Quantcast
Channel: greenMe.it
Viewing all 14412 articles
Browse latest View live

Quando il fotovoltaico diventa un benefit aziendale per i dipendenti

$
0
0

Avete sempre desiderato installare un impianto fotovoltaico ma non lo avete mai fatto? E se fosse il vostro datore di lavoro a offrirvi soluzioni vantaggiose per portare i pannelli solari nella vostra casa? E' quello che stanno facendo davvero tre grandi aziende - Cisco Systems, 3M, e Kimberly-Clark -, che hanno annunciato sconti e leasing per i loro dipendenti che vogliono scegliere l'energia del sole.

L'iniziativa si chiama Solar Community ed è il primo programma nazionale di acquisto solare di massa lanciato per dare ai proprietari di case negli Stati Uniti e in Canada un facile accesso alle rinnovabili, una delle azioni più efficaci che si possano adottare per affrontare il cambiamento climatico. L'iniziativa è patrocinata dal WWF e gestita da Geostellar..

COME FUNZIONA? - In pratica, i dipendenti delle 3 società coinvolte, così come i loro amici, famiglie e comunità, avranno accesso alla possibilità di installare pannelli solari a un costo del 35% inferiore rispetto alla media nazionale. Ciò significa che il proprietario della casa può avere pannelli solari installati a costo quasi zero, con un risparmio medio mensile sulla bolletta di oltre il 30% - che già da solo potrebbe rendere l'energia pulita una scelta più vantaggiosa.

Si tratta di un programma di benefit per i dipendenti, proprio come l'auto o il telefono aziendale, i buoni pasto o le polizze assicurative sulla vita, che sfrutta il potere d'acquisto rappresentato da un grande numero di acquirenti, come i dipendenti di una società. Questo permette di accedere a sconti significativi e a maggiori. L'offerta partirà come benefit per 100.000 dipendenti delle società partecipanti.

E IN ITALIA? - Geostellar coordinerà tutti gli aspetti del programma: gestire il finanziamento, la progettazione, l'autorizzazione e l'installazione dei processi per i singoli proprietari. Tutti gli impianti saranno realizzati da appaltatori qualificati con sede nelle comunità locali degli acquirenti, aumentando ulteriormente i vantaggi economici locali del programma. E visto che in Italia il fotovoltaico non è più incentivato, non vediamo l'ora che anche le aziende che operano nel Bel Paese mettano in campo il benefit "solare".

Roberta Ragni

Leggi anche:

GAF: 5 Gruppi di acquisto fotovoltaico

Fotovoltaico off-grid e indipendenza energetica: è già possibile staccarsi dalla rete e dire addio al petrolio?

Addio al petrolio e alla bolletta: in Olanda l'energia rinnovabile si scambia coi vicini


Salone del Gusto 2014: 7 cose da elogiare e 3 da criticare

$
0
0

salone del gusto 2014 terra madre slow food

A Torino ha aperto le porte la nuova edizione del Salone del Gusto e di Terra Madre, la manifestazione di Slow Food legata al cibo, all'alimentazione e alla biodiversità. L'agricoltura rurale e familiare e uno dei temi centrali dell'appuntamento di quest'anno, a cui si uniscono diversi aspetti legati al commercio equo e solidale e alla produzione solidale in Italia.

Abbiamo individuato alcuni aspetti positivi del Salone del Gusto 2014 e alcuni spunti critici che potrebbero essere utili per migliorare l'evento che quest'anno si svolgerà a Lingotto Fiere dal 23 al 27 ottobre.

Aspetti da elogiare

1) 10 mila orti per l'Africa

Al Salone del Gusto 2014 viene riproposto il progetto per la nascita di nuovi orti in Africa. Nell'edizione del 2012 si parlava di 1000 orti per l'Africa che ora vorrebbero diventare 10 mila. A Torino proseguirà la raccolta fondi per supportare il progetto, anche grazie alla vendita di calendari 2015 con immagini che ritraggono la vita rurale in Africa. Con questo progetto Slow Food promuove educazione nelle scuole, valorizzazione della biodiversità in Africa e sensibilizzazione su alcuni grandi temi, come Ogm, land grabbing e pesca sostenibile.

2) Pane libero

Al Salone del Gusto 2014 si mangia il pane libero prodotto dai detenuti. Troverete infatti i prodotti del panificio del carcere San Michele di Alessandria, un laboratorio che attualmente dà lavoro a 7 detenuti impegnati nella produzione del "Pane libero", del "Pane quotidiano" e dei "Grissini salati". In questo modo i detenuti imparano una nuova professione che potrà essere loro utile per il reinserimento sociale quando usciranno dal carcere.

3) Storie e culture dei migranti

Il Salone del Gusto quest'anno apre le porte ad un'ampia delegazione di migranti, formata da 102 persone che racconteranno il loro contributo alla filiere alimentare italiana, ad esempio lavorando nelle vigne, nelle botteghe artigiane e nei ristoranti. Le loro storie sono legate a temi molto importanti e spinosi, come il land grabbing, lo sfruttamento dei lavoratori e dell'economia locale nei Paesi in via di sviluppo e l'alterazione dei mercati e dell'ambiente rurale.

4) Solidale italiano

Alla manifestazione torinese saranno presenti anche le aziende che hanno aderito al progetto per il Solidale Italiano. L'obiettivo è presentare prodotti realizzati con ingredienti di provenienza italiana, nel nostro Paese e nel rispetto dei lavoratori. In questo modo nascono prodotti d'eccellenza e biologici, che tutelano la biodiversità e il territorio, come la pasta di mandorle di Sicilia, le olive di Cerignola, l'olio extravergine, la pasta, la salsa di pomodoro, i taralli artigianali e i vini locali.

5) Agricoltura familiare

Al Salone del Gusto 2014 l'IFAD presenterà le esperienze degli agricoltori familiari e il loro contributo alla sicurezza alimentare mondiale. Venerdì 24 ottobre, alle 12, si parlerà dell'agricoltura familiare contro la fame e la povertà, mentre sabato 25 ottobre alle 15 ecco un appuntamento con il tema del cibo e delle economie locali per uno sviluppo sostenibile, con le lezioni delle comunità indigene di Terra Madre.

6) Percorso biodiversità

Al Salone del Gusto verrà presentato ufficialmente il percorso che Slow Food realizzerà all'interno di Expo 2015 seguendo il tema "Nutrire il Pianeta. Energia per la vita". Slow Food promette di voler giocare fino in fondo la sua parte sul piano dei contenuti in occasione dei 6 mesi di Expo in cui all'associazione verranno affidati 3 mila metri quadrati per portare il tema della biodiversità al centro della manifestazione.

7) Arca del Gusto

Un'Arca del Gusto per salvare i grandi sapori tradizionali che nel mondo stanno scomparendo a causa dell'agricoltura industriale e dell'omologazione dei gusti. Queste circostanze, come un diluvio, stanno cancellando alcuni cibi. Ad esempio, sono migliaia le mele selezionate nel tempo dai contadini, ma in commercio se ne trovano davvero poche varietà. In Messico, dove ha avuto origine, il mais nell'ultimo secolo ha perso l'80% della sua varietà. Delle oltre 5000 varietà di patate diffuse nel mondo in passato, secondo Slow Food oggi ne restano solo quattro. Chi partecipa al Salone del Gusto può contribuire a scegliere i prodotti da salvare. Qui tutte le info.

Aspetti critici

1) Costo del biglietto

Il costo del biglietto d'ingresso al Salone del Gusto 2014 è di 20 euro (con sconti per i minori di 18 anni e per gli over 65). Di certo l'accesso alla manifestazione per le persone che si trovano in difficoltà economiche a causa della crisi e della disoccupazione sarebbe facilitato se il costo fosse ridotto alla metà. In alcuni casi, quando ci si trova di fronte a grandi manifestazioni come questa, che vogliono apparire sostenibili, rispettose ed eque, ma che mantengono molto elevati i costi di ingresso, ci si chiede se gli interessi economici non siano ormai ritenuti più importanti dei valori promossi.

2) Promozione eccessiva di prodotti a base di carne

Tanti prodotti del made in Italy e della nostra tradizione sono di origine animale. Certo, il modo di allevamento non intensivo o di produzione non eccessivamente industrializzata di molti di questi ha spinto Slow Food a far rientrare anch'essi nel cosiddetto "cibo buono, pulito e giusto". Ma è davvero così? Se la manifestazione torinese volesse proporre un modo davvero più sostenibile di alimentarsi, non può non tenere conto che l'alimentazione a base vegetale ha un impatto sull'ambiente decisamente inferiore rispetto alla dieta onnivora. Lo ha confermato di recente anche uno studio tutto italiano pubblicato dalla rivista Foods. 805 milioni di persone nel mondo soffrono la fame, eppure la Terra produce alimenti sufficienti a sfamare l'intera popolazione mondiale. L'equivalente consumato da una persona che si nutre di alimenti di origine animale sarebbe sufficiente a sfamare ben 5 persone, in virtù di un'alimentazione vegetale. Per sensibilizzare su questo tema, la LAV sarà presente all'ingresso del salone del gusto con un banchetto informativo sulla scelta vegan a favore degli animali e dell'alimentazione sostenibile. Magari potrà contribuire a 

3) Presenza di multinazionali

Il Salone del Gusto non dà spazio soltanto a piccole realtà produttive locali, ma anche a vere e proprie multinazionali, che dovrebbero invece rappresentare un "nemico" dal punto di vista della difesa della biodiversità. L'esempio più lampante è rappresentato da Kamut International, che ha brevettato la coltivazione del grano khorasan, ne ha fatto un marchio registrato e un vero e proprio impero con prodotti venduti a prezzi piuttosto elevati in tutto il mondo. Il Kamut® può essere coltivato solo in Montana e nelle province canadesi di Alberta e Saskatchewan. In Italia, come nel resto del mondo, può essere importato e macinato solo presso aziende autorizzate. Anziché un elogio all'azienda Kamut International e al suo presidente, da Slow Food ci aspetteremmo una maggiore attenzione alla produzione di cereali davvero rari e antichi da parte di piccole realtà agricole in Italia e nel mondo.

Marta Albè

Leggi anche:

10 prodotti ecologici saccheggiati da multinazionali e biopirateria

 

Le piante sanno quando stanno per essere mangiate (VIDEO)

$
0
0

brucopianta

Anche le piante soffrono. Quante volte vegetariani e vegani se lo sono sentiti dire? Beh, l'affermazione potrebbe non essere poi molto lontana dalla realtà. Una nuova ricerca mostra che le piante sanno quando stanno per essere mangiate. E a loro non piace affatto.

Che le piante posseggano una particolare forma di intelligenza non è una cosa nuova: sappiamo che rispondono al vento, al tatto e persino alla musica. Ma secondo Modern Farmer, un nuovo studio della University of Missouri rivela che sono anche in grado di rilevare quando vengono mangiate e inviano meccanismi di difesa per cercare di impedire che ciò accada. In pratica rispondono ai suoni che bruchi fanno quando le mangiano.

Lo studio è stato effettuato sull' Arabidopsis thaliana, imparentata con broccoli, cavoli e altri fratelli del genere della famiglia delle Brassicacea. E' comunemente usata negli esperimenti scientifici perché è stata la prima pianta ad avere il genoma interamente sequenziato e gli scienziati ne conoscono intimamente il funzionamento.

"Precedenti ricerche hanno rivelato che le piante rispondono all'energia acustica, compresa la musica", ha detto Heidi Appel, scienziato del College of Agriculture, Food and Natural Resources and the Bond Life Sciences Center at MU -. Tuttavia, il nostro lavoro è il primo esempio di come le piante rispondono ad una vibrazione ecologicamente rilevante. Abbiamo scoperto che le vibrazioni dell'alimentazione provocano cambiamenti nel metabolismo delle cellule vegetali, creando prodotti chimici più difensivi che possono respingere gli attacchi dei bruchi".

{vimeo}99635253{/vimeo}

Il risultato? La pianta produce olio di senape leggermente tossico se mangiato e lo invia lungo le sue foglie per cercare di tenere lontano i predatori. Quando le piante hanno "sentito" "le vibrazioni dei bruchi che mangiavano, han no inviato più olio. In presenza di altre vibrazioni, invece, non hanno affatto reagito. Questo vuol dire anche, però, che quando sono mangiate dall'uomo non avvertono affatto la stessa sensazione. O almeno, si suppone.

Roberta Ragni

Photo Credit: Roger Meissen

Leggi anche:

Anche le piante vedono, sentono e annusano

5 cose che le piante sanno fare meglio di noi

Tartufo: come si forma, varieta' e proprieta' benefiche

$
0
0

tartufi cover

Tartufo, una vera prelibatezza, tipica di alcune regioni d'Italia, come il Piemonte e l'Umbria. Con il tartufo si preparano piatti prelibati. Viene utilizzato semplicemente per condire pasta e risotto, oppure sotto forma di crema da spalmare sul pane. Il suo profumo e il suo sapore non sono sempre graditi a tutti, ma sono di certo inconfondibili.

Come si forma il tartufo

Sapevate che il tartufo è un fungo? Il tartufo appartiene al genere Tuber e viene definito un fungo ipogeo, cioè che cresce sotto terra. Appartiene alla famiglia delle Tberaceae. I tartufi crescono spontaneamente nel terreno accanto alle radice di alcuni alberi o arbusti, detti piante simbionti, che ne consentono la crescita.

In particolare i tartufi stabiliscono un rapporto simbiotico con le querce e con i lecci. Ecco perché quercete e leccete sono probabilmente alcuni dei luoghi in cui troverete più facilmente i tartufi. Normalmente i tartufi vengono raccolti a mano e secondo tradizione vengono individuati con l'aiuto dei cani, il cui fiuto è particolarmente sensibile alla loro presenza.

Forse non sapevate che ciò avviene poiché il tipico odore penetrante che il tartufo sviluppa solo a maturazione avvenuta ha lo scopo di attirare gli animali selvatici – come maiali, cinghiali, tassi, ghiri e volpi – che scavando nel terreno possono contribuire a spargere le spore di tartufo e a propagare la specie.

La rarità dei tartufi dipende da fattori ambientali oltre che stagionali. Le annate di siccità sono sfavorevoli alla formazione dei tartufi e in questi casi il loro prezzo sale. L'Italia è uno dei maggiori produttori mondiali e esprtatori di tartufi. In Italia e in Francia la coltivazione del tartufo è in fase sperimentale. Ma pare che la coltivazione del tartufo stia già avendo successo in Australia e Nuova Zelanda.

Varietà di tartufi

In Italia troviamo essenzialmente due varietà principali di tartufo distribuite in zone diverse della nostra penisola. La formazione dei tartufi dipende dalle caratteristiche del clima, dei terreni e dei boschi presenti nelle diverse regioni. Nel nostro Paese troviamo il tartufo bianco e il tartufo nero, mentre nelle regioni desertiche del Mediterraneo si raccolgono dei tartufi particolari chiamati terfezie.

Tartufo bianco

Il tartufo bianco rappresenta la varietà di tartufo più rara e pregiata. Le zone principali di produzione del tartufo bianco in Italia sono il Piemonte, con particolare riferimento ad una piccola parte della provincia di Torino e ad Alba (si parla infatti di tartufo bianco di Alba come prodotto tipico), la Lombardia meridionale (Isola Boscone), l'Emilia Romagna (colli bolognesi e forlivesi, provincia di Piacenza), le Marche. il Molise e l'Abruzzo (tartufo bianco di Ateleta).

tartufo bianco

Tartufo nero

Il tartufo nero rispetto al tartufo bianco è molto più comune. Le zone di maggior produzione del tartufo nero sono l'Umbria e il Molise, sia per quanto riguarda la varietà estiva del tartufo nero, detta scorzone, sia per la più pregiata varietà invernale. Solo in tempi recenti ha iniziato ad essere valorizzata la produzione di tartufi abche in altre regioni, come Campania, Sicilia, Calabria e Basilicata.

tartufo nero

Tartufo del deserto

Di solito nella famiglia dei tartufi vengono inserite a nche le terfezie, che fanno parte della famiglia delle Terfeziaceae. Si tratta di alimenti noti anche come tartufi del deserto, in quanto sono tipici delle zone desertiche e semi desertiche che si affacciano sul Mediterraneo, dove questi particolari tipi di tartufo sarebbero molto apprezzati.

Proprietà dei tartufi

Il tartufo presenta numerose proprietà benefiche. E' famoso per la sua ricchezza di antiossidanti, che aiutano a combattere i radicali liberi. Ha proprietà elasticizzati che stimolano la produzione di collagene. Al tartufo vengono inoltre attribuite proprietà afrodisiache, in quanto pare che le sostanze emanate da questo alimento possano provocare un particolare stato di benessere e favorire l'attrazione da parte del partner. Il tartufo è rimineralizzante e il suo consumo facilita la digestione.

Controindicazioni dei tartufi

Tra le controindicazioni per il consumo di tartufo troviamo i pazienti affetti da renella e da problemi al fegato. Un consumo frequente di tartufi potrebbe appesantire il fegato. Ma dato che normalmente il consumo di tartufi è occasionale, e di solito legato a viaggi nelle zone d'origine o ad una cena speciale al ristorante, per le persone sane e non allergiche, i tartufi non dovrebbero presentare alcun problema.

Marta Albè

Leggi anche:

Il tartufo bianco, un "gioiello made in Italy" tutto da gustare e... da battere all'asta

 

Pacchetto clima energia 2030: le nuove regole Ue che uccidono il clima (#EU2030)

$
0
0

ue accordo 2030

Atteso da tempo, il pacchetto clima energia 2030 ieri ha visto finalmente i natali. A notte inoltrata il Consiglio d'Europa ha stabilito i tre pilastri della nuova politica energetica comunitaria. Una dura lotta, tra chi voleva obiettivi più ambiziosi e vincolanti a livello nazionale da una parte e chi invece ha anteposto gli interessi statali e ancora una volta le fonti fossili.

I numeri della nuova strategia europea sul clima sono 40-27-27. Il Consiglio europeo ha approvato un obiettivo vincolante per i singoli stati di almeno il 40% volto alla riduzione delle emissioni nazionali di gas a effetto serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. È già qualcosa ma non basterà a salvare il clima dai quei due gradi in più che al 2100 potrebbero compromettere la vita delle future generazioni.

Tocca poi alla quota di rinnovabili da produrre e utilizzare: il 27%. In questo caso però l'Ue ha posto una “piccola”, si fa per dire, clausola. Se da una parte i 28 rappresentanti hanno optato per un target fissato almeno al 27% entro il 2030, dall'altra è stato stabilito che tale obiettivo sarà vincolante ma solo a livello comunitario, collettivamente, “senza impedire agli Stati membri di fissare propri obiettivi nazionali più ambiziosi in linea con gli orientamenti sugli aiuti di Stato”.

Dobbiamo ringraziare paesi come il Regno Unito, che ancora strizza l'occhio all'atomo, la Polonia e i paesi del cosiddetto “blocco di Visegrad” (Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria e Romania), pronti a porre il veto temendo rincari legati all'aumento della quota delle rinnovabili. “Avevo detto che non saremmo tornati da questo vertice con nuovi oneri finanziari, e in effetti non ci sono nuovi oneri”, ha precisato il primo ministro polacco Ewa Kopacz. Ma Angela Merkel hja cercato di pensare positivo spiegando che questo aspetto potrebbe anche far sì paesi come la Germania possano ambire a target più ambiziosi.

E infine tocca all'efficienza energetica. Se a marzo e fino alla vigilia, si parlava del 30%, tale cifra è stata abbassata di tre punti percentuali. Il Consiglio ha dunque fissato un target indicativo di almeno il 27% al 2030 rispetto alle proiezioni del futuro consumo di energia sulla base dei criteri attuali. “Sarà raggiunto in maniera efficace in termini di costi e rispetterà pienamente l'efficacia del sistema ETS nel contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici globali,spiega l'Ue. Tutto stabilito? No. Questo target sarà riesaminato entro il 2020, tenendo presente la precedente formulazione del 30%.

Soddisfazione da parte del Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy: “Sono felice di annunciare questa sera che il Consiglio europeo ha concordato un pacchetto per il clima e l'energia per l'Europa per il periodo 2020-2030. Non è stato facile, non per tutti, ma siamo riusciti a raggiungere una decisione giustaha detto. “Il cambiamento climatico è una delle più grandi sfide dell'umanità”. Ieri su Twitter ha scritto:

Forte la delusione di Greenpeace e di Legambiente. Secondo Greenpeace, le decisioni del Cosniglio rallenteranno gli sforzi per aumentare la quota di energia rinnovabile, facendo rimanere in Europa la zavorra dei combustibili inquinanti e costosi: “La lotta globale contro il cambiamento climatico ha bisogno di un trattamento d'urto radicale, ma ciò che l'UE sta offrendo è al massimo un soffio per annusare i sali. La gente di tutta Europa vuole energia pulita, ma i leader europei non stanno seguiendo il vento forte del settore delle energie rinnovabili,” ha detto l'amministratore delegato di Greenpeace UE Mahi Sideridou.

Secondo Legambiente, i leader europei avrebbero addirittura peggiorato la proposta poco ambiziosa della Commissione uscente: “Il livello di ambizione comunitario degli obiettivi climatici ed energetici concordati oggi dal Consiglio Europeo - come dimostrano diverse analisi indipendenti - non è coerente con la traiettoria di riduzione delle emissioni di almeno il 95% al 2050, la sola in grado di contribuire a contenere il riscaldamento del pianeta almeno sotto la soglia critica dei 2°C. Ridurre le emissioni dell’80% entro il 2050 non sarà sufficiente, visto che le emissioni globali continuano a crescere ed il loro picco non sarà raggiunto presto”. Secondo l'associazione, i nuovi numeri per salvare il clima dovrebbero essere: il 55% di riduzione delle emissioni di gas serra, il 45% di energia da fonti rinnovabili e il 40% di efficienza.

Lontani anni luce.

Francesca Mancuso

LEGGI anche:

7 cose da sapere sul pacchetto clima energia #EU2030

#EU2030: chi deciderà il futuro dell'energia e del clima

Target #EU2030: tutte le posizioni degli Stati su emissioni, efficienza e rinnovabili

Pacchetto clima energia 2030, meno 7: giro d'Europa in 6 punti

Nathan Cirillo: i cani del soldato morto a Ottawa lo aspettano

$
0
0

cirillo

Sono a casa che aspettano il ritorno del loro proprietario. Ma Nathan Cirillo, 24 anni, non varcherà mai più quella soglia, anche se i suoi cani, forse, ancora non l'hanno capito. Il ragazzo, infatti, è stato ucciso da un commando di attentatori mentre prestava servizio come soldato di guardia presso il National War Memorial di Ottawa.

Faceva parte della Argyll and Sutherland Highlanders, un'unità di riserva di fanteria con sede vicino a Hamilton. Mentre nella capitale regna il terrore per nuovi attacchi, con scuole, uffici e ambasciate sotto controllo da parte degli esperti antiterrorismo, dopo aver appreso della morte del giovane soldato fiori, palloncini, candele e biglietti di ringraziamento sono stati deposti fuori dalla sua abitazione in sua memoria.

cirillo2


A spezzare ancor di più il cuore della nazione, sono le immagini dei suoi cani che fanno capolino al di sotto della recinzione della casa della famiglia di Cirillo a Hamilton. Sembra siano in attesa del ritorno del loro proprietario, padre di un bimbo piccolo e appassionato di cani. Ma quell'uomo che amava sempre ridere non tornerà.

 

Roberta Ragni

Photo Credit

Leggi anche:

Woody, il barboncino che aspetta da un anno il ritorno del proprietario defunto (VIDEO)

Tommy, il cane che aspetta in chiesa la sua padrona defunta

Pasta Day 2014: oggi e' la Giornata mondiale della pasta

$
0
0

pasta daY

Pasta, noi italiani la amiamo e nel mondo viene imitata un po' ovunque. La pasta è diventata così popolare che ogni anno nel mese di ottobre si celebra il World Pasta Day, una giornata internazionale dedicata ufficialmente alla pasta. Per noi che amiamo la difesa della biodiversità agroalimentare, questa giornata può trasformarsi nella riscoperta dei cereali più rari ed antichi.

A Buenos Aires per il World Pasta Day 2014 quest'anno, nella giornata di oggi, 24 ottobre, interverranno produttori, economisti, nutrizionisti e esponenti dei media da tutto il mondo, per festeggiare un alimento antico e ricco di storia, entrato ormai nelle consuetudini alimentari di moltissimi Paesi. Il tema conduttore è la valorizzazione della pasta sotto il profilo del gusto, delle sue proprietà nutrizionali e della sostenibilità.

La pasta è un piatto facile da cucinare e quasi la metà degli italiani la mangia ogni giorno. Non siete un po' stanchi della solita pasta? La vera pasta italiana dovrebbe essere prodotta interamente nel nostro Paese e con farine locali, meglio se biologiche, ancora meglio se macinate a pietra. Tra gli scaffali dei negozi di prodotti naturali, ma anche in diversi supermercati, si stanno diffondendo tipologie di pasta differenti dalla classica pasta di semola di grano duro.

Scegliere la pasta di semola, ma bio, è già indice di un grande cambiamento. Se la pasta è un ingrediente sempre presente nel nostro carrello della spesa, significa che su questo alimento noi consumatori abbiamo molto potere. Possiamo decidere di scegliere a quali produttori dare maggiore fiducia per la nostra spesa.

E allora diamo il via libera alla pasta biologica realizzata da piccole aziende e proviamo a riscoprire un sapore autentico che purtroppo manca nella pasta convenzionale prodotta su larga scala. Quando possiamo cerchiamo di dare il nostro supposto all'agricoltura biologica e alla coltivazione di cereali antichi, rari o comunque meno comuni proprio grazie alla scelta della pasta da portare sulle nostre tavole. I Gruppi d'Acquisto Solidale sono molto utili per trovare la pasta di produzione locale della vostra zona.

LEGGI anche: Sughi e condimenti per la pasta: 10 ricette veg da preparare in 5 minuti

Ad esempio, per variare, possiamo alternare la pasta di semola di grano duro con la pasta preparata con la farina di farro, con la pasta di grano ma integrale, con quella di riso, di mais o realizzata con la farina di grano saraceno, con il grano Saragolla o con il frumento Senatore Cappelli. Esiste un piccolo grande mondo dedicato alla pasta "alternativa" che forse non avete ancora esplorato.

LEGGI anche: Pasta che passione! 10 alternative green e salutari per apprezzarla

E se vi piace l'autoproduzione, perché non dedicare questo fine settimana a preparare la pasta fatta in casa? Per le tagliatelle, se avete la classica macchina a manovella che vi può aiutare a stendere gli impasti, bastano acqua e farina per chi non consuma uova.

Via libera anche ad altri formati di pasta, come le orecchiette, i ravioli, i tortellini e gli gnocchi, che sono tipici delle ricette casalinghe e che tutti noi dovremmo riscoprire. Ci piacerebbe che questa giornata dedicata alla pasta fosse incentrata sulla riscoperta del saper fare e dei sapori del passato, più che alla promozione di alimenti prodotti su larga scala che non badano all'importanza dell'agricoltura naturale e del rispetto del Pianeta.

Marta Albè

Leggi anche:

Pasta: entro il 2050 meno proteica e non piu' al dente

 

Il muro di Berlino sta tornando su...con 8000 palloncini luminosi

$
0
0

berlino 6

Berlino sarà nuovamente divisa tra est e ovest. Ma non da un muro, né da filo spinato, bensì da 8000 mila palloncini luminosi apposti lungo tutto il perimetro che tagliava in due la città prima del 1989. Si tratta di Lichtgrenze, un'installazione di quasi 17 chilometri progettata dall'artista Christopher Bauder e coordinata da Marc Bauder in occasione dei 25 anni dalla della caduta del muro.

Costruito nel 1961 in una sola notte, inizialmente solo con filo spinato e successivamente fortificato con cemento e mine antiuomo, il muro ha diviso la capitale tedesca a metà per quasi 30 anni, fino a quel 9 novembre 1989 quando, a seguito dei disordini pubblici durati settimane, il Governo della Germania Est annunciò che le visite nell'Ovest sarebbero state permesse e migliaia di cittadini dell'est si arrampicarono e scavalcarono la "Barriera di protezione antifascista". Il resto è storia: quelle immagini festose hanno fatto il giro del globo e rimaste indelebili nella mente di tutti, cambiando di fatto i confini geopolitici non solo della Germania, ma  del mondo stesso.

La riunificazione tedesca si concluse ufficialmente il 3 ottobre del 1990 anche se per quella data nulla restava più del muro eretto, demolito e portato via inizialmente dalla folla e dai cercatori di souvenir e in seguito completamente smantellato dal governo.

berlino 1

Dopo 25 anni e per due giorni – dal 7 al 9 novembre – la capitale tedesca sarà nuovamente, anche se in modo simbolico, divisa tra Oriente e Occidente. Lungo il percorso di sfere bianche illuminate a LED verranno mostrati, in 6 punti chiave, filmati storici sulla vita in quelle stesse zone durante la divisione della città, mentre lungo la parete, ogni 500 metri, sarà possibile leggere aneddoti personali, ricordi e storie delle persone che vivevano in entrambi i lati del muro.

berlino 3

Il Lightgrenze rimarrà eretto fino al 9 novembre alle 19:00, momento in cui migliaia di volontari, uno per ciascun palloncino, allegheranno un messaggio personale e scioglieranno le rispettive corde facendo volare i palloncini luminosi nel cielo. L'effetto sarà davvero suggestivo.

berlino 5

berlino 4

 

Niente paura se state pensando all'impatto ambientale, perché tutti i palloncinisono completamente biodegradabili, progettati appositamente per l'evento dai ricercatori dell' Università di Hannover
Volete vivere dal vivo l'esperienza?

Se state programmando di andare a Berlino per quei giorni potete offrivi come volontari per essere i "custodi" di un palloncino a questo indirizzo.

{vimeo}105754237{/vimeo}

Per maggiori info si rimanda alla pagina FB dell'evento

Simona Falasca

LEGGI anche:

Berlino, un esempio di citta' ecosostenibile


Cammelli mutilati per chiedere l'elemosina in Cina (FOTO)

$
0
0

cammelli elemosina

Cammelli con evidenti lesioni e mutilazioni. È questa l'ultima tendenza dell'accattonaggio. Sono stati avvistati in diverse città della Cina, tra cui Guangzhou, Shenzhen, Wenzhou, Shaoxing, Xiamen, Fuzhou, Jiujiang e Hefei. Vengono utilizzati dai mendicanti per far pena (e guadagnare così denaro) agli occhi dei passanti.

E, purtroppo, a quanto pare il trucco ha funzionato finora: coloro che sfruttano i cammelli per fare l'elemosina sono sempre di più, come spiegano i giornali cinesi. L'ultimo caso è stato scoperto nella città di Fuzhou, provincia del Fujian, dove due uomini in abiti laceri sono stati avvistati mentre praticavano accattonaggio, con le le redini di un cammello mutilato tra le mani.

Quando la polizia li ha avvicinati, infatti, hanno scoperto che l'animale non aveva zoccoli e le ferite indicavano che erano stati deliberatamente tagliati da uomini senza scrupoli. Una volta interrogati, hanno affermato che si era trattato di un incidente: l'animale avrebbe perso gli zoccoli nell'impatto con un treno e, poiché non avevano soldi, hanno dovuto ricorrere all'elemosina per la cura dell'animale smembrato. Difficile dimostrare che la storia sia o meno vera.

cammelli elemosina3

cammelli elemosina4

cammelli elemosina5

cammelli elemosina6

È facile, però, credere che si tratti solo di un escamotage per racimolare un po' di denaro dalla gente scioccata da ciò che vede, anche se, in effetti, in questo modo si alimenta ulteriormente questo racket criminale che tortura gli animali. E tutto quello che la polizia può fare è una multa per l'accattonaggio, ma nient'altro. Perché mancano le leggi che tutelano i diritti degli animali.

Roberta Ragni

Photo Credit

Leggi anche:

Tartarughe e pesci sigillati dentro i portachiavi indignano il web (video)

Gli Orsi della Luna "munti" per la bile in Cina (video)

 

Italiani troppo pigri e sedentari, amano il divano piu' dello sport

$
0
0

homer sedentarieta

Siamo un popolo pigro e sedentario. Solo 1 italiano su 4 pratica regolarmente uno sport . La maggior parte dei nostri connazionali è inesorabilmente attirata dal divano e dalla sua comodità, anche se è ben noto che trascorrere troppo tempo seduti – aggiungendo anche il tempo trascorso in ufficio – può risultare deleterio per la salute. Gli italiani amano il divano più dello sport, o meglio, amano guardare lo sport dal divano ma lo praticano davvero poco.

La sedentarietà dilaga in Italia e la pigrizia è sempre di buona compagnia. Insomma, gran parte degli italiani non può certo rallegrarsi per meriti sportivi o vantarsi del proprio fisico asciutto e atletico. Non si tratta di trasformarsi improvvisamente in fanatici della palestra e del tapis-roulant, ma di iniziare a fare movimento a partire da corsa dolce e lunghe camminate.

In ogni caso, infatti, quando si parla di sport gli italiani preferiscono il fai-da-te. Sono in pochi ad affidarsi ad un allenatore, a un istruttore o a un personal trainer, al di là dei corsi di gruppo da seguire in palestra, in piscina o nei centri benessere.

Si tratta di quanto emerge dagli ultimi dati messi a disposizione dal Censis. Fare sport e movimento significa prendere contatto con il proprio corpo e con i propri limiti e migliorarsi, sia dal punto di vista della salute fisica che per quanto riguarda il benessere generale. E' lo stesso presidente del Censis, De Rita, ad affermarlo.

"Chi fa attività fisica, non solo si prende cura del suo corpo, ma impara a fare i conti con ciò che realmente è al di là di ciò che vorrebbe essere. Al contrario del sedentario, che invece non solo trascura il suo organismo, ma si può dire che nemmeno lo conosce. La sedentarietà è davvero la malattia del secolo, perché è la patologia dell'individuo che, chiuso nel suo soggettivismo, per non scontrarsi coi suoi limiti nemmeno conosce le sue potenzialità".

Chi è sedentario, insomma, tende a trascurare il proprio organismo e il proprio corpo. Probabilmente non lo conosce abbastanza, non lo mantiene in allenamento e non ne sfrutta le potenzialità. Tanto che la sedentarietà sta diventando la malattia del secolo. Per paura di affrontare i nostri limiti fisici non conosciamo nemmeno le nostre potenzialità perché non ci impegniamo a scoprirle.

Il Censis ha presentato la propria nuova ricerca in occasione del 34esimo Congresso Nazionale della Federazione medico sportiva italiana. Il lavoro porta il titolo di "Sport, medicina e società italiana"

Ben il 40% degli italiani non fa nessun tipo di attività sportiva. Il 21% non ha nessuna voglia di muoversi, mentre il 47% dei non sportivi ammette che fare del sano movimento potrebbe aiutarlo a vincere il vortice della pigrizia. Dai dati emerge che il 30% dei sedentari comincerebbe a fare attività fisica se avesse i consigli giusti di un esperto.

Non mancano in ogni caso dati positivi: l'88% dei genitori fa svolgere attività sportiva ai propri figli e solo il 22% degli italiani ha rinunciato alla palestra, alla piscina o ad altre attività fisiche a causa della crisi. Ricordiamo che fare lunghe passeggiate e dedicarsi alla corsa leggera è gratis e alla portata di tutte le persone in salute. Secondo il Censis, la sedentarietà è il male del secolo, ma è curabile, e far muovere gli italiani è possibile. Non abbiamo più scuse per fare un po' di movimento in più.

E intanto la Federazione Medico Sportiva italiana riunita in questi giorni per il Congresso Nazionale propone al Ministero della Salute di far riconoscere la sedentarietà come una vera e propria patologia all'interno del Sistema Sanitario Nazionale.

Di sicuro una malattia dei nostri tempi alla base di tante altre patologie anche mortali.

Marta Albè

Leggi anche:

Camminare: 10 motivi per farlo almeno 30 minuti al giorno
Camminare almeno 20 minuti al giorno riduce il rischio di disabilita'
Non è mai troppo tardi per iniziare a svolgere attività fisica

The Dark Side of the Italian Tomato: un documentario svela il lato oscuro dei pomodori italiani

$
0
0

dark side italian tomato 1

Sfruttamento nei campi in Puglia e contadini africani costretti a lasciare le loro terre. Questo ed altro si nasconde dietro la produzione di pomodori. The Dark Side of the Italian Tomato è un documentario che ne svela il lato oscuro. Le vicende stanno attirando l'attenzione della stampa internazionale e sono al centro di uno degli incontri ospitati al Salone del Gusto 2014.

Il web-documentario è stato realizzato dai giornalisti Stefano Liberti e Mathilde Auvillain ed è stato pubblicato in italiano da Internazionale. Racconta ciò che accade in provincia di Foggia, a Borgo Libertà, dove tra le campagne vive una comunità di ghanesi per niente libera, anzi sfruttata per raccogliere i pomodori.

E' la stessa sorte che incontrano migliaia di altri stranieri sfruttati nei campi dagli intermediari detti caporali. Le loro condizioni di lavoro sono inaccettabili. Vengono pagati pochissimo e a cottimo. I sogni che li avevano spinti a partire, in fuga da una situazione drammatica, si sono infranti scontrandosi con la dura realtà dell'arrivo in Italia.

Il documentario spiega che il loro sfruttamento e la loro fatica nei campi di pomodori sono nello stesso tempo causa e conseguenza della crisi che ha colpito il Ghana. Infatti in Ghana fino a 20 anni fa le coltivazioni di pomodori erano ricche, la domanda costante e altrettanto le vendite. Gli abitanti potevano acquistare dai contadini pomodori a buon prezzo da utilizzare per la preparazione delle ricette tradizionali.

La verità è che in Ghana la vendita di pomodoro italiano a prezzi stracciati ha iniziato ad alterare i mercati locali e distrugge l'economia rurale. In Italia la filiera del pomodoro incassa i sussidi comunitari, ma non rinuncia a sfruttare gli stranieri nei campi per la raccolta. Si tratta di una situazione drammatica e a dir poco paradossale.

Ormai in Ghana molti contadini non coltivano più pomodori perché non saprebbero a chi venderli. In Ghana i pomodori locali non possono competere con i pomodori italiani e dal 2000 al 2007 le importazioni di concentrato di pomodoro proveniente dall'Italia sono triplicate. L'intera vicenda è stata definita un caso di dumping, cioè di concorrenza sleale che sta distruggendo l'economia del Ghana e le speranze dei suoi contadini, che arrivati in Italia si trovano di nuovo a raccogliere pomodori, ma questa volta come schiavi.

Guarda qui il web-documentario The Dark Side of the Italian Tomato.

Marta Albè

Fonte foto: internazionale.it

Leggi anche:

Colombia: il community center realizzato dal riciclo di 40 mila bottiglie di plastica (FOTO)

$
0
0

nukati cover

A Bogotà, capitale della Colombia, è nato un centro di aggregazione ecosostenibile realizzato con 40 mila bottiglie di plastica. Ecco un modo intelligente per riciclare le bottiglie in PET. Il community center si trova nel quartiere Cazuca.

Il progetto è guidato dalla Fondazione Nukanti, che si occupa di iniziative dedicate alla comunicazione tra le diverse culture, alla costruzione di comunità e all'imprenditorialità sociale. Il community center prevede lo spazio per numerose attività che facilitino la vita dei gruppi in maggiore difficoltà, come le donne, i bambini e i giovani afflitti dalla povertà, dai conflitti e dalle violenze.

La comunità del quartiere Cazuca attualmente è formata da 70 mila persone che vivono in estrema povertà e che non hanno accesso ai servizi pubblici. Per affrontare questi problemi la Fondazione Nukani ha collaborato con Green Hope Colombia e con la Starkey Hearing Foundation per costruire un centro comunitario che è molto più di un semplice spazio ricreativo e che rappresenta un luogo sicuro per i giovani, le donne ei bambini. Inoltre, educa la comunità alle tecniche di costruzione sostenibili.

nukati 1

nukati 3

nukati 4

nukati 5

Il centro è stato costruito in due anni ed ora gli operai sono al lavoro per l'installazione di pannelli solari da cui ricavare gratis energia elettrica. Ingegno, consapevolezza e sostenibilità ambientale sono alla base del progetto che mira a rafforzare il tessuto sociale. Il community center consente soprattutto a bambini e ragazzi di superare gli ostacoli sociali e di acquisire livelli di istruzione più elevati.

Marta Albè

Fonte foto: nukatifoundation.org

Leggi anche:

L'isola realizzata con 150 mila bottiglie di plastica
10 giardini verticali dalle bottiglie di plastica

Neve artificiale: in Trentino si produce con l'energia solare e senza additivi chimici (VIDEO)

$
0
0

nevexn

Se sulle nostre montagne c'è sempre meno neve, sappiamo che la colpa è dei cambiamenti climatici. Ma se proprio non si riuscisse a fare a meno della romantica coltre bianca tanto amata dagli sciatori? La soluzione ecologica è fornita da una start up di Rovereto, in Trentino che, sfruttando una delle proprietà chimiche dell'acqua, è riuscita a produrre la neve senza additivi chimici, a una temperatura ben al di sopra dello 0. Inquinante? No, perché la macchina che sta dietro a tutto ciò funziona con l'energia termica prodotta grazie al sole.

NeveXN, la start up dell'ingegnere di Trento Francesco Besana nasce con l'idea di dare una risposta alla crescente necessità del mondo dello sci e del turismo di produrre e avere neve anche quando gli attuali sistemi di innevamento tecnico non lo consentono. Un bisogno sempre più frequente visto che le temperature medie sono sempre più alte.

Ma produrre neve artificiale ha dei costi in termini ambientali. Costi che invece NeveXN è riuscita a superare, in primo luogo sfruttando l'alimentazione solare dei suoi dispositivi e poi evitando l'uso degli additivi chimici solitamente usati dai cannoni. Questi ultimi sparano a una pressione elevata l'acqua attraverso ugelli che a loro volta la nebulizzano. Occorrono però circa -3° C prima affinché esse si trasformino in neve.

Ma NexXN si dice pronta a rivoluzionare il mondo dell'innevamento tecnico “grazie a una tecnologia in grado di produrre neve sopra gli 0°C e senza l’utilizzo di additivi chimici. Dopo anni di studi, anche in collaborazione con importanti Istituti di ricerca internazionali, siamo riusciti a creare una tecnologia green per l'innevamento” a queste temperature che sfrutta il punto triplo dell'acqua.

{youtube}Kjf7B6MRmJo{/youtube}

Il risultato migliore è stato raggiunto ad aprile di quest'anno, quando la macchina-prototipo di NeveXN è stata in grado di produrre neve a una temperatura di 15° C in presenza di un’umidità relativa del 90%.

Francesca Mancuso

Foto: Nevexn

LEGGI anche:

Quella neve artificiale fatta con l'acqua di fogna: le proteste degli abitanti in Arizona

Produrre energia sciando: ecco i primi tappeti energetici delle Alpi

Circo Martin: finalmente liberi tutti gli animali

$
0
0

circo martin trasf

Una leonessa, tre bovini, un lama peruviano, un cammello, un pappagallo Ara, due dromedari, una zebra e uno zebrallo (incrocio tra una zebra e un cavallo). Sono tutti salvi e finalmenti liberi. Il Corpo forestale dello Stato, su disposizione della Procura della Repubblica di Tempio Pausania sta operando il trasferimento di questi undici animali del Circo Martin, sequestrati ad Arzachena (Olbia-Tempio), in Costa Smeralda Sardegna.

Nelle prossime ore saranno imbarcati e trasportati verso strutture in grado di garantire loro spazi adeguati e tutte le cure necessarie. Trasferiti anche un pony e sette cavalli. All'operazione "Arca di Noé" partecipa il personale del Servizio Centrale CITES, quello in servizio presso gli uffici della Regione Sardegna in collaborazione con gli uomini del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione Sardegna.

Il sequestro è stato operato a seguito di una segnalazione per maltrattamento di animali effettuata dalla LAV. Alcuni degli animali del Circo Martin erano già stati posti sotto sequestro dal Corpo forestale dello Stato lo scorso anno, per l'impiego di una tigre tenuta libera alla catena, di un orso con la museruola e di un cavallo in violazione delle norme sul benessere animale e sulla sicurezza pubblica.

L'operazione è stata delegata dalla Procura di Tempio Pausania al Servizio CITES della Forestale in virtù delle specifiche competenze ed esperienze maturate nel settore degli animali esotici e sta interessando due località, Sassari e Nuoro. Alle attività di trasferimento ha partecipato anche l'associazione britannica Born Free Foundation, che ha adottato la leonessa Elsa per celebrare il trentesimo anniversario della propria fondazione, nata su ispirazione del film "Nata libera" la cui leonessa protagonista aveva lo stesso nome.

La LAV, custode giudiziario degli animali, farà fronte a questa operazione impegnando fondi per migliaia di euro, grazie ai contributi dei propri soci e sostenitori:

"si tratta della più grande operazione di salvataggio di animali da un circo e il nostro intervento è fondamentale per assicurare una vita dignitosa a questi animali, che finalmente potranno recuperare atteggiamenti tipici della propria etologia, liberi dalle costrizioni degli spettacoli", spiega l'associazione in una nota.

Per gli animali, infatti, "vivere" in un circo significa essere sottoposti a esercizi innaturali durante gli spettacoli e prima, costretti ad addestramenti basati su violenza fisica e psicologica. Fuori dalla pista, poi, trascorrono il resto del tempo in pochi metri quadrati, in ambienti tutt'altro che accoglienti e spesso esposti agli agenti atmosferici. Gli spostamenti costituiscono per loro un ulteriore stress. Questa è stata la vita degli animali del Martin Show per anni. Ma ora sono finalmente liberi dallo sfruttamento.

Roberta Ragni

Leggi anche:

Circo Martin: sequestrati tutti gli animali per maltrattamento. E' la prima volta in Italia

5 buoni motivi per non andare al circo con animali (video)

Legionella: cause, sintomi e come evitarla

$
0
0

legionella

La legionella è un batterio di cui si sente parlare poco ma che ogni tanto torna alla ribalta in quanto si accendono dei nuovi focolai. E’ quello che sta accadendo in questi giorni a Bresso, cittadina lombarda, dove 6 persone (tutte over 70) sono state contagiate e una di loro ha perso la vita proprio a causa di questo microrganismo.

Gli esperti stanno ora cercando di capire qual è stata la fonte del contagio e a questo scopo vengono raccolti campioni di acqua dalle case della zona e dalle fontane. Rimane anche da chiarire se c’è stato un collegamento tra queste persone, ad esempio se per caso sono state tutte insieme nello stesso ambiente dove magari era acceso un condizionatore contaminato da questo pericoloso batterio. In attesa di capire dove e come è avvenuto il contagio, il comune ha consigliato agli abitanti della zona di non farsi la doccia e non irrigare il giardino con pompe a spruzzo.

CAUSE

Il batterio Legionella pneumophila tende a colonizzare gli impianti idrici e tutti i luoghi dove l’acqua ristagna. Gil ambienti ideali per proliferare sono infatti quelli caldi e umidi dove la temperatura oscilla tra i 25 e i 55 gradi.

La malattia si trasmette inalando goccioline di acqua infetta dal batterio, e dunque non da persona a persona né bevendo acqua contaminata. Una volta entrato nel corpo attraverso le vie aeree, il microrganismo può penetrare e proliferare nei polmoni. Ecco perché particolarmente pericolose sono le docce ma anche l’aria che si respira in ambienti dove sono attivi dei condizionatori o umidificatori, gli spruzzi di irrigatori da giardino, fontane, strumenti dentistici, vasche idromassaggio, ecc.

Dalle statistiche sembra che in Italia ogni anno ci siano circa 1300 casi di legionella, in particolare ad ammalarsi sono anziani, persone affette da patologie croniche o con il sistema immunitario debole. Più colpiti sono gli uomini rispetto alle donne soprattutto nel periodo compreso tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno.

 

SINTOMI

I sintomi della legionella sono soprattutto di tipo respiratorio: tosse secca o grassa, difficoltà a respirare ma anche febbre alta e brividi. Sono molto simili a quelli della più comune polmonite e per questo spesso la diagnosi non è immediata. Possono comparire però anche dolori muscolari, perdita di appetito, problemi gastrointestinali come la diarrea, neurologici e cardiaci.

Esiste una forma più leggera (febbre di Pontiac) e una più pesante della malattia (malattia del legionario), la prima ha un periodo di incubazione di 1-2 giorni, la seconda invece di 5-6 e se non tempestivamente riconosciuta può portare al decesso.

La terapia per contrastare la malattia è a base di antibiotici specifici.

 

COME EVITARLA

Sicuramente il mezzo più efficace che abbiamo per evitare di far proliferare la legionella è quello di mantenere sempre costantemente puliti i condizionatori e gli umidificatori. Sia quelli che abbiamo in casa che nei luoghi di lavoro o nei centri sportivi, dovrebbero essere regolarmente sottoposti a manutenzione periodica che, tra le altre cose, riesce appunto a prevenire contaminazioni e diffusioni batteriche.

Nello specifico va effettuata la pulizia e la disinfezione dei filtri, la decalcificazione di rubinetti e docce, lo svuotamento e la disinfezione dei serbatori di accumulo dell’acqua.

Naturalmente anche le reti idriche dovrebbero essere sempre costruite e controllate in modo tale da evitare ristagni d’acqua. Molto spesso, però, tutto ciò non è in nostro potere e ci dobbiamo rimettere nelle mani (e nella coscienza) di coloro che gestiscono i nostri comuni e i luoghi che frequentiamo (alberghi, impianti ricreativi, ecc.).

Francesca Biagioli

Leggi anche:

Consigli e rimedi per proteggere il nostro corpo da virus e batteri 


Prevenire il tumore al colon con l’olio extravergine d’oliva

$
0
0

olio oliva cuore


Tipico del nostro paese, buono, benefico e ricco di proprietà è l’olio extravergine d’oliva di cui parliamo regolarmente in quanto sempre nuove ricerche ne confermano le ottime caratteristiche per la salute, facendo sempre un passo in più nel capire quali sono i reali vantaggi del consumo di questo “grasso buono”. Una nuova ricerca ha ora svelato che l’olio d’oliva è utile anche nella prevenzione del tumore al colon.

Lo studio, pubblicato sul Journal of Nutritional Biochemistry e nato dalla collaborazione tra Università Campus Bio-Medico di Roma, Università degli Studi di Teramo, Università degli Studi di Camerino e Karolinska Institutet di Stoccolma, ha per la prima volta evidenziato quali sono i meccanismi grazie ai quali quest’olio è in grado di agire preventivamente nei confronti del tumore abbassando il rischio di ammalarsi.

Ciò sarebbe possibile grazie alla sua capacità di stimolare il CNR1, un gene in grado di sopprimere le cellule tumorali

Il discorso che ha fatto Mauro Maccarrone, uno degli autori principali della ricerca insieme a Claudio D’Addario, parte da questa scoperta ma diviene più ampio e noi non possiamo che condividerlo: “Il nostro studio rafforza la fiducia nel fatto che una dieta appropriata possa aiutare a prevenire i tumori, ma anche altre patologie diffuse, come i disturbi neurologici, l’obesità e il diabete. I risultati ottenuti dimostrano inoltre che i cambiamenti epigenetici, ovvero quelli derivanti da fattori ambientali e, dunque, dall’alimentazione, sono potenzialmente reversibili”.

E’ stato provato scientificamente, dunque, che il cibo è in grado di agire sui geni creando modificazioni molto importanti nel nostro corpo. Dovremmo tenerlo presente più spesso quando scegliamo cosa portare in tavola!

Francesca Biagioli

Leggi anche:

Olio extravergine: 3 cucchiai al giorno per prevenire i tumori

L'olio d'oliva fa bene come il latte materno 

Obesita' e diabete: esporsi al sole aiuta la prevenzione

$
0
0

esposizione al sole diabete obesita

Esporsi al sole aiuta il metabolismo e potrebbe essere utile per prevenire obesità e diabete di tipo 2. Dopo l'esposizione alla luce solare la pelle rilascia ossido nitrico, una sostanza che svolge un ruolo fondamentale nel metabolismo.

Un'esposizione moderata ai raggi UV favorirebbe il rilascio di una proteina in grado di rallentare lo sviluppo dell'obesità e del diabete di tipo 2. Lo rende noto uno studio condotto presso le Università di Edimburgo e Southampton, che è stato da poco pubblicato sulla rivista Diabetes.

Gli esperti hanno ipotizzato che la luce solare sarebbe in grado di contrastare l'aumento di peso. L'esposizione al sole consente di aumentare la produzione di ossido nitrico e di vitamina D a livello della pelle. Secondo quanto comunicato dagli esperti, l'ossido nitrico non solo sarebbe in grado di favorire la vasodilatazione, ma saprebbe anche influenzare i meccanismi con cui il nostro corpo regola il metabolismo.

Inoltre l'ossido nitrico potrebbe essere in grado di abbassare la pressione sanguigna. Pensiamo a questo proposito all'ipertensione, un fattore che spesso viene associato sia all'obesità che al diabete. Al momento i ricercatori hanno condotto esperimenti di laboratorio che avranno bisogno di ulteriori approfondimenti per trovare maggiori conferme.

Ciò che è certo e che un'esposizione solare effettuata con moderazione potrebbe avere dei risvolti benefici sulla nostra salute, che probabilmente verranno provati e approfonditi nel corso del tempo. Esporsi al sole significa anche trascorrere più tempo all'aria aperta, dunque uscire di casa, fare più movimento e vincere la sedentarietà, che ormai viene definita la malattia del secolo.

Già studi precedenti avevano evidenziato che un'esposizione al sole di  30 minuti al giorno quando il clima lo permette aiuta il nostro organismo a rifornirsi di vitamina D, una sostanza importante per il benessere delle ossa e per mantenere sano il cervello. La vitamina D, infatti, favorirebbe l'eliminazione delle sostanze tossiche che possono ostacolare i neuroni e rendere più difficoltoso il lavoro del cervello.

Marta Albè

Leggi anche:

Vitamina D: dal sole benessere per ossa e cervello
Vitamina D: l'importanza del sole e i miti da sfatare
Combattere obesità e diabete con la marijuana

Ora solare: stanotte lancette indietro di 1 ora, mini jet-leg per i mattinieri

$
0
0

ora solare 2014

Stanotte torna l'ora solare. Alle 3.00 dovremo tirare indietro di 1 ora l'orologio. E' una buona notizia per i dormiglioni, perché tra sabato e domenica 25 e 26 ottobre potranno godersi un'ora di riposo in più. Ma nei giorni successivi i mattinieri potrebbero trovarsi in difficoltà al risveglio a causa di un piccolo effetto jet-leg.

L'ora solare ci accompagnerà fino al 25 marzo del 2015, quando riporteremo avanti le lancette di un'ora e in questo caso dormiremo un'ora in meno. Con il ritorno dell'ora solare durante le nostre giornate subiremo gli effetti di 60 in meno di sole.

Liborio Parrino, Presidente dell'Associazione Italiana di Medicina del Sonno, ha dichiarato che i mattinieri dovranno affrontare i fastidiosi sintomi di un mini jet-leg. Spesso si sottovaluta l'importanza del sonno, ma quest'ultimo non rappresenta un bene negoziabile, ha spiegato l'esperto.

Quando qualcosa interferisce con la nostra necessità di dormire, tutto l'organismo ne risente. Chi la domenica è abituato a svegliarsi alle 6, domani in realtà si sveglierà alle 5, e perderà così un'ora di riposo che sarà difficile da recuperare. Si tratta di 60 minuti preziosi di cui il nostro organismo ha bisogno per ricaricarsi.

Secondo l'esperto le conseguenze di questa riduzione del sonno possono durare per diversi giorni. I sintomi più evidenti sono stanchezza e irritabilità, come nel vero e proprio jet-leg. La soluzione? Premunirsi prima e già la sera stessa magari andare a letto un po' più tardi se di solito si è mattinieri, per evitare di svegliarsi un'ora prima.

Dal punto di vista del riposo e del ritmo del sonno il cambio dell'ora può dare qualche fastidio, ma per quanto riguarda il risparmio energetico gli effetti sono soltanto positivi. In Italia gli spostamenti strategici delle lancette permettono di risparmiare energia per diverse centinaia di milioni di kilowattora. Nel 2014 con l'ora legale l'Italia ha risparmiato ben 91 milioni di euro.

Marta Albè

Leggi anche:

Insonnia: 10 ricette e rimedi che aiutano a dormire

Capelli crespi: 10 consigli e rimedi naturali

$
0
0

capelli crespi

Capelli crespi, ecco alcuni consigli e rimedi naturali per disciplinarli e per ammorbidirli. I capelli crespi di solito non sono ben delineati, anche dopo lo shampoo sembrano sempre in disordine. Solo la messa in piega dalla parrucchiera sembra donare l'effetto sperato, almeno per qualche ora. Ma poi ecco l'umidità, pronta a rovinare tutto. 

Come prendersi cura dei capelli crespi? Alcuni suggerimenti per voi.

1) Gel d'aloe vera

Il gel d'aloe vera è uno dei rimedi più semplici ed efficaci da avere a portata di mano per tenere a bada i capelli crespi. Potete acquistare il gel di semi di lino in erboristeria e utilizzarlo come se si trattasse di un normale gel per capelli, con il vantaggio di scegliere un prodotto il più possibile naturale. Il gel d'aloe vera di qualità contiene infatti solo il minimo indispensabile di conservanti per rendere il prodotto duraturo. In alternativa, c'è chi preferisce ricavare direttamente il gel dalle foglie di aloe delle piantine che coltiva. A voi la scelta.

2) Gel di semi di lino

Un'altra ormai ben nota alternativa naturale al gel per capelli commerciale che molti usano per tenere a bada i capelli crespi è rappresentata dal gel di semi di lino. La ricetta base del gel ai semi di lino prevede semplicemente di utilizzare questo ingrediente unito a semplice acqua di rubinetto, ma sono possibili delle aggiunte, come oli essenziali, infuso di camomilla o olio di avocado. Qui tutte le ricette per preparare in casa il gel di semi di lino.

Leggi anche: Gel per capelli al naturale: 5 ricette ai semi di lino

3) Turbante in microfibra

A volte il problema dei capelli crespi si accentua a causa del metodo di asciugatura, per via del calore e del getto d'aria calda del phon i capelli possono apparire ancora più gonfi e crespi. In questo caso può essere utile evitare il phon di tanto in tanto e provare a lasciare asciugare i capelli naturalmente, magari con l'aiuto di un comodo turbante in microfibra ad alta assorbenza.

4) Olio di germe di grano

L'olio di germe di grano è un ingrediente molto utilizzato nella formulazione dei prodotti ecobio per capelli. Per un trattamento d'urto che disciplini i capelli più ribelli potrete acquistare in erboristeria direttamente l'olio di germe di grano da usare puro sulla chioma per un impacco pre-shampoo da lasciare agire a lungo, anche un paio d'ore o durante la notte, per ottenere capelli più morbidi e lucidi.

5) Olio di mandorle dolci

L'olio di mandorle dolci è emolliente, nutriente e elasticizzate. E' utile non soltanto per la cura del corpo, ma anche per i capelli. Con l'olio di mandorle dolci, in caso di capelli crespi, potrete fare dei semplici impacchi sui capelli prima dello shampoo o utilizzarlo in piccole quantità per disciplinarli e lucidarli da asciutti.

Leggi anche: Olio di mandorle dolci: usi, proprietà e dove trovarlo

6) Risciacquo all'aceto di mele

Chi utilizza shampoo ecologici privi di siliconi per la cura dei capelli potrebbe ritrovarsi, almeno inizialmente, a lottare contro i capelli crespi. Per risolvere il problema si consiglia di effettuare un risciacquo leggermente acido dopo lo shampoo, diluendo in un litro d'acqua un cucchiaio di aceto di mele.

7) Balsamo ecologico

Sono numerosi ormai i prodotti ecologici per capelli preparati con ingredienti naturali e provenienti dall'agricoltura biologica adatti sia ai capelli crespi che ai capelli secchi, rovinati o sfibrati. Troverete facilmente in erboristeria e nei negozi di prodotti naturali un balsamo o una maschera con un buon INCI adatta ai capelli crespi.

8) Impacco all'olio di cocco

L'olio di cocco è indicato soprattutto per i capelli crespi e secchi, poiché li ammorbidisce e li lucida. L'olio di cocco che potete acquistare in erboristeria o su internet diventa di consistenza solida durante l'inverno o se conservato al fresco. In questo caso potrete posizionare il contenitore in una ciotola di acqua calda in modo che l'olio di cocco ritorni liquido. Potrete usare l'olio di cocco liquido per impacchi pre-shampoo e l'olio di cocco solidificato (con una consistenza simile al burro di karitè) come se si trattasse di una cera modellante disciplinare i per capelli.

9) Burro di karitè

Altro aiuto per disciplinare i capelli crespi è il burro di karitè. Lo potete utilizzare facilmente in questo modo. Prelevate una piccolissima quantità di burro di karitè dal contenitore con la punta di un cucchiaino, riscaldate il burro di karitè strofinandolo tra i palmi delle mani e applicatelo massaggiando i capelli sui punti critici. Potete fare anche degli impacchi di burro di karitè sulle punte prima dello shampoo.

10) Spray al karkadè

Portate ad ebollizione 250 ml d'acqua, versate 1 cucchiaio di karkadè per infusi (fiori di ibisco essiccati da acquistare in erboristeria) e lasciate riposare fino al raffreddamento del liquido. Filtrate e unite 1 cucchiaio di aceto di mele. Versate in un contenitore spray che vi aiuterà ad applicare l'impacco sui capelli. Lasciate agire per un'ora e poi passate allo shampoo.

Marta Albè

Leggi anche:

Maltrattamento animali: 10 orribili pratiche che la Cina dovrebbe abolire

$
0
0

Nonostante il trend internazionale sia sempre più volto allo stop di pratiche di maltrattamento e sopruso nei confronti degli animali, la Cina è ancora vincolata a pratiche obsolete, spesso favorite anche da un vuoto normativo importante in materia di diritti degli animali. Quali sono le pratiche più orribili e agghiaccianti che dovrebbe abolire?

Prima di elencarle, è bene specificare, però, che nel Paese asiatico sono molti gli individui, i gruppi e le associazioni che si impegnano ogni giorno per difendere gli animali maltrattati e sfruttati e mostrati. Così come è altrettanto vero che ovunque nel mondo ci sono animali di ogni specie sfruttati per il profitto. Anche nella nostra amata Italia.

1) Mercato della carne di cane

Si stima che ogni giorni circa 30.000 cani vengono uccisi in Cina per la loro carne o per la pelliccia. È un commercio che vale più di dieci milioni di euro l'anno. Mangiare carne di cane è particolarmente popolare nel nord est del Paese, al confine con la Corea, ma anche nelle regioni meridionali, come Guizhou, Guangxi e il Guandong. Le leggi che tutelano i cani? Praticamente inesistenti: l'unica zona della Cina dove è vietato il consumo di carne di cane è Hong Kong e al momento non ci sono provvedimenti a livello nazionale di protezione degli animali in Cina.

LEGGI Gli orrori del mercato della carne di cane. L'investigazione di Animal Equality (video)

2) Portachiavi coi pesci

Il portachiave con piccole tartarughe brasiliane e pesci vivi, dentro una confezione di plastica sigillata e riempita di un liquido colorato. Il fenomeno, non recentissimo e portato all'attenzione del mondo circa un anno fa con diversi articoli sui quotidiani internazionali, ha fatto indignare la rete attraverso gli inquietanti video di Youtube che stanno rimbalzando su blog e social network in questi giorni.

LEGGI Tartarughe e pesci sigillati dentro i portachiavi indignano il web (video)

3) Orsi della luna e fattorie della bile

Catturati con trappole che spesso causano terribili mutilazioni. Immobilizzati in gabbie grandi quanto il loro corpo, che deformano le ossa ed atrofizzano gli arti, con un catetere arrugginito infilato nella cistifellea per estrarne due volte al giorno la bile che servirà a realizzare medicinali, unguenti, bibite e shampoo. Resteranno in queste condizioni anche per 20, 30 anni, ovvero tutta la durata della loro vita, fino alla morte, causata dalle infezioni, dalla sofferenza psichica, dalle malformazioni ossee dalla denutrizione. È la triste sorte degli orsi neri asiatici, meglio conosciuti come Orsi della luna

LEGGI:

Gli Orsi della Luna "munti" per la bile in Cina (video)

Orsi della luna: in 104 sotto sfratto dopo essere stati salvati dalle fattorie della bile

Salvi 130 orsi: la fattoria della bile diventa una riserva (VIDEO)

4) Cammelli mutilati per chiedere l'elemosina

Cammelli con evidenti lesioni e mutilazioni. È questa l'ultima tendenza dell'accattonaggio. Sono stati avvistati in diverse città della Cina, tra cui Guangzhou, Shenzhen, Wenzhou, Shaoxing, Xiamen, Fuzhou, Jiujiang e Hefei. Vengono utilizzati dai mendicanti per far pena (e guadagnare così denaro) agli occhi dei passanti.

LEGGI Cammelli mutilati per chiedere l'elemosina in Cina (FOTO)

5) Cani truccati come panda

È una delle insane manie della Cina benestante: colorare i chow chow per farli sembrare dei panda. Il proprietario di un negozio per animali domestici di Chengdu, capitale della provincia del Sichuan, Hsin Ch'en, ha raccontato addirittura di non riuscire a tenere il passo con la domanda dei proprietari che vogliono trasformare il proprio quattrozampe nell'animale in via di estinzione, emblema nazionale del Paese.

LEGGI Cani Panda: l'ultima insana mania della Cina (FOTO)

6) Maiali clonati

In Cina, a Shenzhen, esiste un impianto che "sforna" ormai 500 maiali ogni anno. L'azienda, gestita da una società chiamata BGI, impianta ogni giorno embrioni clonati in due maiali. Cloni e cloni di cloni sono allevati e utilizzati per testare nuovi farmaci in una fabbrica che opera accanto a un impianto di trasformazione di sequenziamento genetico.

LEGGI Clonazione su scala industriale: 500 maiali all'anno in Cina per testare farmaci

7) Tartarughe vive nei supermercati

La catena di supermercati inglesi Tesco ha aperto una filiale in Cina in cui vengono vendute, oltre a pesci e rane, anche tartarughe vive. Gli animali, imprigionati in reti strettissime ed esposti sui banchi per ore o giorni senza acqua e cibo, vengono sezionati vivi senza alcuna pietà prima di essere venduti e finire in pentola.

LEGGI Tartarughe vendute (e uccise) vive nei supermercati Tesco in Cina. Il video e la petizione

8) Vino di ossa di tigre

Tiger medicines reduced.5

Un portentoso elisir afrodisiaco e taumaturgico racchiuso in costose bottiglie, vendute a centinaia di dollari l'una. Si tratta del "vino di tigre", un prodotto molto gettonato nella medicina tradizionale cinese realizzato con pezzi di ossa frantumati del maestoso e affascinante animale dal manto striato, lasciati a macerare per anni in un liquore a base di riso. Per ogni chilo di ossa del formidabile predatore si ottengono circa 15 litri di vino.

Photo credit

LEGGI Vino di ossa di tigre: felini allevati nelle "fattorie" cinesi per produrre bottiglie afrodisiache

9) Procioni scuoiati vivi per le pellicce

Se dietro la realizzazione dei trendy stivali australiani UGG si nasconde l'utilizzo della pelle di migliaia di pecore australiane, ciò che c'è dietro al mercato della contraffazione cinese è, se possibile, ancor peggio. Nelle morbide, confortevoli ed economiche "simil-UGG" scorre un lungo fiume di sangue e sofferenze indicibili per centinaia e centinaia di teneri, buffi e dolcissimi procioni, colpevoli solo di possedere uno splendido manto morbido e caldo

LEGGI Pellicce: procioni scuoiati vivi per imbottire stivali contraffatti (video shock)

10) Lana dei conigli d'angora

È orribile il trattamento riservato abitualmente ai conigli d'angora in Cina, Paese che rappresenta il 90% del mercato globale. Ogni tre mesi, infatti, il manto viene loro letteralmente strappato, tra grida di dolore e profonda paura. Subito dopo vengono gettati in minuscole, sporche e vuote gabbie senza nemmeno la compagnia vitale di altri conigli. Quando raggiungono un'età che varia tra i 2 e i 5 anni, quelli che sono sopravvissuti vengono appesi a testa in giù. Le loro gole vengono tagliate e i loro corpi venduti.

LEGGI Angora: la terribile verità sulla lana dei conigli (VIDEO)

Roberta Ragni

Leggi anche:

Boom di vegani e vegetariani in Cina, per combattere l'inquinamento

In Cina il mattatoio segreto degli squali balena: e' il piu' grande del mondo (FOTO)

Avorio: la Cina ne distrugge oltre 6 tonnellate per combattere i traffici illeciti

Smettete di mangiare cani e gatti

Viewing all 14412 articles
Browse latest View live


<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>