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Gelati e ghiaccioli per cani: 10 ricette per prepararli in casa

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ghiaccioli gelati per cani

Gelati e ghiaccioli per cani, ecco un'idea originale per rinfrescare l'estate dei nostri amici a quattro zampe. La tentazione di dare ai cani un pezzetto del nostro ghiacciolo o gelato industriale o troppo zuccherato può risultare molto forte. Ma sia per loro - che per noi - meglio scegliere degli ingredienti il più possibile naturali e non dannosi.

Se il vostro cane è sensibile ai latticini e al lattosio, in queste ricette potrete sostituire lo yogurt con della semplice acqua per frullare meglio gli ingredienti che servono per preparare ghiaccioli e gelati (se avete la gelatiera potrete ottenere dei sorbetti o dei gelati più cremosi rispetto al semplice riposo in freezer). Non utilizzate mai il cioccolato (o il cacao) nei ghiaccioli e nei gelati per cani - e in nessun altra preparazione dedicata ai vostri amici a quattro zampe - poiché risulta tossico.

Anche lo zucchero raffinato non è per nulla benefico per i cani, quindi non aggiungetelo ai ghiaccioli o ai gelati e scegliete sempre yogurt al naturale e senza zucchero se lo volete usare come ingrediente per la preparazione. Non date ai cani i gelati e i ghiaccioli confezionati acquistati per voi, perché possono risultare troppo ricchi di zuccheri, coloranti e conservanti.

Alcune aziende negli ultimi tempi hanno pensato di lanciare sul mercato dei gelati speciali per cani, privi di qualsiasi ingrediente nocivo per il loro metabolismo, da mettere a disposizione nei bar durante l'estate. Una buona idea o un nuovo business? Di sicuro sarebbe bello se il gelato per i cani aiutasse a rendere i bar più ospitali per i nostri amici pelosi. Nel frattempo possiamo provare a realizzare ghiaccioli e gelati per cani in versione casalinga, da offrire come piccoli premi rinfrescanti di tanto in tanto, magari nelle giornate più calde e afose.

1) Eco-ghiacciolo per cani

Per preparare un eco-ghiacciolo per il vostro cane vi serviranno yogurt biologico e della frutta, ad esempio fragole o frutti di bosco, freschi o surgelati. Potrete mescolare lo yogurt e la frutta, versarli negli stampini dei ghiaccioli e trasferire il tutto in freezer fino a quando si saranno solidificati. Scegliete yogurt naturale senza zucchero e evitate ingredienti come burro, margarina o burro di arachidi, che sono troppo pesanti da digerire. Qui la ricetta completa.

Leggi anche: Come preparare un eco-ghiacciolo per il vostro cane

2) Gelato per cani alla fragola

1 vaschetta di fragole fresche
3 o 4 vasetti di yogurt bianco magro

Schiacciate le fragole con uno schiacciapatate oppure frullatele. Mescolate le fragole con lo yogurt e poi congelatele per tutta la notte in un contenitore per alimenti oppure nelle vaschette per ghiaccioli e gelati. Lasciate riposare per qualche minuto a temperatura ambiente prima di servire.

3) Gelato per cani alla banana

1 banana matura
2 vasetti di yogurt al naturale
2 cucchiai di miele (facoltativi)

Schiacciate la banana e mescolatela con lo yogurt naturale. Se volete unite anche il miele. Con un frullatore ad immersione amalgamerete il tutto al meglio. Versate il composto in un recipiente adatto e riponetelo in freezer per alcune ore mescolando di tanto in tanto fino ad ottenere la consistenza desiderata. Potete lasciare riposare il gelato per alcuni minuti a temperatura ambiente prima di servirlo in modo che non sia troppo solido e freddo.

4) Ghiacciolo per cani alle carote e piselli

Potrete preparare un ghiacciolo per cani anche con gli ortaggi, ad esempio con delle carote tagliate a cubetti e con dei piselli freschi. Versateli in uno stampo per fare i ghiaccioli, riempite con dell'acqua e lasciate congelare in freezer fino a quando non si sarà formato il ghiacciolo. Come suggerisce Crazy Crumb, i cani si divertiranno a scogliere il ghiaccio per raggiungere le verdure.

5) Ghiacciolo per cani al kiwi

1 o 2 kiwi
1 vasetto di yogurt magro al naturale

Per realizzare questo ghiacciolo per cani dovrete frullare o schiacciare un kiwi maturo dopo averlo tagliato a pezzettini. Poi mescolatelo con lo yogurt magro al naturale. Suddividete il composto nelle vaschette per il ghiaccio e lasciate congelare in freezer per alcune ore prima di servire.

6) Ghiacciolo per cani al melone e fragole

1 tazza di melone
1 tazza di fragole
1 banana

Versate la frutta affettata in un frullatore e azionatelo per ottenere un composto omogeneo. Potrete servire il tutto come un frullato fresco oppure trasformarlo in ghiaccioli. Quindi versatelo negli appositi stampini per ottenere uno speciale ghiacciolo alla frutta (per i vostri cani e non solo!).

7) Ghiacciolo per cani alle verdure

Un'altra idea per ottenere rapidamente dei ghiaccioli per cani è quella di conservare o di preparare appositamente del brodo di verdura o del brodo di carne, ricordando che aglio e cipolle sono considerati alimenti inadatti per i cani. Potrete lasciare raffreddare il brodo e poi congelarlo nelle vaschette per i cubetti di ghiaccio.

8) Gelato per cani alla mela

1 vasetto di yogurt
1 mela

Frullate o grattugiate una mela per ottenere una purea e unitela allo yogurt. Quindi amalgamate molto bene e trasferite il tutto in un contenitore adatto per il freezer. Fate congelare per alcune ore mescolando di tanto in tanto. Oppure formate dei piccoli ghiaccioli con le vaschette per i cubetti di ghiaccio. Potete anche frullare la mela solo con un po' d'acqua, senza yogurt.

9) Ghiacciolo per cani al succo di frutta

Una maniera molto rapida per preparare dei ghiaccioli per i vostri cani consiste nel congelare del succo di frutta o ortaggi, ad esempio del succo di mela o del succo di carota. Meglio utilizzare il succo preparato in casa con una centrifuga o con un estrattore. Se scegliete prodotti confezionati, controllate che siano senza additivi e zuccheri aggiunti. Versate nelle vaschette per i cubetti di ghiaccio o negli stampi per ghiaccioli e lasciate in freezer per alcune ore, anche per tutto il giorno o per tutta la notte.

10) Ghiacciolo per cani al frullato di frutta

Un'ultima alternativa riguarda la preparazione di frullati di frutta fresca che rispettino i gusti del vostro cane. Di solito i cani apprezzano le mele, le fragole i kiwi o le banane (ma sempre meglio verificare). Frullate la frutta aggiungendo solo un po' d'acqua e senza zuccherare e congelate negli stampini per i ghiaccioli o nelle formine per il ghiaccio.

Marta Albè

Fonte foto: chow.com

Leggi anche: 10 alimenti da non dare mai ai nostri cani

 


Caccia alle balene: il Giappone ignora lo stop dell'Aia e riparte nel 2015

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Il Giappone continuerà a cacciare le balene nel 2015, nonostante il no dell'Aja, la Corte Internazionale di Giustizia che lo scorso Marzo aveva respinto i fini scientifici usati per giustificare la selvaggia pratica a danno di questi maestosi giganti del mare.

Shinzo Abe ha utilizzato una storica visita in Australia e Nuova Zelanda per ribadire che il Giappone rispetterà la decisione della giustizia, ma continuerà la sua caccia alle balene per la "ricerca". Il verdetto, sostiene il primo ministro, non la proibirebbe, stabilendo soltanto dei protocolli per l'uso sostenibile delle risorse.

"Sulla base di questo il Giappone sta esaminando il diritto internazionale e si impegnerà nella caccia alle balene per la ricerca scientifica, al fine di raccogliere le informazioni indispensabili per gestire le risorse baleniere", ha detto Abe.

Abbott ha espresso la sua opposizione sul tema, spiegando che: "l'Australia e il Giappone rispettosamente differiscono sulla questione della caccia alle balene". L'annuncio ha però suscitato le proteste da parte degli ambientalisti, che ritengono che il programma di caccia alle balene del Giappone sia solo un tentativo di eludere il divieto di commercio di carne di balena.

Dal 1995, i balenieri giapponesi hanno ucciso circa 3.600 balenottere minori e altre balene, proprio all'interno di questo fantomatico programma che pretende di studiare gli schemi migratori e l'impatto che hanno sugli ecosistemi oceanici. Ma con i metodi di cui oggi disponiamo, è davvero assurdo dire che bisogna uccidere le balene per studiarle.

Roberta Ragni

L'Aja salva la balene: è illegale. Stop alla caccia in Giappone

Giappone, uccise 251 balene nel 2014. L'ultima caccia grazie a stop Corte Aja

Taglia Bollette: un regalo alle fossili. Il tweet bombing per salvare l'autoconsumo (#governofossile)

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Domani verrà deciso gran parte del futuro energetico del nostro Paese. Se sognavate un domani in cui autoprodurre facilmente energia pulita con le rinnovabili, staccandovi dalla rete, vi sbagliavate. Cosi come strutturato, il taglia bollette di Renzi impone oneri di sistema sull'energia autoconsumata, dando più un aiuto ai produttori di energia fossile che un contributo alla reale riduzione del costo dell'energia per le imprese.

Il Senato, infatti, deciderà su due capisaldi della politica sull'energia: gli incentivi verso le rinnovabili e la gestione degli impianti che si autoproducono l'energia che consumano. Nel primo caso si andranno a colpire gli impianti fotovoltaici già esistenti sopra i 200 kW con una riduzione dell'incentivo dell'8% e tutti gli impianti applicandogli nuovi costi per pagare i servizi offerti dal GSE. Si tratta del cosiddetto spalma incentivi rinnovabili.

Nel secondo caso verrà introdotta una nuova tassa per chi si autoprodurrà da sé l'elettricità anziché prelevarla dalla rete pubblica. E l'autoproduzione e l'autoconsumo, sia in termini di interventi di efficientamento energetico, sia in termini di produzione di energia rinnovabili, sono già oggi, e saranno sempre più in futuro, una delle opzioni più efficienti per abbassare la propria bolletta energetica.

Tutto ciò, come denuncia il M5S, va contro il buon senso e l'economia. "Ricordiamo infatti che lo sviluppo delle rinnovabili permette già oggi di risparmiare ogni anno 6 miliardi di euro di importazioni di gas, ha già abbassato il costo della bolletta elettrica di oltre 1 miliardo di euro, ci rende sempre più indipendenti dai fornitori esteri e contribuisce enormemente a ridurre le emissioni: attualmente sono 60 i milioni di tonnellate di CO2 risparmiate, e sapete bene che la salute non ha prezzo", scrive il gruppo al Senato.

{youtube}DIZkZhz_eCI{/youtube}

Carlo Belvedere Segretario Generale di Ascomac,Federazione Nazionale Commercio Macchine, aggiunge:

"Non è giuridicamente corretto equiparare l'energia prodotta, distribuita e prelevata da rete pubblica in concessione all'energia autoprodotta in sito che non passa per la rete pubblica ma per una rete energetica privata senza obbligo di connessione di terzi. Rete energetica privata che, unitamente al sistema di generazione ad alta efficienza come la Cogenerazione ad alto rendimento e/o impianti FER in sito, rappresenta un concreto ed efficiente investimento economico del Privato in Sostenibilità e cioè Risparmio energetico e Decarbonizzazione a favore del Sistema Italia".

Anche perché sarebbe possibile intervenire per abbassare le bollette senza danneggiare le fonti pulite italiane, intervenendo, ad esempio, in primis sui sussidi alle fossili, dal capacity payment al CIP 6.

Proprio per contrastare queste norme, e garantire stabilità al settore nel quadro di una equilibrata e sostenibile transizione energetica ormai non più procrastinabile, Ater, Associazione che raggruppa tecnici ed operatori di base del settore delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica, insieme al Movimento per lo Sviluppo delle Energie Alternative, invita tutti a partecipare al Tweet Bombing per contrastare le azioni legislative che allontanano il paese dalla possibilità di guadagnare l'indipendenza energetica e territoriale.

Gli hashtag da seguire e usare, come spiega GreenBiz.it, sono #governofossile e #spalmaincentivi. Di seguito gli account dei senatori a cui twittare:

@lucio_barani
@lor_bat
@lauradicesena
@filippobubbico
@buemienrico
@CantiniL
@massimocassano
@rcociancich
@ericadadda
@vincenzodanna51
@michdavico
@emmedibi
@bendellavedova
@PetrisDe
@RosaMDiGiorgi
@peppexpo
@stefanoesposito
@camillainsenato
@emmafattorini
@NicolettaFavero
@valeriafedeli
@marcofilippi_li
@AdeleGambaro
@ritaghedini
@stefania.giannini.54
@gotormiguel
@mceciguerra
@PaoloGuerrieriP
@PietroIchino
@LuigiManconi1
@MaranAlessandro
@donemattesini
@s_margiotta
@ergiologiudice
@silviolai
@MoscardelliCla
@vado_al_massimo
@MariaMussini
@luisorel
@pamela_orr
@pagliarig
@franzpalermo
@am_parente
@tefaniapezzopa
@robertapinotti
@PuglisiPD
@laurapuppato
@gsantini1
@dariostefano
@tocciw
@giotoni
@tetovaccari
@cescverducci
@SimonaVicari

Roberta Ragni

Leggi anche:

Fotovoltaico off-grid e indipendenza energetica: è già possibile staccarsi dalla rete e dire addio al petrolio?

Spalma incentivi: il futuro delle rinnovabili italiane nelle mani del Senato. Tweet bombing #Governofossile

Bollette meno care a scapito degli incentivi al fotovoltaico (#salvarelerinnovabili)

Capelli rossi e occhi azzurri destinati a scomparire per i cambiamenti climatici

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Occhi azzurri e capelli rossi. I cambiamenti climatici non causano solo disastri come lo scioglimento dei ghiacciai, l'innalzamento del livello dei mari e la fame nel mondo, ma provocano anche vere mutazioni genetiche e anche negli esseri umani

Secondo una ricerca condotta dalla ScotlandsDNA, una società di test genetici, se, a causa del cambiamento del clima e dell'aumento delle temperature (due gradi centigradi in più entro la fine del secolo), una Paese come la Scozia diventerà sempre più caldo e soleggiato, i tratti tipici dei capelli rosso fiamma e degli occhi azzurri potrebbero finire con l'estinguersi.

Stop ai rossi del Nord, dunque, e al loro occhio azzurro come il cielo.

Perché? Pare strano, ma secondo i ricercatori il gene che determina i capelli rossi si sarebbe evoluto grazie ai cieli nuvolosi tipici di quelle zone e alla mancanza di luce solare, in modo da sopperire alla carenza di vitamina D. I capelli rossi in Scozia, Irlanda e nell'Inghilterra del nord, cioè, altro non sarebbero che il risultato di un adattamento al clima.

"Penso che la ragione dell'esistenza della pelle chiara e dei capelli rossi - spiega Alistair Moffat, amministratore delegato di ScotlandsDNA - è che non prendiamo abbastanza sole e dobbiamo assumere più vitamina D possibile. Se il clima sta cambiando allora questo influenzerà il gene".

Circa il 13% delle persone che vivono in Scozia, ha i capelli rossi, per lo più nella zona di Edimburgo, mentre nel Regno Unito e in Irlanda il numero dei "rossi" è di circa 20 milioni.

Ancora un valido motivo, dunque, affinché vengano presi seri provvedimenti per ridurre questi benedetti gas serra. Arriverà mai il tempo in cui le multinazionali cambieranno rotta e ridurranno il proprio impatto sull'ambiente e sul clima e noi consumatori valuteremo meglio tutte le nostre scelte di acquisto?

Germana Carillo

Tibet Express: in viaggio a bordo del Treno del Cielo

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Tibet, una meta di viaggio dall'atmosfera misteriosa che fa parte dei sogni di molti. Storia, cultura, paesaggi straordinari, spiritualità e riscoperta di un nuovo contatto con la natura e con civiltà molto lontane dalla nostra sono soltanto alcune delle motivazioni che possono spingerci a pianificare, o almeno a sognare, un viaggio in Tibet.

Ora la possibilità di prendere un aereo accorcia di gran lunga le distanze. Ma esiste un'alternativa slow per raggiungere il Tibet dalla Cina con un viaggio a tappe all'insegna di un itinerario ricco di scoperte. Si tratta del Treno del Cielo che si muove sulla ferrovia Qinghai-Tibet, la linea di trasporti più lunga dell'altopiano e  alla maggiore altitudine sul livello del mare.

Comprende la stazione ferroviaria più alta del mondo, quella del Monte Tanggula, che si trova a 5072 metri sul livello del mare. Il Treno del Cielo attraversa un territorio spettacolare e selvaggio, popolato da yak e antilopi tibetane. La costruzione della ferrovia è avvenuta cercando di evitare di interferire con il delicato ecosistema di queste aree preziose.

Questa linea ferroviaria permette di partire da Pechino (Cina) e di raggiungere Lhasa (la principale città del Tibet) in 40 ore di viaggio. L'avventura verso il Tibet consente di visitare il maestoso monastero di Labrang, che ancora oggi ospita oltre 1000 monaci, e le Grotte buddiste di Binglingsi dove, negli ultimi 1600 anni, sono state realizzate 183 nicchie e sculture incise nella roccia.

Dal treno i viaggiatori hanno l'occasione di ammirare un paesaggio affascinante, dalla bellezza quasi mistica, tra le cime innevae delle montagne, il cielo blu e le greggi di pecore e yak lungo le distese verdi delle valli. Il Tibet, chiamato anche Xizang, è la "Terra degli Dei". Potala è il più famoso monastero-fortezza di questa località. Inoltre sono degni di nota i monasteri di Drepung e di Nechung.

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Il Tibet ospita il monastero di Ganden, uno dei più grandi del mondo. Vi sono ampie possibilità di visitare templi antichi e fortezze, le tombe dei re tibetani e la Muraglia Cinese, facendo ritorno a Pechino. Un esempio di viaggio può avere la durata di 15 giorni con volo per Pechino e treno per Lhasa, per poi fare ritorno all'aeroporto cinese, dopo aver visitato le meraviglie del Tibet, in vista del rientro a casa.

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Il Treno del Cielo, o Tibet Express, attraversa 4000 chilometri di strada ferrata, per l'80% ad un'altitudine che supera i 4000 metri, 44 stazioni, 7 trafori e 675 ponti. Tra le realtà italiane che organizzano questo tipo di viaggi in Tibet troviamo, ad esempio, Atacama Travel e Toassociati, a cui potrete richiedere maggiori informazioni.

Marta Albè

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Bhutan: nasce il primo villaggio della felicita' dove il PIL non conta

 

Car sharing: a Torino arriva la 500 elettrica in condivisione

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Car sharing: a Torino il servizio di condivisione delle auto allarga le offerte con nuove tariffe e auto elettriche. In particolare l'attesissima 500 elettrica, commercializzata solo negli USA per scelta della FIAT. E così proprio nella città dello storico marchio sarà possibile guidare l'e500 a prezzi e tariffe vantaggiose che arricchirannol'offerta di "Io guido Torino".

Al parco auto di 120 vetture di 10 modelli (la flotta è molto ampia e va dalle citycar alle multispazio, fino ai SUV e ai furgoni per il trasporto delle merci), si aggiungono 6 nuove Fiat 500e, per la cui alimentazione saranno a disposizione 8 pole stations, le stazioni di ricarica gestite dall'Iren.

L'iscrizione d'ora in poi costerà solo 19 euro una tantum e permetterà di avere accesso a tariffe standard convenienti, che prevedono una quota oraria sommata a una chilometrica, tutte con carburante e assicurazione inclusi.

Per gli utilizzatori più frequenti è previsto anche un abbonamento annuale da 59 euro, mentre per le aziende si è pensato a un abbonamento annuale con tessera impersonale utilizzabile singolarmente da dipendenti diversi.

"Sono innovazioni importanti - dichiara l'assessore all'Ambiente Claudio Lubatti - che aumentando l'offerta ai cittadini amplificano le possibilità di integrazione con il trasporto pubblico in un'ottica di mobilità organizzata, sostenibile e che punta a far diventare Torino un modello di smart city a livello europeo".

Anche il servizio è stato ampliato con tre diverse opzioni tra le quali scegliere a seconda del tipo di tragitto: "Classico" per percorsi da e verso lo luogo, "Andata" se l'auto viene lasciata a destinazione e, la novità, "Elettrico" per chi sceglie di viaggiare a bordo di una Fiat 500e, modello fornito in esclusiva europea per il car sharing torinese.

Per avere più informazioni consultate il sito di Car Sharing Torino dove si può effettuare anche una preregistrazione. 

Germana Carillo

LEGGI anche:

500e: la fiat cinquecento elettrica. Nel 2013 solo negli USA

Arsenico nell'acqua: la UE apre procedura di infrazione contro l'Italia

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acqua arsenico lazio mora

Troppo arsenico nell'acqua del Lazio. La Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia poiché sono stati superati i limiti di arsenico e fluoro, in particolare nel Lazio. La questione dell'acqua all'arsenico dunque non è ancora stata risolta e i tre anni di deroga non sono bastati all'Italia per mettersi in regola.

La direttiva UE sull'acqua potabile impone a tutti i Paesi dell'Unione di controllare e di testare l'acqua destinata al consumo umano. I test avvengono sulla base di 48 parametri microbiologici e chimici, con riferimento ad indicatori ben precisi. I controlli riguardano sia l'arsenico che altri agenti inquinanti.

Se i limiti sono superiori alla norma, è possibile usufruire di una deroga, a patto che l'acqua in questione non rappresenti un pericolo per la salute umana. L'Italia però ha già sfruttato tutte le deroghe disponibili. Cosa succederà ora? Il nostro Paese avrebbe dovuto intervenire per correggere la situazione e informare la Commissione Europea dei propri progressi.

"Il periodo di deroga" – si legge in una nota – "era finalizzato a consentire di trovare soluzioni durature. Tuttavia, più di un anno dopo la scadenza della terza deroga, l'Italia continua a violare la direttiva". Inoltre il nostro Paese avrebbe dovuto fornire agli utenti informazioni adeguate sui rischi del consumo di acqua potabile non conforme alle norme, con particolare riferimento ai bambini.

Ora la terza deroga è scaduta da più di un anno e l'Italia purtroppo continua a violare le regole. 37 zone del Lazio non rispettano ancora i limiti per fluoro e arsenico. L'UE ha dunque inviato all'Italia una lettera di messa in mora da parte del commissario all'Ambiente Janez Potocnik che dà il via ufficialmente alla procedura di infrazione.

Per vedere la lista dei comuni ancora non in regola clicca QUI

Marta Albè

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10 porta-tappetino yoga fai-da-te

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porta tappetino yoga faidate

Con il fai-da-te e grazie al riciclo creativo potrete realizzare con le vostre mani delle nuove borse da usare come porta tappetino per lo yoga

I porta materassino yoga non sono difficili da creare a partire da semplice stoffa o da altri tessuti e materiali di recupero, persino buste di plastica da intrecciare, vecchi ombrelli e maglioni infeltriti. Ecco tante idee a cui potrete ispirarvi per il vostro porta materassino yoga fai-da-te.

1) Buste di plastica

Ecco uno degli esempi più originali per realizzare un porta materassino da yoga fai-da-te. In questo caso sono state utilizzate delle buste di plastica, tagliate a striscioline e accuratamente intrecciate tra loro fino a formare una rete di sostengo per il vostro tappetino. Lo trovate in vendita su Etsy.

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fonte foto: etsy.com

2) Jeans

Un'altra idea per creare un porta tappetino per lo yoga prevede il recupero di un paio di vecchi jeans. Vi basterà verificare che il diametro delle gambe dei pantaloni sia adatto ad inserire il vostro tappetino. In questo caso infatti il vostro lavoro di taglio e cucito sarà facilitato. Inoltre, le tasche dei jeans possono trasformarsi in utili porta-oggetti. Qui un tutorial utile.

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fonte foto: pinimg.com

3) Pantaloni

Questo porta materassino per lo yoga è stato realizzato a partire da vecchi pantaloni di cotone stretch di colore bianco. Il tessuto è stato ridipinto di viola e blu e la parte principale del porta tappetino è nata semplicemente da una gamba dei pantaloni, adattata alla misura del tappetino stesso. Prendete ispirazione da questo modello per realizzare il vostro porta meterassino. Lo trovate su Etsy.

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fonte foto: etsy.com

4) Sacco del caffè

Questo porta materassino per lo yoga è stato realizzato a partire dal recupero di un sacco del caffè. Un sacco di tela o di juta ormai inutilizzato sarà perfetto per dare vita ad un progetto simile. Basta un po' di abilità con il taglio e il cucito. Il look è decisamente vintage. Per la tracolla potrete utilizzare una corda, come nella foto.

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fonte foto: pinimg.com

5) Maglia

Chi è abile nel lavoro a maglia, potrà realizzare proprio così un nuovo porta materassino per lo yoga, per se stessi oppure da regalare a chi si avvicina alla pratica. Potrete ottenere un risultato simile anche dal riciclo dei vecchi maglioni. Se potete, riunite i gomitoli ormai inutilizzati per ottenere un risultato davvero variopinto e originale. Qui maggiori informazioni.

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fonte foto: recyclart.org

6) Uncinetto

Tra di voi ci sarà sicuramente un mago dell'uncinetto in grado di armarsi di pazienza per realizzare un porta tappetino da yoga fai-da-te personalizzato a seconda delle dimensioni del materassino e dei colori preferiti di chi lo utilizzerà. Qui trovate il tutorial completo in inglese, ma potete di certo attingere alla vostra fantasia e creatività per scegliere le decorazioni e i motivi più adatti.

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fonte foto: mymerrymessylife.com

7) Feltro

Un altro materiale adatto a realizzare un porta materassino per lo yoga è il feltro. Lo potrete acquistare nelle mercerie e nei negozi di stoffe e tessuti. Oppure magari potreste partire da vecchi maglioni infeltriti e ricavare il vostro porta tappetino dalle maniche, con tanto di cinchia a tracolla, come nella foto.

LEGGI anche: Feltro e lana cotta fai-da-te: come realizzarli con o senza lavatrice

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fonte foto: pinimg.com

8) Stoffa

Scegliete della stoffa del vostro colore e della vostra fantasia preferita. Potrebbe essere utile anche recuperare delle vecchie lenzuola o la federe di un cuscino rimasta in fondo ad un armadio. Dovrete tagliare e cucire il tessuto prescelto in modo che si adatti alle dimensioni del vostro tappetino. Qui trovate un tutorial utile.

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fonte foto: kickstandfit.com

9) Ombrello

Sembra incredibile, ma c'è anche chi ha pensato di dare vita ad un porta tappetino da yoga a partire dal tessuto recuperato da un vecchio ombrello. In realtà pensandoci bene l'idea è geniale perché in questo modo si ottiene una borsa per il tappetino da yoga del tutto impermeabile. Trovate in vendita porta tappetini simili su Etsy.

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fonte foto: pinimg.com

10) Patchwork

Andate alla ricerca di tutti gli scampoli di stoffa che avete a disposizione a casa vostra e provate a riunirli per creare la vostra sacca porta materassino per lo yoga. Potrete anche utilizzare fili di colore diverso per le cuciture. In Indonesia è nato un progetto interessante: realizzare dei porta tappetini patchwork e metterli in vendita per beneficenza, a favore della conservazione delle tradizioni legate all'artigianato locale.

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fonte foto: kilulu.org

 

Marta Albè

Fonte foto: mommyscraps.com

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10 motivi per praticare yoga (sesso compreso)

 


In Cina le due torri gemelle mangia smog (FOTO)

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Chetwoods-Phoenix-Towers-Sunset

Saranno costruiti in Cina, uno dei principali produttori di inquinamento atmosferico. I grattacieli più alti del mondo avranno almeno un pregio: puliranno l'aria circostante assorbendo le emissioni nocive. E tutto sfruttando le fonti rinnovabili, dal sole al vento. Il progetto Phoenix è già realtà e la sua realizzazione è ormai questione di tempo.

Caratterizzate da numeri da capogiro, le Phoenix Towers saranno realizzate a Wuhan, la città dei Mille Laghi. Saranno la coppia di torri “gemelle” più alta del mondo, svettando per un km da terra. Un punto di riferimento all'interno dell'ambizioso piano ambientale di Wuhan, la capitale della Cina centrale. Il progetto è uno dei quattro masterplan che gli architetti londinesi di Chetwoods stanno sviluppando con HuaYan.

Le Phoenix Towers incorporano design e le caratteristiche tecnologiche sviluppate nel corso di altri progetti di ricerca. La promessa degli architetti è quella di utilizzare la tecnologia per riciclare acqua e ripulire l'aria, contribuendo attivamente alla riduzione dell'inquinamento locale.

Le torri coprono sette ettari di un parco che si estende per 47, situato su un'isola al centro di un lago a pochi chilometri dal centro della città.

Chetwoods-Phoenix-Towers-Section

Nel cuore di una delle due torri, vi sarà una sorta di “camino termico” che, utilizzando il calore del sole, attirerà l'aria attraverso i laghi e la utilizzerà per raffreddare gli edifici. La stessa aria, però, sarà nel frattempo filtrata, ripulita dalle sostanze inquinanti e re-immessa nell'ambiente. Gli edifici faranno la stessa cosa con l'acqua.

La più alta delle due torri, quella rosa, ospiterà un caleidoscopio, mosso da una turbina eolica, creando quello che spera Chetwoods sarà una “meravigliosa esperienza da guardare”, in aggiunta alla combinazione con i pannelli fotovoltaici, che produrranno l'energia elettrica per il progetto e per il distretto.

Chetwoods-Phoenix-Towers-LNC-Image

La torre più piccola, in azzurro, sarà invece caratterizzata da un giardino verticale, che salire fino alla cima.

Ma forse la caratteristica architettonica più controversa sono le enormi sfere infilate tra le due torri, che ospiteranno ristoranti e piattaforme panoramiche. Le torri hanno attinto alla cultura cinese, e riflettono il suo uso della fenice come metafora. “Sono draghi o uccelli - un maschio e una femmina - e usiamo questa idea in senso simbiotico, l'uno alimenta l'altro per il bene di tutti.”

La costruzione delle torri inizierà nel 2016, e l'obiettivo, secondo Chetwoods, sarà quello di lasciare tutti senza fiato. E con l'aria un po' più pulita, si spera.

Francesca Mancuso

Foto: Chetwoods

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Aperitivo con il cane! Il primo lounge bar dog friendly

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akita lounge bar

Chi non ha mai desiderato di portarsi dietro il cane a un aperitivo con gli amici, evitando sguardi torvi e occhiatacce di gestori e passanti? Da oggi c'è un posto dove il quattrozampe sarà accolto con gioia, servito e riverito. E' il primo lounge bar dall'anima dog friendly. Si chiama Akita e ha da poco aperto i battenti a Concorezzo, vicino Monza, in via Remo Brambilla 23.

I titolari, Giuseppe Nesca e Vito Giasi, hanno scelto di dargli il nome della razza giapponese di cui sono appassionati, e di cui posseggono più di un esemplare. Ma ovviamente il locale è aperto a cani di ogni razza e taglia, che potranno usufruire di una selezione alimentare specifica.

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Da Akita sarà possibile assaporare, in un'atmosfera accogliente e confortevole, un'ampia selezione delle migliori proposte enogastronomiche italiane, nonché di vini e cocktail. Un luogo da vivere tutta la giornata, dalle prime colazioni fino all'aperitivo e al dopocena, godendosi un momento di relax senza dover lasciare da solo il proprio peloso amico.

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"E' un locale dove passare la serata con amici senza rinunciare alla compagnia del nostro migliore amico, ma non solo! Se il proprietario ci da' l'autorizzazione viene servito anche il cane. Viene portato un piccolo tavolino a portata di cane con ciotola d'acqua e prelibatezze varie apposta per lui - racconta Giuseppe a Davide Cavalieri di Radiobau - il tutto nel massimo rispetto degli altri e sopratutto del nostro miglior amico. Facciamo anche una foto al nostro ospite peloso che viene poi inserita sulla nostra pagina Facebook, oltre che sul nostro tabellone...insomma un trattamento DELUXE".

Roberta Ragni

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Le reti da pesca diventano costumi da bagno per salvare l'Adriatico dai rifiuti

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defishgear

Da reti da pesca a costumi da bagno, ma anche calze e tappeti. Il riciclo parte dal mare grazie a un progetto internazionale che coinvolge anche l'Italia. L'iniziativa fa parte di DeFishGear, progetto nato per salvare il mar Adriatico dai rifiuti. Dalle reti da pesca recuperate si otterrà nylon di qualità, che servirà per produrre tappeti e capi d'abbigliamento.

La raccolta delle reti da pesca inizierà dal porto di Ancona, come comunica Lega Pesca. Al centro del progetto troviamo sub, pescatori, amministrazioni locali e industrie impegnate nel riciclo del nylon. Il progetto europeo DeFishGear si unisce alla Healthy Seas Initiative, che ha lo scopo di ripulire i mari dai rifiuti, con particolare riferimento alle reti da pesca.

La collaborazione servirà per rimuovere dall'Adriatico il maggior numero possibile di rifiuti presenti in mare. Lega Pesca parla di una vera e propria azione di bonifica dei fondali costieri, ottenuta tramite la rimozione dei rifiuti solidi giacenti sul fondo o presenti in superfice. I rifiuti,, comprese le reti da pesca, costituiscono una fonte di inquinamento e una minaccia per gli organismi marini.

Verranno coinvolti i pescatori delle aree interessate, che metteranno a disposizione le imbarcazioni, le attrezzature e le conoscenze di cui sono portatori. Le attività previste comprendono raccolta, sbarco, censimento dei rifiuti e loro smaltimento a terra. In particolare presso le banchine saranno presenti dei punti di raccolta attrezzati dove verranno collocati die cassoni per riunire i materiali.

Poi avverrà lo smaltimento dei rifiuti e nel caso delle reti da pesca, ad esempio, si penserà alla loro trasformazione in nylon utilizzabile per la creazione di capi d'abbigliamento. Vi sarà anche una raccolta con inventario degli attrezzi da pesca non più utilizzati dai pescatori. La quantità totale di attrezzi raccolti in diverse aree sarà analizzata per ottenere una valutazione generale delle attività di raccolta e riciclo, oltre che per valutare l'efficacia di questa azione, in tutto il bacino adriatico.

Marta Albè

Fonte foto: defishgear.net

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Basil: il cane cieco che cammina grazie a un paio di ali (VIDEO)

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basil halo

Appena sei mesi fa, Basil è stato trovato affamato, povero e incapace di vedere. Il trovatello, infatti, era assolutamente cieco e non poteva fare più di un paio di passi senza sbattere contro qualcosa. Forse per questo era stato abbandonato. Ma ora, grazie ad un innovativo gadget dall'America, Basil sembra un angelo con le ali che vola verso una nuova vita. E i suoi soccorritori sperano che saranno in grado, ora, di trovare una famiglia che lo adotti e lo ami per sempre.

Il merito è dell'associazione West Yorkshire Dog Rescue, che lo ha recuperate, ma anche di Sylvie Bordeaux, che ha inventato la struttura a forma di ali, chiamata "Muffin's-halo" e venduta ora dalla Pet Business. Muffin, infatti, è il nome del suo barboncino nano, che a 12 anni anni ha perso la vista per via della cataratta. La sua mamma umana, allora, ha sviluppato le ali per aiutarlo a sentirsi sicuro e per assicurarsi che non potesse ferirsi sbattendo contro gli oggetti.

basil ali

Le ali, un po' come i carrellini per i cani disabili, sono un prodotto progettato su misura con un anello  che va a finire intorno alla testa del cane e lo protegge dalle pareti e da altri oggetti, come una sorta di piccolo sistema di allarme personale. Leggero e confortevole, si adatta a ogni cane grazie a un imbracatura in velcro. Le ali, invece, proteggono il collo e la zona delle spalle.

{youtube} m_OP9M6Sykw{/youtube}

{youtube}hbULUzzER-w{/youtube}

Questo dispositivo non dà fastidio durante le attività quotidiane, e fa apparire i pelosi che lo portano come dei deliziosi angioletti. Lo dimostra benissimo Basil, che ora è finalmente in grado di correre liberamente, senza procurarsi ferite e lividi. Le ali, infatti, gli hanno insegnato ad allontanarsi dai pericoli.

Per maggiori informazioni clicca qui

Roberta Ragni

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La donna che mangia pet food per promuovere consapevolezza sugli ingredienti (VIDEO)

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donna cibo animali

Ci sono prodotti biologici o senza glutine, cibo naturale e olistico, crocchette o scatolette per ogni sorta di dieta specializzata, anche per quella vegana. Chiunque sia entrato di recente in un negozio di animali ben fornito sa bene quanta varietà di alimenti ci siano a disposizione dei nostri gatti e cani.

Con tutte queste opzioni, potrebbe non sorprendere che gran parte degli ingredienti del cibo per i nostri animali sia nutriente e sano tanto quanto alcuni prodotti per gli uomini. E' una donna vuole dimostrarlo. Si tratta di Dorothy Hunter, proprietaria del negozio Paws Natural Pet Emporium a Richland, nello stato americano di Washington.

La negoziante è convinta che il cibo venduto nel suo negozio sia buono per gli animali, ma anche per le persone. Per questo per 30 giorni ha deciso di seguire una dieta a base di pet food.

"Credo nei nostri prodotti e nella loro bontà. Io in realtà credo che i nostri animali domestici mangino meglio di noi", ha dichiarato sul suo canale YouTube . "Detto questo, per il prossimo mese, fino al 19 luglio ... mangerò cibo per cani per 30 giorni". 

La Hunter racconta di essere stata ispirata a provare questa nuova dieta quando, mentre riempiva gli scaffali di prodotti, fu assalita da un senso di fame. "Non avevo il tempo di fare uno spuntino, così ho preso un sacchetto di snack", spiega. Eccola durante una scorpacciata di cibo in scatola per cani:

{youtube} gBJ1pHzXl-k{/youtube}

Forse mangiare cibo per cani per un tempo così prolungato potrebbe non essere sano, oltre che sembrare disgustoso, ma non è poi così male come tentativo di promuovere la consapevolezza sugli ingredienti dei cibi per animali. A meno che si tratti dell'ennesima trovata pubblicitaria, come fa notare qualche utente in rete... Qualcuno di voi ha mai pensato di assaggiare il cibo dei suoi amici pelosi?

Roberta Ragni

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Teqball: un po' calcio, un po' ping pong, ecco il nuovo sport che impazza all'estero (FOTO e VIDEO)

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Teqball

Un po' calcio, un po' tennis e un po' ping pong. Si chiama Teqball ed è il nuovo sport che sta diventando sempre più popolare all'estero. Un normale pallone da calcio, due giocatori e un sofisticato tavolo curvo sono tutto ciò che occorre.

Ad inventare il Teqball è stato un gruppo di amici ungheresi, Gabor Borsanyi e Viktor Huszar. Gabor è un ex calciatore professionista, Viktor è invece un appassionato di informatica. I due avevano un sogno comune, quello di portare il calcio vero nelle case della gente.

Le regole. Sono abbastanza semplici. Come accade col tennis e il ping pong, lo scopo del gioco è mandare la palla oltre la rete, nella parte di campo (in questo caso tavolo) dell'avversario. Questa rimbalzerà e dovrà poi essere rilanciata dallo sfidante con qualsiasi parte del corpo, dalla testa alla gambe. Ogni giocatore quando riceve non può superare i tre tocchi, non può toccare la palla due volte di fila con la stessa parte del corpo e non può toccare l'avversario o il tavolo.

teqboard

Si può giocare anche in quattro, a coppie di due. Anche in questo caso valgono le stesse indicazioni. I tocchi per ogni squadra sono tre, non si può toccare il tavolo e oltrepassare col corpo la metà campo dell'avversario.

Teqball2

Inoltre, la palla non deve colpire gli angoli e i bordi del tavolo, chiamato Teqboard, e non può passare di fianco alla rete. Il Teqboard è molto simile ad un tavolo da ping-pong, ma è stato progettato tenendo presente le regole della matematica e della fisica, rendendo più facile raggiungere la palla e controllarla. La 'rete' al centro della tavola è realizzata in plexiglass e assicura che la palla rimbalzi in modo corretto. Non c'è spazio per la fortuna.

{youtube}D9d5VAUgYQ{/youtube}

“Il numero di tocchi nel Teqball è incredibilmente alto,” sottolinea Viktor. È possibile raggiungerne 300 nel giro di mezz'ora. A calcolarle è lo stesso tavolo, che grazie a un dispositivo tecnologico appositamente pensato, il Teqbox, permette di monitorare automaticamente i movimenti della palla e dei giocatori durante la partita, in modo da far rispettare le regole, valutare i punteggi e lo sviluppo delle competenze. Una sorta di arbitro/personal trainer formato computer.

E se il calcio non è il nostro sport preferito, si può scegliere di usare il tavolo per altri giochi. Ne esistono almeno due varianti: il Teqtennis, in cui si gioca usando le racchette e una palla più piccola e il Teqdodge, simile al Dodge Ball.

{youtube}CIKnh6vg3nA{/youtube}

Lo scopo principale del Teqball, secondo gli ideatori, non è però ricopiare il calcio e portarlo in casa ma migliorare le abilità e velocizzare la mente a prendere velocemente una decisione, oltre a permettere di fare attività fisica.

teqball parchi

Da quando è stato introdotto su Kickstarter, lo sport è diventato davvero popolare. Gabor e Viktor sperano però che il loro progetto diventi prima o poi uno sport olimpico. È possibile pre-ordinare una Teqboard a circa 179 sterline (circa 225 euro) e sostenere l'idea attraverso la pagina della campagna su Kickstarter.

Francesca Mancuso

Foto: Teqball

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Lucciole: 5 curiosita' che forse non conoscevate

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lucciole curiosita

Le lucciole riescono a rendere speciali le notti d'estate per chi ha la fortuna di vederle comparire in un parco o in un giardino con i loro piccoli bagliori. In Europa troviamo tre specie di lucciole, due delle quali sono presenti anche in Italia. Negli Stati Uniti esiste un parco dove le lucciole nelle notti di giugno danno vita ad uno spettacolo meraviglioso.

Ogni anno nel mese di giungo numerose persone si recano al Great Smoky Mountains National Park per assistere allo spettacolo luminoso delle lucciole della specie P. carolinus. Le lucciole maschio lampeggiano creando bioluminescenza e in sincronia come non avverrebbe in nessun altro luogo del mondo. Purtroppo nel mondo le lucciole sono in via di estinzione, a causa dell'inquinamento, dell'impiego di pesticidi e della distruzione degli habitat naturali. Riuscire a vedere le lucciole di questi tempi è davvero una fortuna. Ecco alcune curiosità sulle lucciole che forse non conoscevate.

1) Emissione della luce

Le lucciole emettono luce quando, in presenza di ossigeno e grazie all'azione dell'enzima luciferasi, avviene l'ossidazione della luciferina, che si trasforma in ossiluciferina. La lunghezza d'onda della luce e messa dalle lucciole oscilla tra i 500 e i 650 nanometri, mentre l'intensità della luce varia a seconda della specie.

2) Sincronia

Le lucciole della specie P. carolinus, che si illuminano in sincronia, hanno una vita piuttosto beve, che prosegue solo da 2 a 4 settimane dopo il raggiungimento dell'età adulta, secondo la naturalista Lynn Faust. Perciò in questo lasso di tempo le lucciole impiegano tutte le proprie energie per la riproduzione e offrono spettacoli luminosi davvero stupefacenti, illuminandosi in perfetta sincronia.

3) Femmine cannibali

Si tratta di una caratteristica probabilmente poco nota per quanto riguarda le lucciole femmine. Gli entomologi hanno soprannominato le lucciole femmine del genere Photuris "Femme Fatales" perché si nutrono delle lucciole maschio P. carolinus attaccandole con una speciale mossa, chiamata "Hawking". Le lucciole femmine Photuris lampeggiano imitando le femmine P. carolinus. In questo modo attirano i maschi P. caolinus che vanno, loro malgrado, incontro alla morte invece che all'accoppiamento. Ciò accade poiché le lucciole femmine Photuris sono alla ricerca di sostanze nutrienti supplementari in vista della deposizione delle uova.

4) Veleno

Molte lucciole compongono sostanze difensive simili al veleno ritrovato nei rospi. I predatori non gradiscono tali sostanze e hanno imparato ad evitare di nutrirsi delle lucciole. Le lucciole del genere Photuris non sono dotate di veleno, ma sono in grado di assorbirlo mangiando altre lucciole. In questo modo il veleno assorbito passa alle uova, per salvaguardare le generazioni future.

5) Sangue

Le lucciole sincroni del genere P. carolinus non sono però completamente indifese. Se vengono attaccate da una "Femme Fatale" emettono un po' del loro sangue, secondo un fenomeno che gli scienziati definiscono "emorragia di riflesso". Il sangue coagula formando una massa appiccicosa nella bocca della lucciola cannibale dando a volte alla vittima il tempo di scappare.

Marta Albè

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Bellezze naturali tra Giardini Naxos e Taormina

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Le bellezze della Sicilia sembrano esaltarsi nello splendido territorio tra Giardini Naxos e Taormina (tra le provincie di Messina e Catania). Una zona che racchiude oltre a splendide spiagge e panorami mozzafiato,  siti di interesse storico, culturale e naturalistico da non perdere.

 

Giardini Naxos è famosa per essere stata la prima colonia Greca nell'Isola. Si trova ai piedi dell'Etna, vicino al suo grande parco, ed è circondata da spiagge meravigliose e vedute suggestive sul Mediterraneo.

Reperti e ritrovamenti storici preziosi sono custoditi all'intero del Museo Archeologico e nel vicino parco, che ospita i resti dell'antichissima Naxos. Molto praticati gli sport, come la vela, il kite surf, il wind surf, il trekking e le immersioni.

La località offre ai turisti una vasta scelta di strutture ricettive di diverso livello, vicino le spiagge che si affacciano sul Mar Ionio. La formula consigliata è quella del Bed & Breakfast che permette di sfruttate le giornata per muoversi in auto o in bici (ma attenzione al caldo!): ci sono tantissime cose da vedere oltre alla spiaggia!

Assolutamente da visitare per gli amanti della natura il parco fluviale dell'Alcantara, istituito nel 2001 dalla Regione Sicilia per preservare la flora del fiume.

Vi consigliamo di non perdervi anche la Baia delle Sirene e la Baia della Grotta Azzurra, paradisi per chi ama le immersioni, e poi la Pineta di Linguaglossa e le famose "Gole dell' Alcantara", straordinarie pareti laviche a strapiombo. In zona si organizzano bellissime escursioni fino al paesino di Castelmola o alla vicina Taormina, indispensabile una macchina fotografica.

Per vacanze last minute a basso budget vi consigliamo alcuni hotel economici a Giardini Naxos: l'Hotel Villa Linda, che propone stanze piacevolmente arredate ed è particolarmente accogliente grazie alla gestione familiare. L'Atahotel Naxos Beach, che dispone di club dedicati ai bambini, e offre tanto divertimento tra piscine e attività sportive, con spettacoli serali di intrattenimento e animazione per i più piccoli. L'Hotel Villa Mora, situato in una posizione romantica, al centro di luoghi d'interesse artistico, offre stanze deliziose, arredate con gusto. Inoltre vi consigliamo di controllare le vanteggiose offerte degli Hotel Chincherini (Hotel Bristol, Sporting Baia, Arathena Rocks, Hotel Kalos).

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Tulou: le case circolari degli Hakka nate per creare comunita' autosufficienti

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Tulou, le case circolari degli Hakka, a metà tra le corti di una volta e il co-housing. Guerre e conflitti spesso provocano la distruzione delle case e delle costruzioni architettoniche dei Paesi coinvolti, ma possono anche portare ad una vera e propria rinascita e dare vita a nuove costruzioni che definiscono l'identità culturale dei popoli e dei loro luoghi. La popolazione degli Hakka fu coinvolte in scontri armati per l'approvvigionamento delle risorse primarie fin dal 17esimo secolo.

Per porre rimedio alla loro situazione, gli Hakka iniziarono a costruire strutture massicce che permettessero loro non soltanto di allontanare gli intrusi, ma anche di formare comunità autosufficienti, che comprendessero lo spazio per la conservazione degli alimenti, per l'abitazione, per i templi e per il bestiame.

Gli Hakka sono una popolazione cinese dell'etnia Han. Vivono nella Cina meridionale, tra le province di Guangdong, Jiangxi, e Fujian. I loro antenati probabilmente provenivano dalla Cina centrale e, attraverso flussi migratori, si trasferirono nel sud-ovest della Cina, in particolare nella provincia montana di Fujian.

Hanno formato delle comunità e abitazioni speciali note con il nome di Tulou, che si caratterizzano per la presenza di fortezze di forma circolare o quadrata. La strutture di solito avevano un solo ingresso e finestre posizionate verso il suolo. Ogni comunità nel proprio edificio poteva resistere ad un assedio prolungato, poiché le abitazioni erano attrezzate con scorte di cibo e fonti interne di acqua. Inoltre spesso erano presenti sistemi fognari fortificati.

Queste case circolari sono state costruite con mattoni di pietra o più spesso con terra battuta. Hanno muri spessi fino a 6 metri ed hanno un altezza pari a 3 o 4 piani. Alcune strutture hanno una superficie davvero straordinaria, pari a centinaia di metri quadrati, e risultavano in grado di ospitare fino a 80 famiglie.

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I Tulou, che significa "costruzioni di terra", sono considerate abitazioni contadine collettive e residenze tradizionali tipiche del popolo degli Hakka. Al centro si trovava un cortile di cui le famiglie ususfruivano in comune.

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I Tulou sono delle vere e proprie testimonianze dell'efficienza, dei valori e dei benefici che possono derivare da uno stile di vita basato su abitazioni collettive. Nel 2008 l'Unesco ha dichiarato i Tulou Patrimonio Mondiale dell'Umanità, citando questi speciali edifici come esempi eccezionali di una tradizione che ha permesso di creare abitazioni uniche e funzionali.

Marta Albè

Fonte foto: unesco.org

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Omini Lego invadono le città italiane (#Blockshell)

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LEGO proprio non lo doveva fare. Stringere una partnership commerciale con Shell, la compagnia petrolifera accusata di minacciare l'Artico con i suoi progetti di trivellazione, è stata una vera pugnalata. È per questo che gli "omini" dell'azienda danese scendono in campo grazie a Greenpeace. 

Lo scopo è uno solo: chiedere a Shell lo stop alla distruzione dell'Artico, una minaccia per gli abitanti e gli animali che vivono in questa area fondamentale per gli equilibri del Pianeta.

Si sono così arrampicati sulla torre di Pisa, hanno sfilato in corteo a Piazza San Pietro e organizzato un sit-in a Piazza Duomo a Milano. Gli omini in plastica più famosi al mondo sono scesi in strada con Greenpeace per chiedere alla loro azienda madre di interrompere la partnership commerciale con la Shell, compagnia petrolifera tra le più aggressive nell'esplorazione petrolifera del Polo Nord che ora sta usando proprio la Lego per dare una lucidata alla sua immagine.

Ad Andria l'intero LEGO cast dei Simpson ha posato davanti a Castel del Monte; a Verona davanti all'Arena i personaggi di Guerre Stellari hanno chiesto di risparmiare l'Artico dalla distruzione; a Roma, mini gommoni e attivisti si sono ritrovati a Castel Sant'Angelo lungo il fiume Tevere.

"Ogni azienda ha la responsabilità di scegliere eticamente i propri partner commerciali e i propri fornitori" afferma Mel Evans, della campagna Save The Arctic di Greenpeace. "Lego afferma che vorrebbe lasciare un mondo migliore ai nostri figli, ma stringe ancora accordi commerciali con Shell, una delle aziende più inquinanti del Pianeta, che ora minaccia la bellezza incontaminata dell'Artico. Una decisione sbagliata, una cattiva notizia per tutti i bambini. Per questo chiediamo a LEGO di abbracciare la causa per la difesa dell'Artico, rompendo il patto con Shell".

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La campagna con cui Greenpeace chiede a LEGO di abbandonare Shell è partita lo scorso 1 luglio. In soli dieci giorni sono state raccolte oltre 325 mila firme e altrettante email sono state recapitate ai vertici della LEGO. QUI la petizione per dire anche tu a LEGO di rompere con Shell.

Germana Carillo

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1200 Km in bici per i Fantasmi di Portopalo, 300 migranti in fondo al mare dal 1996

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Una pedalata in solitario, 1200 Km in bici per i "Fantasmi di Portopalo", per chiedere alle Istituzioni europee il recupero del relitto F-174, affondata a Natale del 1996, in cui ancora oggi sono intrappolati. E' la nuova sfida di Gaia Ferrara, 33 anni, cagliaritana di nascita ma romana di adozione, ciclista per passione e anche per devozione, con alle spalle sei esperienze di pellegrinaggi sulle due ruote.

L'idea della giovane sportiva è quella di percorrere in bicicletta 1.200 km con partenza il 2 agosto da San Severo in Puglia e arrivo a Portopalo il 23 agosto dopo un giro in 23 tappe lungo le coste italiane, dalla Puglia, alla Basilicata, alla Calabria, fino all'estrema punta sudorientale della Sicilia a Portopalo. 23 tappe con iniziative e raccolta di firme lungo un percorso nei luoghi simbolo degli sbarchi dei gommoni e dei barconi che si sono avvicendati sin dagli anni '90, dove si trovano centri di accoglienza ancora attivi o chiusi, comunità di immigrati, testimoni diretti dei flussi di migranti e rifugiati.

Il progetto "Rambling for migrants", promosso dall'associazione "Viandando" in collaborazione con "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", ha come primi firmatari Giovanni Maria Bellu, Luigi Ciotti, Carlo Lucarelli, Dario FO, Christopher Hein, Piero Soldini, Carlotta Sami, Filippo Miraglia, Don Marcello Cozzi e Don Pino de Masi.

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LA STORIA DEL NAUFRAGIO - Si tratta di uno dei più gravi naufragi nel Mar Mediterraneo dal secondo dopoguerra a oggi (rimasto tale sino alla Tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013. Avvenne nella notte tra il 24 e il 25 dicembre ed è per questo conosciuta anche con il nome di Strage di Natale, oltre che come Tragedia di Portopalo, perché avvenuto a poche miglia dalla località siciliana di Portopalo di Capo Passero, in provincia di Siracusa.

La nave trasportava clandestini provenienti principalmente da India, Pakistan e Sri Lanka. Furono imbarcati su un battello maltese di nome F174, in pessimo stato, in legno e con i sistemi di sicurezza fuori uso e uno squarcio sulla prua apertosi dopo un urto con un'altra imbarcazione. Poiché il naufragio non ha quasi lasciato tracce concrete, la autorità inizialmente non presero per vere le parole dei superstiti.

La vicenda è stata appurata anche grazie all'inchiesta del giornalista Giovanni Maria Bellu, che nel 2001 mostrò al mondo le immagini degli scheletri delle vittime. Nonostante il processo e le condanne di alcuni dei colpevoli, nessuna iniziativa fu mai intrapresa per il recupero del relitto e del suo carico. 

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"Ci sono 300 corpi, 283 per l'esattezza,- ha commentato Gaia Ferrara- che giacciono da 17 anni in fondo al mare senza vita, e senza sepoltura, nelle acque del Canale di Sicilia a largo di Portopalo. Vittime di una tragedia del mare che si è consumata la notte di Natale del 1996. Erano migranti asiatici, provenienti dal Pakistan, dallo Sri Lanka e dall'India in cerca di un futuro migliore, che volevano approdare sulle nostre coste ma non ce l'hanno fatta, ieri come oggi. Di loro, non resta che un vago ricordo di alcuni e l'indifferenza di molti. Ma c'è chi non si rassegna e dopo aver appreso della loro sorte, solo di recente, in occasione della strage di Lampedusa del 3 ottobre scorso, in cui sono deceduti 366 immigrati, ha deciso di fare qualcosa per non lasciarli lì a imperitura memoria. Fare qualcosa per dar loro una sepoltura e un volto".

Per seguire il viaggio, le tappe, le iniziative e firmare a petizione online clicca qui 

Roberta Ragni

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7 giorni di rifiuti: impressionanti ritratti delle persone nella loro spazzatura (FOTO)

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Quanta immondizia produciamo in una settimana? E 'difficile immaginarlo, ma da oggi lo è un po' meno grazie al fotografo Gregg Segal, che ha reso visibile il mostruoso ammontare dei rifiuti prodotti in soli 7 giorni. 

La sua serie, 7 days of Garbage, 7 giorni di spazzatura, è un intimo e inquietante spaccato di persone che posano nella loro immondizia, una quotidianità che danneggia il Pianeta e che fatichiamo a riconoscere.

"7 days of Garbage è una serie di ritratti ad amici, vicini e conoscenti con la spazzatura che hanno accumulato nel corso di una settimana. I soggetti sono fotografati circondati dai loro rifiuti in un ambiente che è in parte è un nido, in parte un reperto archeologico. Abbiamo costruito il nostro letto e in esso giacciamo", spiega l'artista.

La maggior parte di noi è consapevole della forte crisi di inquinamento del pianeta, ma tendiamo comunque a ignorare il problema reale, e soprattutto che la soluzione siamo proprio noi. La serie, che ritrae gruppi di persone provenienti da diverse classi sociali, fa molto per aiutarci a considerare le conseguenze a valle delle nostre scelte di acquisto - e a riflettere sulle alternative.

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Il risultato è, in effetti, sconvolgente. Nel ritrarre i personaggi in ambienti naturali, l'inquinamento diventa più evidente e sgradevole: una riflessione sulla fragilità del nostro pianeta e sull'impronta terribile che stiamo lasciando.

Roberta Ragni

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