti.

Si tratta di soluzioni originali, sostenibili e a costi contenuti e soprattutto già realizzate, anche se non tutte ancora in commercio. Eccole qui di seguito:

1) TortellinoHPC

Prodotto da Sertec, è un sistema eco-compatibile che ha il compito di raffreddare i sistemi di calcolo e i data-center tramite un processo a immersione. Gli elaboratori vengono infatti immersi in un liquido che recupera il calore prodotto dai processori interni e dagli alimentatori, consentendo di ridurre drasticamente il consumo di energia totale. Quest'ultima può inoltre essere riutilizzata per il riscaldamento di ambienti o per la produzione di energia elettrica. Attualmente esiste un prototipo, non ancora in commercio.

2) La città solare coi robot domestici

Solenica è un robot che permette di utilizzare la luce solare per illuminare spazi e strutture. L'automa è in grado di direzionare il fascio luminoso all’interno di una casa ma anche all'esterno, per illuminare ad esempio gli spazi pubblici. Un sistema smart, dotato di “un’intelligenza ottica” che comanda la proiezione della luce solare. Secondo i suoi ideatori, il suo utilizzo potrebbe ridurre il carbon footprint di una persona di 1 tonnellata l'anno. Dove installarlo? Sulla ringhiera del balcone o in giardino ma anche vicino a monumenti, vie e piazze. Non richiede alcun allaccio per la corrente perché autoalimentato da celle fotovoltaiche. Attualmente esiste un prototipo.

{vimeo}97527591{/vimeo}

3) Park Smart

Parcheggio, che guaio. Ma nelle città del futuro trovare posto per la macchina sarà un gioco da ragazzi grazie al sistema che permette di sapere, in qualsiasi momento, la disponibilità di posti liberi in una determinata zona della città. Addio giri inutili, l'automobilista potrà andare dritto al parcheggio libero. Merito del sistema che utilizza i video delle telecamere, trasferendo le informazioni a un'app e al navigatore. Il sistema è attualmente in beta test: l'uscita sul mercato è prevista per gennaio.

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parksmart

4) sinERGIAmministrativa

Come fare a migliorare l'illuminazione delle città senza inquinare? Basta autoprodurre l'energia che occorre usando vecchi oggetti non più utilizzabili. E allora vecchie grondaie, hard disk rotti, motori di stampanti, elettrodomestici in disuso o addirittura l'alternatore di un'auto possono diventare la materia prima per realizzare un aereogeneratore ad asse verticale. Questa soluzione, sviluppata da Ellequadro ingegneria, permette con 4.500€ e due mesi di tempo per l'implementazione, di garantire risparmio energetico e benessere sociale. Allo stato attuale è stata utilizzata solo in forma privata per testarne la realizzazione e il funzionamento.

5) Arianna

Dedicato alle persone ipovedenti, Arianna è un sistema di navigazione a basso costo e poco invasivo che consente a chi ha problemi di vista o di deambulazione di aumentarne lapropria autonomia. Il sistema permette agli utenti di muoversi guidati dal loro smartphone lungo percorsi prestabiliti, sia indoor che outdoor. Può essere usato in aeroporti, musei, ospedali, centri commerciali ma anche stazioni, marciapiedi, boschi, percorsi naturalistici e turistici. Arianna è stata sviluppata dalla startup In.Sight nata come spin-off dell'Università di Palermo.

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insight

6) Touch4Movie

Touch4Movie è un sistema smart per la visione interattiva di contenuti video sui più comuni dispositivi mobili. Basta toccare lo schermo in corrispondenza dei punti di interesse (oggetti, persone, luoghi) e il sistema fornirà informazioni multimediali. Molto utile per le Smart City, ad esempio nel turismo e nella valorizzazione dei beni architettonici ma anche nella mobilità e nel trasporto pubblico. È stato ideato da ICTinnovaSrL, startup nata come spin off dellìUniversità la Sapienza.

{youtube}aYq2G49nODo{/youtube}

7) HALADIN’s

Si tratta di una lampada da tavolo che monitora la qualità dell'aria e del comfort ambientale all'interno degli edifici. Sappiamo infatti che negli ambienti chiusi ci sono numerose sostanze nocive rilasciate dagli impianti, dall'arredamento, dalle vernici, dai prodotti per la pulizia. HALADIN’s funge da strumento di controllo, poiché misura i livelli di VOC – Volatile Organic Compounds – e Formaldeide attraverso tre led colorati, oltre a calcolare temperatura, umidità e luminosità: verde quando l'aria è pulita, giallo per livelli di attenzione e rosso in caso di valori sopra i livelli di allarme.

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haladins

8) Sistema mHealth

Ideato per la guida intelligente del cammino nella malattia di Parkinson, il sistema sfrutta di stimoli esterni, sonori o vibrotattili, per aiutare i pazienti ad evitare l'insorgenza delle alterazioni del cammino. È composto da un'app e da 3 piccoli sensori senza fili, 2 da mettere sulle scarpe e uno sul tronco. L’app collega Bluetooth i sensori allo smartphone e, ogni volta che i parametri del cammino non sono corretti, un messaggio vocale istruisce il paziente su cosa fare. Ideato da Alberto Ferrari, giovane ricercatore dell'Università di Bologna.

9) DOCEO

Anche il bike sharing diventa smart con DOCEO, un progetto integrato di mobilità sostenibile. Grazie all'app e a un braccialetto in gomma dotato di sensore, si possono individuare e utilizzare le biciclette DOCEO presso i punti di raccolta. Ogni bici è dotata di una catena elettronica: il chip presente nel braccialetto si interfaccia con essa, riconosce l’utente e sblocca la bici. La catena ne consente anche il ritrovamento. Per utilizzare il servizio, basta registrarsi su www.doceo.com, ricevendo direttamente a casa il kit con il braccialetto, la mappa della città con evidenziati i punti di interesse e le schede dei percorsi.

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catena doceo

10) SRS - Smart Rainfall System

SRS è un nuovo strumento di monitoraggio del rischio meteo-idrologico, che stima e localizza in tempo reale le precipitazioni in aiuto della Protezione Civile. A differenza dei sistemi attualmente in uso, si basa su componenti di mercato a basso costo e utilizza le infrastrutture TLC esistenti (parabole satellitari) per l’acquisizione dei dati. Nasce dal lavoro congiunto dei dipartimenti DITEN e DICCA dell’Università di Genova e dalla PMI genovese Darts Engineering Srl. Sono in fase di avvio due sperimentazioni del sistema nella Provincia di Firenze e nel Comune di Genova.

Francesca Mancuso

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Halloween: come intagliare la zucca per creare una lanterna (FOTO)

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zucca lanterna halloween

Halloween si avvicina. E' il momento di pensare alle decorazioni per la festa, che faranno felici soprattutto i bambini. Vi avevamo già spiegato come creare delle decorazioni a forma di zucca con  materiali di recupero, ed ora ecco le indicazioni utili per creare una lanterna di Halloween a partire da una zucca.

La scelta della zucca è molto importante. Potrete optare per una comune zucca dell'orto, che potrete svuotare e di cui conserverete la polpa per le vostre ricette. Oppure potrete scegliere la classica zucca arancione che viene seminata appositamente per questa occasione. Ha poca polpa e tanti semi. E' considerata una zucca non edibile, ma facile da incidere e lavorare. Le parti di scarto saranno utili per la vostra compostiera.

Le zucche sono degli ingredienti prelibati e allo stesso tempo degli elementi decorativi irrinunciabili in autunno per rendere più allegra questa stagione. Passeggiando tra le cascine di campagna possiamo ammirare lo spettacolo delle zucche che abbelliscono portici e ingressi. Anche chi vive in città può portare un tocco di colore nella propria casa grazie alla vivacità delle zucche.

Ecco il tutorial proposto da Cortilia per trasformare una zucca in una lanterna di Halloween.

1) Incidere la base

Appoggiate la zucca su un tagliere e incidete con un coltello sottile e ben affilato la base.

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Foto 1

2) Incidere il cuore della zucca

Incidete con un coltellino il cuore della zucca in modo da facilitare l'estrazione di polpa e semi.

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Foto 2

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Foto 3

3) Svuotare la zucca

A questo punto - anche i più piccoli potranno divertirsi - con l'aiuto di un cucchiaio svuotate la zucca, scavando fino in fondo (attenzione a non romperla dato che la buccia è piuttosto morbida, se usate la tipica zucca arancione di Halloween).

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Foto 4

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Foto 5

4) Intagliare occhi e bocca

Disegnate con l'aiuto di un coltellino o di uno stuzzicadenti occhi, naso e bocca della zucca. Liberate la vostra fantasia. Quindi incidete con un coltello affilato.

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Foto 6

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Foto 7

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Foto 8

5) La lanterna è pronta

La zucca di Halloween è pronta! Non vi resta che pensare a come illuminarla, se volete, appoggiarla all'entrata oppure appenderla.

Marta Albè

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The Walking Dead: gli attori diventano vegetariani

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Si cambia menù sul set di The Walking Dead. A forza di vedere carne umana (anche se finta) mangiata dagli zombi, i protagonisti della serie TV più splatter dei nostri giorni stanno optando per una dieta vegetariana.

Le sanguinose cene di scena, a base di carne e sangue umani, erano così disgustose che alcuni membri del team hanno riferito di aver deciso di diventare vegetariani, secondo quanto riporta il Daily Star.

Sul set, quindi, i piatti di carne sono stati sostituiti da spinaci, insalata di avocado, risotto ai funghi e fagioli neri. Dopo aver girato le realistiche e stomachevoli scene della serie per tutto il giorno, infatti, l'ultima cosa che gli attori vogliono è mangiare animali morti. Così, l'80% del cibo servito sarà senza carne.

"Dopo aver visto i 'Walkers' consumare carne umana sanguinante, teste tagliate e altre parti del corpo tirate fuori e fatte a fette, nessuno toccava la carne rossa o il pollo che venivano serviti", spiega Norman Reedus, 45 anni, che interpreta l'amatissimo Daryl Dixon, affascinante superstite dell'apocalisse armato di balestra.

E stiamo parlando di centinaia di persone, tra comparse, operatori e truccatori. Intanto, la serie, che è stata sviluppata da Frank Darabont ed è basata sui fumetti omonimi di Robert Kirkman, Tony Moore e Charlie Adlard, è tornata alla grande con la quinta stagione. E continua la sua messa in onda su Sky (in particolare, su FOX) e su AM.

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Chi sarà, quindi, il prossimo a essere mangiato? Nessuno, almeno nella vita reale. Perché con la cucina veg "sopravvivono" tutti. Ma attenti agli azzannatori...

Roberta Ragni

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L'inquinamento puo' causare autismo: una nuova ricerca accusa stirene e cromo

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Autismo

Smog e autismo: torna lo spettro dell'inquinamento sulla salute dei bambini. Questa volta, le alte concentrazioni di stirene e cromo sarebbero la causa dei disturbi dello spettro autistico (ASD) nell'infanzia

Secondo una nuova ricerca condotta dall'Università di Pittsburgh, infatti, l'inquinamento potrebbe essere causa di autismo: i bambini con autismo avrebbero avuto più probabilità di essere stati esposti a livelli elevati di alcune sostanze tossiche presenti nell'aria durante la gravidanza della propria madre e nei primi due anni di vita.

"Nonostante il suo grave impatto sociale, le cause dell'autismo sono poco conosciute", sostiene Evelyn Talbott, ricercatrice principale dello studio e professoressa di epidemiologia alla Pitt Public Health. "Pochissimi studi sull'autismo hanno incluso anche le esposizioni ambientali, tenendo invece conto di altri fattori di rischio personali e comportamentali. La nostra analisi è un'aggiunta al piccolo ma crescente corpo di ricerca che considera le sostanze tossiche aria come uno dei fattori di rischio per l'ASD".

LA RICERCA - Talbott ei suoi colleghi hanno confrontato 217 famiglie di bambini con ASD nati tra il 2005 e il 2009 e che vivono in sei contee della Pennsylvania e hanno stimato l'esposizione a ben 30 sostanze inquinanti che causano alterazioni del sistema endocrino o problemi di sviluppo neurologico. In questo modo, sulla base dell'esposizione del bambino a concentrazioni di sostanze tossiche presenti nell'aria durante la gravidanza della madre e dei primi due anni di vita, i ricercatori hanno scoperto legami tra aumento dei livelli di cromo e stirene e autismo infantile, una condizione che colpisce uno su 68 bambini (dopo aver considerato anche dati come l'età della madre, il materno fumo in gravidanza, la razza e l'istruzione).

Lo stirene viene utilizzato nella produzione di materie plastiche e vernici (e risulta anche dalla benzina delle auto), mentre il cromo è il risultato tipico dei processi industriali e dell'indurimento dell'acciaio, ma può anche provenire dalle centrali elettriche.

Questa ricerca, insomma, pone ancora una volta l'accento sull'inquinamento atmosferico, spaventosa arma letale capace di scatenare malattie anche nei bambini che ancora devono nascere. Sarà sempre troppo tardi quando si capirà che con un trasporto urbano eco-sostenibile e con delle serie politiche green si potrebbero risparmiare miliardi e salvare un sacco di vite umane.

Germana Carillo

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Eclissi parziale di sole: ecco dove sara' visibile

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eclissi sole 23 ottobre

Una nuova eclissi di sole sarà visibile oggi. Ad ammirarla saranno però gli abitanti di Usa, Canada e della Siberia. Il sole sarà parzialmente oscurato dalla luna nuova, regalando immagini mozzafiato a chi avrà la fortuna di osservare il fenomeno dal vivo.

Un mese denso di appuntamenti, con diversi sciami di stelle cadenti - le Orionidi visibili anche questa sera - e un'eclissi di luna. E adesso tocca anche alla nostra stella che questa sera, attorno alle 20 ora italiana, sarà “divorata” dalla luna, che in questo momento si trova nella fase di novilunio.

In America, l'eclissi sarà visibile poco prima del tramonto mentre in Asia, nell'area siberiana il fenomeno avrà luogo all'alba locale quando ormai sarà venerdì 24 ottobre per via della linea di cambiamento di data.

Il posto migliore però è il M'Clintock Channel, un braccio del Mar Glaciale Artico, che divide l'Isola Victoria dalla Prince of Wales Island, in Alaska. Qui la sfera solare sarà oscurata per più di quattro quinti. Il resto del Nord America vedrà il sole oscurarsi ma in percentuale minore. Ecco le aree dove sarà visibile:

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eclissi23nasa

Foto: Nasa

In ogni caso, è bene tenere presente che il Sole non va mai guardato direttamente anche se la luna lo coprirà. Mai farlo ad occhio nudo, si potrebbero rischiare danni permanenti agli occhi o addirittura la cecità. È bene fare delle pause e dare agli occhi qualche istante di riposo durante l'osservazione. La regola numero uno riguarda l'uso dei filtri progettati per questo scopo. Essi possono anche essere posti davanti ai binocoli o agli obiettivi delle fotocamere.

Chi avrà dunque la possibilità di osservare dal vivo l'eclissi non dimentichi di procurarsene uno. Chi invece si trova dalle nostre parti, dovrà accontentarsi di vedere lo spettacolo sul web in streaming.

Francesca Mancuso

Foto: Nasa

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Milano: come diventare volontari per un giorno

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volontari milano

Volontari cercasi a Milano: riparte "Volontari per un giorno", la più grande campagna di volontariato mai realizzata nella città meneghina. Un'iniziativa che mette in contatto centinaia di associazioni e chi vuole provare a impegnarsi aiutando il prossimo.

Dal doposcuola per ragazzi stranieri a qualche ora passata con gli anziani più soli, dalla preparazione di una cena per i senzatetto ad attività con persone affette da disabilità o da svolgere nei canili: l'iniziativa si rivolge sia ad imprese che a singoli cittadini, a tutti coloro che desiderano dedicare parte del proprio tempo a disposizione degli altri.

Diventare Volontari per un giorno è facile e con l'edizione 2014 sono disponibili due modalità di adesione:

1. Volontari per un Giorno... Tutti i giorni. È la modalità più classica di partecipazione alla campagna. Cittadini e imprese possono scegliere il progetto più vicino ai propri valori e alla propria sensibilità e, compilando il form d'iscrizione, entrare direttamente in contatto con le associazioni

2. Volontari per un Giorno @ Expo 2015. Si tratta della novità di questa nuova: le imprese aderenti a Fondazione Sodalitas o partner di Expo potranno svolgere attività di volontariato durante l'Esposizione Universale, dal 1° maggio al 1 ottobre 2015.

LE SCORSE EDIZIONI - Nel corso delle prime tre edizioni - tra il 2011 e il 2013 - hanno risposto all'invito di Volontari per un Giorno circa 4mila cittadini, cui si aggiungono ulteriori 3.800 volontari di circa 50 imprese aderenti. In tre anni Volontari per un Giorno ha aiutato più di 250 associazioni del territorio a realizzare 530 progetti.

"Volontari per un Giorno rappresenta un patrimonio per la città. Il Comune di Milano non aderisce solo in qualità di promotore ma sostiene la campagna con i cittadini, le associazioni e, dallo scorso anno, con la partecipazione attiva dei dipendenti", hanno commentato Chiara Bisconti e Marco Granelli, rispettivamente Assessore al Benessere, Qualità della vita, Sport e tempo libero, Risorse umane, Tutela degli animali, Verde, Servizi generali e Assessore alla Sicurezza e coesione sociale, Polizia locale, Protezione civile, Volontariato del Comune di Milano.

Cosa aspettate? Il più delle volte per iniziare a fare il volontario basta poco e aiutare il prossimo è la cosa migliore che possiamo fare. Anche per noi stessi!

Tutte le iniziative di Volontari per un giorno cui potrete partecipare a Milano le trovate QUI

Germana Carillo

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Volontariato: dedicarsi agli altri è un ottimo rimedio per la salute

McDonald's VS Biologico: quando gli esperti scambiano per bio i piatti del fast food (VIDEO)

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mcdonalds biologico

Definizioni e "etichette" traggono in inganno. Presentare come bio e naturali i classici piatti da fast food serviti da McDonald's può mandare in confusione persino gli esperti di cibo d'alta qualità. Life Hunters Tv ha girato un video per documentare un esperimento che sembra incredibile e che dovrebbe farci riflettere sul potere del marketing e della pubblicità.

Affermare che un alimento è naturale e di alta qualità non lo rende tale, ma la presentazione insolita su piatti e vassoi e la fiducia in chi lo propone può arrivare a mascherare la realtà. Inoltre non c'è dubbio che i piatti da fast food abbiano un aspetto e un sapore invitanti, altrimenti non si spiegherebbe il loro successo.

Il video è stato girato presso l'Expo di Hauten con la partecipazione di esperti dell'ambito gastronomico e dell'alimentazione. I cibi da fast food di McDonald's sono apparsi ai buongustai come dei piatti ottimi, dal buon sapore e dalla consistenza gradevole "Il gusto è molto ricco", è uno dei commenti raccolti.

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mc donald bio

Ecco la domanda chiave: "Se dovessi confrontare questo piatto con il cibo di McDonald's, quali sarebbero le maggiori differenze?". Questa la risposta: "Certamente questo piatto ha un gusto migliore e il fatto che sia biologico è di sicuro una buona cosa". E ancora: "E' di certo molto più gustoso rispetto a McDonald's. Si può dire che sia anche molto più puro".

Trattandosi di buongustai, può darsi che non assaggiassero da tempo cibo da fast food e che abbiano l'abitudine di dare la preferenza a ristoranti di qualità per i propri pasti. Non c'è dubbio, ribadiamo, che il cibo da fast food sia saporito e gustoso. Ma non sono queste le caratteristiche che ne determinano la qualità dal punto di vista nutrizionale. A parere delle persone interpellate però "Il prodotto è puro e biologico e ciò lo rende molto gustoso".

Queste le conclusioni dei due intervistatori: "Se dici alle persone che un prodotto è biologico, automaticamente loro crederanno che lo sia". Ne risulta che è facile ingannare i consumatori da ogni punto di vista, ma anche che, dato che siamo noi a scegliere cosa e dove mangiare, possiamo decidere di premiare le realtà migliori e di eliminare dalla nostra lista per le uscite a cena i ristoranti che ci sembrano sospetti o di scarsa qualità nonostante le apparenze.

Guardate il video.

{youtube}4Qa6QXBxxWw{/youtube}

Marta Albè

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Allevamenti di polli: anche in Italia l'uso di antibiotici è eccessivo e dannoso

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allevamenti di polli

I polli sono cambiati nel corso del tempo e negli allevamenti si usano troppi antibiotici, anche in Italia. Oggi i polli da allevamento, per la produzione di carne, sono diventati diverse volte più grandi rispetto ai decenni passati. Un nuovo studio condotto in Canada fa luce sul fenomeno. E un reportage di Sky indaga sull'uso eccessivo di antibiotici negli allevamenti di polli in Italia.

L'ipotesi che carne prodotta negli Stati Uniti con tipologie di antibiotici e di trattamenti ormonali vietati in Europa possa arrivare sulle nostre tavole se il TTIP entrerà in vigore sta destando preoccupazioni tra i consumatori, ma sarebbe bene innanzitutto conoscere quale sia la situazione degli allevamenti intensivi italiani.

Gli esperti che si sono occupati dello studio canadese sui polli hanno allevato tre esemplari di razze diverse, una comune nel 1957, una nel 1978 e un'altra nel 2005, la più vicina ai giorni nostri. Tutti i polli sono stati nutriti nello stesso modo e non sono stati somministrati ormoni. Gli esperti sono giunti alla conclusione che i polli da carne di oggi sono più grandi rispetto al passato poiché vengono nutriti proprio a tale scopo. O meglio, ipernutriti.

Quando si dice, tristemente, "mettere un pollo all'ingrasso". A loro parere, come ha dichiarato il professor Zuidhof all'Huffington Post, in ogni caso, non ci sarebbero pericoli nel mangiare polli di dimensioni più grandi, poiché sarebbe come ritenere pericolose delle carote più grandi rispetto ad altre. Siamo sicuri che gli antibiotici e gli ormoni non abbiano alcun ruolo nel favorire la crescita dei polli? Negli allevamenti intensivi si propone una crescita rapida degli animali, poiché solo in questo modo si può giungere in breve tempo ai guadagni sperati. Lo studio in questione è stato pubblicato su Poultry Science a settembre 2014.

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allevamenti polli crescita

Veniamo ora al reportage di Sky Tg 24, andato in onda oggi, 23 ottobre, a partire dalle 13. La rete televisiva è entrata in un allevamento intensivo di polli per mostrare le condizioni di vita degli animali che finiranno sulle nostre tavole e segnala così l'uso eccessivo di antibiotici negli allevamenti intensivi.

Il reportage Pollo e Antibiotici, a cura di Virginia Di Marco, ricorda che secondo l'Oms l'antibiotico resistenza, ovvero la capacità di un batterio di resistere ai farmaci antibiotici, provoca, solo in Europa, 25 mila morti l'anno. L'uomo sta diventando sempre più immune ad alcuni antibiotici e una delle cause è proprio l'impiego della penicillina negli allevamenti intensivi di animali da macello.

Se si ammala un pollo in un capannone, vengono somministrati antibiotici a tutti gli esemplari, come ha dichiarato un veterinario della filiera Unaitalia. L'Istituto Zooprofilattico di Roma ha ammesso che l'uso eccessivo di antibiotici negli allevamenti è un rischio noto e che i polli vengono selezionati geneticamente per crescere in maniera abnorme e innaturale, con scompensi di immunodeficienza.

Il reportage fa riferimento ad uno studio pubblicato sulla rivista Nature che posiziona l'Italia al primo posto tra gli Stati europei per il consumo di antibiotici negli allevamenti, sebbene nel nostro Paese sia vietato utilizzarli in forma preventiva. Il servizio verrà nuovamente trasmesso oggi nell'edizione delle ore 17 di Sky Tg 24. Si tratta di una conferma dell'uso sconsiderato di antibiotici negli allevamenti anche nel nostro Paese.

Chi mangia carne può stare davvero tranquillo?

Marta Albè

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