Quantcast
Channel: greenMe.it
Viewing all 14412 articles
Browse latest View live

Bambini: a 7 anni hanno gia’ passato un anno della loro vita davanti a tv e videogiochi

$
0
0

bambini tv

I bambini, si sa, amano stare davanti alla tv e spesso i genitori per comodità gli permettono di concedersi questo svago a volte però senza regole e per troppo tempo. L’ex ministro inglese per l’infanzia Tim Loughton a questo proposito avverte: a sette anni la maggior parte dei bambini ha già trascorso un anno della propria vita di fronte a tv e videogiochi.

E’ impressionate pensare a quante cose si possono fare in un anno di vita e a quanto tempo concretamente questo corrisponda. Naturalmente ci sono delle conseguenze nel dedicare tutto questo tempo alla tv rispetto che ad attività all’aria aperta, creative, sport o altro. Loughton al Times ha dichiarato che questo genere di dipendenza nei bambini può provocare dei cambiamenti nel cervello molto simili a quelli che si riscontrano in alcolisti e consumatori abituali di cocaina.

Per affermare ciò Loughton ha tirato in ballo una ricerca dello psicologo Aric Sigman, che ha notato come la maggior parte dei bambini e ragazzi tra i 12 e i 15 anni ha accesso in casa a ben cinque schermi: il televisore principale della famiglia, il proprio in camera da letto, una console di gioco portatile, smartphone e un computer.

Il dottor Sigman nel suo studio ha lanciato l'allarme sul fatto che molti bambini stanno diventando dipendenti da questi strumenti trascorrendo anche 6 ore davanti ad uno o più schermi ogni giorno. L'impatto negativo sulla salute e sul cervello dei bambini, però, inizia già dopo due ore di visione o utilizzo di strumenti tecnologici e può portare come conseguenza problemi di salute tra cui obesità, colesterolo alto e ipertensione, disattenzione, problemi di apprendimento, disturbi del sonno e depressione.

Accuse precise rispetto a tutto ciò vengono fatte naturalmente ai genitori che non solo permettono ai bambini di stare troppo tempo di fronte a tv e schermi vari ma colpevoli anche di aver incentivato fin da culle e passeggini l’utilizzo di questi dispositivi spesso utilizzati per calmare in fretta i bambini. Nello studio si fa riferimento alla situazione inglese, quanti anni perderanno invece di fronte a tv e videogiochi i nostri bambini?

Francesca Biagioli

Leggi anche:

7 modi per tenere i propri figli lontani dai videogiochi

- Bambini e obesita': colpa della pubblicità?
- Bambini: 10 consigli per uno stile di vita piu' salutare


Plant Sitter: parti e non sai a chi affidare le tue piante? Ecco la soluzione

$
0
0

plant sitter

Partite per le vacanze e non sapete a chi affidare le vostre piante? Abbiamo la soluzione per voi. Se abitate a Torino, siete davvero fortunati. Infatti Valentina ha deciso di mettersi a disposizione dei propri concittadini per prendersi cura delle loro piante mentre si trovano fuori casa.

Si tratta davvero di un'idea originale. Dopo la baby sitter e la dog sitter, ecco la Plant Sitter. Così quando tornerete dal vostro viaggio, le piante e i fiori vi attenderanno al rientro ancora più belli e sani di prima.

Valentina ha lavorato per anni nel mondo del marketing musicale, ma ad un certo punto ha deciso di cambiare vita e di riavvicinarsi alla natura, soprattutto grazie allo yoga e al giardinaggio. Alla ricerca di una nuova professione, si è iscritta al corso professionale per Giardinieri d'arte per giardini e parchi storici promosso dalla Regione Piemonte e dagli enti che si occupano della cura di parchi e giardini.

In questo modo Valentina ha imparato a conoscere le piante a fondo e a prendersene cura. L'idea di fare la Plant Sitter è nata da un film e da un libro. Ricordate "Scrivimi una canzone" con Drew Barrymore e Huhg Grant? I protagonisti si incontrano quando lei si offre di curare le sue piante e col tempo lo aiuterà a comporre una canzone.

Qualcuno di voi tra le letture delle estati passate forse ricorda "Aspirapolvere di stelle" della scrittrice torinese Stefania Bertola, un romanzo in cui le protagoniste decidono di dare vita all'agenzia "Fate veloci" e si offrono come tuttofare per occuparsi della pulizia della casa, della preparazione dei pasti e della cura di piante e fiori.

Spinta dalla propria passione, Valentina ha deciso di aprire la pagina Facebook The Plant Sitter Torino e di offrire i seguenti servizi:

Plant Sitting House-to-House: la Plant Sitter arriva ad innaffiare le piante a casa vostra quando siete via.

Plant Sitting Nursery: per chi vuole portare le piante a casa della Plant Sitter, che le curerà fino al vostro ritorno.

 Total eclipse of the heart.   rose  birdhouse  moon  eclipse  haveaniceday

2011-03-12 1299919814

2011-04-11 1302502163

2011-04-29 1304063377

Per il momento Valentina può fare la Plant Sitter solo a Torino e dintorni, ma chissà, magari in futuro il progetto si espanderà. Nelle foto potete ammirare le sue piante e i suoi fiori. Le potete scrivere qui: plantsittertorino@gmail.com.

Marta Albè

Leggi anche: 

I migliori metodi per annaffiare le piante quando partite per le vacanze

 

Napkin Table: il tavolo per due che obbliga a ignorare il tuo telefono

$
0
0

 

tavolo per due

Se avete difficoltà nel resistere all'impulso di controllare in continuazione il vostro smartphone mentre siete a cena con gli amici, questa tavolo-tovagliolo vi potrà aiutare a prestare attenzione alla persona che avete di fronte. 

 "Sempre più persone sono letteralmente dipendenti dalla tecnologia mobile, e sempre più spesso si isolano durante i loro pasti" racconta Michael Jan, il giovane designer che lo ha creato. "Questo ci ha spinto a ragionare su cosa sia un pranzo ideale, cercando di capire se fosse possibile creare qualcosa in grado di ripristinare una sana socialità a tavola".

Il risultato è un tavolo per due a metà strada tra un tovagliolo e una coperta da picnic. Entrambi i commensali legano al proprio collo una estremità del tavolo, creando una superficie dove riporre i piatti, i bicchieri e le posate. Una volta finito di mangiare, si ripiega tutto in una valigetta portatile.

tavolo per due Borsetta collage

Sicuramente non è il tavolo portatile più ergonomico e pratico in circolazione e di certo non non è destinato a sostituire i tavoli regolari, ma può spingere le persone a riflettere: "Non è un prodotto che cancellerà l'abitudine di mangiare con i telefoni cellulari in mano. Ma è il nostro modo per porre l'attenzione su questa cattiva abitudine molto diffusa".

tavolo per due Borsetta 22

Studi recenti dimostrano che almeno il 38% delle persone controllano regolarmente i loro telefoni durante i pasti, ma il numero reale è probabilmente più alto. Questo fenomeno, oltre minare seriamente i rapporti sociali, incentiva comportamenti alimentari altamente scorretti

{youtube}wsgSjFjdHs0{/youtube}

Ma se vi sentite goffi nell'usare un tavolo del genere, che vi lega ad un vostro amico durante una cena, potete provare altre soluzioni come, ad esempio, indossare dei vestiti che bloccano il segnale del telefono, oppure, più semplicemente, lasciare a casa i vostri smartphone!

Arturo Carlino

LEGGI anche:

5 idee e accessori per un pic-nic in bicicletta

Smartphone: cosi' i genitori dimenticano i figli

 

Come fare i nachos e 5 ricette per gustarli al meglio

$
0
0

nachos homemade

I nachos, noti anche come tortilla chips, sono una preparazione tipica della cucina tex-mex. Si ottengono dividendo in tanti triangoli le tortillas di mais, che vengono preparate con farina bianca o gialla. I nachos poi di solito vengono fritti, oppure cotti al forno. 

Li potrete preparare in casa e accompagnare con tante salse diverse. Ecco alcune idee per voi, come alternativa ai prodotti confezionati.

Come fare i nachos in casa

Per preparare i nachos in casa vi serviranno 250 gr di farina di mais gialla o bianca, 250 ml d'acqua e 1 pizzico di sale. A seconda delle ricette, si può aggiungere anche della farina di grano. Impastate gli ingredienti, lasciateli riposare per 30 minuti a temperatura ambiente. Formate 10 palline, stendetele per ottenere dei dischi piuttosto sottili e tagliateli a triangoli. Cuoceteli in padella fino a doratura in poco olio bollente. In alternativa potrete preparare i nachos al forno (tortilla chips). Qui la ricetta completa per preparare i nachos in casa. 

Leggi anche: Tortillas e tacos fatti in casa

1) Nachos con salsa al formaggio

Per preparare una salsa al formaggio per i vostri nachos dovrete utilizzare dei formaggi tipo fontina, cheddar o emmental. Anche il formaggio olandese è adatto. Li potrete fondere a bagnomaria in un pentolino con l'aggiunta di un po' di latte. Per arricchire la salsa scegliete scalogno tritato, senape, prezzemolo, paprica e peperoncino. Qui una ricetta interessante.

nachos salsa formaggio

fonte foto: aspicyperspective.com

2) Nachos con salsa guacamole

Un altro accompagnamento tipico per i nachos è la salsa guacamole, che è perfetta anche per chi è vegan e per chi non mangia formaggi e latticini. Dovrete frullare la polpa di avocado per ottenere una crema densa e arricchire la salsa con sale, peep, tabasco, succo di limone, peperoncino, cipolle tritate e pomodori o peperoni tagliati a cubetti. Qui una ricetta utile.

Leggi anche: Salsa guacamole: la ricetta originale e 5 varianti

nachos salsa guacamole

fonte foto: swisshansik.wordpress.com

3) Nachos con salsa rossa

A partire da un ottimo sugo preparato con i pomodori freschi, o dai pomodori scottati e pelati, potrete preparare una gustosa salsa rossa per i nachos. Arricchitela con cipolle tritato, peperoncino, coriandolo, cumino e succo di limone, seguendo soprattutto i vostri gusti. Proprio come il guacamole, questa salsa rossa per i nachos è adatta a tutti, anche a chi è vegan. Qui la ricetta completa.

 

Leggi anche: Salsa di pomodoro fatta in casa

 

nachos salsa rossa

fonte foto: browneyedbaker.com

4) Nachos con salsa bianca messicana

Per preparare la salsa bianca messicana per i vostri nachos vi serviranno peperoni verdi o peperoni friggitelli, latte, farina, formaggio tipo edamer o cheddar, un peperoncino japaleno piccante. Potrete rendere questa salsa più densa o più liquida aggiungendo latte o farina. Qui la ricetta completa.

nachos salsa bianca messicana

fonte foto: duebiondeincucina.blogspot.it

5) Nachos con salsa alle carote

Per preparare questa salsa lessate o cuocete al vapore 2 patate e 2 carote. Affettatele e versatele nel mixer da cucina. Frullate fino ad ottenere una crema molto liscia ed omogenea. se occorre aggiungete un po' d'acqua. Unite anche 1 cucchiaio d'olio extravergine, 1 cucchiaio di succo di limone e ingredienti per insaporire a piacere, come peperoncino in polvere, lievito alimentare in scaglio, aglio o cipolla in polvere. Qui la ricetta completa.

nachos salsa carote

fonte foto: veggieonapenny.com

Marta Albè

Fonte foto: wikipedia.org

Leggi anche:

Tortillas e tacos fatti in casa

 

Raccolta incentivante: 1 euro di sconto all'Aquapark per ogni bottiglia o lattina riciclata

$
0
0

acquaparl raccolta incentivante

Ricicla e risparmia all'Acquapark. Arriva una nuova iniziativa di raccolta incentivante che premia chi differenzia e avvia al riciclo lattine e bottiglie di plastica con uno sconto sul biglietto per entrare in uno dei parchi di divertimento acquatici della provincia di Napoli.

All'Acqua Park Free Time di Giugliano è stato appena inaugurato un nuovo eco-compattatore per la raccolta di lattine e bottiglie riciclabili. Per ogni bottiglia o lattina inserita nel compattatore riceverete 1 euro di sconto sul biglietto di entrata all'Acquapark, fino a un massimo di 3 euro a persona.

Quest'estate fare un bel tuffo all'Acquapark costa meno grazie alla buona abitudine del riciclo e della raccolta differenziata, che speriamo possano diffondersi sempre più come buone pratiche sostenibili sia nelle case che nei luoghi pubblici e di divertimento. L'eco-compattatore rilascerà uno scontrino da 1 euro per ogni bottiglia o lattina conferita.

Potrete presentare alla cassa fino a 3 scontrini a persona per ottenere il vostro sconto sul biglietto. L'inaugurazione si è tenuta lo scorso 28 giugno ed è promossa da Garby, che si è occupata di fornire l'eco-compattatore. Accanto agli sconti da ottenere con la raccolta differenziata, vi sarà una raccolta punti che prevede dei premi per chi ne raccoglierà di più durante tutta la durata del progetto.

"Il nostro eco-point Garby è stato installato presso l'Acquapark Free Time per promuovere l'uso di tecnologie automatiche ed innovative". – spiega il concessionario di zona Crescenzo Cecere, di Ecoce Srl – "Questo diventa un modo anche per tenere puliti questi luoghi di divertimento, educando al rispetto per l'ambiente. Inoltre diventa un'attrazione l'eco-compattatore stesso perché soprattutto i più piccoli si divertono nel vedere come questa macchina mangia bottiglie e lattine, per poi regalare un eco-scontrino che servirà per avere lo sconto".

acqua park giugliano

L'iniziativa mira al risparmio per le famiglie e ha l'obiettivo di ridurre le emissioni di Co2 e il volume dei rifiuti fino all'80%. Questo progetto ci ricorda che è importante rispettare l'ambiente anche quando ci troviamo in vacanza e nei parchi di divertimento. L'eco-compattatore aiuta a mantenerli puliti grazie alla collaborazione dei visitatori e alle loro buone pratiche. E chi all'Acquapark preferisce la spiaggia, non dimentichi comunque di mantenerla in perfetto stato e di raccogliere i propri rifiuti prima di andare via.

Marta Albè

Leggi anche:

 

5 modi per guadagnare con il riciclo e la raccolta differenziata
Raccolta incentivante: a Pechino biglietto della metro gratis con 10 bottiglie di plastica. E in Italia?
Raccolta incentivante: quando la pausa caffe' fa bene all'ambiente e alle tasche

Gastronomia tipica al Festival Vegetariano: la ricetta del frico vegan

$
0
0

frico cover

Tra i lembi bianchi e svolazzanti degli stand e i vassoi carichi di piatti veg, è cominciata la V edizione del Festival Vegetariano, ospitato nella suggestiva cornice di Borgo Castello. E nonostante il ricco programma di eventi culturali e ludici, il cuore del festival rimane naturalmente il cibo.

L'offerta di prodotti gastronomici ricalca quella della passata edizione, ma con alcune interessanti novità. Alcuni piatti sono ormai dei classici, sempre apprezzati: dai cannelloni ricotta e spinaci al pasticcio con ragù di soia per vegetariani, dal cous cous alle verdure allo spezzatino di soia per vegani. Si inseriscono nel veg-menù, quest'anno, le insalatone.

festival vegetariano cucine

 

Tuttavia il re della gastronomia vegetariana, in queste terre, non può che essere il frico, piatto tipico della cucina friulana.

Preparato secondo le più diverse ricette, il frico proposto al Festival Vegetariano, prodotto nelle cucine Biolab, segue la ricetta classica: patate, formaggio e una lavorazione sapiente secondo tradizione. È un piatto che proviene dalla cucina povera dei boscaioli in Carnia, tra le montagne del Friuli, dove veniva cotto sul fogolâr, il focolare simbolo delle case friulane.

Affascinati dalla storia del frico e dal suo sapore semplice ma inconfondibile, proviamo a fornirvi la ricetta anche per chi ha scelto di non mangiare alcun derivato animale. In tal caso basta sostituire al tradizionale formaggio un non-formaggio vegetale a pasta dura (facile da grattugiare ma al tempo stesso fonde bene)

Frico di patate vegano

Ingredienti (2 persone)

200 g circa di formaggio vegetale

3 patate di medie dimensioni tagliate a fette sottili

mezzo bicchiere di olio extravergine di oliva

Preparazione

Mettete le patate in una pentola antiaderente con l'olio e fatele saltare a fuoco vivo, girandole in continuazione fino a dorarle, ma facendo sempre attenzione a non bruciacchiarle.

Una volta cotte, aggiungete il formaggio e continuate a mescolare fino a che questo si sarà fuso e ben amalgamato con le patate. Aggiungete, se volete, del pepe e comprimete il tutto in un tortino circolare.

Servite con polenta o con un buon contorno di verdure: è pronto per essere servito a tavola.

Lorenzo Alberini

LEGGI anche:

Festival Vegetariano 2014: al via al Castello di Gorizia la 5° edizione

Chiudiamo i delfinari: morto in Belgio Origi, cucciolo di delfino (VIDEO)

$
0
0

origi

Lo avevano chiamato Origi, come il calciatore belga che ai mondiali del Brasile ha segnato la rete della vittoria contro la Russia. Era l'ultimo nato del delfinario belga di Bruges, il Boudewijn Seapark. Purtroppo, però, pochi giorni dopo essere venuto alla luce davanti agli occhi e alle telecamere di tutto il mondo, il cucciolo di delfino è deceduto.

Lo hanno trovato alcuni dipendenti del parco acquatico mentre, all'interno della vasca, mentre la madre Roxanne cercava disperatamente di farlo respirare portandolo in superficie. Sebbene ufficialmente siano ancora ignote le cause del decesso, secondo alcune ipotesi della prima ora, è possibile che il piccolo cetaceo sia stato ucciso da un'infezione batterica.

"E' veramente triste che la notizia della morte di Origi sia stata diffusa proprio oggi, giorno in cui si è storicamente celebrata la ricorrenza della giornata contro la cattività dei cetacei – commenta il direttore scientifico dell'Enpa, Ilaria Ferri -. Ed è assolutamente inconcepibile che tali decessi vengano presentati come semplici incidenti, quasi fossero fatti casuali".

{youtube}BVXYe-DCXGU{/youtube}

Yvon Godefroid, coordinatore belga della campagna contro la cattività dei delfini, prima di Origi, Roxanne aveva perso altri tre cuccioli: due gemelli nel 2011, seguiti nel 2012 dal delfino Bruce. Tutti uccisi da una presunta infezione batterica, che avrebbe colpito gli animali in un'età in cui il loro sistema immunitario risulta estremamente fragile soprattutto in cattività.

"Com'è possibile che Origi ed i suoi "fratelli" abbiano contratto un'infezione in un ambiente che dovrebbe essere sanificato e controllato, come dovrebbe essere in teoria la vasca di un delfinario – prosegue Ferri -? Delle due l'una: o le acque della struttura belga lasciano a desiderare dal punto di vista sanitario oppure c'è dell'altro".

 

A prescindere dalle cause di tali decessi, il vero responsabile di queste morti resta l'industria della cattività, che costringe ad una vita da reclusi esseri senzienti nati e "progettati" dalla natura per vivere in libertà. 

Roberta Ragni

Leggi anche:

Sos delfini: giu' la maschera dei delfinari, tutta la verita'

Vince il delfinario di Rimini: apertura con leoni marini sabato 5 luglio

 

Magic mushrooms: funghetti per espandere la mente e curare la depressione?

$
0
0

funghetti

Le droghe psichedeliche come l'LSD e i funghi allucinogeni sono in grado di alterare profondamente il modo in cui viviamo il mondo, ma poco si sa su ciò che accade fisicamente nel cervello. Come spandono la nostra mente? E che tipo di utilità possono avere?

Una nuova ricerca, pubblicata in Human Brain Mapping, ha esaminato gli effetti cerebrali della sostanza chimica psichedelica dei funghi allucinogeni chiamata psilocibina, utilizzando i dati provenienti da scansioni cerebrali di alcuni volontari. Quello che ha scoperto è davvero interessante.

Lo studio ha trovato che sotto l'effetto della psilocibina, l'attività della rete cerebrale connessa al cervello più primitivo, quello legato al pensiero emotivo, è diventata più pronunciata, con diverse aree attive allo stesso tempo, come l'ippocampo e la corteccia cingolata anteriore. Questo modello di attività è simile a quello osservato nelle persone che stanno sognando. Al contrario, i volontari che avevano assunto la psilocibina avevano un'attività più disarticolata e disorganica nella rete cerebrale che è collegata al pensiero di alto livello, tra cui la coscienza di sé.

Le droghe psichedeliche sono le uniche sostanze chimiche psicoattive legate alla cosiddetta 'coscienza espansa, che comprende associazioni avanzate, vivida immaginazione e stati onirici. Per esplorare la base biologica di questa esperienza, i ricercatori hanno analizzato i dati provenienti dagli imaging cerebrali provenienti da una risonanza magnetica funzionale (fMRI). I volontari sono stati trattati sia con psilocibina che con placebo.

"Quello che abbiamo fatto in questa ricerca è cominciare a identificare la base biologica dell'espansione della mente, riportata e associata alle droghe psichedeliche spiega il dottor Robin Carhart-Harris, del Dipartimento di Medicina dell'Imperial College di Londra – Sono rimasto affascinato nel vedere similitudini tra il modello di attività cerebrale in uno stato psichedelico e il modello di attività cerebrale durante il sogno, soprattutto in quanto entrambi coinvolgono le aree primitive del cervello legate alle emozioni e alla memoria. La gente spesso descrive l'assunzione di psilocibina come la produzione di uno stato onirico e i nostri risultati hanno, per la prima volta, fornito una rappresentazione fisica per l'esperienza cerebrale".

Imparare a conoscere i meccanismi che stanno alla base di ciò che accade sotto l'effetto di droghe psichedeliche può anche aiutare a capire i loro possibili usi. I ricercatori, infatti, stanno attualmente studiando l'effetto dell'LSD sul pensiero creativo e la possibilità che la psilocibina possa aiutare ad alleviare i sintomi della depressione, consentendo ai pazienti di cambiare il pensiero pessimista.

Roberta Ragni

LEGGI ANCHE:

Funghetti magici: basta una dose di psilobicina per diventare disinibiti e aiutare la depressione


L'albergo cinese con mini camere dai vecchi tubi di cemento (VIDEO)

$
0
0

HOTEL TUBI

Un hotel quantomeno insolito, realizzato con alloggi minimali in vecchi tubi di cemento. Si trova nella Cina rurale, lontano anni luce da alberghi di lusso e centri benessere, ed è opera di un albergatore intraprendente della provincia centro-orientale di Henan.

Per realizzarlo è bastato tagliare in 15 sezioni un robusto pezzo di muratura circolare. Così sono nati mini alloggi in grado di ospitare due persone e dotati di letto matrimoniale. Qualcuno potrebbe dire che una sistemazione di questo tipo è un po' troppo rudimentale, eppure non mancano tocchi di modernità, come l'aria condizionata o creazioni di street art dipinte sulle pareti esterne.

{youtube}8i21LBmyqoY{/youtube}

Nonostante il suo aspetto senza troppi fronzoli, questo insolito avamposto si sta rivelando molto popolare tra i turisti desiderosi di assaggiare la campagna in quella che è una delle province cinesi più grandi, inquinate e densamente popolate del Paese.

HOTEL TUBI2

HOTEL TUBI3

Roberta Ragni

Leggi anche:

Eco-hotel: dormire in un antico barile di birra

I 15 hotel piu' strani del mondo

Micro-case: le 10 case più piccole del mondo

I 10 fiori e orchidee che sembrano animali (e non solo)

$
0
0

fiori strani

La natura ci sorprende sempre di più con le sue forme e colori. Dopo gli alberi più strani del mondo, ecco fiori e orchidee che assumono forme talmente bizzarre da ricordare animali e non solo. 

La natura sembra imitare se stessa più e più volte, come se seguisse degli schemi segreti davvero affascinanti. Ammiriamo questi fiori uno alla volta, sorridiamo e fantastichiamo.

1) Tigre

Si tratta di un'orchidea tipica delle aree tropicali, dell'Africa e del Madagascar. La forma, i colori e le striature dei suoi fiori possono ricordare il volto di una tigre, oppure di un leone. Appartiene alla famiglia delle orchidee Angraecum, molte delle quali purtroppo sono considerate a rischio di estinzione.

orchidea tigre

fonte foto: funniestmemes.com

2) Labbra

Questo fiore davvero particolare porta il nome di Psychotria Elata. La forma che ricorda delle labbra pronte a scoccare un bacio e il colore rosso acceso servono ad attirare insetti impollinatori, farfalle e colibrì. E' originaria delle foreste pluviali tropicali ed è conosciuta anche con il nome di Hot Flower Kiss.

Leggi anche: Psychotria Elata: la pianta con le labbra da baciare

fiore labbra

3) Teschi

Sono noti come Snap Dragon Seed Pod. Il loro nome scientifico è Antirrhinum e assomigliano a dei veri e propri teschi. Talvolta vengono chiamati "Teschi del Drago". Appartengono alla famiglia delle Scrophulariaceae, dove i fiori più comuni sono rappresentati dalle bocche di leone (Antirrhinum majus).

fiori strani teschi

fonte foto: boredpanda.com

4) Scimmia

Si tratta di una particolare specie di orchidea la cui corolla, unita ai pistilli ed alla particolare colorazione dei petali, sembra dare forma a quello che alla vista appare molto simile al buffo volto di una piccola scimmia. E' un fiore considerato veramente molto raro, tanto che pochissimi individui avrebbero avuto la fortuna di poterlo ammirare dal vivo in Ecuador o in Perù.

Leggi anche: Monkey orchid: l'orchidea a forma di scimmia

orchidea scimmia

5) Vagina

Si tratta di un fiore del genere Clitoria. La specie più diffusa è la Clitoria ternatea, che ha usi medicinali e alimentari. E' tipica del sud-est dell'Asia e del Madagascar, dove i suoi fiori vengono utilizzati per dare colore ai piatti tipici oppure fritti in pastella. Il suo nome deriva dalla somiglianza con i genitali femminili, con particolare riferimento al clitoride.

fiore vagina clitoria

fonte foto: wisc.edu

6) Colomba

L'orchidea a forma di colomba porta il nome scientifico di Peristeria elata, ma è meglio conosciuta come orchidea colomba o fiore dello Spirito Santo. Si trova ad alto rischio di estinzione a causa del commercio illegale di specie vegetali esotiche e per via della deforestazione. E' tipica di Panama, Colombia e Venezuela.

Leggi anche: Peristeria elata: l'orchidea a forma di colomba

orchidea colomba

7) Vespa

E' conosciuta come fior di vespa, orchidea vesparia o orchidea a forma di ape. Il suo nome scientifico è Ophrys apifera. In Italia questa orchidea risulta piuttosto diffusa in tutte le regioni. Può crescere sia tra i boschi non troppo fitti che nei prati incolti delle città, ma anche tra macchie e praterie, fino a 1400 metri di altitudine, dall'Atlantico al Caucaso.

Leggi anche: Fior di vespa: l'orchidea a forma di ape


orchidea vespa

8) Uomo nudo

Questa particolare orchidea appartiene alla varietà Orchis italica. Deve il suo nome comune alla forma del labello del fiore che sembra imitare il corpo di un uomo. E' conosciuta come "Orchidea dell'uomo nudo" ("Orquídea del hombre desnudo" in spagnolo). E' una delle più diffuse orchidee selvatiche d'Italia, soprattutto in Sicilia, in Sardegna e nelle regioni centro-meridionali.

orchidea uomo nudo

fonte foto: anaretamero.com

9) Anatra

Ecco un altro fiore davvero particolare. Si tratta della Flying Duck Orchid, che deve il proprio nome al suo aspetto. Ricorda infatti una piccola anatra che sta per spiccare il volo, con la testa e il becco proiettati verso l'alto e le alta e le ali piegate all'indietro. La potrete ammirare dal vivo se vi capiterà di fare un viaggio nel deserto australiano.

Leggi anche: Flying Duck Orchid: l'orchidea a forma di anatra


fonte foto: wikipedia.org

10) Extraterrestri

E per finire, dei fiori che non ci saremmo mai aspettati di incontrare, nemmeno in fotografia. Somigliano a tanti piccoli extratterrestri arancioni dalle orecchie verdi. Ci troviamo di fronte ad una pianta perenne che porta il nome di Calceolaria uniflora. E' originaria della Terra del Fuoco, in Sudamerica. E' una specie di montagna e la sua altezza è di soli 10 centimetri.

alieni fiori strani

fonte foto: fickr.com

Marta Albè

Fonte foto: laweekly.com

Leggi anche:

I 10 alberi piu' strani del mondo

 

Quelle relazioni pericolose tra petrolio, clima e cibo

$
0
0

mercalli

La lista dei danni compiuti dall'uomo nei confronti il pianeta è drammaticamente lunga. Libri interi non basterebbero per descrivere nei dettagli le ferite che stiamo infliggendo a noi stessi: il surriscaldamento climatico, l'acidificazione degli oceani, il buco dell'ozono (un problema arginato, ma non scomparso), le guerre per l'accesso all'acqua dolce, l'uso perverso del suolo (un esempio su tutti: la cementificazione continua), la perdita della biodiversità... e potremmo continuare. Come  abbiamo fatto ad arrivare fin qui?

 
Uno dei tanti fattori "antropogenerati" del cambiamento climatico, a volte sottovalutato, è il consumo di petrolio. La nostra dipendenza dall'oro nero ha delle ripercussioni enormi sul clima e, non di meno, sulla nostra alimentazione, come ha magistralmente spiegato ieri il noto meteorologo  e climatologo Luca Mercalli alla V edizione del Festival Vegetariano di Gorizia

Chi mangia vegetariano e chi mangia petrolio

Quali sono dunque le relazioni tra petrolio, clima e cibo? In passato il nesso era ben conosciuto: le piogge scarse portavano in breve tempo alla siccità e all'alterazione del raccolto. Il clima, quindi, aveva una forte influenza sull'agricolutura. Oggi la relazione sembra essersi invertita: è l'agricoltura che influenza il clima, spesso in modo irreparabile. E lo fa in tre modi diversi: primo, con la deforestazione (altrimenti dove fare le piantagioni di foraggio?); secondo, con la produzione di metano dagli allevamenti bovini e dai fanghi delle risaie; terzo, con la combustione di petrolio "necessaria" per i macchinari agricoli. 

Più precisamente, quanto petrolio ci serve per mangiare? Se tutti sappiamo fin dalle scuole elementari quanti litri di acqua servono per "fare" una bistecca o un paio di jeans, spesso ignoriamo che la quantità di petrolio necessaria è altrettanto spaventosa. Solo un esempio: chi compra un chilo di carne di vitello dovrebbe sapere che, oltre a un pezzo di cadavere animale, si mangia anche i sette litri di petrolio utilizzati per produrre la bistecca. L'alimentazione odierna è diventata mostruosamente "energivora".

 

Quali conseguenze comporta l'uso di tutto questo petrolio nella la produzione alimentare? Il danno è duplice. Prima di tutto, perché non è una risorsa infinita. Anzi, ormai ne sono rimaste solo le riserve a grandi profondità. Il costo sempre maggiore dell'estrazione si ripercuote sui costi dell'agricoltura e dell'allevamento. Non si può nascondere che il petrolio oggi sia molto più costoso di un tempo: basti pensare che un barile di greggio costa cinque o sei volte quanto costava appena quindici anni fa. Il secondo danno è il costo ambientale: un regime alimentare come quello attuale genera, a causa del consumo di petrolio, un inquinamento di enorme portata. Per questo, come sottolineato dal professor Mercalli al Festival Vegetariano, tutti dovrebbero ridurre il proprio consumo di carne. Mettere un freno all'allevamento è assolutamente indispensabile per fermare il cambiamento climatico. Lo affermano ormai anche importanti studi internazionali. Chi segue una dieta vegetariana, ad esempio, produce la metà delle emissioni di anidride carbonica per la propria alimentazione rispetto a chi mangia molta carne. 

LEGGI anche: Ridurre il consumo di carne e formaggio l'unico modo per ridurre i cambiamenti climatici

Un presente molto caldo, un futuro infernale

Il cambiamento climatico non è una vuota minaccia, né una tesi lontana dalla realtà. È qui, ora. E la nostra agricoltura lo sa bene. Sono tanti i campanelli d'allarme e li conosciamo: l'aumento della CO2 in atmosfera, la crescita della temperatura media terrestre nell'ultimo secolo, la drastica riduzione annua dei giorni di gelo. I ghiacciai arretrano e poi scompaiono, l'estate arriva prima. E l'agricoltura? Con le acque di fusione ad aprile, ce ne facciamo poco. Poi arriva giugno, l'estate, il caldo... e di acqua non ce n'è più. E i raccolti bruciano, come nella calda estate del 2003. Ce la ricordiamo tutti. 

Se il presente ci spaventa (o ci dovrebbe spaventare), il futuro è un incubo che si potrebbe presto realizzare. Di nuovo, non è un'ipotesi fatalista di qualche indovino, ma il risultato di approfondite ricerche scientifiche. Le previsioni dei climatologi ci mostrano un bivio: possiamo continuare sulla strada percorsa fino a oggi, bruciando petrolio per nutrirci ogni giorno di carne, e giungere alla fine del secolo a un aumento di cinque gradi della temperatura terrestre, vale a dire una catastrofe climatica; oppure possiamo prendere coscienza della tragedia imminente e ridurre i nostri consumi energetici, augurandoci che il surriscaldamento globale si "limiti" a due soli gradi in più. 

Altrimenti? Pensiamo al bacino del Mediterraneo: se l'Europa sarà caldissima nel giro di alcuni decenni, il Nord Africa è già ben avviato su questa strada. Come accoglieremo le decine di migliaia di profughi climatici in fuga dall'inaridimento delle loro terre? E se i ghiacci si scioglieranno a ritmo forsennato, come si difenderanno le popolazioni costiere dall'innalzamento del livello del mare? Sono questioni aperte da decenni, ma nessuno – all'infuori della comunità scientifica – sembra aver preso sul serio questa minaccia. Ai "piani alti" della politica internazionale si pensa sempre prima agli interessi industriali del momento e poi al benessere delle prossime generazioni. 

Noi, nel nostro piccolo, possiamo cominciare dalle azioni più semplici: ridurre gli sprechi, fare un uso razionale dell'energia (meglio se rinnovabile), combattere contro la cementificazione. E naturalmente seguire un'alimentazione sana sia per noi, sia per il pianeta.

Lorenzo Alberini

LEGGI anche:

I 12 modi per ridurre le emissioni a tavola

Con una dieta vegetariana o vegana si dimezzano le emissioni di CO2

Festival Vegetariano 2014: al via al Castello di Gorizia la 5° edizione 

Perché veg è meglio? I vantaggi nutrizionali di una dieta vegetariana e vegana

$
0
0

dieta veg meglio

I vantaggi nutrizionali di una dieta vegetariana o vegana non saranno forse la prima ragione per intraprendere questa strada, ma avvalorano indubbiamente la bontà della scelta veg. È di questo parere il dott. Riccardo Trespidi, medico vegano da 15 anni e vegetariano da 30 anni.

Alla V edizione del Festival Vegetariano di Gorizia il dottor Trespidi ha illustrato gli aspetti nutrizionali dell'alimentazione priva di cibi di origine animale «anche se la scelta vegetariana o vegana va ben oltre la questione nutrizionale e ambientale», com'egli ha premesso. In particolare, ha illustrato quali patologie possono essere efficacemente contrastate passando da una dieta «cannibale», come la definisce Trespidi, a una a base vegetale.

Le prime malattie interessate sono naturalmente i disturbi cardiovascolari. L'eliminazione della carne dalla dieta può portare a risultati straordinari: uno studio condotto negli Stati Uniti su 76mila soggetti ha mostrato una riduzione della mortalità per cardiopatia ischemica del 20% tra le donne vegetariane e del 31% tra gli uomini vegetariani, rispetto ai carnivori.

LEGGI anche:

Dieta vegetariana: la scelta che fa bene al cuore

Dieta vegana 'low carb' riduce i fattori di rischio cardiovascolare

 

È importante ricordare, in questo caso, che i vegetariani sono mediamente più attenti allo loro salute sotto molteplici aspetti: spesso non fumano, non bevono e fanno attività fisica. Questo però non pregiudica lo studio, anzi: è un ulteriore stimolo a intraprendere la strada vegetariana come stile di vita.

Altre patologie sulle quali la dieta veg ha effetti benefici sono l'ipertensione, il diabete mellito e la diverticolite, malattia che affligge l'apparato digerente. La probabilità di contrarre quest'ultima, è stato notato, è addirittura dimezzata per i soggetti vegetariani. I quali, secondo molti studi, sarebbero colpiti con minore incidenza anche dallo sviluppo di tumori.

Una di queste ricerche è molto nota. Infatti nel 2012 è stato pubblicato anche in Italia il volume The China Study, opera di Colin Campbell e del figlio Thomas Campbell che affronta anche i temi legati ad alimentazione e tumori.

LEGGI anche: 

Segue una dieta vegetariana e sconfigge il cancro al colon

Guarire dal cancro diventando vegani? La storia di Antonio a Le Iene (VIDEO)

Un'alimentazione priva di cibi di origine animale aiuta a combattere anche l'artrite reumatoide e gli alti livelli di colesterolo. Questi ultimi possono essere ridotti quasi del 30% grazie alla dieta vegetariana. Molti pazienti potrebbero così fare a meno delle controverse statine per curarsi.

Uno dei maggiori problemi derivanti da un'alimentazione carnivora, comunque, rimane l'obesità, causata anche dal consumo smodato di bibite dolcificate e olio di semi. Il dato più impressionante è che oggi gli obesi sono più degli affamati, ma non solo nei paesi ricchi, bensì anche in quelli in via di sviluppo. Come in Messico, dove il numero di «grandi obesi» (indice di massa corporea superiore a quello degli «obesi») ha superato il numero delle persone sottonutrite.

Nella nostra quotidiana ricerca di informazioni, è fondamentale verificare ciò che ci viene servito come verità. Parlando di nutrizione e salute, la certezza e la scientificità dell'informazione sono essenziali. Gli studi sugli effetti benefici della dieta vegetariana sono in aumento e anche le più importanti istituzioni preposte alla corretta alimentazione ormai affermano che eliminare i cibi di origine animale è una pratica salutare. Tuttavia ricordiamoci sempre che non c'è niente di più importante della nostra salute: è bene calibrare le nostre scelte e basarci sempre su fonti affidabili.

Lorenzo Alberini

LEGGI anche:

Dieta vegan: 10 cose da sapere

 

Dieta vegan e tumori: la medicina ci vuole malati? (VIDEO)

Dieta vegan: 5 ricette facili per iniziare

 

Alimentazione vegan e sport: binomio possibile?

$
0
0

vegetariani sport

Forza. Resistenza. Concentrazione. Nello sport tutte queste componenti sono essenziali e l'alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella preparazione fisica e mentale. È possibile coniugare un'alimentazione vegana con una buona attività fisica?

Secondo Maurizio Falasconi, personal trainer vegano ed ex calciatore, la risposta è «assolutamente sì». E lo ha dimostrato, in occasione della V edizione del Festival Vegetariano a Gorizia, con diversi esempi di «super sportivi», sfatando il mito del vegano pallido e mingherlino.

Gli atleti citati praticano sport davvero molto diversi tra loro, suddivisibili in tre categorie per tipo di sforzo richiesto: forza, resistenza e "impegno misto".

LEGGI anche: I 10 migliori atleti vegan del mondo

Tra i campioni delle discipline in cui la forza è il primo fattore di successo, spiccano nomi già noti anche al grande pubblico. Uno di questi è senza dubbio Carl Lewis: rcinoto sprinter e saltatore americano degli anni 80 e 90, Lewis ha deciso di sposare l'alimentazione vegan dal 1990.

lewis

Quell'anno, ha dichiarato, è stato il migliore della sua carriera. E un altro atleta lo segue: Edwinm Moses, anch'egli vegano. Un solo dato è sufficiente per comprendere le doti atletiche del campione di corsa ad ostacoli: lungo tutta la sua carriera da professionista ha disputato 187 gare, vincendone 178.

vegetariani sport2

 

I veri muscoli si vedono però in altri sportivi, come l'italoamericano Frank Medrano. Molto conosciuto per le sue formidabili acrobazie, anche Medrano è vegano. Riguardo al suo allenamento sostiene: «L'attrezzatura non cambierà l'equazione per il successo perché la variabile più importante sarai sempre tu stesso». Oppure Rob Bigwood: tre volte campione nella disciplina del «braccio di ferro» nello stato di New York, Bigwood è un attivista per i diritti degli animali americano ed è vegano.

{youtube}WTDyQyUzXQ{/youtube}

Tuttavia uno degli uomini più forti al mondo non l'abbiamo ancora nominato: Patrick Baboumian, vegetariano dal 2005 e vegano dal 2011, è un cosiddetto «strongman» tedesco di origini armene ed è il detentore del record mondiale in tale disciplina: ha trasportato per dieci metri sulla propria schiena un particolare bilanciere da 555 chili.

{youtube}ZTaGZ6KLDwI{/youtube}

Se la difficoltà è la resistenza, due sono gli sportivi vegani che meritano innegabilmente di essere considerati. Il primo è Dave Scott. Se pensate che il triathlon olimpico sia uno sport estenuante, cosa si può dire della sua versione estrema, l'Ironman triathlon? La disciplina prevede 3,8 chilometri di nuoto, 180 chilometri in bicicletta e un'intera maratona (42 chilometri) di corsa. Dave Scott è stato il primo atleta a vincere per sei volte l'Ironman triathlon, sfiorando il record assoluto di sette vittorie quando aveva già 42 anni. Il secondo atleta notevole è Scott Jurek. Vegetariano dal 1997 e vegano dal 1999, Jurek ha vinto nella sua carriera tutte le più famose ultramaratone del pianeta. Le sue gare consistono nel correre a piedi tra gli 80 e i 160 km.

Esistono però anche grandi sportivi nelle discipline "normali". Aleksej Voevoda, ad esempio, è un grande campione russo degli sport invernali. L'atleta vegano ha vinto le ultime olimpiadi invernali di Sochi nella disciplina del bob a due e in quella del bob a quattro.Spostandoci dall'altra parte del pianeta, troviamo Timothy Bradley. Pugile professionista americano, anche Bradley ha deciso di vivere seguendo un'alimentazione vegana.

williams

 

Infine non possiamo dimenticare le celeberrime sorelle Williams. Le regine statunitensi del tennis, come vi abbiamo raccontato in un articolo a loro dedicato, hanno intrapreso la via vegan dopo che a Venus è stata diagnosticata una malattia del sistema immunitario. Per contrastarla, la campionessa ha eliminato dalla sua dieta uova, latte e derivati dagli animali. Serena, per solidarietà, ha deciso di seguire la sorella e, nonostante questa rivoluzione nella loro alimentazione, sono rimaste le campionesse di sempre.

LEGGI anche: Le sorelle Williams diventano vegan in nome della salute di Venus

Parlando di sport, è necessaria una piccola parentesi sul funzionamento dei nostri muscoli. È bene ricordare che il muscolo è formato in gran parte da acqua (75%), da proteine contrattili (20%) e da microelementi vari. Parliamo delle proteine: per i "non addetti ai lavori", esse possono essere considerate come delle lunghe catene, in cui ogni anello è un amminoacido. Gli amminoacidi sono venti si dividono in essenziali (otto) e non essenziali (dodici). I primi devono assolutamente essere ingeriti con la dieta. Non c'è da stupirsi, nonostante le perplessità di molti carnivori, che l'alimentazione a base vegetale li contenga tutti.

Quella macchina perfetta che è il nostro corpo, però, non potrebbe funzionare senza energia. La fonte energetica del corpo umano è una molecola chiamata ATP che, a sua volta, necessita di alcune macromolecole: carboidrati e lipidi su tutte. Frutta, legumi e cereali contengono in abbondanza tutte queste molecole fondamentali. Senza entrare nei dettagli, è evidente che un'alimentazione veg si sposa perfettamente con un'intensa attività fisica, anche dal punto di vista nutrizionale.

Non resta altro da fare, per vegani e vegetariani, che iniziare ad allenarsi.

Lorenzo Alberini

LEGGI anche:

I 10 migliori atleti vegan del mondo

Calsazio, Gran Paradiso: il borgo alpino in vendita su Ebay

$
0
0

borgo2

Tempo rimasto: 7g e qualche ora in più. Prezzo dell'asta: EUR 245.000,00. Utenti interessati 136. Sono queste le informazioni che compaiano sull'annuncio di eBay che sta facendo parlare di sé su social e giornali di mezzo mondo. Sì, perché a essere stato messo in vendita è un intero borgo alpino, per un totale di 14 abitazioni.

Borgata Calsazio è una frazione di Sparone, Comune della Valle Orco. Ai piedi del Parco Nazionale del Gran Paradiso, si trova a soli 50 chilometri dal centro di Torino. Qui quattordici case, immerse tra le Alpi Graie, in un contesto paesaggistico unico, uniscono oltre 50 vani. Si tratta di affascinanti abitazioni in legno e pietra, in buone condizioni ma da ristrutturare. La borgata è già entrata nella rete dei Borghi alpini voluta dall'Uncem a maggio, che coinvolge trenta Comuni piemontesi.

"Abbiamo conosciuto Calsazio, tramite alcuni proprietari, un anno e mezzo fa – spiega Marco Bussone, coordinatore del programma Borghi Alpini promosso dalla Delegazione piemontese dell'Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani – quando avevamo aperto il bando per individuare possibili borghi da rivitalizzare lungo tutto l'arco alpino piemontese. Abbiamo individuato una trentina di opportunità, altre dieci dove sono già stati aperti cantieri. Calsazio si presta bene a un intervento da parte di un privato, che può acquistare gli immobili e, con un generale programma di recupero, riqualificarli".

borgo

borgo3

La destinazione d'uso? Una parte potrebbe ospitare strutture diffuse di accoglienza turistica, come l'albergo diffuso, che non ha un unico corpo, bensì distribuisce le camere in diversi immobili lungo il borgo. L'altra possibilità è quella di trasformarla in un borgo residenziale, vista la vicinanza con i poli dei servizi (Cuorgné, Rivarolo e Ivrea sono a pochi chilometri) e con Torino (cinquanta chilometri), la presenza a cinquanta metri di una strada provinciale.

"Chi acquista avrà da Uncem un masterplan con individua possibili forme di riqualificazione – continua Bussone –. Lavoriamo da anni con l'Istituto di Architettura montana del Politecnico di Torino, che ha seguito ad esempio gli interventi nella borgata di Ostana, in Valle Po. A Sparone gli immobili hanno precise conformazioni architettoniche che devono essere mantenute. Anche sui materiali deve essere fatta un'attenta valutazione. Non si possono accettare scempi o recuperi non funzionali al luogo, inserito in un'area di pre-parco. Legno e pietra sono ideali per il recupero".

L'obiettivo, quindi, è quello di generare occasioni di sviluppo locale, di rivitalizzazione di aree e borgate abbandonate, luoghi fantasma. Pensiamo a Solomeo, che grazie a Brunello Cucinelli è diventato il primo borgo in cui ha sede un'impresa manifatturiera d'eccellenza, oppure a Santo Stefano di Sessanio in Abruzzo, dove è nato uno dei primi alberghi diffusi d'Italia, grazie all'investimento di Daniele Kihlgren. Ecco perché si può provare anche a Calsazio di Sparone.

Roberta Ragni

Leggi anche:

Ghost cities e borghi abbandonati da recuperare

Come rivalutare i paesi abbandonati e riscoprire i borghi più belli d'Italia

I 10 migliori alberghi diffusi d'Italia

Intolleranza al lattosio: predisposto il 40% degli italiani

$
0
0

intolleranza lattosio

Si parla sempre più spesso di intolleranza al lattosio dato che si tratta di una problematica abbastanza diffusa. Un nuovo studio ha messo in correlazione questo tipo di intolleranza con i casi di ipotiroidismo scoprendo che quando c’è concomitanza dei due disturbi è necessario aumentare la dose dell’ormone tiroideo assunto a scopo terapeutico.

La ricerca, condotta da l’UOC di Endocrinologia dell’Università La Sapienza ha visto la sua pubblicazione sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism.

Quando si parla di intolleranza al lattosio non ci si riferisce all’allergia agli alimenti che contengono questa sostanza (principalmente latte e derivati) ma al fatto che un certo numero di persone mal tollerano il principale zucchero presente nel latte, appunto il lattosio, in quanto carenti dell’enzima lattasi che in genere gli esseri umani hanno quando sono neonati e bambini e tendono a perdere con la crescita.
Secondo una ricerca condotta dai dottori Angelo Franzè e Anna Bertelè e pubblicata sul giornale della Società Italiana di Medicina Generale sembra che in Italia circa il 40% della popolazione è predisposto all’intolleranza al lattosio (molto spesso anche senza saperlo).

Tornando però all’ultima ricerca, il prof. Marco Centanni a capo dello studio ha dichiarato: “È noto da tempo che in persone ipotiroidee con patologie gastrointestinali (morbo celiaco, infezione da Helicobacter pylori, gastriti croniche, parassitosi intestinali) sia necessario un aumento della dose di levotiroxina per garantire il raggiungimento dell’obiettivo terapeutico. Questo studio dimostra che la dose di levotiroxina deve essere aumentata di circa un terzo rispetto alla dose ottimale, anche in pazienti intolleranti al lattosio che non seguono una dieta priva di latte e suoi derivati”.

Tra l’altro c’è da specificare che il lattosio è presente anche in alcuni farmaci tra cui proprio le compresse di ormone tiroideo, oggi il problema può essere superato grazie a delle nuove formulazioni molli o addirittura liquide, prive di lattosio e che tra l’altro, a detta degli esperti, garantiscono un migliore assorbimento.

Dalla ricerca condotta tra il 2009 e il 2012 su 34 pazienti con ipotiroidismo, (dovuto alla tiroidite di Hashimoto) e contemporanemente intolleranti al lattosio gli esperti hanno potuto stimare che in questi casi in media si ha bisogno di aumentare il dosaggio di ormone tiroideo del 31%.

{youtube}P3sz2RRq13M{/youtube}

{youtube}WTkaaoOuEYY{/youtube}

Francesca Biagioli

Leggi anche:

- Intolleranze alimentari ed allergie in aumento. Perché?


Orti urbani a Lampedusa: come e perché portare orti sociali nell'isola dei migranti

$
0
0

orto lampedusa cover

Porto l'Orto a Lampedusa, ecco il nome del progetto che mira a rendere l'isola siciliana più verde grazie agli orti urbani. A circa 70 persone dell'isola verranno assegnati 15 piccoli appezzamenti da coltivare. Grazie a Legambiente e Terra Onlus a Lampedusa nasceranno presto nuovi orti sociali.

Si tratta di un progetto volto a valorizzare le ricchezze dell'isola grazie alla creazione di luoghi di aggregazione e di socialità per la comunità locale, ma anche di occasioni di ricerca e di sperimentazione dedicati all'agricoltura naturale. L'orto comunitario di Lampedusa si baserà infatti su tecniche agricole innovative e sul recupero di varietà autoctone.

Il progetto servirà anche a rilanciare Lampedusa dal punto di vista turistico. Una perla rara che spesso viene dimenticata e lasciata sola ad affrontare l'emergenza dell'arrivo dei clandestini che - quando riescono ad approdare a riva - giungono sulle sue coste in condizioni disperate.

La comunità di 6000 persone che vive a Lampedusa ritroverà la propria unione grazie alla creazioni di orti che puntano sul rispetto dell'ambiente e sul sociale. Lampedusa deve essere considerata soprattutto come un approdo sicuro per migliaia di persone che non solo qui hanno salva la vita, ma che proprio sull'isola hanno l'occasione di ricominciare una nuova vita.

10 motivi per portare gli orti a Lampedusa

1) Perché tutti noi abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti della comunità lampedusana.

2) Perché Lampedusa ha un'identità che non è solo quella che restituiscono i media, distorta dal racconto di una tragedia senza fine. Chi Lampedusa la conosce sa che non è solo "emergenza clandestini" ma è una comunità intera che, nelle mille contraddizioni della vita quotidiana, ha dimostrato una tenuta sociale fuori dal comune.

3) Per valorizzare le bellezze naturali dell'isola. Perché Lampedusa è semplicemente splendida e gli orti aggiungono bellezza al territorio.

4) Per restituire a Lampedusa una vocazione agricola che negli anni si è persa. Pensiamo che gli orti possano servire da scintilla per far rivivere tutte quelle terre che in questi anni sono state abbandonate o, peggio, frutto di speculazioni.

5) Perché la comunità di Lampedusa in questi anni ha salvato la vita a migliaia di migranti.

6) Perché quando il mare è alto, gli scaffali dei supermercati si svuotano, e allora l'autosostentamento e la produzione orticola possono essere una risposta, seppure parziale.

7) Per riscoprire le varietà orticole dell'isola.

8) Per fare un centro sociale a cielo aperto, dove i lampedusani e le persone che sull'isola ci transitano possano relazionarsi.

9) Per strappare il territorio alla speculazione edilizia.

10) Per riscoprire il valore della terra.

orto lampedusa 1

orto lampedusa 2

Il progetto Porto l'Orto a Lampedusa vede la partecipazione di Terra Onlus (qui il progetto nei dettagli), un'associazione ambientalista senza fini di lucro e apartitica, che collabora con il Circolo Legambiente Lampedusa "Esther Ada". Tra le aziende che sostengono il progetto troviamo Lush con la sua crema Charity Pot. Potete supportare Porto l'Orto a Lampedusa grazie al crowdfunding. Basta cliccare qui.

{youtube}FG6Y55HHq5c{/youtube}

Marta Albè

Fonte foto: finanziamiiltuofuturo.it

Leggi anche:

Orti sociali: a Lampedusa un progetto in crowdfunding per rendere l'isola piu' verde

 

Gattina lanciata dal finestrino in autostrada: adottata dall'agente soccoritore

$
0
0

gattina polizia

Era una gattina indesiderata, considerata alla stregua di un rifiuto. Per questo è stata abbandonata nel più crudele dei modi: gettata dal finestrino di un auto in corsa contro la colonna metallica di un distributore di benzina sull'autostrada A7 Milano-Genova, all'area di servizio "Vallescrivia sud", nel comune di Arquata Scrivia, in provincia di Alessandria.

La micia di pochi mesi, ha trovato, per sua fortuna, angeli custodi d'eccezione, che nel cuore della notte l'hanno recuperata e fatta curare. Sono due agenti della Stradale di Sampierdarena, che l'hanno temporaneamente affidata alla Croce bianca genovese e alle cure di un veterinario. Ha una zampina rotta, che verrà presto operata.

Quando uscirà dall'operazione, però, ad aspettarla ci sarà una nuova famiglia, che saprà certamente farle riacquisitare fiducia nel genere umano. Paolo, uno dei due agenti intervenuti sul posto, ha infatti deciso di adottarla.

L'intera scena, spiega il Secolo, è stata filmata dalle telecamere di videosorveglianza della stazione di rifornimento. E tutti ci auguriamo che l'automobilista-mostro, ricercato e denunciato per abbandono e maltrattamento di animali, abbia la pena che si merita.

Roberta Ragni

Leggi anche:

Cani e gatti feriti, abbandonati, maltrattati: cosa fare e numeri utili da contattare

Xilitolo: cos'è, benefici e controindicazioni

$
0
0

xilitolo dolcificante

Lo xilitolo è uno zucchero dal potere dolcificante molto simile a quello del saccarosio, ma dal contenuto di calorie più ridotto. Viene estratto soprattutto dalle betulle, ma anche da alcuni tipi di frutta, come le fragole e i lamponi, e dal grano. Come additivo alimentare in Europa viene indicato con il numero E967.

Lo conosciamo soprattutto come dolcificante per i chewing-gum, ma i suoi utilizzi spaziano oltre questi prodotti e pare che lo xilitolo presenti anche alcuni benefici per la salute. Purtroppo però come lo zucchero raffinato - il normale zucchero bianco - lo xilitolo non contiene vitamine, sali minerali o altre sostanze utili. Nonostante ciò, lo xilitolo viene presentato come un'alternativa più salutare rispetto al saccarosio.

Cos'è lo xilitolo e dove trovarlo

Lo xilitolo è una sostanza dolcificante che si presenta come un ibrido tra una molecola zuccherina e una molecola alcolica. Queste caratteristiche gli permettono di stimolare i recettori del sapore dolce presenti sulla lingua. Lo si trova in piccole quantità in frutta e verdura e anche il nostro organismo tramite il metabolismo ne produce un minimo. Lo si impiega soprattutto in chewing-gum, caramelle, mentine e prodotti per l'igiene orale.

Mentre lo zucchero bianco contiene 4 calorie per grammo, lo xilitolo ne contiene 2,4 per grammo, dunque circa il 40% in meno. Lo xilitolo viene estratto soprattutto dalle betulle, oppure viene ottenuto grazie ad un processo industriale che trasforma le fibre vegetali chiamate xilani (dei polisaccaridi) in xilitolo. Trovate lo xilitolo in vendita come dolcificante in polvere su internet e nei negozi di prodotti naturali.

Indice glicemico

Uno degli effetti indesiderati più noti degli zuccheri aggiunti riguarda i picchi di glucosio nel sangue e il rilascio rapido di insulina. Rispetto a dolcificanti come lo zucchero bianco, lo xilitolo ha un'azione molto debole sul livello di glucosio nel sangue e sull'insulina. L'indice glicemico dello xilitolo infatti è pari a 7, mentre quello dello zucchero raffinato è di 60-70. Lo xilitolo, dal punto di vista dell'indice glicemico, potrebbe rappresentare un'alternativa allo zucchero raffinato adatta a chi è a rischio di diabete e a chi soffre di obesità e problemi metabolici, ma al riguardo è sempre bene consultare il proprio medico. Sono stati condotti alcuni studi secondo cui lo xilitolo potrebbe essere utile per alleviare i sintomi del diabete, per ridurre il grasso addominale e per prevenire l'aumento di peso.

Salute dei denti

Secondo alcuni studi lo xilitolo presenta dei benefici per la salute dei denti e della bocca. Tra i batteri responsabili della placca troviamo lo Streptococcus mutans. Questo batterio si nutre del glucosio presente in bocca grazie al cibo, ma non può utilizzare lo xilitolo. Quindi sostituire lo zucchero con lo xilitolo potrebbe aiutare a tenere a bada questo batterio. Lo xilitolo sarebbe inoltre in grado di bloccare il metabolismo dei batteri, soprattutto per quanto riguarda la loro capacità di ricavare energia dal glucosio. In uno studio pubblicato sull'Iranian Journal of Microbiology si è osservato che lo xilitolo aiuta a ridurre i batteri nocivi presenti nel cavo orale dal 25 al 75% mentre non ha effetto sui batteri utili.

Inoltre lo xilitolo migliora l'assorbimento del calcio a livello dell'apparato digerente, accresce la produzione di saliva e ne riduce l'acidità, aiuta a prevenire e ridurre le carie, accanto all'infiammazione delle gengive.

Infezioni delle orecchie

Bocca, naso e orecchie sono collegate. I batteri che vivono nella bocca possono raggiungere le orecchie e provocare infezioni, come a volte capita nei bambini. Lo xilitolo sarebbe in grado di contrastare questi batteri proprio come nel caso della placca. Secondo uno studio condotto in Finlandia, masticare chewing-gum allo xilitolo riduce il rischio di otite.

Altri benefici

Sarò necessario approfondire questi aspetti, ma è molto probabile che lo xilitolo possa essere utile per stimolare la produzione di collagene, che previene l'invecchiamento della pelle, e per prevenire l'osteoporosi e la riduzione del volume e della densità delle ossa. Potrebbe nutrire i batteri benefici presenti nell'intestino e agire come una vera e propria fibra per stimolarne la regolarità.

Tossico per i cani

L'organismo umano assorbe lo xilitolo lentamente e con scarsi effetti sulla produzione di insulina. Ma per i cani non è così. Per loro lo xilitolo ha lo stesso effetto dello zucchero raffinato e provoca un'alta produzione di insulina. Ciò può provocare ipoglicemia e risultare addirittura fatale per i nostri amici a quattro zampe. Per avere effetti negativi bastano soltanto 0,1 grammi di xilitolo per ogni chilogrammo di peso del cane. Meno di quanto ne contiene un singolo chewing-gum.

Controindicazioni

In genere lo xilitolo è considerato ben tollerato, ma alcune persone potrebbero avvertire problemi digestivi con un consumo elevato, ad esempio a causa della fermentazione intestinale. Uno studio ha valutato che l'assunzione di quantitativi elevati di xilitolo (addirittura fino a 1,5 kg al mese) non provoca comunque effetti collaterali. Chi soffre di sindrome del colon irritabile dovrebbe evitare lo xilitolo.

Marta Albè

Leggi anche:

Stevia: il dolcificante naturale alternativo allo zucchero a calorie zero

 

Storie favolose: al Bambin Gesù le favole scritte dai piccoli pazienti lette dai vip

$
0
0

bambino osp

In ospedale un bambino è un po' più bambino, è quella parte di sé insicura e indifesa. La ricerca costante di affetto incondizionato. Raccontare loro le favole può essere un porto sicuro, l'appiglio più semplice per mettere in moto ancora una volta la loro immaginazione e la loro speranza. È per questo motivo che al Bambin Gesù di Roma prende vita il progetto "Storie favolose".

In ospedale un bambino non dovrebbe starci se non per un rapido controllo, una visita di routine. E invece ci sono bimbi che sanno già cos'è un ricovero, una malattia, le lunghe giornate tra i muri bianchi e anonimi di un non luogo.

Per alleviare il loro disagio, la pet therapy è già diventata realtà in parecchi ospedali, anche se non senza difficoltà. E ora, il nuovo progetto che parte al principale ospedale pediatrico della Capitale vede nove piccoli pazienti - Beatrice, Giulia, Isabella, Leonardo, Luca e Martina, Mattia, Sofia e Valentina (solo i loro profili qui a me hanno fotto commuovere...) – diventare autori di storie fantastiche che sono state a loro volta racchiuse in una raccolta di "favole-video" interpretate da attori e personaggi dello spettacolo.

"Storie favolose" è un libro realizzato per condividere tutte le fantasie e i timori dei bambini attraverso la classica formula del "C'era una volta...", un modo per esprimere emozioni difficili anche solo da nominare. Interpreti delle prime otto favole – che da oggi si trovano online sul sito www.storiefavolose.it - sono Neri Marcorè, Cesare Bocci, Giorgio Pasotti, Anna Foglietta, Michela Andreozzi, Samantha de Grenet, Giulio Base e Thomas Trabacchi.

interpreti favole

"Raccontare i bambini attraverso le favole – spiega Giuseppe Profiti, presidente del Bambino Gesù - è un modo per guardare in modo diverso l'Ospedale, luogo di cura, ma anche luogo di relazioni capaci di stimolare la creatività dei piccoli degenti. E' quella che noi chiamiamo 'terapia dell'accoglienza', che si fa carico non solo della salute fisica del bambino ma anche del suo benessere psicologico ed emotivo".

Carina l'iniziativa, no? Dare sollievo a dei piccoli degenti è una missione difficile e delicata. Star vicino a loro e ai genitori, ai loro cuori soprattutto, è di fondamentale importanza. Speriamo che anche il favoloso mondo dei racconti dia sollievo ai dolci bambini e a chi sta loro vicino.

Germana Carillo 

Dai laboratori alla liberta': la nuova vita di 110 scimpanze' in "pensione"

$
0
0

heaven

Hanno vissuto per anni e anni in gabbie di cemento e acciaio, senza sapere cosa fossero l'aria , il sole e l'erba. Sono stati provati della libertà, della tranquillità e dell'amore. Su di loro sono stati condotti esperimenti di ogni tipo, in particolare quelli su malattie come l'epatite e l'Aids.

Ma oggi, dopo un anno e mezzo di intensa progettazione, di incontri, viaggi e raccolta fondi, tutti i 110 scimpanzé utilizzati in esperimenti di ricerca presso il New Iberia Research Center, in Louisiana, sono stati mandati "in pensione" nella loro nuove e bellissima casa.

Si tratta del National Chimpanzee Sanctuary - Chimp Haven. Per loro questo è un nuovo inizio, verso una vita che finora non hanno mai potuto condurre: potranno vivere arrampicandosi sugli alberi, rilassandosi al sole e interagire in gruppi sociali. La campagna per portare via dal laboratorio del sud della Louisiana a Chimp Haven questi animali, con un'età variabile da 1 a 50 anni, è iniziata nel novembre 2012, quando il National Institutes of Health ha stabilito che dovevano andare in pensione.

"Siamo entusiasti del fatto che questo grande giorno è finalmente arrivato. Molte organizzazioni e individui hanno lavorato instancabilmente per garantire che questi scimpanzé avessero un nuovo inizio in un ambiente santuario. I nostri sogni sono stati finalmente realizzati", ha detto Cathy Willis Spraetz Presidente e CEO di Chimp Haven, che ha raccolto 5 milioni di dollari per rendere il centro pronto ad accogliere gli scimpanzé in arrivo.

The New England Antivivisection Society, The Humane Society, The National Antivivisection Society e The American Antivivisection Society, insieme agli attivisti animalisti Bob Barker e Anita Hirsh, hanno versato milioni di dollari per realizzare tutte le aree di gioco e le camere da letto necessarie.

Ned, nell'immagine qui sotto, è una di queste fortunate ex vittime. E' arrivato a Chimp Haven nel mese di aprile 2014. Ha subito un trauma cranico che ha provocato mobilità ridotta e deficit cognitivi. Il danno globale al suo cervello rende le interazioni sociali con gli altri scimpanzé molto difficili.

ned

Nonostante i suoi problemi, ora ha nuovi amici che si prendono cura di lui o lo aiutano nella sua transizione verso la pensione. Con l'incoraggiamento, ha cominciato a capire la vita a Chimp Haven e si sta godendo la sua libertà.

Roberta Ragni

Leggi anche:

Vivisezione: scimpanzé vedono la luce del sole per la prima volta (VIDEO)

"Project NIM": la triste storia dello scimpanze' educato come un bambino

L'abbraccio dello scimpanze' che ritrova la liberta' (VIDEO)

Viewing all 14412 articles
Browse latest View live


<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>