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Pulizie di Pasqua: controlli a tappeto dei Nas, sequestrate 360 tonnellate di alimenti

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uova di pasqua

Puntuali come ogni anno prima delle festività di Pasqua arrivano i controlli a tappeto dei Nas che si concentrano non solo sui prodotti tipici che si consumano in questo periodo: uova di cioccolato, colombe, ecc. ma anche su tutti gli altri alimenti che gli italiani metteranno sulla propria tavola nei giorni di festa.

L’operazione denominata “pulizie di Pasqua” ha coinvolto 38 nuclei operativi di diverse zone d’Italia e si è svolta in particolare nelle ultime due settimane quando sono state controllate 1500 tra aziende di produzione e attività che commerciano prodotti come dolci, carne, pesce, formaggi, bevande, frutta e verdura.

Anche quest’anno i Nas hanno trovato diverse violazioni e messo sotto sequestro un bel bottino: 360 tonnellate di cibo (per un valore complessivo di 600mila euro) di cui 5 tonnellate erano prodotti dolciari tipicamente pasquali. 46 strutture sono state chiuse o sequestrate e oltre 600 persone sono state segnalate alle autorità sanitarie e giudiziarie preposte.

Ma concretamente cosa hanno trovato i Nas? Davvero di tutto: a Bari sono state sequestrate circa 1 tonnellata di colombe e uova di cioccolato senza etichette, mal conservate in un deposito dove erano evidente la presenza di parassiti e muffe. Nella stessa città sono stati trovati alimenti in scatola con data di scadenza “taroccata”, modificata applicando sopra a quella reale una targhetta con data contraffatta.

A Lecce sono state trovate invece centinaia di uova di gallina rotte e deteriorate che sarebbero state ugualmente utilizzate per realizzare dolci mentre a Napoli sono stati sequestrati un totale di 25 tonnellate di prodotti di vario genere di cui non si riusciva ad avere alcuna indicazione sulla provenienza.

A Roma sono finiti sotto sequestro più di 160 tonnellate di alimenti e 1600 litri di bevande mal conservati e contaminati da escrementi di topo.

Anche le regioni del Nord Italia sono presenti nel lungo elenco dei Nas: a Perugia sequestrate 22 tonnellate di prosciutti Igp e speck prodotte in un salumificio pieno di ruggine e sporcizia e un quantitativo rilevante di frutta e verdura contaminate da inquinanti ambientali.

A Brescia invece i controlli hanno portato al sequestro di 800mila caramelle, che presentavano concentrazioni troppo alte e quindi fuori dai limiti di legge di E133, colorante blu brillante pericoloso perché, secondo alcuni studi, potrebbe rendere i bambini iperattivi o insonni e provocare orticaria o nausea.

Come sempre, quindi, anche durante queste festività pasquali meglio acquistare da piccoli produttori di fiducia e autoprodurre il più possibile in casa.

Francesca Biagioli

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Pizza di Pasqua al formaggio con pasta madre


Gabriel García Márquez e il realismo magico, arrivederci a Macondo!

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marquez

Ci ha lasciati Gabriel García Márquez, scrittore e giornalista colombiano le cui storie d'amore e di desiderio seducente hanno portato l'America Latina nel cuore e nella vita di milioni di lettori, mettendo il realismo magico sulla mappa della letteratura.


L'autore di Cent'anni di solitudine, Cronaca di una morte annunciata e L'amore al tempo del colera si è spento Giovedì, a 87 anni, nella sua casa di Città del Messico. Era tornato lì dall'ospedale la scorsa settimana, dopo un attacco di polmonite. Insignito del Premio Nobel nel 1982, García Márquez è stato uno scrittore prolifico che ha iniziato la carriera come giornalista e ha trascorso tutta la sua vita tra letteratura e impegno politico.

Tra le altre cose, si è fatto portavoce, con la sua professione e con il suo impegno, di lotte per la libertà e la giustizia. Ha contestato duramente la pena di morte e sostenuto con forza il disarmo, oltre ad aver denunciato la repressione contro la droga degli Usa.

Questo e molto altro era Marquez, conosciuto affettuosamente da amici e fan come "Gabo", che è stato il più conosciuto e amato autore del Sud America. Tanto che, nel marzo del 2007, il suo Cent'anni di solitudine è stato votato, durante il IV Congresso internazionale della Lingua Spagnola di Cartagena, come seconda opera in lingua spagnola più importante mai scritta (la prima è Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes).

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CENT'ANNI DI SOLITUDINE - Racconta la storia di sette generazioni colombiana dei Buendía nel villaggio immaginario di Macondo, che in realtà era la sua languida città natale città, Aracataca, vicino alla costa caraibica della Colombia. Qui Garcia Marquez è nato il 6 marzo 1927 ed è cresciuto insieme ai nonni materni. Nel romanzo, si uniscono eventi miracolosi e soprannaturali con dettagli della vita quotidiana e realtà politiche dell'America Latina. I personaggi sono visitati da fantasmi. Tutto è avvolto da una strana insonnia. Un bambino nasce con la coda di un maiale e un sacerdote levita sopra la terra. A volte comico e osceno, in altri tratti tragico, ha venduto oltre 30 milioni di copie ed è stato pubblicato in decine di lingue, contribuendo ad alimentare il boom della narrativa latinoamericana.

Garcia Marquez, un uomo tarchiato con un sorriso magnetico, folti baffi e capelli ricci, ha raccontato di aver trovato ispirazione attingendo a ricordi d'infanzia e dai racconti di sua nonna, intrisi di folklore e superstizione.

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UN UOMO SENSIBILE - Quando lavorava, si svegliava prima dell'alba ogni giorno, leggeva un libro, sfogliava i giornali e poi scriveva per quattro ore. Sua moglie gli metteva una rosa gialla sulla scrivania. Nella sua ultima apparizione in pubblico, per il suo 87imo compleanno, è uscito di casa per sorridere e un'onda sostenitori, proprio con una rosa gialla nel risvolto del suo vestito grigio.

Il Presidente della Colombia Juan Manuel Santos, uno dei tanti personaggi pubblici a rendergli omaggio, lo saluta così con un Tweet: "mille anni di solitudine e tristezza per la morte del più grande dei colombiani di tutti i tempi":

Ma il miglior tributo per ricordarlo è continuare a farci traghettare in questi luoghi particolari, dove il miracoloso e il reale convergono. Ad abbandonarsi a questo stravagante volo della fantasia. Arrivederci a Macondo, Gabo!

Roberta Ragni

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Cotone Ogm: in India bandite le sementi Monsanto dopo i pessimi raccolti di BT Cotton

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cotone ogm india

Il Governo di Kamataka, uno Stato del sud-ovest dell'India, ha deciso di mettere al bando le sementi di cotone Ogm e ibride a seguito dei pessimi risultati dei raccolti. Le sementi vengono prodotte dalla Maharashtra Hybrid Seeds Company (Mahyco) in stretta collaborazione con Monsanto.

Kamataka è una delle regioni in cui avviene la maggiore produzione di cotone indiana. Le coltivazioni biotech non si sono rivelate valide né dal punto di vista della resistenza agli attacchi di insetti e parassiti, né per quanto riguarda le rese. Il fallimento dei raccolti ha causato gravi perdite economiche ai contadini di 7 distretti.

Dopo le proteste degli agricoltori, il Governo ha diramato una notifica per la messa al bando della vendita dei semi Ogm BT e ibridi con effetto immediato. Ai distributori e ai rivenditori è stata vietata la commercializzazione delle sementi incriminate. Chi non rispetterà le regole, subirà conseguenze legali.

Il Governo ha inoltre avvisato gli agricoltori dell'accaduto, affinché non seminino più cotone Ogm. Gli agricoltori hanno coltivato le sementi BT e ibride su 510 mila acri di terreno, nella speranza di ricchi raccolti. Ma le rese ottenute non si sono per nulla avvicinate alle promesse dell'azienda biotech.

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Gli agricoltori avevano utilizzato le sementi Mahyco MRC-7351 e Nikkiplus BT. Ora si preparano a fare causa all'azienda. Il Governo ha dichiarato che la messa al bando rimarrà in vigore fino a nuovo ordine. La vicenda ha coinvolto in particolar modo i distretti di Haveri, Belgaum, Chitrandurga, Davangere e Dharwad.

L'azienda aveva pubblicizzato le proprie sementi biotech come superiori alle altre, ma i risultati sono stati ben diversi. I campi di cotone sono stati attaccati dai parassiti e in gran parte delle aree le piante coltivate non sono risultate per nulla produttive. Il Governo si muoverà per risarcire gli agricoltori danneggiati. La messa al bando delle sementi e le azioni legali creeranno un precedente importante per futuri casi analoghi.

L'incidente mostra che le coltivazioni Ogm non offrono le garanzie promesse da chi supporta la loro diffusione. Non si tratta della prima vicenda fallimentare per il cotone Ogm. In India i campi di cotone ibrido e biotech sono stati attaccati dal "mal rosso", una patologia delle piante contro cui i pesticidi non hanno avuto alcun potere. Agricoltori volenterosi hanno già trovato delle soluzioni per la coltivazione del riso senza ricorrere ad Ogm, grazie al System of Rice Intensification. Ora la speranza è che un metodo analogo possa essere applicato anche al cotone.

Marta Albè

Leggi anche: Ogm:

5 specie di insetti infestanti immuni al mais Monsanto

 

Crackers non salati: 13 aziende costrette a cambiare la dicitura in etichetta

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crackers salati etichette

I crackers non salati lo sono davvero? Di solito si tratta di prodotti non salati in superficie che però al proprio interno contengono comunque sale. Le informazioni presenti sulle etichette dei crackers non salati non rispetterebbero sempre le regole. Ecco che allora 13 aziende italiane dovranno modificarle.

A renderlo noto è l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcom) che sul proprio sito web ha pubblicato una comunicazione al consumatore e l'esito dell'invito a rimuovere i possibili profili di scorrettezza. In base alle verifiche effettuate a seguito della segnalazione da parte di un' associazione di consumatori, è emerso che 13 aziende hanno riportato sulle confezioni dei crackers (oltre che di un digestivo effervescente e di un salume) delle indicazioni non corrette. Le aziende coinvolte hanno risposto all'avvertimento del garante - avvenuto a otobre e dicembre 2013 -  e ora dovranno agire di conseguenza (alcune hanno già modificato le diciture sulle confezioni).

Si tratta di informazioni ambigue o non in linea con la normativa comunitaria vigente. Le indicazioni sono legate all'effettivo quantitativo di sale contenuto nel prodotto. Alcune aziende hanno utilizzato espressioni come "con poco sale", "con il 30% di sodio in meno", "non salati" e "non salati in superficie".

L'Autorità ha dunque invitato le 13 realtà coinvolte dalle verifiche a rimuovere le informazioni scorrette presenti sui prodotti o utilizzate per pubblicizzarli. Le indicazioni errate dovranno essere eliminate o modificate. Le aziende hanno risposto di essere già intervenute in proposito o che presto lo faranno.

Per rispettare i diritti dei consumatori, dovranno chiarire definitivamente l'effettivo apporto nutrizionale dei prodotti e il corretto quantitativo di sale presente al loro interno. Ad esempio alcune aziende dovranno utilizzare la dicitura "Crackers salati. Senza granelli di sale in superficie".

Presto, una volta esaurite le scorte con le vecchie confezioni, tra gli scaffali dei supermercati troveremo i "crackers non salati in superficie" con le nuove diciture. Cerchiamo sempre di fare attenzione agli ingredienti degli alimenti che acquistiamo e di non cadere nelle trappole della pubblicità. L'alternativa? Prepariamo i crackers in casa. Bastano acqua, olio extravergine, farina, erbe e spezie per aromatizzarli.

sale tabella

Non sono ancora stati resi noti i nomi delle 13 aziende coinvolte. I più attenti si accorgeranno delle variazioni delle diciture presenti sulle confezioni. Vi terremo aggiornati.

creaker senza sale

Claims nutrizionali e salutistici. Clicca qui per saperne di più.

Marta Albè

Leggi anche:

Crackers alla curcuma: come prepararli in casa

 

Creato in laboratorio sangue artificiale gruppo 0. Dal 2016 i primi test sull'uomo

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Riprodurre in laboratorio sangue umano di gruppo 0. Non stiamo assistendo a uno degli episodi della saga vampiresca di True Blood, ma a una rivoluzione che potrebbe salvare migliaia di vite umane ogni anno. Alcuni ricercatori scozzesi sono riusciti a creare di gruppo 0(adatto anche a tutti gli altri gruppi sanguigni) partendo da cellule staminali pluripotenti, anch’esse ottenute in laboratorio.

La portata di questa notizia è assai rilevante, sarebbe possibile infatti avere sempre a disposizione del sangue utile a qualsiasi trasfusione grazie alla capacità del sangue di gruppo 0 di essere un “donatore universale”.

La sperimentazione è stata portata avanti dall’Università di Edimburgo e l’equipe di ricerca era guidata Marc Turner, giustamente orgoglioso del suo lavoro: “anche se altrove sono state condotte ricerche simili, questa è la prima volta che qualcuno ha creato del sangue artificiale corrispondente agli standard appropriati di qualità e sicurezza per la trasfusione in un essere umano”.

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Il problema delle precedenti ricerche in questo campo era proprio quello di non essere riuscite a rendere il sangue sicuro da contaminazioni microbiche. Ora, visti i buoni risultati, non resta che procedere con studi clinici sull’uomo che verranno effettuati dal centro di medicina rigenerativa del Medical Research Council in collaborazione con l'Università di Edimburgo.

I test sull’uomo partiranno dal 2016 e probabilmente il sangue artificiale verrà utilizzato su un ristretto gruppo di pazienti affetti da talassemia, patologia che può comportare la necessità di sottoporsi a diverse trasfusioni.

Sembra che il sangue artificiale sarà reperibile ad un costo abbordabile per la sanità e potrà quindi essere utilizzato tutte le volte in cui le donazioni di sangue naturale non siano in grado di soddisfare il fabbisogno.

Francesca Biagioli

Leggi anche:

- Italiani popolo di...donatori di sangue

Le polpette svedesi di IKEA vegetariane contro i cambiamenti climatici

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Affrontare il cambiamento climatico... una polpetta alla volta. Anche Ikea, infatti, ha capito (e ammesso) lo stretto legame che c'è tra riscaldamento globale, inquinamento e produzione di carne. Per questo, ha scelto di strizzare l'occhio ai vegetariani, annunciando una versione vegetale delle sue classiche polpette, diventate uno dei simboli del famoso scandalo della carne di cavallo.

Ammettiamolo pure, una delle principali ragioni per cui le persone visita un negozio IKEA è anche l'opportunità di concedersi un piatto di deliziose polpette svedesi. Il fai da te può aspettare. Ma se la coscienza ambientale e l'etica vi impongono di non mangiare carne, sareste davvero felici di poter trovare un'alternativa veg alle polpette classiche nei ristoranti del colosso dell'arredamento? Il rischio, in effetti, è quello che i consumatori attenti all'ambiente e agli animali si possano sentire un po' presi in giro.

E soprattutto: è sufficiente presentare anche questa alternativa, pur mantenendo l'iconico piatto originale, per ridurre davvero le emissioni di carbonio? Le polpette, in effetti, sono attualmente l'elemento meno ecologico sul menu Ikea, a causa delle elevate emissioni di carbonio del processo di allevamento dei bovini e delle loro emissioni di metano.

Lo ha ammesso, parlando a un evento per celebrare il lancio dell'ultima relazione del Panel on Climate Change, Joanna Yarrow, responsabile della sostenibilità di IKEA. Il gigante svedese, che vende l'incredibile cifra di 150 milioni di polpette ogni anno, contribuisce effettivamente a distruggere il pianeta anche per via di questo prodotto. 

"Il metano ... siamo consapevoli del legame tra carne e gas a effetto serra. Stiamo esaminando tutti i nostri prodotti alimentari dal punto di vista della sostenibilità, specificamente le polpette. Sono molto popolari e sono anche il nostro alimento con più alta intensità di carbonio sul nostro menu", ha spiegato la responsabile.

Se qualcuno ha pensato bene di risolvere il problema catturando il metano con un orribile zainetto collegato allo stomaco della mucca, la catena svedese vuole tentare un'altra strada. Un portavoce di Ikea conferma: "Continueremo a vendere le polpette classiche. Tuttavia, forniremo alternative con emissioni inferiori. Polpette di pollo e polpette vegetariane sono in fase di sviluppo".

Ben fatto Ikea? Certamente una maggiore sostenibilità, oltre che per l'energia rinnovabile utilizzata (e venduta) nei negozi e nelle campagne per utilizzare meno energia nelle case, passa anche per il cibo. Ma se si continuano a vendere le polpette di carne ci semba difficile che il contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici possa essere importante. 

Roberta Ragni

Leggi anche:

Ridurre il consumo di carne e formaggio l'unico modo per ridurre i cambiamenti climatici

Carne di cavallo: nessuna traccia nelle polpette Ikea in Italia

I pannelli fotovoltaici in UK e Irlanda si comprano all'IKEA

Deodoranti per auto fai-da-te: 5 idee per realizzarli in poche mosse

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I deodoranti dovrebbero aiutare ad eliminare i cattivi odori e a mantenere un profumo gradevole all'interno della nostra auto. Spesso i prodotti in commercio hanno un odore tropo forte e non risultano molto graditi. In alcuni casi potrebbero provocare problemi di allergia nelle persone più sensibili. L'alternativa? Preparare dei deodoranti per auto fai-da-te da profumare con oli essenziali naturali.

In commercio esistono già alcuni deodoranti per auto a base di essenze naturali. Si tratta di speciali dispositivi da alimentare tramite l'accendisigari che vi garantiscono di godere dei benefici dell'aromaterapia mentre siete in viaggio. Per risparmiare, però, potete sperimentare il fai-da-te.

Prima di pensare a come profumare l'auto, occupiamoci di tenere lontani i cattivi odori alla fonte. Ad esempio, evitiamo di fumare in macchina e lasciamo asciugare al sole i tappetini bagnati dopo un giorno di pioggia. Spesso gli odori sgradevoli dell'auto sono causati proprio dal fumo e dall'umidità. che porta con sé il rischio della formazione di muffa.

Inoltre, dedicatevi di frequente alla pulizia dell'auto, sia all'esterno che all'interno. Cercate di rimuovere il più possibile la polvere. Evitate l'accumulo di rifiuti e non dimenticate mai sui sedili avanzi di cibo o bevande. Se lasciate l'auto in garage, aprite i finestrini per permetettere di arieggiare gli interni. Infine, ecco alcune idee per realizzare il vostro deodorante per auto homemade.

1) Fiore

Potrete dare vita ad un deodorante per auto a forma di fiore a partire da scampoli di stoffa abbastanza spessi, oppure da qualche pezzetto di feltro. Potrete disegnare la sagoma di un fiore su un cartoncino e utilizzarla per ritagliare il vostro fiore. Versate qualche goccia di olio essenziale nella parte interna e rinnovate la profumazione di tanto in tanto. Qui il tutorial.

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fonte foto: onegoodthingbyjillee.com

2) Alberello profumato

A partire da scampoli di stoffa colorati potrete realizzare la vostra versione personalizzate e homemade dell'Arbre Magique. Potrete formare la parte interna con del cartoncino, che rivestirete con la stoffa colorata. Dovrete praticare un forellino sulla cima dell'alberello, per poter inserire un nastrino da appendere. Profumate con gli oli essenziali che preferite. Ad esempio lavanda o eucalipto. Qui il tutorial.

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fonte foto: wikihow.com

3) Air Freshener

Ecco un'altra idea, che richiama la grafica dei vecchi videogiochi. Si tratta di realizzare un deodorante per auto fai-da-te con del cartoncino leggero e con della carta assorbente. La posizionerete all'interno del deodorante, dopo averla profumata con gli oli essenziali. Potrete stampare direttamente da internet l'immagine di uno dei vostri personaggi preferiti dei videogames o dei cartoni animati.

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fonte foto: instructables.com

4) Stella

Ecco un'altra idea per realizzare un deodorante per auto molto carino, a forma di stella. Per la parte esterna potrete utilizzare del feltro o degli scampoli di stoffa. Ritagliate la forma di stella con l'aiuto di una sagoma di cartoncino. Imbottite il vostro deodorante fai-da-te con un batuffolo di cotone, dopo averlo profumato. Qui il tutorial.

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fonte foto: littlehouseinthesuburbs.com

5) Sacchetti alla lavanda

I classici sacchetti alla lavanda da appendere negli armadi sono perfetti anche per portare un profumo gradevole nella vostra auto. Se potete, raccogliete voi stessi la lavanda. Altrimenti potrete acquistare i fiori di lavanda essiccati in erboristeria. Per creare i sacchetti utilizzate cotone, lino oppure i veli leggeri delle bomboniere. Chiudete i sacchetti alla lavanda con un nastro in modo da poterli appendere all'auto. In alternativa alla lavanda, potrete utilizzare delle foglie di tè o altri fiori essiccati. Anche una semplice bustina di tè aromatizzato può rappresentare un perfetto deodorante per auto. Qui il tutorial completo.

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fonte foto: sincerelykinsey.blogspot.it

Marta Albè

Leggi anche:

Deodoranti per ambienti: 8 alternative naturali e non tossiche che funzionano davvero

 

Earth Day 2014: cosa puoi fare per la Giornata Mondiale della Terra

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earth day 2014

Il 22 aprile torna l'appuntamento con la Giornata Mondiale della Terra. L'edizione 2014 dell'Earth Day sarà dedicata al tram delle green cities. Città sempre più popolose, anche per questo, per necessità, più attente alla sostenibilità.

Per questo, in tutto il mondo, i cittadini si mobiliteranno, da San Francisco a Pechino, da Bruxelles a Mosca, piantando alberi, pulendo i loro quartieri o semplicemente trascorrendo una giornata all'aria aperta, per ricordare che la Terra è una, unica e va tutelata. Tanti gli eventi che da Roma a Milano celebreranno la giornata della Terra.

Roma, Maratona a Km 0

Si parte dalla capitale dove, il 21 aprile si volgerà la maratona a km 0, pensata con un duplice obiettivo: unire sport, alimentazione sana e vita all’aria aperta, in un giorno importante per tanti motivi. Il 21 aprile sarà infatti il Lunedì di Pasqua, giornata di scampagnate e picnic, ma anche il Natale di Roma. La manifestazione è dunque rivolta a chi ha intenzione di trascorrere una giornata all'aria aperta per celebrare la Giornata Mondiale della Terra. La maratona a km0 è non competitiva. I percorsi sono adatti a tutte le età e a tutte le capacità. Sarà possibile partecipare alla 2 km dedicata alle famiglie anche con passeggini ed amici a quattro zampe.

L'appuntamento è lunedì alle 9.30 presso la Riserva Naturale Valle dell’Aniene. Qui sarà presente anche un mercato di Campagna Amica per sensibilizzare al consumo responsabile di prodotti locali.

Roma, Mostra Fotografica “Cambiamo Clima!”

Restiamo sempre a Roma. Dal 22 al 29 aprile presso il Maxxi si aprirà la mostra fotografica “Cambiamo Clima!” con la quale Earth Day Italia e Shoot 4 Change racconteranno gli Eroi della Terra. Comuni cittadini ma anche imprenditori che si sono fatti portavoce del cambiamento in armonia con l'ambiente. Immortalati da grandi fotografi, al Maxxi mostreranno che cambiare il proprio modo di vivere a favore dell'ambiente è davvero possibile.

Dopo l’esposizione al MAXXI, le foto verranno spostate al Gianicolo, in Piazza Garibaldi, dall’1 all’11 maggio, per poi essere trasferite in mostra permanente presso il Centro Elsa Morante.

A Milano il Concerto gratis di Arisa

Anche la musica si farà portavoce del cambiamento. Dopo il grande successo dello scorso anno che ha visto protagonisti Fiorella Mannoia e Khaled al teatro della Luna di Milano, anche quest'anno il capoluogo lombardo ospiterà un'artista, Arisa che sarà la testimonial d’eccezione dall'Arcimboldi di Milano dalle 21. Non a caso la scelta è ricaduta proprio sulla vincitrice dell’ultima edizione di Sanremo, come ha spiegato il presidente di Earth Day Italia Pierluigi Sassi: “Già dallo scorso anno Arisa ci ha voluto sostenere con sincera convinzione e il suo impegno è stato quello di girare per noi un bellissimo spot nel quale suggeriva a tutti di impegnarsi per la tutela del Pianeta anche attraverso piccoli gesti quotidiani. Quest’anno ha voluto fare decisamente di più e ci ha offerto la sua splendida voce impreziosita dallo straordinario successo di Sanremo”.

 giornata per la terra2014

Uno speciale dedicato all’Earth Day Italia con alcuni brani del Concerto per la Terra di Arisa sarà trasmesso su LA7, intorno alle 12.30.

In occasione della 44esima giornata della Terra, Green Cross ha diffuso un decalogo, una serie di consigli per aiutare il Pianeta.

decalogo earth day

Volete andare a Roma per seguire le due iniziative? Ntv mette a disposizione dei voucher di 10 euro, utilizzabili con le offerte commerciali Economy e Base, per viaggi da/per Roma fino al 15 maggio. La richiesta va inviata attraverso i profili social dedicati su Twitter e Facebook

Francesca Mancuso

LEGGi anche:

I 10 gesti quotidiani per festeggiare l’Earth Day ogni giorno

Earth Day 2013: i 13 doodle di Google per festeggiare la Giornata della Terra

 


Uova di Pasqua: 10 idee per il riciclo creativo delle confezioni (incarto, base e capsula della sorpresa)

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uova di pasqua riciclo

Come riciclare gli imballaggi delle uova di Pasqua? Gli incarti delle uova di cioccolato, la base di plastica e le capsule delle sorprese possono trovare una nuova vita grazie al riciclo creativo.

A partire da questi materiali, che il più delle volte non sono né biodegradabili né riciclabili a causa della loro composizione mista, potremo ottenere nuovi oggetti utili e delle decorazioni adatte al periodo delle feste. Ecco tante idee per il riciclo creativo delle confezioni delle uova di Pasqua.

Leggi anche: Uova di Pasqua: la ricetta per le uova di cioccolato fai-da-te

Riciclare la base e le capsule di plastica

1) Porta candele

Con la base delle uova di Pasqua o con le capsule che contengono la sorpresa potrete realizzare dei porta candele. Potrete riempire i contenitori di plastica con della cera da sciogliere a bagnomaria. Per ottenere un effetto decorativo, dipingete le basi o le capsule a seconda dei vostri gusti. Qui il tutorial completo.

uova di pasqua porta candele

fonte foto: itstaylormade.com

2) Contenitori per pasta da modellare

Le capsule delle uova di Pasqua sono dei contenitori perfetti per la pasta da modellare fatta in casa, che potrete preparare seguendo la ricetta della classica pasta di sale o con l'aggiunta di coloranti naturali. Qui il tutorial completo. Qui la ricetta per preparare in casa la pasta da modellare.

Leggi anche: Come preparare in casa la pasta di sale

uova di pasqua pasta da modellare

fonte foto: theholdsfamily.blogspot.it

3) Porta orecchini decorativo

Con la base dell'uovo di Pasqua potrete dare vita ad un porta orecchini decorativo. Dovrete rivestirlo con della stoffa e forarlo lungo il bordo, in modo da poter inserire i vostri orecchini, grazie ai loro gancetti. Capovolgendolo il porta orecchini assomiglierà a un piccolo paralume. Qui il tutorial completo.

Leggi anche: Come riciclare la base dell'uovo di Pasqua

porta orecchini

4) Vaso e mini-serra

Dal nostro Forum ecco un'idea creativa per riciclare la capsula di plastica che contiene le sorprese delle uova di cioccolato. Potrete forarla sul fondo e trasformarla in un vasetto per coltivare le vostre piantine. Se utilizzerete anche il coperchio della capsula, potrete ottenere una mini-serra. Qui il tutorial completo.

5) Maracas

Il blog La Classe della Maestra Valentina spiega come realizzare delle fantastiche maracas grazie al riciclo creativo delle capsule delle uova di Pasqua. Per creare i manici sono stati utilizzati dei rocchetti per le bende. Per riempire il contenitore delle maracas potrete utilizzare dei semini o dei bottoni. 

maracas uova di pasqua

fonte foto: laclassedellamaestravalentina.blogspot.it

Riciclare la "carta" delle uova di Pasqua

1) Aquilone

Con l'incarto delle uova di Pasqua potrete costruire un coloratissimo aquilone. Vi serviranno: la carta di un uovo di Pasqua, due bacchette o bastoncini di legno, spago, colla ecologica e filo di nylon. In poche mosse potrete ottenere un aquilone fai-da-te praticamente a costo zero. Qui tutte le istruzioni.

Leggi anche: Come costruire un aquilone riciclando l'imballaggio delle uova di Pasqua

aquilone

2) Confezioni regalo

Alcuni incarti delle uova di Pasqua sono davvero carini e dunque adatti ad essere riutilizzati come confezioni regalo. Dunque cercate di scartare le uova di Pasqua senza romperle. Eliminate eventuali residui di cioccolato dall'interno degli incarti e ripiegateli con attenzione. Per rimuovere le pieghe, posizionate gli incarti sotto un peso, usando, ad esempio un dizionario. La vostra nuova carta da pacchi sarà pronta per i regali di compleanno e delle feste.

pacco regalo

3) Tovaglia

Il blog Attività Creative Bambini propone un'idea davvero intelligente per riciclare la carta delle uova di Pasqua. Si tratta di unire gli incarti di più uova per formare una tovaglia. Magari la potrete utilizzare per coprire il tavolo dei bambini durante il pranzo di Pasqua oppure a scuola per riparare i banchi durante i lavoretti.

uovo di pasqua tovaglia

fonte foto: attivitacreativebambini.blogspot.it

4) Sfere decorative

Ecco un suggerimento molto utile per riciclare la carte delle uova di Pasqua. Craft and Fun propone di utilizzarla per realizzare la parte interna di sfere decorative trasparenti. Può essere un'idea intelligente per i futuri addobbi dell'albero di Natale. Quindi non gettate gli incarti delel uova di cioccolato. Potrebbero tornarvi utili tra qualche mese.

riciclo carta uovo di pasqua sfere decorative

fonte foto: craftamdfun.com

5) Coccarde chiudipacco

Tra i numerosi materiali di partenza che possiamo utilizzare per realizzare delle coccarde adatte per chiudere i pacchi regalo troviamo anche la carta delle uova di Pasqua. Si tratta di un materiale molto resistente. La potrete utilizzare da entrambi i lati per ottenere coccarde diverse. Qui troverete tante idee per realizzarle grazie la riciclo creativo.

Leggi anche: 10 coccarde fai-da-te a costo zero

Marta Albè

Leggi anche:

Alle prese con la "carta" dell'uovo di Pasqua

Come ridurre o riutilizzare gli imballaggi delle uova di Pasqua

 

Hugman: l'omino di Lego che abbraccia gli alberi

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hugman cover

Dopo la piattaforma social per la condivisione dei Lego, ecco che i mattoncini colorati tornano protagonisti negli Stati Uniti, per sensibilizzare ad un maggior rispetto delle aree verdi. Nathan Sawaya - meglio noto come Brick Artist - ha deciso di trovare una casa speciale per Hugman, una serie di tre sculture in Lego a grandezza umana.

Si tratta del Clement Clarke Moore Park di New York. Sawaya è uno dei maggiori artisti mondiali ad utilizzare i famosi mattoncini per le proprie creazioni. In occasione dell'Earth Day 2014 ha dato vita ad un tris di opere che hanno popolato il parco all'interno del Chelsea Arts District.

Le tre grandi sculture sono state realizzate utilizzando quasi 50 mila mattoncini Lego. Ognuna di esse è stata posizionata in modo da abbracciare un albero. Non si tratta della prima mostra all'aria aperta dell'artista pensata appositamente per gli abitanti di New York, ma in questa occasione a colpire è soprattutto il messaggio che si trova al cuore delle opere: diffondere l'amore per la natura e proteggere gli alberi.

Su ogni mattoncino utilizzato si trova la firma di una persona diversa. L'artista ha infatti riutilizzato i Lego che i visitatori avevano firmato in occasione della mostra The Art of the Brick, a Times Square. Per realizzare le tre sculture, Sawaya ha lavorato per oltre 100 ore. Ora spera che le nuove creazioni possano ispirare i visitatori al riciclo intelligente nella vita quotidiana.

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Se nelle prossime settimane avrete l'occasione di visitare New York, non perdetevi questa mostra molto originale, che verrà ospitata presso il Clement Clarke Moore Park (10th Avenue e 22nd Street) fino al 16 maggio 2014.

Marta Albè

Fonte foto: brickartist.com

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Taralli: come prepararli in casa con la pasta madre

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taralli cover

I taralli, o tarallini, sono una preparazione tipica della Puglia. Le versioni più popolari dei taralli sono salate e vengono insaporite con i semi di finocchio o con il peperoncino. Potrete sperimentare la preparazione casalinga dei taralli utilizzando il lievito madre, così da ottenere una lievitazione del tutto naturale, come si faceva una volta. 

Ecco la ricetta dei taralli con la pasta madre.

Con gli ingredienti indicati otterrete circa 100 taralli.

Rinfresco

120 gr di pasta madre solida
100 gr di farina 0
75 ml d'acqua

Per rinfrescare la pasta madre, spezzettatela e amalgamatela con l'acqua in una ciotola capiente. Versate a poco a poco la farina e impastate fino a quando il lievito madre tornerà della consistenza iniziale. Dividete in due parti uguali e riponetene una nel barattolo per la conservazione in frigorifero. Coprite la ciotola con un telo e lasciate riposare per 1 ora la pasta madre da utilizzare per l'impasto.

Impasto

100 gr di semola di grano duro
350 gr di farina 0
200 ml d'acqua
50 ml di olio extravergine
25 ml di vino bianco
1 cucchiaio di semi di finocchio
1 pizzico di sale fino integrale
Pasta madre rinfrescata

Nella ciotola con la pasta madre rinfrescata versate la semola di grano duro, l'olio extravergine e il vino bianco. Iniziate ad impastare e aggiungete a poco a poco l'acqua e la farina. Unite anche un pizzico di sale e un cucchiaio di semi di finocchio. Lavorate l'impasto a mano con energia in modo che risulti elastico. Se occorre, durante la lavorazione aggiungete ancora un po' d'acqua o di farina. Se volete, potete sostituire i semi di finocchio con il peperoncino.

taralli 1

Lievitazione

Dopo aver impastato, formate la classica palla. Riponetela nella ciotola, che coprirete con un telo di cotone leggermente inumidito. Posizionate la ciotola al riparo da correnti d'aria e da sbalzi di temperatura. Lasciate lievitare l'impasto fino al raddoppio, anche per tutto il giorno o per tutta la notte.

taralli 2

Preparazione

Dopo la lievitazione, lavorate brevemente l'impasto sulla spianatoia. Staccatene un pezzetto alla volta e formate dei serpentelli di circa 5 o 6 cm di lunghezza, con spessore di poco più di ½ cm. Chiudeteli ad anello sovrapponendo le estremità e premete bene per dare forma ai vostri taralli.

taralli 3

taralli 4

taralli 5

Cottura

Portate ad ebollizione una pentola d'acqua e lessate brevemente i taralli. Prelevateli con la schiumarola non appena verranno a galla e posizionateli su una griglia. Rivestite due o tre teglie con la carta da forno e disponete i taralli già scolati. Cuoceteli in forno preriscaldato a 175° C per circa 30 minuti, fino a doratura. Lasciate raffreddare i taralli prima di servirli. Li potrete conservare per qualche giorno in un contenitore di vetro o in un sacchetto di carta.

taralli 6

taralli 8

Buon appetito!

Marta Albè
(Testi e foto)

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No ai deodoranti, la scelta di Cameron Diaz. E la vostra?

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deodorante fai-da-te

Ci voleva Cameron Diaz per dirci che i deodoranti fanno male. Qui si tratta di uno scoop che ha dell'incredibile: la bionda attrice holliwoodiana ha dichiarato di non inumidire ogni dì le sue ascelle con prodotti quali stick, roll-on e spray vari dall'INCI biasimevole.

Motivo? Semplice: i deodoranti, o "antiaspiranti" per tradurla letteralmente dall'articolo originale, impuzzolentiscono. La vicenda è questa: pare che la Diaz abbia abbracciato la causa della bellezza al naturale, quella decisa solo e soltanto dal decorso ordinario della natura. Di peli a go go e rughe, insomma.

Nel suo nel suo libro The body book (HarperCollins Publishers) si concede in consigli dettagliati sulla salute e sul cibo, elogia il pelo pubico (le donne dovrebbero evitare, dice, la depilazione laser della vagina) e dà le proprie opinioni su come le donne potrebbero sentirsi migliori e felici con poco.

Leggi anche: Depilazione intima totale: può causare infezioni anche gravi 

Al di là dell'ammirevole obiettivo (pare che la Diaz abbia in mente un progetto contro l'anoressia con una serie di eventi che si terranno nelle scuole a tu per tu con le adolescenti), l'attrice non si sottrae a svelare i suoi segreti più intimi, nemmeno quando si tratta di igiene personale. Ed è così che sul red carpet di "The Other Woman", Cameron ha ammesso proprio di non usare il deodorante da parecchio tempo.

"Non credo negli antitraspiranti - ha rivelato al magazine E! Online -. Fanno male, non li uso da quasi 20 anni. Sei puzzolente proprio perché usi i deodoranti, perché trattengono il sudore". Insomma, la star di Holliwood si dice contraria al principio base dei deodoranti, cioè quello di contrastare la normale sudorazione.

cameron diaz

E come biasimarla? Voi, per esempio, vi siete mai chiesti se potreste fare a meno del deodorante? Certo è che una ricerca ha dimostrato che moltissime persone potrebbero ritrovarsi ad utilizzare tale prodotto semplicemente per abitudine, senza averne una reale necessità.

E allora, in alternativa ai deodoranti industriali perché non usare quelli naturali e delicate, come amido di mais, bicarbonato e oli essenziali?

Germana Carillo

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Lavaggio auto addio! Da Nissan la vernice ecologica autopulente

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Nissan sta sperimentando una vernice innovativa in grado di respingere lo sporco, realizzata attraverso la nanotecnologia. Ecco il sogno di tutti: la macchina che non si sporca. O una che si pulisca da sola: autopulente, insomma, di quelle che non ti fanno perdere acqua, tempo e denaro "che poi domani piove". 

Continua a far parlare di sé, dunque, la casa automobilistica giapponese che ha da poco raggiunto il traguardo delle 100mila vetture vendute del modello a zero emissioni LEAF, l'auto 100% elettrica più popolare al mondo. Ora, è la Nissan Note a diventare la prima vettura al mondo con funzione autopulente.

Così, dopo i piatti autopulenti e i vetri autopulenti, tocca alle automobili resistere allo sporco.

La nuova tinta per carrozzerie si chiama Ultra-Ever Dry ed è messa in commercio da UltraTech International. Le sue caratteristiche chimiche la rendono super repellente, sfruttando gli ultimi ritrovati della nanotecnologia per creare uno strato protettivo di aria tra l'esterno della macchina e l'ambiente, così da respingere e non far attaccare le particelle di pioggia, di neve e di fango, le sostanze oleose e qualsiasi altra forma di sporco che quotidianamente si deposita sulla nostra vettura.

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Ciò vorrà dire che un uso diffuso della speciale verniciatura Ultra-Ever Dry potrà portare a un riduzione dell'uso dei saponi detergenti e dell'acqua.

Geraldine Ingham, Chief Marketing Manager Nissan Note, ha commentato : "La Nissan Note è stata progettata attentamente per sollevare i clienti dallo stress della guida quotidiana e gli ingegneri Nissan sono sempre alla ricerca di nuove soluzioni per rendere la vita delle famiglie più facile. Il nostro impegno è risolvere le problematiche che i nostri clienti rilevano nell'uso quotidiano e per questo vogliamo sempre provare tecnologie brillanti e innovative come questa incredibile vernice".

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Secondo il Nissan Technical Center Europe, che per primo sta testando la vernice autopulente sulla Nissan Note appositamente verniciata, la fase di sperimentazione proseguirà per valutare la resa e la resistenza della nuova vernice nelle più differenti condizioni climatiche e ambientali. Al momento, infine, non si conosce l'eventuale costo della tinta autopulente, ma pare che Nissan non la includerebbe tra la dotazione dei modelli di serie, ma riserverebbe la possibilità di fornire questa soluzione come accessorio aftermaket su richiesta dei clienti.

Germana Carillo

Foto: Nissan Europe

Api: pesticidi tossici anche nelle piante ornamentali da balcone

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api pesticidi piante ornamentali

Pesticidi tossici per le api non soltanto in agricoltura, ma anche nelle piante ornamentali da balcone e da giardino che acquistiamo normalmente nei vivai. A lanciare l'allarme è Greenpeace nel suo ultimo rapporto, Eden Tossico: i loro veleni nel tuo giardino. Il 79% delle piante ornamentali analizzate in Europa sono risultate contaminate da pesticidi killer delle api.

E su alcune di esse sono state rinvenute sostanze illegali in UE. Il rapporto di Greenpeace evidenzia l'ampio uso di pesticidi nel settore della florovivaistica. Le analisi hanno riguardato 35 varietà di piante molto diffuse, come le viole, le campanule e la lavanda, note per attirare le api. Sono state acquistate in negozi di giardinaggio, supermercati e centri del fai-da-te di 10 Paesi europei.

Gli insetticidi dannosi per le api erano presenti in 68 piante. Quasi la metà dei campioni conteneva residui di almeno uno dei 3 neonicotinoidi di cui l'UE ha limitato l'impiego per salvare le api. Non è chiaro - secondo quanto comunicato da Greenpeace - se si tratti di applicazioni illecite effettuate in Europa o di importazioni da Paesi dove gli standard sono inferiori a quelli dell'UE. Anche se da questo studio non è possibile trarre conclusioni definitive sull'impatto di queste sostanze tossiche sulle api, è plausibile che api e altri impollinatori possano essere esposti a concentrazioni rischiose quando visitano queste piante.

pesticidi piante ornamentali

"I fiori sui nostri balconi o nei nostri giardini possono contenere pesticidi tossici, che mettono a rischio api e altri impollinatori. Finché si continueranno a utilizzare pesticidi killer delle api per la coltivazione di piante e fiori, tutti noi possiamo essere complici inconsapevoli di una contaminazione ambientale che mette a rischio le api" - ha dichiarato Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura di Greenpeace Italia.

Secondo Greenpeace, il bando parziale sui neonicotinoidi non basta a proteggere le api e gli altri insetti impollinatori. Dunque è necessario un divieto assoluto dei pesticidi dannosi per le api, che dovrà rappresentare il primo segnale di un cambiamento radicale dell'attuale modello agricolo industriale.

Consulta qui il rapporto Eden Tossico.

Marta Albè

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Solar Roadways: il crowdfunding per sostituire l'asfalto con i pannelli fotovoltaici

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Roadway image

Abbandonare l'asfalto e usare appositi pannelli fotovoltaici sulle strade di tutto il mondo. È questa l'idea di Scott e Julie Brusaw, una nostra vecchia conoscenza. I due coniugi, infatti, già nel 2010 avevano reso noto il progetto Solar Roadways che ora però vuole spingersi oltre, puntando a diffondere in tutto il mondo tale tecnologia. Intanto è già stato realizzato il prototipo di un parcheggio perfettamente funzionante.

Per questo la coppia ha lanciato la campagna su Indiegogo, confidando nel crowdfunding per realizzare il loro grande sogno: far sì che le strade di tutto il mondo possano accumulare la luce grazie alle celle fotovoltaiche in esse contenute e illuminarle, senza utilizzare altre fonti energetiche. Lampioni, segnaletica luminosa ma anche strisce potrebbero essere sostituite da luci alimentate dal sole.

I primi risultati sono già stati raggiunti: i test hanno dimostrato che nonostante la copertura sia in vetro, le lastre che contengono le celle possono sopportare carichi molto pesanti e garantiscono una buona tenuta di strada. Ma per avviare la produzione ed espanderla livello mondiale serve una bella cifra: un milione di dollari. Motivo per cui Solar Roadways ha bisogno di ulteriore sostengo rispetto ai due finanziamenti già ottenuti dalla US Federal Highway Administration per la ricerca e lo sviluppo del sistema.

Solar Roadways, lo ricordiamo, è un sistema modulare formato da tanti piccoli esagoni al cui interno sono presenti tre livelli. Lo strato inferiore contiene gli elementi elettronici, il secondo ospita LED, celle solari e sensori e la parte più superficiale è uno spesso strato di vetro. Ecco alcune immagini del prototipo già realizzato:

 prototipo solar1

Ma l'idea dei coniugi Brusaw va oltre le strade e punta a portare gli speciali pannelli anche nei parcheggi e nei marciapiedi, dove ricaricare i dispositivi elettronici. Ma l'elenco di possibili utilizzi è vasto e include le abitazioni e le situazioni di emergenza. “La vostra casa potrebbe essere tutta o quasi off grid grazie ad  unvialetto solare, che non è più necessario spalare o arare, o ad un patio,” spiegano. I pannelli sarebbero infatti in grado di sciogliere ghiaccio e neve. Il sistema potrebbe essere usato anche per fornire energia pulita in caso di calamità, come terremoti o tsunami. “Dopo il terremoto di Haiti, ci hanno chiesto se potevamo inviare alcuni pannelli. Purtroppo, non avevamo prodotti pronti”.

prototipo solar2

Solar Roadways utilizza inoltre materiali riciclati, ove possibile: “Siamo stati in grado di utilizzare il 10% di vetro riciclato nello strato base per il nostro prototipo di parcheggio e vogliamo lavorare con gli ingegneri per fare in modo che molti altri materiali riciclati possano essere inseriti in ogni fase della produzione”.

{youtube}SNMFKKyFU60{/youtube}

A lungo termine, i Brusaw guardano però alle auto elettriche, sperando che il loro sistema possa far decollare il settore. I veicoli ecologici infatti potrebbero essere caricati praticamente ovunque utilizzando l'energia pulita fornita dal sole, senza bisogno di cercare punti di ricarica.

Francesca Mancuso

Foto: Solarroadways

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Anziano malato di Alzheimer torna a parlare con il suo cane (VIDEO)

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cani alzheimer

"Mio padre ha l'Alzheimer. Questo è quello che accade quando è con il nostro cane". È questa la semplice descrizione che accompagna il video girato da Lisa Abeyta che sta commuovendo il mondo e che ha raggiunto quasi i 3 milioni di visualizzazioni. "Io mi prenderò cura di te, e tu di me", dice Charles al suo quattro zampre che gli porta un osso.

Lisa lo ha girato dopo aver trascorso qualche tempo con il padre, che è in fase avanzata di questa tremenda e subdola malattia neurodegenerativa che fa dimenticare le cose, per arrivare al punto in cui non riescono più a riconoscere nemmeno i familiari e si ha bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici.

"I miei genitori hanno due cani nella loro casa, uno dei quali, Molly, è il compagno costante di mio padre," ha scritto Abeyta in un post sul suo blog. "Non volendo perdere la memoria del momento, ho girato alcuni attimi della sua interazione con il nostro cane, sorpresa dalla chiarezza delle parole di mio padre. Quella sera ho guardato la clip e ho voluto condividere questo momento con la mia mamma e la nostra famiglia".

Successivamente ha pubblicato il video su YouTube per condividerlo con famiglia e gli amici. "Non avevo idea che il video avrebbe toccato così tante persone o potesse venire condiviso così tante volte", ha scritto la donna, che da giorni riceve tantissime mail e commenti di persone che condividono con lei il viaggio attraverso Alzheimer o la demenza senile.

"Si tratta di una malattia crudele, e le belle parole degli altri che hanno affrontato esperienze simili mi ha lasciato la sensazione di non essere poi così sola". Abeyta ci tiene a sottolineare che ha rifiutato diverse richieste di monetizzare il video, dicendo di non essere interessata a questo.

"E' stato un omaggio a mio padre e la celebrazione di un momento bellissimo all'interno di un percorso estremamente difficile. Quindi grazie, ma no. Non è in vendita". Alla fine del video, un messaggio, che tutti noi dovremmo sempre tener presente: "Se i tuoi genitori possono ancora parlare con te, vi prego di ascoltarli. Non si sa mai quando sarà l'ultima volta". 

{youtube}4Sl_DGLxm1s{/youtube}

Roberta Ragni

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Pelo di cani e gatti: come rimuoverlo da pavimenti, vestiti e tappeti

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pelo cani gatti

Come rimuovere il pelo di cani e gatti dal pavimento, dai mobili, dai vestiti e dai tappeti? Con l'avvicinarsi dell'estate e del periodo della muta del pelo, il problema si presenta più spesso. Per fortuna, potrete ricorrere a diversi trucchi per facilitare la pulizia della casa e dei vestiti. 

Ricordate che il pelo di cani e gatti è compostabile. Lo potrete usare, se volete, per arricchire il vostro compost, oppure in giardino o nell'orto per la pacciamatura. Ecco tanti suggerimenti utili.

1) Proteggere le superfici

Per facilitare la rimozione del pelo dei vostri animali domestici dai mobili, dal divano e dai pavimenti, non dimenticate di coprire le superfici e gli spazi più utilizzati con dei teli o degli asciugamani facili da lavare in lavatrice. In questo modo, quando dovrete passare l'aspirapolvere farete meno fatica. Consideratela un'opportunità per decorare le stanze della casa con teli dai colori vivaci, da cambiare a seconda delle stagioni.

2) Mobili antistatici

Le superfici che tendono ad attirare maggiormente la polvere si comporteranno allo stesso modo con il pelo degli animali. Se volete che una parte della casa rimanga il più possibile libera dagli accumuli di pelo, provate ad arredarla con mobili in materiali naturalmente antistatici e dunque più facili da pulire e spolverare. Ad esempio, evitate i rivestimenti in velluto per le sedie e per i divani e preferite le superfici naturali per i mobili.

3) Rullo per abiti

Per eliminare il pelo degli animali dagli abiti e dai divani potrebbe esservi utile ricorrere ad uno di quei rulli che di solito si utilizzano per rimuovere pelucchi e capelli dai cappotti. In commercio non si trovano soltanto rulli dalla superficie adesiva e purtroppo usa-e-getta, ma anche prodotti lavabili e riutilizzabili senza creare rifiuti. Provate a cercarli nei supermercati, nei negozi di articoli per la casa e per gli animali o su internet. Se non avete a disposizione un rullo riutilizzabile, nelle situazioni di emergenza provate ad avvolgere del nastro adesivo resistente attorno ad uno dei rotoli di cartone della carta igienica.

4) Guanti di gomma

Un altro metodo utile per rimuovere il pelo di cani e gatti dalle superfici lavabili consiste nell'utilizzare i guanti di gomma che normalmente usereste per proteggervi le mani quando lavate i piatti e durante le pulizie. Indossate uno dei guanti, inumidite la superficie e passatelo sui punti da pulire. Vedrete che i peli aderiranno ai guanti in breve tempo e la loro rimozione sarà più semplice. Tenete a portata di mano un secchiello con dell'acqua tiepida per risciacquare i guanti. Questo metodo va bene anche per gli abiti, per rimuovere il pelo prima del normale lavaggio.

5) Panni in microfibra

I panni in microfibra grandi, lisci e che non lasciano pelucchi sono una delle soluzioni ideali per rimuovere il pelo di animali dai pavimenti. Provate a passarli con lo spazzolone dopo averli inumiditi e strizzati. In questo modo eviterete di utilizzare i panni catturapolvere usa-e-getta. Prima di utilizzare il panno in microfibra, se il pelo da raccogliere è molto, passate bene il pavimento con la scopa.

6) Aspirapolvere

Per raggiungere gli angoli più difficili è quasi impossibile rinunciare all'aspirapolvere. Alcuni apparecchi sono più adatti di altri per la rimozione del pelo di animali e possono essere dotati di accessori appositi, quindi ricordate di controllare bene le istruzioni del vostro elettrodomestico prima dell'acquisto o dell'uso. In ogni caso, per qualsiasi aspirapolvere, ricordate di cambiare spesso il sacchetto e di controllare eventuali filtri. L'aspirapolvere funziona in modo meno efficiente quando il sacchetto è pieno. Se la vostra aspirapolvere ha delle spazzole, il pelo lungo potrebbe rimanere impigliato. Ricordate sempre di pulire bene il tutto dopo l'uso. Per quanto riguarda i tappeti, non dimenticate di passare l'aspirapolvere in più direzioni, anche più volte sullo stesso punto. E, se potete, scegliete un elettrodomestico a basso consumo energetico.

7) Scopa e paletta

Se non amate molto usare l'aspirapolvere, e se dovete agire in fretta, tenete a portata di mano scopa e paletta. Si tratta di strumenti indispensabili, in particolare durante il periodo della muta del pelo. Soprattutto se la vostra aspirapolvere è un po' vecchia, e se temete di rovinarla, pulite prima i pavimenti nel modo più classico.

8) Spazzolare

Spazzolare spesso i nostri animali domestici. Ecco probabilmente l'unico metodo che abbiamo a disposizione per prevenire un accumulo eccessivo di pelo sui pavimenti e sui divani. Se ne abbiamo la possibilità, spazzoliamo i cani in giardino, soprattutto se sono a pelo lungo, almeno una o due volte alla settimana. Così elimineremo il pelo che sta per cadere.

9) Spazzola per vestiti

La classica spazzola per vestiti, che di solito si utilizza per la pulizia di giacche e cappotti, andrà bene per rimuovere il pelo di cani e gatti con delicatezza dagli altri abiti, dai cuscini delle sedie e dei divani, dai tappetini del bagno e della cucina e da qualsiasi superficie in tessuto della casa. Potrete utilizzarla prima di passare l'aspirapolvere, se il problema dovesse risultare difficile da affrontare.

10) Abiti e tappeti lavabili

Per facilitare la rimozione del pelo degli animali domestici dagli abiti e dai tappeti resistenti e lavabili in lavatrice, potrete sperimentare un rimedio rapido per pretrattare i tessuti. Riempite uno spruzzino con dell'acqua e aggiungete qualche goccia di ammorbidente. Inumidite la superficie del tappeto o dell'abito e lasciate asciugare. Rimuovere il pelo sarà più semplice. Infine, spazzolate l'abito o passate l'aspirapolvere sul tappeto.

Avete altri suggerimenti per rimuovere il pelo di cani e gatti senza troppa fatica?

 

Marta Albè

 

Per ulteriori consigli su come pulire casa senza detergenti chimici vi consigliamo il nostro libro "La mia casa ecopulita - Detersivi fai da te ecologici ed economici" (Gribaudo 2014). Lo trovate in tutte le librerie Feltrinelli al prezzo di 14,90 Euro. Potete approfittare dello sconto di lancio del 15% acquistando il libro online:

- Sul sito di Feltrinelli 

- Su Amazon

 

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10 cucce fai-da-te con materiali riciclati
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Caccia ai randagi agli Scavi di Pompei. Fallisce il raid degli accalappiacani

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cani pompei

Sono tornati indietro con i furgoni vuoti gli accalappiacani che oggi avrebbero dovuto dare la caccia ai randagi degli Scavi di Pompei. Niente da fare, per fortuna. I guardiani a quattro zampe della città antica non si sono fatti trovare e gli operatori incaricati dall'Asl Napoli 3 Sud non hanno potuto prenderli e portarli in canile.

Secondo fonti del Comune di Pompei, la caccia al cane, che sarebbe dovuta durare tre giorni, è stata rinviata a data da destinarsi. Ma sono davvero loro il problema dell'incuria del sito archeologico? La risposta è no secondo un gruppo di guide turistiche che lavorano regolarmente negli Scavi di Pompei.

Sono loro, secondo quanto riportano fonti di stampa locali, ad aver inviato una lettera alla Soprintendente di Pompei, Massimo Osanna. ''Come mai - chiedono le guide turistiche- i cani diventano sempre e obbligatoriamente il capro espiatorio del degrado di Pompei?''.

Questo problema, in effetti, è già stato sollevato in diverse occasioni. "Ed ogni volta sono giunte da tutto il mondo lettere di solidarietà ai cani di Pompei che sono la sola nota di allegria, simpatia e dolcezza in un sito degradato da anni per via dell'incuria delle amministrazioni, e dello scarso senso civico di alcuni turisti''.

La missiva è firmata da Annamaria Durante, guida autorizzata di Roma e Provincia, e Regione Campania, che fa parte anche di un'associazione di volontariato con la quale presta assistenza ai randagi, molti dei quali ''sono castrati, sterilizzati, microchippati e curati dalle varie associazioni di volontariato''. Qualche anno fa, ad esempio, è stato realizzato il progetto (C)ave Canem, realizzato dalla LAV in sinergia con Enpa e Lega nazionale per la difesa del cane, con il tentativo di recuperare un situazione di decenni di abbandono e "scarica barile" sulle responsabilità per i quattrozampe vaganti negli Scavi.

Il risultato erano stati 55 cani controllati, vaccinati, e microchippati, alcuni dei quali anche adottati. Non sarebbe il caso di proseguire con iniziative di prevenzione degli abbandoni e del randagismo nelle aree circostanti gli Scavi, invece che pensare a queste deportazioni di massa?

Roberta Ragni

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(C)Ave Canem: adotta un cane randagio di Pompei

Il Grattacielo, un rifugio per animali maltrattati e abbandonati alle porte di Roma

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Alle porte di Roma c'è un'oasi di pace, dove gli animali abbandonati e sfruttati vengono accolti come esseri dotati di sentimenti, che, soprattutto, hanno diritto alla libertà. Si chiama Il Grattacielo ed è nato la scorsa estate dalla lotta contro la nuova discarica di Roma alla Falcognana.


E' stato allora che sono nate amicizie, progetti ed iniziative volte al miglioramento delle condizioni del territorio e di chi lo vive. In particolare, l'incontro tra alcuni presidianti ha dato vita ad un gruppo affiatato ed attivo che in pieno spirito solidale ha iniziato a darsi da fare oltre al perimetro del fronte anti discarica.

Il progetto del rifugio per animali nasce conseguentemente al bisogno urgente di trovare una sistemazione a 3 dei 16 maiali salvati dall'abbattimento che hanno visto impegnate le associazioni Per Animalia Veritas, TerrAnomala, e LAV. La determinazione degli attivisti ha messo in moto la macchina della solidarietà ed in breve tempo è stato realizzato il recinto, il riparo e tutto quanto necessario per provvedere alla gestione e cura degli animali presso la casa famiglia "La Provvidenza" che ha messo a disposizione il terreno e grande sensibilità.

Da sottolineare che la realizzazione dell'opera è stata fatta con l'aiuto dei ragazzi ospiti della struttura, intrecciando così le sorti di rifugiati umani ed animali in pieno spirito antispecista. "Il Grattacielo è un progetto che nasce con l'intento di unire le lotte di liberazione umana a quelle per la liberazione animale, perché non ci potrà essere liberazione umana da ogni forma di discriminazione e sfruttamento senza attuare parallelamente anche un percorso politico di liberazione dei non umani, dei reietti segregati nelle gabbie degli allevamenti, dei laboratori, degli zoo e dei circhi. Il percorso mentale e culturale che porta verso le forme di discriminazione tra esseri umani è lo stesso che giustifica e perpetua anche lo sfruttamento degli animali e della Terra", come si legge sul blog dell'iniziativa.

 

grattacielo roma

Il rifugio, però, ora ha bisogno anche del tuo aiuto. Servono: 300 pali di castagno per recinzioni da 2 metri di altezza; 500 metri di rete metallica per recinzione perimetrale; Fieno per cavalli; Pasta (i porcelli ne consumano 21kg la settimana [circa 15 euro]); Mangiatoia per maiali (non per mangime); Abbeveratorio per galline; mele, carote, e verdura fresca in generale; Vasca abbeveratorio per Simbad

Vuoi passare qualche ora allegra con Brando, Badù, Orfeo, Simbad, Sara e Le Pennute? Ti piace la vita di campagna? Vuoi fare ginnastica funzionale con vanga, zappa, badile e rastrello? Scrivi a info@ilgrattacielo.org e per essere messo in contatto con gli attivisti. Dedicando pochissimi minuti della tua vita agli amici animali potrai divertirti e fare qualcosa di importante per loro e per te stesso.

Per maggiori informazioni clicca qui

Roberta Ragni

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La fattoria delle coccole: baci e carezze per gli animali salvati da macello e sperimentazione

Come l'industria del caffè sta minacciando l'ambiente ora più che mai

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coffee industry

Bere caffé è un abitudine ad impatto ambientale molto elevato? Vi avevamo già parlato delle differenze tra i vari modi per preparare il caffè e dei problemi legati allo smaltimento delle capsule, ma ora ad attirare la nostra attenzione è uno studio specifico sulla coltivazione del caffè, condotto dagli esperti dell'Università del Texas.

Dagli Stati Uniti alla Svezia, fino all'Italia, milioni di persone ogni giorno si dedicano ad assaporare la tanto attesa tazza di caffè, ma non tutti si fermano a riflettere sulle conseguenze per il Pianeta di un gesto così abituale e piacevole. Secondo lo studio pubblicato su BioScience, la coltivazione di caffè sta minacciando l'ambiente ora più che mai.

La colpa sarebbe delle moderne aziende agricole per la coltivazione di caffè, che producono i preziosi chicchi in pieno sole. A farne le spese sarebbe la presenza di alberi, indispensabili per creare zone d'ombra, garantire un habitat ideale per la flora e la fauna locale, controllare l'erosione e migliorare la salute dei suoli.

Per fortuna, c'è qualcosa che possiamo fare per ridurre l'impatto ambientale delle nostre tazzine di caffè. Per centinaia di anni l'uomo ha coltivato il caffè in zone ombrose, nel rispetto dei luoghi di origine delle piante stesse. Le piantagioni moderne, invece, sfruttano la luce solare diretta per incrementare le rese dei raccolti.

L'abbattimento degli alberi per fare spazio alle piantagioni di caffè ha come effetto una minore presenza di pipistrelli e di uccelli in grado di catturare insetti e parassiti dannosi per le coltivazioni. La conseguenza è un maggior impiego di pesticidi. Al giorno d'oggi, una piantagione di caffè in pieno sole avrebbe lo stesso impatto ambientale di un campo di mais o di soia coltivato con abbondanza di sostanze chimiche e secondo metodi industriali.

Purtroppo, dal 1996 al 2010 il numero di aziende agricole che hanno scelto di coltivare il caffè all'ombra è sceso dal 43 al 24%. Alcune aziende che coltivano il caffè al sole scelgono comunque la varietà arabica, che invece crescerebbe meglio all'ombra, a differenza della varietà robusta, più adatta alla posizione soleggiata.

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Come riconoscere i marchi di caffè che rispettano l'ambiente? E' necessario informarsi riguardo le zone e i metodi di coltivazione. L'operazione è più semplice se ci rivolgiamo ai produttori di caffè che fanno parte del commercio equo e solidale, anziché alle grandi aziende. Ricordate però che anche il caffè fairtrade o bio potrebbe essere coltivato al sole. Meglio dunque cercare di approfondire le pratiche di coltivazione relative al marchio prescelto. Vi sono infine alcune certificazioni utili per distinguere il caffè a minor impatto ambientale, come Rainforest Alliance e Smithsonian Migratory Bird Center.

Marta Albè

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