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Nirvana felino: i gatti tra le braccia di Buddha (FOTO)

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buddha gatti

Mentre gli esseri umani cercano l'illuminazione sulla strada verso il nirvana, questi gatti hanno pensato bene di schiacciare profondi pisolini tra le braccia delle statue di Buddha, dove hanno trovato un posto perfetto e accogliente per rilassarsi.

Ma i felini lo fanno perché hanno una connessione "speciale" con il buddismo? Non proprio. Sono moltissimi i gatti, infatti, osservati a riposare e dormire anche su statue di marmo di imperatori romani o di figure mitologiche che non hanno alcun rapporto con Buddha o il buddismo.

Sembrerebbe, quindi, che le statue stesse, a prescindere dalla loro "appartenenza", esercitino una certa attrazione per i gatti. Potrebbero essere attirati dalle forme antropomorfe delle statue? Chissà. Di certo presentano alcuni vantaggi rispetto al modello 'organico' di carne e ossa, come il fatto che non hanno mai bisogno di alzarsi per andare in bagno, scomodando il regale sonno felino.

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Molto più concretamente, però, come spiega Web Ecoist, è probabile che il comportamento derivi dal fatto che le grandi statue di pietra o di metallo si riscaldano durante il giorno e trattengono il calore, mentre altre superfici tendono a affreddarsi. E i gatti, si sa, amano crogiolarsi in luoghi ben caldi.

Roberta Ragni

Fonte e Photo Credit

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Cambiamenti climatici: il rapporto dell'ONU spiegato con le illustrazioni degli autori (#clima2014)

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clima 2014

Cambiamenti climatici? Eccoveli spiegati semplici semplici. Con l'uscita del Quinto volume, il rapporto dell'ONU sui cambiamenti climatici è completo e per nulla incoraggiante. Un mix di studi e proiezioni, un insieme di analisi e di valutazioni degli impatti, delle vulnerabilità e delle proposte per risolvere il problema e abbattere le emissioni di gas serra a livello globale che supera qualsiasi altra analisi. Ma di cosa realmente si parla? 

Insomma, il Quinto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici ha segnato il 2014 e forse si può già considerare una delle pubblicazioni più rilevanti a livello globale su questo tema, di cui non tutti, però, hanno compreso l'importanza.

Per chi ancora nega che siano in atto un pericoloso riscaldamento globale e i cambiamenti climatici in generale, il rapporto mette nero su bianco tutti i pericoli cui andiamo incontro se non agiamo. E per rendere il messaggio più semplice e più accessibile a tutti è nato #clima2014, per spiegare con la voce degli esperti, attraverso immagini, video e illustrazioni, come e perché il clima che cambia interessa ciascuno di noi, per parlare dei rischi che corriamo e delle opportunità che, nonostante tutto, possiamo cogliere.

ipcc dicosaparla

Dall'ABC dello studio dell'Onu agli effetti dei cambiamenti climatici, da un focus sull'Europa e sul Mediterraneo alla analisi dei costi e dei benefici della mitigazione dei cambiamenti climatici fino alla spiegazione, termine per termine, di parole chiave come "sviluppo", "interdipendenza" o "transizione".

trasformare

#clima2014 è realizzato con il contributo di tre centri di ricerca sulla scienza, le politiche e l'economia dei cambiamenti climatici:

CMCC - Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici
FEEM - Fondazione Eni Enrico Mattei
ICCG - International Center on Climate Governance

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{youtube}wtro7G5Nvqo{/youtube}

{youtube}asJEn5EjKww{/youtube}

QUI TROVATE TUTTI I VIDEO 

Germana Carillo

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Perche' i gatti entrano nei cerchi? Prova anche tu a farlo (VIDEO)

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gatto cerchio

Perché il gatto entra nel cerchio? Se lo chiedono centinaia di utenti su Internet, che stanno condividendo le foto dei loro amati felini all'interno di improbabili cerchi fatti con lo scotch, fili di prolunghe elettriche, corde o vestiti, disposti sempre in maniera circolare.

COME FARE ENTRARE IL GATTO NEL CERCHIO - Tutto è iniziato con le bellissime fotografie e un video postati dall'amante dei gatti e fotografo Guermike, che sul suo blog ha mostrato, passo dopo passo, come sperimentare il bizzarro comportamento dei gatti a casa, passo dopo passo. Basta prendere un po' di scotch e disporlo sul pavimento formando un cerchio. In pochi secondi il micio, con grande interesse, vi si fonderà dentro e ci si siederà.

gatto cerchio2

PERCHE' IL GATTO ENTRA NEL CERCHIO? - Veterinari ed esperti pare siano piuttosto perplessi. Nessuno ha realmente spiegato il motivo per cui i gatti sono attratti dai cerchi. Qualcuno ipotizza si tratti di una conseguenza della loro innata curiosità, altri ritengono che si tratti della necessità di avere "un proprio posto", ben delineato.

Potrebbe anche dipendere dalla loro voglia di attirare l'attenzione su si se'. O ancora dal bisogno di nascondersi. Se si disegna un cerchio in un ambiente piuttosto spoglio, il gatto potrebbe percepirlo come una barriera intorno a sé che lo farà sentire più sicuro.

{youtube}41OdETrOY{/youtube}

PROVA ANCHE TU - Qualsiasi sia il motivo, tutti noi, con i nostri gatti, possiamo provare che ai gatti piacciono i cerchi. Provate a formarli di vari tipi e dimensioni. Il vostro micio ci entra? Mandateci le foto dell'esperimento e condividetele nei commenti con gli altri proprietari!

Roberta Ragni

Fonte e foto

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Il cervo maculato con le zanne da vampiro avvistato dopo 60 anni

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cervo vampiro

Uno strano cervo con zanne appuntite come quelle di un vampiro. Non si tratta di un fotomontaggio: questa creatura è reale. Si tratta di una specie rara da scovare, che si trova nella parte nord-est dell'Asia. Più di 60 anni dopo il suo ultimo avvistamento confermato, l'animale è stato ora osservato nelle aspre pendici boscose del nord-est dell'Afghanistan, secondo quanto riporta un gruppo di ricerca della Wildlife Conservation Society (WCS).

I moschi del Kashimir (Moschus cupreus), classificati come in pericolo di estinzione pericolo nella Lista Rossa dell'Iucn, hanno sofferto negli ultimi decenni a causa della perdita di habitat e dei bracconieri, che li cacciano per le sue ghiandole odorifere pregiate. Nessun membro della specie era stato visto in Afghanistan dagli scienziati dal lontano 1948.

La nuova ricerca è stata pubblicata su Oryx, con il titolo "Musk deer Moschus cupreus persist in the eastern forests of Afghanistan". Il gruppo di ricerca ha registrato cinque avvistamenti, tra cui quelli di un maschio visto in tre momenti diversi, una femmina adulta con un giovane cervo e una femmina solitaria (non sono stati in grado di dire se era la stessa).

"Tutti gli avvistamenti sono avvenuti in ripidi affioramenti rocciosi intervallati da prati alpini sparsi e da densi ed alti cespugli di ginepri e rododendri. Secondo il team, i cervi muschiati erano discreti, criptici, difficili da individuare, e non potevano essere fotografati", si legge in una nota. Ma perché hanno le zanne? A sfoderarle sono solo i maschi, che le utilizzano durante la stagione riproduttiva per combattere i rivali.

Roberta Ragni

Photo Credit

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Cancro: il vaccino tra 3 anni? La conferma dell'AIFA

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vaccini cancro

Sembra che a breve alla lista dei vaccini già disponibili - influenza, malattie esantematiche, epatite, Hpv, ecc.  - si aggiungeranno anche i tanto attesi vaccini che metteranno a riparo da cancro e Alzheimer. In questi giorni l’Aifa, Agenzia italiana del farmaco ha annunciato che potrebbero essere pronti già nel giro di pochi anni.

A rivelare questo è stato Luca Pani, direttore generale dell’Aifa, presente al convegno sulle vaccinazioni in Europa, dichiarando che a breve ci saranno tante novità nel campo dei vaccini tra cui:

i vaccini per l'immunoterapia del cancro che dovrebbero arrivare nei prossimi tre anni, ed i vaccini contro l'Alzheimer e contro le sostanze di abuso come la cocaina, che dovrebbero invece essere pronti in 5-10 anni”.

Un’informazione molto interessante è trapelata poi dalle dichiarazioni di Sergio Pecorelli, presidente Aifa: "in molti casi saranno vaccini 'su misura', tagliati cioè a seconda dei singoli pazienti”. Non so se forse interpretiamo male questa affermazione ma ciò significa che ci potrebbe essere un futuro in cui vaccini non saranno somministrati automaticamente a tutti ma verranno calibrati a seconda delle necessità dei singoli pazienti in base alle loro caratteristiche uniche ed irripetibili? Naturalmente ciò, come ha sottolineato Pecorelli “porrà anche un problema di costi, che andrà affrontato". Se così fosse, al di là dell'impegno economico, sarebbe comunque un bel passo in avanti.

Rimane il fatto che è sempre bello delegare a qualcosa di esterno e di “poco impegnativo” per noi la responsabilità della nostra salute, in attesa di vedere se davvero la promessa di poter usufruire dei vaccini antitumorali tra 3 anni sarà mantenuta, nel caso di alcuni tipi di cancro ricordiamo che tanto si può fare in fatto di prevenzione conducendo uno stile di vita sano, mangiando bene e facendo attività fisica.

Ne abbiamo parlato tante volte, ecco alcuni articoli per rinfrescarvi la memoria:

Cancro: 7 "vizi" capitali che aumentano il rischio

- Cancro al colon: 10 consigli per la prevenzione

Tumori: ecco le 10 regole d'oro per restare in salute mangiando 

{youtube}GYTfWXwltM0{/youtube}

Francesca Biagioli

Atolli del Pacifico invasi dai rifiuti. Recuperate 57 tonnellate di spazzatura

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noaa tartaruga

Atolli del Pacifico, barriere coralline e acque cristalline. Paradisi naturali infestati dalla spazzatura. Oltre 57 tonnellate le reti da pesce recuperate da un team di subacquei del Nooa. A bordo dell'Oscar Elton Sette, il team americano ha trascorso 33 giorni in mezzo al mare dal Papahānaumokuākea Marine National Monument delle Hawaii, e nelle acque antistanti le isolette del Pacifico per rimuovere i rifiuti marini.

Sulle coste del Midway Atoll National Wildlife Refuge, il team ha esaminato e rimosso quasi 6,5 tonnellate di rifiuti di plastica che finiscono comunemente nella pancia degli uccelli tra cui: 7.436 frammenti di plastica dura, 3.758 di tappi, 1.469 bottiglie di plastica e 477 accendini.

I sommozzatori hanno lavorato su piccole barche, osservando sistematicamente le barriere coralline a Maro Reef, Pearl ed Hermes e nell'atollo Midway. Hanno usato le mappe GIS basate su 15 anni di dati sui punti caldi in cui si accumulavano i rifiuti.

A Pearl e Hermes, i subacquei hanno salvato tre tartarughe marine aggrovigliate in alcune reti. Hanno anche trascorso diversi giorni nella rimozione di una super rete larga oltre 8 metri, che si estendeva a 5 metri di profondità e pesava oltre 11 tonnellate. Il groviglio aveva già distrutto il corallo dell'atollo mettendo a rischio la fauna selvatica dell'area. Per portarla via, il team è stato costretto a tagliarla in tre parti. Le reti sono un pericolo per numerose creature, dalla foca monaca alle tartarughe e agli uccelli marini che dipendono dalla barriera corallina poco profonda per la sopravvivenza. Inoltre rompono e danneggiano i coralli mentre vanno alla deriva spinte dalle correnti. Ma anche una volta arenate, da ferme possono soffocare i coralli e prevenirne la crescita.

noaa rifiuti

La quantità di rifiuti marini che troviamo in questo luogo incontaminato e remoto è scioccante”, ha dichiarato Mark Manuel, direttore delle operazioni della NOAA Coral Reef Ecosystem Division e responsabile scientifico della missione. “Ogni giorno, abbiamo tirato su reti che pesavano centinaia di tonnellate dai coralli. Abbiamo riempito i cassonetti della Elton Sette e poi abbiamo riempito i ponti.

Una missione portata avanti ogni anno dal Noaa, dal 1996, e che ha portato alla rimozione di un totale di 904 tonnellate di rifiuti marini.

Curiosità. I rifiuti recuperati da queste missioni vengono utilizzati per produrre energia elettrica alle Hawaii.

Francesca Mancuso

Foto: NOAA

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Olio di colza: un olio vegetale molto dibattuto. E' salutare o dannoso?

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olio di colza

Avete mai visto una bottiglia di olio di colza al supermercato, magari vicino all'olio extravergine d'oliva? Crediamo proprio di no, a meno che siate stati in un supermercato estero. L'olio di colza è un olio vegetale molto dibattuto che in generale in Italia non viene utilizzato per l'alimentazione domestica come singolo prodotto, cosa che invece avviene con l'olio extravergine e con altri oli vegetali.

L'olio di colza si nasconde però in molti casi dietro la dicitura generica di "oli vegetali" presente sulla margarina e su altri prodotti alimentari industriali, un po' come avviene nel caso dell'olio di palma. Forse avete sentito parlare delle coltivazioni di colza per la produzione di mangimi destinati agli animali da allevamento o di un olio vegetale da impiegare per i biocarburanti.

Avrete forse trovato l'olio di colza tra gli ingredienti di alcune ricette estere sul web o all'interno di libri di cucina stranieri, magari con il nome di "canola oil". Ma sapete davvero di cosa si tratta? L'olio di colza è un olio vegetale ad uso alimentare e industriale prodotto dai semi della colza (Brassica napus), una pianta dai fiori di colore giallo acceso.

L'uso alimentare dell'olio di colza ha avuto inizio verso la metà del 19esimo secolo. Qui scattò la preoccupazione dei medici, a causa del suo contenuto di acido erucico, un lipide considerato cardiotossico che potrebbe provocare danni al fegato e alla salute in generale. Gli esperti dunque lavorarono per ottenere una varietà di colza a basso contenuto di acido erucico.

Da questa nuova varietà di colza, chiamata Canadian Brassica, nacque l'olio ribattezzato come canola oil, e talvolta italianizzato come olio di canola. Si tratta di una tipologia di olio di colza prodotto soprattutto in Canada, che prende il nome dalle iniziali della dicitura "Canadian Oil Low Acid".

In questo modo si aprì la strada della diffusione dell'impiego dell'olio di colza nell'alimentazione. In Francia, ad esempio, potreste trovare tra gli scaffali dei supermercati prodotti alimentari confezionati, anche biologici, che hanno deciso di sostituire l'olio di palma con l'olio di colza. Resta dunque da comprendere se l'olio di colza, almeno nella sua versione a basso contenuto di acido erucico, sia davvero benefico per la salute.

In Germania, ad esempio, pare che l'olio di colza sia normalmente diffuso e ritenuto un prodotto salutare. Ciò che sappiamo è che l'olio di colza è molto economico e il suo impiego conviene soprattutto alle aziende alimentari per la produzione di cibi industriali che richiedano l'impiego di oli vegetali e ai punti di ristorazione che lo utilizzano per la frittura.

L'olio di colza, in ogni caso, non è un olio spremuto a freddo, come dovrebbe esserlo ad esempiol'olio extravergine d'oliva di alta qualità. Viene ottenuto mediante laboriosi processi di raffinazione che prevedono l'impiego di calore e solventi. L'olio di colza viene anche decolorato e deodorizzato.

In passato l'olio di colza veniva utilizzato soprattutto come carburante ecologico e come olio da lampade, non di certo per l'alimentazione. Le ricerche che in passato ne evidenziarono i danni per la salute pare siano state contestate. E in parte la qualità dell'olio di colza sarebbe stata migliorata dalla creazione della nuova varietà di cui sopra. 100 grammi di olio di colza, in ogni caso, contengono 9 grammi di omega 3 e 22 grammi di omega 6.

L'FDA, l'Authority per la sicurezza alimentare degli Stati Uniti, ha inserito l'olio di colza in una dichiarazione che riguarda la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari. L'olio di colza conterrebbe acidi grassi utili per il mantenimento della salute cardiovascolare. Ma gli stessi omega 3 sono presenti in oli e alimenti ben più pregiati, come l'olio di lino, l'olio di canapa, le noci, i semi di lino e i semi di canapa. L'FDA comunque sottolinea che da studi scientifici limitati e non conclusivi si apprende che un consumo quotidiano limitato a 19 grammi di olio di colza potrebbe ridurre il rischio di malattie coronariche.

LEGGI anche: 15 oli vegetali preziosi per la salute e la bellezza

Difficilmente troverete la dicitura olio di colza sulle etichette alimentari. Se preferite evitare l'olio di colza, così come per quanto riguarda l'olio di palma, fate attenzione alla presenza della dicitura generica di "oli vegetali" sulle confezioni. Potete contattare i produttori per conoscere gli oli utilizzati: è un diritto dei consumatori.

Una curiosità. Il motore Diesel pare sia stato progettato inizialmente per funzionare proprio ad olio di colza, alla fine dell'Ottocento. In seguito la ricerca ha confermato che l'olio di colza trasformato in biocarburante è davvero adatto al funzionamento dei motori Diesel.

I principali produttori mondiali di olio di colza sono Canada, India e Pakistan. La coltivazione di olio di colza desta alcune perplessità dal punto di vista ambientale. L'olio di colza al giorno d'oggi viene prodotto soprattutto per ottenere biocarburanti. La superficie agricola richiesta per la coltivazione della colza riguarda grandi appezzamenti di terreno che sottraggono spazio alla produzione di cereali per l'alimentazione umana.

canola oil

Non solo. La maggior parte dell'olio di colza prodotto nel mondo sarebbe OGM (pensiamo soprattutto alla necessità di aumentare la produzione per ottenere biocarburanti). Ricordiamo, infine, il caso di Steve Marsh, l'agricoltore australiano che ha perso la certificazione biologica dei propri terreni a causa delle contaminazioni provocate dalla colza OGM di Monsanto coltivata dal suo vicino.

Per concludere, sappiamo che negli Stati Uniti l'olio di colza viene utilizzato normalmente nell'alimentazione, ad esempio per la preparazione casalinga di torte e biscotti o per cucinare, per via della sua diffusione nei supermercati e perché viene esaltato il suo contenuto di omega 3 per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, ma sappiamo anche che in Italia abbiamo a disposizione oli di qualità decisamente superiore, a partire dall'olio extravergine d'oliva. Dunque possiamo continuare ad usare tranquillamente oli nostrani di qualità, preferibilmente spremuti a freddo e di origine biologica.

{youtube}Mpm53IRu5YQ{/youtube}

Marta Albè

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Monster Boats: quei mega pescherecci che svuotano gli oceani

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Monster Boats, i mega pescherecci svuotano gli oceani e diffondono ovunque la pesca eccessiva. Greenpeace ne ha individuati venti, tra i più distruttivi della flotta europea. Dall'Europa questi pescherecci portano la pesca intensiva in tutti i mari e gli oceani del mondo.

L'associazione ambientalista lo denuncia con il nuovo rapporto "Monster Boats, flagello dei mari". I mega pescherecci utilizzano metodi di pesca distruttivi come i FAD, sistemi di aggregazione per pesci, che sono responsabili della cattura accidentale di migliaia di squali, tartarughe e mante, tra cui si trovano specie in pericolo o coinvolte in episodi di pesca illegale.

Ecco uno dei dati principali per quanto riguarda la pesca eccessiva e il letterale svuotamento dei mari. Uno solo di questi mega pescherecci è in grado di catturare oltre 2000 tonnellate di tonno in una sola battuta di pesca.

I dati FAO più recenti ricordano che il 90% degli stock ittici mondiali vengono pienamente o eccessivamente sfruttati. La pesca eccessiva minaccia anche il Mediterraneo, dove il 96% delle specie di fondale è soggetto a sfruttamento eccessivo. Le conseguenze ambientali della pesca eccessiva sono allarmanti. La pesca eccessiva mette in serio pericolo gli ecosistemi di mari e oceani.

"Pochi baroni della pesca industriale si stanno sconsideratamente arricchendo attraverso lo sfruttamento dei nostri mari, senza rispetto per l'ambiente e le popolazioni che da queste risorse dipendono. Lo fanno utilizzando dei trucchi per aumentare il proprio accesso alle aree di pesca o aggirare palesemente le regole e le normative esistenti, dal cambiare identità o bandiera ai loro pescherecci all'utilizzare compagnie di facciata o paradisi fiscali" – ha dichiarato Serena Maso, campaigner mare di Greenpeace Italia.

Secondo Greenpeace, i Governi europei non possono più chiudere gli occhi di fronte alla pesca eccessiva. La flotta italiana non ha pescherecci così grandi e potenti, ma anche l'Italia è coinvolta in questo sistema di sfruttamento. Secondo Greenpeace infatti il tonno pescato dai mega pescherecci potrebbe arrivare anche nelle scatolette di tonno in vendita nel nostro Paese.

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"I consumatori italiani ignorano che comprando una scatoletta di tonno catturata da questi mega pescherecci stanno contribuendo inconsapevolmente a svuotare i nostri oceani. È ora che le compagnie che producono tonno in scatola scelgano i loro fornitori in base ai metodi di pesca, abbandonando quelli distruttivi a favore del tonno pescato in modo sostenibile. Se i governi non si muovono, il mercato può cambiare ciò che succede in mare" – ha concluso Maso.

Esiste una soluzione al problema? Greenpeace chiede ai governi di eliminare l'eccessiva capacità di pesca e di dare un accesso preferenziale ai pescatori artigianali che hanno un basso impatto sull'ambiente, mettendo in pratica quanto previsto dalla nuova Politica Comune della Pesca.

Scarica qui il rapporto di Greenpeace Monster Boats.

Marta Albè

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Ecomondo e Key Energy 2014: a Rimini si alza il sipario sulla green economy

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ecomondo 2014

Al via Ecomondo 2014. Rimini Fiera anche quest'anno ospita Ecomondo, la manifestazione internazionale tutta dedicata alle principali strategie europee e mondiali per lo sviluppo sostenibile, la riduzione dei rifiuti e il recupero di materia ed energia.

Da mercoledì 5 a sabato 8 novembre 2014 l'appuntamento con Ecomondo vi permetterà di scoprire le novità della 18esima edizione di questa manifestazione fieristica green. L'inaugurazione di Ecomondo vedrà la presenza dell'onorevole Gianluca Galletti, ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Ecomondo ospiterà 90 mila operatori di tutto il mondo, con particolare riferimento all'Europa e all'area del Mediterraneo. L'appuntamento si presenta come punto di riferimento per la tecnologia e l'economia del futuro, con particolare riferimento alle strategie per l'ecoinnovazione e per la trasformazione dei rifiuti in risorse.

"Ci siamo concentrati sui paesi emergenti per il business delle imprese e più in generale tutta la manifestazione è sviluppata intorno al bisogno concreto e attuale delle aziende, rendendo disponibili strumenti di business e di sviluppo, indicando percorsi e favorendo nuove relazioni," - ha dichiarato Lorenzo Cagnoni, presidente di Rimini Fiera.

Ad Ecomondo trovano spazio le nuove start up e i green jobs, i lavori verdi dedicati all'ambiente e alla sostenibilità che promettono di rilanciare l'economia italiana e di creare nuovi posti di lavoro. Ecomondo raccoglierà le novità del settore ambientale, in continua evoluzione, della mobilità sostenibile, dell'eco design industriale, dell'innovation technology e non solo.

"Abbiamo prodotto uno sforzo straordinario" – ha spiegato Cagnoni – "per innalzare il profilo internazionale della manifestazione. Ci siamo concentrati sui paesi emergenti per il business delle imprese e più in generale tutta la manifestazione è sviluppata intorno al bisogno concreto e attuale delle aziende, rendendo disponibili strumenti di business e di sviluppo, indicando percorsi e favorendo nuove relazioni".

Potrete raggiungere Rimini Fiera direttamente in treno, grazie alla stazione omonima della linea ferroviaria Milano-Bari. Per maggiori informazioni sulla manifestazione, visitate il sito web www.ecomondo.it.

Marta Albè

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Edilizia sostenibile: per avere un isolante termico green il segreto è nella nanocellulosa

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Isolante nanocell

Bioedilizia, come ottenere un efficace isolante termico completamente biocompatibile? Semplice, metti insieme nanocellulosa, ossido di grafene e nanoparticelle di sepiolite e hai un materiale ecocompatibile, con proprietà isolanti e ignifughe.

È questo il risultato di una ricerca finanziata dalla Swedish strategic foundation (SSF), condotta in collaborazione con il Politecnico di Torino e pubblicata su Nature Nanotechnology.

Il gruppo di lavoro ha studiato la realizzazione di questo nuovo materiale attraverso un particolare processo chiamato "freezecasting", ovvero la combinazione proprio di sospensioni di nanocellulosa, ossido di grafene e nanoparticelle di sepiolite (che sono tutti materiali rinnovabili e abbondanti), che ha permesso la produzione di schiume caratterizzate da estreme proprietà di isolamento termico e resistenza agli incendi. Si tratta di schiume ultra-leggere dalla capacità isolante superiore rispetto ai materiali tradizionali. Anche dal punto di vista dell'applicazione di una fiamma, questi nuovi materiali si dimostrano in netto contrasto con le proprietà dei materiali tradizionali che statisticamente risultano invece la causa principale dei roghi nelle abitazioni.

isolantenanocell

PERCHÉ È NECESSARIO – Perché oramai oggi l'isolamento termico degli edifici contribuisce per oltre il 10% del consumo globale di energia. Ciò vuol dire che produrre materiali isolanti caratterizzati da elevate prestazioni e, soprattutto, derivanti da fonti rinnovabili rappresenta una sfida e una necessità nell'ambito dell'edilizia sostenibile, sia dal punto di vista energetico sia dal punto di vista ambientale. Una sfida, quindi, contro materiali come può essere il polistirene espanso, che di certo non consentono il raggiungimento degli standard necessari per la costruzione di abitazioni a basso impatto energetico.

Germana Carillo

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Nuovo alluvione in Toscana: ritrovati i due dispersi a Carrara

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Due dispersi a Carrara, forse anche una vittima a causa dell'esondazione dei fiumi Carrione e Parmignola. Si è temuto il peggio ma le due persone sono state ritrovate vive, contrariamente alle voci che si erano diffuse sulla morte di una delle due. Il maltempo torna a fare danni in Toscana, a meno di un mese dall'ultima grave ondata di maltempo che aveva colpito la regione. Il corpo della vittima del maltempo è stato trovato ad Avenza. Acqua anche nel centro storico della città di Carrara. Disposta anche la chiusura delle scuole per la giornata di oggi, 5 novembre.

In ginocchio anche il Piemonte e la Liguria, con smottamenti e allagamenti in alcune strade, scantinati allagati e abitazioni evacuate. Occhi puntati sui fiumi a rischio esondazione.

Questa volta le polemiche trovano poco spazio visto che nei giorni scorsi la Protezione Civile e la Regione avevano diramato l'allerta meteo: “Da stamani alle ore 10 fino alle ore 8 di mercoledì 5, sull'arcipelago e il litorale centro meridionale, l'allerta riguarda i possibili effetti del vento forte di scirocco fino a burrasca. L'allerta per mareggiate scatta alle 15 fino alle ore 13 di mercoledì 5 novembre 2014. Le previsioni sono di mare agitato al largo, sulle coste dell'Arcipelago e del litorale centro meridionale esposte al flusso di scirocco. L'allerta per pioggia e temporali forti scatta invece nel tardo pomeriggio (ore 18) fino alla mezzanotte di mercoledì in corrispondenza dei bacini Magra, Versilia, Serchio e Basso Serchio. Nel resto del territorio regionale l'allerta scatta più tardi, intorno alla mezzanotte, con durata fino alla mezzanotte di mercoledì 5”.

Ma non è bastato. E ancora una volta si contano le vittime, anche se nella notte alle 541 cittadini sono stati raggiunti da un sms della Protezione civile che invitava a salire ai piani alti e a non uscire in strada con l'auto.

Lunedì intanto, il Sindaco ha comunicato l'attivazione del Punto di Accoglienza e Prima Emergenza presso il complesso di CARRARAFIERE a Marina di Carrara, in Via Maestri de Marmo.

Danni che si aggiungono a quelli già stimati per la precedente alluvione che ha ottenuto lo stato di emergenza nazionale: oltre 36 milioni di euro per le infrastrutture pubbliche (strade comunali, provinciali e regionali e reticolo idraulico), per privati e famiglie.

I numeri utili da contattare sono: Protezione Civile – 0585/641414 e 0585/641416 e il Centralino emergenze: 0585/70000 dalle ore 07:30 alle ore 20:00 di tutti i giorni; 0585/6411 dalle ore 20:00 alle ore 07:30 di tutti i giorni.

Francesca Mancuso

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Turni di lavoro irregolari fanno invecchiare prima il cervello

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Come tutti gli organi del nostro corpo anche il cervello invecchia ma ci sono delle situazioni che possono accelerare questo processo fisiologico, una di queste sembra essere il lavoro su turni soprattutto se molto irregolari in quanto fonte di grande stress per l’organismo.

A dirlo è uno studio condotto in collaborazione tra l’Università di Swansea nel Galles e l'Università di Tolosa in Francia e pubblicato sul Journal of occupational medicine. Gli esperti hanno preso a campione 3.000 persone sottoposte a vari tipi di test e seguite in anni diversi per capire quanto il loro cervello fosse pronto e scattante.

Si è notato così che coloro che da almeno 10 anni lavoravano con turni molto irregolari, spesso di notte e con tante ore di fila, avevano un invecchiamento cerebrale precoce che corrispondeva non a 10 anni (il tempo che era effettivamente trascorso) ma a 16 anni e mezzo. Questo perché il lavoro su turni scombussola il normale ritmo sonno veglia del nostro organismo con la conseguenza di farlo invecchiare precocemente. Inoltre in chi lavora di notte è spesso riscontrata una carenza di vitamina D, fattore associato a un deficit del lavoro cerebrale.

Scambiare il giorno per la notte, anche se per motivi di lavoro, può dunque a lungo andare incidere sulle nostre capacità cognitive rallentando la velocità di pensiero e indebolendo la memoria. Come ha spiegato Philip Tucker, autore della ricerca: “Si tratta di un sostanziale declino nella funzione del cervello. Dunque è probabile che quando le persone cercano di svolgere compiti cognitivi complessi, possono fare più errori”.

Cos’è che a livello fisico esattamente provochi questa accelerazione nell’invecchiamento non è ancora del tutto chiaro anche se si ipotizza che i responsabili possano essere alcuni ormoni definiti dello stress, che vanno ad agire negativamente sui neuroni. Fortunatamente gli scienziati hanno anche appurato che si può fermare questo processo e recuperare nel giro di 5 anni semplicemente riprendendo degli orari più regolari e normali, purtroppo però non tutti possono permettersi di farlo.

Se proprio non si può evitare di sottoporsi a turni stressanti, come ha dichiarato Tucker “ci sono modi per mitigarne gli effetti”: pianificare gli orari con criteri migliori e sottoporre regolarmente le persone che li svolgono a test cognitivi per riconoscere in tempo eventuali segnali di pericolo.

Francesca Biagioli

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Aree marine protette in Antartide: pesano i veti di Cina e Russia

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Aree antartide

Aree marine protette in Antartide: ancora non va in porto, e per la quarta volta consecutiva, l'accordo sulla protezione e l'interdizione della pesca in due grandi aree del continente dei ghiacci. E ancora una volta a causa dei veti della Cina e della Russia

Le due potenze, quindi, si oppongono alla creazione di aree marine protette in Antartide contro la pesca illegale.

Così, la CCAMRL, la Commissione per la conservazione delle risorse biologiche dell'Antartide cui aderiscono 24 Paesi, non è riuscita a raggiungere un accordo praticabile per la creazione di aree marine protette in occasione del 33esimo convegno annuale che si è svolto a Hobart, in Australia.

Insieme con l'Australia, l'Unione Europea con la Francia in prima fila, ha presentato una proposta per istituire un sistema di Aree Marine Protette nell'Antartide Orientale (di circa 1,6 milioni di chilometri quadrati). Ma, nonostante il sostegno di diversi membri della CCARL, si ritiene che il consenso tra le parti non possa essere raggiunto. Gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda hanno inoltre presentato una proposta per la creazione di un'area marina protetta vasta 1,3 milioni di chilometri quadrati nel mare di Ross. Ma anche questa iniziativa non ha avuto miglior fortuna. Vi sono stati alcuni progressi in merito ad altre aree di discussione.

Tattiche dilatorie quelle di Russia e Cina? Probabile, ed è quanto pensa l'Alleanza per l'Oceano Antartico, una coalizione di 30 gruppi ambientalisti fra cui Greenpeace e WWF. "È tragico che mentre la maggioranza dei membri della Commissione sia più che pronta a creare una protezione marina significativa nelle acque antartiche, Cina e Russia abbiano ancora una volta bloccato ogni sforzo per negoziare un risultato positivo di negoziazione", ha detto il portavoce dell'Alleanza, Steve Campbell.

Sta di fatto che, in ogni caso, il comportamento di Cina e Russia sia il sintomo di un pericoloso trend globale, in cui gli interessi geopolitici prevalgono su ogni sforzo di proteggere gli oceani a beneficio delle future generazioni. "Più di 1,4 milioni di persone attorno al mondo si siano unite negli ultimi tre anni in un appello globale per una protezione marina di larga scala in Antartide, mentre migliaia si sono attivate con petizioni online, social media ed email ai maggiori leader mondiale per chiedere la protezione – ricorda Richard Page di Greenpeace. Le acque che circondano l'Antartide sono tra le più incontaminate al mondo, ma sono anche tra le più vulnerabili e il braccio di ferro sul loro destino va avanti da tempo".

In Antartide vivono più di 10mila specie, tra le quali la maggior parte dei pinguini del mondo, balene, uccelli marini, il calamaro colossale e gli austromerluzzi, triste obiettivo dei pescherecci. L'Oceano meridionale, infine, è considerato un'area essenziale per la ricerca scientifica, sia per lo studio del funzionamento di ecosistemi marini, sia per determinare gli effetti del cambiamento climatico globale. Insomma, un gioiello prezioso da proteggere e custodire.

La prossima riunione CCAMLR si terrà nell'ottobre del 2015 a Hobart, in Australia. Tra un anno sarà possibile stabilire un accordo comune sulla creazione di aree protette in Antartide?

Germana Carillo

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The Real Thing: l'invenzione che trasforma la Coca Cola in acqua potabile

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macchina coca cola cover

The Real Thing, ecco la macchina che trasforma la Coca Cola in acqua potabile. Le bibite gassate, con la Coca Cola al primo posto, stanno invadendo il mercato mondiale. Sono praticamente ovunque. Non vale lo stesso per l'acqua potabile, che scarseggia nei Paesi in via di sviluppo.

Persino in Italia numerosi cittadini non possono bere l'acqua del rubinetto poiché non è potabile a causa delle contaminazioni. Ma le multinazionali non si fanno scrupoli e continuano a prosciugare le risorse di acqua potabile per produrre bibite gassate che non sono di certo salutari.

Quanta acqua potabile serve per produrre 1 litro di Coca Cola? Alla Dutch Design Week che si è conclusa lo scorso 28 ottobre il designer Helmut Smits ha presentato The Real Thing, una macchina che trasforma la Coca Cola in acqua potabile.

Smits ha sviluppato questa macchina in collaborazione con Martien Wubdemann, studente dell'Università di Amsterdam. The Real Thing utilizza un processo di distillazione che permette di bollire la Coca Cola in modo da produrre vapore acqueo, che viene raccolto in un contenitore apposito.

L'invenzione non è pensata per essere prodotta su larga scala, ma per diffondere una maggiore consapevolezza sui nostri consumi e sulle priorità. Smits non sta pianificando di trasformare in acqua fresca e potabile tutta la Coca Cola presente nel mondo, ma vorrebbe fare in modo che tutti riflettessero sulle conseguenze della produzione delle bibite gassate per l'ambiente e per l'umanità.

Smits, grazie alla sua invenzione, ha compreso ancora più a fondo che la Coca Cola non è altro che "acqua sporca", cioè una bibita a base di acqua a cui vengono aggiunti coloranti e dolcificanti e per la cui produzione si spreca tanta preziosissima acqua potabile. A suo parere, sprecare l'acqua per ottenere bibite gassate è una vera e propria vergogna.

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L'inventore ha scoperto che in alcune aree del mondo la popolazione ha accesso più facilmente alla Coca Cola che all'acqua potabile, segno del predominio delle multinazionali sul nostro modo di vivere. La produzione di 1 solo litro di Coca Cola può richiedere ben 9 litri d'acqua secondo Smits, un dato davvero assurdo che dovrebbe farci riflettere quando scegliamo ciò che vogliamo bere e quando sprechiamo l'acqua quasi senza rendercene conto.

Marta Albè

Fonte foto: helmutsmits.nl

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Vera farina integrale: come riconoscerla?

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Molte persone scelgono di mangiare pane, pasta e prodotti realizzati con farine integrali in quanto migliori a livello nutrizionale e più sani. Quando si va al supermercato, però, ci si trova di fronte ad una serie di farine e prodotti che seppur etichettati come integrali, in realtà proprio integrali non sono.

Ciò è perfettamente legale, nel senso che la legge n.187 del 9 febbraio 2001 stabilisce che una farina può definirsi integrale quando il tasso di ceneri (minerali) è compreso tra 1,30 e 1,70 su cento parti di sostanza secca. Ciò significa che si può etichettare come integrale anche un prodotto realizzato con farina raffinata a cui è stata aggiunta successivamente della crusca per renderla più scura. La maggior parte delle farine “integrali” in commercio e i prodotti “integrali” sono realizzati proprio così.

Il motivo principale per cui i produttori scelgono di fare ciò è che le farine davvero integrali si conservano per un tempo decisamente minore rispetto a quelle raffinate, si ha ovviamente invece tutto l’interesse a realizzare dei prodotti che si deteriorano molto lentamente in modo tale che possano rimanere sugli scaffali dei supermercati più a lungo.

Come difendersi da questo? Innanzitutto leggendo l’etichetta dei prodotti o della farina che volete acquistare. L’ingrediente base deve essere solamente farina integrale e non farina bianca (0- 00) più crusca o cruschello, altrimenti i benefici di scegliere integrale si azzerano e comprerete a caro prezzo prodotti di scarsa qualità. Nel caso dei prodotti già pronti, poi, si può guardare anche il colore che deve essere generalmente scuro e abbastanza uniforme non chiaro con dei puntini più scuri (altrimenti si tratta appunto della crusca aggiunta).

{youtube}dfF8ncPZ1CI{/youtube}

 

DOVE TROVARE LA VERA FARINA INTEGRALE

Nei tradizionali supermercati è davvero difficile trovare dell’originale farina integrale. Certamente le farine integrali biologiche sono le più sicure da acquistare, anche se è sempre bene leggere l’etichetta perché il problema dell’aggiunta di crusca si può sempre presentare. La scelta migliore è senza dubbio quella di acquistare farine integrali non solo biologiche ma anche macinate a pietra e se possibile prodotte da piccoli agricoltori locali, la data di scadenza sarà più ravvicinata ma la farina sarà certamente di ottima qualità. Recatevi quindi in un negozio di alimentazione biologica, al mercato o direttamente da qualche produttore di fiducia.

Alternativa per i veri cultori dei prodotti fatti in casa è quella di acquistare un piccolo mulino casalingo e macinare la farina fresca ogni volta che serve procurandosi, se possibile sempre da piccoli produttori della zona, del grano biologico.

Per quanto riguarda il pane, è davvero difficilissimo trovarlo realmente integrale. Chiedete nei negozi biologici oppure, meglio ancora, preparatelo da soli in casa con pasta madre. QUI una ricetta che vi può tornare utile.

{youtube}kVmQhJ-xmvg{/youtube}

Francesca Biagioli

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- Alimentazione naturale: attenti alla farina integrale!

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Carie: arrivano le nuove caramelle senza zucchero che fanno bene ai denti e li proteggono dai batteri

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caramelle anticarie

Le caramelle e troppi dolci possono causare la carie, dunque non bisogna esagerare e sarebbe meglio lavarsi subito i denti dopo averli mangiati. I dentisti ce lo hanno ripetuto centinaia di volte. Ma ora gli scienziati tedeschi stanno mettendo a punto delle speciali caramelle utili per proteggere i denti dalla carie e dai batteri che la provocano.

Christine Lang, della società Organobalance di Berlino e i suoi colleghi hanno sviluppato una caramella che fa bene ai denti. Queste caramelle contengono batteri buoni in grado di legarsi con i batteri che con più probabilità causano la carie.

I soggetti a cui è stato richiesto di assumere le nuove caramelle hanno visto una riduzione dei livelli di batteri "cattivi" nel cavo orale. La ricerca in questione è stata pubblicata sulla rivista scientifica Probiotics and Antimicrobial Proteins.

Dopo mangiato, i batteri indesiderati che ricoprono la superficie dei denti rilasciano acido. Lentamente, questo acido dissolve lo smalto dei denti. Lo smalto si consuma e così si possono sviluppare le carie. Il batterio che con più probabilità provoca le carie è lo Streptococcus mutans, a parere degli esperti.

I ricercatori sapevano che alcuni tipi di batteri, come il Lactobacillus paracasei, presente ad esempio nel kefir, riduce i livelli di Strptococcus mutans nella bocca. Hanno quindi selezionato alcuni batteri benefici che possono aiutare a prevenire la carie per sviluppare delle nuove caramelle senza zucchero che potrebbero rivelarsi utili per proteggere i denti.

L'effetto delle caramelle è stato testato su un gruppo di volontari, che dovevano mangiarne cinque nell'arco di un giorno e mezzo. I risultati ottenuti sono stati incoraggianti. Presto dunque avremo a disposizione delle caramelle senza zucchero utili a prevenire la carie?

Marta Albè

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Turtle Taxi: in Giappone il taxi che insegna a guidare piano e a non avere fretta

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Un taxi che va lento come una tartaruga. Non a caso lo hanno battezzato Turtle Taxi. In Giappone questo speciale mezzo di trasporto insegna agli autisti a guidare piano e ai passeggeri a non avere fretta.

A differenza di molti altri servizi di trasporto, questo taxi si rivolge alle persone che non sono realmente di fretta e che preferiscono un viaggio lento e piacevole. Forse a sorpresa, in Giappone ci sono molte persone che ormai preferiscono il Turtle Taxi come mezzo di spostamento che va volutamente lento.

Turtle Taxi è in circolazione in Giappone da dicembre 2013 e nel corso del 2014 il suo impiego ha visto una crescita costante. Lo speciale servizio di taxi è stato creato dal gruppo Kotsu Sanwa. 10 dei loro 500 taxi a Yokohama sono diventati dei Turtle Taxi. I tassisti sono stati addestrati appositamente per accelerare e decelerare il più delicatamente possibile.

E' stato anche insegnato loro a gestire le forze centrifughe per evitare di fare curve troppo strette. Quando i passeggeri entrano in un Turtle Taxi devono premere un pulsante chiamato Yukkuri, che significa lento. Questo serve a ricordare al conducente di guidare lentamente e con calma.

turtle taxi 2

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In Giappone il Turtle Taxi è diventato molto popolare soprattutto tra le donne in gravidanza, gli anziani, le famiglie con bambini piccoli e i turisti che vogliono godersi il panorama durante gli spostamenti. Il numero delle richieste per utilizzare il servizio è aumentato del 15% in un solo anno. Ora la società giapponese ha in programma di inserire il sistema del pulsante Turtle Taxi in tutti i propri veicoli e di estendere il servizio nel 2015 ad altre città, a partire da Tokyo, Kanagawa e Saitama. Vi piacerebbe provarlo?

{youtube}MDcJyi1zu7g{/youtube}

Marta Albè

Fonte foto: turtle-taxi.tumblr.com

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In Australia la lavanderia itinerante e gratuita per i senzatetto (FOTO E VIDEO)

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Orange cover

Una lavanderia itinerante, dedicata a chi non ha una casa ma sente il bisogno di lavare i propri abiti. Siamo a Brisbane, in Australia, dove due giovani di 20 anni, Lucas Patchett e Nicholas Marchesi, hanno infilato due lavatrici da 10 kg nel cofano di un furgone, andando in giro per la città in cerca di senzatetto. È Orange Sky Laundry.

Un'iniziativa che ha riscosso un grande successo, grazie anche all'aiuto dei volontari che si offrono di portare in giro il furgone-vanderia. Una lotta quotidiana, quella dei senza fissa dimora. Se infatti è più facile trovare organizzazioni che servono cibo, cure mediche e un riparo, lavare gli abiti è al contrario una vera e proprio impresa. Soprattutto se si cercano servizi di pulizia gratuiti.

Questo è ciò che ha ispirato i due amici australiani. Con l'aiuto delle donazioni, i due giovani sono stati in grado di garantire due lavatrici e asciugatrici, permettendo a loro furgone di lavare 20 kg di bucato in un'ora. Il progetto è stato avviato nel mese di luglio ed è ora nel suo periodo di prova. Il furgone opera 5 giorni alla settimana a Brisbane.

Ma non solo. Orange Sky Laundry ha avviato una partnership con le ditte che gestiscono alcuni furgoni alimentari per fare in modo di lavare i vestiti e restituirli nel più breve tempo possibile. È stato stimato che circa 300 persone vivono in strada a Brisbane e l'organizzazione prevede di collaborare con gruppi locali per fare in modo che le persone senza fissa dimora possano mangiare qualcosa mentre i loro vestiti vengono lavati. Se otterrà il successo sperato, il veicolo arancione di Orange Sky Laundry potrà diffondersi nel resto del paese.

OrangeSkyLaundry

Attenzione anche all'ambiente. Inizialmente, il furgone si portava dietro un generatore per l'energia. L'acqua invece proveniva da parchi o imprese locali a seconda della zona. Adesso l'organizzazione spera di ottenere i collegamenti idrici ed elettrici o ancora cercare di alimentarsi con le rinnovabili.

OrangeSkyLaundry1

Durante il lavaggio non si producono sostanze chimiche tossiche né polveri. I volontari caricano semplicemente i sacchetti di lino e una volta puliti, restituiscono i beni al loro proprietario. La stessa lavatrice può contenere gli abiti di 10 persone, ognuna delle quali ha un proprio sacco per separare i vestiti da quelli degli altri.

OrangeSkyLaundry3

Con una donazione on-line di 6 dollari si garantirà un ciclo di lavaggio per una persona.

Un privilegio che molti di noi danno per scontato. Questa è la prima volta che Mick è stato in grado di lavare i suoi vestiti e coperte. Nato a Brisbane e vivere per strada, egli non può permettersi di lavare i suoi vestiti,” raccontano Nicholas e Lucas.

{youtube}Lu9x8Y26ldY{/youtube}

Il loro obiettivo finale è quello di migliorare gli standard di salute in materia di igiene delle persone senza fissa dimora. E il periodo di prova sembra aver dato le prime risposte positive.7

Francesca Mancuso

Foto: Facebook e Orange Sky Laundry

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Ecomondo e Key Energy 2014: 10 novita' e appuntamenti da non perdere

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ecomondo 2014 novita appuntamenti

Dal 5 all'8 novembre 2014 torna l'appuntamento con Ecomondo e Key Energy, manifestazioni fieristiche dedicate alla sostenibilità ambientale, alla green economy e all'energia pulita. Anche quest'anno sono ospitate presso Rimini Fiera. Saranno presenti oltre 90 mila persone da tutto il mondo, pronte a scoprire come sarà l'economia del futuro.

La speranza è che l'economia italiana e mondiale possa tingersi di verde. Se davvero è necessaria una crescita per uscire dalla crisi, che sia almeno rispettosa dell'ambiente. Sono davvero numerose le realtà italiane che si stanno impegnando in questo senso. Ecco alcune delle novità e degli appuntamenti da non perdere a Ecomondo 2014.

1) Stati Generali della Green Economy

Con Ecomondo prendono il via gli Stati Generali della Green Ecomomy 2014, che quest'anno giungono alla terza edizione. Il tema centrale dell'incontro è lo sviluppo delle imprese della green economy per uscire dalla crisi italiana. Il summit dell'economia verde è volto a comprendere quali politiche e misure occorre portare avanti per uscire dalla crisi puntando sulla green economy.

2) Riciclolio

Riciclolio è un progetto europeo che incentiva il riciclo di olio alimentare esausto e a Ecomondo vuole proporre il suo modello sperimentale. Ha l'obiettivo di ridurre l'inquinamento delle nostre acque superficiali ed i conseguenti costi aggiuntivi per la manutenzione dei depuratori da un lato, e di recuperare una preziosa materia prima dall'altro.

3) Eco Mini Self

Eco Mini Self è un'isola ecologica autonoma e autosufficiente, che si propone di rivoluzionare il mondo del riciclaggio della plastica e il sistema delle Case dell'Acqua, per dotarle di un sistema di refrigerazione e di sanificazione che non solo eroga acqua sicura, sia naturale che frizzante, ma che consente anche la raccolta e lo smaltimento della plastica, in particolare delle bottiglie.

4) Notte della Comunicazione Green

Per giovedì 6 novembre la Federazione italiana media ambientali (FIMA) organizza la Notte della comunicazione green. In programma narrazioni, musica e gusto per sostenere l'informazione utile al pianeta. Interverrà Diego Parassole, comico di Zelig che presenterà il suo nuovo libro. L'appuntamento è ospitato da Rockosland, ristorante storico che si affaccia sul molo di Rimini.

5) Franchising del Riciclo

A Ecomondo troverete Top Recycling, il franchising del riciclo incentivante, sviluppato con tecnologie a basso impatto ambientale. Il progetto parte dall'adozione di riciclatori, cioè di macchine che permettono la micro-raccolta di materiali pregiati da riciclare, come plastica PET e alluminio, attraverso sistemi di riciclo incentivante che riconoscono un bonus al cittadino virtuoso.

6) Ecopunti

Ecopunti è un circolo virtuoso che prevede sconti per chi svolge azioni sostenibili. Si tratta di un progetto non convenzionale che ruota intorno alla stimolazione di comportamenti virtuosi tra i cittadini. Svolgere azioni sostenibili, come produrre energia rinnovabile o usare vetture a basso impatto ambientale, garantisce degli ecosconti da spendere nelle attività commerciali convenzionate. Il progetto è già attivo in Veneto e nelle Marche in collaborazione con le amministrazioni locali.

7) Amico dell'Ambiente

Amico dell'Ambiente porta a Ecomondo i risultati di un anno di diffusione a livello nazionale della raccolta tappi. Il fenomeno vede protagonisti privarti cittadini, associazioni di volontariato, scuole e aziende. L'obiettivo è diffondere la sostenibilità e il riuso della plastica. Il progetto, i risultati e i programmi per il futuro verranno illustrati alla conferenza stampa che si terrà il 7 novembre alle ore 11 preso la Sala Blu, Hall Sud, di Rimini Fiera.

8) Greenfunding

Greenfunding è la prima piattaforma italiana di crowdfunding specifica per i progetti della green economy. Debutterà ad Ecomondo negli spazi dedicati alla Città Sostenibile. Greenfunding.it è un progetto no-profit dell'Associazione Greencommerce, che nasce in un momento di profonda crisi economica per fornire uno strumento mirato di raccolta fondi a cittadini, imprese, enti e associazioni che vogliano realizzare un progetto incentrato sulla sostenibilità.

9) Life Recoil

Life Recoil è un progetto di Legambiente per recuperare l'olio vegetale esausto e trasformarlo in energia. Verrà presentato il 7 novembre alle 15 presso l'Area Legambiente in Città Sostenibile, Pad B7. Con Life Recoil la gestione sostenibile dei rifiuti si confronta con i nuovi strumenti adottati dalla raccolta domiciliare porta a porta dell'olio esausto vegetale per favorirne la tracciabilità e con la modalità di formazione e-learning per le pubbliche amministrazioni.

10) Progetto Carcere Verde

Ad Ecomondo verrà presentato un progetto di Achab per il carcere di Rieti e la Provincia di Rieti, incentrato sull'educazione alla sostenibilità. Questo progetto sia sociale che ecosostenibile vuole risolvere il problema dello smaltimento della frazione organica. I detenuti saranno impegnati nella realizzazione del compost che servirà per creare un orto interno in cui coltivare prodotti biologici.

Marta Albè

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Non solo succo: 10 ricette per gustare al meglio il melograno

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ricette melograno

Vi avevamo già spiegato come sgranare il melograno e come preparare il succo di melograno (basta un normale spremiagrumi). Ma al di là del succo di melograno (o melagrana) – comunque ottimo e ricco di vitamine e antiossidanti – cosa possiamo preparare con i chicchi di questo prezioso frutto?

Abbiamo raccolto per voi dieci ricette che vedono protagonista il melograno sia sotto forma di succo che soprattutto grazie ai suoi chicchi color rubino. Non dimenticate che il melograno è un ottimo alleato per la salute. Ad esempio, il melograno è un alimento amico del cuore: contribuisce a ridurre la formazione di placche nelle arterie e ad abbassare i livelli di pressione sanguigna. Ecco per voi dieci ricette con il melograno tutte da sperimentare per portare nuovi sapori a tavola.

1) Frullato al melograno

Per preparare il vostro frullato al melograno per 2 persone unite nel bicchiere del frullatore 300 ml di succo di melograno - da ottenere spremendo i frutti con un normale spremiagrumi -, 1 banana tagliata a fettine, 125 gr di yogurt vegetale al naturale e 100 grammi di mela o di frutti di bosco. Frullate fino ad ottenere un composto omogeneo e guarnite ogni bicchiere con qualche chicco di melograno.

frullato al melograno

fonte foto: dairyspot.com

2) Pudding al melograno e semi di chia

Per preparare un pudding al melograno adatto alla colazione o come dessert vi serviranno latte di cocco, farina di cocco, semi di chia, chicchi di melograno, scorza di limone grattugiata, sciroppo di agave o altro dolcificante naturale, estratto di vaniglia e elementi per guarnire, come gocce di cioccolato, frutti di bosco o frutta secca tritata. Qui la ricetta completa.

pudding melograno semi di chia

fonte foto: homemadelevity.com

3) Risotto al melograno

Potrete preparare un gustoso risotto al melograno in pochi minuti. Il procedimento è quello del classico risotto, l'unica accortezza è di unire il succo di un melograno al riso appena tostato in olio e cipolla; una volta evaporato si unisce poi del brodo fino a che il riso non è cotto. Si aggiungono quindi dei chicchi interi di melograno e il gioco è fatto. Qui una ricetta a cui ispirarvi.

risotto al melograno

fonte foto: theculinarytaste.com

4) Strudel di mele e melograno

Il melograno è l'ingrediente perfetto per variare il classico strudel e per arricchirlo di sapore. Per il ripieno dello strudel potrete unire i chicchi di melograno alle mele e aggiungere anche pinoli, cannella, noce moscata e marmellata di frutta a scelta. Qui la ricetta completa per preparare lo strudel al melograno.

strudel di mele e melograno

5) Cous cous ai pistacchi e melograno

Un accostamento inaspettato è dato dai chicchi di melograno accompagnati dai pistacchi da utilizzare come ingredienti per la preparazione di un ottimo cous cous da servire caldo come primo piatto. Ecco tutti gli ingredienti per la preparazione del cous cous al melograno e pistacchi. Qui la ricetta completa.

cous cous al melograno

fonte foto: bbcgoodfood.com

6) Quinoa al melograno e cavolo nero

La quinoa è perfetta per preparare piatti unici o insalate dal sapore invernale. La potrete abbinare con il melograno e con il cavolo nero tagliato a listarelle, crudo o saltato in parella. In questo modo otterrete un piatto ricco e gustoso, adatto all'autunno e all'inverno Qui la ricetta completa.

quinoa al melograno e cavolo nero

fonte foto: elizabethrider.com

7) Insalata di cavolo rosso e melograno

Il cavolo rosso e il melograno sono due alimenti ricchi di antiossidanti. Sono perfetti per preparare un'ottima insalata invernale, da condire con un po' di succo d'arancia. Potrete unire agli ingredienti carote tagliate a julienne, mandorle tritate, uvetta, spicchi di mandarino, radicchio tagliato a listarelle. Sarà un piatto davvero gustoso, ottimo anche da servire in bicchierini come aperitivo.

insalata melograno cavolo rosso

fonte foto: cookandbemerry.com

8) Muesli al melograno

Per preparare il vostro muesli fatto in casa da unire ad una tazza di latte di mandorle, di avena o di riso, oppure allo yogurt vegetale, potrete unire i chicchi di melograno a fiocchi di cereali integrali, uva sultanina, mandorle, nocciole, semi di chia, semi di girasole, di zucca e di canapa, e altra frutta di stagione. Sarà una colazione davvero energetica.

muesli al melograno

fonte foto: goodtoknow.co.uk

9) Porri al melograno

Ecco una ricetta di stagione da preparare con i porri e il melograno. Calcolate di utilizzare un porro di media grandezza ogni due persone. Suddividete i porri a metà nel senso della lunghezza e rosolateli in una padella capiente in cui avrete versate due o tre cucchiai di olio extravergine. Cuocete per 5 minuti. Nel frattempo ricavate con uno spremiagrumi il succo da due melograni e sgranatene uno a parte. Unite sia il succo che i chicchi di melograno ai porri e cuocete a fiamma bassa e con il coperchio per 20 minuti.

porri al melograno

fonte foto: cooking-books.blogspot.com

10) Crostatine al melograno

Ecco un'ultima idea originale per utilizzare il melograno in cucina per la preparazione dei dolci. i suoi chicchi sono perfetti per guarnire delle crostatine fatte in casa, che farcirete con della crema al limone a base vegetale, sempre rigorosamente homemade. Qui la ricetta completa con ingredienti e procedimento.

crostatine al melograno

Marta Albè

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