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Ladybird: il robot fotovoltaico per facilitare il lavoro in agricoltura

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ladybird robot

Ladybird ("coccinella") è un robot dotato di pannelli fotovoltaici nato per facilitare il lavoro dell'uomo in agricoltura. Il professor Salah Sukkarieh, esperto di robotica dell'Università di Sidney ha da poco ricevuto il premio di miglior ricercatore dell'anno proprio per il suo lavoro sui robot agricoli.

Questo robot-coccinella è stato progettato appositamente per il settore vegetale con l'obiettivo di creare un robot intelligente ad energia solare che sapesse sorvegliare da solo l'azienda agricola, rilevare e classificare le differenti varietà di ortaggi, individuare erbacce e parassiti. Secondo gli esperti, l'automazione in agricoltura può contribuire ad aumentare l'efficienza e la resa, riducendo la fatica delle attività manuali.

E se i macchinari non inquinano a causa dei carburanti, poiché sono alimentati dall'energia solare grazie agli appositi pannelli, l'ambiente e la qualità dell'aria e dei terreni ne guadagneranno. Ladybird elimina le erbacce e ottimizza i metodi di raccolta. Di recente Ladybird ha superato con successo un test di tre giorni in una fattoria australiana dove si coltivano spinaci, cipolle e barbabietole.

Si tratta di uno dei robot più complessi mai inventati per il lavoro nei campi. Secondo il professor Sukkarueh, uno dei principali ideatori del robot, il prossimo passo nello sviluppo di macchinari ad energia solare riguarderà l'aggiunta di uno speciale braccio meccanico in grado di controllare la qualità e lo stato di salute dei terreni.

Il robot Ladybird è in grado di spostarsi in piena autonomia lungo i campi coltivati. I suoi sensori includono laser, telecamere e macchine fotografiche. Gli esperti che si sono occupati della sua realizzazione si trovano già al lavoro per migliorare quanto già esistente e ideare nuovi sistemi di raccolta e di rimozione delle erbacce a basso impatto ambientale e che riducano gli sforzi compiuti dall'uomo. Guardate il video.

{youtube}mgdksX9u08E{/youtube}

Marta Albè

Fonte foto: sidney.edu.org

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Deuterium, il trattore-robot autonomo alimentato ad energia solare per un'agricoltura davvero sostenibile

 


Kendall Jones: la cheerleader che uccide leoni e rinoceronti da 10 anni. Le petizioni

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Kendall

Biondina, 19 anni, viso innocente e sorriso cordiale. Ma alle spalle una lunga sfilza di uccisioni a danno dei cosiddetti Big 5: elefanti, rinoceronti, leoni, leoparde e bufali del Capo. La novella Melissa Bachman si chiama Kendall Jones, fa la cheerleader in Texas ma nel tempo libero vola in Africa insieme al padre per sterminare creature innocenti. Da 10 anni.

Da bambina accompagnavo mio padre in tutte le sue avventure di caccia,” racconta sulla sua pagina Facebook. “Ho fatto il mio primo viaggio nello Zimbabwe in Africa con la mia famiglia nel 2004, quando avevo 9 anni e ho visto che mio padre portava a casa molti animali”. Finché, nel 2008, a soli 13 anni ha fatto fuori il primo animale, un rinoceronte bianco in via d'estinzione.

E poi è toccato ad ippopotami, elefanti, leoni e altri animali mostrati con vanto su Facebook, a testimoniare le sue indubbie abilità di caccia e la sua dedizione al massacro. Il suo volto pulito e io suoi tentativi di rassicurazione però non hanno convinto nessuno, anzi. Si sono levate più voci contro Kendall con diverse petizioni online per bandire la giovane dai social network e dall'Africa.

“Per il bene di tutti gli animali, in particolare di quelli dell'area africana dove i cacciatori vanno per divertimento e solo per uccidere un animale. Alcune persone hanno segnalato le pagine, ma sembra che Facebook non sia preoccupato di quello che Kendall Jones sta promuovendo nella sua pagina” si legge su Avazz, dov è stata lanciata la raccolta di firme per chiedere a Facebook di rimuovere la pagina dove Kendall mostra le sue prodezze. In pochi giorni, sono state raggiunte oltre 320mila adesioni. 

kendal vegetariani

La seconda petizione invece è su Change.org e ha l'obiettivo di bandire la giovane e negarle l'accesso sul suolo africano: “Con il sostegno a livello globale saremo in grado di fare un passo nella giusta direzione verso la conservazione degli animali e contribuiremo a porre fine a pratiche come queste, nella speranza di conservare quel poco di prezioso che è rimasto del nostro mondo naturale”.

Kendall Jones1

Va detto però che finché la caccia grossa è legale e autorizzata, persone come Kendall Jones e la sua famiglia potranno ancora uccidere e vantarsi. 

Francesca Mancuso

Foto: Facebook

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Melissa Bachman: la cacciatrice di leoni che sta indignando il web (le petizioni)

 

Melanie Joy spiega i meccanismi che rendono accettabile il consumo di carne

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melanie joy

«La scelta vegetariana non è un regime alimentare, ma l'espressione di un sistema di valori che porta dall'apatia all'empatia, dall'oppressione alla giustizia». Parola di Melanie Joy, attesissima ospite del 5° Festival Vegetariano di Gorizia. Studiosa e scrittrice, Melanie Joy è approdata al Festival per presentare in anteprima nazionale il suo nuovo libro, dal titolo Finalmente la liberazione animale! in libreria dal 9 luglio 2014.

Nel 2012 aveva pubblicato un libro che è presto diventato un best seller Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche. Psicologa e sociologa presso la University of Massachusetts di Boston, oltre che conferenziera apprezzata a livello mondiale, a Gorizia la dottoressa Joy a provato a spiegare alcuni dei meccanismi che ci rendono accettabile il consumo di carne. Quella in cui siamo immersi è infatti una vera e propria "cultura carnista" che ci permette di giustificare l'assassinio animale.

E questo avviene in particolare attraverso la strategia delle tre «N», come la chiama Joy: mangiare animali è Naturale, Normale e Necessario:

- Naturale perché l'uomo è carnivoro fin dalla preistoria. Tuttavia, ricorda la ricercatrice, chi sostiene questa tesi finge di ignorare che prima di cacciare gli animali l'uomo si nutriva essenzialmente di frutta.

- Normale perché statisticamente i vegetariani, in molti paesi occidentali, sono appena uno su dieci. Ma può definirsi «normale» solo ciò che viene praticato dalla maggioranza?

- Infine, mangiare animali è Necessario per non incorrere in pericolosi squilibri alimentari. È la più forte delle argomentazioni dei carnivori, ma viene continuamente smentita dalle ricerche di alcuni nutrizionisti.

LEGGI anche: La psicologia del carnivoro: ecco perché continuiamo a mangiare animali 

È indispensabile aprire gli occhi: in passato abbiamo giustificato allo stesso modo molti altri comportamenti che ora non ci sogneremmo mai di approvare, come la dominazione sociale del maschio, la coppia rigorosamente eterosessuale, le guerre di religione, la violenza. Chi mai accetterebbe oggi lo stupro delle donne delle altre città solo perché nella storia veniva sistematicamente praticato?

melanie joy2

Le false scuse non terminano qui: a vegetariani e vegani viene imputata anche la colpa di «distruggere le tradizioni» legate alla tavola, come il pranzo di Natale, quando in realtà è sufficiente trovare un compromesso al classico arrosto per tutti sbattuto nel piatto ogni anno.

Inoltre alcuni sostengono che oggigiorno le piante non hanno più le stesse proprietà nutritive di un tempo, quando i metodi di coltivazione erano meno intensive. Tuttavia dietologi e nutrizionisti ci dicono che, anche qualora ciò fosse vero, gli alimenti a base vegetale di oggi sono sufficientemente nutrienti.

E comunque, come ha ricordato anche Melanie Joy, tutte queste scuse non devono distrarci dallo «scempio» che commettiamo uccidendo gli altri animali.

Il vegetarismo quindi va oltre l'alimentazione, è una scelta di vita. E proprio per tale importanza è un percorso che va affrontato a tappe: «Non si diventa vegetariani a tavolino» ha raccontato la dottoressa Joy. «Io ad esempio – ha spiegato – ho fatto questa scelta dopo essere rimasta disgustata dalla carne a causa di un'infezione virale. Da vegetariana sono poi solo successivamente diventata vegana». Passo dopo passo, la scelta vegetariana entra a far parte di noi e del nostro approccio alla vita.

melanie joy copertina

«È un cambiamento di consapevolezza, per questo non passerà come passano le mode».

Melanie Joy continuerà il suo tour per promuovere il nuovo libro con una tappa a Roma il prossimo 9 luglio (giorno di ufficiale di uscita del libro) alle ore 19.30 alla nella sala conferenze della Città dell'Altra Economia (Largo Dino Frisullo, Testaccio)

Lorenzo Alberini

 LEGGI tutti gli articoli del Festival Vegetariano 2014

Eritritolo: nuovo metodo di estrazione con OGM per un dolcificante che è anche insetticida

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eritritolo

La caccia al dolcificante con poche o meglio nulle calorie, senza effetti collaterali e che faccia bene il suo lavoro senza lasciare retrogusti continua. Oggi parliamo dell’eritritolo, un dolcificante già da qualche anno in commercio con la dicitura E968.

L’eritritolo fino ad oggi è stato prodotto semplicemente lasciando fermentare da alcuni lieviti specifici degli zuccheri vegetali (tra cui glucosio e saccarosio). Questa sostanza infatti si trova naturalmente in alcuni tipi di frutta matura ma c’è da dire però che la polvere bianca che viene utilizzata per dolcificare e che si trova in commercio viene ricavata da procedimenti industriali, quindi di naturale rimane davvero poco. 

Da Vienna e più precisamente dall’Università Tecnologica di questa città, arriva la notizia della messa a punto di un nuovo metodo di estrazione dell’eritritolo ottenuto dalla paglia senza utilizzare i consueti lieviti ma grazie ad un fungo OGM, il Trichoderma reesei. La modificazione genetica, a detta dei ricercatori, è utile a far sì che si produca maggiormente un’enzima in grado di aumentare la quantità di eritritolo ottenuta alla fine del processo fermentativo. Il brevetto per questa scoperta è stato già depositato e sarà la società Annikki a commercializzare la nuova forma di dolcificante “naturale”.

Ma non finisce qui. Un’altra ricerca condotta dalla Drexel University di Philadelphia ha invece evidenziato come questa sostanza, innocua per l’uomo, sia particolarmente efficace contro i moscerini della frutta tanto da poter essere considerato un potente insetticida di cui però ancora bisogna valutare l’effetto su altre specie. L’eritritolo attira gli insetti che sono propensi ad assaggiarlo in quanto dal sapore dolce ma questa sostanza per loro si rivela poi tossica.

Non so a voi, ma a me già il nome “eritritolo” non ispira molta fiducia. Abbiamo davvero bisogno di inventare nuovi dolcificanti a 0 calorie ed estratti in modi improbabili o forse potremmo rassegnarci al fatto che sarebbe meglio imparare a dolcificare naturalmente ad esempio con frutta fresca o secca, miele o non dolcificare affatto?

Francesca Biagioli

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- Dolcificanti naturali: 10 valide alternative allo zucchero bianco

- Xilitolo: cos'è, benefici e controindicazioni

Deforestazione: i vecchi cellulari diventano guardiani degli alberi

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cellulari alberi cover

Riciclare i vecchi cellulari per trasformarli in guardiani degli alberi e contrastare la deforestazione. I cellulari Android ormai inutilizzati potrebbero diventare stazioni funzionanti ad energia solare capaci di rilevare in tempo reale i rumori prodotti da motoseghe presenti nelle vicinanze.

Si tratta di una strategia che potrebbe contribuire ad arginare le azioni di disboscamento illegale. Il tutto potrà diventare realtà se il progetto in crowdfunding presentato su Kickstarter dalla startup Rainforest Connection raggiungerà il successo sperato.

Rainforest Connection ha infatti deciso di raccogliere fondi per riportare a nuova vita i rifiuti elettronici e per contribuire a salvare le foreste pluviali e, nello stesso tempo contrastare i cambiamenti climatici. I dispositivi verranno realizzati utilizzando i vecchi cellulari e pannelli solari ottenuti da frammenti di silicone di scarto.

Dunque saranno posizionati tra gli alberi delle foreste da proteggere per rilevare la presenza di motoseghe in funzione, pronte per il disboscamento, nel raggio di un chilometro. Saranno anche in grado di riconoscere gli spari dei cacciatori per prevenire il bracconaggio e difendere gli animali in via d'estinzione.

Ogni dispositivo sarà in grado di sorvegliare aree di foreste che potrebbero rappresentare l'habitat di centinaia di specie animali e vegetali e potranno consentire interventi immediati in caso di emergenza. Rainforest Connection spera di raccogliere 100 mila dollari nei prossimi 30 giorni per diffondere i nuovi dispositivi in almeno 200-300 chilometri di foreste del Brasile e dell'Africa.

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Se il traguardo verrà superato, ci sarà una funzione aggiuntiva e gli utenti che contribuiranno al progetto potranno ascoltare in tempo reale i suoni della foresta pluviale dal proprio smartphone. I supporter del crowdfunding riceveranno alcune ricompense per le loro donazioni, a partire dalle cartoline fino alle T-shirt e alle istruzioni per trasformare un vecchio cellulare in un dispositivo per salvare le foreste.

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Supporta qui il progetto su Kickstarter.

{youtube}qEHH9VSWYTI{/youtube}

Marta Albè

Fonte foto: kickstarter.com

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Deforestazione: l'Ue prima al mondo nella distruzione delle foreste

 

Zanzare: in Sri Lanka quotidiani repellenti alla citronella per contrastare le malattie tropicali

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Cosa succederebbe se il semplice gesto di sfogliare un quotidiano potesse contribuire a contrastare la diffusione delle malattie trasmesse dalle zanzare? Pensiamo alla malaria, al dengue e ad altri disturbi che possono interessare le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, che non hanno a disposizione i medicinali e le strutture sanitarie necessarie per affrontarle.

Un quotidiano dello Sri Lanka ha avviato una collaborazione con l'agenzia pubblicitaria Leo Burnett per trasformare le pagine dei giornali in repellenti antizanzare grazie ad un metodo davvero semplice. Il primo giornale antizanzare è stato creato in occasione della Giornata mondiale della salute 2014.

Come funziona? In pratica all'inchiostro per stampare le pagine dei giornali è stato aggiunto olio essenziale di citronella. Così questo repellente naturale per gli insetti si diffonde mentre i cittadini si aggiornano sulle ultime notizie. Il progetto mira soprattutto a prevenire la febbre dengue, una malattia mortale che nel solo 2013 ha colpito almeno 30 mila persone.

Ogni quotidiano antizanzare ha incluso un inserto informativo sulla malattia e su come prevenirla. Al momento la realizzazione di quotidiani antizanzare con olio essenziale di citronella è avvenuta esclusivamente per un solo giorno, in particolar modo per diffondere una maggiore consapevolezza su un problema molto difficile da affrontare.

quotidiano antizanzare 2

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Ma se il metodo dovesse rivelarsi davvero efficace, magari la stessa idea potrebbe essere riproposta per periodi più prolungati. Ciò che ci interessa dal punto di vista dell'ambiente e della salute è soprattutto il fatto che un simile intervento per avere effetto non richiede il ricorso a pesticidi e stimola la riflessione sulle possibili strategie alternative e fuori dagli schemi da attuare per risolvere grandi problemi.

{youtube}rMN0_6ytY9I{/youtube}

Marta Albè

Fonte foto: core77.com

Leggi anche: 5 piante anti-zanzare facili da coltivare

 

Raju: l'elefante che piange per la sua liberazione, dopo 50 anni di catene e abusi (VIDEO)

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elefante libero

Dopo aver passato 50 anni della sua vita con le zampe legate da catene chiodate, Raju può finalmente camminare libero. È difficile trovare parole che riescano a descrivere il momento in cui questo splendido animale gentile, che per decenni era stato picchiato, abusato, costretto a fare l'elemosinai e a patire sofferenze indicibili, è stato salvato.

È accaduto di notte, per evitare un'ulteriore sofferenza dovuta al tremendo caldo dell'India. I suoi soccorritori giurano che il gigante buono ha pianto non appena ha realizzato che il suo calvario stava volgendo al termine. Raju, che nella sua vita di prigionia è passato sotto ben 27 proprietari, era così affamato che ormai mangiava plastica e carta pur di riempire il suo stomaco vuoto.

Era stato in catene 24 ore al giorno, senza mai sapere cosa vuol dire camminare senza ceppi chiodati alle zampe, senza alcun riparo. Le sue unghie sono gravemente compromesse, con ascessi e ferite causate dalle catene chiodate e dall'asfalto su cui era costretto continuamente a fare avanti e dietro. Dolore e crudeltà era tutto quello che conosceva. Il suo ultimo aguzzino era solito persino strappare i peli della sua coda per venderli come portafortuna.

elefante libero2

Un atto di crudeltà intollerabile che rende più semplice capire perché le lacrime siano rotolate giù il suo viso durante il salvataggio. Alcuni esperti, in effetti, credono che gli elefanti piangano quando  sono emozionati, proprio come gli esseri umani.

"E 'stato incredibilmente emozionante. Sapevamo nei nostri cuori che si stava rendendo conto di essere liberato. Gli elefanti sono animali maestosi e molto intelligenti. Possiamo solo immaginare cosa abbia significato per lui patire mezzo secolo di torture. Fino al nostro arrivo, non aveva mai camminato libero dai suoi ceppi. Ma oggi sa cosa sia la libertà", spiega Pooja Binepal, del Wildlife SOS-UK.

Ci sono voluti 45 minuti per liberarlo dalle strette catene avvolte intorno alle zampe, che gli causavano dolore appena qualcuno cercava di rimuoverle. Quattro mahouts, i conduttori di elefanti, lo hanno delicatamente convinto a sedersi e finalmente è stato possibile dargli la libertà. Raju ha fatto il suo primo passo verso una nuova vita a un minuto dopo la mezzanotte del 4 luglio. Ed è stato alimentato finalmente in maniera corretta, con banane, foglie di banano e mango. Ora verrà tenuto in isolamento e curato, per poi essere reintrodotto nel branco del centro, formato da altri elefanti che hanno conosciuto la crudeltà dell'uomo.

{youtube}kw4EtpN3o6Y{/youtube}

{youtube}DhrjTFSDqTU{/youtube}

Roberta Ragni

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Foie gras: anche l'India vieta la 'delizia' dell'orrore

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Proibita in India l'importazione di foie gras sul territorio nazionale. E' quanto ha stabilito un'ordinanza dell Direttore Generale Indiano del Commercio Estero il 3 luglio 2014. Il Paese asiatico segue così l'esempio di molti altri paesi che hanno stabilito l'estrema crudeltà di questo prodotto crudele.

Si tratta di una grande vittoria, anche se in alcuni casi (Italia compresa), è vietato l'allevamento ma non la vendita, come in Argentina, Austria, Danimarca, Repubblica Ceca, Finlandia, Israele, Turchia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi e Regno Unito. Recentemente, la California ha vietato sia la produzione che la distribuzione.

E alla lista ora si aggiunge anche l'India, dove il 'foie gras' viene servito soprattutto in ristoranti famosi, come l'Hotel Claridges, a Delhi, oppure Arola e Olive Beach a Mumbai, o ancora Taj e Oberoi, così come nei negozi Le Merche e Spencer. "Siamo molto riconoscenti al governo. Con questo divieto l'India ha fatto un passo in avanti contro le inutili sofferenze perpetrate nei confronti degli animali", spiega Amruta Ubale, portavoce di Animal Equality in India.

La messa al bando arriva dopo la campagna di Animal Equality, che nel 2012 aveva presentato anche al Governo Indiano i risultati di un'indagine condotta in Spagna e Francia, dimostrando che uno dei più noti distributori investigati, importava anche in India. L'inchiesta aveva rivelato le dure condizioni in cui vengono allevate anatre ed oche per la produzione del 'fegato grasso', portando alla luce animali confinati in piccole gabbie con chiari segni di stress e depressione.

Tantissimi avevano traumi e infiammazioni all'esofago, riconoscibili dalle macchie di sangue sui tubi usati per l'alimentazione forzata. Altri venivano lasciati in fin di vita o già morti nelle gabbie, senza cure veterinarie. Ecco perché bisogna dire di no al foie gras.

Roberta Ragni

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Mani sudate: 10 rimedi naturali e consigli utili

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mani sudate rimedi naturali

Cosa fare se le mani sono spesso sudate, soprattutto nei momenti meno opportuni? Tra le cause della sudorazione eccessiva (iperidrosi) delle mani possiamo trovare carenze alimentari legate ad elementi come lo zinco, congestione del sistema linfatico a causa dell'accumulo di tossine ambientali e alimentari e affaticamento del fegato. 

Altre causa possono essere legate all'ansia e allo stress dovuti al lavoro o a situazioni personali e familiari complicate. Altri fattori potrebbero riguardare disfunzioni della tiroide, intolleranze alimentari o allergie.

La sudorazione eccessiva delle mani potrebbe essere determinata da un'iperattività del sistema nervoso che regola le ghiandole sudoripare. Potrebbe essere utile consultare un esperto per individuare le cause primarie del fenomeno. Se il problema delle mani sudate persiste, non riguarda solo l'estate ed è molto fastidioso, meglio consultare il proprio medico. Per i problemi più lievi ecco alcuni rimedi naturali e consigli utili, in merito ai quali è comunque sempre bene confrontarsi con il proprio erborista in caso di qualsiasi dubbio, assunzione di farmaci o presenza di patologie particolari.

1) Acqua e bicarbonato

Questo rimedio viene considerato semplice ma molto efficace. Si tratta di riempire una ciotola con acqua a temperatura ambiente e di aggiungere del bicarbonato mescolando a poco a poco fino a quando non diventerà torbida. Tenete conto di non aggiungere più di 40-50 gr di bicarbonato ogni 500 ml d'acqua, altrimenti non si scioglierà. Mettete le mani a bagno nella soluzione di acqua e bicarbonato per 15-20 minuti al giorno. Dopo alcune applicazioni dovreste ottenere i primi risultati e noterete che le vostre mani saranno più asciutte.

2) Infuso alla salvia

La salvia ha la proprietà di allevare il problema della sudorazione eccessiva. Contiene acido tannico, un astringente naturale. Riempite una ciotola con acqua bollente, aggiungete 4 o 5 bustine di infuso alla salvia o 2 o 3 cucchiai di salvia essiccata. Lasciate raffreddare e filtrate. Mantenete in ammollo le mani per 20 minuti. Se l'infuso di salvia dovesse macchiare un pochino la pelle, lavate le mani accuratamente con acqua e sapone.

3) Aceto di mele

Un ulteriore rimedio naturale per alleviare il problema della sudorazione eccessiva delle mani è rappresentato dall'aceto di mele. L'aceto di mele viene descritto come una sostanza in grado di agire per mantenere le mani più asciutte. In questo caso il consiglio è di immergere le mani in una ciotola con acqua e qualche goccia di aceto di mele ogni sera prima di andare a dormire fino a quando noterete dei miglioramenti.

4) Zinco

Una sudorazione eccessiva e dal cattivo odore potrebbe essere dovuta ad una carenza di zinco. Lo zinco infattiregola la traspirazione e ne riduce l'odore sgradevole. Possiamo assumere zinco attraverso l'alimentazione grazie a cibi come i semi di sesamo e la crema di sesamo, i semi di zucca, le arachidi, il cacao e il cioccolato extra-fondente. 

 

Leggi anche: Carenza di Zinco: i sintomi e i cibi per prevenirla

 

5) Cardo mariano

Il cardo mariano è una pianta erbacea biennale della famiglia Asteracee. Aiuta a depurare il fegato e il suo impiego potrebbe essere utile se la sudorazione delle mani è legata a fattori ambientali e all'assunzione eccessiva di cibi industriali e prodotti confezionati. Per tenere sotto controllo la sudorazione delle mani, e non solo, potrebbe essere utile assumere dei preparati fitoterapici a base di cardo mariano o degli infusi. A questo proposito potrete chiedere maggiori informazioni al vostro erborista di fiducia.

6) Calcio e vitamina D

In alcuni casi l'eccessiva sudorazione delle mani potrebbe essere dovuta alla carenza di calcio e di vitamina D. Per determinarla dovrete rivolgervi al vostro medico, che vi prescriverà esami e controlli specifici. Di solito i problemi di carenze di vitamine e minerali si risolvono con una modifica della propria dieta o con l'assunzione di integratori. Nel caso della vitamina D, potrebbe essere utile trascorrere più tempo al sole.

7) Yoga

Può succedere che le mani sudate dipendano da una condizione di disagio emotivo, dallo stress eccessivo e da situazioni d'ansia. La sudorazione è controllata dal sistema nervoso e si può alterare quando non ci troviamo in una situazione davvero tranquilla. Per favorire il relax, potrebbe essere utile dedicarsi allo Yoga, che con una pratica costante permette di ritrovare un vero e proprio equilibrio, sia a livello fisico che emotivo.

8) Oli essenziali

La dermatologa Teresa Lucheroni suggerisce un rimedio naturale a base di oli essenziali per alleviare il problema delle mani sudate. Il rimedio si riferisce all'olio essenziale di salvia sclarea, di menta e di timo. Il consiglio è di scegliere uno dei tre oli essenziali indicati e di diluirne una o due gocce in un cucchiaino di acqua di colonia, quindi di versare il tutto nel lavandino con acqua tiepida e di immergere le mani lasciandole a bagno per circa dieci minuti.

9) Acqua e tisane

Soprattutto se la sudorazione è abbondante non soltanto a livello delle mani, ma anche del resto del corpo, sarà necessario bere molto per reintegrare i liquidi. Allo stesso modo ciò facilita al nostro organismo il compito di eliminare le tossine. Gli esperti consigliano di bere molta acqua e tisane diuretiche, ad esempio a base di equiseto o di betulla.

10) Rinfrescarsi

In alcuni casi la sudorazione delle mani può presentarsi per via di un aumento improvviso della temperatura corporea, che può essere dovuto all'ambiente in cui ci si trova - pensiamo ad esempio ad un luogo chiuso molto riscaldato - o all'assunzione di bevande molto calde, compresi tè e caffè ancora quasi bollenti. In questi casi provate a rinfrescare le mani sotto l'acqua del rubinetto e ad asciugarle con un panno morbido e cercate di evitare le bevande molto calde, sostituendole con qualcosa di fresco.

Marta Albè

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Mani e piedi freddi: cause e rimedi naturali

 

Sprechi alimentari: buttiamo 8 mln di cibo l'anno. Le 6 tipologie di consumatori

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sprechi-alimentari

Italiani campioni di sprechi alimentari: il popolo italico nel suo complesso butta nella spazzatura più di 8 miliardi di cibo all'anno, una spesa pari a 6,5 euro settimanali per ogni famiglia. Ma dai "virtuosi" agli "incuranti", c'è tutto uno stuolo di gente che dello spreco se ne fa (o non se ne fa) un problema di cui farsi carico, per sé e per le generazioni future.

I dati emergono dal Rapporto 2014 sullo spreco alimentare domestico elaborato da Waste Watcher/Knowledge for Expo, l'osservatorio sui temi dell'alimentazione, dell'agricoltura, dell'ambiente e della sostenibilità. Una indagine che, in ogni caso, rivela una lieve riduzione dello spreco di cibo: erano infatti 8,7 miliardi secondo il monitoraggio pilota di Waste Watcher dell'ottobre 2013.

Il Rapporto 2014 individua sei tipologie di consumatori che compongono il quadro complessivo dell'opinione pubblica, segmentando l'universo dei nuclei familiari:

- virtuosi (22%): è il gruppo che fa del "NON SPRECO" la propria bandiera, la parte più sensibile al tema dello spreco alimentare. Per i virtuosi non c'è storia: lo spreco è immorale, oltre che un danno ambientale. Con queste motivazioni, i virtuosi riescono a sprecare veramente pochissimo

- attenti (27%): sono coloro che sì sprecano poco, ma non stanno appresso alle più piccole briciole. Anche questo gruppo è caratterizzato sia dalla sensibilità ai temi ambientali che dalla valutazione morale sullo spreco ed è per lo più costituito da coppie con figli

- indifferenti (10%): non ritengono che lo spreco alimentare produca dei danni e sprecano relativamente poco, meno della media delle famiglie italiane, soprattutto per una questione economica. È infatti un gruppo che ha dei redditi limitati e sostanzialmente non sprecano per contenere le spese di famiglia

- incoerenti (26%): ovvero quelli che "predicano bene e razzolano male". Questo gruppo in pratica segnala l'importanza dell'ambiente, percepisce pure il danno dello spreco e la sua immoralità, condivide i provvedimenti utili alla riduzione di questo fenomeno ma spreca 

- spreconi (4%): sono quelli che credono che nel loro piccolo non possono fare nulla per cambiare lo stato dei fatti e danno tutte le colpe alla "società". Questo gruppo ha scarso interesse per l'ambiente e non ritiene che vi siano conseguenze più generali dovute allo spreco; per di più, avendo anche una media capacità economica, non vive neanche questo deterrente rispetto allo spreco alimentare domestico

- incuranti (11%): spreco alimentare questo sconosciuto. Questo gruppo non ha interesse ad approfondire le conseguenze e le interdipendenze dello spreco alimentare. L'ambiente, in pratica, non è un suo problema.

Insomma, dal Rapporto tutto sommato emerge che "Non sprecare" sembra essere un nuovo comandamento che gli italiani non sottovalutano: il 63% degli intervistati desidera un'Italia vigile contro gli sprechi, prima ancora di un'Italia equa (39%), solidale (22%), tollerante (12%), sicura (42%), e in generale rispettosa dell'ambiente (47%). Ma c'è di più: l'81% degli italiani controlla se il cibo scaduto è ancora buono prima di gettarlo e il 76% porta o vorrebbe portare a casa il cibo avanzato al ristorante: il 30% degli intervistati lo fa con una certa frequenza, il 46% vorrebbe farlo ma non trova i contenitori al ristorante ed è troppo timido per chiederli.

E voi in quale categoria rientrate?

Germana Carillo

 

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Consigli pratici per ridurre gli sprechi alimentari a partire dalla spesa settimanale  

Cloud: la lampada che porta tuoni e lampi dentro casa

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Portare il fascino e l'atmosfera di un temporale dentro la propria casa. La forza che la Natura esprime con fulmini e tuoni può essere riprodotta grazie a una lampada creata dal designer Richard Clarkson: è Cloud.

Nulla a che vedere con la bellezza che si può ammirare osservando a tu per tu una tempesta, ma pur sempre affascinante. La piccola nuvola è un particolare sistema di lampade e speaker che usa Arduino e che imita l'aspetto e il suono di una nube durante una tempesta.

Con una tensione in ingresso di 110-240v e 50-60Hz di frequenza, la luce interattiva produce uno spettacolo in cui si alternano il bagliore dei lampi e il rombo dei tuoni in base ai movimenti delle persone presenti nella stanza in cui è stata installata. Sotto i suoi soffici strati, la nuvoletta intelligente è dotata di luci di vari colori, microfoni, sensori di movimento e un sistema di altoparlanti.

Utilizzando un telecomando, gli utenti possono rendere ancora più coinvolgente la simulazione del temporale, possono cambiare i colori e le luci o programmare la nube affinché reagisca a certi suoni o alla presenza di una persona.

Il sistema audio può anche riprodurre musica tramite qualsiasi dispositivo compatibile via Bluetooth. In questo modo Cloud può essere usata anche come altoparlante.

nuvola casa1

I progressi nella computazione fisica e nella progettazione di hardware interattivo negli ultimi anni hanno creato una nuova razza di smartobjects, che stanno guadagnando sempre più terreno nel mondo del design,” spiega Clarkson.

Il video che segue mostra la lampada all'opera, con tanto di accompagnamento musicale:

{vimeo}86711365{/vimeo}

Il prezzo però ne fa dimenticare la particolarità. Per farla propria occorrono infatti 3360 dollari. Una chicca non proprio per tutti. Meglio aspettare che la Natura, coi propri tempi, regali un bel temporale da ammirare dalla propria finestra, senza sborsare un solo euro.

Francesca Mancuso

Foto: really-shit.tumblr

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Il mosaico gigante realizzato con 66mila bicchieri compostabili e 15.000 litri di acqua piovana (video)

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mosaico bicchieri

66.000 bicchieri biodegradabili e 15.000 litri di acqua piovana colorata. Se disposti uno dopo l'altro, i coprirebbero ben 5,2 km. È quanto basta, incredibile ma vero, per creare un capolavoro che lascia a bocca aperta. Si tratta di un mosaico gigante, il più grande del mondo nel suo genere, realizzato dall'artista Belo con l'obiettivo di sensibilizzare sulla crisi delle risorse idriche.

Grazie a 100 volontari e a 62 ore di lavoro, è stato possibile superare la doppia sfida, artistica da un lato, con tutte le difficoltà legate ai materiali utilizzati per questa produzione monumentale, e comunicativa dall'altro, per far arrivare al pubblico le drammatiche conseguenze della mancanza di acqua potabile.

mosaico bicchieri3

mosaico bicchiri3

 

Il colorante, infatti, è stato utilizzato proprio per simulare impurità e inquinamento delle acque. "66.000 bicchieri con altrettanti auguri per un mondo in cui la mancanza di accesso all'acqua pulita sarà una cosa del passato", chiosa Belo.

Il risultato finale? Scopritelo da soli, è incredibile:

{youtube}WkfA7dpoUMM{/youtube}

L'unione dei bicchieri colorati ci mostra un feto nel grembo materno, sottolineando il diritto di avere accesso ad acqua potabile, pulita e sicura, anche prima della nascita, per ogni persona vivente. Ecco il mosaico d'acqua piovana più grande del mondo.

mosaico bicchieri2

Roberta Ragni

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Sicurezza alimentare: da IBM il nuovo sistema per prevedere i cibi contaminati

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orti in citt

Sicurezza alimentare: come poter individuare i cibi contaminati e prevenire l'insorgere di focolai delle malattie di origine alimentare? Bene sarebbe prediligere il Made in Italy e magari anche evitare le offerte a prezzi stracciati, ma un'idea viene da quei geni di Ibm.

L'azienda a stelle e strisce ha messo a punto un sistema primo nel suo genere, progettato per aiutare i rivenditori e i distributori di prodotti alimentari e i funzionari della salute pubblica a prevedere quali tipi di fonti alimentari possono essere contaminate con maggiore probabilità.

Una autentica previsione che consentirebbe di accelerare le indagini sui focolai di malattia di origine alimentare, ridurre i costi sanitari che ne sono collegati e scongiurare la perdita di ricavi per le aziende alimentari.

Il congegno si basa su nuovi algoritmi, sulla visualizzazione e su alcune tecniche statistiche ed è in grado di utilizzare le informazioni sulla data e ubicazione di miliardi di articoli alimentari venduti nei supermercati ogni settimana, per individuare rapidamente e con elevata probabilità tutti i prodotti potenzialmente "incriminati" all'interno di 10 casi di focolai.

Una bella trovata se si considera che il sistema integra i dati di vendita che sono stati calcolati precedentemente con i dati di salute pubblica geocodificati. In questo modo i ricercatori vedono la distribuzione dei cibi sospetti e, selezionando un'area della mappa, visualizzano i casi clinici e i referti di laboratorio derivati dalle interazioni cliniche. L'algoritmo apprende da ogni nuovo rapporto e referto e calcola nuovamente la possibilità che ogni alimento sia responsabile della malattia.

La ricerca è pubblicata sulla rivista PLOS Computational Biology, insieme ai colleghi della Johns Hopkins University, della Purdue University e dell'Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio (BfR).

Germana Carillo

 

 

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Vacanze: gli italiani pranzano al sacco e portano in dono souvenir alimentari

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vacanze pranzo al sacco

La Coldiretti svela che le vacanze degli italiani, a causa della crisi ma non solo, tornano ad essere un po’ quelle di una volta. Non si rinuncia al mare, alla montagna o alla gita fuori porta ma ci si porta il pranzo al sacco da casa!

Questo dato riguarda il 48% delle persone che, secondo quanto risulta dall’ultima indagine Coldiretti sulle abitudini degli italiani in vacanza, preferiscono rifocillarsi con macedonie di frutta e insalata di riso con molte verdure portati in recipienti e borse frigo da casa. E come biasimarli! Questi piatti freddi sono l’ideale per sopportare meglio il caldo estivo.

Come vi abbiamo detto più volte, e ribadisce anche la Coldiretti, tutti i piatti a base di frutta e verdura fresca sono consigliati per combattere afa e temperature alte. “Nutrono, dissetano, reintegrano i sali minerali persi con il sudore, riforniscono di vitamine, mantengono in efficienza l'apparato intestinale con il loro apporto di fibre e si oppongono all'azione dei radicali liberi prodotti nell'organismo dall'esposizione al sole, nel modo più naturale ed appetitoso possibile” si legge nel comunicato stampa della Coldiretti.

Altri piatti molto amati dagli italiani in spiaggia sembrano essere la classica caprese, le frittate di verdure e pasta e naturalmente i panini, pratici da portare e comodi da mangiare, scelti dal 61% dei vacanzieri. Scendono invece dalle più alte posizioni di gradimento la parmigiana di melanzane e la lasagna, probabilmente considerate troppo pesanti per un break al mare.

Si spende di meno per mangiare in spiaggia ma comunque per i prodotti alimentari si continua a spendere (anche più di quanto si fa per alloggiare, sottolinea la Coldiretti) e sempre più italiani scelgono di portare come souvenir delle proprie vacanze proprio dei cibi o delle bevande tipiche del posto in cui si è stati, e in un paese come l’Italia c’è davvero l’imbarazzo della scelta!

Tornando al pranzo in spiaggia troviamo che, quando si può, portarsi qualcosa di pronto da casa sia la soluzione migliore: oltre a consentirci di risparmiare ci permette anche di preparare qualcosa di genuino con ingredienti freschi e di sicura provenienza: insalate di pasta e riso (che si possono sostituire anche con più originali cereali come orzo, farro, ecc.), un mix di semplici verdure crude o grigliate e frutta a volontà. Anche in spiaggia come in cucina basta sbizzarrire la propria fantasia!

{youtube}VMwEBf3-VCo{/youtube}

Francesca Biagioli

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Bandiere del Gusto: tutte le delizie a tavola regione per regione

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bandieregusto

Ricette regionali, specialità regionali, prodotti agroalimentari tradizionali, tipicità da mettere a tavola: c'è da leccarsi i baffi con le "Bandiere del Gusto" conferite all'Italia nel 2014 sulla base delle tipicità alimentari presenti sul territorio nazionale per opera di Coldiretti.

Con un nuovo capitolo dedicato alle birre, le bandiere raggiungono il numero record di 4813, tutte specialità che sono ottenute secondo sapienti regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni secondo la quattordicesima revisione del censimento dei prodotti agroalimentari tradizionali delle regioni. È quanto emerge all'Assemblea della Coldiretti che ha tracciato la mappa regionale della classifica del patrimonio enogastronomico che i turisti italiani e stranieri potranno gustare quest'estate.

Sono ben 115 i prodotti in più rispetto allo scorso anno: "E' questo il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari", afferma il presidente della Coldiretti Roberto.

Sul podio delle bandiere del gusto assegnate a livello regionale salgono la Toscana con 463 prodotti, la Campania con 429 prodotti e il Lazio con 386 prodotti. Seguono poi il Veneto (371), l'Emilia-Romagna con 356 prodotti davanti al Piemonte con 341 specialità e alla Liguria che può contare su 295 prodotti. A ruota tutte le altre Regioni: la Calabria con 269 prodotti tipici censiti, la Lombardia con 246, la Sicilia con 235, la Puglia con 233, la Sardegna con 184, il Molise con 159, il Friuli-Venezia Giulia con 156, le Marche con 152, l'Abruzzo con 147, la provincia autonoma di Trento con 107, quella di Bolzano con 92, la Basilicata con 90, l'Umbria con 70 e la Val d'Aosta con 32.

tabellabandieregusto

Le specialità regionali che prevalgono? Certamente i 1468 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1334 verdure fresche e lavorate, 781 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 487 formaggi, 192 piatti composti o prodotti della gastronomia, 158 bevande tra analcoliche, liquori e distillati, 158 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro) e 146 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei.

LE NEW ENTRY – In Campania entrano nella nuova lista 2014 la ricotta di fuscella di Sant'Anastasia (provincia di Napoli) e il fagiolo di cera (caratterizzato da un seme color avorio con buccia sottilissima e coltivato nella fascia pedemontana del massiccio del Matese); in Basilicata i "viscuttini di Lauria (una specie di tarallo ricoperto da glassa di zucchero che viene donato agli ospiti durante i matrimoni), nelle Marche le paccucce di Colmurano (Macerata), spicchi di mela, preferibilmente rosa, messi ad essiccare al sole o al forno e conservati per l'inverno immersi nella sapa, per essere utilizzate in vario modo, in particolare nella preparazione di dolci e crostate; in Sardegna la sindria call'e boi, una pregiata anguria coltivata a Gonnosfanadiga, nel Medio Campidano, ritenuta tra le migliori dell'isola sino agli anni Sessanta ed ora a rischio d'estinzione e gli "ndremappi di Jenne, tipico piatto della transumanza nell'Alta valle dell'Aniene a base di pasta povera ottenuta da farina integrale, acqua e sale, condita con un sugo fatto con olio, aglio, peperoncino, pomodoro e alici.

LE BIRRE – Le prime ad essere censite sono la birra di Savignone (Liguria), la birra della Valganna (Lombardia) e la birra di Fiemme (Trentino), tre preparazioni che vantano le loro caratteristiche artigianali che si fondano, rispettivamente, sulla leggerezza e il contenuto di vitamine, sulla qualità dell'acqua e sulla storia (nelle grotte della Valganna nel 1977 nacque la prima birra di Angelo Poretti) e sui pregi del lupino e dei luppoli selvatici lavorati usando tecniche e metodi di una volta, riscoperti dopo lunghe ricerche sul territorio valligiano trentino.

Germana Carillo

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L'Artico non si ricostruisce con i mattoncini. Il video contro LEGO e Shell (#blocklego)

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greenpeace lego

Per convincere LEGO a rinunciare alla partnership commerciale con Shell, la compagnia petrolifera accusata di minacciare l'Artico con i suoi progetti di trivellazione, Greenpeace ha lanciato un video animato realizzato proprio con i mattoncini più famosi del mondo.

Dopo il blitz nelle varie città e il lancio della nuova campagna contro LEGO, reo di produrre giocattoli con il logo di Shell, l'associazione dei guerrieri dell'arcobaleno diffonde il video con scene ambientate in un Polo Nord fatto realizzato con i LEGO, un mondo magico e uno scenario idilliaco sommerso però, via via, da una fuoriuscita di petrolio dalle trivelle di Shell, che non risparmia  orsi, ghiacciai, foche e nemmeno Babbo Natale. "Shell sta inquinando l'immaginazione dei nostri bambini" con questo claim si conclude il filmato.

Perché l'Artico, quello vero, in caso di disastro ambientale non si potrà ricostruire con i mattoncini. Questo il messaggio che Greenpeace manda a LEGO con il video prodotto dall'agenzia creativa Don't Panic

«Ogni azienda ha la responsabilità di scegliere eticamente i propri partner commerciali e i propri fornitori» afferma Mel Evans, della campagna Save The Arctic di Greenpeace. «LEGO afferma che vorrebbe lasciare un mondo migliore ai nostri figli, ma stringe ancora accordi commerciali con Shell, una delle aziende più inquinanti del Pianeta, che ora minaccia la bellezza incontaminata dell'Artico. Una decisione sbagliata, una cattiva notizia per tutti i bambini. Per questo chiediamo a LEGO di abbracciare la causa per la difesa dell'Artico, rompendo il patto con Shell».

QUI la petizione per dire anche tu a LEGO di rompere con Shell. In appena sette giorni è stata firmata già da 250mila persone a livello globale. E tu che aspetti? (). In soli sette giorni, la petizione ha raggiunto già 250 mila firme a livello globale.

{youtube}qhbliUq0_r4{/youtube}

Simona Falasca

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Sprechi alimentari: frutta e verdura imperfetta in vendita nei supermercati in Francia

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intermarche legumes moche

In Francia una catena di supermercati ha deciso di provare a mettere in vendita la frutta e la verdura imperfetta per contrastare gli sprechi alimentari. Spesso i prodotti che a livello estetico lasciano a desiderare rimangono sui campi, provocando perdite alimentari ed economiche alla fonte.

I supermercati e i fornitori spesso sono convinti che nessuno vorrà mai acquistare dei prodotti imperfetti, ma il caso della Francia sta dimostrando che non è così e che, anzi, la clientela è ben lieta di comprare la frutta e la verdura di seconda scelta, dato che viene venduta con lo sconto e che risulta comunque del tutto commestibile.

La catena della grande distribuzione Intermarché da alcune settimane ha lanciato la campagna "Fruits et Légumes Moches". I supermercati della città di Pervins hanno deciso di mettere in vendita la frutta e la verdura imperfetta per forma e per colore con il 30% di sconto rispetto al prezzo abituale.

L'iniziativa ha avuto così tanto successo che molto probabilmente presto verrà estesa a tutta la Francia, almeno per quanto riguarda la catena di supermercati coinvolta, che in questo modo ha arginato i propri sprechi alimentari e ha agevolato i consumatori mettendo a loro disposizione degli ortaggi e della frutta a prezzo più basso senza rinunciare alla qualità. Il 40% della frutta e degli ortaggi in Francia verrebbe scartato poiché imperfetto, ma la nuova campagna mira a dimostrare che i prodotti bruttini e un po' strani sono buoni come gli altri.

legumes moches

legumes moche 1

legumes moche 2

Da una parte il consiglio di consumare almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno è ormai onnipresente, ma dall'altra proprio questi alimenti preziosi continuano ad essere sprecati e gettati ogni giorno in tutto il mondo. Acquistare al supermercato la frutta e la verdura imperfetta può contribuire a ridurre il quantitativo dei rifiuti alimentari. Il progetto francese appare vincente. Vi piacerebbe se i supermercati italiani - ma anche altre realtà legate alla distribuzione alimentare e alla ristorazione - lo imitassero?

{youtube}lMARwAXmn_0{/youtube}

Marta Albè

Fonte foto: grapheine.com

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Comuni ricicloni 2014: salgono a 1328 i campioni della raccolta differenziata

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raccoltadifferenziata

I comuni ricicloni, ovvero quelli che ogni anno superano il 65% di raccolta differenziata sono 1.328. Numeri in lieve crescita, se si considera che lo scorso anno erano 1.293. In essi vivono 7,8 milioni di italiani. Sono questi i numeri della XXI edizione di “Comuni Ricicloni” di Legambiente.

Come negli anni precedenti, il primato spetta al Nord Est, anche se è cresciuto il numero di comuni del meridione che ricicla raggiungendo e superando quota 65%.

Le Regioni. Per la prima volta, fatta eccezione per la Val d'Aosta, tutte le regioni vantano almeno un comune che ha raggiunto l'obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata. In testa troviamo Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, le Regioni con la più alta concentrazione di Comuni Ricicloni. Ma la novità dell'anno è la crescita dei ricicloni al centro sud, passati dal 15 al 20 per cento del totale nazionale.

In aumento i comuni virtuosi soprattutto nelle Marche (+15 per cento in un anno) grazie all'applicazione intelligente della legge nazionale, con un tributo di 20 €/tonnellata per i rifiuti urbani che finiscono in discarica, importo che viene modulato in base alle performance di raccolta differenziata raggiunte dai Comuni, che a loro volta applicano tariffe differenziate in funzione dei rifiuti prodotti da ciascuna famiglia.

comuni ricicloni regioni2014

I Comuni. Per quanto riguarda i Comuni fino a 10mila abitanti, i “campioni” sono stati: Ponte delle Alpi, Umbertide, Vattaro, Gambassi Terme, Bisacquino, Tergu, Cellamare, Belveglio, Cercepiccola, Serre de Conti, Villa di Serio, Garlenda, Oriolo Romano, Ovaro, Monte San Pietro, Tortorella, Casole Bruzio, Banzi e Paleno.

I Comuni ricicloni con popolazione oltre i 10mila abitanti sono: Carbonera, Giano dell'Umbria, Levico Terme, Monsummano Terme, Siniscola, Rutigliano, Poirino, Mondolfo, Rezzato, Alatri, Tolmezzo, Colorno, Monte di Procida e Cepagatti.

Tra i capoluoghi, spicca come sempre Salerno, insieme a Pordenone, Novara, Trento, Belluno e Andria.

confronto ricicloni 2013 2014

Comuni Rifiuti Free. Anche quest'anno ci sono stati dei comuni d'eccellenza, in grado di ridurre del 90 per cento la quantità di rifiuti da smaltire. In tutto sono circa 300 quelli che nel corso del 2013 hanno prodotto meno di 75 chilogrammi a testa di rifiuto secco indifferenziato, mentre la produzione media pro capite nazionale si aggira sui 550 chili annui. Piccolo centri? Non solo. Anche comuni come Empoli con i suoi 48 mila abitanti ne fanno parte, seguiti dai trevisani Castelfranco, Montebelluna, Vittorio Veneto, tutti attorno ai 30 mila abitanti. Il merito va alle varie scelte adottate nella gestione dei rifiuti, tra cui la raccolta “porta a porta”, la modalità di tariffazione del servizio, la responsabilizzazione dei cittadini attraverso una comunicazione efficace e con politiche di prezzo che premiano il cittadino virtuoso con la riduzione della tassa sui rifiuti.

infografica comuni ricicloni 2014

E le grandi città? Risultati ben poco lodevoli, fatta eccezione per Milano, che ormai ha superato la soglia del 50 per cento difendendo il primato in Italia e il secondo posto in Europa tra le città sopra il milione di abitanti (la prima è Vienna).

I 1.328 Comuni Ricicloni costituiscono il 16 per cento di quelli italiani e il 13,7 per cento della popolazione nazionale. Oltre ai vantaggi per l'ambiente, riciclare e differenzire i rifiuti garantisce 150 mila posti di lavoro.

Per leggere il rapporto completo, clicca qui

Francesca Mancuso

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Unesco tutela Sila e Monviso come Riserve della Biosfera

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sila

L'Unesco ha deciso di tutelare le aree protette della Sila e del Monviso come Riserve della Biosfera. Il riconoscimento formale del Monviso era già avvenuto nel 2013 ed ora diventa ufficiale insieme alla proclamazione della Sila come parte della World Biosphere Reserve Network. Le Riserve della Biosfera vengono considerati luoghi naturali dove è ancora possibile proteggere gli ecosistemi.

Il Consiglio Internazionale di Coordinamento del Programma Uomo e Biosfera (MaB – Man and the Biosphere) dell'Unesco ha da poco deciso di introdurre il Parco Nazionale del Monviso e il Parco Nazionale della Sila come nona e decima riserva italiana da proteggere. Inoltre quella del Monviso è la prima riserva della Biosfera Nazionale a carattere transfrontaliero, poiché coivolge anche la Francia.

Ora l'Italia dovrà impegnarsi a gestire nell'ottica della conservazione delle risorse e dello sviluppo sostenibile e nel pieno coinvolgimento delle comunità locali le nuove Riserve della Biosfera. E' infatti proprio questo lo scopo ufficiale del riconoscimento da parte dell'Unesco. Nel mondo le Riserve della Biosfera sono 631 in totale, distribuite in 119 Paesi.

In Italia, con l'aggiunta del Monviso e della Sila, ora sono presenti 10 Riserve della Biosfera. Il nostro Paese detiene inoltre un primato importante, cioè il maggior numero di siti inclusi nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità Unesco, per un totale di 50. Tra le new entry troviamo l'Etna nel 2013 e i vigneti del Piemonte nel 2014.

"Sono orgoglioso per il riconoscimento dell'eccellenza naturalistica italiana che giunge dall'Unesco" – ha dichiarato il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti"Credo che la valorizzazione delle nostre straordinarie risorse naturali e paesaggistiche sia una delle filiere fondamentali su cui articolare un modello di sviluppo sostenibile per il nostro paese. E un ringraziamento va indirizzato anche al team di esperti del Ministero che ha gestito con intelligenza e professionalità i due dossier, guadagnandosi l'apprezzamento della burocrazia ONU che ha indicato le nostre procedure come modello da seguire".

parco del monviso unesco

L'area della Biosfera del Monviso comprende 88 Comuni di piccole e medie dimensioni: 73 su 87 hanno una popolazione inferiore ai 5 mila abitanti. Il territorio si estende su circa 284.500 ettari e va dai due versanti del Monviso - il Colle dell'Agnello e il Colle delle Traversette - e raggiunge le colline del Roero attraversando i territori della Valle Maira, Valle Varaita, Valle Po, Bronda e Infernotto e l'area del Saluzzese e di Racconigi. Comprende anche una parte della provincia di Torino.

parco della sila

Il Parco Nazionale della Sila, ora decima Riserva della Biosfera italiana, è la terza area protetta fondata in Calabria in ordine cronologico dopo il Parco Nazionale del Pollino e il Parco Nazionale dell'Aspromonte. La sede del parco si trova a Lorica, mentre il perimetro coinvolge territorialmente tre delle cinque province calabresi, la Provincia di Catanzaro, la Provincia di Cosenza e la Provincia di Crotone. Comprende tre bacini artificiali e la sua superficie è costituita soprattutto da faggete e pinete.

Marta Albè

Fonte foto: parcosila.it

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Anguria Art: 10 modi originali e creativi per servire il cocomero

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anguria food art

L'anguria è la regina dell'estate, un frutto fresco, dissetante e gustoso che di solito è amato da tutti, anche dai bambini.

La potrete rendere ancora più appetitosa e speciale grazie ad alcuni trucchi ed idee che vi permetteranno di trasformarla in animali e oggetti variopinti da posizionae come centrotavola, aggiungendo anche altra frutta per creare delle macedonie.

Ecco come servire e decorare l'anguria grazie alla food art.

1) Porcospino

Da una normale anguria ecco nascere un porcospino, che sarà un bellissimo centrotavola da cui i vostri ospiti potranno servirsi direttamente per prendere dei pezzetti di frutta con gli stuzzicadenti, che formano gli aculei del porcospino. Potrete creare gli occhi con i mirtilli e il naso con i fichi, sempre aiutandovi con gli stuzzicadenti.

anguria porcospino

fonte foto: countryandvictoriantimes.com

2) Coniglio

Per realizzare un bel coniglio a partire da un'anguria vi servirà un po' più di abilità ma il segreto è tutto nell'iniziare a sperimentare. Al suo inteno potrete servire, oltre ai pezzetti di anguria, una macedonia di fragole e di frutti di bosco. Con i mirtilli e i lamponi potrete creare occhi e naso, mentre per i baffi usate la parte bianca dell'anguria tagliata a striscioline. Qui tutte le spiegazioni.

anguria coniglio

anguria coniglio 2

fonte foto: watermelon.org

3) Squalo

Ecco un altro progetto davvero divertente che vi permetterà di creare con l'anguria un piatto davvero originale da servire. Si tratta di intagliare il frutto in modo da formare uno squalo e di inserire al suo interno tanti cubetti di prelibatezze colorate e gustose, in modo da formare una macedonia. Qui il tutorial completo.

anguria squalo

fonte foto: goodsmiths.com

4) Torta

L'anguria cambia ancora una volta forma rispetto al solito e si traforma in un'elegante torta di frutta. Dovrete creare la base della torta tagliando la parte superiore e la parte inferiore dell'anguria. Poi con l'apposito strumento scaverete la polpa dell'anguria per ricavare tante palline, che diventeranno la decorazione della vostra "torta", come mostra bene la foto.

anguria torta
fonte foto: pinterest.com

5) Medusa

Ecco un'idea molto semplice da realizzare per servire l'anguria ai bambini - e non solo - in modo divertente. Dovrete soltanto tagliare l'anguria a fette e decorarne ognuna com una fettina di melone per formare la bocca, fettine di cetriolo e prugne o altri piccoli frutti per gli occhi e buccia del cetriolo per creare i tentacoli della medusa.

anguria medusa

fonte foto: littlefoodjunction.com

6) Barbecue

Finalmente un barbecue davvero salutare e a tutta frutta. Potrete trasformare una grossa anguria in un barbecue decorativo grazie agli stecchini di legno per gli spiedini. Poi preparerete tanta frutta tagliata a fettine e a pezzetti, senza dimenticare il melone e gli stessi cubetti d'anguria. L'effetto sarà davvero originale.

anguria barbecue
fonte foto: pinimg.com

7) Tartaruga

L'anguria può diventare anche una meravigliosa tartaruga grazie alla food art. In questo caso dovrete intagliare l'anguria con molta pazienza sulla parte esterna per poter formare gli esagoni che compongono il guscio della tartaruga, come nella foto. All'interno potrete servire una macedonia di anguria e frutti di bosco. Qui tutte le istruzioni.

anguria tartaruga

fonte foto: hgtv.com

8) Carrozzina

Ecco un'altra creazione davvero inaspettata. Si tratta di realizzare una carrozzina a partire da una normalissima anguria, con tanto di neonato-bambolotto creato con delle composizioni di frutta. Per le ruote della carrozzina potrete utilizzare delle grosse fette di limone e dei lamponi oppure altri frutti di bosco. Qui il video tutorial da seguire.

anguria carrozzina

fonte foto: betsyciao.blogspot.com

9) Stelline

Per creare questi spiedini con le stelline di anguria questa volta non dovrete lavorare tanto sull'esterno del frutto quanto sulla parte interna e sulla polpa. Dovrete affettare l'anguria in modo da poter ottenere delle stelline, magari con l'aiuto di una formina metallica per biscotti. Poi potrete servirle con uno stecchino di legno. Qui il tutorial completo.

anguria stelline

fonte foto: domesticfits.com

10) Rosa

Infine, c'è anche chi ha pensato di intagliare una bellissima rosa all'interno della polpa di un'anguria. E' vero, occorre molta pazienza, ma poi il risultato sarà davvero sorprendente. Potrete completare il piatto con chicchi d'uva di colori differenti e con palline di polpa di melone e di anguria. Qui il tutorial completo.

anguria rosa

fonte foto: instructables.com

Marta Albè

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