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Allerta alimentare: ritirato dagli scaffali il formaggio francese Reblochon Fruitier AOP

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formaggio francese salmonella

Attenzione al formaggio francese Reblochon Fruitier AOP. Le autorità francesi e svizzere avvertono della presenza di salmonelle nel formaggio francese Reblochon Fruitier AOP. Non possono essere esclusi rischi per la salute legati alla contaminazione alimentare. La Francia ha informato l'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria USAV, con sede in Svizzera, e tutta l'Europa, sulla presenza di salmonella nel prodotto, tramite il Sistema di allarme rapido RASFF.

Le autorità svizzere hanno ordinato l'immediato ritiro dagli scaffali del prodotto. Tutti i lotti presenti in commercio possono essere veicolo di contaminazioni alimentari. Per questo motivo i produttori di questo formaggio francese a base di latte crudo hanno stabilito il ritiro del prodotto da tutti i punti vendita. Nel caso in cui i formaggi fossero ancora presenti sugli scaffali dei supermercati, i negozianti dovranno avvisare la clientela.

Il ritiro, nel dettaglio, riguarda due prodotti: il "Reblochon fruitier AOP 450 g" e il "Petit Reblochon AOP 240 g", con scadenza 20 agosto 2014. La produzione di questo formaggio francese tipico, a base di latte vaccino crudo, avviene nelle zone alpine, sia in Francia che in Italia.

I punti vendita svizzeri interessati dal ritiro sono: Aligro Matran, Aligro Sion, Aligro Chavannes-près-Renens, Aligro Genève Acacias. L'USAV consiglia alle persone che hanno acquistato il prodotto menzionato di non consumarlo. Come ricorda l'USAV, le salmonelle sono batteri che possono causare malattie sia nell'essere umano che negli animali.

Nell'uomo, nel giro di poche ore, le salmonelle possono causare malattie gastro-intestinali accompagnate da febbre, vomito, diarrea, nausea e dolori al ventre. Se le persone che avessero già consumato il prodotto dovessero riscontrare tali sintomi, il consiglio è di consultare il proprio medico di famiglia.

salmonella formaggio francese

Giovanni d'Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, ha invitato i consumatori ad astenersi dall'acquisto del formaggio interessato e a non utilizzare il prodotto caseario eventualmente già in possesso, che dovrà essere riconsegnato al punto vendita per il rimborso o la sostituzione. La richiesta per tutelare i consumatori riguarda controlli più approfonditi e maggiori verifiche dei processi produttivi per garantire una totale sicurezza.

Marta Albè

 

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Peperoncino: in estate un alleato perfetto contro sovrappeso, dolori e stress

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peperoncino cibi afrodisiaci


Non solo mangiare peperoncino in estate fa bene ma un’ottima idea è anche coltivarlo e tenerlo sempre fresco a disposizione in giardino o in balcone. Questa spezia può aiutare a perdere peso, avere un effetto antidolorificoalleviare lo stress. A dirlo diverse ricerche scientifiche.

Con il caldo si pensa che sia meglio evitare il peperoncino per la sua piccantezza, in realtà è proprio in questa stagione che la spezia afrodisiaca per eccellenza sembra essere un’alleata ideale in particolare per chi è preoccupato della prova costume e vuole perdere qualche chilo. Lo sostiene una ricerca della Purdue University di Indianapolis: mangiare peperoncino contribuisce a tenere a bada l’appetito, evitando così di eccedere con il cibo. Inoltre questa spezia è utile anche ad attenuare i bruciori di stomaco e le dispepsie come sostiene uno studio pubblicato su Alimentary Pharmacolology e Therapeutics.

In quanto alle sue doti antidolorifiche, vari studi (tra cui uno molto recente effettuato in California) hanno evidenziato le potenzialità in questo senso della capsaicina, principio attivo contenuto nei peperoncini, responsabile tra l’altro del caratteristico sapore piccante di questa spezia.

Coltivare una o più piantine di peperoncino nel proprio giardino o sul balcone, può essere considerato invece un vero e proprio antistress. Prendersi cura e far crescere questa spezia è semplicissimo dato che non necessita di grandi cure, averla sempre disponibile significa poterla utilizzare al bisogno ogni volta che volete realizzare qualche piatto “hot”. Inoltre alcune specie di peperoncino possono essere anche particolarmente decorative per i vostri spazi esterni, ad esempio il Cayambe dalla caratteristica forma allungata, il Rocotiglio molto schiacciato o il Peter Pepper, la cui forma assomiglia a quella di un pene!

Francesca Biagioli

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Mangiare insetti rende piu' intelligenti?

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mangiare_insetti_intelligenti

L'ingegno necessario per sopravvivere con una dieta a base di insetti sfuggenti e difficili da raggiungere è stato un fattore chiave per lo sviluppo delle capacità tipicamente umane nei nostri antenati e in altri primati, compreso lo sviluppo di cervelli più grandi e di funzioni cognitive di alto livello. Gli insetti stessi potrebbero aver contribuito a costruire il nostro cervello.


E' quanto emerge da una ricerca della Washington University in St. Louis, pubblicato sul Journal of Human Evolution, la prima a fornire prove dettagliate su come i cambiamenti stagionali nelle forniture alimentari hanno influenzato i modelli di foraggiamento delle scimmie cappuccine selvatiche.

"Da tempo è stata riconosciuta l'importanza delle sfide associate alla ricerca del cibo nel plasmare l'evoluzione del cervello e le capacità cognitive nei primati, compreso l'uomo. Il nostro lavoro suggerisce che cercare gli insetti quando il cibo era scarso può aver contribuito all'evoluzione cognitiva degli ominidi", ha detto Amanda D. Melin, autore principale dello studio quinquennale sulle scimmie cappuccine in Costa Rica.

La ricerca fornisce un ulteriore supporto alla teoria evolutiva che lega lo sviluppo di competenze come l'aumento della destrezza manuale, l'uso di utensili e un innovativo problem solving, alla sfide legate a una dieta a base di insetti e altri alimenti sepolti, incorporati o comunque difficili da procurarsi. Altre ricerche isotopiche suggeriscono che la dieta dei nostri antenati includesse una gamma di alimenti estraibili, come termiti, radici e tuberi.

"Le scimmie cappuccine sono ottimi modelli per l'esame dell'evoluzione della dimensione del cervello e dell'intelligenza, nonostante le piccole dimensioni del corpo, hanno cervelli impressionantemente grandi. Avere accesso a insetti nascosti e ben protetti che vivono nei rami degli alberi e sotto la corteccia è un compito cognitivamente impegnativo, ma offre una ricompensa di alta qualità: grassi e proteine, che sono necessari per alimentare grandi cervelli", conclude la ricercatrice.

Per leggere lo studio completo, clicca qui

Roberta Ragni

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Soofa: la panchina fotovoltaica per ricaricare lo smartphone gratis al parco

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soofa panchina

A Boston è in arriva Soofa, una speciale panchina fotovoltaica e ecosostenibile che servirà a ricaricare lo smartphone gratis, e non solo. Sappiamo tutto molto bene che le batterie dello smartphone si scaricano facilmente e qualche volta ci sarà capitato di non poterle ricaricare in un momento di necessità.

Ecco che allora la tecnologia green arriva in nostro aiuto. Boston in questo senso detiene il primato, ma presto o tardi progetti simili potrebbero raggiungere anche l'Italia. Martin J. Walsh, sindaco della città, ha permesso l'installazione di Soofa nei parchi e nelle aree verdi della metropoli.

Basterà ricordare di portare con sé il proprio cavo USB per ricaricare lo smartphone mentre ci si rilassa su una panchina, magari chiacchierando con gli amici o leggendo un libro. Soofa avrà anche delle funzioni in più, molto interessanti. Infatti questa panchina tecnologica è in grado di raccogliere e analizzare dati relativi all'ambiente, con particolare riferimento alla temperatura e alla qualità dell'aria.

Uno speciale database archivierà i dati che serviranno per valutare la qualità ambientale della zona. L'idea di unire dei caricatori per cellulari fotovoltaici ad una panchina è nata da Changing Environments, società spin-off del MIT. Le panchine non sono ancora state posizionate e Boston ha richiesto ai cittadini di indicare i luoghi dove le vorrebbero.

Il posizionamento delle panchine Soofa, che inizialmente dovrebbero essere 12, comincerà già questo mese. Il tutto è nato come un progetto di ricerca e presto si trasformerà in qualcosa di concreto, che i cittadini vorrebbero davvero avere a disposizione.

A prima vista Soofa assomiglia ad una comune panchina, ma in realtà è dotata di una stazione solare di ricarica che permette di collegare 2 smartphone. Dal sito di Soofa sarà possibile consultare i dati riguardanti la frequenza d'utilizzo, la qualità dell'aria, l'inquinamento acustico e il numero di ore di sole a disposizione. La loro installazione viene finanziata da Cisco, senza alcun costo per la città di Boston. Si tratta di un primo passo per città più smart, senza dimenticare il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e l'attenzione all'ambiente.

{youtube}7KxIz-0XMx4{/youtube}

Marta Albè

Fonte foto: industryleadersmagazine.com

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Ricaricare cellulari e pc in stazione o in aeroporto...pedalando!

 

Strawberry Trees: l’albero fotovoltaico per ricaricare il cellulare per strada (VIDEO)


Protezioni solari: oltre due terzi di quelle convenzionali contengono sostanze dannose

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creme solari

Ci hanno insegnato che prendere troppo sole fa male e che abbiamo bisogno, ogni volta che ci esponiamo, di avere addosso una protezione solare adatta al nostro fototipo e la cui applicazione va ripetuta dopo un tot di ore e sempre dopo aver fatto un bagno. Quello che poco spesso si dice però è che la maggior parte dei filtri solari in commercio contengono sostanze chimiche che possono essere dannose.

Nella Guida ai solari 2014, recentemente redatta dalla Environmental Working Group (EWG), i dati mostrano che oltre il 66% dei prodotti solari convenzionali comunemente in commercio negli Stati Uniti contengono sostanze chimiche nocive che possono causare allergie e, se utilizzate per molto tempo, creare anche problematiche alla pelle, squilibri ormonali, e perfino portare alla comparsa di un tumore. 

Uno degli ingredienti più dannosi individuati dall’EWG nei solari è l’oxybenzone, composto che nelle protezioni serve ad assorbire i raggi ultravioletti. Questo additivo è stato associato alla comparsa di reazioni allergiche anche perché viene assorbito abbastanza facilmente dal nostro organismo: "l’ oxybenzone penetra nella pelle, entra nel flusso sanguigno e si comporta come gli estrogeni nel corpo - spiegano gli esperti EWG -"Possono scatenarsi reazioni allergiche. Si tratta di dati preliminari, ma gli studi hanno trovato un legame tra concentrazioni più elevate di oxybenzone e danni alla salute."

Secondo gli esperti EWG anche il palmitato di retinile, derivato della vitamina A, è un componente dannoso spesso presente nelle protezioni solari che avrebbe dimostrato di accelerare la formazione di tumori cutanei e lesioni. Anche se il governo americano considera questa sostanza un “ingrediente attivo”, l’EWG sottolinea che esistono studi che dimostrano come questo additivo reagisca con il sole per produrre radicali liberi che danneggiano il DNA.

Altro problema che sottolineano gli esperti è che i filtri solari bloccando i raggi solari UVB bloccano anche la produzione di vitamina D nel nostro corpo con la conseguenza di aumentare il rischio di malattie proprio come il tumore che si cerca di combattere mettendosi le protezioni. Di contro però anche i raggi UVA sono responsabili di causare danni alla pelle. E quindi qual è la soluzione?

L'analisi effettuata da EWG riguarda la situazione americana ma difficile che da noi, anche se le marche di solari cambiano, non si riscontrino le stesse problematiche. Vi consigliamo di acquistare solari biologici ed ecologici, sicuramente meno dannosi di quelli tradizionali, ma attenzione però a leggere sempre l’Inci dei prodotti. Anche tra i prodotti così detti "naturali" si nascondono molte insidie! Non esponetevi troppo al sole, evitate categoricamente le ore più calde, e servitevi di cappelli, parei, magliette o altro per proteggervi quando ne avete più bisogno.

Francesca Biagioli

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Regioni Imbottigliate: il business dell'acqua in bottiglia

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regioni imbottigliate 2014

Acqua in bottiglia, un business dai grandi numeri di cui spesso i consumatori non si rendono conto. Basti pensare che secondo le ultime stime l'Italia detiene un vero e proprio record per l'acquisto e il consumo di acqua in bottiglia. Dunque, è bene sapere. A svelarne i retroscena è l'indagine Regioni Imbottigliate, di cui Legambiente e Altreconomia presentano i risultati.

Il problema riguarda soprattutto i canoni di concessione per le acque minerali. Le Regioni continuano a chiedere canoni ridicoli agli imbottigliatori, ma grazie a una revisione potrebbero ottenere 250 milioni di euro per le politiche di tutela e gestione delle risorse idriche.

L'acqua in bottiglia non conosce crisi e in Italia ogni abitane consuma circa 192 litri di acqua minerale all'anno, dunque più di una bottiglietta da mezzo litro al giorno, che nell'82% dei casi è di plastica. L'Italia dal punto di vista dell'imbottigliamento d'acqua detiene il primato europeo: 12, 4 miliardi di litri d'acqua imbottigliati per un giro d'affari di 2,3 miliardi di euro. Sono coinvolte 156 società con 296 diversi marchi.

L'impatto ambientale dell'imbottigliamento, della vendita e del consumo di acqua minerale è elevatissimo. Per placare la sete degli italiani vengono utilizzati oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica da 1,5 litri, a cui corrispondono 450 mila tonnellate di petrolio impiegate per la loo produzione e oltre 1,2 milioni di tonnellate di Co2 emesse.

L'indagine annuale di Legambiente e Altreconomia sui canoni di imbottigliamento dell'acqua rileva che le Regioni italiane richiedono importi ridicoli all'industria delle acque minerali. A volte non vengono nemmeno presi in considerazione i volumi d'acqua prelevati o imbottigliati. Così un bene pubblico che appartiene a tutti i cittadini viene a dir poco svenduto.

Tra le regioni peggiori troviamo Molise, Sardegna, Emilia Romagna e la Provincia autonoma di Bolzano. Le regioni promosse, che applicano un doppio canone con importi uguali o superiori ad 1 euro al metro cubo sono l'Abruzzo, la Calabria, il Friuli Venezia Giulia, il Piemonte, le Marche, l'Umbria, la Valle d'Aosta, la Provincia autonoma di Trento, la Lombardia e il Veneto. Quattro di queste regioni, Piemonte, Abruzzo, Calabria e Veneto, prevedono forti sconti sui canoni delle concessioni per i volumi imbottigliati se le aziende sottoscrivono con la Regione un protocollo di intesa recanti patti per la difesa dei livelli occupazionali.

L'acqua in bottiglia viene mediamente venduta a un prezzo di 0,26 euro al litro, mentre alle Regioni le aziende imbottigliatrici pagano in media 1 euro ogni 1000 litri, ovvero un millesimo di euro per litro imbottigliato, con ampi margini di guadagno. Quello che gli italiani vanno a pagare, infatti, è rappresentato per più del 90% dai costi della bottiglia, dei trasporti e della pubblicità, unito ovviamente all'enorme guadagno dell'azienda in questione, e solo per l'1% dall'effettivo costo dell'acqua. Visto il malfunzionamento del sistema, che non fa altro che favorire l'industria delle acque minerali, non stupisce che l'acqua minerale Nestlé sarà l'acqua di Expo 2015:

"Nei giorni scorsi Expo 2015 spa e Sanpellegrino, società del gruppo Nestlé leader in Italia nel mercato delle acque in bottiglia, hanno reso nota la propria partnership in vista dell'Esposizione universale: l'acqua Nestlé sarà l'acqua di Expo. Crediamo" - ha dichiarato Luca Martinelli, giornalista di Altreconomia - "che per il governo italiano e per la Regione Lombardia, che sono tra gli azionisti di Expo spa, la manifestazione avrebbe dovuto rappresentare un momento in cui promuovere la qualità dell'acqua di rete e il consumo di acqua di rubinetto, e non trasformarsi in un veicolo di marketing per una multinazionale dell'acqua, che in Lombardia imbottiglia miliardi di litri tra acqua e bibite, riconoscendo in entrambi i casi canoni irrisori all'amministrazione pubblica".

Regioni imbottigliate classifica

Secondo Legambiente, appare chiara la discordanza tra i costi pagati dalle aziende private, che imbottigliano acqua per il loro personale tornaconto, e quelli pagati dai cittadini, che si ritrovano ad acquistare a caro prezzo un bene che di fatto è già loro: "La nostra proposta è di istituire un canone minimo nazionale per le concessioni di acque minerali pari ad almeno 20 euro al metro cubo (ossia 0,02 euro al litro imbottigliato). Ai tassi attuali di prelievo si ricaverebbero circa 250 milioni di euro che potrebbero essere destinati alle politiche di tutela e gestione della risorsa idrica".

Chi avrà il coraggio di intervenire per cambiare le cose in meglio?

Scarica qui il dossier Regioni Imbottigliate.

Marta Albè

Fonte foto: radiantplumbing.com

Leggi anche: Censis: in Italia record per il consumo di acqua in bottiglia

 

La protesta degli omini LEGO contro Shell e a favore dell'Artico (#BlockShell)

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lego shell

 Gli "omini" LEGO sono scesi nelle principali piazze di tutto il mondo dopo aver scoperto che la loro azienda si è coalizzata con Shell, pericoloso gigante del petrolio che sta trivellando l'Artico. Mentre le sue piattaforme invadono l'Artico, Shell sta infatti usando LEGO per ripulire la sua immagine. 

E' questa la denuncia di Greenpeace, che spiega come, mettendo il suo logo sui prodotti LEGO, il gigante petrolifero voglia guadagnare il pubblico consenso, facendo leva sulle emozioni e sulla passione che i mattoncini colorati suscitano in tutto il mondo. E nascondere il rischio di un disastro petrolifero in uno degli ecosistemi più delicati ed importanti del Pianeta. 

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COSA POSSIAMO FARE? Chiedere a LEGO di rompere con Shell. "Se saremo milioni, nessuno potrà ignorare la nostra voce! LEGO ha infatti molto a cuore quello che pensano i consumatori e dichiara che una delle sue ambizioni è quella di "proteggere il diritto dei bambini a vivere in un ambiente salubre", spiega l'associazione ambientalista, che per questo ha lanciato una petizione online  e l'hashtag #BlockShell.

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Per chiedere alla Lego di rompere l'accordo con Shell, basta inserire i propri dati nella pagina dedicata. Solo qualche secondo per unirsi agli omini Lego che non vogliono essere complici della distruzione dell'Artico.

Francesca Mancuso

LEGGI anche:

Shell non trivellerà l'Artico

La Shell ferma le trivellazioni nell'Artico. Esulta Greenpeace

 

Boomslang, la passerella in legno che si snoda sugli alberi del Botanical Garden di Kirstenbosch [FOTO]

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Il National Botanical Garden di Kirstenbosch, a Città del Capo, ha appena inaugurato una splendida passerella in legno che permette di visitare questi magici giardini da una prospettiva mozzafiato

Il ponte è stato progettato dall'architetto Mark Thomas e dall'ingegnere Henry Fagan per l'anniversario dei 100 anni dall'apertura dei giardini.

Si chiama Boomslang come il temibile serpente subsahariano, e come il suo omonimo si snoda sinuoso tra gli alberi della foresta, permettendo così ai visitatori di passeggiare tra gli alberi e ammirarli da vicino, respirando aria pulita a contatto diretto con la natura. 

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Questa meravigliosa passerella è diventata l'attrazione permanente del Parco, grazie agli scorci mozzafiato che riesce a regalare su uno degli arboreti più importanti del Paese.

E' un parco splendido, che si estende per più di 500 ettari. Inserito nel Partrimonio Mondiale Unesco, tutela la straordinaria e ricchissima flora del Paese, ospitando quasi esclusivamente piante indigene: delle 20.000 specie vegetali sudafricane qui ne vengono coltivate circa 9.000.

Il percorso è lungo 430 metri, raggiunge un'altezza di 12 metri e permette ai visitatori di godere di un panorama unico, che si affaccia sul versante orientale della Table Mountain.

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Boomslang passerella in legno-01

La passerella si integra perfettamente nel paesaggio: "è più una scultura che una struttura, quella che abbiamo creato" ha detto l'architetto che l'ha progettata. Una vera e propria opera d'arte immersa nella natura, che regala un'emozione unica, sospesi come per magia tra cielo e terra.

Arturo Carlino

Foto: Adam Harrower

Fonte: Dezeen

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Australia: una passeggiata sospesi tra gli alberi della foresta 

 


10 motivi per mangiare piu' lentamente

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mangiare lentamente

La vita frenetica e gli impegni delle nostre giornate ci possono condurre a mangiare troppo in fretta, a masticare rapidamente e a non dedicare la giusta attenzione ai nostri pasti. Basta un po' di impegno per modificare le abitudini scorrette e garantire un maggior benessere al nostro corpo e alla nostra mente. 

Così mangiare diventerà un vero e proprio esercizio di meditazione, fondamentale per ritrovare la calma. Ecco perché è importante imparare a mangiare più lentamente e con maggiore consapevolezza.

1) Dimagrire

Mangiare e masticare più lentamente fa dimagrire. Lo ha evidenziato uno studio recente in cui è stato dimostrato che masticare ogni boccone per almeno 30 secondi ha un effetto positivo per quanto riguarda la forma fisica. Secondo gli esperti, masticare lentamente riduce il senso di fame e dunque può essere d'aiuto nella perdita di peso in eccesso.

Leggi anche: Masticare lentamente, ecco il segreto per dimagrire

2) Migliorare la digestione

Mangiare con più calma porta a masticare il cibo più lentamente e anche meglio. Ciò conduce ad una digestione meno pesante, poiché gli alimenti vengono pre-digeriti a livello della bocca grazie all'azione della saliva. Come ci hanno insegnato da bambini, la buona digestione inizia dalla bocca. Masticare bene e a lungo alleggerisce il lavoro dello stomaco e favorisce la digestione.

3) Gustare davvero il cibo

Si tratta di una delle ragioni più importanti per mangiare più lentamente. Spesso ci dimentichiamo che avere a disposizione del cibo può essere un privilegio e anche un piacere. Quindi è bene cercare di assaporarlo lentamente e con calma per gustarlo davvero e individuare tutti i differenti sapori che sono presenti in un piatto.

4) Ridurre lo stress

Mangiare e masticare lentamente può rappresentare una forma pratica di meditazione. Non a caso i monaci occidentali e orientali nel corso del tempo hanno ritenuto opportuno seguire la regola del silenzio durante i pasti. Concentrarci sulle azioni che stiamo compiendo, compresi il mangiare e il masticare, aiuta a ridurre lo stress e a vivere meglio. Insomma, quando sei seduto a tavola per il pranzo o per la cena, mangia "davvero", senza pensare ad altro.

5) Rallentare il ritmo

Scegliere di masticare e gustare lentamente piatti preparati in casa con amore e cura è una potente forma di ribellione contro la cultura del fast food e della vita frenetica. Fast food significa proprio cibo consumato al volo e di fretta, perché si ritiene ormai di non avere abbastanza tempo per alimentarsi e nutrirsi con calma e come si deve. Lasciamo perdere le mode alimentari e gustiamoci la vita e i nostri pasti fino in fondo.

6) Limitare gli attacchi di fame

Mangiare di fretta e masticare velocemente può trarre in inganno il nostro organismo. Il senso di sazietà risulta solo momentaneo e nel giro di breve tempo potrebbero ripresentarsi i classici attacchi di fame. Perché? Il motivo è molto semplice. Mangiare di fretta non consente al nostro organismo di inviarci un corretto segnale di sazietà. Mangiare lentamente, invece, ci permette di capire quando siamo davvero sazi.

7) Socializzare

Il momento della pausa pranzo e della cena possono rappresentare delle occasioni importanti per socializzare con i colleghi o per approfondire i rapporti con amici e familiari. Godersi con calma almeno di tanto in tanto un pasto in compagnia, mangiando e masticando lentamente, sarà un'occasione importante sia per socializzare che per regalarsi un momento di maggiore spensieratezza e relax.

8) Prevenire l'insulino-resistenza

Secondo una ricerca condotta in giappone, l'abitudine di mangiare rapidamente è associata con lo sviluppo della resistenza all'insulina. Si tratta di un sintomo silente che può portare ad incrementare il rischio di diabete e di problemi cardiaci. Inoltre sembra che questa cattiva abitudine possa essere collegata alla sindrome metabolica, che può combinare ipertensione, obesità e l'insulino-resistenza stessa.

9) Evitare il reflusso gastrico

Una ricerca condotta nel 2004 su volontari sani ha evidenziato che mangiare rapidamente può influire in modo negativo sulla comparsa del reflusso gastrico dopo aver consumato un pasto secondo le proprie abitudini, probabilmente scorrette. Il reflusso gastrico prevede che una parte del cibo e degli acidi dello stomaco risalgano in modo anomalo verso l'esofago, provocando fastidi e bruciori.

10) Ridurre l'ansia

Secondo gli esperti, mangiare velocemente nella vita quotidiana e quando ci si trova al lavoro o in viaggio può aumentare il livello di ansia. La cattiva masticazione può provocare un malassorbimento di nutrienti essenziali, un'evenienza che sarebbe in grado di influenzare tutto il nostro corpo, compreso il sistema nervoso. Al contrario, prendersi i tempi necessari per consumare i propri pasti con calma garantisce una riduzione dell'ansia e favorisce il benessere psico-fisico.

LEGGI anche: Reflusso gastroesofageo: cause, sintomi e rimedi naturali

Marta Albè

Leggi anche:

Masticare lentamente, ecco il segreto per dimagrire

 

 

10 trucchi per pulire e tagliare rapidamente frutta e verdura (VIDEO)

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tagliare verdure

Ci sono tanti modo per sbucciare e affettare rapidamente la frutta e la verdura. In vendita troviamo sempre più strumenti che ci aiutano in questa operazione che a volte può sembrare in po' noiosa. Ma come fare se abbiamo a disposizione solo coltello e tagliere e dobbiamo sbucciare e affettare frutta e ortaggi particolari o in grandi quantità? 

Ecco dal web tanti suggerimenti e video utili per pulire e tagliare rapidamente frutta e verdura, alcuni dei quali veramente bizzarri e geniali al tempo stesso.

1) Pomodorini

Dovete tagliare i pomodorini per condire la pasta, la pizza o l'insalata di riso? Se non volete perdere tempo e ottenere un risultato perfetto vi basterà sovrapporre due piatti tra cui riporre i pomodorini e avere a disposizione un coltello ben affilato dalla lama di dimensioni più grandi rispetto al diametro dei piatti prescelti. Tagliare a metà i pomodorini ora sarà davvero un gioco, come in questo video.

{youtube}CTK0mpniqPw{/youtube}

2) Ananas

In vendita si trovano alcuni strumenti che ci aiutano a sbucciare l'ananas e a rimuovere la parte centrale, ma come fare se si ha a disposizione un normale coltello da cucina? Rimuovete la cima e il fondo, poi eliminate la buccia cercando di preservare il più possibile la polpa con un coltello seghettato. Completate la pulizia dell'ananas e infine affettate, come mostra questo video. Non gettate la parte superiore con le foglie dell'ananas. Vi servirà per coltivarlo in vaso.

Leggi anche: Come coltivare l'ananas in vaso

{youtube}2HG3vWdmvBk{/youtube}

3) Mango

Chi ha provato almeno una volta a sbucciare e affettare un mango sa che non è un'impresa semplice. Si rischia di rovinare il frutto e di fare fatica a rimuovere la polpa, soprattutto quando ci si avvicina al nocciolo. Questo video, che è stato girato in Cambogia, vi mostra come sbucciare e affettare il mango senza fatica.

{youtube}EkxXvMWL-lU{/youtube}

4) Aglio

Sbucciare l'aglio può diventare un'operazione davvero semplice e divertente. Non servono coltelli e non si rischia che le dita rimangano a contatto troppo a lungo con l'aglio, così da preservare la pelle dal suo odore persistente. Vi sarà utile quando dovrete pelare molto aglio. Lo potrete premere verso il piano della cucina e scuoterlo leggermente. Poi inserite l'aglio in una pentola con coperchio e agitate. Il gioco è fatto! Guardate il video.

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5) Cipolla

Come sbucciare e affettare le cipolle rapidamente? Con un coltello molto affilato rimuovete la parte inferiore della cipolla, dividetela a metà e rimuovete la buccia da una delle due parti ottenute e in seguito dall'altra. Poi potrete affettarla rapidamente, come mostra il seguente video. Per evitare di "piangere" risciacquate la cipolla o immergetela brevemente in una ciotola con acqua fredda.

Leggi anche: Cipolle: come sbucciarle senza piangere

{youtube}I37fHAlxTXg{/youtube}

6) Patate

Ci sono almeno 3 modi per affettare le patate con facilità. Se volete ottenere dei cubetti o dei bastoncini, potrete tagliarle con un coltello dopo aver livellato la base, per tenerle ferme più facilmente. Altrimenti potrete utilizzare uno scavino rotondo, un'idea perfetta per le patate arrosto, o in alternativa vi servirete di una mandolina per creare fette sottili, come mostra questo video.

{youtube}x3Yxptccl-o{/youtube}

7) Mele

Nei comuni supermercati e negozi di articoli per la casa troverete diversi attrezzi utili per sbucciare e affettare le mele. Ad esempio un "pelamele" a manovella che rimuove la buccia e il torsolo e taglia le mele a fettine rotonde e sottili. In alternativa esiste uno strumento a raggiera che permette di affettare le mele a spicchi e di rimuovere il torsolo, ma in questo caso le dovrete pelare a mano. Come fare se le mele sono tante? Questo video molto divertente mostra come sbucciare le mele con un trapano.

{youtube}YSmcQDzBA18{/youtube}

8) Melanzane

Dovrete mondare e affettare le melanzane non molto tempo prima del loro utilizzo, poiché tendono ad annerirsi facilmente. Come spiega il seguente video, dovrete prima di tutto rimuovere il peduncolo verde. La buccia delle melanzane di solito non viene rimossa, ma alcune ricette potrebbero richiederlo, dunque procedete con la massima attenzione e poi suddividete le melanzane a fette, a bastoncini o a cubetti a seconda delle necessità.

{youtube}-EWRqZi01JA{/youtube}

9) Melograno

Per sbucciare correttamente il melograno dovrete rimuovere con pazienza la parte superiore e in seguito la parte inferiore, in modo da poter vedere i chicchi. A questo punto potrete praticare delle scanalature sulla parte esterna, affondare il coltello verso l'interno e suddividere il melograno in spicchi. Quindi potrete rimuovere i chicchi, . Per preparare il succo di melograno, invece, vi basterà tagliarlo a metà e spremerlo come un limone con uno spremiagrumi.

{youtube}JqwwsEcVXU0{/youtube}

10) Carote

Sbucciare le carote sarà più semplice se utilizzerete un pelapatate o uno sbucciamele a coltellino, con una lama ben affilata. Come tagliare le carote a julienne senza fatica e senza rimetterci le dita? Se non avete a disposizione strumenti speciali, affidatevi al coltello da cucina, come un vero chef. Tagliate le carote in senso longitudinale e poi affettatele in modo sottile. Lo stesso trucco vale anche per le zucchine e le cipolle, come mostra questo video.

{youtube}qZV6JsiMC0E{/youtube}

Marta Albè

Fonte foto: nautilusplus.com

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Come tagliare i pomodorini ciliegini in 3 secondi

 

Alga tossica, allarme in Sicilia: come riconoscerla e i sintomi

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alga tossica sicilia

È di nuovo allarme alga tossica sulle coste siciliane. Dal palermitano alla punta estrema dell'isola, si teme per il ritorno di una delle ospiti meno attese dell'estate, la famigerata Ostreopsis Ovata che già da qualche anno fa capolino sulle coste siciliane. I pronto soccorso palermitani hanno già registrato vari casi di allergia.

I sintomi avvertiti sono stati rinite, prurito, bolle sulla pelle, difficoltà respiratorie e senso di nausea, accompagnati a volte da una febbre passeggera e da malessere generale. Nulla di particolarmente grave ma meglio stare alla larga se si nota la presenza della microalga.

Intanto, l'Arpa Sicilia ha avviato il monitoraggio delle coste per capire quali sono quelle invase dall'alga, dove imporre il divieto di balneazione. I tecnici dell'Agenzia dovranno verificare se vengono superate le 10.000 cellule al litro. Allora, dopo due campionamento scatta il divieto.

A Palermo, nella zona di Vergine Maria l'Arpa ne ha riscontrato la presenza. Per questo il Comune l'ha già inserita nelle “zone sottoposte a controllo analitico” consigliando di non sostare nelle vicinanze.

L' Ostreopsis Ovata è un'alga unicellulare tossica, che si è avvicinata dalle nostre parti per ragioni legate al clima: a spingerla dalle zone tropicali al Mediterraneo sono stati il moto ondoso ridotto dovuto al mare calmo e alla presenza di barriere artificiali, l'elevata temperatura dell’acqua (25°C o più), l'alta pressione atmosferica e i venti di mare con velocità sufficienti a trasportare le goccioline d’acqua.

Come fare a riconoscerla? A occhio nudo è possibile notare una sorta di schiuma opaca in superficie con una consistenza gelatinosa, la formazione di una pellicola scura dall’aspetto membranoso sugli scogli e su tutto ciò che si trova sul fondo.

alga tossica1

Nel caso di sospetta presenza di alghe tossiche, è meglio evitare di bagnarsi con l'acqua marina ed è consigliabile allontanarsi dalla spiaggia soprattutto per soggetti affetti da disturbi di tipo respiratorio (ad esempio gli asmatici) e per coloro che, abbiano avvertito in spiaggia, o nelle zone circostanti, sintomi di irritazione alle vie respiratorie, lacrimazione agli occhi o altri disturbi. “È stato accertato che basta allontanarsi alcune decine di metri per eliminare o attenuare i malesseri” spiega la Protezione civile.

Una nemica non solo dell'uomo ma anche degli organismi marini come i ricci e le stelle di mare, che possono perdere aculei e bracci.

Un fenomeno in costante aumento, come ha spiegato l'Istituto Superiore di Sanità. Tipico delle regioni tropicali, si è spostato nel Mediterraneo dove “si è assistito alla proliferazione dell'Ostreopsis ovata, che solitamente vive sulla superficie delle macroalghe rosse e brune presenti sul fondo del mare”.

Per conoscere le spiagge che verranno sottoposte al monitoraggio dell'Arpa, clicca qui

Francesca Mancuso

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Energia pulita dalla Co2: la nuova invenzione del Cnr

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emissioni co2 energia pulita

Produrre energia pulita dalla Co2, tra i maggiori responsabili del cambiamento climatico. Dal Cnr arriva una nuova scoperta. L'Istituto di chimica biomolecolare del Cnr di Pozzuoli ha ideato un nuovo processo per la conversione della Co2 in acido lattico durante la produzione biologica di idrogeno, attraverso la fermentazione batterica di scarti organici.

 

Si tratta di un nuovo metodo biotecnologico per la cattura dell'anidride carbonica e la sintesi di idrogeno mediante la fermentazione di materiali organici anche di scarto. Il tutto potrebbe avere un utilizzo industriale per la produzione di energie rinnovabili e ecosostenibili.

E' stato ideato e brevettato da un team di esperti condotto da Angelo Fontana presso i laboratori di ricerca dell'Istituto di chimica biomolecolare del Cnr. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica International Journal of Hydrogen Energy e presto apparirà anche su ChemSumChem.

Il nuovo metodo per la produzione di biogas si chiama Cif (Capnophilic Lactic Fermentation) e si avvale di un batterio che vive e prolifera in condizioni ambientali estreme. Il batterio hermotoga neapolitana, infatti, cresce a 80 gradi nelle solfatare marine al largo del litorale Flegreo.

Come spiega l'esperto, le cellule della Thermotoga si comportano da micro reattori in grado di produrre idrogeno da fermentazione di substrati organici, inclusi materiale di scarto dell'industria agro-alimentare, permettendone una trasformazione in energia pulita. Il metodo presenta simultaneamente 3 vantaggi: la produzione di energia pulita, la cattura dell'anidride carbonica e il recupero di materiali di scarto.

"Il metabolismo del batterio prendendo Co2 e acido acetico rilascia acido lattico" - ha spiegato Fontana - "con la completa eliminazione della Co2, inoltre, al contrario dei classici meccanismi di fissazione autotrofa, come ad esempio la fotosintesi, non comporta sintesi di composti del metabolismo cellulare. Anzi, l'utilizzo di anidride carbonica stimola la velocità di fermentazione determinando un miglioramento della produzione di idrogeno da cui potrebbe essere direttamente ottenuta energia elettrica".

Secondo gli esperti, i risultati ottenuti aprono ora la possibilità dell'applicazione industriale della Capnophilic Lactic Fermentation, considerando che per la sola produzione di acido lattico esiste un mercato mondiale stimato in circa 1200 milioni di dollari nel 2010. La produzione biologica di idrogeno mediante fermentazione batterica di substrati organici, incluso molti materiali di scarto, è una tematica scientifica caldissima - a parere di Fontana - e di grande prospettiva per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Marta Albè

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Bisfenolo A: favorisce il cancro al seno e rende i tumori resistenti alla chemioterapia

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bisfenolo a tumore al seno

Il bisfenolo A (Bpa) potrebbe avere un ruolo non secondario nello sviluppo del tumore al seno e nella sua resistenza alla chemioterapia. Un nuovo studio condotto dalla Duke University ha evidenziato che il Bpa contribuisce allo sviluppo del cancro al seno e che può rendere alcune cellule resistenti alla chemioterapia.

Nel corso dello studio le cellule tumorali del cancro al seno sono risultate resistenti ai medicinali prescritti per la chemioterapia quando il Bpa era presente. Il bisfenolo A rendeva i farmaci inutili e permetteva alle cellule cancerogene di continuare a svilupparsi. Inoltre, i ricercatori hanno evidenziato che il Bpa, di per sé, potrebbe rappresentare uno dei fattori della comparsa di cellule cancerogene. Gli esperti hanno reso noti i risultati dello studio in occasione del meeting annuale dell'International Society of Endocrinology e dell'Endocrine Society che si è svolto a Chicago lo scorso 23 giugno.

La maggior esposizione al Bpa avviene attraverso le bottiglie di plastica che lo contengono. Scott Sauer, co-autore dello studio in questione, ha dichiarato che anche se in piccola parte l'industria starebbe abbandonando il Bpa, quasi tutti gli abitanti dei Paesi sviluppati avrebbero del bisfenolo A in circolazione nell'organismo e sarebbero costantemente esposti ad esso.

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Il Bpa è un interferente endocrino in grado di compromettere il normale funzionamento del sistema ormonale. Viene utilizzato soprattutto per la produzione di materie plastiche. Anziché pensare a come disintossicare l'organismo del paziente dal Bpa, fino a questo momento gli oncologi allopatici hanno puntato subito alla chemioterapia, un trattamento che purtroppo distrugge il sistema immunitario, già indebolito, dei pazienti. Proprio la soppressione del sistema immunitario potrebbe condurre alla comparsa di nuovi tumori.

Secondo lo studio della Duke University, quando la chemioterapia viene utilizzata in presenza di Bpa per il trattamento di alcune tipologie di cancro al seno (con particolare riferimento ai tumori infiammatori), è come se nell'organismo si attuasse una vera e propria battaglia tra i farmaci e questa sostanza contenuta nelle materie plastiche. Se la chemioterapia risulta inefficace per via della presenza di Bpa, il cancro tende ad avere la meglio, con le conseguenze peggiori per i pazienti.

Lo studio è stato condotto su cellule in vitro, al di fuori dell'organismo umano, ma gli esperti coinvolti sperano di poter continuare le proprie sperimentazioni per andare alla ricerca di nuove evidenze scientifiche che riguardino gli effetti del bisfenolo A sulla popolazione adulta e con particolare riferimento allo sviluppo dei tumori.

Marta Albè

Fonte foto: counselheal.com

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#Vorreiprendereiltreno: la campagna di un ragazzo disabile contro le barriere architettoniche

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iacopo melio

"Sono single per colpa degli autobus". Dopo questa battuta ironica comparsa sul suo blog, Iacopo Melio, un ragazzo disabile di 22 anni, che vive a Cerreto Guidi, in provincia di Firenze, ha lanciato una vera e propria battaglia contro le barriere architettoniche, con particolare riferimento agli autobus e ai treni. E su Twitter è nato l'hashtag #vorreiprendereiltreno.

Sembra che l'iniziativa stia attirando anche l'attenzione dei politici. Sarà la volta buona per intervenire e facilitare la vita dei disabili che vorrebbero utilizzare senza troppi problemi e in autonomia i mezzi pubblici?

Iacopo è affetto dalla sindrome di Escobar, una malattia genetica che lo costringe a spostarsi con la sedia a rotelle. Per lui, come per molte altre persone disabili, prendere i mezzi pubblici, soprattutto treni e autobus, può rappresentare un ostacolo insormontabile. Purtroppo sono ancora numerosi i bus e i convogli che non prevedono uno spazio e delle attrezzature dedicate ai disabili.

Qualche settimana fa Iacopo ha deciso di contattare direttamente su Twitter l'ex ministro all'Istruzione Maria Chiara Carrozza, rispondendo ad un suo tweet che recitava "Oggi di ritorno da Roma con un treno magnifico partito alle sei #ioprendoiltreno". Questa la risposta pronta di Iacopo: "I treni di noi plebei non sono mai magnifici, soprattutto per noi disabili che di rado li troviamo attrezzati #vorreiprendereiltreno".

Nel giro di poche ore, la campagna lanciata da Iacopo si è diffusa ed è diventata virale sul web. Il ragazzo ha spiegato che ogni volta che deve prendere il treno è costretto a chiamare la stazione, per sapere a che ora passerà un convoglio adatto alle sue esigenze. Ecco il suo appello, rivolto a tutti noi, ma soprattutto ai politici e a chi potrebbe intervenire per migliorare la situazione:

"Io la ragazza dei miei sogni, se non monto su un mezzo pubblico, proprio non la potrò mai trovare. Non vi chiedo di cambiare le cose perché un cittadino deve poter andare dove vanno tutti gli altri. Non ve lo chiedo perché siamo tutti uguali; perché la libertà dovrebbe essere un diritto sacro-santo. Non vi chiedo di rendere treni, pullman, taxi, aerei, traghetti e dischi volanti agibili perché è la cosa più civile e naturale che si possa pensare in un Paese Democratico. Né tantomeno perché sarebbe il caso, d'ora in avanti, di spendere quei pochi soldi rimasti in maniera intelligente. Ve lo chiedo perché sono stanco di essere single 'per scelta'. Vostra, ovviamente".

Il popolo del web si sta già attivando per supportare la campagna di Iacopo che non è personale, ma è per chiunque, sia per i giovani che per gli anziani che per qualsiasi persona che per un periodo lungo o breve della propria vita si trovi a dover affrontare delle difficoltà di movimento e di spostamento.

Iacopo ringrazia tutti così su Facebook e ci invita ancora a supportarlo: "Grazie a chi mi ha aiutato a scatenare tutto questo in pochissime ore, inaspettatamente. A chi ci ha messo la faccia, la penna e il foglio, il sorriso, il pensiero, due minuti...Non credo di aver fatto niente di speciale: ho fatto quello che potevo, con i mezzi che ho. Nulla di più...Per tutto il resto, proviamo a continuare a lottare".

Allora diffondiamo e sosteniamo la campagna di Iacopo sul web con l'hashtag #vorreiprendereiltreno.

Marta Albè

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La terra vista dal cielo: gli scatti di Yann Arthus-Bertrand in mostra a Milano [FOTO]

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Il grande fotografo e ambientalista francese Yann Arthus-Bertrand da oltre 20 anni viaggia nei cieli di tutto il mondo, catturando con i suoi scatti la bellezza della Terra e la sua fragilità, nel tentativo di proteggerla dalla mano distruttiva dell'uomo. 

Un lavoro iniziato nel 1976, che l'ha portato a visitare ogni angolo del Pianeta, dai deserti africani ai ghiacciai antartici, dai luoghi remoti e incontaminati a quelli modificati dall'uomo.

Come egli stesso racconta: "Ho visto la Terra cambiare. L'impatto dell'uomo si vede dal cielo. Durante i viaggi e le ricerche ho constatato che tutti gli scienziati che ho incontrato condividono la mia stessa inquietudine. Quanto illustrano le mie fotografie, loro lo dimostrano con le cifre. E le cifre sono inaudite!"

Il risultato del suo lavoro è "La Terra vista dal Cielo"  (La Terre vue du Ciel) una raccolta dei più bei paesaggi del pianeta, fotografati dal cielo. Questo lavoro è diventato dapprima un libro - tradotto in 24 lingue, con oltre 3 milioni di copie vendute - e poi una mostra che ha fatto il giro del mondo.

Oggi la mostra torna in Italia, ospitata nel Museo di Storia Naturale di Milano fino al 19 ottobre.

“Come sempre, attraverso questa mostra, desideriamo far riflettere sullo stato del pianeta e sensibilizzare sulle problematiche legate allo sviluppo sostenibile dice Arthus-Bertrand in un intervista. Il suo lavoro, infatti, è innanzitutto una forte critica allo sfruttamento irresponsabile delle risorse naturali e ai disastri causati dall'uomo.

Completa l’esposizione il suo film “Home”, uno splendido documentario sull'ambiente e sui cambiamento climatici, prodotto in collaborazione con Luc Besson e Francois-Henri Pinault, che potete vedere qui con i sottotitoli in italiano:

{youtube}I1fQ-3-CEFg{/youtube}

Per maggiori informazioni sulla mostra potete visitare il sito del comune di Milano 

Ecco una piccola galleria fotografica con alcuni dei suoi scatti più famosi:

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 Arturo Carlino

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Addio alle barriere coralline dei Caraibi se non salviamo il pesce pappagallo

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La maggior parte delle barriere coralline dei Caraibi spariranno entro i prossimi 20 anni se non si interviene per proteggerle, soprattutto a causa del declino di erbivori come i ricci di mare e i pesci pappagallo. È quanto emerge da un nuovo report condotto congiuntamente da Global Coral Reef Monitoring Network (GCRMN), International Union for Conservation of Nature (IUCN) e UNEP.

Il rapporto, 'Status and Trends of Caribbean Coral Reefs 1970-2012', è lo studio più dettagliato e completo del suo genere pubblicato fino ad oggi: si tratta del risultato del lavoro di 90 esperti nel corso di tre anni e contiene l'analisi di oltre 35.000 indagini condotte in 90 località caraibiche fin dal 1970, compresi gli studi su coralli, alghe, ricci di mare e pesci.

I risultati mostrano che i coralli dei Caraibi sono diminuiti di oltre il 50% dal 1970. Ma secondo gli autori, ricostituire le popolazioni dei pesci pappagallo e migliorare altre strategie di gestione, come la protezione dal sovrasfruttamento e dall'eccessivo inquinamento costiero, potrebbe aiutare la barriera corallina a recuperare e a rendersi più resistenti ai futuri impatti del cambiamento climatico.

"La velocità con cui i coralli dei Caraibi sono in calo è davvero allarmante - spiega Carl Gustaf Lundin, direttore del Global Marine and Polar Programme della IUCN -. Ma questo studio porta alcune notizie molto incoraggianti: il destino dei coralli caraibici non è al di là del nostro controllo e ci sono alcuni passi molto concreti che possiamo fare per aiutarli a recuperare".

A lungo si è pensato che il cambiamento climatico fosse il principale colpevole della degradazione dei del corallo. Certamente resta una seria minaccia, rendendo gli oceani più acidi e causando lo sbiancamento dei coralli, ma il rapporto mostra che anche la perdita di pesci pappagallo e di ricci di mare - due erbivori principali della zona – è stato un fattore chiave di questo triste declino.

Una malattia non identificata ha portato a una mortalità di massa il riccio di mare nel 1983 e la pesca estrema per tutto il 20° secolo ha portato la popolazione del pesce pappagallo sull'orlo dell'estinzione in alcune regioni. La perdita di queste specie rompe il delicato equilibrio degli ecosistemi corallini e consente alle alghe, di cui si nutrono, di soffocare le barriere coralline.

Roberta Ragni

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10 falsi cibi salutari

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falsi cibi

"Light", "Senza zucchero", "Senza grassi idrogenati", "Arricchito di vitamine": i prodotti pubblicizzati come salutari lo sono davvero? Da consumatori consapevoli è bene imparare a destreggiarsi tra le etichette alimentari e le diciture più o meno veritiere presenti sulle confezioni. Nel corso degli ultimi decenni sono arrivati sul mercato numerosi cibi reclamizzati come salutari, ma che in realtà non lo sono più di altri.

Questo poiché si tratta comunque di prodotti industriali, confezionati, probabilmente sottoposti a lunghe lavorazioni, arricchiti con conservanti e con abbondanza di dolcificanti. Nulla a che vedere con il cibo vivo e fresco rappresentato dalla frutta e dalla verdura, dalle spremute e dai succhi preparati in casa. Non abbiamo bisogno di prodotti "light" e di bevande arricchite con minerali e vitamine che il nostro corpo potrebbe non essere in grado di assorbire e di cui non ha per nulla la necessità se non vi sono carenze alimentari. Ecco per voi alcuni esempi di "falsi cibi salutari" su cui sarebbe bene riflettere.

1) Margarina

La margarina è probabilmente il simbolo dei falsi cibi salutari. E' nata come sostituto light del burro, ma in realtà nel corso degli anni sono sorti sempre più dubbi sulla sua lavorazione e composizione. Grassi idrogenati, grassi trans e oli vegetali molto lavorati, fino a portarli allo stato solido (attenzione dunque anche alla margarina non idrogenata). Le alternative al burro e alla margarina potrebbero essere la crema di sesamo, la crema di mandorle, l'avocado, il burro vegetale fatto in casa e naturalmente l'olio extravergine, a seconda delle ricette e preparazioni.

Leggi anche: Burro: 5 alternative vegetali al di là della margarina

2) Formaggi light

Altri prodotti che nel corso degli anni sono stati pubblicizzati come più salutari rispetto agli equivalenti convenzionali sono i formaggi light. L'idea comunicata dalle confezioni è che non contengano grassi, o che ne contengano in quantità molto ridotte, anche se in realtà potrebbe non essere così. Basta controllare bene le etichette. Inoltre, qualsiasi formaggio, light oppure no, trattandosi di un alimento di origine animale contiene colesterolo.

3) Cereali per la colazione

Parliamo dei cereali per la colazione comunemente in vendita nei supermercati e che da anni vengono pubblicizzati come un'alternativa per iniziare la giornata con leggerezza. Purtroppo basta leggere le etichette per rendersi conto del grande quantitativo di zuccheri che spesso li interessa. Talvolta vengono addizionati con vitamine e sali minerali, poiché altrimenti sarebbero semplicemente alimenti privi di valore nutritivo, ma ricchi di calorie. Non tutti i cereali per la colazione sono uguali. I prodotti bio e naturali contengono semplicemente i fiocchi (di avena, mais, orzo, eccetera) senza l'aggiunta di zuccheri e di altri ingredienti indesiderati.

4) Barrette energetiche

Proviamo a mettere sotto la lente di ingrandimento anche le barrette energetiche che ormai spopolano in qualsiasi negozio. Anche qui nella maggior parte dei casi ci troviamo davanti a snack ricchi di zuccheri e di calorie. Le loro piccole dimensioni potrebbero spingere ad assumerne in eccesso. Dopo un picco momentaneo di energia dato dal loro consumo, il senso di fame tornerà presto. Si tratta pur sempre di prodotti industriali e confezionati. L'alternativa è prepararle in casa con gli ingredienti migliori.

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5) Succhi di frutta confezionati

I succhi di frutta confezionati sono bevande ampiamente pubblicizzate con spot che si rivolgono soprattutto ai bambini. A volte sembrano assolutamente necessari per la colazione o la merenda, ma non è per niente così. A preoccupare è il loro contenuto di frutta davvero scarso - a parte alcune eccezioni legate soprattutto al mondo bio - che è accompagnato dai soliti dolcificanti naturali e nel peggiore dei casi da coloranti e conservanti. In alternativa meglio preparare in casa succhi e frullati freschi a base di vera frutta.

6) Sciroppo d'agave

Negli ultimi anni sono arrivate sul mercato numerose alternative allo zucchero bianco, spesso presentate come più naturali e salutari. Nel consumo di dolcificanti è bene mantenere sempre la massima moderazione e informarsi il più possibile sul loro contenuto e sui processi produttivi necessari per ottenerli. Per quanto riguarda lo sciroppo d'agave, bisogna ricordare che oggi viene prodotto con un metodo industriale che prevede l'impiego di alte temperature. Ciò che resta è un elevato contenuto di fruttosio e una scarsa presenza di vitamine e sali minerali. Qui maggiori informazioni.

Leggi anche: Lo sciroppo d'agave è davvero un dolcificante naturale e salutare?

7) Acque aromatizzate

Attenzione alle acque aromatizzate con sostanze artificiali e arricchite di vitamine e sali minerali. La nutrizionista americana Katherine Tallmadge mette in guardia dal loro consumo. Le vitamine di cui l'acqua è stata addizionata potrebbero non avere alcun effetto sull'organismo. Infatti il nostro corpo assorbe con difficoltà le vitamine artificiali - un discorso simile vale anche per gli integratori - mentre preferisce alimenti e bevande naturalmente ricchi di vitamine, come frutta, verdura, frullati e centrifugati.

8) Gallette

Le gallette di riso, mais e altri cereali sono arrivate sul mercato come prodotto dietetico, ma ricordiamo che si tratta pur sempre di un alimento industriale. Quindi controlliamo sempre le etichette per verificare gli ingredienti presenti e l'eventuale contenuto di sale o di zucchero. In alternativa possiamo preparare le gallette in casa. Anche le gallette, come altri alimenti confezionati, possono essere interessate da contaminazioni alimentari, come è accaduto da poco per alcuni prodotti in vendita in Valle d'Aosta. L'alternativa alle gallette? Un buon pane integrale fatto in casa. E, infine, avete mai sentito parlare della "Sindrome da galletta di riso", per cui una galletta tira l'altra? Qui maggiori informazioni.

Leggi anche: Gallette fatte in casa

9) Patatine e prodotti "non fritti"

E' bene non scambiare per più salutari di altri le patatine e gli altri prodotti, soprattutto surgelati, che riportano orgogliosamente sulla confezione la dicitura "non fritti" o "non pre-fritti". Si tratta in ogni caso di prodotti confezionati e conservati, che potrebbero aver subito lunghi e complessi processi di lavorazione e che potrebbero essere stati arricchiti con oli e grassi di dubbia provenienza. Tra l'altro, il metodo di preparazione indicato per la cottura in casa potrebbe essere proprio la frittura. Non vi sembra un controsenso?

10) Yogurt

Lo yogurt al naturale, prodotto a partire dal latte vaccino o vegetale, contiene fermenti vivi che favoriscono la digestione. Ma che dire degli yogurt che troviamo normalmente in vendita? Ormai si trovano yogurt per tutti i gusti, arricchiti con aromi, coloranti e conservanti di ogni sorta, ma soprattutto stracolmi di dolcificanti, tanto che in uno yogurt potrebbe esserci più zucchero che in una merendina. Anche gli yogurt arricchiti di probiotici possono contenere più zucchero di quanto pensiamo. Meglio leggere sempre le etichette e dare un'occhiata a questa lista per farsi un'idea del problema. 

Leggi anche: In alcuni yogurt c'è più zucchero che nelle merendine

Marta Albè

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Come realizzare pesi fai da te con bottiglie di plastica riciclate

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Oggi, molti uomini e donne hanno, purtroppo, una scarsa forma fisica. Tra le cause, oltre alla pigrizia e alla mancanza di tempo, c'è anche una mancanza di capacità finanziaria per sostenere le spese di un personal trainer o un abbonamento in palestra.

Ma se ci fosse la possibilità di avere manubri, bilancieri e pesi a disposizione in casa, senza spendere un sacco di soldi e fatica? Facciamoceli da soli, autoproduciamoli. Ci sono molti modi per creare pesi e pesetti fai da te.

Materiali necessari:

nastro isolante

bottiglie di plastica (2 o 3 lt)

forbici

sabbia

bastone o tubo resistente

 

Come fare, passo dopo passo:

pesi bottiglie

Tagliare la parte superiore e inferiore di una grande bottiglia di plastica. Unire le due parti usando la colla. Ripetre l'operazione con un'altra bottiglia. Riempire con sabbia e unire le due parti ottenute all'estremità di un bastone. Avvolgere con nastro isolante o nastro adesivo le aree "deboli".

E che dire di questo bilanciere realizzato semplicemente unendo 4 bottiglie per ogni lato con del nastro adesivo a un bastone?

pesi bottiglia3

Siete troppo pigri? Per fare i pesi bastano due bottiglie e riempirle con sabbia o acqua. I bicipidi tonici sono assicurati ugualmente!

Roberta Ragni

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Giardini pensili: detrazioni fiscali del 50% anche per i tetti verdi

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Volete un meraviglioso giardino pensile sul tetto? Da oggi per farlo è possibile usufruire delle detrazioni fiscali, che comprendono anche la trasformazione del lastrico solare che prevedono interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche delle unità immobiliari. Come fa, appunto, una copertura a verde.

Lo scorso 14 aprile 2014, il Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico, promosso dall'art. 3 della recente legge 10/2013, ha prodotto la sua prima delibera dedicata proprio al verde pensile. La delibera vuole essere un primo concreto sostegno alla promozione dei "tetti verdi" quali strutture dell'involucro edilizio atte a produrre risparmio energetico.

Questo al fine di favorire quanto più possibile - come recita la legge - la trasformazione dei lastrici solari in giardini pensili. In particolare nella delibera vengono evidenziati gli incentivi fiscali ai quali è possibile accedere per la trasformazione dei lastrici solari in giardini pensili. E' quanto si legge sul sito dell'Associazione italiana verde pensile (Aivep).

"La delibera segna un momento importante per la crescita di spazi verdi urbani. Essa apre infatti la strada a interventi sulla 'pelle' degli edifici, quali la realizzazione di giardini pensili e di tetti verdi, che oltre a produrre risparmio energetico consentono anche benefici fiscali", dichiara in un articolo dell' "Almanacco della scienza" (quindicinale del Consiglio Nazionale delle Ricerche) Teodoro Georgiadis, dell'Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr di Bologna".

Proprio glii spazi verdi urbani sono, infatti, in grado di favorire il risparmio energetico, l'assorbimento delle polveri sottili e la riduzione dell'effetto 'isola di calore'. Si sancisce così istituzionalmente una tesi da sempre sostenuta dal mondo della ricerca.

"Come citato nella delibera, l'Ibimet-Cnr conduce da tempo ricerche per la creazione di una cultura della mitigazione bioclimatica dell'ambiente urbano, interagendo con le pubbliche amministrazioni e con associazioni di settore, come l'Associazione italiana verde pensile (Aivep)", conclude il ricercatore. "Questa legge offre la possibilità di sfruttare spazi che, in termini di mercato, consentiranno una penetrazione più ampia di questo sistema, con conseguenti benefici sulla qualità di vita nelle nostre città".

Per consultare il testo della delibera del Ministero dell'Ambiente clicca qui

Roberta Ragni

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I 10 alberi piu’ longevi del mondo

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alberi longevi

Non si tratta di una classifica vera e propria, ma di un omaggio agli alberi più longevi del mondo. Ecco un insieme di esemplari che da secoli, anzi da millenni, resistono sul nostro Pianeta, nonostante la deforestazione, gli interventi dell'uomo e le condizioni climatiche avverse. Scopriteli uno per uno. Gli alberi più antichi si trovano in tutto il pianeta, anche in Italia.

1) The Sisters

The Sisters, conosciute anche come The Sisters Olive Trees of Noah, sono un gruppo di sedici alberi di ulivo che si trovano in Libano, nella località di Bacheale. Avrebbero almeno 5000 anni e forse potrebbero raggiungere i 6000. Si tratta di un prezioso patrimonio naturale nazionale e mondiale che merita di essere tutelato.

the sisters

2) Pinus longaeva

E' una varietà di pino che si trova tra le più alte vette del sud-est degli Stati Uniti. Spesso viene denominato come Intermountain or Western bristlecone pine. Uno di questi pini ha circa 5064 anni e rappresenta uno dei più antichi organismi viventi presenti sul nostro pianeta. E' situato tra le White Mountains, in California.

pinus longaeva

3) Methuselah

Methuselah è un pino che ha raggiunto l'età di ben 4845 anni e che si trova nella regione di Inyo County, nella California orientale. Per molto tempo è stato considerato uno degli alberi più antichi del mondo e per questo motivo gli è stato affibbiato un soprannome così importante. Si tratta comunque di un record di longevità ragguardevole.

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4) Ulivo di Luras

L'ulivo millenario di Luras si trova in Sardegna e avrebbe un età stimata di 4000 anni o comunque superiore ai 3000. Si tratta di un albero più che secolare. Un ulivo selvatico di dimensioni davvero imponenti, con 8 metri di altezza per 12 metri di circonferenza. Secondo e antiche leggende, l'ulivo di Luras era considerato un rifugio per gli spiriti maligni.

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5) Castagno dei cento cavalli

Il castagno dei cento cavalli è l'albero più antico e più grande d'Europa. Si trova in Sicilia, in provincia di Catania. La sua età si aggira tra i 3000 e i 4000 anni. Il suo soprannome è legato alla leggenda secondo cui sotto i suoi enormi rami durante un temporale trovarono riparo la regina Giovanna d'Aragona e il suo seguito, formato da 100 cavalli e cavalieri.

6) The President

The President è una delle sequoie più antiche e più imponenti del mondo. La sua età sarebbe di almeno 3200 anni. Si trova nel Sequoia National Park della California. La sua altezza raggiunge i 75 metri. Subito dopo General Grant, si tratta molto probabilmente della sequoia più grande del mondo, come hanno rivelato le ultime misurazioni con strumenti all'avanguardia.

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the president

7) Patriarca da Floresta

Questo albero è un esemplare della specie Cariniana legalis. Si trova in Brasile e si stima che la sua età sia superiore ai 3000 anni. Si ritiene che possa trattarsi di un albero sacro, secondo la tradizione locale e le leggende popolari. Un aspetto che però purtroppo non lo protegge dal grave rischio di deforestazione, che imperversa non soltanto sul Brasile, ma anche su Venezuela e Colombia.

patriarca da floresta

8) Ulivo di Vouves

Questo antico ulivo si trova sull'isola di Creta, in Grecia, nella località di Vouves. Si stima che abbia almeno 3000 anni ed è tra gli ulivi del Mediterraneo che superano i 2000 anni di età. Gli ulivi sono alberi molto resistenti, sopportano bene i periodi torridi, le inondazioni e le malattie. Proprio per questo motivo risultano così longevi.

olivo di vouves

9) Jomon Sugi

Si trova in Giappone, nella località di Yakushima. Appartiene alla famiglia delle conifere. E' uno degli alberi più grandi della nazione. Per questo l'Unesco ha dichiarato il sito in cui si trova Patrimonio dell'Umanità. La sua età è stimata tra i 2000 e gli oltre 7000 anni. E' stato scoperto nel 1968 ed è collocato ad un'altitudine di 1300 metri.

jomon sugi

10) Tasso di Llangernyw

Questo tasso dalle dimensioni impressionanti si trova nelle vicinanze della chiesa del villaggio di Llangernyw, in Galles. Si ritiene che abbia circa 4000 anni e probabilmente fu piantato durante l'era preistorica del Bronzo. Nel 2002 è stato dichiarato come uno degli alberi più importanti della Gran Bretagna.

Llangernyw

Marta Albè

Fonte foto: naturalawareness.com

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