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G7 Energia: l'indipendenza energetica deve passare per le rinnovabili. Il blitz di Greenpeace

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g7 energia

Al G7 si discute di energia, con i ministri dei Paesi partecipanti che oggi sono riuniti a Roma. Si parladi come ridurre la dipendenza dalla Russia, alla luce della crisi ucraina. I leader nazionali sapranno risolvere la situazione o daranno le risposte sbagliate? E' questo il maggior timore degli attivisti di Greenpeace, che hanno aperto uno striscione in piazza del Popolo, con la scritta "G7: go renewable, go clean & independent".

Lo sviluppo delle rinnovabili e dell'efficienza è l'unica via per incrementare l'indipendenza energetica, a parere dell'associazione ambientalista. A quanto pare, il Regno Unito e la Polonia vorrebbero continuare a importare gas, petrolio e carbone rivolgendosi ai mercati del Medio Oriente, del Caucaso o del Nord America. Una simile politica, basata su un cambio di fornitori, metterebbe a rischio l'impegno dell'Europa per la lota ai cambiamenti climatici.

Stati Uniti, Polonia, Regno Unito e Canada vedono nello shale gas la soluzione per garantire una maggiore efficienza energetica. Si teme però che lo sfruttamento di tale fonte possa causare enormi danni ambientali e sanitari. Inoltre, il ricorso allo shale gas non avrebbe alcun effetto sulle importazioni del gas russo entro il 2030.

In Francia l'uso dello shale gas è vietato. In Germania una parte della coalizione di Governo ha richiesto che il fracking venga dichiarato illegale. Altri stati cercano una soluzione nel carbone, che rappresenta la fonte più pericolosa per il clima, dato che è responsabile del 40% delle emissioni di gas serra. Altri ancora pensano al nucleare, ma si tratterebbe di una strada impraticabile, visti i pochi reattori in costruzione in Europa, i problemi tecnici, di budget e di ritardo sui tempi di realizzazione.

La preoccupazione maggiore per Greenpeace è rappresentata dall'azione delle lobby - tra cui troviamo anche Enel e Eni - che intervengono per frenare la svolta verso le rinnovabili e per tenere i Governi ostaggio delle fonti fossili. Si teme dunque una conferma del ruolo essenziale delle fonti energetiche non rinnovabili in nome del mero profitto e senza tenere conto delle conseguenze per l'ambiente.

g7 greenpeace

g7 roma

Secondo la Commissione Europea, dare spazio alle rinnovabili permetterebbe di ridurre la dipendenza dal gas russo del 29% entro il 2030 e del 54% entro il 2050. Dato che le rinnovabili sono tra le fonti in maggiore crescita in Europa e che il loro mercato può rappresentare un importante prospettiva di investimento, perché non favorire questo passaggio? Greenpeace chiede dunque ai leader del G7 e d'Europa di intervenire per una maggiore stabilità e sicurezza energetica con un grande piano di sviluppo per le rinnovabili, da intraprendere prima del Summit sul Cambiamento Climatico del prossimo 23 settembre.

{youtube}K6O-1uu5a0s{/youtube}

Marta albè

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Stelle cadenti: questa notte in arrivo le Eta Aquaridi, i resti della cometa di Halley

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etaaq

Questa sera un nuovo sciame di meteore si affaccerà nei nostri cieli. Sono le Eta Aquaridi, ciò che resta del periodico passaggio della Cometa di Halley nei pressi del Sole. I frammenti finiscono a contatto con l'atmosfera della Terra due volte l'anno, a maggio e a ottobre. Nel primo caso, proprio in queste notti avremo le Eta Aquaridi, mentre in autunno sarà possibile al passaggio delle Orionidi.

Le stelle cadenti di questa sera sono il frutto di una delle più belle e famose comete della storia. Qualcuno forse lo ricorderà: nel 1986 la cometa di Halley volò “nei pressi” della Terra, nel suo ultimo passaggio nel sistema solare interno. Il prossimo sarà a luglio del 2061.

Essendo passato da poco il novilunio, il cielo sarà abbastanza scuro da permettere di osservare le stelle cadenti di questa sera. Anche se esse sono visibili nel periodo che va dal 3 al 10 maggio, sarà oggi il momento migliore per osservarle.

Dove guardare? Il radiante, ossia il punto da cui sembrano avere origine, è nella zona più alta dell'Aquario, visibile nel cuore della notte, tra le 3 e le 6 del mattino, come mostra l'immagine qui sotto.

acquario costellazione

Purtroppo il radiante rimane poco tempo sopra l'orizzonte e soprattutto a basse altezze. Nel nostro paese, saranno soprattutto le regioni meridionali quelle in cui si potrà ammirare un maggior numero di stelle cadenti, grazie ad un tempo di osservazione maggiore, come spiega l'Uai. Più ci si sposta verso il Nord, minore diventa il tempo di visibilità.

I più fortunati, ancora una volta, saranno coloro che vivono nell'emisfero australe. Qui infatti il numero di meteore osservabili sarà paragonabile a quello delle Perseidi, le stelle cadenti che alle nostre latitudini ammiriamo attorno al 10 agosto. In condizioni ideali, sarà possibile ammirare fino a 60 meteore ogni ora, con passaggi molto veloci.

Curiosità. Per via della sua orbita, la Cometa Halley passa a una distanza tale dalla Terra da non consentire a nuovi meteoroidi di raggiungere la nostra atmosfera. Quelle che vedremo questa sera (ma anche ad ottobre) sono le meteore provocate dalle polveri che la cometa di Halley ha lasciato dietro di se negli ultimi 2000 anni.

Francesca Mancuso

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Mamme, la Finlandia è il miglior Paese dove fare figli. L'Italia è al 17° posto

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madre save

In quale Stato conviene essere madri? A quanto pare, e non poteva essere altrimenti, il Nord Europa è l'Eldorado delle donne. A confermarlo Save the Children, che ha analizzato lo stato di salute e di benessere delle madri in quasi 180 Paesi del mondo. 

Insomma, dove si sente più coccolata una futura madre? Finlandia e Stati limitrofi, dove madri e figli hanno a loro favore misure governative che farebbero rabbrividire il più abile e competente (semmai ci fosse) ministro delle Pari opportunità qui in Italia. E il motivo è che l'Italietta in cui abitiamo si piazza all'11° posto, undicesimo, quanto a benessere di donne incinte, madri e prole a venire. Salti di gioia, se consideriamo che prima eravamo diciassettesimi in classifica.

Sono i dati che emergono dal 15° rapporto di Save the Children sullo stato delle madri e dei bambini nel mondo, che analizza 178 Paesi prendendo in considerazione 5 semplici indicatori: salute materna e rischio di morte per parto, benessere dei bambini e tasso di mortalità entro i 5 anni, grado di istruzione, condizioni economiche e Pil procapite, partecipazione politica delle donne al governo.

Ed è così che Finlandia, Norvegia e Svezia si aggiudicano il podio dei Paesi dove lo stato di salute delle donne, ma anche il livello di istruzione, le condizioni economiche, politiche e sociali garantiscono il benessere alle mamme e ai figli, seguiti da Islanda, Paesi Bassi, Danimarca, Spagna, Germania, Australia e Belgio. In fondo alla classifica svettano invece gli Stati dell'Africa sub-sahariana, con in coda la Somalia, preceduta dalla Repubblica Democratica del Congo e, a pari merito, da Niger e Mali, che ottengono punteggi molto scarsi per ognuno dei 5 rilevatori.

locandina save

Quest'anno l'Italia balza dal 17° all'11° posto, complice, pare, l'aumento della presenza delle donne al governo (dal 20,6% della scorsa edizione al 30,6% di quest'anno). Un dato che, in ogni caso, resta più basso rispetto a quello di Paesi come l'Angola (36,8%), il Mozambico (39,2%) e il Timor est (38,5%). Le condizioni di salute delle mamme e dei bambini italiani si mantengono a livelli alti (il tasso di mortalità femminile per cause legate alla gravidanza e al parto è pari a 1 ogni 20.300, quello di mortalità infantile è di 3,8 ogni 1000 nati vivi), come abbastanza elevato è il livello di istruzione delle donne, pari a 16,3 anni di formazione scolastica. E allora cos'è che ci tiene così lontani dalla perfezione? Il decremento del reddito nazionale pro capite, che passa da 35.290 a 33.860 euro...

E non solo. Prendiamo una gravidanza per esempio. Nel corso dei 9 mesi la donna italiana è lasciata completamente in balia di se stessa e degli sforzi economici della propria famiglia (sempre se vogliamo considerare che non sia stata cacciata via dal proprio posto di lavoro all'annuncio della lieta novella...). Se si vuole affidare a strutture private (non sempre quelle pubbliche – ma a onor del vero non tutte – lasciano soddisfatta una futura mamma), le spese di analisi, test, esami strutturali richiesti nell'arco della gestazione schizzano all'impazzata. E poi, una volta arrivato il bebè, ricominciano altre spese. Nulla a che vedere, insomma, già solo con il kit di benvenuto che in Finlandia lo Stato regala a una futura mamma con un mucchio di vestitini, lenzuola, giocattoli, prodotti per l'igiene del bebè e soprattutto una scatola che in molti usano come culletta per i primi mesi (e lo Stato permette anche di scegliere se ricevere la scatola o una sovvenzione in denaro, pari a 140 euro).

baby box finlandia

GLI ESTREMI – Se si prendono in considerazione i singoli indicatori, i confronti tra i primi e gli ultimi della classifica dovrebbero far riflettere. Se in Svezia una donna su 14.100 rischia di perdere la vita per cause legate alla gravidanza o al parto, in Ciad può accadere a una donna una su 15. Un bambino su 5 in Sierra Leone rischia di morire prima di aver compiuto 5 anni, mentre in Islanda corre questo rischio solo uno su 435.

Le crisi umanitarie, poi, ci mettono del loro: i conflitti o le calamità naturali, con gli annessi problemi di accesso e qualità delle cure sanitarie, delineano un quadro disastroso. Sono ben 250 milioni i bambini al di sotto dei 5 anni che vivono in paesi in conflitto, nei quali si concentra il 56% di tutte le morti materne e infantili. E accanto alla guerra ci sono le catastrofi naturali, il 95% delle quali colpisce i paesi in via di sviluppo.

"Ma le madri di tutto il mondo, anche nei contesti più difficili, fanno di tutto per portare avanti la promessa che fanno ai loro figli nel giorno in cui li mettono al mondo, quella di proteggerli sempre. Vediamo spesso madri che durante le crisi umanitarie più acute cercano di trasformare un campo profughi in una casa, che scappano dalle violenze con i propri figli tra le braccia. Sono quelle stesse madri che vediamo sbarcare quotidianamente sulle nostre coste con i loro bambini, o ancora quelle che mettono il proprio figlio in viaggio, sapendo i rischi che corre ma aggrappandosi alla speranza che essi siano inferiori a quelli che correrebbe se restasse. Sono quelle madri che continuano ad andare avanti concentrandosi sulla speranza che il futuro dei loro figli possa essere migliore e alle quali dobbiamo dare una risposta" ha concluso il direttore generale di Save the Children Italia Valerio Neri.

Germana Carillo

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I contadini del vietnam lottano per soddisfare la domanda di ortaggi sani

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vietnam agricoltura

In Vietnam cresce la domanda di ortaggi più sani coltivati senza il ricorso a pesticidi e fertilizzanti di sintesi. Il sistema agricoltura sarebbe da riformare completamente e al momento i contadini si trovano in gravi difficoltà economiche. Infatti, i piccoli produttori non possono permettersi di affrontare i costi del sistema di certificazione che garantisce il non impiego di sostanze vietate e dannose.

Non si può ancora parlare di agricoltura biologica, ma da alcuni anni in Vietnam sono stati fatti dei passi avanti, seppur con grande difficoltà. Ora il Governo dovrebbe intervenire per aiutare i contadini a soddisfare le richieste di alimenti naturali da parte della nuova classe media. Il sistema agricolo presenta purtroppo ancora molte falle, per cui in Vietnam vengono impiegati ancora fitofarmaci vietati altrove

Si tratta di sostanze dannose per la salute, che possono provocare casi di malore concreti. E' nata così, già nel 2008, un sistema di certificazione che richiede agli agricoltori di tenere un registro di tutti i pesticidi e fertilizzanti che utilizzano. Vengono effettuati dei controlli annuali, ma non si può parlare ancora di biologico. Molti agricoltori vorrebbero lottare per ottenere un raccolto migliore senza interventi chimici, ma non posseggono i mezzi economici necessari.

Gli agricoltori certificati, a differenza degli altri, possono usare soltanto sostanze autorizzate e devono lasciare trascorrere almeno due settimane tra l'ultimo trattamento e la raccolta. I costi di certificazione sono molto elevati e dunque l'agricoltura vietnamita fatica a rinnovarsi. Gli standard adottati per la tutela dell'ambiente e della salute pubblica sono tuttavia ancora minimi e sono stati introdotti soprattutto per permettere la distribuzione dei prodotti tramite i grandi rivenditori al dettaglio.

Gli ortaggi certificati prevedono un minimo di tutela dell'ambiente, ma hanno prezzi più alti. Solo alcuni gruppi di agricoltori possono affrontare i costi di certificazione, che corrispondono a 850 dollari per ettaro. Gli allevamenti non verrebbero sottoposti a controlli quasi mai e le sanzioni sarebbero inesistenti, soprattutto perché i test constano troppo.

I problemi fondamentali rimangono dunque gli scarsi controlli, abbinati ad un uso eccessivo di pesticidi e fertilizzanti. Crescono però la consapevolezza e la richiesta di cibi più sicuri e il Vietnam pesto dovrà adeguarsi. Si tratta del terzo Paese del mondo specializzato in acquacoltura, soprattutto per la produzione di gamberi.

Ma vi sono pesanti accuse sull'uso eccessivo di antibiotici vietati in altri Paesi, motivo per cui le vendite all'estero sono compromesse. E talvolta in acquacoltura si utilizzerebbero mangimi mescolati con farmaci spesso importati dalla Cina senza conoscere la loro composizione effettiva.

Il principale ostacolo al rinnovamento dell'agricoltura è la povertà. Chi affronterà i costi economci per produrre cibi più sani?

Marta Albè

Fonte foto: turner.com

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#CoalSucks: Ian Somerhalder di The Vampire Diaries lancia una campagna contro il carbone

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ian somerhalder

La maggior parte dei vampiri odia il sole, ma Ian Somerhalder non sopporta il carbone. La star di The Vampire Diaries - che ha partecipato anche alla prima stagione di Lost - ha espresso una posizione molto chiara contro il carbone e ha lanciato una campagna su Twitter e un'infografica per enfatizzare la superiorità dell'energia solare.

L'attore e modello - che non a caso due anni fa era stato premiato agli International Green Awards di Londra come il personaggio celebre maggiormente impegnato nelle tematiche ambientali - ha dato vita ad una vera e propria tempesta di tweet per dire No al carbone, grazie all'hashtag #CoalSucks. L'obiettivo? Sensibilizzare la popolazione sui danni del carbone e sui vantaggi dell'energia pulita, per liberarci da vecchi combustibili fossili. La campagna contro il carbone nata via Twitter è partita il 1° maggio e proseguirà almeno fino a domani, 7 maggio.

L'iniziativa si rivolge soprattutto ai giovani fan di The Vampire Diaries, ma rappresenta una vera e propria campagna di sensibilizzazione, a cui tutti possono prendere parte. L'impegno per la difesa dell'ambiente resta comunque serio. L'attore dato vita alla Ian Somerhalder Foundation e ha pubblicato l'infografica della campagna sul relativo sito web.

L'infografica ci ricorda che il carbone provoca gravi danni alla salute e all'ambiente. E' tra i maggiori responsabili delle emissioni di Co2. Per la sua produzione occorrono milioni di anni, mentre l'energia solare è sempre disponibile. In un solo secondo il sole può soddisfare il fabbisogno energetico dell'intero Pianeta per i prossimi 500 mila anni. L'uomo ricorre al carbone dall'Età del Bronzo: è giunto il momento di cambiare prospettiva, anche grazie ai nuovi mezzi a nostra disposizione.

 

 

L'infografica raccoglie i tweet più influenti inviati fino a questo momento. Tutti possono partecipare esprimendo il proprio parere. Per prendere parte alla campagna basta utilizzare gli hashtag #CoalSucks, #BeyondCoal e #ISF per inviare il proprio tweet.

coal sucks

Clicca qui per visualizzare tutta l'infografica sul carbone.

Marta Albè

Fonte foto: amazonaws.com

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Ian Somerhalder di "The Vampire Diaries" è il vip piu' green del mondo 

Invasione di serpenti albini minaccia la fauna selvatica di Gran Canaria

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serpentio albini

Un'invasione di serpenti sta mettendo a dura prova la sopravvivenza della fauna selvatica di Gran Canaria. Si tratta di una varietà albina di un famoso serpente domestico, la cui popolazione è esplosa in tutta l'isola negli ultimi anni, decimando specie locali di uccelli e lucertole. È il California kingsnake albino (Lampropeltis getula californiae).

Originariamente portati sull'isola come animali domestici, i California King abbandonati o scappati si sono riprodotti in natura a un ritmo vertiginoso, anche grazie alle temperature miti e al clima costiero simile a quello del loro habitat naturale in California. La continua predominio della varietà albina suggerisce anche che hanno pochi predatori sull'isola, escludendo qualsiasi soluzione naturale a questo problema.

Come spiega Ramón Gallo, un biologo che sta cercando di controllare la popolazione attraverso un progetto denominato LIFE+Lampropeltis, negli ultimi otto anni, oltre 2.000 dei serpenti sono stati catturati, mentre si ritiene che sottoterra ce ne siano ancora a migliaia.

I serpenti sono stati avvistati nella zona a partire da circa 20 anni fa e circa il 70% dei residenti ha ancora molto paura di loro. Eppure non costituiscono un pericolo per gli esseri umani, ma sono predatori avidi e ghiotti di uccelli, roditori e conigli. Particolarmente preoccupante per i ricercatori è la predilezione del serpente per la lucertola gigante di Gran Canaria, una specie presente solo sull'isola.

Un recente confronto delle popolazioni di lucertole in aree con serpenti e zone prive ha mostrato un rapporto di 1:10. Per gli esperti questo significa una sola cosa: estinzione imminente. E la colpa, come sempre, sarà solo dell'uomo.

Per questo gli esperti di specie invasive si sono dati appuntamento sull'isola il prossimo 08 Maggio per capire come dimezzare la popolazione dei serpenti. Lanciato nel per un costi di oltre più milione di euro, il progetto LIFE+Lampropeltis prevede anche l'addestramento dei cani e falchi per aiutare a catturare i serpenti, così come centinaia di workshop per istruire le popolazioni locali sulle caratteristiche della specie invasiva. Una delle sfide principali, per comunicare, sarà quella di determinare esattamente quanti serpenti ci siano sull'isola.

Roberta Ragni

Photograph: GK Hart/Vikki Hart/Getty Images

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Vivere in 7mq: la casa piu' piccola di Italia (FOTO)

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casa piccola

Anche l'Italia ha la sua Tiny House. La casa più piccola d'Italia si trova nel centro storico di Roma, in un caratteristico vicolo a due passi da Castel Sant'Angelo e dalla Basilica di San Pietro. Apriamo la porta, entriamo. Con stupore troviamo in soli 7 mq una vera cucina, un bagno con comoda doccia, sul piccolo soppalco il divano-letto matrimoniale, armadi, scaffali, tavolo, TV a led, impianto audio Hi-Fi, connessione internet e tanto altro ancora.

Certo, ci vuole un po' di adattamento per muoversi in spazi così ristretti ma, presa confidenza, ci si accorge che c'è tutto e soprattutto è incredibilmente comodo. Si pulisce e si organizza la casa in un batter d'occhio, tutto è a portata di mano e non si sente la necessità di altro spazio, almeno fino a quando non si decide di invitare amici! Al tavolo potete sedere al massimo in tre persone, una delle quali, come da progetto userà come sedia il secondo gradino della scala!

Il proprietario, architetto che si occupa di restauro e di archeologia, l'ha scovata quando era in vendita, completamente abbandonata e senza che nessuno potesse immaginare, considerate le minuscole dimensioni, di poterla utilizzare come abitazione. Volete avere un'idea degli spazi? Aprite le braccia, circa 1.8 metri; questa è la larghezza massima dell'ambiente. La lunghezza? non arriva a 4 metri.

"Ne rimasi affascinato - dice il proprietario - e, incredibile a dirsi, dopo lunghe ricerche scoprii che il piccolo locale era utilizzato come abitazione fin dagli anni '30. Roma allora era diversa, erano i tempi in cui per i più poveri era sufficiente un giaciglio, una stufetta e per lavarsi, poco distante c'era il biondo Tevere! Non ci crederete: vedete quella nicchia scavata nel muro? Stesi sul letto lo spazio era talmente poco che i piedi non entravano e allora...".

casa piccola italia

Ovviamente qui è stato pensato e studiato ogni possibile, ingegnoso sistema per sfruttare al massimo i centimetri disponibili (perché di questo si tratta). Ci sono mensole rimovibili, una botola che si ribalta per aumentare la superficie del soppalco, il sottoscala "contiene" il boiler, tante mensole, l'impianto di areazione e la piccola lavatrice. Avete una valigia di troppo? Beh, il gancio con carrucola vi verrà in soccorso e la valigia scomparirà sospesa al soffitto fino a quando non servirà di nuovo.

Per maggiori informazioni clicca qui

Roberta Ragni

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Salsa Guacamole: la ricetta originale e 5 varianti

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salsa guacamole cover

La salsa guacamole è una preparazione a base di avocado originaria del Messico. Preparare in casa il guacamole è molto semplice. Basta avere a disposizione degli avocado maturi. Se potete, cercate gli avocado italiani nel banco della frutta. Grazie alla preparazione casalinga, eviterete di acquistare prodotti confezionati che possono contenere coloranti, conservanti o altri ingredienti indesiderati.

Si tratta di una salsa molto versatile, che potrete preparare in numerose varianti a partire dalla ricetta originale. La salsa guacamole nei ristoranti messicani viene servita per accompagnare i nachos o le tortillas, ma è ottima anche semplicemente spalmata sul pane o come condimento per le verdure. Ecco come preparare la salsa di avocado secondo la ricetta tradizionale e in 5 varianti.

Salsa guacamole: la ricetta originale

Per preparare la salsa guacamole secondo la ricetta originale messicana servono soltanto 3 ingredienti. Si tratta di una ricetta di base che potrete arricchire con le vostre spezie e condimenti preferiti, come vi suggeriamo in seguito. Ecco gli ingredienti per preparare la salsa guacamole originale:

4 avocado
2 lime
1 pizzico di sale

Dividete gli avocado a metà e estraete il nocciolo. Sbucciate il frutto, prelevate la polpa, tagliatela a dadini e schiacciatela con la forchetta in una ciotola fino a formare una purea. Grattugiate una piccola parte di scorza di lime, spremete i frutti e aggiungete il tutto alla purea di avocado. Non vi resta che mescolare bene per amalgamare e ultimare la vostra salsa guacamole fatta in casa. Qui la ricetta completa.

salsa guacamole originale

fonte foto: wikipedia.org

1) Salsa guacamole allo yogurt

A partire dalla ricetta di base, potrete ottenere una salsa guacamole più ricca, ad esempio grazie all'aggiunta dello yogurt. Il blog Two Peas And Their Pod suggerisce di utilizzare lo yogurt greco, a cui dovrete aggiungere l'avocado maturo, 1 spicchio d'aglio, succo di lime, pepe, peperoncino e cumino. Amalgamate gli ingredienti fino ad ottenere la consistenza desiderata per la salsa e regolatevi con la quantità delle spezie a seconda dei vostri gusti. Per versione vegan, sostituite lo yogurt vegetale allo yogurt greco. Qui la ricetta completa.

salsa guacamole allo yogurt

fonte foto: twopeasandtheirpod.com

2) Salsa guacamole al pomodoro

Per preparare la salsa guacamole al pomodoro vi serviranno 2 avocado, 1 pomodoro maturo, 1 peperoncino jalapeno, 2 cucchiai i cipolla tritata, 1 spicchio d'aglio tritato (facoltativo), succo di lime o di limone, sale e pepe. Dopo aver prelevato la polpa dell'avocado, schiacciatela con la forchetta e unite a poco a poco gli altri ingredienti per arricchirla e insaporirla. Qui la ricetta completa.

guacamole al pomodoro

fonte foto: huffpost.com

3) Salsa guacamole alle cipolle rosse

Potrete arricchire la vostra salsa guacamole con le cipolle rosse. Vi serviranno 2 o 3 avocado maturi, ½ cipolla rossa tritata, coriandolo, sale, 1 peperoncino, 3 cucchiai di succo di lime. Potete decidere di non aggiungere il peperoncino se non volete una salsa piccante. Tritate la cipolla, schiacciate la polpa di avocado e unite gli altri ingredienti. Qui la ricetta completa.

salsa guacamole alle cipolle rosse

fonte foto: oliepants.wordpress.com

4) Salsa guacamole al peperoncino

Ecco una ricetta per preparare la salsa guacamole adatta a chi ama il gusto piccante. Vi serviranno 4 avocado maturi ½ cipolla rossa, 3 lime, sale e 1 peperoncino jalapeno. In alternativa, potrete utilizzare un'altra varietà di peperoncino oppure del peperoncino essiccato o in polvere. Schiacciate la polpa di avocado, unite tutti gli ingredienti, aggiungete il succo di lime per ultimo e mescolate. Qui la ricetta completa.

salsa guacamole al peperoncino

fonte foto: eatliverun.com

5) Salsa guacamole alle olive

Per preparare la salsa guacamole alle olive vi serviranno: 2 o 3 avocado morbidi e maturi, 2 spicchi d'aglio, il succo di 1 limone, un filo d'olio extravergine d'oliva, sale, una manciata di olive nere. Tritate gli spicchi d'aglio e le olive, quindi unite il tutto alla polpa di avocado già schiacciata e condita con l'olio e il succo di limone. Potete decorare la salsa con delle olive intere. Qui la ricetta completa.

salsa guacamole alle olive

fonte foto: somethingelsetoeat.blogspot.it

Marta Albè

Fonte foto copertina: channel4.com

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Clip fermadocumenti: 20 usi alternativi e intelligenti per piccoli problemi quotidiani

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clip ufficio

Come utilizzare le clip in modo alternativo e intelligente per risolvere i piccoli problemi quotidiani? Le clip da ufficio, che di solito servono per rilegare i documenti e che con il passaggio al digitale rischiano di essere messe da parte, sono una risorsa davvero preziosa. 

Ecco tante idee ingegnose per il riutilizzo e il riciclo creativo, in modo che risultino sempre molto utili in diverse occasioni.

1) Riordinare i cavi

Le clip sono un'alternativa intelligente per tenere sempre in ordine i cavi del pc o il caricabatteria dello smartphone e del tablet. Le potrete applicare ai bordi della scrivania per facilitarvi la vita.

Leggi anche: 10 idee a costo zero per tenere in ordine i cavi di pc, tablet, stampanti e non solo

clip riordinare

fonte foto: diyphotography.it

2) Supporto per bottiglie

Potrete trasformare le vostre clip in un comodo supporto per le bottiglie di vetro, ad esempio di birra o di vino, che vorreste conservare in frigorifero. In questo modo non si sposteranno, come vi mostra la foto.

clip 2

fonte foto: diply.com

3) Porta-cellulare

Vi basteranno due clip e un elastico resistente per dare vita ad un porta-cellulare da scrivania, perfetto per il vostro smartphone. E' semplicissimo. Qui il tutorial completo.

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fonte foto: blurb.com

4) Tubetto del dentifricio

Grazie a questo trucco direte basta ai litigi sul modo di spremere il tubetto del dentifricio e direte addio anche agli sprechi. Infatti, grazie ad una semplice clip, potrete estrarre il dentifricio fino all'ultima goccia.

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fonte foto: lifehacker.com

5) Supporto per le cuffie

Questo utilizzo alternativo delle clip è dedicato a chi ama ascoltare della buona musica con delle cuffie di qualità. Ma come sistemarle in modo che non occupino spazio sulla scrivania? Anche questa volta, basta scegliere una semplice clip come supporto.

clip 5

fonte foto: lifehacker.co.in

6) Tastiera

Ecco un'idea per sollevare la tastiera del pc, così da poterla sistemare in una posizione più comoda quando scrivete al computer. Se i supporti della vostra tastiera si sono rotti o rovinati, potreste sostituirli proprio con delle clip.

clip 6

fonte foto: lifehacker.com

7) Scaffali

C'è anche chi ha pensato di unire con le clip diversi contenitori in modo da ottenere uno scaffale portaoggetti da parete davvero originale.

clip 7

fonte foto: apartmenttherapy.com

8) Ricettario

Cucinare sarà più semplice se potrete leggere meglio le ricette grazie ad un piccolo supporto, che potrete creare proprio grazie a qualche clip. L'idea potrebbe essere utile per tenere aperto alla pagina giusta il quaderno su cui appuntate le vostre ricette preferite o un ricettario vero e proprio.

clip 8 ricettario

fonte foto: mnn.com

clip 8

fonte foto: instructables.com

9) Carta da regalo

Ecco un trucco intelligente per tenere in ordine la carta da regalo senza dover utilizzare il nastro adesivo e senza doverla piegare. Vi basterà arrotolarla per bene su se stessa e fermarla con una clip.

clip 9

fonte foto: instructables.com

10) Portafoto

Se avete a disposizione qualche clip, che potrete magari decorare, non avrete bisogno di acquistare dei nuovi portafoto e sarete originali nella decorazione della casa.

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fonte foto: lifehacker.com

11) Magnete per il frigo

Potrete trasformare le clip in magneti da applicare sul frigorifero. Li potrete utilizzare per mettere in bella vista i vostri promemoria e i messaggi destinati ai coinquilino o alla famiglia.

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fonte foto: mnn.com

12) Etichette

Trasformate le clip in etichette per segnalare il contenuto delle mensole del vostro ufficio o dell'archivio, o per suddividere tra famigliari e coinquilini i ripiani della dispensa, della libreria o del frigorifero. L'idea è utile anche per i libri e i quaderni dei bambini.

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fonte foto: permanentlyprimary.ca

13) Bicchieri

Le clip saranno perfette per decorare i bicchieri e come segnaposto. Sarà più semplice per i vostri ospiti riconoscere e ritrovare rapidamente il proprio calice dopo il brindisi.

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fonte foto: mnn.com

14) Quadri e disegni

Grazie alle clip potrete appendere alle pareti della vostra casa o dell'ufficio quadri o disegni senza dover ricorrere a una cornice e senza rovinarli. Potrete anche sostituire le diverse opere in un attimo, in base al vostro umore.

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fonte foto: mnn.com

15) Portapacchi

Le clip potranno rivelarsi molto utili per assicurare al meglio gli oggetti e i bagagli da trasportare al portapacchi della bici. Vi basterà unire le clip a dei cavi resistenti.

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fonte foto: mnn.com

16) Fermaglio per banconote

Questo sistema può rivelarsi utile per chi lavora alla cassa o per chi volesse tenere al sicuro le banconote durante un viaggio. Una semplice clip può diventare uno stratagemma davvero prezioso.

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fonte foto: flickr.com

17) Bustine di tè

Con l'aiuto di una comune clip portadocumenti potrete evitare che le vostre bustine di tè finiscano sul fondo della tazza, della teiera o della pentola con tanto di etichetta mentre la bevanda è in preparazione.

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fonte foto: diply.com

18) Souvenir

Vecchie cartoline, souvenir, carte da gioco con decorazioni particolari, tessere e biglietti da visita: le clip saranno il supporto perfetto per tutto ciò che volete utilizzare come decorazione o avere sempre a portata di mano.

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fonte foto: diply.com

19) Copri-Rasoio

Forse non ci avevate mai pensato, ma una comune clip può diventare un supporto o una custodia per il vostro rasoio che può essere utile soprattutto in viaggio e durante il trasporto.

clip 19

fonte foto: ripen.me

20) Calzini spaiati

Come risolvere il problema dei calzini spaiati? Provate a servirvi di una clip per accoppiarli prima di fare il bucato e per ritrovarli più facilmente al momento di stenderli. Potrete utilizzare le clip anche come mollette.

clip 20

fonte foto: lifehacker.com

Marta Albè

Fonte foto: xlboomshop.com

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Green economy: l’Italia supera la Germania. Ma ancora molto c’è da fare

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earth

Più rinnovabili e migliore efficienza energetica: l'Italia ci stupisce grazie a una autentica "conversione ambientale" che, anche se inconscia, dona al nostro Paese la leadership nelle trasformazioni green dell'economia superando addirittura la Germania. 

È quanto emerge da Ambiente in Europa, edizione 2014 del rapporto di Legambiente realizzato in collaborazione con l'Istituto Ambiente Italia, che verrà presentato oggi a Roma alle 16.30 presso la sala stampa della Federazione Nazionale Stampa Italiana (Fnsi).

Nel 2014 l'Italia emerge come un Paese che consuma meno risorse, meno energia e produce meno emissioni. La produttività di risorse (Pil in rapporto alla quantità di materia consumata) è infatti migliore del 10% rispetto alla Germania, tradizionalmente considerata il campione in questo settore, e del 26% rispetto all'Ue. Le emissioni pro capite di Co2 sono inferiori del 23% rispetto a quelle tedesche e del 15% rispetto alla media europea. I consumi procapite di energia, sempre rispetto a Germania e Ue, sono rispettivamente inferiori del 32% e del 19%, mentre l'intensità energetica (consumi di energia rispetto al Pil) è inferiore del 10% rispetto a quella tedesca e del 14% rispetto alla media dell'Unione europea.

Il bello è che si tratta di risultati raggiunti senza una precisa scelta strategica o lungimiranti politiche ambientali, ma solo grazie alla capacità di massimizzare l'impiego delle risorse in un periodo di crisi economica e di stress, attraverso una gestione più efficiente delle risorse consumando meno energie, producendo da fonti rinnovabili, aumentando il riciclaggio di rifiuti nell'industria, adottando stili di vita sostenibili.

"L'Italiadichiara Duccio Bianchi, dell'Istituto di ricerche Ambiente Italia – deve questo primato a diverse ragioni: la prima è la rapidità con cui l'industria italiana, in presenza di una forte crescita dei prezzi energetici dopo il 2005, ha adottato una serie di misure di efficienza a cui non aveva fatto ricorso negli anni di bassi costi. La seconda è la presenza di un sistema di ricchi incentivi alle rinnovabili, la terza è la crescita del riciclo nel comparto siderurgico, nella produzione di metalli, nel settore cartario o vetrario che riduce le estrazioni di materie prime. La quarta è legata alla struttura dei consumi finali delle famiglie più orientati sui consumi immateriali che sui beni materiali. Dal nostro rapporto "Ambiente in Europa" emerge dunque come l'Italia abbia una struttura economica ben "vocata" alla conversione ecologica che si basa sul recupero, sull'efficienza energetica e sul riciclo. Una conversione che può diventare strutturale se sostenuta da giuste politiche".

I DATI DI AMBIENTE IN EUROPA - Dall'analisi degli indicatori emerge che l'Italia consuma e importa meno materia. Se in Germania il consumo assoluto è diminuito del 6% e la produttività è cresciuta del 21%, in Italia si registrano i progressi più vistosi di tutta l'Unione Europea: il consumo assoluto è diminuito del 23%, la produttività delle risorse è cresciuta del 35%. Per quanto riguarda, invece, le materie importate, se tra il 2000 e il 2010 sono aumentate di 100 milioni di tonnellate in Germania, in Italia sono invece diminuite di 2 milioni.

L'Italia, inoltre, è il leader europeo nell'industria del riciclo, in particolare per il riciclo dei metalli ferrosi, plastica, tessili. Anche sul totale dei rifiuti, escludendo solo quelli minerali e vegetali, la Penisola con 37 milioni di tonnellate avviate a recupero, è il secondo Paese europeo per valore assoluto di recupero, appena dietro la Germania e ben sopra a paesi come la Francia o la Gran Bretagna.

Sul fronte energetico, crescono fortemente le rinnovabili, che determinano una corrispondente riduzione di gas e petrolio, e aumenta l'efficienza energetica dei processi di produzione e consumo. Tra il 2008 e il 2012, la quota di rinnovabili nei consumi energetici totali è passata dall'8% al 14%. Miglioramenti si registrano anche nella quota di rinnovabili nei consumi elettrici che si attesta al 39% contro il 23,5% della Germania. In particolare nel settore elettrico, l'Italia è il terzo principale produttore europeo di elettricità sia dall'insieme di rinnovabili (dopo Germania e Svezia) sia dalle rinnovabili non idroelettriche (dopo Germania e Spagna). Inoltre l'Italia è il primo produttore di geotermoelettrico, il secondo produttore di fotovoltaico (dopo la Germania), il terzo produttore d'idroelettrico (dopo Svezia e Francia) e da bioenergie (dopo Germania e Gran Bretagna), il quinto produttore di eolico (dopo Spagna, Germania, Gran Bretagna, Francia). Infine, nel 2012 in Italia si sono registrati circa 355 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 dai consumi energetici contro i 736 della Germania.

Per quanto riguarda il consumo di suolo, in Italia nel 2012 l'area artificializzata era pari al 7,8% del territorio e l'area propriamente edificata era pari al 2,7% (Dati Lucas Survery di Eurostat). Espressi per abitante significa che 397 km/quadri di territorio sono artificializzati e 138 km/quadri è edificato ogni milione di abitanti. Valori allineati alla media europea (rispettivamente pari a 392 e 130), inferiori a quelli dei paesi a minor densità abitativa ma superiori a quelli della Germania con 342 km/quadri di territorio artificializzato. Per quanto riguarda, invece, i permessi di costruire per abitazione (numero per milione di abitanti), in Italia sono 1159 contro i 2597 della Germania. Infine, per quanto riguarda l'agricoltura biologica, in Italia l'8,5% di territori agricoli è stato convertito o è in conversione sul totale dell'area agricola utilizzata contro l'6,1% di quelli tedeschi.

ambiente europa

MA, C'È UN MA. Come la mettiamo col tema della disoccupazione e delle disuguaglianze sociali? Con la mobilità? Con il sistema di smaltimento dei rifiuti urbani? Con l'abusivismo edilizio? Per esempio, il tasso di occupazione della popolazione tra i 20 e i 64 anni in Italia è del 61%, un valore in discesa dal 2008 (63%) e che si "stacca" da quello dell'Unione Europea (68,5%) e della Germania (76,7%). Il tasso di occupazione femminile tra i 20 e i 64 anni, inoltre, è del 50,5% contro il 62,4% della media europea e il 71,5% della Germania. Resta poi il problema della disoccupazione che supera il 12%, ma non molto sopra la media europea (11%). In crescita il livello di giovani che non lavorano né studiano né sono attivi disoccupati (i NEETS) che si attesta al 25% rispetto al 10,8% di quello tedesco. L'Italia è diventata, inoltre, uno dei paesi europei con il più alto tasso di esclusione sociale che nel 2012 ha raggiunto il 29,9%, contro il 19,6% della Germania. Quanto all'istruzione, soltanto il 21,7% dei giovani si laurea tra i 30-34 anni contro il 32% della Germania e contro il 43,6% della Francia. La spesa ricerca e sviluppo sul Pil, infine, è pari all'1,27% contro una media europea dello 2,06% e il 3% della Germania.

Per quanto riguarda la mobilità, per la prima volta nel 2013 il tasso di motorizzazione privata (cioè le auto per abitante) non cresce, anche se l'Italia resta ai vertici europei con 610 auto ogni mille abitanti, rispetto alle 525 della Germania o delle 483 della media europea. Così come il trasporto pubblico rimane stazionario. Ma, per fortuna, segnali positivi arrivano dalle vendite annuali delle biciclette e dal successo del bike sharing e car sharing. In Italia nel 2012 sono state vendute 1.606.000 di bici contro i 3.966.000 della Germania; mentre per quanto riguarda i programmi di bike sharing sono attivi in 102 città italiane contro le 47 di quelle tedesche.

Anche nel settore della gestione dei rifiuti urbani l'Italia è in affanno: nel riciclaggio le percentuali sono 19,7% per l'Italia e 45,3% per la Germania; nel compostaggio e digestione anaerobica 11,8% per l'Italia e 17,2% per la Germania; incenerimento 16,5% per l'Italia e 36,9% per la Germania, trattamento in discarica 46,3% per l'Italia contro l'0,5% della Germania; altro trattamento 5,7% per l'Italia contro lo 0,0% della Germania.

Quanto all'abusivismo edilizio, secondo il Cresme tra il 1982 e 2012 sono state realizzate oltre 1 milione e 300mila abitazioni abusive (circa il 15-20% del patrimonio edilizio).

Si rivolge al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza affinché "il Governo decida di puntare veramente sulla green economy per rilanciare l'Italia sostenendo produzioni, regole, stili di vita in grado di costruire un benessere materiale e sociale buono per tutti". Un ruolo importante lo giocherà l'Italia nel corso del semestre di presidenza Ue. "Quello che serve – prosegue Cogliati – è un green new deal europeo per lo sviluppo di una nuova economia, basata sul risparmio di risorse, sull'efficienza, sulla ricerca e innovazione, sulla coesione sociale, l'accoglienza, la valorizzazione dell'agricoltura di qualità. Il prossimo Parlamento Europeo si troverà ad affrontare problemi non più irrinunciabili e a disegnare un nuovo profilo dell'Europa, superando le scelte ideologiche dell'austerity, rivedendo l'impostazione stessa del bilancio comunitario e costruendo le condizioni per garantire una reale partecipazione dei cittadini".

Germana Carillo

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Ogm: la Francia mette al bando il mais Monsanto, i campi verranno distrutti

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mais ogm francia divieto

In Francia il fronte anti-Ogm festeggia una nuova vittoria. Il Parlamento francese ha approvato in modo definitivo la proposta di legge che vieta la coltivazione di mais geneticamente modificato e di qualsiasi altra varietà Ogm che l'Europa introdurrà in futuro, compreso il mais Pioneer 1507 di DuPont.

 

Si tratta di un'importante traguardo che premia l'impegno degli ambientalisti e che rispecchia le posizioni di numerosi politici francesi contrari agli Ogm e all'operato delle relative multinazionali. La nuova legge prevede la distruzione dei campi coltivati con sementi Ogm dagli eventuali trasgressori.

Lo scorso 2 maggio un centinaio di attivisti francesi, guidati all'eurodeputato José Bové o membri di Greenpeace, sono stati protagonisti di un blitz presso un campo francese coltivato con mais Ogm. Hanno strappato le piante di mais transgenico ancora giovani per sostituirle con il mais bio in una porzione di terreno di 11 ettari situata alla periferia di Tolosa. Gli attivisti hanno srotolato degli striscioni con messaggi forti e chiari: "Ogm, contaminazione in corso" e "Un campo trovato, dieci nascosti?".

La decisione francese di dire stop agli Ogm sarebbe avvenuta per due ragioni principali: la preoccupazione per i danni all'ambiente e all'agricoltura e la constatazione che il divieto di coltivazione del mais Monsanto non avrebbe provocato alcun effetto negativo sull'economia del Paese. Scivolano dunque sempre più in basso le ipotesi del ricorso agli Ogm come strumento per risollevare l'economia agricola. I parlamentari francesi avranno tenuto conto anche del discusso studio condotto Oltalpe sui possibili effetti negativi degli Ogm sulla salute?

La messa al bando francese segue di poche settimane la decisione del Tar del Lazio di riconfermare la validità del decreto interministeriale che vieta la coltivazione di Ogm in Italia. Ora si attendono gli interventi dall'alto che dovrebbero vedere protagonista il nostro Paese durante il semestre di presidenza europea. L'UE dovrebbe modificare la Direttiva 2001/18/CE per consentire agli Stati membri di decidere in autonomia se limitare o vietare la coltivazione di Ogm sul proprio territorio.

Come sottolinea la Coldiretti, sono soltanto 5 su 28 i Paesi europei a dare ancora spazio alla coltivazione di Ogm, con particolare riferimento al mais Monsanto (unica varietà al momento approvata dall'UE). Si tratta di Spagna, Portogallo. Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania. La speranza è che l'Italia possa rimanere ferma sulle proprie posizioni ed essere d'esempio, insieme alla Francia, per vietare la coltivazione di Ogm in tutta Europa.

Marta Albè

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Bambini: un video-tutorial spiega le manovre da fare in caso di soffocamento

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manovre soffocamento bambini

Capita purtroppo abbastanza spesso che i bambini mettano in bocca piccoli oggetti che trovano in casa ma anche, più semplicemente, che un boccone gli vada per traverso. Non sapere che fare in quei momenti può mettere seriamente in pericolo la vita del piccolo, ecco allora che è essenziale conoscere le manovre che possono essere risolutive a sbloccare le vie aeree in caso di soffocamento.

In Italia ogni settimana muore un bambino a causa di un oggetto o un boccone che non gli permette più di respirare. A rischio in particolare i bambini tra i 12 e i 36 mesi, età in cui, dalle ultime statistiche, sembra sia più facile che il cibo o l’oggetto estraneo possa erroneamente entrare nella trachea invece che nell’esofago. Il pericolo potrebbe essere evitato se tutte le persone che si prendono cura dei piccoli sapessero come comportarsi nel caso si presenti questa situazione.

In occasione della festa della mamma, l’associazione 30 ore per la vita ha ideato un video-tutorial in cui la testimonial e socia fondatrice Lorella Cuccarini spiega e fa vedere le manovre corrette da compiere in caso di ostruzione delle vie aeree dovuta appunto ad un corpo estraneo, con qualche differenza nel caso che si tratti di bambini o lattanti.

Il video è stato realizzato grazie alla collaborazione con un medico esperto in tecniche di rianimazione di base, il dottor Marco Squicciarini.

Consigliamo a tutti la visione, e non solo alle mamme. L’associazione suggerisce anche la condivisione del video sui social network in modo tale che tutti possano imparare le manovre salvavita.

{youtube}nqDActKLiek{/youtube}

Francesca Biagioli

Soccorso green, a Torino l’ambulanza alimentata da pannelli fotovoltaici

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ambulanza torino 1

Anche il soccorso diventa green. Arriva a Torino la prima ambulanza fotovoltaica, uno dei primi mezzi di soccorso sanitario, in Italia, che sarà dotato di pannelli fotovoltaici. 

Pensata dai volontari della Croce Verde del capoluogo piemontese, l'ambulanza – che verrà presentata domani al Salone del Libro di Torino – sarà così dotata di celle fotovoltaiche realizzate grazie al contributo della Fondazione Mario e Anna Magnetto di Alpignano e che serviranno sia per all'alimentazione della batteria sia al funzionamento delle apparecchiature elettromedicali.

I pannelli fotovoltaici posti sul tetto dell'autoambulanza, utili soprattutto durante i lunghi viaggi e l'assistenza durante eventi e manifestazioni, assicurano per molte ore l'energia alle strumentazioni interne al mezzo come l'elettrocardiografo defibrillatore, il ventilatore polmonare e l'aspiratore di secreti. Grazie all'energia solare, quindi, gli strumenti possono funzionare senza che i mezzi restino coi motori accesi per ricaricare la batteria dei vari sistemi di emergenza.

Finalmente allora anche in Italia sarà possibile coniugare l'energetica pulita con il soccorso, esattamente come già accade in Inghilterra, dove proprio un anno fa il servizio di emergenza sanitaria South Central Ambulance Service NHS Foundation Trust ha messo in servizio 36 ambulanze alimentate da energia solare.

ambulanza torino 2

Lo stand della Croce Verde Torino sarà presente al Salone Internazionale del Libro in programma a Torino, al Lingotto Fiere, dall'8 al 12 maggio. Lo stand della Croce Verde si troverà nel padiglione 3, in posizione contigua a quella della Santa Sede – Città del Vaticano.

L'Anpas torinese, grazie ai suoi 1.255 volontari e 70 dipendenti, effettua oltre 74mila servizi annui, tra trasporti in emergenza urgenza 118, prestazioni convenzionate con le Aziende sanitarie locali e assistenza sanitaria a eventi e manifestazioni sportive. La Croce Verde dispone di 50 ambulanze, 4 mezzi attrezzati al trasporto disabili e 27 autoveicoli per servizi socio sanitari e di protezione civile.

Germana Carillo

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Depressione: si combatte a tavola con gli Omega 3, ma solo se sei donna

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omega 3 antidepressivi

Depressione, una delle problematiche più diffuse nei nostri tempi, che si può prevenire o trattare in diversi modi. Noi optiamo sempre per quelli più naturali tra cui un’alimentazione sana che può fornire al nostro corpo tutto ciò che gli serve per stare in forma sia a livello fisico che psicologico. Tra le sostanze che ci assicurano il benessere un posto in prima fila occupano gli Omega 3.

Uno studio condotto in Australia presso il Menzies Institute e pubblicato sull'American Journal of Epidemiology ha monitorato oltre 1300 persone tra i 26 e i 36 anni, confermando i benefici di questi acidi grassi essenziali in particolare sul gentil sesso. A tutti i partecipanti sono stati somministrati dei questionari in cui dovevano riportare la frequenza con cui consumavano determinati alimenti e all'interno dei quali si dovevano segnalare anche variabili legate allo stile di vita come il fumo, l’alcool, l’attività fisica, ecc. 

Quello che interessava i ricercatori era vedere il quantitativo di pesce consumato dai partecipanti e capire quale associazione ci fosse con la comparsa o meno della depressione. Si è notato così che chi mangiava pesce (alimento ricco di Omega 3) almeno 2 volte a settimana e in generale seguiva una dieta sana vedeva ridursi del 25% il rischio depressione. Questo beneficio però era valido solo per le donne.

Perché? La risposta non è chiara neppure ai ricercatori “L’interazione tra ormoni sessuali e acidi grassi Omega 3 potrebbe fornire una differente spiegazione. Di certo questi risultati vanno a sommarsi al crescente corpo di dati che vede nel consumo di pesce un fattore benefico per la salute mentale delle donne” hanno dichiarato i ricercatori australiani.

Già altri studi precedenti avevano dimostrato come un aiuto valido per la depressione potessero essere proprio gli omega 3 e gli omega 6 dato che contribuiscono a produrre serotonina, il cosiddetto ormone del buonumore. Via libera dunque al pesce, se siete soliti consumarlo, o a delle fonti vegetali di acidi grassi essenziali come ad esempio i semi e l’olio di lino.

Francesca Biagioli

{youtube}VMY2tmuqHaI{/youtube}

{youtube}rFnkaOCenr0{/youtube}

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Bellezza sostenibile: la prima BB Cream equosolidale e i Solari Natyr

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bb cream altromercato

La bellezza può essere sostenibile, equosolidale e biologica allo stesso tempo? Dieci anni fa Altromercato ha lanciato Natyr, linea di cosmesi fair trade naturale e solidale, che da poco si è arricchita grazie alla nascita della prima BB Cream equosolidale e biologica. Una crema di bellezza che serve nello stesso tempo da idratante e come base colorata per la pelle. Potrebbe trattarsi di un'idea regalo interessante per la Festa della Mamma.

La linea Natyr si compone di oltre 80 prodotti. E' biologica e certificata. Gran parte degli ingredienti utilizzati provengono dal commercio equo e solidale. Vengono riprese le tradizioni cosmetiche di oltre 20 Paesi del mondo. Per festeggiare i 10 anni di Natyr, dal 17 al 31 maggio 2014 le botteghe Altromercato apriranno le porte all'iniziativa "Primavera Cosmetica". Si tratta di due settimane dedicate al benessere naturale e solidale dove non mancheranno sconti e promozioni per l'acquisto di prodotti il cui ricavato servirà a supportare progetti benefici.

I consumatori potranno conoscere da vicino le storie dei produttori e le caratteristiche degli ingredienti utilizzati per la formulazione dei cosmetici. Tra le materie prime di base dei prodotti proposti da Natyr troviamo l'olio di cocco delle Filippine. Le popolazioni locali lo utilizzano da secoli per la cura della pelle. Si tratta di un ingrediente che proviene da lontano, ma la cui produzione, grazie al commercio equo, garantisce il sostentamento delle popolazioni locali che vivono in costante lotta per la terra. Purtroppo, infatti, il 96% dei filippini lavora terreni altrui e non vede rispettati i propri diritti.

I contadini lottano per il diritto di coltivare le terre su cui risiedono, che appartengono a un latifondista. La speranza di Altromercato riguarda in particolar modo la costruzione di un proprio impianto di trattamento e di trasformazione dell'olio di cocco, che possa rendere indipendenti i lavoratori.

Oltre alla BB Cream, Natyr propone dei solari a base di olio di argan e di cocco proveniente proprio dalle Filippine. Vediamo nello specifico gli ingredienti che compongono la BB Cream equosolidale. Natyr la propone in due versioni, Crema viso colorata BB Vaniglia e Crema viso colorata BB Caffè. Entrambi i prodotti sono certificati Natrue, non contengono Ogm, ingredienti derivati da petrolio e coloranti. Non sono testatii su animali, ma non sono vegan, poiché contengono miele. Tra gli ingredienti principali troviamo olio di argan, aloe vera, burro di karitè e acqua distillata di ibisco.

bb cream natyr vaniglia

bb cream natyr caffè

L'astuccio di plastica è riciclabile, così come la confezione di carta. I conservanti utilizzati sono dehydroacetic acid e benzyl alcohol (entrambi indicati con "pallino giallo" sul Biodizionario). Si tratta degli stessi conservanti impiegati anche per i Solari Natyr, che sono stati formulati per garantire protezione dai raggi UVA e UVB, in conformità alle raccomandazioni europee sui prodotti di protezione solare e senza l'impiego di filtri chimici, che vengono sostituiti da filtri solari fisici, con oli e burri naturali per proteggere la pelle.

Solari Natyr

Prima di acquistare i vostri prodotti cosmetici, ricordate sempre di leggere l'Inci, aiutandovi con il Biodizionario e con una delle apposite App ora disponibili.

Marta Albè

Fonte foto: altromercato.it

Leggi anche: INCI: le 5 app per leggere l'etichetta dei cosmetici

 


Comuni rinnovabili 2014: un terzo dell'elettricita' italiana e' pulita

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comuni2014 

In Italia nel 2013 erano 700mila gli impianti da fonti rinnovabili distribuiti nei comuni. Ce n'è per tutti i gusti: dal fotovoltaico al termico, dall'idroelettrico alla geotermia, passando per le biomasse. E proprio questo sistema di generazione distribuita lo scorso anno ha toccato la cifra record di 104 TWh di energia prodotta, coprendo il 32,9 % dei consumi elettrici italiani. È quanto emerge dall'edizione 2014 di Comuni Rinnovabili, il dossier di Legambiente presentato oggi alla Fiera Solarexpo di Milano e che ogni anno fotografa lo stato delle energie pulite nel nostro paese tenendo d'occhio comuni e regioni.

Numeri che 10 anni fa erano utopia, ma che ancora possono crescere. Nel complesso, sono 2629 i Comuni in Italia autonomi rispetto ai consumi elettrici e 79 rispetto a quelli termici delle famiglie grazie alla produzione da fonti rinnovabili. Sono inoltre 29 i Comuni rinnovabili al 100%, in grado di essere da esempio per gli altri. Merito di un'apertura a 360° a varie forme di energia, con la presenza di diversi impianti.

Ed ecco i premiati da Legambiente per questa edizione. Il premio Comuni Rinnovabili 2014 va a un gruppo di 8 paesi delle Valli di Primiero e Vanoi, in Provincia di Trento, un territorio con oltre 10 mila abitanti di cui fanno parte Canal di San Bovo, Fiera di Primiero, Imèr, Mezzano, Sagron Mis, Siror, Tonadico e Transacqua. Questa unione “informale” di Comuni, chiamata “Il Primiero”è riuscita a coprire l'intero fabbisogno termico e elettrico usando un mix di 5 tecnologie diverse: due reti di teleriscaldamento (lunghe 45 km) e una rete elettrica di proprietà pubblica, la Società Municipalizzata ACSM che distribuisce alle utenze l'energia prodotta da impianti di varie taglie, idroelettrici (145 MW) e fotovoltaici (4 MW) per la parte elettrica, da impianti solari (con 996 mq di pannelli), e da biomassa (22 MW) per il termico.

comuni rinno infografica 2014

Il premio Buona Pratica è stato assegnato alla Comunità del Parco Eolico di Rivoli Veronese (VR) per aver realizzato i parchi eolici più interessanti d'Italia. Altro premio Buona Pratica va al Comune di Albino (BG), che ha investito 1,6 milioni di euro per installare 552 kW di pannelli fotovoltaici.

Di seguito l'elenco dei Comuni 100% rinnovabili:

comuni rinnovabili classifica 2014

Entrando nello specifico, sono 8.054 i Comuni del solare in Italia sono 8.054. Erano 7.937 lo scorso anno. In testa alla classifica Casaletto di Sopra (Cremona) e Seneghe (Oristano) che hanno conquistato il record di impianti per abitante, rispettivamente per il fotovoltaico e per il solare termico.

Decisamente più basso il numero di Comuni dell’eolico: 628. Anche in questo caso la cifra è cresciuta rispetto ai 571 del 2012, rivelati dall'edizione dello scorso anno. Nel 2013, dunque, la potenza installata è stata di 8.650 MW, in crescita, con 450 MW in più rispetto al 2012. Questi impianti hanno consentito di produrre 14,8 TWh nel 2013, pari al fabbisogno elettrico di oltre 5,5 milioni di famiglie.

Vi sono poi i Comuni del mini idroelettrico, ben 1.123 considerando solo gli impianti fino a 3 MW. La potenza totale installata nei Comuni italiani è pari a 1.323 MW ed è in grado di produrre ogni anno oltre 5,2 TWh, in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico di oltre 1,8 milioni di famiglie.

I Comuni della geotermia sono 372, per una potenza installata pari a 814 MW elettrici, 257 termici e 3,4 frigoriferi. Grazie a questi impianti nel 2013 sono stati prodotti circa 5,3 TWh di elettricità, abbastanza per coprire il fabbisogno di 1,9 milioni di famiglie.

E infine vi sono i Comuni delle bioenergie. In totale 1.529, con una potenza installata complessiva di 2.924 MW elettrici e 1.307 MW termici e 415 kW frigoriferi termici.

crescita comuni rinnovabili2014

I risultati raggiunti dalle rinnovabili nel nostro Paese in termini di produzione e distribuzione nel territorio erano semplicemente inimmaginabili solo 10 anni fa e dimostrano come gli impianti sono affidabili e competitivi. Ora però non dobbiamo fermarci, perché la crisi economica e i problemi energetici italiani - costi crescenti in bolletta, dipendenza dall’estero e quindi insicurezza, emissioni inquinanti e di gas serra - possono trovare risposta proprio attraverso un modello di generazione distribuito, efficiente e da fonti rinnovabili. L’Italia ha tutto l’interesse a percorrere questa direzione, che permette a famiglie e imprese di risparmiare autoproducendo l’energia termica e elettrica di cui hanno bisogno e gestendola in maniera più efficiente,” ha commentato Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente, che ha rivolto un appello a Governo e Autorità per l'energia, chiedendo di aprire la strada all'autoproduzione da fonti rinnovabili, da cui passerà il futuro energetico degli italiani e la riduzione della spesa per famiglie e imprese.

Per il rapporto completo, clicca qui

Francesca Mancuso

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Yoga della Risata: ridere fa bene al corpo e alla mente

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yoga della risata benefici

Ridere fa bene al corpo e alla mente. Avete mai sperimentato lo Yoga della Risata? Si tratta di una forma di Yoga conosciuta anche come Hasyayoga e basata sulla risata autoindotta. Lo Yoga della Risata è stato inventato da un medico indiano, il dottor Madan Kataria. L'origine dello Yoga della Risata risale al 1995, con la formazione di un primo gruppo di praticanti in un parco pubblico.

In Italia la pratica dello Hasyayoga si è diffusa tramite la nascita dell'Associazione Nazionale Yoga della Risata e grazie alla guida di Laura Toffolo. Ad oggi troviamo almeno 6000 gruppi di Yoga della Risata in diversi Paesi. La pratica dello Yoga della Risata ha ormai una portata mondiale.

La risata è un fenomeno naturale, ma non proprio automatico. Come viene stimolata? Lo Yoga della Risata punta sulla creazione di gruppi grazie a cui favorire il contatto visivo tra i partecipanti in un'atmosfera giocosa e serena. Il nostro corpo non sarebbe in grado di distinguere tra risata forzata e risata autentica. Quindi, anche se all'inizio forse sarà difficile ridere quasi senza motivo, ne potremmo trarre comunque beneficio.

Il riscaldamento, il gioco e gli esercizi di respirazione servono per preparare il corpo e i polmoni alla risata. Si battono le mani, si seguono i movimenti del corpo indicati dall'insegnante e si eseguono delle vocalizzazioni. Per stimolare la risata, non mancano elementi di teatro e visualizzazioni. Il tutto ha lo scopo di portare ad una risata incondizionata e prolungata.

Gli incontri possono terminare con la Meditaizone della Risata, in cui nel gruppo dei partecipanti, sdraiati in cerchio, ha inizio una lunga risata liberatoria. Alla fine, si possono inserire esercizi di rilassamento guidato.

Lo Yoga della Risata si riaggancia al Pranayama, con le antiche tecniche di respirazione che considerano il respiro come energia in grado di influire sul corpo, sulla mente e sulle emozioni. Il respiro - o Prana - è la forza vitale dell'Universo che scorre dentro di noi. Le risate non hanno controindicazioni e sono ormai numerosi gli studi scientifici che ne sottolineano gli effetti benefici, a partire dal semplice sorriso e da uno stile di vita positivo.

Quali sono i benefici dello Yoga della Risata?

A parere degli esperti, ridere, anche al di là dello Yoga della Risata, può avere degli effetti benefici da non sottovalutare: aiuta ad alleviare ansia e paura, a superare il dolore e l'insonnia, a regolare la respirazione e a gestire la rabbia. Inoltre, previene e combatte lo stress, favorisce l'equilibrio emotivo e migliora da subito l'umore. Aiuta l'organismo a difendersi dalle malattie, stimolando il sistema immunitario, aumenta i livelli di ossigeno nel sangue e il rilascio di endorfine. Ridere produce uno stato di rilassamento immediato, poiché la risata è una delle forme di meditazione più facili da praticare.

E allora, non ci resta che provare ad avvicinarci a questo nuovo stile di Yoga, o semplicemente ricordarci di ridere e sorridere di più, senza motivo o semplicemente per le piccole cose belle di ogni giorno.

Marta Albè

Fonte foto: laughteryoga.org

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Anemia: 10 sintomi da non sottovalutare

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anemia sintomi

Soffri di anemia? I sintomi di questo disturbo molto comune possono variare a seconda delle cause e dello stato di salute di ognuno di noi, ma alcuni segnali di avvertimento sono inconfondibili e riconoscerli permette di intervenire il prima possibile per provare a risolvere il problema. A parere degli esperti, è bene fare attenzione, in particolar modo, alla carenza di ferro, di acido folico e di vitamina B12. Ecco alcuni dei sintomi di anemia da non sottovalutare.

 

1) Senso di affaticamento

Senso di affaticamento, spossatezza e perdita improvvisa e immotivata delle proprie energie sono tra i sintomi più comuni dell'anemia. Alcune persone potrebbero avvertire sonnolenza nonostante il normale riposo. Questo sintomo può essere anche alla base di disturbi diversi dall'anemia. Nel dubbio, meglio consultare il medico.

2) Tachicardia

Un altro sintomo di anemia considerato molto comune riguarda la tachicardia, con particolare riferimento all'aumento del ritmo cardiaco durante l'esercizio fisico. In alcune situazioni, ad esempio dopo una lunga corsa, questo fenomeno può essere normale. Ma se il battito cardiaco aumenta dopo uno sforzo minimo, il consiglio è di rivolgesi ad un esperto.

3) Bruciori della lingua

Tra i sintomi dell'anemia dovuta a carenza di ferro troviamo i bruciori della lingua causati dalla generazione delle mucose che la rivestono. Può presentarsi un'infiammazione della lingua che prende il nome di glossite. Non dimenticate di verificare lo stato della vostra lingua, che è un vero e proprio specchio della salute.

4) Unghie e capelli fragili

La carenza di ferro può portare alla comparsa di unghie e di capelli fragili. Fate attenzione soprattutto se le vostre unghie o i vostri capelli si spezzano facilmente. La vostra alimentazione potrebbe risultare carente di ferro, oppure il vostro organismo potrebbe avere difficoltà ad assorbirlo. Per quanto riguarda le unghie, l'anemia da carenza di ferro può portare alla coilonichia, per cui la superficie delle unghie può apparire piatta o addirittura concava.

5) Pallore

Anemia e carenza di ferro possono avere tra i propri sintomi un diffuso pallore del viso e della pelle. E' necessario fare attenzione sia alla comparsa improvvisa del pallore sia agli stati di pallore prolungato. In alcuni casi potrebbe essere tutto nella norma, in altri il pallore potrebbe rappresentare un sintomo di anemia o di problemi di circolazione. E' bene tenere sotto controllo anche i bambini.

6) Crampi

Non sottovalutate la comparsa improvvisa di crampi, non soltanto durante l'allenamento o l'esercizio fisico, ma anche nel corso della notte o semplicemente mentre svolgete le normali attività quotidiane. In alcuni casi potrebbero rappresentare un sintomo di anemia. Oppure potrebbero indicare una carenza di sali minerali come potassio e magnesio.

7) Secchezza della bocca

Tra i sintomi dell'anemia troviamo la secchezza della bocca, in particolare se il disturbo è causato dalla carenza di ferro. E' bene fare attenzione alla formazione di taglietti o di fessure fastidiose ai lati della bocca e soprattutto negli angoli. In caso di carenza di ferro, il medico potrebbe modificare la vostra alimentazione o consigliare l'assunzione di integratori.

8) Problemi agli arti

Sensazione di formicolio alle mani e ai piedi, perdita del senso del tatto, difficoltà a camminare, rigidità a livello degli arti inferiori e superiori. Si tratta di alcuni sintomi di anemia da carenza di vitamina B12. Il medico potrà decidere per la somministrazione di iniezioni o integratori. Quando il corpo avrà a disposizione la giusta quantità di vitamina B12. i sintomi potrebbero svanire piuttosto rapidamente.

9) Dolori addominali

L'anemia provocata da una distruzione improvvisa dei globuli rossi (emolisi) può avere tra i propri sintomi i dolori addominali. Inoltre, gli occhi e la pelle possono assumere una tonalità giallognola, le urine possono colorarsi di rosso o di marrone e possono comparire problemi ai reni e convulsioni.

10) Difficoltà respiratorie

Le difficoltà respiratorie possono rappresentare un sintomo di anemia da grave carenza di ferro nei bambini. La carenza di ferro è stata correlata a difficoltà di apprendimento e comportamentali. L'anemia nei bambini può essere asintomatica. Difficoltà respiratorie, pallore e affaticamento dovrebbero essere considerati dei segnali d'allarme. A parere degli esperti, il 3% dei bambini al di sotto dei 2 anni rischiano di essere affetti da carenza di ferro.

Marta Albè

Fonte foto: abcnews.com

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Fave: 10 ricette per gustarle al meglio

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fave ricette

Se amate le fave, forse siete alla ricerca di ricette e idee per utilizzarle al meglio come ingredienti dei vostri piatti. Le fave sono dei legumi ricchi di proteine e fibre vegetali, poveri di grassi e fonte di preziosi sali minerali e vitamine. Le potrete utilizzare per preparare i falafel secondo la ricetta tradizionale, come condimento per la pasta o per il riso e non solo. Ecco per voi dieci ricette con le fave a cui ispirarvi.

1) Falafel di fave

I falafel sono delle ottime crocchette che potrete preparare con le fave, o in alternativa con i ceci. In alcune versioni dei falafel sono presenti entrambi gli ingredienti. Dovrete lasciare in ammollo le fave e frullarle fino ad ottenere una farina, poi potrete unirle alle spezie e formare le vostre crocchette. Qui la ricetta completa.

falafel fave

fonte foto: bakingelements.com

Leggi anche: Come preparare in casa i falafel di ceci

2) Pesto di fave

Forse non ci avevate mai pensato, ma le fave sono un ingrediente perfetto per preparare un pesto alternativo per condire la pasta o da spalmare sul pane. Vi basterà avere a disposizione fave fresche già pulite, succo di limone, olio extravergine, foglioline di menta fresca e, se volete, uno spicchio d'aglio, come suggerisce il blog Verde Cardamomo. Qui la ricetta completa.

pesto di fave

fonte foto: verdecardamomo.blogspot.it

3) Tortino di riso e fave

Con le fave potrete preparare un ottimo tortino di riso. Dovrete cuocere le fave e il riso separatamente. Frullerete le fave per ottenere una purea e poi unirete i due ingredienti per creare il vostro tortino. Lo arricchirete con le mandorle, il timo e la besciamella, anche in versione vegan. Qui la ricetta completa.

4) Purè di fave

Potrete preparare il purè di fave a partire dalle fave fresche, ma la ricetta tradizionale pugliese prevede di utilizzare le fave secche. Il consiglio è di preferire le fave fresche quando sono di stagione. Potrete servire la purea di fave come contorno o accompagnarla ad altri ortaggi o con erbette a piacere. Qui la ricetta completa.

5) Soufflé di fave e patate

Il soufflé di fave e patate è un ottima risorsa, soprattutto se in frigo sono rimasti degli avanzi. Potrete arricchire il vostro soufflé con i piselli o con altre verdure, oltre che con le olive verdi o con del formaggio. Dovrete lessare o cuocere al vapore le fave fresche e le patate. Qui la ricetta completa.

fave

6) Minestra di fave siciliana

Il maccu, o macco, è una minestra di fave schiacciate tipica della Sicilia. Per prepararla vi serviranno mezzo chilo di fave secche e due pomodori grossi e maturi, una cipolla e dell'olio extravergine d'oliva. La lista degli ingredienti è davvero ridotta, ma il risultato sarà delizioso. Qui la ricetta completa.

minestra di fave

7) Zuppa di farro e fave

Con due ingredienti tipici della tradizione contadina, le fave e il farro, potrete preparare un'ottima zuppa da arricchire con la passata di pomodoro, le carote, le cipolle, l'alloro, il rosmarino e il sedano, come suggerisce il blog Pane, Burro e Alici. Qui la ricetta completa della zuppa di farro e fave.

zuppa farro fave

fonte foto: paneburroealici.blogspot.it

8) Risotto con le fave

Le fave fresche sono un ottimo ingrediente per la preparazione del risotto. Tra gli altri ingredienti vi serviranno olio extravergine, cipolla o aglio tritato, e parmigiano grattugiato. Per la cottura del risotto suggeriamo di preparare un buon brodo vegetale fatto in casa. Qui la ricetta completa del risotto di fave.

risotto fave fresche

fonte foto: petitchef.it

9) Spaghetti alle fave fresche

Potrete condire i classici spaghetti con le fave fresche, oppure con una purea di fave schiacciate, come suggerisce il blog Mani, Amore e Fantasia, che riprende una ricetta della tradizione siciliana. Potrete preparare il condimento per la pasta proprio a partire dalle fave fresche. Qui la ricetta completa.

spaghetti fave

fonte foto: blog.giallozafferano.it

10) Flan di fave e fragole

Infine, ecco la ricetta di un antipasto molto particolare. Si tratta del flan di fave con aggiunta di fragole proposto dal blog Al Cibo Commestibile. Lo potrete preparare per stupire i vostri ospiti, a partire dalle fave fresche. Qui la ricetta completa.

flan di fave

fonte foto: alcibocommestibile.com

Marta Albè

Fonte foto: fitsugar.com

Leggi anche: Fave: 10 motivi per mangiarne di più

 

Lavanda: come coltivarla in vaso e nell'orto

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coltivare lavanda

La lavanda è una pianta particolarmente apprezzata per il profumo dei suoi fiori, che vengono utilizzati a scopo decorativo, a livello erboristico e per alcune ricette di cucina. E' tipica del'area mediterranea e ama gli ambienti soleggiati e il clima piuttosto secco. La lavanda potrà sopportare condizioni climatiche diverse, ma preferisce la stagione calda.

La ammirerete al suo massimo splendore tra la primavera e l'estate. La lavanda, coltivata in vaso, in giardino o nell'orto, avrebbe bisogno di 8 ore di sole al giorno. Inoltre, è un ottimo repellente naturale per le zanzare. Potrete coltivare la lavanda dai semi, da una piantina da trapiantare o da una talea, a partire da un rametto lungo almeno 10 centimetri, che potrete inserire in un vasetto da colmare con del terriccio arricchito con un po' di sabbia per favorire il radicamento.

Seminare la lavanda

Potrete acquistare i semi di lavanda in un vivaio di fiducia o su internet. I tempi di germinazione dei semi di lavanda possono variare molto da una tipologia all'altra. I germogli inizieranno a spuntare da una a quattro settimane dopo la semina. Seminate in un vasetto colmo di terriccio, cercando di mantenerlo umido in superficie e posizionatelo in un luogo luminoso, ad esempio vicino a una finestra. Potrete seminare la lavanda tra aprile e giugno. La fioritura delle piante di lavanda avviene tra giugno e luglio. Scegliete semi nuovi in modo che la germinabilità sia più alta (controllate la data indicata sulle bustine da acquistare).

Coltivare la lavanda nell'orto e in giardino

La lavanda è una pianta piuttosto rustica, ma non abbiate timore ad arricchire il punto in cui deciderete di coltivarla con del compost casalingo. Ricordate di annaffiarla con regolarità soprattutto durante il primo anno di crescita. Per trapiantare in giardino o nell'orto una piantina di lavanda, scavate una piccola buca che risulti di pochi centimetri più profonda rispetto alle radici.

Posizionate la piantina e ricopritela con il terriccio. Le stesse regole valgono anche per il trapianto in vaso. L'eccessiva umidità può danneggiare la lavanda. Dunque fate attenzione a collocarla ad una certa distanza dalle altre piante, in modo che l'aria possa circolare facilmente. Per proteggere la lavanda durante l'inverno, ricoprite il terreno circostante con la pacciamatura. Per ripararla dai venti e dal freddo eccessivo, potrete decidere fin dall'inizio di posizionarla vicino ad un muretto o ad una roccia.

lavanda orto giardino

fonte foto: heathcote-ivory.com

Coltivare la lavanda in vaso

Potete coltivare la lavanda anche in un vaso, che potrete posizionare sul balcone o in giardino in primavera e in estate. Scegliete una posizione soleggiata. Se il clima è rigido, ritirate in un luogo chiuso il vostro vaso di lavanda. Collocatelo in casa o sulle scale, vicino ad una finestra. La lavanda vi delizierà con il suo buon profumo. Per la vostra lavanda, scegliete un vaso piuttosto alto.

Regolatevi a seconda delle dimensioni della piantina per il trapianto. Anche in questo caso potrete decidere di coltivare la lavanda a partire dai semi o di acquistare una piantina da trapiantare eventualmente in un vaso più grande. Sul fondo del vaso disponete uno strato di palline di argilla espansa prima di colmarlo con il terriccio. Innaffiate la lavanda quando la superficie del terriccio appare asciutta, dirigendo l'acqua alla base e non direttamente sulla pianta. La Lavandula angustifolia della varietà Nana Alba è considerata particolarmente adatta per la coltivazione in vaso.

lavanda vaso

fonte foto: envato.com

Potare e raccogliere la lavanda

La potatura della lavanda avviene normalmente con la raccolta dei fiori. Intervenite con delle forbici senza strappare la pianta. Se durante l'inverno la vostra lavanda attraversa uno stato di quiescenza a causa del freddo, non procedete alla potatura fino a quando non vedrete nuovi germogli nascere alla base della pianta, che necessita di rigenerarsi. Se volete che la vostra lavanda adorni il giardino a lungo, raccoglietela soltanto verso la fine della fioritura. Potrete raccogliere i fiori in piccoli fasci e lasciarli essiccare in sacchetti di carta, oppure appenderli capovolti. Non esagerate comunque con le potature eccessive, altrimenti la lavanda potrebbe faticare a ricrescere. Il consiglio è di raccogliere i fiori di lavanda quando la pianta avrà raggiunto la massima fioritura.

Marta Albè

Fonte foto: jardins-sans-secret.com

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